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martedì 4 maggio 2021

Serie "Etnic Italy" vol. 8 - Novalia - 1997 - Canti & Briganti

 

TRACKLIST:

01. Stella splendens - 5:45
02. La banda viola - 4:45
03. Ebla - 4:26
04. Sposa - 5:30
05. Zighela - 5:01
06. L'albero e la memoria - 6:14
07. Kairouan - 5:41
08. Entu - 4:58
09. Canti & Briganti - 5:07
10. Do' Lu Munnu Se Regira (Novalia & Kahwa) - 5:39

Bonus track
11. Omaggio a Tarkovskij (dal CD Sonora - The Compact 2/91 - allegato alla rivista)


FORMAZIONE

Raffaello Simeoni
Stefano Saletti
Giovanni Lo Cascio
Michele Frontino
Alessandro Strinati
Fabiana Manuelli

con

Alexander Balanescu (special guest su Kairouan)
Kahwa (Do' lu munnu se regira)
Antonello Ricci
Valeria Bartoli
Carmine Pagano


"Canti & Briganti", regalo del nostro amici e collaboratore Gaetano Simarco, è la quinta prova discografica della band in ordine cronologico, che segue l'EP "Corteo" del 1987, il live "L'Australiano" (Materiali Sonori, 1988), "Sabir" (primo intero album di studio pubblicato anch'esso dalla Materiali Sonori nel 1990) e "Griot", mini CD con 4 brani pubblicato nel 1996. Per riascoltare "Sabir" e leggere la recensione vi rimando all'ottimo post realizzato dall'amico Andrea Altrocanto nel 2018 che ritroverete qui. Il disco brilla ancora una volta nel panorama folk etnico, o meglio ancora della world music, per la capacità di coniugare sperimentazione a suoni della tradizione  mediterranea sulla scia di quell'altro capolavoro, il già citato "Sabir" (che privilegio per capacità espressiva e fusione dei suoni). Sottolineo due tracce, "Stella splendens" tratta da "Llibre Vermell", canto di pellegrinaggio al Monte Serrato del XIV secolo e "Zighela", ovvero cicala, liberamente tratta da una canzone di lavoro dei contadini emiliani. la bonus track è tratta dal CD allegato alla rivista "Sonora" 2/91 ed è un brano assolutamente atipico, totalmente elettronico, figlio dei Tangerine Dream della prima ora. 


I Novalia hanno un loro sito che contiene l'intera discografia, incluse le recensione degli album pubblicate su numerose riviste musicali italiane e internazionali (qui). Non solo, vengono riportate anche le partecipazioni alle compilation, dove spesso sono presenti brani inediti (come la bonus track in coda all'album). Tra le numerose recensioni ne ho scelte tre, che vi propongo qui di seguito. Naturalmente ho indicato la testata e l'estensore dell'articolo, laddove presente. 


RUMORE (Vittore Baroni)

Non è solo la presenza di ospiti d'eccezione come il violinista Alexander Balanescu o il gruppo egiziano Kahwa a fare di Canti & Briganti (Ludos/CNI) dei Novalia una delle migliori opere di gusto world music apparse in Italia negli ultimi anni. Col tempo si è fatta più decisa e smaliziata la scrittura di questa veterana formazione sia nei testi cantati in dialetti dell'Alto Lazio e dedicati a storie di vecchi e nuovi "briganti", poeti omosessuali, contadini sfruttati e ribelli sognatori, sia negli arrangiamenti di ampio respiro di Stefano Saletti che, impreziositi dai numerosi strumenti etnici, spaziano da struggenti melodie mediterranee senza tempo ai ritmi quasi jungle che si muovono sotto La Banda Viola. Menzione particolare per la misurata sensibilità delle interpretazioni vocali di Raffaello Simeoni, che pare aver lasciato definitivamente alle spalle ogni tentazione a facili gigionismi.

REPUBBLICA-MUSICA  (Francesco Mirenzi)

Rispetto al precedente Griot, del quale viene riproposta "Ebla", che brilla per il sapore antico della melodia, la ricerca etnica dei Novalia si arricchisce di nuovi ingredienti. Ritmi vicini alla jungle londinese, chitarre elettriche ("Zighela"), reggae e reverberi dub ("Entu"), campionamenti, sequencer, loop che contaminano ancor di più i suoni della tradizione. Spicca la voce dai forti colori popolareschi di Raffaello Simeoni - che si cimenta anche con ocarina, ciaramella, organetto e altri strumenti - il quale canta nei dialetti dell'Alto Lazio: reatino, sabino, cicolano. Storie di briganti come Berardino Viola, che imperversò a metà ottocento nella zona di Rieti ("La banda Viola"); le lotte dei contadini contro il padrone in "Zighela"; i pellegrinaggi ("Stella splendens"). Ospiti, davvero speciali, Alexander Balanescu (Kairouan) e il gruppo egiziano Kahwa ("Do lu munnu se regira").

