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venerdì 22 novembre 2024

Le Antologie della Stratosfera vol. 52 - Periferia del Mondo - Opera Omnia (part 1)

 

BREVE PREMESSA

Periferia del Mondo è una tra le più luminose espressioni musicali dell'ultimo ventennio. Gruppo da me particolarmente apprezzato e amato, ahimé ancora assente sulla Stratosfera, merita sicuramente di vedersi rappresentato anche sulle nostre pagine. Questo articolato e corposo post è frutto di un lavoro a 6 mani, dimostrazione - se mai ce ne fosse ancora bisogno - della vitalità del sito e della passione che accomuna e unisce amici e collaboratori. Le sei mani sono le mie e quelle degli storici amici Osel e Adix (il cui contributo lo vedremo nella seconda parte). Ripercorrerò in poche righe (non voglio rischiare di venire definito "accademico") una essenziale biografia del gruppo lasciando il più ampio spazio possibile agli album e ai concerti live.
La prima parte sarà dedicata ai primi tre album in studio (periodo 1999-2006), mentre nella prossima puntata prenderemo in esame l'ultima prova in studio (2013) e le performance live inserite in alcune compilation. Sarà un lungo viaggio attraverso l'opera omnia (termine utilizzato in campo letterario ma da me esteso in quello musicale) del gruppo romano. 


CONOSCIAMO LA PERIFERIA DEL MONDO

Periferia del Mondo è conosciuta al largo pubblico soprattutto per la presenza nell'organico del sassofonista Alessandro Papotto e del suo ingresso nel 1999 in una storica formazione quale il Banco del Mutuo Soccorso. La storia musicale della band inizia però qualche anno prima, nel 1996 a Roma, per opera del già citato Alessandro Papotto insieme al chitarrista  Giovanni Tommasi e al bassista Claudio Braico. Ad essi si sono presto uniti il ​​batterista Tony Zito e il tastierista Bruno Vegliante. Questa formazione rimarrà invariata negli anni successivi. Papotto fin da ragazzo ha dichiarato di essere un grande ammiratore del Banco del Mutuo Soccorso e le musiche della Periferia del Mondo risentono di una certa contaminazione con il gruppo di riferimento. Almeno agli esordi. Più in generale il loro background si rifà ai grandi mostri sacri del prog britannico e italiano. Il distinguo è dato dalla presenza del sax di Papotto che introduce elementi jazz nel complesso sound del gruppo. 


A proposito della nascita di Periferia del Mondo vi propongo una parte della lunga intervista rilasciata da Alessandro Papotto  a Gianluca Livi e pubblicata sul sito "Artists and Bands" nel marzo 2015.
"Periferia Del Mondo è un progetto nato nel 1994 e ancora oggi attivo (siamo nel 2015) dopo venti anni di lavoro. La passione che io e i miei amici abbiamo dedicato a questa band non sempre ha avuto come riscontro dei risultati soddisfacenti. Però posso dire con convinzione che l'apertura della seconda serata alla prima edizione assoluta del Prog Exhibition ci ha dato una grande carica e una forza notevole, tanto che il periodo di stanca seguito alla pubblicazione del nostro terzo disco con Electromantic, si è trasformato in un periodo di grande creatività sfociato nella pubblicazione di "Nel regno dei ciechi" per la Aereostella Ricordo molto bene l'emozione provata alle prime note di synth de "L'infedele" quella sera, e la gioia nel vedere la gente accorrere e riempire l'enorme Tendastrisce di Roma per ascoltarci. Dopo quella meravigliosa serata condivisa con il Banco, con la PFM, e con tanti altri mostri sacri del Progressive, Iaia De Capitani ci ha dato coraggio e ci ha spronato a continuare a scrivere. Inoltre Franz Di Cioccio ci ha supportato dandoci alcuni preziosi consigli sui nuovi brani". (NDR - nella puntata n. 2 ascolteremo il set della Periferia del Mondo al Prog Exhibition 2010).


Papotto e Zito li troviamo anche nella prima formazione del Nodo Gordiano, dove realizzano l'omonimo primo album nel 1999 (già postato sulla Stratosfera qui). Papotto, instancabile e onnipresente, insieme alla Periferia del Mondo realizza l'esordio discografico, sempre nel 1999 (anno ricco mi ci ficco!!) con l'album "In ogni luogo, in ogni tempo", edito dall'etichetta Akarma. Nel 1999 esce la versione in vinile (33 giri + 45 giri con due brani) mentre nel 2000 quella in CD. 

