Visualizzazione post con etichetta 2024. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta 2024. Mostra tutti i post

martedì 29 ottobre 2024

Serie "Historic Bands Live in Italy" - Capitolo 91 - Robert Plant live in Padova, Gran Teatro Geox, 20th October 2024 (special gift by Albe)

 

TRACKLIST CD 1:

01. Intro
02. The Cuckoo (traditional)
03. Let The Four Wind Blow (Robert Planr and The Strange Sensation)
04. Four Sticks (Led Zeppelin)
05. Move Along Train
06. Orphan Girl (Gillian Welch cover)
07. Win My Train Fare Home (If I Ever Get Lucky
08. Everybody's Song (Low cover)


TRACKLIST CD 2:

09. The Rain Song (Led Zeppelin)
10. It's A Beautiful Day Today (Moby Grape cover)
11. As I Roved Out (traditional)
12. For The Turnstiles (Neil Young cover)
13. House Of Cards (Richard & Linda Thompson cover)
14. Friends (Led Zeppelin)

encore
15. Gallows Pole (Led Zeppelin)
16. And We Bid You Goodnight (traditional)


SAVING GRACE LINE UP:

Robert Plant: vocals, guitar
Suzi Dian - vocals
Tony Kelsey - mandolin, acoustic guitar, baritone
Matt Worle -banjo, acouistic guitar, cuatro, baritone
Oli Jefferson - percussion


Continuano incessanti i contributi da parte dei nostri amici e collaboratori. Questo si chiama gioco di squadra. Il blog è sempre più partecipato e questo è segno che gode di ottima salute, Il problema a volte sono io - e per questo chiedo venia - che non riesco a stare al passo con la pubblicazione di tutto il materiale che mi viene inviato, che non è poco, alternandolo a quello contenuto nei miei archivi. Nel caso specifico il nostro amico Albe, reduce dal recentissimo concerto di Robert Plant al Teatro Geox di Padova (stiamo parlando del 20 ottobre scorso) mi ha prontamente inviato i file audio, un video e alcune immagini del concerto, Cosa chiedere di più? Resta fermo il mio personale piace di sconfinare ogni tanto nella rubrica "Historic Bands Live in Italy" giusto per aggiungere quel pizzico di internazionalità alla Stratosfera. Quindi, grazie caro Albe, a nome di tutti i sempre più numerosi frequentatori del nostro blog. 


Veniamo al concerto di Padova, una delle tappe del lungo tour di Robert Plant che ha toccato la nostra penisola nel mese di ottobre. Ovviamente non posso che invidiare Albe e con lui il numeroso pubblico che ha seguito la performance dell'ex cantante e frontman dei Led Zeppelin.  Eh sì, perché quando si parla di un mostro sacro come Plant la memoria corre indietro nel tempo legandosi ad album - e concerti - che hanno segnato la storia del rock, E su questo non si discute. Robert aveva 20 anni quando venne pubblicato il leggendario Led Zeppelin I (era il 1968). Da lì in poi di acqua ne è passata sotto i ponti. Per giungere ai giorni nostri, il progetto attuale di Robert Plant, 76 anni ma ancora dotato di una voce incredibile e di un notevole carisma, si chiama Saving Grace featuring Suzi Dian, come stampigliato a chiare lettere sulla locandina. E va detto che il connubio fra queste due splendide voci ha prodotto i suoi frutti. Il concerto di Padova ne è una dimostrazione.


Non avendo assistito al concerto del 20 ottobre mi limito a fornirvi il link dell'articolo pubblicato il giorno seguente sul giornale on line "Padova Oggi" intitolato "L'eterno Robert Plant accende il Geox e unisce generazioni". Lo trovate qui. Un titolo perfettamente azzeccato dal momento che questi grandi musicisti del passato, e Robert Plant è uno di loro, riescono senza sforzo ad essere trasversali a più generazioni. Potere della grande musica. UN altro articolo che vale la pena di leggere lo trovate qui su Relics Magazine. 
La registrazione del concerto è veramente di buona qualità e il pubblico è quanto mai caloroso. Non mancano in scaletta i tributi ai Led Zeppelin che scaldano ulteriormente i presenti, oltre alle cover di altri  artisti e ad alcuni "traditional" inglesi e irlandesi. Finalone con Gallows Pole, cantata con l'aiuto del pubblico. La ciliegina sulla torta è rappresentata dal video che cattura oltre ai suoni anche le immagini del bis con la sopracitata Gallows Pole e And We Bid You Goodnight. Semplicemente fantastico.