FOLK ROOTS

"If there's a late '90s equivalent of folk rock - the bringing of traditions into a contemporary context - this is one major way of tackling it. Retreading the early '70s version is like playing trad. jazz: a perfectly reasonable occupation for old person and young fogeys but hardly of more than passing curriosity. England needs people doing this. While we wait for it, here's one to love".


Post by George - Music by Gaetano Simarco 

giovedì 1 marzo 2018

Serie "Etnic Italy" vol. 4 - Novalia - 1990 - Sabir (vynil)



TRACKLIST

1. Deserto
2. Un caso d'assenza
3. Il Castello
4. (Bataille) Descrizione di una battaglia
5. Dio d'acqua
6. Acoustica/Anthem
7. Musa
8. Deir Yassin
9. Danse ogol
10. D'improvviso

FORMAZIONE 

Raffaello Simeoni: voce, flauto, sax, ciaramella, organetto
Stefano Saletti: batteria, percussioni, samplers
Enzo Renda: basso & basso freatless
Paolo Miatto: chitarra elettrica e acustica, effetti

Guest:

Floriana Beretta: voce
Giancarlo Bigazzi: various
Federico Festuccia: piano & tastiere

Raffaello, Stefano & Fabiana: cori

"Questo disco è dedicato
a tutti coloro che
in epoca non definita,
nei porti dell'Europa del Sud,
parlavano il Sabir".

Se scavallando lo scivoloso crinale tra anni Ottanta e Novanta, in una notte d’inverno, un viaggiatore si fosse trovato per caso a passare lungo le vie in cui la musica etnica non disdegnava di incestarsi con i suoni della modernità, avrebbe, nei pressi di Rieti, incontrato i Novalia, formazione che dipanò la sua musica ancora per un decennio, regalando al mondo album di grande originalità, a cominciare da questo “Sabir”, primo vero lavoro sulla lunga distanza, dopo una serie di demo tape, EP, registrazioni live.


Il disco è prodotto dalla Materiali Sonori dei fratelli Giampiero e Giancarlo Bigazzi e  dell’etichetta toscana ripropone alcuni stilemi estetici, ossia un senso totale della musica che insiste sulla spazialità e sull’iteratività di cellule melodiche e ritmiche. C’è, in più, in questo “Sabir” (termine che allude alla lingua parlata nei porti del Mediterraneo, fusione di diversi idiomi), l’emozione della scoperta, la consapevolezza di lastricarsi da soli la strada su cui si sta passando, meraviglandosi di come i suoni ancestrali di flauti, tamburi, e organetti possano dialogare con strumenti rock (basso, tastiera, chitarre elettriche) e samplers elettronici.

L’album, le cui registrazioni cominciarono nell’89, ci accoglie con “Desertu”, una sorta di etno-ambient dai tratti percussivi che s’innestano su alcune sonorità wave prettamente anni 80, un legame che appare ancor più evidente nel cantato de “Il castello”. E’ un suono, questo dei Novalia all’altezza del primo disco, di trame dilatate da tastiere liquide e, come in “(Bataille) Descrizione di una battaglia”, da chitarre circolari ed ipnotiche. Il lato B è aperto da Acoustica/Anthem” ove domina un pianoforte dai richiami minimalisti (con tanto di silenzio interno che fa tanto John Cage), per poi procedere a una serie di stratificazioni nella finale “D’improvviso”, dai vaghi accenti prog.


L’album contribuì a far conoscere maggiormente il nome di questi avventurosi reatini, con un tour che li porterà in posti, caldissimi all’epoca, come Sarajevo e Mostar. I Novalia da qui partiranno per solcare un decennio con una produzione il cui acme artistico, forse, risiede nel bellissimo “Canti e Briganti” che li avvicinerà  maggiormente alla forma canzone, mettendoli per un attimo in sintonia con l’emergente folk-rock coevo, di cui, assieme agli Agricantus, rappresenteranno il lato più trance.


Dopo lo scioglimento dei Novalia (2001, con episodiche recenti reunion),  Raffaello Simeoni continuerà poi nell’alveo della musica popolare, collaborando spesso, in diversi progetti, con Ambrogio Sparagna, mentre l’altro co-fondatore Stefano Saletti fonderà la Banda Ikona, ensemble che riunisce diversi esponenti della world music italiana.

“Sabir” è uscito unicamente in LP e musicassetta, ma recentemente è stato riproposto in digital downloading (lo trovate anche su Spotify) a cui vi rimandiamo per un suono più pulito.


Una curiosità: i titoli elencati sul retro di copertina sono in ordine sparso, mentre sono riportati correttamente sulla busta interna. Tuttavia qualche perplessità sussiste ancora: per esempio nella traccia 5, “Dio d’acqua” si canta “segui la danza ogol”, che invece sarebbe il titolo di un altro strumentale del lato B. Vabbè. Buon ascolto! 


Post by Andrea Altrocanto, piccole rifiniture del Captain