Periferia del Mondo - In ogni luogo, in ogni tempo 
(CD version, 2000) - from George archives


TRACKLIST:

01. L'infedele - 8:10
02. Ladro - 4:03
03. Leave Your Daily - 4:57
04. I Bless The Night - 6:26
05. Meltèmi - 10:08
06. In ogni luogo, in ogni tempo - 6:38
07. Brand-Y - 6:03
08. The Ghost In The Shell - 11:57


FORMAZIONE:

Max G.B. Tommasi - chitarra elettrica, chitarra acustica
Claudio Braico - basso
Tony Zito - batteria
Bruno Vegliante - synth, tastiere
Alessandro Papotto - voce, sax contralto, sax tenore, clarinetto, flauto, Yamaha DX7, effetti

Ospiti:
Francesco Di Giacomo (BMS) - voce in track 1
Rodolfo Maltese (BMS) - chitarra elettrica, synth in track 1
Stefania Mastrogiovanni - soprano in track 1
Tiziana Crucianni - voce i track 4
Alberto D'Annibale - violino in track 7

L'album di esordio, caratterizzato da una bellissima copertina, vede la partecipazione di alcuni ospiti illustri tra cui Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese del Banco del Mutuo Soccorso entrambi presenti nel brano di apertura, "L'infedele". La collaborazione di Papotto con il Banco è appena iniziata e queste due presenze nel disco della Periferia del Mondo non sono casuali. Il brano si sviluppa tra sonorità elettriche (la sezione iniziale così come quella finale richiamano da vicino gli Area) e acustiche, giocate sui suoni di chitarre e flauto su cui si inserisce l'inconfondibile voce di Francesco Di Giacomo. Alcune tracce richiamano, in molti momenti, il prog degli Indaco, gruppo fondato da Rodolfo Maltese che vide l'apporto dello stesso Papotto. Insomma, un grande esordio che lasciava aperto il campo ad ampie speranze. 


Dopo la pubblicazione del debut album,. il gruppo intraprende una serie di tour sia in Italia che all'estero dove affina e migliora ulteriormente l'abilitò tecnica. Ritornati in sala di registrazione, i cinque musicisti mettono a punto il secondo album, "Un milione di voci", che viene pubblicato, ancora dalla Akarma, nel 2002 in versione doppio LP e CD. Papotto, nel frattempo, si divide tra Periferia del Mondo e Banco del Mutuo Soccorso. Ecco ancora una parte dell'intervista pubblicata su "Artists and Bands" in cui Papotto racconta del suo ingresso nel Banco.

Domanda - "Dal 1999, in qualità di polistrumentista (sassofoni, clarinetti, flauti, percussioni e cori), sei entrato stabilmente nel Banco del Mutuo Soccorso con il quale - oltre ad esserti esibito in Italia e all'estero (segnatamente Europa, Canada, Stati Uniti, Centro e Sud America, Giappone), hai pubblicato 6 dischi, tra cui il recente "Un'idea che non puoi fermare". So che sarà difficile, ma puoi sintetizzarci in poche righe la tua esperienza con questo storico gruppo del prog italiano?"
 -
Risposta di Papotto - "La mia storia personale nel Banco del Mutuo Soccorso inizia da fan accanito di questa band storica. Seguono le prime collaborazioni musicali con Rodolfo Maltese e Francesco Di Giacomo, io con gli Indaco e loro con Periferia Del Mondo, e poi la telefonata di Vittorio Nocenzi che mi chiede di partecipare alla prima esecuzione integrale di “Darwin” al Teatro Morlacchi di Perugia per la Sagra Musicale Umbra edizione 1999. Dopo quel concerto memorabile entro a far parte della band in maniera stabile e vivo con loro una prima serie di concerti bellissimi, in giro per l’Italia ma anche all’estero dove il Banco viene letteralmente osannato, sia in versione acustica, sia con la band al completo in versione elettrica. Da semplice fan ero diventato un componente di una band storica che avevo amato sin da quando ero un ragazzo. Ma la cosa che mi ha reso più felice era il rapporto con Vittorio, Francesco e Rodolfo che nel frattempo si è trasformato ed è diventato una bella amicizia. 

Alessandro Papotto con Francesco Di Giacomo

Poi le pubblicazioni dal vivo: per il trentennale, per la nuova esecuzione integrale di Darwin, per il Prog Exhibition e ora per “Un idea che non puoi fermare” che purtroppo rimanda alla recente scomparsa di Francesco Di Giacomo (NDR - 21 febbraio 2014).  Su questo argomento, ancora molto delicato per me, mi limito a dire che mi manca molto l’artista ma soprattutto mi manca l’uomo, un fratello maggiore che mi voleva bene e a cui ho voluto molto bene. Ancora oggi ricevo segni della sua stima e del suo affetto da parte di colleghi musicisti come il chitarrista Michele Ascolese (De Andrè, Branduardi, ecc.) che mi ha raccontato di come Francesco gli parlasse sempre in termini lusinghieri di me, e la cosa mi commuove e mi riempie di orgoglio. Sono cresciuto con le sue canzoni e sono felice di aver partecipato anche alla registrazione di alcuni brani ancora inediti scritti da Francesco e dal pianista Paolo Sentinelli. Sono delle canzoni splendide che Francesco ha registrato con Paolo durante la preparazione del loro spettacolo teatrale musicale “Cenerentola – La parte mancante” e che presto diventeranno una pubblicazione discografica".
Per una lettura dell'articolo nella sua integrità cliccate qui 

