TRACKLIST
CD 1
1) TRISTEZZA (Tristeza, Lobo-Niltinho, ‘67)
2) BIM BOM (Bim bom, J.Gilberto, ‘68)
3) L’APPUNTAMENTO (Sentado a beira do caminho, R.Carlos, ‘70)
4) TEMPI DURI (Disparada, Vandré-Theo, ‘72)
5) DETTAGLI (Detalhes, E. e R.Carlos, 1973)
6) LA CASA NEL CAMPO (Casa no campo, Rodrix-Tavito, ‘73)
7) PIU’ GRANDE DEL MIO AMOR (Major que meu amor, Barros, ‘73)
8) NELL’ESTATE DEI MIEI ANNI (Se eu partir, Jorge, ‘73)
9) SE NON E’ PER AMORE (Por amor, E. e R.Carlos, ‘73)
10) PICCOLO AMICO (O pequeno amigo, P.Nogueira, ‘74)
11) L’APPRENDISTA POETA (O poeta aprendiz, Vinicius, ‘74)
12) LA GENTE E ME (Chuva, suor cerveja, C.Veloso, ‘74)
13) LUI QUI LUI LA’ (Eu sò quero um xodo, Dominguinhos-Anastacia, ‘74)
14) CANTA CANTA (Canta canta minha gente, Martinho da Vila, ‘75)
15) COSTRUZIONE (Costruçao, C.Buarque de Hollanda, ‘75)
16) FILI (Feelings, M.Albert, ’75)
CD 2
1) TATUAGGIO (Tatuagem, C.Buarque de Hollanda, ‘77)
2) OCCHI NEGLI OCCHI (Olhos nos olhos, C.B. de Hollanda, ‘77)
3) TERRA (Terra, C.Veloso, ‘78)
4) TRE UOMINI (Teresinha, C.Buarque de Hollanda ,’80)
5) L’AMORE E LA SPINA (O velho e a flor, Vinicius-Toquinho, ‘83) con Toquinho
6) VIAGGERAI (Mares de ti, Carlinhos Brown ‘97)
7) SANT'ALLEGRIA (Bem leve, M.Monte - A.Antunes, ‘97)
8) NAUFRAGIO (Seu corpo, Roberto Carlos, ‘97)
9) ARGILLA (Argila, Carlinhos Brown, ‘97)
10) AMORE VICINO (Ao meu redor, Nando Reis, ‘97 )
11) SE FOSSE VERO (Voce nao sabe, Roberto Carlos, ‘97)
12) MAGARI (Tomara, Vinicius, ‘04) con Gino Paoli
13) UGUALE A TE (Se todo fossem iguais a vocé, Jobim, ‘04) con Gino Paoli
14) UNA PAROLA (E’ preciso perdoar, Coqueijo, ‘04) con Gino Paoli
15) PERDUTO (Procuro olvidarte, Magdalena-Alejandro, ‘10)
Lo sappiamo, per il frequentatore-tipo della Stratosfera Ornella Vanoni non è esattamente il campo da golf su cui gli piace roteare la propria mazza (anche se dovremmo ricordare che è stata la prima a cantare i Genesis nella nostra lingua), e non è che le ultime performances canore-televisive della ex “cantante della mala” abbiano granché migliorato la situazione, lo ammettiamo.
Ma dateci fiducia, e vedrete che non sarete delusi.
Orbene, c’è stato un tempo in cui la Vanoni non è stata solo l’ideale punto di congiunzione tra la musica leggera e quella d’autore, ma anche il giunto di cardano tra la musica brasiliana e quella italiana. Tutti voi ricorderete per esempio quel capolavoro che fu “La voglia, la pazzia, l’incoscienza e l’allegria” che nel ’76, sotto la regia di Sergio Bardotti, la vide protagonista insieme a Toquinho e Vinicius De Moraes. Un album memorabile, tra i più importanti degli anni ’70.
Sergio Bardotti (a destra) in compagnia di Chico Buarque (al centro) |
Ebbene, prima di andare avanti, permetteteci di spendere qualche parola appunto su Sergio Bardotti: questo colto pavese, paroliere e produttore artistico di enorme importanza per la musica italiana, è forse il pontefice massimo della penetrazione in Italia della musica di qualità brasiliana (lontana dai facili esotismi anni ’50 e ’60), sia affiancando Chico Buarque de Hollanda traducendone le canzoni per i due dischi dell’esilio italiano (1969 e 1970), sia indirizzando artiste affermate come Patty Pravo, Anna Identici e Mia Martini verso questo repertorio, sia producendo un album incredibile come “La vita, amico, è l’arte dell’incontro” (1969) in cui fece collaborare Sergio Endrigo, Vinicius de Moraes e Giuseppe Ungaretti (!).
