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venerdì 27 gennaio 2017

Claudio Rocchi - 2012 - Concerti 1973/4/5 & Mirage (1976) - From the seventies vault, two albums very hard to find and out of stock

 
In collaborazione con l'amico Abulqasim, per una volta, presentiamo due lavori recentissimi e di un artista non certo sconosciuto: siamo infatti di fronte ad un musicista che ha avuto un'enorme importanza per la musica underground italiana degli anni 70 e per il rock progressivo. Claudio Rocchi, oltre che musicista dall'innegabile valore e grande sperimentatore, è stato ammirevole per le scelte coraggiose e radicali che seppe fare nell'intero corso della sua vita, artistica e non. Venendo all'oggeto di questo post, questi 2 gioiellini di Claudio Rocchi sono usciti entrambi in vinile nel 2012, ma oggi sono assolutamente introvabili, vista la tiratura super-limitata (500 copie numerate). Nascono come oggetti da collezionismo e, fino ad una ristampa più su vasta scala, non sono ascoltabili dalla maggior parte degli affezionati di questo grandissimo e compianto artista. Considerate dunque questo post un "servizio": siamo sicuri di non danneggiare nessuno mettendo questi eccezionali suoni (pur sempre degradati ad mp3) alla disposizione di tutti. Restiamo a disposizione, come sempre, per rimuovere i link se venisse dimostrata la loro reperibilità sul mercato. Da parte nostra, per testimoniare l'impossibilità assoluta di acquistare questi due lavori, immancabili nella discografia di un amante del prog italiano, includiamo nel post i 2 "colophon" (non so se è giusto) che ne domostrano l'irrimediabile stato di "SOLD OUT".

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CONCERTI 1973/4/5

A1 - Canto adesso
 A2 - Dentro noi
A3 - Qualche volta
A4 - Ogni uomo
A5 - L'unico aspetto di tutto

B1 - In bilancia
B2 - 30 anni
B3 - Radici e semi
B4 - Sotto i portici di marmo
B5 - L'arancia è un frutto d'acqua
B6 - E' per te
B7 - Tempo di guerra
B8 - Piove governo ladro


Gli scritti che seguono, a cura di Antonello Cresti (che ringraziamo sentitamente), sono tratti dal bellissimo sito d'approfondimento Rock-impressions, al link l'articolo completo:

"(...) "questi “frammenti di passato”, palpitanti ed eccitanti da un punto di vista artistico, davvero sembrano per altri versi reliquie di un passato polveroso e lontano, da preservare con cura e affetto. Non aspettatevi registrazioni nitide e cristalline, e preparatevi piuttosto ad immergervi realmente nelle atmosfere, creative, entusiastiche, vitali, ma anche ingenue e controverse, delle situazioni live degli anni ’70… Ad ulteriore riprova del fatto che quello che si schiuderà ai vostri orecchi sarà un universo veramente distante dai riti dell’intrattenimento odierno, la gran parte del materiale finito su questi vinili è completamente inedito: spezzoni di brani, improvvisazioni, canzoni mai ascoltate, proposte allora con l’idea che al pubblico si dovesse sempre offrire qualcosa di nuovo (...).


Noi, a distanza di tanti anni, ringraziamo tanto rispetto e tanta generosità, e cogliamo ancora una volta le tante sfaccettature di Rocchi: dal visionario cantautore intimista dei concerti tra il ’73 e il ’74, in uno dei momenti forse più fertili della sua carriera, al, più desueto, musico socialmente impegnato (ed arrabbiato) di un concerto a sostegno dei Radicali del ’75, una propensione “politica” che solo oggi sembra riemergere dopo tanti anni (indicativi sono alcuni brani del suo recentissimo “come back” album “In Alto”). Un discorso a parte lo merita la performance “Mirage”, datata 1976, che documenta in maniera brillante il periodo “elettronico” dell’autore, sfociato nel bellissimo lavoro discografico “Suoni di frontiera”. Proprio perché affascinato da quell’album, “Mirage” rappresente a mio avviso un utilissimo complemento alle atmosfere alienate, robotiche, eppure caldissime della ipotesi sperimentale di Rocchi. Favorite da una qualità di registrazione migliore, questi documenti live del ’76, potrebbero davvero essere un “highlight” perduto della carriera di Rocchi, il cui enorme archivio di inediti, sembra esser sempre foriero di grandi sorprese! AC"






MIRAGE 1976

01. Kif market
02. Pipes & full
03. Li jin
04. Again
05. Flussi
06. Ketty line
07. Flat then over
08. Need up
09. La mente
10. Still drops
11. Wet warm
12. Mirage


Sempre a cura del benemerito Antonello Cresti, e sempre sul sito Rock-impressions, è possibile leggere un'interessante intervista a Claudio Rocchi. A seguire troverete due domande provenienti dal succitato dialogo, con le relative risposte di Rocchi, riportate perchè inerenti ai lavori qui presentati. Al link sopra è possibile leggere l'intevista nella sua completezza.