Periferia del Mondo - Un milione di voci 
(CD version, 2002) - from Osel archives


TRACKLIST:

01. Luci da un universo neonato - 1:29
02. Percezioni della memoria - 1:50
03. Un Borghese Piccolo Piccolo9:10
a) ClonAzione
b) Un nodo al pettine
c) Chiarezza
04. Incanti e perplessità - 5:03
05. Two As One - 3:21
06. EvaLunA - 4:19
07. Cercando la via - 3:38
08. Can Stop - 4:18
09. Espresso (parte 2) - 4:13
10. Immagine I 0:39
11Di foglie e di acqua - 3:51
12. Un milione di voci - 6:58
13. Monologo - 1:06
14. Io brucio - 8:16


FORMAZIONE:

Alessandro Papotto - voce e coro, sax contralto, tenore e soprano, clarinetti in Sib e Mib, flauti, shanay, didjeridoo, berimbao, percussioni, sintetizzatori, effetti sonori
Max GB Tommasi - chitarre elettriche, acustiche e classiche, effetti sonori
Claudio Braico - basso elettrico
Bruno Vegliante - sintetizzatori, organo, pianoforte e synth
Tony Zito - batteria e percussioni
Alberto D'Annibale - violino

Ospiti

Vittorio Nocenzi (Banco del Mutuo Soccorso) 
Mauro Pagani (ex PFM)
Luca Sapio (Area e Quintorigo)
Massimo Alviti (Indaco)
Alessandro Corsi (Il Balletto di Bronzo)



Ciò che colpisce fin dalle prime note è quanto sia cambiato il sound del gruppo nel giro di tre anni, spostandosi sul terreno del jazz rock e lasciandosi alle spalle la coperta del progressive che aveva caratterizzato l'opera prima. Un po' confuso e discontinuo, tra episodi jazzati, brevi pièce acustiche e sconfinamenti nel rock anni '70, il disco lascia intendere che la PDM è ancora alla ricerca di una sua precisa identità. Nonostante la presenza di ospiti illustri, tra cui Vittorio Nocenzi del Banco del Mutuo Soccorso e l'ex PFM Mauro Pagani, l'album si  presenta un po' fiacco e in alcuni casi stancante. La voce di Papotto non aiuta sicuramente. Ovviamente questo mio personale giudizio non trova sempre concordi alcuni critici. Cito ad esempio quanto riportato sul sito "Movimenti Prog":

"Un milione di voci, secondo ed ottimo lavoro della Periferia Del Mondo è un bel bis dopo il felice esordio di tre anni fa. Il sestetto romano è ancora guidato dal fiatista/vocalist Alessandro Papotto, noto ai più per la sua presenza nell’organico del Banco Del Mutuo Soccorso, da un paio di anni a questa parte.
L’apertura è netta ed esplicativa: dopo l’antipasto tastieristico di “Luci da un universo neonato”, sono due le portate che subito denotano il sapore del PDM-sound. “Percezioni della memoria” e (soprattutto) la mini suite “Un borghese piccolo piccolo” invitano ad un ascolto attento, partecipe, incantando con un sound che idealmente nasce dall’incontro tra Arti & Mestieri e King Crimson (Wetton-era), con compattezza e concretezza, senza sbavature. Altra cosa importante, i vaghi sentori anni ’70 sono intelligentemente stemperati in un contesto “moderno”, amplificati, semmai, da un’invitante veste grafica e da un simpatico digipack, un vero e proprio “piccolo 33 giri". 

E' bello che i giudizi divergano. Cosa volete farci...Attendo anche i vostri commenti al riguardo.


Ricordo a questo punto che la Periferia del Mondo appare in due produzioni live: il CD "Omaggio a Demetrio Stratos" (2000, già postato sulla Stratosfera) e il DVD "Gouveia Art Rock 2004" registrato in Portogallo durante la loro esibizione al Gouveia Festival insieme ad altri gruppi e musicisti, Ne parleremo (e li ascolteremo) nella seconda parte. Giungiamo così al 2006 e alla pubblicazione del terzo album.

Periferia del Mondo - Perif3ria del Mondo 
(2006 - ristampato nel 2011) - from Osel archives


TRACKLIST:

01. Periferia del Mondo - 10:52
02. Oceani - 4:55
03. Suite Mediterranea - 8:37
a) Tra le terre
b) L'oracolo di Delfi
c) H.H. Blues
04. Chiaroscuro - 4:58
05. Come un gabbiano - 8:53
06. Alghe - 4:42
07. Synaesthesia - 6:25
08. Angeli infranti - 5:11

Bonus Tracks
09. Cartolina per il Giappone - 4:33
10. Piove sul mare - 3:04

Bonus Track (previously unreleased) - solo su ristampa 2011
11. Funkats - 4:52


FORMAZIONE:

Alessandro Papotto - voce, fiati, piano, percussioni
Giovanni Tommasi - chitarra
Claudio Braico - basso
Tony Zito - batteria
Bruno Vegliante - piano, tastiere


