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martedì 26 novembre 2024

Le Antologie della Stratosfera vol. 53 - Periferia del Mondo - Opera Omnia (part 2)


Ed eccoci giunti alla seconda e ultima parte della presentazione dell'opera omnia della Periferia del Mondo. In sintesi, parleremo dell'ultimo album in studio del gruppo e dei concerti live all'interno di alcune compilation. Ci eravamo fermati al 2006 con l'album "Perif3ria del Mondo", poi ristampato nel 2011 con una bonus track. Nel frattempo, nel 2010 la band romana firma un contratto con la label Aereostella, etichetta milanese di proprietà di Iaia De Capitani e Franz Di Cioccio della PFM. Oltre a ristampare il terzo album, la label favorisce la partecipazione della Periferia del Mondo al Prog Exhibition, festival svoltosi il 5-6 novembre 2010 al Teatro Tendastrisce di Roma per il quarantennale della musica progressiva in Italia. Parleremo più avanti di questi concerti ascoltando il segmento della PdM. Giungiamo così al 2013, anno in cui viene pubblicato il quarto album di studio, "Nel regno dei ciechi", sempre per l'etichetta Aereostella.

Periferia del Mondo - Nel regno dei ciechi (2013)
from George archives


TRACKLIST:

01. Sakura Zensen - 5:33
02. I Need U - 4:10
03. Nel regno dei ciechi - 6:17
04. The Bridge's Resilience - 4:04
05. Purity - 6:31
06. Suburban Life - 12:43
07. A Rutta O Jelu - 7:13
08. Suburban Landscape  - 1:23
09. Alibi - 4:51


FORMAZIONE:

Alessandro Papotto - voce, flauto, percussioni
Giovanni Tommasi - chitarra
Claudio Braico - basso
Tony Zito - batteria
Bruno Vegliante - tastiere


Caspita! "Nel regno dei ciechi" è veramente un gran bel disco. Dopo quello di esordio è il mio preferito dal momento che rappresenta la svolta della band verso sonorità più dure e dirette. Cantato in buona parte in inglese, è' l'album più rock che la PdM abbia mai realizzato. Gli arrangiamenti si fanno più scarni a favore di suoni aggressivi e riff granitici, con incursioni nella musica etnica ed elettronica. I testi sono rivolti ad alcuni aspetti della società moderna e suggeriscono spunti di riflessione sull’Uomo. Come scrive Aereostella nella presentazione "Nel regno dei ciechi è un caleidoscopio di tinte, suoni e immagini sonore, come nella migliore tradizione dell’attività quasi ventennale dei cinque musicisti romani"


Di seguito alcune parti della recensione scritta da Michele Merenda sul sito "Arlequins"

"Quarto lavoro della Periferia del Mondo, che ormai porta in giro il suo nome da ben diciassette anni. Dopo tre album in cui era possibile ammirare un caleidoscopio che spaziava dal neo-prog al folk, passando per ottimi esempi di progressive sinfonico anche grazie all’apporto dei prestigiosi ospiti, “Nel regno dei ciechi” viene pubblicato per Immaginifica, “diramazione prog” della Aereostella, cioè la label di Franz Di Cioccio, celeberrimo componente della PFM. Tutti elementi che fino ad oggi hanno ulteriormente contrassegnato una forte adesione alla tradizione, esplorandola però a fondo in tutte le sue parti in modo molto attento e con grosse capacità.


Come già accennato, tutti i lavori della Periferia si sono contraddistinti per un forte eclettismo stilistico e quindi non deve stupire che dal sesto brano in poi quest’album sembri cambiare la propria vena compositiva rispetto alla parte precedente. I primi responsi degli addetti ai lavori sono stati unanimi soprattutto su un punto: i musicisti per quest’ultima fatica hanno puntato sull’impatto diretto, con riff più robusti ed un sound che nelle intenzioni sarebbe voluto essere assai più concreto. Nelle intenzioni, appunto, perché in pratica non sempre questo riesce. Nonostante tutto, c’è una sorta di “lindore” generale che dà la sensazione non troppo gradevole di assistere a dei signori distinti che di punto in bianco giocano a fare i duri… Divertente, per qualcuno. Per altri, un po’ meno. I validissimi protagonisti, quantomeno, non cadono nel ridicolo, però l’impressione è che abbiano voluto dare il colpo un po’ al cerchio ed un po’ alla botte. Volendo dare un’opinione finale, si può dire che da un lato ci sarà chi incenserà il quarto album della Periferia del Mondo come l’ennesimo lavoro professionale che porta delle novità; dall’altro, invece, ci sarà chi scorgerà una rotta che non convince fino in fondo. Entrambi i punti di vista, ad onor del vero, appaiono assolutamente oggettivi".