Null'altro da aggiungere se non ringraziare Albe ancora una volta per questo splendido regalo e augurare a voi tutti un buon ascolto.



LINK CD 1
LINK CD 2
LINK VIDEO

Post by George & Albe

venerdì 12 luglio 2024

Serie "Bootleg" n. 347 - Eugenio Finardi - Anima Blues The Classics - Ex Fornace Morandi, Noventa Padovana, 14.06.2024


PREFAZIONE
Grande Albe, grazie per l'ennesimo meraviglioso regalo. Una ripresa di tutto rispetto dopo la breve pausa estiva. Il protagonista di questo concerto che va ad arricchire la nostra serie "bootleg" (giunta al ragguardevole numero 347) è Eugenio Finardi. Qui non lo troviamo nella veste di rocker o in quella di interprete di pop songs, ma in quella di bluesman. Il concerto "Anima Blues" prende corpo dall'omonimo album registrato nel 2005 e pubblicato dall'etichetta EF Sounds / Edel Italia, contenente 12 tracce, alcune delle quali (poche a dire il vero) riproposte in questa occasione. E' lo stesso Finardi ad illustrare i contenuti dello show che, non a caso, si intitola "Anima Blues The Classics", dal momento che si basa essenzialmente sulla riproposta dei grandi classici del blues, quelli scritti e interpretati da Willie Dixon, John Lee Hooker, Howlin' Wolf, Blind Willie Johnson, giusto per citarne alcuni. Naturalmente  la "musica del diavolo" (termini che originano dalle leggende create dai puristi intorno al blues, connotato da alcol, donne e patti col demonio) viene rivista da Eugenio Finardi con la sua straordinaria voce roca e con la sua chitarra. Al suo fianco i complici di allora, ad iniziare da Vince Vallicelli, leggendario batterista che insieme a Pippo Guarnera ha accompagnato nel corso degli anni i più grandi maestri del blues nei loro tour italiani, E ancora Giovanni “Giuvazza” Maggiore, eclettico ed elettrizzante chitarrista, che collabora da almeno un decennio con Finardi anche come autore e produttore.


Per molti sarà sicuramente una sorpresa scoprire o riscoprire questo lato meno conosciuto del cantautore di Musica Ribelle ed Extraterrestre, ma non i suoi amici e compagni di sempre che conoscono il suo profondo legame con il blues che resta il suo rifugio e la sua cura nei momenti bui. Lui stesso, nel corso dello show, racconta di quando da giovane suonava il blues e di quanta importanza rivesta questo genere musicale. Negli scorsi anni Eugenio è spesso stato invitato da Fabio Treves come special guest nei concerti più importanti, come ad esempio il Pistoia Blues Festival 2022. Ben venga dunque una serata come questa per riscoprire le radici del blues con i suoi grandi interpreti. L'apertura della serata, il cosiddetto opening act, è stata affidata ai Partners in crime (attenzione alla omonima band fiorentina The Partners of Crime), una energica band di Chioggia che ha preparato il terreno all'ingresso di Finardi & Friends. Anche questo è un regalo del nostro amico e collaboratore Albe. E ora diamo spazio alla musica.

