BREVE PREMESSA
Periferia del Mondo è una tra le più luminose espressioni musicali dell'ultimo ventennio. Gruppo da me particolarmente apprezzato e amato, ahimé ancora assente sulla Stratosfera, merita sicuramente di vedersi rappresentato anche sulle nostre pagine. Questo articolato e corposo post è frutto di un lavoro a 6 mani, dimostrazione - se mai ce ne fosse ancora bisogno - della vitalità del sito e della passione che accomuna e unisce amici e collaboratori. Le sei mani sono le mie e quelle degli storici amici Osel e Adix (il cui contributo lo vedremo nella seconda parte). Ripercorrerò in poche righe (non voglio rischiare di venire definito "accademico") una essenziale biografia del gruppo lasciando il più ampio spazio possibile agli album e ai concerti live.
La prima parte sarà dedicata ai primi tre album in studio (periodo 1999-2006), mentre nella prossima puntata prenderemo in esame l'ultima prova in studio (2013) e le performance live inserite in alcune compilation. Sarà un lungo viaggio attraverso l'opera omnia (termine utilizzato in campo letterario ma da me esteso in quello musicale) del gruppo romano.
CONOSCIAMO LA PERIFERIA DEL MONDO
Periferia del Mondo è conosciuta al largo pubblico soprattutto per la presenza nell'organico del sassofonista Alessandro Papotto e del suo ingresso nel 1999 in una storica formazione quale il Banco del Mutuo Soccorso. La storia musicale della band inizia però qualche anno prima, nel 1996 a Roma, per opera del già citato Alessandro Papotto insieme al chitarrista Giovanni Tommasi e al bassista Claudio Braico. Ad essi si sono presto uniti il batterista Tony Zito e il tastierista Bruno Vegliante. Questa formazione rimarrà invariata negli anni successivi. Papotto fin da ragazzo ha dichiarato di essere un grande ammiratore del Banco del Mutuo Soccorso e le musiche della Periferia del Mondo risentono di una certa contaminazione con il gruppo di riferimento. Almeno agli esordi. Più in generale il loro background si rifà ai grandi mostri sacri del prog britannico e italiano. Il distinguo è dato dalla presenza del sax di Papotto che introduce elementi jazz nel complesso sound del gruppo.
A proposito della nascita di Periferia del Mondo vi propongo una parte della lunga intervista rilasciata da Alessandro Papotto a Gianluca Livi e pubblicata sul sito "Artists and Bands" nel marzo 2015.
"Periferia Del Mondo è un progetto nato nel 1994 e ancora oggi attivo (siamo nel 2015) dopo venti anni di lavoro. La passione che io e i miei amici abbiamo dedicato a questa band non sempre ha avuto come riscontro dei risultati soddisfacenti. Però posso dire con convinzione che l'apertura della seconda serata alla prima edizione assoluta del Prog Exhibition ci ha dato una grande carica e una forza notevole, tanto che il periodo di stanca seguito alla pubblicazione del nostro terzo disco con Electromantic, si è trasformato in un periodo di grande creatività sfociato nella pubblicazione di "Nel regno dei ciechi" per la Aereostella Ricordo molto bene l'emozione provata alle prime note di synth de "L'infedele" quella sera, e la gioia nel vedere la gente accorrere e riempire l'enorme Tendastrisce di Roma per ascoltarci. Dopo quella meravigliosa serata condivisa con il Banco, con la PFM, e con tanti altri mostri sacri del Progressive, Iaia De Capitani ci ha dato coraggio e ci ha spronato a continuare a scrivere. Inoltre Franz Di Cioccio ci ha supportato dandoci alcuni preziosi consigli sui nuovi brani". (NDR - nella puntata n. 2 ascolteremo il set della Periferia del Mondo al Prog Exhibition 2010).
Papotto e Zito li troviamo anche nella prima formazione del
Nodo Gordiano, dove realizzano l'omonimo primo album nel 1999 (già postato sulla Stratosfera
qui)
. Papotto, instancabile e onnipresente, insieme alla Periferia del Mondo realizza l'esordio discografico, sempre nel 1999 (anno ricco mi ci ficco!!) con l'album "In ogni luogo, in ogni tempo", edito dall'etichetta Akarma. Nel 1999 esce la versione in vinile (33 giri + 45 giri con due brani) mentre nel 2000 quella in CD.