Con questo disco si conclude la produzione in studio della Periferia del Mondo. Dal 2013 ad oggi non è stato realizzato nessun altro lavoro. Passiamo ora alle registrazioni live. Come già preannunciato il gruppo è presente in tre compilation. La prima, in ordine cronologico, si intitola "Omaggio a Demetrio Stratos" pubblicata nel 2001 (da non confondere con il più celebre "Il Concerto - Omaggio a Demetrio Stratos" del 1979) e già proposta nel 2020 dalla Stratosfera (qui). Al fianco di artisti quali Luca Sapio, Memoria Zero, Odessa e altri ancora, la Periferia del Mondo partecipa con "Brand-Y/Arbeit Machrt Frei". Una piccola soddisfazione per un gruppo che aveva da poco pubblicato il suo primo album.

Artisti vari - Omaggio a Demetrio Stratos (2001)


01. Periferia del Mondo - Brand-Y / Arbeit Macht Frei


 Come recita il sottotitolo del CD, l'omaggio a Demetrio Stratos avviene nel corso della rassegna a concorso di gruppi rock italiani, il 3-4 luglio 1999 presso il centro sportivo Alberone di Cento (FE). La PdM propone un mix tra "Brand-y", tratta dal loro primo album "In ogni luogo, in ogni tempo" e la celebre "Arbeit Macht Frei" dall'omonimo primo LP degli Area del 1973. Risale invece al 2004 la partecipazione al Gouveia Art Rock, il progressive rock festival tenutosi in Portogallo. Il merito di questa registrazione (audio e video) va attribuito al nostro amico Adix, che ha selezionato la performance del gruppo romano.


Periferia del Mondo - Live at Gouveia Art Rock 2004 
Prog Rock Festival (2005, audio + video)
from Adix archives


TRACKLIST:

01. Luci da un universo neonato
02. Percezioni della memoria
03. Un borghese piccolo piccolo
04. Incanti e perplessità
05. Can Stop
06. Periferia del Mondo
07. Brand-Y/ Solo drums
08. Band presentation / Solo clarinet
09. L'infedele


Il nostro amico e collaboratore Adix ci aveva già regalato la scorsa settimana la registrazione audio e video della performance de La Torre dell'Alchimista al Gouveia Art Rock Festival 2004. Ora è il turno della Periferia del Mondo con un lungo set composto da ben 9 brani, praticamente un album live. Il gruppo, guidato da Papotto e Tommasi, presenta una setlist composta da brani provenienti dai primi due album eccezion fatta per "Periferia del Mondo", una anticipazione del terzo album in preparazione. Gustiamoci anche, prima di giungere alla traccia conclusiva, un bell'assolo di clarinetto da parte dell'infaticabile Alessandro Papotto. Gran bel concerto che evidenzia la potenza della band sul palcoscenico. Siamo oramai giunti alle battute finali. L'ultimo concerto live della Periferia, decisamente più succinto, è quello incluso nel box set "Prog Exhibition 2010".


Periferia del Mondo - Live Prog Exhibition
40 anni di musica immaginifica (box set, 2010)
from George archives


TRACKLIST:

01. L'infedele
02. Suite mediterranea
03. The ghost in the shell


La Aereostella, che aveva messo sotto contratto i cinque musicisti, riuscì a ritagliare uno spazio per loro all'interno dello storico "Prog Exhibition" che si svolse il 5 e 6 novembre 2010 al Teatro Tendastrisce di Roma. Da quegli epici concerti venne tratto un box set contenente 7 CD, 4 DVD e un corposo booklet. Al fianco della PdM suonarono alcuni tra i più grandi gruppi di progressive rock apparsi sulla scena musicale italiana. Tra questi Trip, Orme, Premiata Forneria Marconi, Nuova Raccomandata con Ricevuta di Ritorno, Osanna, Banco del Mutuo Soccorso.  La Periferia è presente con soli tre brani, tra cui la bellissima "Suite mediterranea", brano di punta del terzo album "Perif3ria del Mondo" del 2006. 