PART 1 - OPENING ACT
Partners in Crime


TRACKLIST:

01. Little Wing
02. Unknown
03. Superstition
04. Unknown /Whole Lotta Love
05. Moving On
06. La Grange


Esplosiva apertura di spettacolo con questo power trio di Chioggia composto dai tre fratelli Boscolo (Andrea, Tiziano ed Ettore), per l'occasione diventato quartetto con l'inserimento di Carlo Santacatterina, in veste di special guest, alle tastiere. Il concerto di Noventa, seppur condensato in soli 6 brani, dimostra tutta la potenza del gruppo, dall'iniziale "Little Wing" di Jimi Hendrix alla torrida conclusiva versione di "La Grange" dei ZZ Top. In mezzo "Superstition". "Moving On" e una bella ripresa della zeppeliana "Whole Lotta Love". Un gruppo che ha molte cose da raccontare e che va seguito con attenzione.


PART 2 - THE SHOW
Eugenio Finardi & Friends - Anima Blues The Classics


TRACJLIST CD 1:

01. Presentazione
02. The Soul Of A Man
03. Shake Your Hips
04. Holyland
05. Little Red Rooster
06. Heart In The Country
07. Spoonful
08. Estrellita
09. Al mi radis (Vince Vallicelli)
10. Love In Flame (Giovanni Maggiore)

TRACKLIST CD 2:

11. Long Way Home
12. Black Magic Woman
13. Red House
14. Boom Boom
15. Wang Dang Doodle / Extraterrestre (brevissimo cenno)


FORMAZIONE:

Eugenio Finardi – chitarra e voce
Mecco Guidi – tastiere e organo
Giovanni Giuvazza Maggiore – chitarra
Vince Vallicelli – batteria
Andrea Taravelli – basso


Ed ecco il concerto di Eugenio Finardi suddiviso in due parti. I nostalgici del dischetto di plastica, come me, potranno ricavarne un doppio CD. Le registrazioni provengono dal Gin n Blues Festival, che si è tenuto a Noventa Padovana nella Ex Fornace Morandi il 14 giugno 2024, quindi meno di un mese fa. Lo spettacolo è proposto nella sua integrità, dialoghi inclusi. Finardi, come al solito, ama chiacchierare col pubblico e raccontare i suoi aneddoti. Come già scritto in precedenza, alcune tracce provengono dall'album "Anima Blues" del 2005, altre - la maggior parte - sono cover dei mostri sacri del blues. Interessanti le due composizioni (tracce 9 e 10) di Vince Vallicelli e Giovanni Maggiore). Molto bella la ripresa di "Black Magic Woman", scritta da Peter Green per i Fleetwood Mac nel 1968 e portata al successo dai Santana nel 1970. Si chiude in bellezza con la trilogia composta da "Red House" di Jimi Hendrix (l'assolo di chitarra è suonato dallo stesso Finardi), "Boom Boom" di John Lee Hooker (brano ripreso da numerosi gruppi tra cui Yardbirds e Animals) e la conclusiva "Wang Dang Doodle", composta da Willie Dixon e incisa da Howlin' Wolf nel 1960. Insomma, un Eugenio Finardi in evidente stato di grazia, infaticabile e vitale come non mai dall'alto dei suoi quasi 72 anni  (alterna il tour "Anima Blues" a quello di "Euphonia Suite" - già postato sulla Stratosfera) passando con disinvoltura dai suoi classici a quelli dei grandi bluesmen. Una dote non comune a tutti i musicisti.


PART 3 - Per finire... i video


Il nostro amico Albe, non si è limitato (si fa per dire) a condividere le registrazioni audio dei concerti di Partners in Crime e di Eugenio Finardi & Friends, ma ci ha inviato anche alcuni video, tra cui 2 soundcheck che, ovviamente, non appaiono fra le tracce audio. Il giusto completamento documentale di questo eccezionale evento. Grazie ancora, Albe. A voi tutti, buon ascolto.

