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mercoledì 5 febbraio 2025

This Harmony - Leila Saida (2006)

 

TRACKLIST:

01. Introduzione 19
02. Improvvisazione 13
03.Composizione 12
04. Improvvisazione 2/3
05. Improvvisazione 11
06. Impressione 15
07. Improvvisazione 7
08. Impressione 16
09. Composizione 18


FORMAZIONE:

David Aberra  - basso
Nicola Tarpani - batteria
Massimo Cervini - chitarre
Laurence Cocchiara - violino


La schiera dei collaboratori della Stratosfera si sta ampliando, con mio grande piacere. Per la seconda volta diamo il benvenuto a Roberto, anche lui possessore di album di nicchia (ma non solo) meritevoli di sempre più ampia diffusione. E anche noi, nel nostro piccolo, vogliamo fornire il giusto contributo, Grazie Roberto per questo e per gli altri CD che mi hai inviato e che, a breve, troveranno collocazione sul blog. Veniamo a bomba al nostro disco, non proprio sconosciuto, devo ammettere, dal momento che è già stato oggetto di parecchie recensioni (tutte più che positive) da parte di molti siti specializzati, ad iniziare da Rockit e da Erzebeth. Ecco cosa dice di loro la casa discografica che ha pubblicato il primo album, la Lizard Records.


"Leila Saida" (che in arabo significa buona notte) è il titolo del primo album dei This Harmony, piccolo capolavoro d’esordio del giovane quartetto perugino composto da tre ragazzi appassionati di musica rock, Massimo Cervini, David Aberrà, Nicola Tarpani e dal violinista Laurence Cocchiara. Un disco raffinato a cominciare dalla copertina, dal colore che ricorda la carta da pacco di un tempo e dalla raffigurazione spartana. Nove le tracce, tutte strumentali ed ispirate alle letture di Wassily Kandinskji. 
Grazia e temperamento sono alcuni degli elementi che caratterizzano il tipo di musica del giovane gruppo. Nel disco, piacevolissimo anche se non di facile ascolto, ci si specchia in note che vengono da lontano e che profumano d’antico ma che riescono ad interagire con quel concetto di modernità contenuto in certi arrangiamenti più vicini alla musica rock. Un disco dal carattere bizzarro e trascinante, che cattura l’attenzione per i suoi toni decisi e che riesce  ad emozionare l’ascoltatore per l’armonia di alcune sfumature. "Leila Saida" è una piccola rivoluzione nella musica moderna poiché rivaluta certe melodie ed un modo di pensare la musica che viene dal passato pur mantenendo un linguaggio ultramoderno. Una piccola rivoluzione fatta da un gruppo di giovanissimi che guardano al futuro con l’energia, i sogni e le speranze dei tempi buoni. 


Il gruppo dei This Harmony nasce artisticamente nel 2003. Nel 2005 vince la rassegna musicale “Omaggio a Demetrio Stratos di Alberone di Cento”. In quest’occasione il quartetto viene notato dalla nota label trevigiana Lizard che ha modo di apprezzare i This Harmony in azione dal vivo. Nel 2006 esce questo loro debut album, ben accolto da critica e pubblico. Seguiranno altri due CD, "Notturno" nel 2009 e ""1789" nel 2012, quest'ultimo autoprodotto. Da segnalare anche un mini album del 2007 con 5 brani (poi confluiti su "Leila Saida"), dal titolo "Live dal salotto", anche questo autoprodotto. Dal 2012 ad oggi il silenzio è calato sulla band. Peccato veramente! Questo album (gli altri non li ho ascoltati) è veramente un gioiellino. Grazie ancora a Roberto. Buon ascolto, cari amici.



Post by George - Music by Roberto

venerdì 22 novembre 2024

Le Antologie della Stratosfera vol. 52 - Periferia del Mondo - Opera Omnia (part 1)

 

BREVE PREMESSA

Periferia del Mondo è una tra le più luminose espressioni musicali dell'ultimo ventennio. Gruppo da me particolarmente apprezzato e amato, ahimé ancora assente sulla Stratosfera, merita sicuramente di vedersi rappresentato anche sulle nostre pagine. Questo articolato e corposo post è frutto di un lavoro a 6 mani, dimostrazione - se mai ce ne fosse ancora bisogno - della vitalità del sito e della passione che accomuna e unisce amici e collaboratori. Le sei mani sono le mie e quelle degli storici amici Osel e Adix (il cui contributo lo vedremo nella seconda parte). Ripercorrerò in poche righe (non voglio rischiare di venire definito "accademico") una essenziale biografia del gruppo lasciando il più ampio spazio possibile agli album e ai concerti live.
La prima parte sarà dedicata ai primi tre album in studio (periodo 1999-2006), mentre nella prossima puntata prenderemo in esame l'ultima prova in studio (2013) e le performance live inserite in alcune compilation. Sarà un lungo viaggio attraverso l'opera omnia (termine utilizzato in campo letterario ma da me esteso in quello musicale) del gruppo romano. 


