TRACKLIST
01 Madonina (Memo Remigi)
02 Tu non mi lascerai (Adriano Celentano)
03 Tu, musica divina (Rettore)
04 Ma l’amore no (Bobby Solo)
05 Non partir (Fred Bongusto)
06 Nustalgia de Milan (Enzo Jannacci)
07 Silenzioso Slow (Drupi)
08 Ma le gambe… (Pippo Franco)
09 Non dimenticar le mie parole (Ornella Vanoni)
10 Voglio vivere così (Dino Sarti)
11 Bambina Innamorata (New Trolls)
Certe raccolte, al di là della musica che propongono, hanno un valore particolare. Nel 1979 la Ricordi mise sul mercato “Cantautori srl”, un disco che chiamava molti dei più affermati cantautori degli anni Settanta a donare una propria canzone per l’AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro). Gli artisti (o piuttosto le rispettive case discografiche) contribuirono attingendo al repertorio già inciso, salvo Lucio Dalla che propose una versione alternativa di “Come è profondo il mare”. Scusate la falsa partenza, non è di questo che volevamo parlare, bensì del secondo capitolo che nel 1980 la Ricordi, visto il successo della raccolta precedente (si parlò di 100.000 copie) immise sul mercato, sempre a scopo benefico di sostegno dell’AIRC.
Questa volta però cambia la formula, ed è qui che il nostro discorso si fa interessante, perché in questa occasione si pensò di commissionare a 11 artisti altrettante registrazioni inedite tratte dal repertorio di Giovanni D’Anzi, autentica macchina di successi canzonettisti tra gli anni Trenta e Cinquanta. Date una rapida scorsa ai titoli sopra riportati e fatevi un’idea. Orbene, se la memoria non ci inganna (ma siamo sempre pronti ad essere smentiti), si tratta probabilmente, nella storia della discografia italiana, del primo disco tributo collettivo, così come siamo abituati oggi a concepirlo, cioè composto da registrazioni inedite con le quali vari artisti omaggiano un loro collega. “Grand’amore” è proprio questo, sebbene in copertina il nome di Giovanni D’Anzi, chissà perché, non campeggi.
Mai inclusa nella discografia ufficiale mi risulta, a meno di sviste, anche “Bambina innamorata” cantata dai New Trolls con un arrangiamento vocale curato da Gianfranco Lombardi, che aveva seguito anche il precedente omonimo album del gruppo. Stesso discorso per “Ma le gambe”, cantata (e, non vi sorprenda, discretamente bene) da Pippo Franco, e “Tu musica divina” della Rettore. Una curiosità: l’inizio del pezzo della Vanoni mi sembra assai simile all’intro di “Sailor” di Alberto Fortis (stesso anno), ma forse è solo un’impressione. Probabilmente anche altre canzoni sono state pubblicate solo qui, ma, perdonateci, non abbiamo tempo e voglia di spulciarci tutte le discografie. Sappiateci dire voi.
Musicalmente, gli arrangiamenti seguono perlopiù le mode dell’epoca, ma tutto sommato risultano complessivamente non malvagi. Quella che osa di più è la Rettore, che trasporta il classico “Tu, musica divina”, cantato tra gli altri da Rabagliati e Wanda Osiris, in ambiente dance. Il più vicino al modello originale sembra il bolognese Dino Sarti, mentre fin troppo easy listening risulta l’inossidabile Fred Bongusto. Singolare appare anche “Tu non mi lascerai” rivisitata da Adriano Celentano che sul parlato inedito si lascia andare a una parolaccia. Un discorso a parte merita infine “Nustalgia de Milan”, arrangiata dallo stesso Jannacci, che sta vivendo in quegli anni gli ultimi scampoli della sua seconda stagione d’oro, regalandoci ancora un’ultima perla.
Buon ascolto!