VIDEOLIST:

Part 1
01. Soundcheck # 1
02. Soundcheck # 2
03 Holyland
04. Little Red Rooster
05. Heart Of The Country

Part 2
06. Long Way Home
07. Black Magic Woman
08. Wang Dang Doodle 


LINK Partners in Crime - Noventa 2024
LINK Eugenio Finardi - Noventa 2024 CD 1
LINK Eugenio Finardi - Noventa 2024 CD 2
LINK Video part 1
LINK Video part 2

Post by George - Music by Albe


giovedì 6 giugno 2024

Serie "Historic Prog Bands Live in Italy" - Capitolo 88 - Yes live in Padova, Gran Teatro Geox, 08.05.2024 (a great gift by Albe)

THE CLASSIC TALES OF YES TOUR 2024

Questa volta il nostro amico e collaboratore Albe (nonché presenza costante nei commenti) ha fatto un vero colpaccio: mi ha inviato i file con la registrazione audio dell'intero concerto degli Yes al Teatro Geox di Padova + 2 video. Insomma, tenuto conto che lo show risale all'8 maggio scorso si tratta veramente di una chicca da condividere con tutti gli amici della Stratosfera e gli amanti del grande prog britannico. Vero è che gli Yes "storici" sono oramai limitati al solo Steve Howe che, con le sue 77 primavere, non dà segni di cedimento. Naturalmente non nego di avere un filo di invidia per Albe che ha assistito a questo grandioso concerto. Per chi come me non era presente, così come nelle altre tappe del mini tour italiano (5 maggio a Roma, 6 maggio a Milano e 8 maggio, per l'appunto, a Padova) dovrà accontentarsi, si fa per dire, della registrazione audio. Ed ora veniamo alla tracklist.

Yes live in Padova, Gran Teatro Geox, 08.05.2024


TRACKLIST CD 1

01. Machine Messiah
02. It Will Be a Good Day (The River)
03. Going for the One
04. I’ve Seen All Good People
05. America (Simon & Garfunkel cover)
06. Time and a Word
07. Don’t Kill the Whale
08. Turn of the Century

TRACKLIST CD 2

09. South Side of the Sky
10. Cut From the Stars
11. The Revealing Science of God (Dance of the Dawn) / The Remembering (High the Memory) / The Ancient (Giants Under the Sun) / Ritual (Nous sommes du soleil)
12. Roundabout
13. Starship Trooper

VIDEO:

01. Roundabout
02. Steve Howe guitar solo


FORMAZIONE:

Steve Howe - electric and acoustic guitars
Geoff Downes - keyboards, vocals
Jon Davisob - lead vocals
Billy Sherwood - bass
Jay Schellen - drums


‘The Classic Tales Of Yes Tour’ ha visto lo storico gruppo presentare dal vivo molti dei suoi iconici brani tratti dall’influente e pionieristico catalogo dei membri della Rock and Roll Hall of Fame, un repertorio che copre oltre 50 anni di storia della musica, oltre ai brani dell’ultimo acclamato album, ‘Mirror Of The Sky’, pubblicato lo scorso maggio. L’artista Roger Dean si è unito al tour con una mostra d’arte correlata (non so se la mostra era in visione anche a Padova). Dean ha venduto in tutto il mondo più di cento milioni di copie delle sue magistrali opere d’arte, che raffigurano suggestivi paesaggi ultraterreni. Una di queste appare proprio sulla copertina del recente album della band. In occasione del tour 2024 Steve Howe, il cui sodalizio con gli YES è iniziato nel 1971 con la pubblicazione di "The Yes Album"  (prima di lui c'era Peter Banks), insieme a Geoff Downes, membro della formazione dell’era ‘Drama’ del 1980, sono affiancati da Jon Davison, voce principale degli YES da oltre un decennio (praticamente un clone di Jon Andreson). Completano la formazione Billy Sherwood al basso – scelto dal bassista originale Chris Squire – e Jay Schellen, – che ha lavorato a stretto contatto con lo scomparso Alan White – alla batteria.


Giornali, siti web e blog hanno dato ampio spazio a questa serie di concerti italiani, peraltro molto attesi dai fan. Prova ne è che sono stati tutti sold out. Vi riporto alcune parti della recensione del concerto di Padova così come l'ho trovata sul sito "Rock Nation" il 14 maggio scorso. Ringrazio e mi complimento con l'autore, Luca Cremonesi. Alcune foto me le ha inviate Albe, altre sono state scattate da Michele Arduini. la recensione completa la potrete leggere qui.


