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martedì 29 novembre 2016

I Gufi


Roberto Brivio (Milano, 21 febbraio 1938) - chitarra, fisarmonica e voce
Gianni Magni (Milano, 16 maggio 1941 – Milano, 16 luglio 1992) - voce
Lino Patruno (Crotone, 27 ottobre 1935) - chitarra, banjo, contrabbasso, voce
Nanni Svampa (Milano, 28 febbraio 1938) - chitarra, pianoforte e voce

Il primo embrione del gruppo si forma nel 1964. Nanni Svampa ha appena inciso il suo primo disco, Nanni Svampa canta Brassens, ed ha iniziato a frequentare l'ambiente musicale milanese. Ha l'occasione di conoscere il jazzista Lino Patruno, diventandone amico ed iniziando a collaborare con lui. Tra i due si inizia a discutere della possibilità di allestire spettacoli di cabaret concerto. L'idea prende forma definitiva in seguito all'incontro con Roberto Brivio e Gianni Magni: i quattro decidono di fondare il gruppo "I Gufi".





Il primo album dei Gufi ha il marchio di fabbrica di Svampa: s'intitola infatti Milano canta (assumerà il numero 1 in seguito all'uscita di altri due album con lo stesso titolo). Nato e vissuto nei quartieri popolari di Milano, caratterizzati dai cortili, dalle case di ringhiera e da quell'intensa umanità che aveva fatto sì che si parlasse di Milan cont el coeur in man, Svampa aveva subìto il fascino della cultura popolare fino al punto da effettuare una scrupolosa ricerca filologica ed archivistica al fine di conservare e tramandare il patrimonio plurisecolare della canzone meneghina.

L'alchimia funziona bene: Nanni Svampa, detto il cantastorie, è il cantore della Milano dialettale che va scomparendo. Lino Patruno, il cantamusico, un jazzista di vaglia, tuttora attivo sui principali palcoscenici. Gianni Magni, l'unico prematuramente scomparso nel 1992, è detto il cantamimo: di famiglia circense, è un mimo capace di posture grottesche e di cantare con voce quasi bianca. Roberto Brivio, appassionato d'operetta è l'autore dei testi più originali del gruppo, che gli valgono il soprannome di cantamacabro.



Il secondo album segue di pochi mesi il primo, e s'intitola I Gufi cantano due secoli di Resistenza. Per questo lavoro il gruppo attinge alle ricerche effettuate sino a quel momento da Svampa (per quanto riguarda la canzone milanese) e da Brivio (canti anarchici dell'Ottocento e canzoni della resistenza partigiana).

A mano a mano cresce anche il contributo degli altri: Lino Patruno conferisce un'atmosfera ed un arrangiamento freschi e frizzanti a brani spesso anche molto datati. Gianni Magni, con la sua mimica e i suoi occhi costantemente strabuzzati s'impone come il vero e proprio front-man del gruppo, ed è probabilmente lui a suggerire l'adozione della calzamaglia nera che, assieme alla bombetta sul capo, diventerà la divisa d'ordinanza e il marchio di fabbrica del gruppo. I quattro si dimostrano anche esperti talent scout, dando fiducia a nuovi giovani talenti come Marco Messeri ed altri, facendoli esibire nei loro cabaret milanesi.









Protetti dal dialetto, comunque, i quattro riescono a dire cose che in italiano sarebbero state cassate dalla rigida vigilanza della Rai di Bernabei (per avere un'idea del livello ossessivo di controllo e vaglio a cui i testi erano sottoposti fino agli anni settanta, vedi la pagina sulla Censura nella musica in Italia). Soprattutto, si permettono di portare sotto i riflettori alcune canzoni di Brassens, come La prima tôsa (La première fille), che narra non del romantico primo amore, come il titolo lascerebbe intendere, ma del primo rapporto sessuale vero e proprio, spesso consumato in maniera "mercenaria". Oppure fanno un embrione di satira politica, scimmiottando le canzoni tradizionali: tra le altre, ricordiamo Socialista che va a Roma, modellata sulla famosa ballata popolare Pellegrin che vien da Roma. La testimonianza di questo periodo è fissata nella raccolta Il teatrino dei Gufi in TV.

Con l'esplodere del Sessantotto e della protesta pacifista in USA e in Francia, i Gufi portano a teatro il loro spettacolo più politico, che diventa presto un trentatré giri molto venduto: Non spingete, scappiamo anche noi. Lo spettacolo è un ironico, sarcastico viaggio nel corso dei secoli alla ricerca di miti patriottici e militari da abbattere: "Non spingete, scappiamo anche noi/ alla pelle teniam come voi./ Meglio esser vecchi e figli di boia/ che far gli eroi per casa Savoia [...]// E Pietro Micca è saltato in aria,/ per salvare la Fiat di Torino/ io invece sono all'Alfa ma non sono cretino /e i salti miei li faccio su un letto insieme a te. " (da: Non spingete, scappiamo anche noi). "Io sono un generale e me ne vanto,/ io sono un generale e son contento,/sono io che vi difendo/ nella guerra e nella pace/ da che cosa non lo so/ però però.// Ho un'alluce che tanto piace stavo bene anche in orbace [...]" (da: Io sono un generale).