AC - Nei vinili recentemente usciti troviamo alcune tue registrazioni dal vivo del periodo '73-'76, un momento indubbiamente fertile per la tua carriera artistica, ma anche un momento di rara intensità per la scena musicale e giovanile italiana. Cosa ricordi di questi concerti? Hai una immagine, una sensazione, che sono riaffiorati riascoltando queste registrazioni dopo tanti anni?
CR - Due mondi diversi a poca distanza : la prima parte in un club di Padova, in trio, con suoni e modi psichedelici e gente che apprezzava attenta. Pubblico cannabinolico, totale sintonia e un movimento giovanile freak pacifista di stile angloamericano. Il prog che dilaga e tutti sono conoscitori della scena musicale contemporanea. Solo due anni dopo allo stadio di Padova, per un evento radicale con comizio a seguire di Adele Faccio per qualche loro campagna referendaria, un pubblico di Movimento assai politicizzato, disincantato, pragmatico, freddino perchè la musica tutto sommato NON è il punto. Un'escursione esagerata. Due mondi opposti in solo 24 mesi.


AC - Seguendo la filosofia del periodo i tuoi concerti degli anni settanta erano infarciti di inediti e improvvisazioni e molti di questi inediti sono contenuti nei vinili appena usciti. C'è un brano che vuoi introdurci in particolare tra questi "lost and found"?
CR - Beh segnalo con entusiasmo certe invenzioni musicale del nostro trio veramente psichedeliche nell'uso di flangers, echi ribattuti, e certi shifts che si facevano con due revox uno in entrata uno in uscita allontanando così le testine di registrazione e lettura di qualche metro, per generare loops analogici antelitteram. Della serie allo stadio invece il taglio politico di impegno e critica dei miei pezzi che ovviamente risentivano del clima del momento. Un inedito Rocchi "sociale" che i più certo non hanno nemmeno sfiorato. L'anno succesivo, stremato dl clima dilagante sarei passato decisamente all'home recording tornando nelle mie corde più classicamente storiche con L'album "Rocchi" e poi "Suoni di Frontiera e, appunto, "Mirage".


LINK Concerti
LINK Mirage

Post by Captain, thank you very much to Abulqasim

giovedì 2 giugno 2016

Serie "Bootleg" n. 217 - Roberto Cacciapaglia - 1989 - Aurea Carmina (Prima esecuzione di opera inedita)

Aurea Carmina (su testi di Pitagora) - Prima esecuzione (19:19)
Per baritono, voce bianca, coro e orchestra

Registrato da RadioRAI a Roma, presso l'Auditorium di Santa Cecilia, il 2 Aprile 1989 - First time on the web


"Accostandosi ad un testo straordinario e significativo come “I Versi d'Oro” si ha la conferma che Pitagora possedeva quel sapere e quella saggezza che scavano in profondità nell'essenza delle cose. Armonizzava e metteva in relazione conoscenze e discipline considerate lontanissime tra loro, con un senso e un significato unificante e totale. Pitagora è attuale e vicino alla sensibilità e alle percezioni psichiche ed emozionali della nostra epoca, divisa nelle sue scelte e attraversata da suggestioni musicali diverse e lontane tra loro. Oggi è necessario seguire un cammino, ritrovare una relazione e un valore dimenticati insieme a molti aspetti della musica non considerati o addirittura evitati. In quest'itinerario dell'anima verso la perfezione un ruolo primario è affidato alla musica.

Se ad un livello conoscitivo esso aveva costituito il modello per configurare la struttura del mondo, nella dimensione etica la musica offre lo strumento per organizzare il comportamento umano secondo sapienza. L'esercizio della musica e delle attività ad essa connesse, come la danza, è educazione della mente e del corpo, in quanto ammaestra nei valori dell’armonia e del ritmo, che sono essenziali per lo sviluppo della persona. Ma la musica, all'ascolto, è anche la via diretta attraverso cui la voce intima della realtà perviene all'anima, senza la mediazione precaria e ingannevole della materia. Essa è percezione ed espressione dei sentimenti; e poichè questi, come ogni fenomeno del reale, riconducono la loro essenza ai rapporti numerici, sarà possibile produrre determinati effetti nella psiche in relazione ai diversi modi, individuati dalla successione degli intervalli.

Se musica e anima sono la stessa cosa, nelle leggi della musica si dovrà cercare la natura dell'anima, scoprire il segreto delle sue aspirazioni, che il trauma della materia confonde e occulta. Musica e numero, in una simbiosi che nell'essenza profonda del reale si rivela come identità, affermano il valore supremo della proporzione, a cui si conforma l'armonia della vita universale. Nella proporzione l'anima riconosce quest'armonia di cui essa è parte, e attraverso questo processo d'identificazione realizza la propria autenticità. Nella conoscenza di sè risiede il fine dell'uomo, e questa si ottiene grazie alla sensazione del bello, il quale nasce dall'esperienza della proporzione.