Periferia del Mondo - In ogni luogo, in ogni tempo
(CD version, 2000) - from George archives
TRACKLIST:
01. L'infedele - 8:10
02. Ladro - 4:03
03. Leave Your Daily - 4:57
04. I Bless The Night - 6:26
05. Meltèmi - 10:08
06. In ogni luogo, in ogni tempo - 6:38
07. Brand-Y - 6:03
08. The Ghost In The Shell - 11:57
FORMAZIONE:
Max G.B. Tommasi - chitarra elettrica, chitarra acustica
Claudio Braico - basso
Tony Zito - batteria
Bruno Vegliante - synth, tastiere
Alessandro Papotto - voce, sax contralto, sax tenore, clarinetto, flauto, Yamaha DX7, effetti
Ospiti:
Francesco Di Giacomo (BMS) - voce in track 1
Rodolfo Maltese (BMS) - chitarra elettrica, synth in track 1
Stefania Mastrogiovanni - soprano in track 1
Tiziana Crucianni - voce i track 4
Alberto D'Annibale - violino in track 7
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L'album di esordio, caratterizzato da una bellissima copertina, vede la partecipazione di alcuni ospiti illustri tra cui Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese del Banco del Mutuo Soccorso entrambi presenti nel brano di apertura, "L'infedele". La collaborazione di Papotto con il Banco è appena iniziata e queste due presenze nel disco della Periferia del Mondo non sono casuali. Il brano si sviluppa tra sonorità elettriche (la sezione iniziale così come quella finale richiamano da vicino gli Area) e acustiche, giocate sui suoni di chitarre e flauto su cui si inserisce l'inconfondibile voce di Francesco Di Giacomo. Alcune tracce richiamano, in molti momenti, il prog degli Indaco, gruppo fondato da Rodolfo Maltese che vide l'apporto dello stesso Papotto. Insomma, un grande esordio che lasciava aperto il campo ad ampie speranze.
Dopo la pubblicazione del debut album,. il gruppo intraprende una serie di tour sia in Italia che all'estero dove affina e migliora ulteriormente l'abilitò tecnica. Ritornati in sala di registrazione, i cinque musicisti mettono a punto il secondo album, "Un milione di voci", che viene pubblicato, ancora dalla Akarma, nel 2002 in versione doppio LP e CD. Papotto, nel frattempo, si divide tra Periferia del Mondo e Banco del Mutuo Soccorso. Ecco ancora una parte dell'intervista pubblicata su "Artists and Bands" in cui Papotto racconta del suo ingresso nel Banco.
Domanda - "Dal 1999, in qualità di polistrumentista (sassofoni, clarinetti, flauti, percussioni e cori), sei entrato stabilmente nel Banco del Mutuo Soccorso con il quale - oltre ad esserti esibito in Italia e all'estero (segnatamente Europa, Canada, Stati Uniti, Centro e Sud America, Giappone), hai pubblicato 6 dischi, tra cui il recente "Un'idea che non puoi fermare". So che sarà difficile, ma puoi sintetizzarci in poche righe la tua esperienza con questo storico gruppo del prog italiano?"
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Risposta di Papotto - "La mia storia personale nel Banco del Mutuo Soccorso inizia da fan accanito di questa band storica. Seguono le prime collaborazioni musicali con Rodolfo Maltese e Francesco Di Giacomo, io con gli Indaco e loro con Periferia Del Mondo, e poi la telefonata di Vittorio Nocenzi che mi chiede di partecipare alla prima esecuzione integrale di “Darwin” al Teatro Morlacchi di Perugia per la Sagra Musicale Umbra edizione 1999. Dopo quel concerto memorabile entro a far parte della band in maniera stabile e vivo con loro una prima serie di concerti bellissimi, in giro per l’Italia ma anche all’estero dove il Banco viene letteralmente osannato, sia in versione acustica, sia con la band al completo in versione elettrica. Da semplice fan ero diventato un componente di una band storica che avevo amato sin da quando ero un ragazzo. Ma la cosa che mi ha reso più felice era il rapporto con Vittorio, Francesco e Rodolfo che nel frattempo si è trasformato ed è diventato una bella amicizia.