Siamo giunti alla fine della lunga maratona con la quale abbiamo ripercorso la carriera artistica della Periferia del Mondo. Ancora un grazie ai collaboratori, Osel e Adix, che mi hanno permesso di realizzare questa lunga retrospettiva. Credo che la Periferia del Mondo si meriti questo spazio anche all'interno della Stratosfera. A voi tutti auguro buon ascolto.


LINK Nel regno dei ciechi (2013)
LINK Omaggio a Demetrio Stratos (2001)
LINK Gouveia Art Rock 2004 (2005 - audio)
LINK Gouveia Art Rock 2004 (2005 - video)
LINK Prog Exhibition (2010)

Post by George, Adix & Osel

mercoledì 6 novembre 2024

La Torre dell'Alchimista - Full discography 2001-2007 (super post by Cimabue) wih bonus CD


BREVE PREMESSA BY GEORGE
Cari amici, prepariamoci ad ascoltare della grande musica grazie a questo super post preparato dall'amico e collaboratore Cimabue (che ha prodotto, musiche, foto e testi), Veniamo al dunque. Quest'oggi vi proponiamo la discografia completa in studio di una formazione bergamasca, La Torre dell'Alchimista, con all'attivo ben tre album. Il regalo finale, da parte mia, per concludere il gran lavoro svolto da Cimabue, consiste in un CD live, con brani dal vivo pescati dal tubo, che troverete in chiusura del post. 
E ora lasciamo spazio a Cimabue.

CIMABUE E LA TORRE DELL'ALCHIMISTA
Con un nome altisonante - che rimanda al brano di apertura di “Tic & Tac” degli Area (post Stratos) del 1980 - la band bergamasca si forma ad Alzano Lombardo (BG) alle porte della Valle Seriana. Il “deux ex machina” della giovane formazione è il tastierista Michele Mutti - principale compositore dei brani originali proposti dal gruppo - coadiuvato dal funambolico bassista Davide Donadoni e dal vocalist Michele Giardino, cui si aggiungono Noberto Mosconi alla batteria - anagraficamente più agé - e la flautista Silvia Ceraolo.


L’intensa attività in sala prove (due a settimana, come riportato nel booklet del primo lavoro) e live nei circuiti provinciali bergamaschi - ricordo un’esibizione al Teatro San Filippo Neri di Nembro come opening act del progetto Beatless di Alviti & Maltese feat. Di Giacomo - porta la band all’attenzione della florida scena new prog dell’epoca, con l’interessamento della milanese Kaliphonia che pubblica il primo lavoro omonimo nel 2001.

La Torre dell'Alchimista - Omonimo (2001)


TRACKLIST:

01 Eclisse
02 Delirio (in do minore)
03 La torre dell’alchimista
04 Il volo
05 L’apprendista
06 I figli della mezzanotte
07 La persistenza della memoria
08 Lo gnomo
09 L’acquario


FORMAZIONE:

Silvia Ceraolo: flauto traverso
Davide Donadoni: basso, alto clarinetto in “Il volo”
Michele Giardino: voce, cori, chitarra acustica in “Eclisse” e “Lo gnomo”
Noberto Mosconi: batteria, chitarra acustica in “Il volo”
Michele Mutti: organo Hammond C3, piano Fender, pianoforte, tastiere, sintetizzatori, mellotron