Il terzo album del quintetto romano (in queste registrazioni non è presente il violinista Alberto D'Annibale) venne pubblicato nel 2006 dall'etichetta torinese Electromantic Music, quella di Beppe Crovella degli Arti e Mestieri, e poi ristampato nel 2011 dalla Immaginifica-ARS con una bonus track inedita (presente nella nostra tracklist).  L'album segna il ritorno alle atmosfere e alle armonie  del primo album, con grandi tributi al progressive anni '70. Dopo lo sbandamento dell'album precedente, la PDM pare aver trovato la giusta strada. Il brano di apertura, con l'intro di batteria e il suo ritmo incalzante è già un ottimo preludio all'intero lavoro. "Oceani", che contiene un grande assolo di chitarra di Giovanni Tommasi, ci trasporta ad uno dei capolavori dell'album, la bellissima e articolata "Suite mediterranea" densa di atmosfera. della lunghezza di oltre 8 minuti, suddivisa in tre movimenti. Stupisce la presenza di "Synaesthesia", un hard rock anni '70 degno dei migliori Deep Purple. Invece delle tre bonus tracks potevamo farne decisamente a meno. Da dimenticare. Tutte le restanti tracce, con qualche eccezione come "Alghe" (a mio avviso il punto più basso dell'album) scorrono in modo fluido regalandoci un disco maturo e tutto sommato di buon livello.



Leggete qui di seguito cosa ne pensa Roberto Vanali con la sua recensione sul sito "Arlequins"

"PDM ci porta a capofitto nel terzo episodio di racconti dalla periferia di un mondo fatto di favole urbane talvolta minimali, talvolta assolute, in percorsi mediterranei e mitteleuropei giocati sui sentieri di un prog molto contaminato, spesso diluito in maniera omeopatica in grandi mari, musicalmente appartenenti ad altri mondi. Questo terzo lavoro è un opera di riflusso e di ritorno. Ritorno, innanzi tutto, a far musica come si deve, ben pensata, ben suonata e ben incisa. Ritorno a certi suoni che pensavamo perduti e che ci dimostrano come le piante seminate da Area, Banco, Perigeo e PFM riescano a dare ancora frutti di qualità. Ritorno a miscelare le sonorità italiane ed europee in maniera bilanciata, dove il momento alla Deep Purple non cozza con quello pescato da Ravel, dove un certo sapore per il folk non si scontra con l’apertura sinfonica o con il break di coinvolgente jazz-rock. Ritorno a fare un disco di grande sapore omogeneo partendo da radici estremamente eterotetiche."
Penso che sia sufficiente.


Bene, cari amici della Stratosfera, qui termina la prima parte della retrospettiva dedicata alla Periferia del Mondo. Appuntamento fra qualche giorno per la conclusione della nostra lunga maratona. 
Buon ascolto.

LINK In ogni luogo, in ogni tempo (2000)
LINK Un milione di voci (2002)
LINK Perif3ria del Mondo (2006 - ristampa 2011)

Post by George, Osel & Adix

venerdì 1 novembre 2024

Persimfans - Quinta Dimensione (versione strumentale con bonus tracks, 2000 - registrazioni del 1978)

 

TRACKLIST:

01. Passeggiata sugli Urali - 3:31
02. Canoa - 7:44
03. Esp - 3:27
04. Pause - 2:39
05. Dance - 3:47
06. Gioco di cristalli - 5:25
07. Quinta Dimensione - 4:09
08. Quinta Armonia - 3:05
09. Life - 2:40
10. Oxigen - 3:41
11. Heat - 2:39
12. Relax - 5:07
13. Space - 3:12
14. Grande Nero - 5:25
15. Esp (definitiva) - 3:27
16. Psychokinesis - 2:21
17. Chiaroveggenza - 4:07
18. Messaggio dell'inconscio - 2:52


FORMAZIONE:

Marco Grasso (tastiere)
Mirko Sannazzaro (tastiere, vibrafono)
Roberto Gasparini (chitarra)
Marco Cipollina (chitarra, basso)
Alessandro Castaldi (batteria, percussioni)


Quest'oggi sul piatto abbiamo l'unico album registrato dai Persimfans nel lontano 1978 e ristampato più volte nel corso degli anni. Ma andiamo con odine. Ma iniziamo subito  con Augusto Croce e la sua bibbia "Italian Prog":
"Prendendo il nome da un'orchestra sinfonica fondata in Russia negli anni '20 del XX secolo che suonava senza direttore, i Persimfans si formarono a Genova nel 1978 ad opera di studenti del conservatorio, nel tentativo di fondere musica classica e avanguardia, con l'uso di strumenti elettronici e tradizionali. Le loro uniche registrazioni uscirono su uno strano LP ispirato dalla trasmissione televisiva 'Con un colpo di bacchetta', e contenente la musica interamente strumentale del gruppo a fare da sottofondo alla voce del presentatore/mago Tony Binarelli. Due brani usciti sull'LP vennero anche realizzati su 45 giri, ma nell'originaria forma strumentale. Il gruppo ha anche collaborato con il batterista Tullio De Piscopo per una tournée. La Giallo Records ha pubblicato le registrazioni originali strumentali senza la voce di Binarelli, e il disco in questa forma è interessante. L'edizione in CD contiene anche alcuni brani inediti non presenti nella versione in vinile".