Alessandro Papotto con Francesco Di Giacomo
Poi le pubblicazioni dal vivo: per il trentennale, per la nuova esecuzione integrale di Darwin, per il Prog Exhibition e ora per “Un idea che non puoi fermare” che purtroppo rimanda alla recente scomparsa di Francesco Di Giacomo (NDR - 21 febbraio 2014). Su questo argomento, ancora molto delicato per me, mi limito a dire che mi manca molto l’artista ma soprattutto mi manca l’uomo, un fratello maggiore che mi voleva bene e a cui ho voluto molto bene. Ancora oggi ricevo segni della sua stima e del suo affetto da parte di colleghi musicisti come il chitarrista Michele Ascolese (De Andrè, Branduardi, ecc.) che mi ha raccontato di come Francesco gli parlasse sempre in termini lusinghieri di me, e la cosa mi commuove e mi riempie di orgoglio. Sono cresciuto con le sue canzoni e sono felice di aver partecipato anche alla registrazione di alcuni brani ancora inediti scritti da Francesco e dal pianista Paolo Sentinelli. Sono delle canzoni splendide che Francesco ha registrato con Paolo durante la preparazione del loro spettacolo teatrale musicale “Cenerentola – La parte mancante” e che presto diventeranno una pubblicazione discografica".
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Periferia del Mondo - Un milione di voci
(CD version, 2002) - from Osel archives
TRACKLIST:
01. Luci da un universo neonato - 1:29
02. Percezioni della memoria - 1:50
03. Un Borghese Piccolo Piccolo - 9:10
a) ClonAzione
b) Un nodo al pettine
c) Chiarezza
04. Incanti e perplessità - 5:03
05. Two As One - 3:21
06. EvaLunA - 4:19
07. Cercando la via - 3:38
08. Can Stop - 4:18
09. Espresso (parte 2) - 4:13
10. Immagine I 0:39
11Di foglie e di acqua - 3:51
12. Un milione di voci - 6:58
13. Monologo - 1:06
14. Io brucio - 8:16
FORMAZIONE:
Alessandro Papotto - voce e coro, sax contralto, tenore e soprano, clarinetti in Sib e Mib, flauti, shanay, didjeridoo, berimbao, percussioni, sintetizzatori, effetti sonori
Max GB Tommasi - chitarre elettriche, acustiche e classiche, effetti sonori
Claudio Braico - basso elettrico
Bruno Vegliante - sintetizzatori, organo, pianoforte e synth
Tony Zito - batteria e percussioni
Alberto D'Annibale - violino
Ospiti
Vittorio Nocenzi (Banco del Mutuo Soccorso)
Mauro Pagani (ex PFM)
Luca Sapio (Area e Quintorigo)
Massimo Alviti (Indaco)
Alessandro Corsi (Il Balletto di Bronzo)
Ciò che colpisce fin dalle prime note è quanto sia cambiato il sound del gruppo nel giro di tre anni, spostandosi sul terreno del jazz rock e lasciandosi alle spalle la coperta del progressive che aveva caratterizzato l'opera prima. Un po' confuso e discontinuo, tra episodi jazzati, brevi pièce acustiche e sconfinamenti nel rock anni '70, il disco lascia intendere che la PDM è ancora alla ricerca di una sua precisa identità. Nonostante la presenza di ospiti illustri, tra cui Vittorio Nocenzi del Banco del Mutuo Soccorso e l'ex PFM Mauro Pagani, l'album si presenta un po' fiacco e in alcuni casi stancante. La voce di Papotto non aiuta sicuramente. Ovviamente questo mio personale giudizio non trova sempre concordi alcuni critici. Cito ad esempio quanto riportato sul sito "Movimenti Prog":
"Un milione di voci, secondo ed ottimo lavoro della Periferia Del Mondo è un bel bis dopo il felice esordio di tre anni fa. Il sestetto romano è ancora guidato dal fiatista/vocalist Alessandro Papotto, noto ai più per la sua presenza nell’organico del Banco Del Mutuo Soccorso, da un paio di anni a questa parte.
L’apertura è netta ed esplicativa: dopo l’antipasto tastieristico di “Luci da un universo neonato”, sono due le portate che subito denotano il sapore del PDM-sound. “Percezioni della memoria” e (soprattutto) la mini suite “Un borghese piccolo piccolo” invitano ad un ascolto attento, partecipe, incantando con un sound che idealmente nasce dall’incontro tra Arti & Mestieri e King Crimson (Wetton-era), con compattezza e concretezza, senza sbavature. Altra cosa importante, i vaghi sentori anni ’70 sono intelligentemente stemperati in un contesto “moderno”, amplificati, semmai, da un’invitante veste grafica e da un simpatico digipack, un vero e proprio “piccolo 33 giri".
E' bello che i giudizi divergano. Cosa volete farci...Attendo anche i vostri commenti al riguardo.