CONOSCIAMO LA PERIFERIA DEL MONDO

Periferia del Mondo è conosciuta al largo pubblico soprattutto per la presenza nell'organico del sassofonista Alessandro Papotto e del suo ingresso nel 1999 in una storica formazione quale il Banco del Mutuo Soccorso. La storia musicale della band inizia però qualche anno prima, nel 1996 a Roma, per opera del già citato Alessandro Papotto insieme al chitarrista  Giovanni Tommasi e al bassista Claudio Braico. Ad essi si sono presto uniti il ​​batterista Tony Zito e il tastierista Bruno Vegliante. Questa formazione rimarrà invariata negli anni successivi. Papotto fin da ragazzo ha dichiarato di essere un grande ammiratore del Banco del Mutuo Soccorso e le musiche della Periferia del Mondo risentono di una certa contaminazione con il gruppo di riferimento. Almeno agli esordi. Più in generale il loro background si rifà ai grandi mostri sacri del prog britannico e italiano. Il distinguo è dato dalla presenza del sax di Papotto che introduce elementi jazz nel complesso sound del gruppo. 


A proposito della nascita di Periferia del Mondo vi propongo una parte della lunga intervista rilasciata da Alessandro Papotto  a Gianluca Livi e pubblicata sul sito "Artists and Bands" nel marzo 2015.
"Periferia Del Mondo è un progetto nato nel 1994 e ancora oggi attivo (siamo nel 2015) dopo venti anni di lavoro. La passione che io e i miei amici abbiamo dedicato a questa band non sempre ha avuto come riscontro dei risultati soddisfacenti. Però posso dire con convinzione che l'apertura della seconda serata alla prima edizione assoluta del Prog Exhibition ci ha dato una grande carica e una forza notevole, tanto che il periodo di stanca seguito alla pubblicazione del nostro terzo disco con Electromantic, si è trasformato in un periodo di grande creatività sfociato nella pubblicazione di "Nel regno dei ciechi" per la Aereostella Ricordo molto bene l'emozione provata alle prime note di synth de "L'infedele" quella sera, e la gioia nel vedere la gente accorrere e riempire l'enorme Tendastrisce di Roma per ascoltarci. Dopo quella meravigliosa serata condivisa con il Banco, con la PFM, e con tanti altri mostri sacri del Progressive, Iaia De Capitani ci ha dato coraggio e ci ha spronato a continuare a scrivere. Inoltre Franz Di Cioccio ci ha supportato dandoci alcuni preziosi consigli sui nuovi brani". (NDR - nella puntata n. 2 ascolteremo il set della Periferia del Mondo al Prog Exhibition 2010).


Papotto e Zito li troviamo anche nella prima formazione del Nodo Gordiano, dove realizzano l'omonimo primo album nel 1999 (già postato sulla Stratosfera qui). Papotto, instancabile e onnipresente, insieme alla Periferia del Mondo realizza l'esordio discografico, sempre nel 1999 (anno ricco mi ci ficco!!) con l'album "In ogni luogo, in ogni tempo", edito dall'etichetta Akarma. Nel 1999 esce la versione in vinile (33 giri + 45 giri con due brani) mentre nel 2000 quella in CD. 

Periferia del Mondo - In ogni luogo, in ogni tempo 
(CD version, 2000) - from George archives


TRACKLIST:

01. L'infedele - 8:10
02. Ladro - 4:03
03. Leave Your Daily - 4:57
04. I Bless The Night - 6:26
05. Meltèmi - 10:08
06. In ogni luogo, in ogni tempo - 6:38
07. Brand-Y - 6:03
08. The Ghost In The Shell - 11:57


FORMAZIONE:

Max G.B. Tommasi - chitarra elettrica, chitarra acustica
Claudio Braico - basso
Tony Zito - batteria
Bruno Vegliante - synth, tastiere
Alessandro Papotto - voce, sax contralto, sax tenore, clarinetto, flauto, Yamaha DX7, effetti

Ospiti:
Francesco Di Giacomo (BMS) - voce in track 1
Rodolfo Maltese (BMS) - chitarra elettrica, synth in track 1
Stefania Mastrogiovanni - soprano in track 1
Tiziana Crucianni - voce i track 4
Alberto D'Annibale - violino in track 7

L'album di esordio, caratterizzato da una bellissima copertina, vede la partecipazione di alcuni ospiti illustri tra cui Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese del Banco del Mutuo Soccorso entrambi presenti nel brano di apertura, "L'infedele". La collaborazione di Papotto con il Banco è appena iniziata e queste due presenze nel disco della Periferia del Mondo non sono casuali. Il brano si sviluppa tra sonorità elettriche (la sezione iniziale così come quella finale richiamano da vicino gli Area) e acustiche, giocate sui suoni di chitarre e flauto su cui si inserisce l'inconfondibile voce di Francesco Di Giacomo. Alcune tracce richiamano, in molti momenti, il prog degli Indaco, gruppo fondato da Rodolfo Maltese che vide l'apporto dello stesso Papotto. Insomma, un grande esordio che lasciava aperto il campo ad ampie speranze. 