Così lo ha ricordato, poco dopo la morte, avvenuta nel 2007, la stessa Vanoni: “Bardotti è una persona che ha lasciato un grande vuoto, ma anche un grande pieno, perché ha lasciato tante cose: il suo entusiasmo per la vita, la sua commozione, la sua curiosità, la sua capacità aggregativa. Abbiamo avuto insieme una vita molto fantasiosa, molto bella. Eravamo così uniti che quando chiamavo al telefono i miei genitori, puntualmente sbagliavo numero e chiamavo Bardotti”.
Dicevamo che “La voglia, la pazzia…” ebbe un successo, se non immediatamente clamoroso, assai duraturo (oggi è considerato un classico), ma quello che forse molti non sanno è che la frequentazione della Vanoni con la musica brasiliana cominciò parecchio prima quel disco, e continuò anche dopo, dando vita a un corpus ben più consistente (31 pezzi) che attinge a tutti i più grandi autori della musica popolare brasiliana, da Caetano Veloso a Chico Buarque de Hollanda, da Vinicius De Moraes a Joao Gilberto, da Roberto Carlos a A.C.Jobim, fino alle nuove leve degli anni ’90, come Carlinhos Brown e Nando Reis.
Strano, quindi, che la Vanoni non abbia voluto negli anni cercare di bissare quel suo lontano album “brasiliano”: anche pescando dalla sua stessa produzione avrebbe avuto materiale almeno per altri 3 LP, tutti di livello.
Ci è sembrata dunque cosa buona e giusta, a guisa di piccoli Dèi, correggere la Storia e raccogliere in un unico post tutta l’Ornella brasileira, ordinando i pezzi in ordine cronologico in due CD virtuali, prendendo come spartiacque il suddetto album del ’76.
Si tratta di versioni in italiano (tranne una, in originale) di incredibile bellezza, che, grazie a traduzioni eccellenti restituiscono la profondità e la leggerezza tipiche della musica carioca. Vi troverete alcuni “cavalli di battaglia” della prima Vanoni, come “L’appuntamento” e “Dettagli” (tradotte da Lauzi), “Tristezza”, o “Fili”, ma anche e soprattutto gioielli in gran parte sconosciuti al grande pubblico, sepolti in dischi non molto frequentati, pur se quasi tutti facilmente reperibili in rete. Mi riferisco a “Tempi duri”, “L’apprendista poeta” (il primo incontro con Vinicius), “La gente e me” (probabilmente la prima cover italiana di Caetano Veloso, poi bissata da “Terra”), senza dimenticare la solida frequentazione del canzoniere dell’immenso Chico Buarque de Hollanda (la celeberrima “Costruzione”, poi cantata anche, in versione assai più stranita, da Enzo Jannacci nel ’76, e poi Tatuaggio”, “Tre uomini”, “Occhi negli occhi”).
Dando una rapida occhiata alla cronologia dei vari pezzi, ci si accorge subito di un lungo periodo sabbatico in cui la Vanoni smette di attingere alla musica brasiliana, per dedicarsi invece ad altri repertori: sono gli anni che vanno dal 1983 al 1997, fin quando cioè pubblica lo splendido “Argilla” (un lavoro di grande qualità sia nella scrittura che nella veste musicale, ad opera di un dream team guidato da Beppe Quirici) nel quale la cantante milanese si rituffa nel mondo brasiliano scegliendo coraggiosamente di interpretare sei brani di recente uscita, e quindi sostanzialmente sconosciuti al pubblico italiano.
Le ultime (nuove) interpretazioni risalgono ai primi anni del millennio, e sono in buona parte cantate con il vecchio amante, poi amico e sodale, Gino Paoli.
Una precisazione prima di lasciarvi all’ascolto: oltre al criterio di escludere i brani di “La voglia, la pazzia…” (album facilmente reperibile in rete), abbiamo scelto di presentare la prima esecuzione in disco, togliendo di mezzo le successive riprese in studio e live (anche se la “Tatuaggio” cantata al Club Tenco avrebbe meritato). Non stupisca poi la presenza di “Fili”: l’originale “Feelings” è in inglese, ma è scritta da un brasiliano DOC come Morris Albert (al secolo Maurício Alberto Kaisermann).
Infine, per questo post sono debitore della pregevole rivista “Vinile” che nel numero 8 (2017) ha pubblicato la discografia completa di Ornella Vanoni.
Nient’altro da aggiungere, se non l’invito a inoltrarvi, con alegrìa e saudade in questo mondo.