Formazione nel 2001

Tutti i brani sono composti da Michele Mutti, tranne “Eclisse” di M. Mutti - N. Mosconi e “Il volo” di N. Mosconi. Siamo nel campo del rock sinfonico, ma con equilibrio interpretativo e freschezza autoriale non comune. Le notevoli capacità tecniche dei singoli (Mutti ricorda molto i maestri inglesi del genere) sono ben calibrate e funzionali alla resa complessiva dell’album, da cui emerge magistralmente anche la voce (eccellente la resa vocale di Giardino su testi piuttosto profondi ed evocativi).L’album è stato pubblicato anche in Giappone, sempre nello stesso anno, dalla Belle Antique. L’anno successivo, con l’innesto della pianista e vocalist Elena Biagioni a rafforzare le attività live, il gruppo bergamasco approda al NEARfest, nella cittadina di Bethlehem in Pennsylvania, uno dei più importanti festival di Rock Progressive mondiale allestito dal 1999 al 2012, con la presenza di illustri ospiti internazionali (a titolo di esempio, le Orme ci hanno registrato un doppio live nel 2005). Dopo Balletto di Bronzo e Banco del Mutuo Soccorso, presenti rispettivamente nelle edizioni 2000 e 2001, la Torre è il terzo gruppo italiano a rappresentare l’italico prog all’importante evento (e con un solo disco alle spalle!). E non è finita qui. Nel 2004 la Torre dell’Alchimista è presente sul palco del Gouveia Art Rock Festival in Portogallo (la cui performance è riportata nel "DVD "Gouveia Art Rock 2004").

La Torre dell'Alchimista - USA...You Know? (2005)


TRACKLIST:

01 Intro (from A. Dvorjak “New World Simphony”)
02 L’apprendista
03 Intermezzo
04 I figli della mezzanotte
05 Il volo
06 La torre dell’alchimista
07 Risveglio, procreazione e dubbio (pt 1)
08 Delirio in C -
09 La persistenza della memoria
10 Concetto virtuale di viaggio nel 2500 d.C.
11 Eclisse


FORMAZIONE:

Michele Giardino: vocals, acoustic guitar
Silvia Ceraolo: flute, vocals
Elena Biagioni: piano, vocals
Michele Mutti: Hammond organ, piano,  Fender Rhodes, sinthesizers
Davide Donadoni: bass guitar, clarinet
Noberto Mosconi: drums, acoustic guitar


I brani non compresi nell’album di esordio sono composti dal tastierista Michele Mutti. Il disco - che riporta la performance live al citato NEARfest il 19 giugno 2002, nelle note di copertina del CD parrebbe essersi tenuto al Patriots Theatre di Trenton (NJ) - edito per la Ma.Ra.Cash Records  nel 2005 testimonia la potenza di suono della band, per nulla intimorita dalla presenza di partners ben più blasonati. 


La Torre dell'Alchimista - Neo (2007)


TRACKLIST:

01 Dissimmetrie
02 Medusa
03 Idra
04 Risveglio, procreazione e dubbio parte I
05 L’amore diverso
06 Cerbero
07 Risveglio, procreazione e dubbio parte II



FORMAZIONE:

Michele Giardino: voice, chorus
Davide Donadoni: electric bass
Michele Mutti: organ, fortepiano, mellotron, synthetizer, keyboards, electric piano
Michelangelo Donadini: drums, percussion
Giovanni Bertocchi: flute
Mauro Donini: soprano saxophone
Francesca Arancio: violin

formazione estesa (2007)

Con una formazione ufficialmente ridotta a quartetto (e cambio dietro a piatti e tamburi) dopo l’esperienza portoghese, il gruppo si concentra sulle prove in studio, dedicate al perfezionamento delle composizioni che andranno a confluire nel secondo album di studio, il terzo complessivo e purtroppo (a tutt’oggi l’ultimo). In realtà in studio il quartetto è arricchito dal consueto apporto di fiati (flauto e sax soprano) e da un violino. Il lavoro, sempre edito dalla Ma.Ra.Cash - importante etichetta per la distribuzione del (new) rock progressivo (e non solo) - si colloca nel solco dell’album d’esordio, recuperando e completando la mini suite “Risveglio, procreazione e dubbio” la cui prima parte era apparsa nella resa live in U.S.A. Un lavoro a mio avviso più compatto - forse il migliore del trittico - in cui ai momenti d’insieme si alternano gli spazi solistici dedicati in particolare al leader Michele Mutti (notevole la classicheggiante Idra). 
Esiste anche una curiosa (per un gruppo new prog) "Radio edit version", uscita sempre nel 2007, con versione ridotte di Cerbero e Risveglio, procreazione e dubbio pt 1.
Queste le copertine



Dopo di che della band, perlomeno discograficamente parlando, si perdono le tracce.
PS: se qualcuno potesse rintracciare e condividere il DVD "Gouveia Art Rock 2004" avrebbe tutta la nostra riconoscenza. 