Dopo la pubblicazione del debut album,. il gruppo intraprende una serie di tour sia in Italia che all'estero dove affina e migliora ulteriormente l'abilitò tecnica. Ritornati in sala di registrazione, i cinque musicisti mettono a punto il secondo album, "Un milione di voci", che viene pubblicato, ancora dalla Akarma, nel 2002 in versione doppio LP e CD. Papotto, nel frattempo, si divide tra Periferia del Mondo e Banco del Mutuo Soccorso. Ecco ancora una parte dell'intervista pubblicata su "Artists and Bands" in cui Papotto racconta del suo ingresso nel Banco.

Domanda - "Dal 1999, in qualità di polistrumentista (sassofoni, clarinetti, flauti, percussioni e cori), sei entrato stabilmente nel Banco del Mutuo Soccorso con il quale - oltre ad esserti esibito in Italia e all'estero (segnatamente Europa, Canada, Stati Uniti, Centro e Sud America, Giappone), hai pubblicato 6 dischi, tra cui il recente "Un'idea che non puoi fermare". So che sarà difficile, ma puoi sintetizzarci in poche righe la tua esperienza con questo storico gruppo del prog italiano?"
 -
Risposta di Papotto - "La mia storia personale nel Banco del Mutuo Soccorso inizia da fan accanito di questa band storica. Seguono le prime collaborazioni musicali con Rodolfo Maltese e Francesco Di Giacomo, io con gli Indaco e loro con Periferia Del Mondo, e poi la telefonata di Vittorio Nocenzi che mi chiede di partecipare alla prima esecuzione integrale di “Darwin” al Teatro Morlacchi di Perugia per la Sagra Musicale Umbra edizione 1999. Dopo quel concerto memorabile entro a far parte della band in maniera stabile e vivo con loro una prima serie di concerti bellissimi, in giro per l’Italia ma anche all’estero dove il Banco viene letteralmente osannato, sia in versione acustica, sia con la band al completo in versione elettrica. Da semplice fan ero diventato un componente di una band storica che avevo amato sin da quando ero un ragazzo. Ma la cosa che mi ha reso più felice era il rapporto con Vittorio, Francesco e Rodolfo che nel frattempo si è trasformato ed è diventato una bella amicizia. 

Alessandro Papotto con Francesco Di Giacomo

Poi le pubblicazioni dal vivo: per il trentennale, per la nuova esecuzione integrale di Darwin, per il Prog Exhibition e ora per “Un idea che non puoi fermare” che purtroppo rimanda alla recente scomparsa di Francesco Di Giacomo (NDR - 21 febbraio 2014).  Su questo argomento, ancora molto delicato per me, mi limito a dire che mi manca molto l’artista ma soprattutto mi manca l’uomo, un fratello maggiore che mi voleva bene e a cui ho voluto molto bene. Ancora oggi ricevo segni della sua stima e del suo affetto da parte di colleghi musicisti come il chitarrista Michele Ascolese (De Andrè, Branduardi, ecc.) che mi ha raccontato di come Francesco gli parlasse sempre in termini lusinghieri di me, e la cosa mi commuove e mi riempie di orgoglio. Sono cresciuto con le sue canzoni e sono felice di aver partecipato anche alla registrazione di alcuni brani ancora inediti scritti da Francesco e dal pianista Paolo Sentinelli. Sono delle canzoni splendide che Francesco ha registrato con Paolo durante la preparazione del loro spettacolo teatrale musicale “Cenerentola – La parte mancante” e che presto diventeranno una pubblicazione discografica".
Per una lettura dell'articolo nella sua integrità cliccate qui 

Periferia del Mondo - Un milione di voci 
(CD version, 2002) - from Osel archives


TRACKLIST:

01. Luci da un universo neonato - 1:29
02. Percezioni della memoria - 1:50
03. Un Borghese Piccolo Piccolo9:10
a) ClonAzione
b) Un nodo al pettine
c) Chiarezza
04. Incanti e perplessità - 5:03
05. Two As One - 3:21
06. EvaLunA - 4:19
07. Cercando la via - 3:38
08. Can Stop - 4:18
09. Espresso (parte 2) - 4:13
10. Immagine I 0:39
11Di foglie e di acqua - 3:51
12. Un milione di voci - 6:58
13. Monologo - 1:06
14. Io brucio - 8:16


FORMAZIONE:

Alessandro Papotto - voce e coro, sax contralto, tenore e soprano, clarinetti in Sib e Mib, flauti, shanay, didjeridoo, berimbao, percussioni, sintetizzatori, effetti sonori
Max GB Tommasi - chitarre elettriche, acustiche e classiche, effetti sonori
Claudio Braico - basso elettrico
Bruno Vegliante - sintetizzatori, organo, pianoforte e synth
Tony Zito - batteria e percussioni
Alberto D'Annibale - violino

Ospiti

Vittorio Nocenzi (Banco del Mutuo Soccorso) 
Mauro Pagani (ex PFM)
Luca Sapio (Area e Quintorigo)
Massimo Alviti (Indaco)
Alessandro Corsi (Il Balletto di Bronzo)



Ciò che colpisce fin dalle prime note è quanto sia cambiato il sound del gruppo nel giro di tre anni, spostandosi sul terreno del jazz rock e lasciandosi alle spalle la coperta del progressive che aveva caratterizzato l'opera prima. Un po' confuso e discontinuo, tra episodi jazzati, brevi pièce acustiche e sconfinamenti nel rock anni '70, il disco lascia intendere che la PDM è ancora alla ricerca di una sua precisa identità. Nonostante la presenza di ospiti illustri, tra cui Vittorio Nocenzi del Banco del Mutuo Soccorso e l'ex PFM Mauro Pagani, l'album si  presenta un po' fiacco e in alcuni casi stancante. La voce di Papotto non aiuta sicuramente. Ovviamente questo mio personale giudizio non trova sempre concordi alcuni critici. Cito ad esempio quanto riportato sul sito "Movimenti Prog":

"Un milione di voci, secondo ed ottimo lavoro della Periferia Del Mondo è un bel bis dopo il felice esordio di tre anni fa. Il sestetto romano è ancora guidato dal fiatista/vocalist Alessandro Papotto, noto ai più per la sua presenza nell’organico del Banco Del Mutuo Soccorso, da un paio di anni a questa parte.
L’apertura è netta ed esplicativa: dopo l’antipasto tastieristico di “Luci da un universo neonato”, sono due le portate che subito denotano il sapore del PDM-sound. “Percezioni della memoria” e (soprattutto) la mini suite “Un borghese piccolo piccolo” invitano ad un ascolto attento, partecipe, incantando con un sound che idealmente nasce dall’incontro tra Arti & Mestieri e King Crimson (Wetton-era), con compattezza e concretezza, senza sbavature. Altra cosa importante, i vaghi sentori anni ’70 sono intelligentemente stemperati in un contesto “moderno”, amplificati, semmai, da un’invitante veste grafica e da un simpatico digipack, un vero e proprio “piccolo 33 giri". 

E' bello che i giudizi divergano. Cosa volete farci...Attendo anche i vostri commenti al riguardo.


Ricordo a questo punto che la Periferia del Mondo appare in due produzioni live: il CD "Omaggio a Demetrio Stratos" (2000, già postato sulla Stratosfera) e il DVD "Gouveia Art Rock 2004" registrato in Portogallo durante la loro esibizione al Gouveia Festival insieme ad altri gruppi e musicisti, Ne parleremo (e li ascolteremo) nella seconda parte. Giungiamo così al 2006 e alla pubblicazione del terzo album.

Periferia del Mondo - Perif3ria del Mondo 
(2006 - ristampato nel 2011) - from Osel archives


TRACKLIST:

01. Periferia del Mondo - 10:52
02. Oceani - 4:55
03. Suite Mediterranea - 8:37
a) Tra le terre
b) L'oracolo di Delfi
c) H.H. Blues
04. Chiaroscuro - 4:58
05. Come un gabbiano - 8:53
06. Alghe - 4:42
07. Synaesthesia - 6:25
08. Angeli infranti - 5:11

Bonus Tracks
09. Cartolina per il Giappone - 4:33
10. Piove sul mare - 3:04

Bonus Track (previously unreleased) - solo su ristampa 2011
11. Funkats - 4:52


FORMAZIONE:

Alessandro Papotto - voce, fiati, piano, percussioni
Giovanni Tommasi - chitarra
Claudio Braico - basso
Tony Zito - batteria
Bruno Vegliante - piano, tastiere