il 45 giri con Esp / Quinta Dimensione

Fin qui l'amico Augusto. L'album originale del 1978, pubblicato dall'etichetta Eleven, quello con la voce di Tony Binarelli, è molto raro e ha raggiunto quotazioni di tutto rispetto. Su e-bay viene venduto alla ragguardevole cifra di 180 euro. Ora, voglio essere chiaro, il valore artistico dell'album è pari allo zero, ma visto che noi completisti siamo un po' complicati, vorremmo poterlo pubblicare su queste pagine, senza dovere ricorrere all'oneroso acquisto. Sul web è assolutamente introvabile. 
Pertanto ecco il mio appello: se qualche amico della Stratosfera lo possiede e lo vuole condividere avrà tutta la nostra riconoscenza. Nel frattempo lo inserirò nella nostra wishlist. 
Ancora Augusto Croce: "L’LP originale aveva una copertina apribile e conteneva cinque carte per esperimenti di percezione extra-sensoriale. Da notare che la Baravelli realizzò anche un gioco di società con la copertina simile al disco, intitolato "I messaggi della Quinta Dimensione". Il vinile conteneva in totale 10 brani, 5 per ogni facciata. 
Di seguito front e back cover



Veniamo ora alle ristampe. Il CD della Giallo Records del 2000 contiene l'intero contenuto del disco originale ma in versione strumentale, oltre a 8 brani inediti per un totale complessivo di 18 tracce. In rete è difficile trovare la versione completa qui pubblicata: YT ne propone una con 12 tracce e altri blog hanno i link inattivi. Circolano anche versioni con 17 brani, prive della conclusiva "Messaggio dell'inconscio". L'edizione del 2000 è stata ristampata nel 2016 con nuova copertina. Sempre nel 2016 è uscita anche la prima riedizione del vinile, in tiratura limitata di 300 copie con vinile di colore grigio-verde marmorizzato. 

il gioco di società della Baravelli

Sotto il profilo musicale, i brani sono dominati dalle tastiere (in particolare dal mellotron)  e dal delicato lavoro della chitarra e del vibrafono. Il mix tra elettronica. avanguardia e classicismo - spesso con arrangiamenti sinfonici - crea paesaggi sonori del tutto originali che si discostano dai suoni del classico prog anni '70. Potevano anche essere utilizzati come colonna sonora di qualche film.  Un'unica prova - peccato! - molto di nicchia, che ha però tracciato un piccolo solco nel panorama musicale di quel lontano decennio. 
Buon ascolto.

back cover della ristampa in vinile 


Post by George

venerdì 8 settembre 2023

Blindness: Punk Rock Cafè (2000) & Pallavvelenata (2001) (special post by Giudas)


PREMESSA 
 Questo post chiude una ideale trilogia iniziata con i GADJOS e continuata con IL CAVALIERE ALESSANDRO, del quale (e ci siamo ora) avevo ottenuto i lavori del suo primo gruppo. Ma trattasi di materiale che, per i raffinati palati prog dei seguaci della Stratosfera (me compreso) potrebbe essere difficilmente digeribile. Alla fine ho trovato il coraggio ed ho deciso, facendo questo post,  di correre il rischio …! Se avete voglia di ascoltare qualcosa di tremendamente ska tendente al punk-rock e al thrash-metal, proseguite nella lettura. Se siete come me dei “completisti”, cioè di un artista volete avere e sentire tutto quello che ha prodotto, siano essi capolavori o ciofeche, proseguite nella lettura.
Se ska, punk-rock e thrash-metal invece proprio non li sopportate allora fermatevi qui ed aspettate il prossimo post.

State continuando a leggere? 
Allora andiamo avanti.

I BLINDNESS sono stati un gruppo di punk-rock-ska che andava per la maggiore a Barletta nella metà degli anni ’90 (gli altri erano proprio inascoltabili !!). Rivestono in questa sede una certa importanza storica in quanto sono stati il gruppo in cui si è fatto le ossa, come batterista (e non era decisamente niente male) il nostro Alessandro Cavaliere, ovvero IL CAVALIERE ALESSANDRO di cui ho redatto un recente post. In quel post rivelavo di avere già avuto il materiale di questo gruppo ma di non trovare il coraggio per proporlo alla Stratosfera i cui gusti sono decisamente di tipo più raffinato. Trovato il coraggio, passo a proporvi questo post, sperando di non incorrere nelle (giuste?) ire di qualche purista – e comunque ho avvisato in premessa…