Bonus CD
La Torre dell'Alchimista - Live Tracks


TRACKLIST:

01. Track1 (live at Gouveia Art Rock Festival, 2004)
02. Track 2 - Eclisse (live at Thunder Road, Codevilla, 2005)
03. Track 3 - Cerbero (live unknown, 2007)
04. Track 4 - It's Five O'Clock (Aphrodite's Child cover) - live 2007
05. Track 5 (live ProgLiguria, La Spezia, 21.01.2012)


Concludiamo questo grande e corposo super post dedicato a La Torre dell'Alchimista con questa breve carrellata di brani registrati dal vivo, ad integrazione del live ufficiale "USA", raccattati da YT, che rende onore alla potenza del suono del gruppo 'on stage'. La prima traccia arriva direttamente dal già citato DVD "Gouveia Art Rock Festival 2004" (richiesto a gran voce da Cimabue e anche dal sottoscritto), le altre da vari concerti tenuti dal gruppo in alcuni locali italiani. Spicca una "anomala" cover di "It's Five O'Clock" degli Aphrodite's Child, registrata nel 2007. Con questo è proprio tutto. Ancora un enorme grazie a Cimabue e a voi tutti auguro il mio consueto buon ascolto.


LINK La Torre dell'Alchimia (2001)
LINK USA...You Know? (2005)
LINK Neo (2007)
LINK Live Tracks (bonus CD)

Post by Cimabue (with a little help by George)



lunedì 15 luglio 2024

Eugenio Finardi - Anima Blues (2005)


TRACKLIST:

01. Mama Left Me (Finardi-Martellotta)
02. Heart Of The Country (Finardi-Martellotta)
03. Pipe Dream (Finardi-Martellotta)
04. Holyland (Eugenio Finardi)
05. Long Way Home (Finardi-Martellotta)
06. Marta´s Dream (Massimo Martellotta)
07. Mojo Philtre (Harris-Finardi-Martellotta)
08. Estrellita (Harris-Finardi-Martellotta-Guarnera-Vallicelli)
09. Barnyard Mama (Harris-Finardi-Martellotta-Guarnera-Vallicelli)
10. Doctor Doctor (Finardi-Martellotta)
11. Spoonful (Willie Dixon)
12. Sweet Surrender (Eugenio Finardi)



FORMAZIONE:

Eugenio Finardi – voce, chitarra, basso, armonica
Massimo Martellotta – chitarra, lap steel guitar, basso, mellotron, cori
Pippo Guarnera – organo Hammond, pianoforte, cori
Enzo Vallicelli – batteria, percussioni, cori
Franco Limido – armonica nelle tracce 1 e 4
Mark Harris – cori


Prendete questo post come una appendice del magnifico concerto live "Anima Blues The Classics" (regalo del nostro amico Albe), pubblicato qualche giorno fa. Avevamo citato più volte l'album "Anima Blues" del 2005 e ci sembrava naturale inserirlo su queste pagine, in quanto fonte ispiratrice del concerto che caratterizza la grande passione per il blues da parte di Eugenio Finardi. L'album è composto da 12 tracce di grande blues, per la quasi totalità composte dallo stesso Finardi insieme al fedele chitarrista Massimo Martellotta. Qui i tributi ai grandi del blues si riducono alla sola "Spoonful" di Willie Dixon. Come dire: tutta farina del suo sacco. Da "Anima Blues" venne tratto anche il singolo Estrellita, che conteneva una versione "fast" di Burnyard Mama differente da quella presente sull'album, e una cover del classico Little Red Rooster. L'album fu anche pubblicato in vinile in una versione apribile, dalla confezione molto curata, con l'aggiunta delle due bonus track del singolo. Per quanto riguarda i legami tra Finardi e il blues vi rimando al post precedente. Per approfondimenti su questo album vi invito a leggere (qui) l'ottima recensione pubblicata sul sito "Il popolo del blues". E tutto. Vi auguro il consueto buon ascolto.