Il terzo album del quintetto romano (in queste registrazioni non è presente il violinista Alberto D'Annibale) venne pubblicato nel 2006 dall'etichetta torinese Electromantic Music, quella di Beppe Crovella degli Arti e Mestieri, e poi ristampato nel 2011 dalla Immaginifica-ARS con una bonus track inedita (presente nella nostra tracklist).  L'album segna il ritorno alle atmosfere e alle armonie  del primo album, con grandi tributi al progressive anni '70. Dopo lo sbandamento dell'album precedente, la PDM pare aver trovato la giusta strada. Il brano di apertura, con l'intro di batteria e il suo ritmo incalzante è già un ottimo preludio all'intero lavoro. "Oceani", che contiene un grande assolo di chitarra di Giovanni Tommasi, ci trasporta ad uno dei capolavori dell'album, la bellissima e articolata "Suite mediterranea" densa di atmosfera. della lunghezza di oltre 8 minuti, suddivisa in tre movimenti. Stupisce la presenza di "Synaesthesia", un hard rock anni '70 degno dei migliori Deep Purple. Invece delle tre bonus tracks potevamo farne decisamente a meno. Da dimenticare. Tutte le restanti tracce, con qualche eccezione come "Alghe" (a mio avviso il punto più basso dell'album) scorrono in modo fluido regalandoci un disco maturo e tutto sommato di buon livello.



Leggete qui di seguito cosa ne pensa Roberto Vanali con la sua recensione sul sito "Arlequins"

"PDM ci porta a capofitto nel terzo episodio di racconti dalla periferia di un mondo fatto di favole urbane talvolta minimali, talvolta assolute, in percorsi mediterranei e mitteleuropei giocati sui sentieri di un prog molto contaminato, spesso diluito in maniera omeopatica in grandi mari, musicalmente appartenenti ad altri mondi. Questo terzo lavoro è un opera di riflusso e di ritorno. Ritorno, innanzi tutto, a far musica come si deve, ben pensata, ben suonata e ben incisa. Ritorno a certi suoni che pensavamo perduti e che ci dimostrano come le piante seminate da Area, Banco, Perigeo e PFM riescano a dare ancora frutti di qualità. Ritorno a miscelare le sonorità italiane ed europee in maniera bilanciata, dove il momento alla Deep Purple non cozza con quello pescato da Ravel, dove un certo sapore per il folk non si scontra con l’apertura sinfonica o con il break di coinvolgente jazz-rock. Ritorno a fare un disco di grande sapore omogeneo partendo da radici estremamente eterotetiche."
Penso che sia sufficiente.


Bene, cari amici della Stratosfera, qui termina la prima parte della retrospettiva dedicata alla Periferia del Mondo. Appuntamento fra qualche giorno per la conclusione della nostra lunga maratona. 
Buon ascolto.

LINK In ogni luogo, in ogni tempo (2000)
LINK Un milione di voci (2002)
LINK Perif3ria del Mondo (2006 - ristampa 2011)

Post by George, Osel & Adix

giovedì 10 ottobre 2024

Premiata Forneria Marconi - David Zard presenta Dracula Opera Rock - Original Cast Recording (2 CD, 2006)


TRACKLIST & MUSICIANS

CD 1 - ATTO I

01. Ouverture - 5:14
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

02. L'ultima notte d'amore - 2:02
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

03. La visione del pazzo - 1:14
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

04. Non è un incubo è realtà - 4:32
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

05. La promessa - 4:01
Piano, Keyboards – Flavio Premoli

06. La danza fegli orologi - 2:45
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

07. La canzone dell'innocenza - 2:49
Bass – Mauro Abbatiello
Guitar – Marco Formentini
Keyboards – Flavio Premoli

08. Il mio nome è Dracula - 7:23
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

09. Il castello dei perché - 3:23
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

10. Vieni Jonathan vieni - 3:33
Keyboards – Flavio Premoli
Percussion – Mauro Abbatiello

11. Terra Madre - 4:01
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

12. Il Demeter - 1:16
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

13. Rose e sangue - 2:46
Guitar - Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

14. Due labbra della stessa ferita - 5:37
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

15. Non guardarmi - 4:16
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli


CD 2 - ATTO II
01. Il tuo sorriso la tua voce - 3:38
Keyboards – Flavio Premoli

02. Male d'amore - 3:14
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

03. L'incubo di Lucy - 2:44
Keyboards – Flavio Premoli

04. Il vero nemico - 3:45
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Electric Guitar – Stefano Xotta
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

05. Non avrai pace - 1:53
Bass – Mauro Abbatiello
Drums – Franz Di Cioccio
Guitar – Marco Formentini
Organ – Flavio Premoli

06. Due donne in me - 3:49
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

07. Il punto debole - 9:10
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

08. Una nuova carezza - 5:13
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

09. La morte non muore - 2:56
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

10. Ho mangiato il vampiro - 3:59
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

11. Un destino di rondine - 4:23
Bass – Patrick Djivas
Drums, Percussion – Franz Di Cioccio
Guitar – Franco Mussida
Keyboards – Flavio Premoli