Ma il numero è anche la norma del vero; e dunque bellezza e verità coincidono, al punto in cui si annullano anche le differenze fra razionalità e intuizione, categorie di un pensiero che si è separato dalla totalità del reale, di cui invece la musica è segno, nel suo essere partecipe di entrambe. Nell’armonia universale rientra pure l'azione dell'uomo, secondo il concreto svolgersi dei suoi comportamenti. Uniformarsi a tale misura dell'essere è il dovere e il premio della vita umana.

"Conosci il ritmo che possiede gli uomini" aveva detto, qualche tempo prima di Pitagora, il poeta Archiloco; e quest'ammonimento solenne diviene la linea portante della sua dottrina etica. Devozione verso gli dei e comprensione per gli uomini anche quando sono nell'errore, temperanza nelle cose necessarie della vita e fermezza nel dolore, rispetto della dignità propria e giustizia di fronte al mondo, meditazione sui propri atti e purificazione dell'interiore sono i grandi precetti, in cui la sapienza pitagorica individua la strada per raggiungere l'equilibrio fra la condizione umana e l'ordine nell'universo
."

LINK

Post e cover by Captain, all the rest by Abulqasim

sabato 1 novembre 2014

Serie "Battiato & Friends Special Fan Collection" n. 34 (Serie "Bootleg" n. 173) - Franco Battiato - Patriots Roma, 15 febbraio 1981 (Versione integrale)

Prosegue una delle serie più amate della stratosfera, e con essa la stupenda collaborazione con l'amico Antonio LM. Questa volta siamo di fronte ad una vera chicca, visto che vi presentiamo la versione integrale del concerto tenuto dall'artista catanese a Roma nel 1981, durante il tour di supporto all'album "Patriots" (concerto a suo tempo registrato e proposto da mamma RAI, anche se in versione short di soli 40 minuti). Aggiungo che, anche per gli amanti del rock progressivo e del Battiato più sperimentale, vi sono motivi di interesse: ben 5 brani della scaletta appartengono al periodo "tra prog ed elettronica" di Franco Battiato. Tra questi, spiccano una versione di "Mutazione" da Fetus penso unica, nel senso mai più riproposta live, e "Aria di rivoluzione", dilatata in un lungo finale improvvisato, come se quasi dieci anni non fossero passati. La qualità sonora, sebbene non sia eccezionale, è tutto sommato più che accettabile. Questa volta, per i testi, su consiglio dello stesso Antonio, ci "appropriamo" di un interessante articolo/recensione di una altro noto estimatore del buon vecchio Maestro catanese, cui vi rimando sotto...

  La recensione che segue è tratta dal blog SoundScapes, in cui l'amico Stefano AbulQasim analizza e confronta quattro diversi bootleg del 1981 di Franco Battiato. Qui vi proponiamo l'introduzione e la parte inerente il live da Roma presentato in questa sede, al link qui sopra potrete trovare l'intero articolo.

"Le vie dei bootleg sono misteriose. In tanti anni di carriera e dopo tantissimi tour fatti, quasi sempre a supporto di un nuovo disco, il tour di Battiato che risulta meglio documentato (almeno per quello che risulta a me) è quello susseguente all’uscita dell’LP “Patriots“, presumibilmente iniziato all’uscita del disco (seconda parte del 1980) e terminato in coincidenza con l’uscita de “La voce del padrone” (1981). Di questo tour mi sono arrivate le registrazioni delle date di Rimini, Firenze, Torino e Roma, e di quest’ultima data abbiamo anche una preziosa (ma purtroppo parziale) video-registrazione grazie alla RAI all’epoca molto attiva nel filmare (e poi trasmettere) concerti di artisti italiani. Tanta abbondanza è singolare perché “Patriots” non fu un disco particolarmente venduto e ci saremmo aspettati tante registrazioni del tour seguente o di quelli realizzati durante il massimo fulgore di Battiato (tra l’81 e l’83) o più tardi nelle date che seguirono l’uscita de “L’imboscata” e di “Gommalacca” (periodo 1996-1998). E invece gli indomiti bootlegers sembrano essersi scatenati in questi strani anni in cui Battiato cercava di non perdere coloro che l’avevano seguito negli anni della sperimentazione radicale e contemporaneamente cercava di guadagnare nuovi ascoltatori abbassando notevolmente l’osticità della sua proposta musicale. Anni di una nuova gavetta per un musicista che già negli anni ’60 ne aveva fatta tanta, anni di trasferimenti faticosi in automobile da una città all’altra dell’Italia con il suo nucleo di collaboratori strettissimi con cui condivise questi anni ruggenti (su tutti Giusto Pio e Filippo Destrieri).