Come un raffinato autore ed interprete quale il Cavaliere Alessandro possa avere iniziato in questo modo rimarrà per me sempre un mistero – ma dimostra che c’è sempre speranza per il futuro. E comunque il fatto che, a suo modo, abbia rinnegato questo passato è provato dal fatto che tutti i cd originali dei Blindness in suo possesso, mi ha candidamente confessato di averli buttati (buttati … !!! – se mi avesse detto di aver ammazzato la nonna mi sarei inorridito di meno). Quindi, da qualche parte, in qualche discarica, potrebbero essere rinvenuti dei cd originali dei Blindness. Ho dovuto recuperare il materiale per vie traverse, ma tanto ci sono abituato.
E comunque passiamo al sodo - il primo lavoro dei BLINDNESS, “Punk Rock Cafè” è del 2000 

Blindness - 2000 - Punk Rock Cafè


TRACKLIST:

01 Rullala - 4:38
02 Robin Hood - 3:45
03 Contuso magnete  2:42
04 Paranoia immonda - 4:05
05 Rosmarino - 3:49
06 Cagt bastà - 2:27
07 XXX - 3:27
08 La sfera magica (strumentale) - 2:35
09 Cagasogni - 3:38

FORMAZIONE:

Alessandro Cavaliere - batteria (A. Brando)
Domenico Pistillo - basso (Domè)
Nicola Pantheon - chitarra (Neeko)
Mariano Rotunno - voce, chitarra (M. Martucci)


I nomi in parentesi sono i nomi d’arte che i nostri si erano scelti (all’epoca - quasi un revival degli anni ’60 – si usava molto mascherare il proprio nome con un alias)
Cerchiamo di effettuare un minimo di recensione. 
Che i brani siano decisamente ska tendenti al punk e thrash-metal appare ovvio – all’epoca era questa la strada più semplice per suonare (anche per chi non sapeva farlo, purtroppo). Le idee ci sono, sono anche piuttosto buone, ma soffrono spesso di molte ingenuità dilettantistiche. Si notano molte variazioni di tempo (ed è l’unica somiglianza col prog, analogia peraltro molto tirata per i capelli …!). L’incisione è di buona qualità, ma manca sostanzialmente una mano che gestisca adeguatamente gli arrangiamenti.
La base ritmica basso/batteria funziona molto bene tecnicamente. Diversi svarioni tra voce e cori (kazoo compreso). Gli altri strumenti si adeguano. Che dire ? Come inizio è sicuramente ad un livello un po’ superiore rispetto a tanti altri. L’anno dopo producono un secondo lavoro dal titolo “Pallavvelenata” 

Blindness - 2001 - Pallavvelenata


TRACKLIST:

01 Green friend - 3:19
02 Casa dolce casa - 3:58
03 Tapparella - 3:27
04 Quattro elementi - 2:36
05 Adrenalina in lattina - 2:45
06 Peace & love - 3:29
07 Rullalla - 4:15
08 Robin Hood - 3:55
09 Paranoia immonda - 3:45
10 Gino il gitano - 3:29
11 Rosmarino 3:42
12 Male di luna - 5:13
13 Sparami - 6:58
14 La TV non è la verità - 3:18
15 Francia good bye - 2:34
16 (ghost track) Pallavvelenata - 2:52


La tipologia musicale non cambia, ma questo lavoro è decisamente migliore sia in termini compositivi che di arrangiamento. La quasi totalità dei brani è frutto delle idee del batterista e del chitarrista. Le registrazioni sono state effettuate – alla buona ma con risultati decisamente decenti – nel garage dove il gruppo provava, e quindi anche gli arrangiamenti sono autoprodotti. Costoro non hanno mai visto una sala di registrazione !! – Insomma, ci sono quelli che da un garage fanno uscire la Apple Computer e quelli che da un garage fanno uscire i Blindness. E questo è quanto. Hanno suonato prevalentemente in varie località della Puglia, soprattutto in occasione di Feste dell’Unità, in centri sociali, ed in varie manifestazioni nazionali. Tra queste, nei ricordi del nostro Alessandro, spicca una manifestazione nella quale hanno suonato fianco a fianco con Afterhours, 24 Grana e Verbena. Ma non tutto andava sempre bene. Vale la pena citare un’occasione nella quale erano stati chiamati per una tre giorni di concerti a Milano, interamente spesati ed alloggiati dalla organizzazione. Milano !!. Pensavano chissà quale  turbinio di modernità avrebbero dovuto affrontare e si sono trovati a suonare per un centro sociale, in una specie di oratorio di una chiesa. L’alloggio è consistito in un sacco a pelo ciascuno che è stato loro dato, e con i quali hanno trascorso le notti dormendo tra i banchi della stessa chiesa…


I musicisti hanno poi intrapreso altre strade. Alessandro Cavaliere si è tramutato nel Cavaliere Alessandro prima ed in ICHAS adesso (decisamente da bruco a farfalla), Domenico Pistillo lavora in ASL, Nicola Pantheon è ingegnere civile e Mariano Rotunno è insegnante. Ok, è fatta ! E’ facile a questo punto profetizzare che il prossimo post (sempre che abbiate digerito questo …) sarà più attinente ai gusti dei seguaci della Stratosfera…
Un abbraccio musicale -  Giudas

COMUNICAZIONE AI NAVIGATORI (by George)
La Stratosfera spegne i motori per una decina di giorni. Li riaccenderà dal 19 settembre. Nel frattempo, cari amici, vi invito a dare un'occhiata alla wishlist, da poco rinnovata. Chissà che non salti fuori qualcosa di buono dai vostri archivi. A presto.