12.  Andarsene per amore - 5:20
Grand Piano – Flavio Premoli


Ringrazio innanzitutto il nostro amico e collaboratore Cimabue, peraltro sempre puntualmente presente con i suoi graditissimi commenti, per l'invio di questi e altri interessanti file che pubblicherò nelle prossime settimane. Credo che tutti noi possediamo la versione originale di "Dracula Opera Rock", pubblicato nel 2005, con la PFM al completo che non si limita (si fa per dire) a suonare, ma anche a cantare lungo le 11 tracce che compongono l'album. Al fianco della PFM fanno capolino una serie di ospiti, ovvero Marco Formentini e Stefano Xotta alle chitarre, Mauro Abbatiello al basso e Dolcenera che prestava la sua voce nel brano "Un destino di rondine". Il disco narra la storia di Dracula, vista attraverso gli occhi di un uomo condannato a vivere per l'eternità, senza la speranza di rivedere la donna che ama. La rappresentazione teatrale, prodotta da David Zard, debuttò al GranTeatro di Roma il 4 marzo 2006. Tuttavia, dopo una prima serie di date che lo videro rappresentato anche all'Arena di Verona e al Fila Forum di Assago, lo spettacolo non venne più replicato (fonte Wikipedia).


Lascio ora la parola a Cimabue per l'illustrazione del doppio CD:

Per completisti, la premessa è d’obbligo. Un anno dopo l’uscita ufficiale del CD interpretato dalla PFM (l’ultimo con Flavio Premoli a pieno regime) viene messo in circolazione un elegante cofanetto (2CD + booklet) contenente la prima stesura di Dracula, come delineato dal paroliere (o librettista) Vincenzo Incenzo: “Queste musiche e queste liriche, nell’ordine in cui sono qui collocate, hanno dato vita alla prima stesura di Dracula, quella che ha stimolato tutti i passaggi registici successivi sino alla messa in scena finale. Abbiamo voluto non omettere nulla di quel primo felice momento creativo, per portare nel cuore di chi ascolterà tutte le nostre emozioni, anche quelle che, per necessità teatrale, hanno dovuto lasciare il campo e favorire un nuovo equilibrio tra ciò che si ascolta e ciò che si vede".


Con una tracklist dilatata e con i quattro della PFM “relegati” nei ruoli di compositori/esecutori/arrangiatori sono le voci dei potenziali attori ad occuparsi delle parti cantate, sulle liriche di Vincenzo Incenzo (già impegnato nel concept Ulisse del 1987) ed in alcuni passaggi lievemente diverse da quelle apparse nel CD del 2005. In fase di orchestrazione a Flavio Premoli si unisce l’esperto Natale Massara, chiamato a dirigere la Bulgarian Sinphony Orchestra - Sif 309, mentre al banco di regia fa capolino una vecchia conoscenza, quel Gaetano Ria che si occupò (tra le mille altre realizzazioni) dei primi album della Premiata. Un lavoro - lirico ed orchestrale - che ci porta dalle parti del “musical (o del melodramma), genere non particolarmente avvezzo e frequentato dal sottoscritto (e sospetto dai frequentatori della Stratosfera) e per questo non assimilabile al primo ascolto.


Bene, siamo giunti al termine di questo robusto post. Ancora un grazie a Cimabue e a voi tutti auguro il consueto buon ascolto.



Post by George & Cimabue

lunedì 9 settembre 2024

The Watch - Live Bootleg (2006) plus The Watch Plays Genesis "Nursery Cryme Tour 1972" (bootleg, 2009)


Quando si dice "troppa grazia San Gennaro!". All'appello rivolto ad eventuali possessori del raro album live dei The Watch, "Live Bootleg", hanno risposto prontamente due grandi amici e collaboratori della Stratosfera, Adix e Osel, che ringrazio entrambi veramente di cuore. Questa si chiama collaborazione!!
Prendete dunque questo post come un addendum a quello precedente contenente il "Live" del 2009, in modo tale da completare la trilogia dei dischi dal vivo ufficiali della band milanese. Ma non basta. Il nostro mitico Osel ha aggiunto anche un doppio CD bootleg contenente un intero concerto con le cover dei Genesis del periodo d'oro, giusto per intenderci, compresa la scaletta del celebre "Nursery Cryme Show" che la band britannico portò in tour nel 1972. Roba da leccarsi i baffi.
Procediamo con ordine.

The Watch - Live Bootleg (2006)


TRACKLIST

01. Shining Bald Heads
02. Heroes
03. Goddess
04. Ivory
05. DNAlien
06. The Vacuum - Intro
07. The Vacuum
08. Doctor Mystere (unreleased)


FORMAZIONE

Marco Schembri - basso e chitarra elettrica
Fabio Mancini - piano, organo, mellotron, mini moog, synth
Ettore Salati - chitarra acustica 12 corde, chitarra elettrica, basso a pedale, voce
Simone Rossetti - voce, flauto, tamburello
Roberto Leoni - batteria


La rarità di questo CD autoprodotto risiede nel fatto che venne realizzato nel 2006 esclusivamente per il Fan Club del gruppo. Contiene una serie di tracce registrate nel corso del tour europeo dell'anno precedente. La scaletta comprende molti brani tratti dall'album in studio "Vacuum" e alcuni inediti. Come sempre emergono la grande classe e i virtuosismi dei musicisti alle prese con un repertorio (tutti i brani sono di loro composizione) di ispirazione prog rock anni '70. Un grande album.