 (...) ritroviamo Battiato a Roma. La scaletta cambia e mischia brani vecchi e nuovi senza più le rigidità della tappa fiorentina. Diminuiscono però le canzoni: tra quelle provenienti da “Patriots” sparisce “Prospettiva Nevski” (all’epoca non era ancora diventata il classico che è oggi) mentre tra i pezzi del Cinghiale evapora “Stranizza d’amuri” (e anche per questo pezzo vale il discorso fatto prima). Sopravvive “Bulgarian song” (qui in una versione dove compare anche il violino) mentre non c’è più traccia (ma questo ce lo aspettavamo) di “Per Elisa“. Tra i pezzi antichi sparisce pure “No U turn“. Globalmente un set più corto di una ventina di minuti (e vai a sapere perché…). Gli arrangiamenti, ovviamente, sono gli stessi del concerto fiorentino, uniche cose da segnalare il clima meno rilassato e giocoso (forse la presenza delle telecamere), il bel borbottare della coda de “Le aquile“, una “Strade dell’est” ancora strepitosa e le versioni stellari di “Sequenze e frequenze” e “Aria di rivoluzione“, quest’ultima dal finale dilatato all’inverosimile (evidentemente l’eseguirle ripetutamente aveva affinato la sintonia tra i musicisti, con il violino di Giusto Pio grandissimo sia nelle improvvisazioni sia nel suonare i temi principali dei due pezzi). Come accennato sopra, di questo concerto esiste anche una registrazione RAI che ne mandò in onda meno di 40 minuti (circa metà concerto, esagerati…) che è fortunosamente reperibile in rete (non certo per merito della RAI che di tutte queste registrazioni sembra non volersene far nulla)."

Franco Battiato: voce, chitarra elettrica e tastiere
 Giusto Pio: violino e tastiere
Filippo Destrieri: tastiere
Donato Scolese: batteria e vibrafono
Gianfranco D’Adda: batteria e percussioni
Toni Dresti: basso


Post by Captain, music & art by Antonio, words by AbulQasim

mercoledì 4 dicembre 2013

Serie "Bootleg" n. 134 - Area - 1994 - Roma 4991

TRACKLIST CD 1 :
01 - Step by step
02 - Presentazione
03 - Ossidazioni
04 - Inedito al faro n. 2
05 15000 umbrellas (prima parte)
06 15000 umbrellas (seconda parte)

TRACKLIST CD 2 :
07 - Efstratios
08 - Luglio, agosto, settembre (nero)
09 - Inedito al faro n. 1
10 - Improvvisazione
11 - Chernobyl 7991 (bonus track)

Questa rara registrazione è qui condivisa da con noi dall'amico Abulqasim, e suoi sono pure i testi di questo post. Il concerto è decisamente interessante, vi consiglio vivamente l'ascolto. A me non resta che ringraziarlo di cuore per questo contributo e lasciargli la parola...
 
"Pochi mesi dopo il loro primo concerto nel centro sociale Ricomincio dal Faro (già proposto sulla Stratosfera), gli Area ritornano a suonare a Roma, il 26 giugno del 1994. Come d'abitudine per i ragazzi che occupano questo ex-cinema, il concerto viene registrato direttamente dal mixer e (nelle settimane successive) venduto (solo su audiocassetta) all'interno del centro sociale. Quella che ascoltate è la digitalizzazione fatta dal sottoscritto a partire da quella cassetta (la cui copertina, inutile e orribile, ho sostituito con quella che potete vedere, l'ho fatta anni fa per uso personale, se volete potete tranquillamente sostituirla). Gran parte del set è occupato dai brani che 3 anni dopo verranno pubblicati nel CD "Chernobyl 7991", da qui l'idea di rititolare la serata come "Roma 4991". Notare come in 6 mesi il gruppo abbia stravolto la scaletta, eliminando quasi completamente il repertorio storico per dare spazio a brani nuovi, tutti ancora "work in progress". Nella cassetta non erano indicati i titoli dei brani, ne ho recuperati molti, ne restano non riconosciuti 2 che ho pseudo-intitolato "Inedito al Faro" (1&2). Quello numerato come 1 era presente anche nella registrazione già pubblicata sulla Stratosfera (e anche lì senza titolo).Formazione a 4 con gli storici Fariselli, Capiozzo e Tavolazzi (che stava per mollare il gruppo) più il chitarrista Pietro Condorelli. Per ragioni di durata a suo tempo esclusi dal CD (e dalla copertina) la traccia "Chernobyl 7991" che è qui presente come bonus track".


Post by Captain, music-covers-text by Abulqasim