Post by George

domenica 24 marzo 2024

A Blues Evening with Rudy Rotta: The Beatles in Blues (2001) & Rudy Rotta with Brian Auger Captured Live (2005)


Questo post è dedicato, in modo particolare, al popolo del blues che ama e segue questo filone musicale,  più volte ospitato sulle pagine della Stratosfera. Questi due album sono un regalo che mi fece tempo fa l'amico Marco Osel e che ho riscoperto, setacciando i vari hard disk. Quindi, ancora una volta,  un forte grazi a Osel. Ma veniamo al nostro protagonista. Forse non si è parlato abbastanza di Rudy Rotta se non nei circuiti del blues e su una certa stampa specializzata. Qualcosa in più si è detto e scritto nel momento della sua scomparsa, avvenuta a Verona il 3 luglio 2017, quando molte testate giornalistiche si occuparono di questo grande bluesman nostrano. Rudy, nato nel 1950, vanta una lunga e prestigiosa carriera iniziata, come per moltissimi musicisti, esibendosi nei locali di Verona come chitarrista in piccoli gruppi emergenti, con un repertorio soul-blues di grandi autori inglesi ed americani. Finalmente, nel 1987 forma la sua prima band, di cui diviene chitarrista e cantante, esibendosi in particolare all'estero fino a diventare un ottimo esponente della musica blues, ottenendo riconoscimenti dalla stampa e dalla critica.


Rudy è stato invitato come ospite a numerosi Festival Blues in Europa e oltreoceano (ad es. il Kansas City Blues Festival insieme a Peter Green, Brian Setzer e Taj Mahal). Molto risalto dalla stampa nazionale e internazionale è stato dato alla partecipazione al Festival Jazz di Montreux nel 1993 (con B.B. King in veste di ospite), al Pistoia Blues Festival (4a edizioni) e al Concerto del Primo Maggio di Roma. In una delle nove edizioni del Sanremo Blues, è stato premiato come migliore bluesman italiano. Negli anni novanta ha registrato per la BBC inglese e per la Jazz FM di Londra. Nel corso dei suoi live show Rudy si esibiva in versione elettrica, così come in sala di registrazione, non disdegnando però, in alcuni casi, la versione acustica con chitarra e voce. Nel corso della sua carriera ha pubblicato più di 20 album, molti dei quali registrati dal vivo. Le collaborazioni sono assolutamente prestigiose. Stiamo parlando di artisti internazionali del calibro del già citato B.B. King, Allman Brothers (alla House of Blues di New Orleans), John Mayall, Brian Auger, con il quale ha effettuato diversi tour in Italia, John Mayall & the Bluesbreakers, Robben Ford, Peter Green, Luther Allison. Credo che possa bastare per darvi un'idea dello spessore del personaggio. Prima di passare alla musica, voglio ricordare che nel 2018, è stata fondata l'Associazione culturale Rudy Rotta,  per volontà della famiglia e degli amici in memoria dell'artista scomparso,  col fine di continuità i suoi progetti musicali e artistici.


Rudy Rotta Band - The Beatles in Blues (2001)


TRACKLIST:

01. Love Me Do - 3:14
02. I Feel Fine  - 4:06
03. Come Together - 4:14
04. Dear Prudence - 4:23
05. Revolution - 4:24
06. Get Back - 4:57
07. Norwegian Wood - 3:51
08. I've Got A Feeling - 2:58
09. Don't Let Me Down - 4:25
10. You Can't Do That - 3:15
11. She's A Woman - 3:09
12. In My Life - 3:27


FORMAZIONE:

Rudy Rotta - voice, guitars
Luca nardi - bass
Cramine Bloisi - drums, percussion
Michele Papadia - Hammon organ, piano, electric piano Fender Rhodes