The Watch - Plays Genesis "Nursery Cryme Tour 1972" 
(bootleg, 2009)


TRACKLIST CD 1:

01. Looking For Someone
02. Stagnation
03. Twilight Alehouse
04. The Fountain Of Salmacis
05. Going Out To Get You
06. Seven Stones
07. Can-Utility and The Coastliners
08. Happy The Man
09. Shinig Bald Heads


TRACKLIST CD 2:

01. The Musical Box
02. The Light
03. Lilywhite Lilith
04. The Fisherman
05. Supper's Ready
06. Encore Break
07. DNAlien
08. The Return Of The Giant Hogweed
09. The Knife
10. Band Introduction


FORMAZIONE:

Giorgio Gabriel - electric guitars, 12 strings acoustic guitar
Guglielmo Mariotti - bass, 12 strings electric and acoustic guitar, moog bass pedals, vocals
Simone Rossetti - lead vocals, flute, tambourine
Valerio Di Vittorio - Hammond L122 organ, mellotron, arp synth, piano
Marco Fabbri - drums, percussions, vocals


Definire i The Watch come una semplice cover band dei Genesis sarebbe troppo riduttivo. Certo, direte voi, tutto sommato andiamo a riascoltarci le versioni originali. Ma qui, al di là del piacere di vedere raggruppati questi pezzi storici,  c'è una grande passione, rispetto e devozione e una maestria nella riproduzione dei suoni che lascia di stucco. Incredibile, come già detto più volte, la somiglianza della voce di Simone Rossetti con quella di Peter Gabriel. La scaletta di questo concerto (credo registrato sia in UK che in Germania) spazia dai brani di Trespass a quelli di Foxtrot e Nursery Cryme, riproponendo addirittura tracce rimaste inedite come nel caso di "Going Out To get You". "Lilywhite Lilith", dal leggendario "The Lamb"  è un assaggio del tour che tra fine 2024 e 2025 porterà in giro per l'Europa (UK, Svezia e Olanda) l'intero lavoro dei vecchi Genesis. Non manca la proposta di composizioni originali del gruppo. Trovo incredibile come la presenza di "Shining Bald Heads", tratta da "Vacuum", posta in coda alla cover di "Happy The Man", sembri provenire da uno degli album capolavoro dei Genesis. La classe non è acqua. 


Articoli e commenti apparsi su molti giornali on line sono più che lusinghieri. Vi riporto quello pubblicato su "Roma Today":

"The Watch sono una band milanese che dal 2008 realizza tour internazionali in Europa, USA e Canada riproponendo gli album dei Genesis dal 1970 al 1980, con particolare riguardo all’epoca in cui Peter Gabriel era alla voce della formazione inglese. Ciò è dovuto non solo alle straordinarie doti dei musicisti che hanno permesso di poter riproporre con straordinaria fedeltà i brani del periodo più intenso e creativo dei Genesis, con gli stessi suoni ed energia degli originali, ma anche dall’incredibile somiglianza della voce del cantante dei The Watch a quella di Peter Gabriel, un ensemble che trasporta letteralmente il pubblico di sala direttamente agli anni ’70. Chiudete gli occhi e sarete trasportati indietro nel tempo, quando ancora una delle band più apprezzate della storia del rock era di scena nei grandi teatri di tutto il mondo: i Genesis Cosa dicono di loro i membri del mondo Genesis:
Steve Hackett – che ha visto i The Watch diverse volte in Inghilterra: The Watch sono una band talentuosa che consiglio vivamente di andare a vedere. 
Anthony Phillips – la loro versione di Let us now make Love è molto bella
John Hackett – che accompagna The Watch in alcuni concerti – se chiudo gli occhi mi sembra di essere al Rainbow Theatre nel 1973. 


Concludo il post con un ulteriore ringraziamento a Osel e Adix per la condivisione di questi file. 
Vi lascio con il consueto buon ascolto.