Ricordo a questo punto che la Periferia del Mondo appare in due produzioni live: il CD "Omaggio a Demetrio Stratos" (2000, già postato sulla Stratosfera) e il DVD "Gouveia Art Rock 2004" registrato in Portogallo durante la loro esibizione al Gouveia Festival insieme ad altri gruppi e musicisti, Ne parleremo (e li ascolteremo) nella seconda parte. Giungiamo così al 2006 e alla pubblicazione del terzo album.
Periferia del Mondo - Perif3ria del Mondo
(2006 - ristampato nel 2011) - from Osel archives
TRACKLIST:
01. Periferia del Mondo - 10:52
02. Oceani - 4:55
03. Suite Mediterranea - 8:37
a) Tra le terre
b) L'oracolo di Delfi
c) H.H. Blues
04. Chiaroscuro - 4:58
05. Come un gabbiano - 8:53
06. Alghe - 4:42
07. Synaesthesia - 6:25
08. Angeli infranti - 5:11
Bonus Tracks
09. Cartolina per il Giappone - 4:33
10. Piove sul mare - 3:04
Bonus Track (previously unreleased) - solo su ristampa 2011
11. Funkats - 4:52
FORMAZIONE:
Alessandro Papotto - voce, fiati, piano, percussioni
Giovanni Tommasi - chitarra
Claudio Braico - basso
Tony Zito - batteria
Bruno Vegliante - piano, tastiere
Il terzo album del quintetto romano (in queste registrazioni non è presente il violinista Alberto D'Annibale) venne pubblicato nel 2006 dall'etichetta torinese Electromantic Music, quella di Beppe Crovella degli Arti e Mestieri, e poi ristampato nel 2011 dalla Immaginifica-ARS con una bonus track inedita (presente nella nostra tracklist). L'album segna il ritorno alle atmosfere e alle armonie del primo album, con grandi tributi al progressive anni '70. Dopo lo sbandamento dell'album precedente, la PDM pare aver trovato la giusta strada. Il brano di apertura, con l'intro di batteria e il suo ritmo incalzante è già un ottimo preludio all'intero lavoro. "Oceani", che contiene un grande assolo di chitarra di Giovanni Tommasi, ci trasporta ad uno dei capolavori dell'album, la bellissima e articolata "Suite mediterranea" densa di atmosfera. della lunghezza di oltre 8 minuti, suddivisa in tre movimenti. Stupisce la presenza di "Synaesthesia", un hard rock anni '70 degno dei migliori Deep Purple. Invece delle tre bonus tracks potevamo farne decisamente a meno. Da dimenticare. Tutte le restanti tracce, con qualche eccezione come "Alghe" (a mio avviso il punto più basso dell'album) scorrono in modo fluido regalandoci un disco maturo e tutto sommato di buon livello.
Leggete qui di seguito cosa ne pensa Roberto Vanali con la sua recensione sul sito "Arlequins"
"PDM ci porta a capofitto nel terzo episodio di racconti dalla periferia di un mondo fatto di favole urbane talvolta minimali, talvolta assolute, in percorsi mediterranei e mitteleuropei giocati sui sentieri di un prog molto contaminato, spesso diluito in maniera omeopatica in grandi mari, musicalmente appartenenti ad altri mondi. Questo terzo lavoro è un opera di riflusso e di ritorno. Ritorno, innanzi tutto, a far musica come si deve, ben pensata, ben suonata e ben incisa. Ritorno a certi suoni che pensavamo perduti e che ci dimostrano come le piante seminate da Area, Banco, Perigeo e PFM riescano a dare ancora frutti di qualità. Ritorno a miscelare le sonorità italiane ed europee in maniera bilanciata, dove il momento alla Deep Purple non cozza con quello pescato da Ravel, dove un certo sapore per il folk non si scontra con l’apertura sinfonica o con il break di coinvolgente jazz-rock. Ritorno a fare un disco di grande sapore omogeneo partendo da radici estremamente eterotetiche."
Penso che sia sufficiente.
Bene, cari amici della Stratosfera, qui termina la prima parte della retrospettiva dedicata alla Periferia del Mondo. Appuntamento fra qualche giorno per la conclusione della nostra lunga maratona.
Buon ascolto.
LINK In ogni luogo, in ogni tempo (2000) LINK Un milione di voci (2002) LINK Perif3ria del Mondo (2006 - ristampa 2011)
Post by George, Osel & Adix