"Se ci fosse la possibilità di certificare i gruppi musicali con un bollino di qualità, come accade per i cibi pregiati, gli YES meriterebbero, senza dubbio alcuno, quello del Prog, in quanto sono una band a Denominazione di Origine Garantita e Controllata. Una vera DOGC insomma. A confermare quanto si va dicendo, c’è l’ulteriore alta qualità musicale della data di Padova al Gran Teatro Geox di mercoledì 8 maggio. Un plauso a chi ha deciso di portare questo tour anche nel nostro Paese, dove esperienze musicali particolari, soprattutto live, sono sempre più rare. Quello di Padova, nel dettaglio, è stato un concerto atteso fin troppo, dato che le contingenze che l’hanno funestato sono state tante: la pandemia prima, poi alcune tristi vicissitudini della band. Un live che era stato programmato quattro anni fa, e che l’8 di maggio si è finalmente svolto.


Venendo al concerto, si è trattato dell’ennesima piacevole conferma che gli YES portano avanti, con orgoglio e tenacia, la loro storia intrisa di suoni che oggi sembrano davvero lontani anni luce. Il Prog, infatti, appare sempre più una musica da epoca antica. Non solo per il pubblico che segue, dove non è presente un giovane sotto i 30 anni neppure a pagarlo; ma anche per la filosofia che si trova a sorreggere questo mondo sonoro. Al senso e significato di un’esperienza musicale che richiede pazienza e ascolto, si aggiunge la naturale complessità dei suoni che ne caratterizzano il mood. Quella degli YES è una band dal passato glorioso, che in parte viene ripercorso in questo concerto, con l’esecuzione di brani presi da alcuni degli album più significativi della loro lunga produzione, ma da sempre considerata di nicchia, quanto meno nel Bel Paese. 


Il concerto di Padova, fedele riproposizione di quanto messo in scena nelle altre date italiane, è stato composto da una scaletta di 13 brani, tutti della durata, in media, di 8/9 minuti. Delle vere e proprie galoppate con tastiere, giri infiniti di batteria, e lunghi soli di chitarra, suonati da una vera icona della musica contemporanea, e cioè Steve Howe. Il Nostro ha 77 anni compiuti. È magro come un chiodo, con il fisico di una persona anziana, tanto che se lo si vedesse a un semaforo, intento ad attraversare la strada, ci si attiverebbe per aiutarlo. E invece…E invece Howe suona per oltre due ore, senza l’aiuto di nessun altro chitarrista. Sorregge, da solo, tutto lo show, sia come presenza scenica, sia come ossatura dei brani proposti, cambiando almeno due chitarre all’interno di ogni singola esecuzione, senza scordare un passaggio con la Steel. Il tutto con un semplice aiuto solo per indossare le varie chitarre, più per rispetto dovuto che per vera esigenza generata da reali difficoltà, da un fedele tecnico che lo segue come un’ombra, e che conosce a memoria ogni suo movimento. Vederli lavorare così coordinati e in simbiosi, è quasi commovente.


Il concerto è uno show ben calibrato, nel quale trovano spazio pezzi presi da album di epoche diverse. I grandi classici, e cioè “Fragile” e “The Yes Album”, sono presenti con due pezzi a testa. In particolar modo la chiusura, affidata a “Roundabout” (da “Fragile”) e “Starship Trooper” (da “The Yes Album”), che strappano applausi a un pubblico composto, mai sopra le righe – se non per qualche ultras da stadio che fischia come se non ci fosse un domani, assordando chi si trova davanti. In sala c’era un pubblico preparato, colto e attento, formato da amanti ed estimatori della band, che accetta, quasi in modo rigoroso, di non usare troppo il cellulare, come richiesto all’inizio dello show. 