LINK Live Bootleg (2006)
LINK Plays Genesis CD 1 (2009)
LINK Plays Genesis CD 2 (2009

Post by George, Osel & Adix 

domenica 17 marzo 2024

Faveravola - La Contea dei cento castagni (2006)

 

TRACKLIST:

01. L'antefatto - 4:50
02. Lo specchio - 7:40
03. La contea dei cento castagni - 4:40
04. La foresta degli Elfi alati - 9:12
05. L'incontro - 4:45
06. Il sogno - 4:36
07. La piana dei temoli del Livenza (voce Aldo Tagliapietra) - 9:44
08. Lo scontro - 7:43
09. Danza di Messer Reale e Madonna Fantasia - 4:21
10. Leggenda della foglia, della vita e del vento - 4:46
11. Neorinascimento - 5:31
12. La strada ai confini di... - 5:08

Bonus Track
13. Voices In The Sky (dalla compilation "Higher and Higher - A Tribute To Moody Blues" (2005)


FORMAZIONE:

Franco Violo / vocals
Tiziana Carraro / vocals
Alessandro Bonotto / acoustic guitar
Gianluca Tassi / electric guitar
Giancarlo Nicorelli / keyboards, narrator, composer
Consuelo Marcon / violin
Luca Boldrin / concert flute
Ivan Durighetto / flute
Nicola Durighetto / flute
Adriano Durighetto / bass
Paolo Coltro / drums, percussion

with:
Aldo Tagliapietra / voice (7)


Dopo lo sconfinamento nel campo del jazz e jazz rock ritorniamo alle atmosfere più consuete del progressive rock, Lo facciamo con un gruppo autore di un solo album (almeno fino ad un paio di mesi fa), "La Contea dei cento castagni", pubblicato nel 2006 dall'etichetta Locanda del Vento. I Faveravola, originari di Treviso, sono attivi sin dagli anni '70, ma solo nel 2006 sono riusciti a realizzare il loro primo disco. Come si può vedere la formazione è molto nutrita, con chitarre elettriche e acustiche, tastiere, flauti e violino, basso e batteria. Le 12 tracce sono incentrate su un sinfo-prog piuttosto morbido, che ricorda non poco Le Orme, il folk medioevale di Angelo Branduardi e per citare gruppi stranieri i Procol Harum e i Moody Blues. Non a caso Aldo Tagliapietra, con la sua inconfondibile voce, è ospite nella traccia 7, "La piana dei temoli di Livenza" e i Faveravola hanno contribuito con una traccia (Voices In The Sky) alla compilation "Higher and Higher (A tribute To Moody Blues)" pubblicata dalla Mellow nel 2005 (qui postata come bonus track).. 


Non avendo altro da aggiungere, vi riporto qui di seguito la recensione scritta da Peppe Di Spirito, pubblicata sul sito "Arlequins". 

"A volte la copertina di un disco fa già capire tutto. Prendiamo quella de “La contea dei cento castagni”: paesaggio fiabesco e un po’ bucolico, un castello all’orizzonte, alberi dalla forma umana, piccole fate ed un cavaliere pronto a seguire un sentiero. D’altronde è arcinoto che il fantasy tolkieniano è sempre stato una fonte di ispirazione per molti musicisti che si sono avventurati nel prog. I Faveravola esordisco con questo conept-album inevitabilmente fiabesco e, pur mantenendo certi cliché tipici di certo rock sinfonico, riescono a raggiungere un risultato molto buono. C’è tutto ciò che un appassionato del genere adora: quel romanticismo un po’ genesisiano, un po’ mediterraneo e un po’ medievale, quelle melodie calde tipicamente italiane (anche il cantato è in madrelingua), quelle combinazioni strumentali che vedono intrecci e solos epici, un’atmosfera costantemente incantata, accenni di folk con piacevoli momenti acustici, quelle sonorità vintage che vedono accanto all’utilizzo della classica strumentazione rock anche flauto e violino. 



I brani sono costruiti elegantemente e si vede che sono eseguiti da musicisti navigati (attivi dagli anni ’70, ma solo da poco approdati ad un nucleo stabile che ha potuto finalmente fare il suo debutto), bravi ad ammaliare a volte con impasti elettroacustici di ampio respiro, a volte con semplici e dirette melodie, a volte con affascinanti contaminazioni di rock e classica. Un difetto, comune a molti gruppi italiani come noto, è un cantato non sempre all’altezza, anche se in una traccia troviamo un ospite d’eccezione che risponde al nome di Aldo Tagliapietra. Su questa colonna sonora la band racconta la sua favola, con passione, con umiltà, con trasporto. E ci coinvolge in una sorta di viaggio spazio-temporale verso un passato musicale che ha affascinato non pochi appassionati di progressive rock. Potete dire quanto volete che è una proposta retrò, quando la qualità è così elevata la cosa migliore e ringraziare con un caloroso applauso".



Stiamo per concludere. A sorpresa, ancora una volta, è il caso di dirlo, i Faveravola hanno realizzato il loro secondo album, dopo 18 anni di silenzio, pubblicato il 15 gennaio scorso sempre dall'etichetta La Locanda del Vento, dal titolo "Castrum Zumellarum". Da ascoltare assolutamente. Il mio ringraziamento finale va all'amico e collaboratore Marco Osel che mi ha inviato i file di questo notevole album. Grazie amico mio. E' tutto, cari amici. Vi lascio col mio consueto buon ascolto.


LINK

Post by George - Music by Osel