LINK Punk Rock Cafè
LINK Pallavvelenata

Post by Giudas (Words & Music) with a little help by George

mercoledì 3 agosto 2022

Serie "Bootleg" n. 331 - Antonello Venditti - Aosta, Teatro Giacosa, 14.05.2000 - "Su questa nave chiamata musica Tour"

 FIRST TIME ON THE WEB


TRACKLIST CD 1:

01. Sora Rosa
02. Mio padre ha un buco in gola
03. Roma Capoccia
04. Le cose della vita
05. Notte prima degli esami
06. Band intro
07. Medley: Sotto il segno dei Pesci / Bomba o non bomba / Sara
08. Compagno di scuola
09. Ci vorrebbe un amico (fade out)


TRACKLIST CD 2:

10. In questo mondo che non puoi capire
11. Shake
12. Peppino
13. Stella
14. Su questa nave chiamata musica
15. Amici mai
16. Alta marea
17. Ricordati di me
18. Goodbye Novecento
19. Che tesoro che sei


MUSICISTI:

Antonello Venditti – voce, pianoforte
Derek Wilson – batteria
Rodolfo Lamorgese – percussioni
Alessandro Centofanti – pianoforte
Danilo Cherni – tastiere
Fabio Pignatelli – basso
Maurizio Perfetto – chitarre
Toti Panzanelli – chitarre
Amedeo Bianchi – sax


Premessa by George

Prosegue la collaborazione con il mio storico amico Chris (da oggi lo chiamo così, come in effetti  lo chiamo abitualmente) che ci ha voluto regalare un magnifico concerto di Antonello Venditti, per la prima volta sul web, registrato nella nostra città, all'interno del Teatro Giacosa. Ammetto di non essere mai stato un grande fan del buon Venditti, anche se ho apprezzato e continuano a piacermi  i suoi primi lavori targati anni '70. Ricordo ancora quando acquistai la cassettina, che conservo tuttora, contenente quel mitico "Theorius Campus", registrato nel lontano 1972 insieme a Francesco De Gregori. Ebbene, basterebbe solo il primo dei due CD che costituiscono questo concerto, per giustificarne l'ascolto. Proprio dall'album appena citato fuoriescono "Sora Rosa" e "Roma Capoccia", mentre da "Le cose della vita" del 1973 Antonello propone il brano omonimo e quel capolavoro che si chiama "Mio padre ha un buco in gola". Infine, impareggiabile il medley da "Sotto il segno dei pesci". Lo accompagna una formazione super collaudata, come ha scritto Chris, dove troviamo musicisti dello spessore di Derek Wilson (già con Cocciante, Zero, Zucchero, Gaetano e altri ancora), Alessandro Centofanti (ex Buon Vecchio Charlie, ex Libra e collaboratore di tutti i più grandi musicisti italiani, scomparso purtroppo nel 2014) e Fabio Pignatelli, storico bassista dei Goblin.
Grazie Chris per questo magnifico cadeau estivo. A te la parola.


Recensione by Chris

Di Antonello Venditti si è parlato molto recentemente per il “bagno di folla” dell’Olimpico, lo scorso 18 giugno assieme a Francesco De Gregori. Al di là dei fasti di quella serata, la dimensione stadio è da tempo congeniale – se non quasi obbligata, visto il seguito raggiunto - al volto più popolare della “scuola romana”. Eppure, nella carriera iniziata al Folkstudio, non sono mancate le occasioni per vederlo esibirsi in teatri. Una di queste è stata rappresentata dal tour “Su questa nave chiamata musica” della primavera del 2000, seguito all’album “Goodbye Novecento” (il 15esimo in studio del cantautore romano) e alla partecipazione a Sanremo con “Che tesoro che sei” e “Su questa nave chiamata musica”.
Anche se non se ne trova traccia nelle date indicate su Wikipedia (forse perché inserito nella rassegna regionale “Saison Culturelle” e quindi considerato come evento a sé stante), toccò anche la Valle d’Aosta, con una data al Teatro Giacosa, nel cuore del capoluogo, il 14 maggio 2000.
Un’occasione per “non troppi intimi”: pur nel suo sostanziale sold-out, la location – al momento inutilizzata da tempo - non poteva contenere più di 530 spettatori, offrendo un osservatorio privilegiato sul momento musicale e sulla performance dell’artista e del suo (già) affiatato gruppo di collaboratori.