Il resto del concerto, come si diceva, è una bella perfezione, costruita e messa in scena da una band fatta di componenti che, a vario titolo, e in varie epoche, sono entrati a far parte del gruppo, ne hanno sposato a pieno filosofia e mondo sonoro. a prima parte dello show è più melodica, con tendenze marcate al Prog Rock, con alcune concessioni alle ballad, genere che spinge Howe a sfoderare anche chitarre spagnole. 
Quando accorda quella chitarra, e suona tutte le corde insieme, inevitabilmente si sente il tocco che ha caratterizzato la parte centrale di “Innuendo” dei Queen. “Going for the One” e “I’ve Seen All Good People” sono puro divertimento sia per chi ascolta, sia per il chitarrista, che non solo esegue in modo perfetto il compito, ma lo arricchisce di presenza scenica che non ti aspetti da un uomo che appare, all’uscita sul palco, molto precario. Dopo la cover di Simon & Garfunkel “America”, spazio al Prog nudo e crudo, con tanto di suite che determina il momento più intenso di quello show. 


A quel punto siamo tutti con le mani al cielo, perché non si può restare fermi davanti a così tanti suoni che, eseguiti tutti insieme, riempiono il Geox di Padova. Ci si rende conto che questa musica oggi non solo è fuori tempo, ma forse lo è sempre stata, ed è per questo che, tolto qualche anno di successo mainstream, è sempre e comunque rimasta un’esperienza musicale circoscritta a fan attenti. La chiusura, come già detto, è affidata a due grandi classici, ma anche a una coralità di intenti che è maggiore di quella che ha caratterizzato tutta l’esecuzione della serata. Sarà il valore intrinseco dei due brani, o sarà la consapevolezza che il live si avvia alla conclusione, ma il pubblico è tutto conquistato, e lascia andare le briglie. Senza eccedere, s’accende, si alza in piedi, e la scintilla del Prog torna a brillare"


CONCLUSIONI
E qui concludo io, facendo alcune riflessioni. Sono certo che Albe e tutti coloro che hanno assistito al concerto avranno provato delle belle e forti emozioni. Personalmente provo troppo affetto per questa gloriosa band per lasciarmi andare a critiche pesanti. Ci troviamo però innegabilmente di fronte ad una "cover band" di altissimo livello (e non è un caso isolato) che accompagna l'unico superstite della storica band, il chitarrista Steve Howe, ancora dotato di una tecnica mostruosa. Fuori Jon Anderson, Bill Bruford e Rick Wakeman, scomparsi Chris Squire e Alan White, cosa è rimasto oggi di questa bandiera del prog rock inglese? Vogliamo parlare di Jon Davison, ex Glass Hammer, l'ultimo cantante dalla voce praticamente uguale a quella dell'altro più celebre Jon? Ha senso ricreare con figure completamente nuove il marchio "YES" e il loro sound degli anni '70? Dal 1969 ad oggi la formazione degli Yes è stata più volte rimaneggiata, per mille ragioni, ma oggi, nel 2024, mi chiedo se abbia ancora senso proseguire con queste "operazioni nostalgia" oppure confinare i bei ricordi nella vasta produzione discografica. Credo che andrò a riascoltarmi "Yessongs". La domanda è questa: abbiamo ancora bisogno degli Yes? Certo, è bello riascoltare dal vivo "Starship Trooper" con la stupenda "Wurm" in coda, ma purtroppo non si può fermare l'orologio del tempo. Questo vale anche per numerose altre band (dagli Stones in avanti) con musicisti orami prossimi agli 80 anni. Il dibattito è aperto. Se sono stato troppo cattivo ditemelo nei comenti. Ultimo ringraziando ad Albe per la preziosa collaborazione. Da una veloce occhiata sul tubo e sul web mi sembra di non aver visto questo concerto pubblicato nella sua integrità. Bene così. Un'altra stelletta al merito per la Stratosfera. Buon ascolto, cari amici.


LINK Yes live in Padova 2024 - CD 1
LINK Yes live in Padova 2024 - CD 2
LINK Yes live in Padova 2024 - Video

Post by George - Music by Albe (thanks friend)