In collaborazione con l'amico Abulqasim, per una volta, presentiamo due lavori recentissimi e di un artista non certo sconosciuto: siamo infatti di fronte ad un musicista che ha avuto un'enorme importanza per la musica underground italiana degli anni 70 e per il rock progressivo. Claudio Rocchi, oltre che musicista dall'innegabile valore e grande sperimentatore, è stato ammirevole per le scelte coraggiose e radicali che seppe fare nell'intero corso della sua vita, artistica e non. Venendo all'oggeto di questo post, questi 2 gioiellini di Claudio Rocchi sono usciti entrambi in vinile nel 2012, ma oggi sono assolutamente introvabili, vista la tiratura super-limitata (500 copie numerate). Nascono come oggetti da collezionismo e, fino ad una ristampa più su vasta scala, non sono ascoltabili dalla maggior parte degli affezionati di questo grandissimo e compianto artista. Considerate dunque questo post un "servizio": siamo sicuri di non danneggiare nessuno mettendo questi eccezionali suoni (pur sempre degradati ad mp3) alla disposizione di tutti. Restiamo a disposizione, come sempre, per rimuovere i link se venisse dimostrata la loro reperibilità sul mercato. Da parte nostra, per testimoniare l'impossibilità assoluta di acquistare questi due lavori, immancabili nella discografia di un amante del prog italiano, includiamo nel post i 2 "colophon" (non so se è giusto) che ne domostrano l'irrimediabile stato di "SOLD OUT".
CONCERTI 1973/4/5
A1 - Canto adesso
A2 - Dentro noi
A3 - Qualche volta
A4 - Ogni uomo
A5 - L'unico aspetto di tutto
B1 - In bilancia
B2 - 30 anni
B3 - Radici e semi
B4 - Sotto i portici di marmo
B5 - L'arancia è un frutto d'acqua
B6 - E' per te
B7 - Tempo di guerra
B8 - Piove governo ladro
Gli scritti che seguono, a cura di Antonello Cresti (che ringraziamo sentitamente), sono tratti dal bellissimo sito d'approfondimento Rock-impressions, al link l'articolo completo:
"(...) "questi “frammenti di passato”, palpitanti ed eccitanti da un punto di vista artistico, davvero sembrano per altri versi reliquie di un passato polveroso e lontano, da preservare con cura e affetto. Non aspettatevi registrazioni nitide e cristalline, e preparatevi piuttosto ad immergervi realmente nelle atmosfere, creative, entusiastiche, vitali, ma anche ingenue e controverse, delle situazioni live degli anni ’70… Ad ulteriore riprova del fatto che quello che si schiuderà ai vostri orecchi sarà un universo veramente distante dai riti dell’intrattenimento odierno, la gran parte del materiale finito su questi vinili è completamente inedito: spezzoni di brani, improvvisazioni, canzoni mai ascoltate, proposte allora con l’idea che al pubblico si dovesse sempre offrire qualcosa di nuovo (...).
Noi, a distanza di tanti anni, ringraziamo tanto rispetto e tanta
generosità, e cogliamo ancora una volta le tante sfaccettature di
Rocchi: dal visionario cantautore intimista dei concerti tra il ’73 e il
’74, in uno dei momenti forse più fertili della sua carriera, al, più
desueto, musico socialmente impegnato (ed arrabbiato) di un concerto a
sostegno dei Radicali del ’75, una propensione “politica” che solo oggi
sembra riemergere dopo tanti anni (indicativi sono alcuni brani del suo
recentissimo “come back” album “In Alto”). Un discorso a parte lo merita
la performance “Mirage”, datata 1976, che documenta in maniera
brillante il periodo “elettronico” dell’autore, sfociato nel bellissimo
lavoro discografico “Suoni di frontiera”. Proprio perché affascinato da
quell’album, “Mirage” rappresente a mio avviso un utilissimo complemento
alle atmosfere alienate, robotiche, eppure caldissime della ipotesi
sperimentale di Rocchi. Favorite da una qualità di registrazione
migliore, questi documenti live del ’76, potrebbero davvero essere un
“highlight” perduto della carriera di Rocchi, il cui enorme archivio di
inediti, sembra esser sempre foriero di grandi sorprese! AC"
MIRAGE 1976
01. Kif market
02. Pipes & full
03. Li jin
04. Again
05. Flussi
06. Ketty line
07. Flat then over
08. Need up
09. La mente
10. Still drops
11. Wet warm
12. Mirage
Sempre a cura del benemerito Antonello Cresti, e sempre sul sito Rock-impressions, è possibile leggere un'interessante intervista a Claudio Rocchi. A seguire troverete due domande provenienti dal succitato dialogo, con le relative risposte di Rocchi, riportate perchè inerenti ai lavori qui presentati. Al link sopra è possibile leggere l'intevista nella sua completezza.
AC - Nei
vinili recentemente usciti troviamo alcune tue registrazioni dal vivo
del periodo '73-'76, un momento indubbiamente fertile per la tua
carriera artistica, ma anche un momento di rara intensità per la scena
musicale e giovanile italiana. Cosa ricordi di questi concerti? Hai una
immagine, una sensazione, che sono riaffiorati riascoltando queste
registrazioni dopo tanti anni?
CR
- Due mondi diversi a poca distanza : la prima parte in un club di
Padova, in trio, con suoni e modi psichedelici e gente che apprezzava
attenta. Pubblico cannabinolico, totale sintonia e un movimento
giovanile freak pacifista di stile angloamericano. Il prog che dilaga e
tutti sono conoscitori della scena musicale contemporanea. Solo due anni
dopo allo stadio di Padova, per un evento radicale con comizio a
seguire di Adele Faccio per qualche loro campagna referendaria, un
pubblico di Movimento assai politicizzato, disincantato, pragmatico,
freddino perchè la musica tutto sommato NON è il punto. Un'escursione
esagerata. Due mondi opposti in solo 24 mesi.
AC - Seguendo
la filosofia del periodo i tuoi concerti degli anni settanta erano
infarciti di inediti e improvvisazioni e molti di questi inediti sono
contenuti nei vinili appena usciti. C'è un brano che vuoi introdurci in
particolare tra questi "lost and found"?
CR
- Beh segnalo con entusiasmo certe invenzioni musicale del nostro trio
veramente psichedeliche nell'uso di flangers, echi ribattuti, e certi
shifts che si facevano con due revox uno in entrata uno in uscita
allontanando così le testine di registrazione e lettura di qualche
metro, per generare loops analogici antelitteram. Della serie allo
stadio invece il taglio politico di impegno e critica dei miei pezzi che
ovviamente risentivano del clima del momento. Un inedito Rocchi
"sociale" che i più certo non hanno nemmeno sfiorato. L'anno succesivo,
stremato dl clima dilagante sarei passato decisamente all'home recording
tornando nelle mie corde più classicamente storiche con L'album
"Rocchi" e poi "Suoni di Frontiera e, appunto, "Mirage".