Da subito, in sala, fu chiaro che Venditti aveva voglia di raccontarsi non solo con le canzoni. Aneddoti e pensieri, seduto al pianoforte, hanno costellato il lancio e l’uscita da ogni brano, chiedendo ogni volta diversi minuti, ma non avendo innescato sempre (almeno, in chi scrive) quel “pathos” che in un concerto ci si aspetterebbe soprattutto dalla musica. Nell’ottica di mettere l’accento su quest’ultima – vero valore dell’autore di “Roma Capoccia” – la “scelta editoriale” è stata di eliminare le parti parlate (eccezion fatta per l’introduzione della band) dalla registrazione. 

Fabio Pignatelli

Dal punto di vista della scaletta, il Venditti di quegli anni era già forte del bagaglio di brani che avevano contribuito a scolpire il suo nome nella canzone d’autore italiana. I primi quattro brani, legati al suo intimo (tra i quali “Sora Rosa” e “Mio padre ha un buco in gola”), scivolarono via in versione “solo”, eseguiti esclusivamente da lui al piano. Su “Notte prima degli esami” entrò in campo la band, che dimostrò il valore degli strumentisti che si esibiscono al fianco di Antonello. Per il resto, pagine del trend più “commerciale” di Venditti (vedi alle voci “Shake” o “Alta marea”) si alternarono a suoi classici senza tempo (“Sotto il segno dei pesci”, “Bomba o non bomba” e “Compagno di scuola” eseguite in indelebile sequenza).

Alessandro Centofanti con Antonello Venditti

Nell’insieme, una serata che ha consentito di godere del volto non consueto di un’artista, mostrando al tempo stesso quella solidità musicale che fa da fondamenta al trionfo recente allo Stadio Olimpico. Menzione d’obbligo (ma non d’onore) per il pubblico valdostano, non particolarmente magnanimo in trasporto e calore, tanto da suscitare anche l’ironia del protagonista della serata, ma a chi va per concerti nella regione (o ci andava in quegli anni) non suonerà come una novità.
Buon ascolto

Il Teatro Giacosa di Aosta

LINK CD 1
LINK CD 2

Post By George - Words & Music by Chris


domenica 13 marzo 2022

Musica per il Cielo Ensemble - 2000 - Musica Caeli (Concerto di musica sacra per il Giubileo) - Not for sale

 

TRACKLIST:


MUSICISTI

Franco Parravicini - chitarra
Vincenzo Zitello - voce, arpa
Riccardo Tesi - musette
Mario Arcari - oboe, oboe d'amore
Federico Sanesi - percussioni, tabla
Tosca - voce


Ringrazio innanzitutto il nostro amico Pietro per averci fornito questo ottimo contributo. Si tratta di un CD distribuito insieme al periodico "Famiglia Cristiana" n. 16 del 23 aprile 2000, quindi "not for sale" separatamente. Pietro ci fornisce alcune informazioni aggiuntive: "Questo CD, uscito nell'anno 2000 come allegato a Famiglia Cristina, bruciò 50.000 copie in un'unica tiratura e non venne mai più ristampato. Almeno, così rammenta Vincenzo Zitello (Battiato & Friends) che avevo coinvolto per la realizzazione di diversi concerti, in trio, da solo e con l'ensemble Musica Caeli. Dal vivo, l'oboista Roberto Mazza (altro friend del Maestro) veniva sostituito dall'ottimo Riccardo Tesi all'organetto diatonico. Si tratta di musica sacra, con arrangiamenti contemporanei realizzati da Stefano Melone, in cui la bravura dei singoli si fonde in un ensemble straordinario. Forse, a dispetto delle apparenze, può interessare e sorprendere il popolo stratosferico".


Caro Pietro, credo proprio che gli amici della Strato resteranno sorpresi, così come lo sono stato io fin dal primo ascolto. Oltre ai musicisti da te citati, l'ensemble può contare sulla splendida voce di Tosca, all'anagrafe Tiziana Donati, cantante e attrice, in attività fin dal 1989 (leggete la sua lunga biografia artistica qui), vincitrice di un Festival di Sanremo e Premio Tenco nel 1997. 

Tosca

Ma come è nato il progetto "Musica Caeli", concerto di musica sacra per il Giubileo? 
Il booklet ci dà una mano. L'album consegue all'incontro tra musicisti appartenenti a differenti aree musicali che dal 1995 lavorano insieme per creare composizioni originali di carattere sacro, sulla base di preghiere tradizionali in lingua latina. Questo album rappresenta la prima testimonianza registrata di tale lavoro, che prima di allora si era sviluppato dal vivo in alcune basiliche di varie città d'Italia. 
Qui sotto, nel booklet interno, troverete i principali tratti biografici dei musicisti impegnati nel progetto.



Qui invece, la guida all'ascolto



Un ultimo ringraziamento a Pietro prima di lasciarvi con il consueto buon ascolto.

Vincenzo Zitello


Post by George - Music bt Pietro