Da grande fan e cultore dei Fab Four potevo forse farmi mancare questo album? Rudy Rotta con il suo quartetto omaggia Lennon e McCartney in modo assolutamente superlativo, attingendo brani storici che hanno attraversato l'intera carriera dei Beatles. Si inizia nientemeno che con Love Me Do; ero veramente curioso di ascoltare la trascrizione blues e l'ho trovata geniale. Più facile - si fa pèr dire -  per Rudy rivisitare tracce quali RevolutionCome Together o I've Got A Feeling. La chitarra acustica la imbraccia solo per Norwegian Wood in una versione trascinante, con la sua voce graffiante. La chiusura è dolce e delicata: una versione di In My Life per voce e pianoforte. Un disco grandioso dalla prima all'ultima nota. Osservando le pagine di Discogs ho notato che l'album è stato stampato in diversi Paesi con differente copertina: dalla Azzurra Music in Italia (le copertine sopra riportate), ma anche in Austria, Indonesia, Germania e Russia, Nel 2013 è stato ristampato, sempre in CD dalla Azzurra, ma con diversa copertina. Ve le riporto qui di seguito.

front cover Austria

front cover Indonesia

front cover Germania

front cover Italia -ristampa 2013

Rudy Rotta & Brian Auger - Captured Live (2005)


TRACKLIST:

01. Steps - 5:44
02. Tell Me Baby - 4:03
03. Hold On - 4:35
04. I'm In The Groove - 6:48
05. I Don't Play The Money - 11:05
06. Freedom Jazz Dance  - 5:09
07. Loner And Goner - 6:28
08. You Don't Love Me - 5:02
09. The Thrill Is Gone - 5:20
10. Boom Boom - 4:26


FORMAZIONE

Rudy Rotta: guitar, vocals
Brian Auger: Hammond organ, electric piano
Michele Papadia: acoustic & electric piano
Carmine Bloisi: drums
Andrea Tavarelli: bass


In questo secondo CD, pubblicato nel 2005 dalla Slang Records, il nostro Rudy Rotta duetta con un mostro sacro quale il tastierista inglese Brian Auger. "Captured Live" venne registrato a Verona il 3 agosto 2002. I due andarono spesso in tour insieme e la tappa veronese mostra la grandezza di questi due musicisti accompagnati da un potente sezione ritmica composta da Carmine Bloisi alla batteria e Andrea tavarelli al basso. Completa la formazione Michel Papadia al piano acustico ed elettrico. Questo concerto mi piace in modo particolare: amo da sempre il suono dell'Hammond di Brian Auger, grande maestro dello strumento, che ho seguito fin dai tempi degli Oblivion Express. I duetti con la chitarra di Rudy sono memorabili. Di seguito vi riporto una breve descrizione dei brani in scaletta, pubblicata sul blog "Liquia Rock".


"Lo show si apre con "Steps", uno strumentale rock jazz che ricorda chiaramente gente come Larry Carlton con un tocco funky. "Tell Me Baby" ci porta verso il blues con Rudy che canta e fa dispetti con la sua chitarra. I duelli chitarra-piano-Hammond sono costanti. "Hold On" è un'altra composizione di Rotta in cui lui è il protagonista principale." I'm The Groove" suona assurdamente come "Suzie Q". Brian sembra avere 63 anni al momento della registrazione. "I Don't Pay No Money" è uno dei momenti salienti della registrazione, oltre dieci minuti di estasi blues. "Freedom Jazz Dance" è uno strumentale di Brian Auger  dell'era Oblivion Express ("Second Wind" 1972) in tono jazz. "Loner and Goner" ha un'introduzione boogie. Il piano di Papadia ci riporta ad uno stato più rilassato. Atmosfera fumosa da club parigino. La registrazione si conclude con  "You Don't Love Me" (Cobb), ben nota nella versione Allman Brothers, "The Thrill is Goes" (Hawkins/Darnell) , molto fedele all'originale e, infine, "Boom Boom" (JLHooker). Decisamente un grande finale".
Ultima nota discografica: il CD è stato stampato nel 2006 in Germania e nel resto d'Europa con diversa copertina (che riporto qui sotto).


Cari amici stratosferici, il post si conclude qui. La Stratosfera chiude i battenti da oggi per due settimane, Con l'occasione auguro Buona Pasqua a tutti voi, con un augurio speciale ai collaboratori del blog. Nel corso di questa pausa avete voglia di ri-dare un'occhiata alla wishlist? Chissà che qualcosa non salti fuori. Appuntamento al 12 aprile. 


LINK The Beatles in Blues (2001)
LINK Captured Live (2005)

Post by George - Music by Osel (thanks friend)