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venerdì 4 ottobre 2024

Dino Sarti - Omonimo (1977, vinile)

 

TRACKLIST:

Lato A
01, Zéngia Blues (... Cinghia Blues) - 5:00
02. I limón (... I limoni) - 4:02
03. Il tortellino - 4:02
04. I madón (... I mattoni) - 1:08
05. La donna in estate - 4:13
06. Bologna campione - 4:14

Lato B
07. Un biglietto del tram per Stella - 5:48
08. Dmanda (... Domanda) - 2:07
09. Professore, mi dà una pastiglia? - 3:50
10. I Vîc (Les Vieux) (... I Vecchi) - 4:05
11. La Fîera d'San Zamiàn (La Fêra d'San Zémiân) (... La Fiera di San Geminiano) - 4:07


In questa tornata procediamo con una deviazione a 360°  - un triplo carpiato con avvitamento laterale - rispetto agli album di progressive presentati nelle ultime settimane. Entriamo nel campo della canzone d'autore dialettale che, ancora una volta, dimostra la ricchezza culturale del nostro Paese legata alla storia e alle tradizioni linguistiche. Il dialetto napoletano (che alcuni amano definire molto più semplicemente "lingua napoletana") l'ha sempre fatta da padrone. E non solo per la presenza di gruppi folk che nel loro repertorio raccolgono la tradizione popolare, Anche il rock ha sposato da innumerevoli anni la lingua napoletana. Stesso discorso potremmo applicarlo al romanesco o al siciliano. E che dire poi del dialetto genovese cantato dal grande De André in alcuni suoi storici album?. Senza per questo  tralasciare il dialetto milanese, con un Iannacci in prima linea,  nonché il veneto e il piemontese, anche se in misura minora. Anche nella mia piccola Valle d'Aosta è tuttora largamente diffuso un patois (si pronuncia patuà), dialetto di origine franco-provenzale, utilizzato da gruppi folk locali per perpetuare le antiche tradizioni musicali. Insomma, voglio farla breve. Non è questa la sede per lo studio della dialettologia e dei linguaggi locali correlati ai contesti sociali e storici. Era solo una premessa per introdurre il protagonista del post di oggi, un cantautore che si cimenta, anche se parzialmente, col dialetto emiliano (o forse col bolognese?), assai poco diffuso in ambito musicale. Ci voleva l'amico Osel per farmi conoscere musicalmente (prima lo conoscevo solo di nome) il grande Dino Sarti. Grazie come sempre amico mio.


"Dino Sarti (Bologna, 20 novembre 1926 – Bentivoglio, 11 febbraio 2007) è stato un cantante e cabarettista italiano, chansonnier e showman, artista di night-club e cabaret e autore di testi di numerose canzoni. È considerato uno dei principali cantori del capoluogo emiliano e ha legato il suo nome a numerose edizioni della Fiera di San Lazzaro. I suoi concerti di Ferragosto in piazza Maggiore, organizzati dal sindaco Renato Zangheri intorno alla metà degli anni settanta, erano un appuntamento tradizionale per i bolognesi, con una grande partecipazione di pubblico.
Lo ricorda bene anche il nostro amico Osel, che definisce Sarti il "Brassens di Bologna", "Ai tempi - scrive Osel nelle note di accompagnamento ai file dell' album - era un mito qui da noi e riempiva piazza Grande nei concerti di Ferragosto. Dopo la sua morte in molti lo hanno dimenticato ma è stato un autore notevole di testi , seppur principalmente dialettale, un grande showman e umorista".


Sarti è stato anche un interprete di cover - in dialetto bolognese - di noti brani stranieri, specialmente della scuola francese, come nel caso della canzone "Nathalie" di Gilbert Bécaud, "Non, je n'ai rien oublié" di Charles Aznavour, tradotta in "No, an me c'curdarò mai", "Tu t'laisses aller", tradotta in "T'at làss andér", e di Jacques Brel "Dites si c'était vrai", tradotta in "Dim se l'é veira", "Jef", tradotta in "Vein amigh, vein", "Amsterdam", tradotta in "In dal port d'Amsterdam", "Les vieux", tradotta in "I vic" (... I vecchi). Apprezzata anche la sua cover parodistica di "New York, New York" di Liza Minnelli, tradotta in A vagh a Neviork. Dino Sarti è ricordato anche per alcune partecipazioni cinematografiche tra cui, in particolare, "Fontamara", diretto da Carlo Lizzani, dall'omonimo romanzo di Ignazio Silone, "Vai alla grande", diretto da Salvatore Samperi, e "Dichiarazioni d'amore, per la regia di Pupi Avati."
Dotato di una particolare vis umoristica, che trasferiva con facilità nelle sue performance sui palcoscenici di cabaret (molte delle quali prodotte anche per la televisione e la radio), è stato un musicista preparato, forte di una lunga gavetta; usava comporre i testi delle sue canzoni, che venivano poi musicate da Corrado Castellari, suo storico collaboratore" (fonte Wikipedia).


La sua produzione discografica, molto ampia, inizia nel lontano 1958 con una serie di 45 giri e dei EP. Il primo 33 giri risale al 1972 (Bologna invece!). Il vinile oggi proposto, perché di vinile trattasi ovviamente mai ristampato, venne realizzato nel 1977 e distribuito dall'etichetta Fontana. Per approfondimenti sulla figura di Dino Sarti vi invito a vistare il suo sito  web che troverete qui. E' tutto. Buon ascolto.



Post by George & Osel