Nella stagione tra il 1968 e il '69, all'apice del loro successo, alcuni contrasti all'interno del gruppo portano allo scioglimento. In particolare è Gianni Magni, per sua stessa ammissione, a dire la parola "basta". "Non riesco a sopportare le persone che non hanno più niente da dirsi. Finché un gruppo riesce a fare l'alba, ridendo, divertendosi a creare, inventando, tutto va bene, se però non c'è più questo feeling, questo accordo, allora il gruppo non ha ragione di esistere. A un certo punto mi sembrava di far parte di quelle coppie che vanno al ristorante e mangiano in silenzio, facendo capire a tutti che la loro storia è finita". Nel 1971 il loro ultimo album assieme ufficiale, un'antologia, La Balilla.








Il gruppo si riunisce brevemente nel 1981, conducendo su Antenna 3 Lombardia la trasmissione Meglio Gufi che mai (40 puntate con la regia di Beppe Recchia), nella quale ripropongono il loro repertorio tradizionale di scenette surreali e canzone popolare. Si registra un buon successo, coronato persino da una partecipazione come ospiti al Festival di Sanremo con la canzone Pazzesco. Al termine della stagione televisiva però Gianni Magni sceglie nuovamente la strada solitaria. Si cerca di mantenere viva una formazione a tre e in tale ridotta composizione i Gufi partecipano nel 1982 alla trasmissione Blitz su Raidue. Vengono inoltre re-incisi molti pezzi del gruppo, adattandoli alle tre voci. Conclusa la stagione televisiva ciascuno dei membri sceglie tuttavia definitivamente la propria strada, separata dal resto del gruppo.


giovedì 17 novembre 2016

1966 The Bigs - Nella gabbia/Rido e riderò 44 giri


I Bigs (o meglio The Bigs) erano uno dei molti gruppi inglesi calati in Italia, in precedenza si chiamavano The Exotics. Il brano scelto per la cover era uno dei più sfruttati all'epoca, si trattava di un brano R&B all'origine di James Brown, ripreso dai Moody Blues nel loro LP pre-psichedelico e pre-sinfonico "The Magnificent Moodies" del 1966. Come in altre occasioni dalla Inghilterra la popolarità del brano arrivò in Italia via radio. Una versione con un buon tiro che non sfigura troppo al confronto con quella del re del soul. Il testo originale era molto più semplice e lineare di quello italiano, il concetto unico era "se mi lasci, esco pazzo".



Giovanna "Vanna" Brosio (Torino, 18/04/1943 - 19/06/2010)


Biografia a cura di Peppuccio Purromuto (2003)

Un po’ introversa, modesta, profondamente umana, fa della dolcezza e della semplicità i suoi mezzi per comunicare con il prossimo. Vorrebbe farlo anche con la voce ma la sua ispirazione artistica la spinge a modelli non facilmente recepibili. <<Io canterei molto bene - dice Vanna Brosio – ma purtroppo non ho la voce di Mina o della Fitzgerald ; ho soltanto una spiccata musicalità e mi sento portata per un genere di musica che purtroppo non incontra il favore del pubblico >>. Per questo motivo, alla domanda se preferisca l’attività di attrice e presentatrice a quella di cantante risponde in modo affermativo.
Nata a Torino, figlia di un austero antiquario, fino a vent’anni il suo incontro con lo spettacolo avviene solo sui palcoscenici di teatrini improvvisati per episodiche recite nel collegio dove frequenta il liceo artistico. Finiti gli studi si iscrive ad un corso di lingue. Contemporaneamente, aiuta il padre nel suo lavoro di antiquario. Il caso vuole che il loro negozio sorga proprio di fronte all’edificio della RAI di Torino: accade così che per l’interessamento di qualche programmista, a Vanna viene offerta l’opportunità di piccole evasioni dal tran-tran quotidiano con particine e figurazioni in alcune trasmissioni.
Quel nuovo mondo, stravagante, in breve la conquista e quando qualcuno le suggerisce che potrebbe tentare, con un certo successo, la strada della fotomodella, lascia Torino e si trasferisce a Milano.
Il nuovo lavoro la impegna immediatamente con severità concedendole altresì insperate, quanto gradite, soddisfazioni personali. <<Per me – confessa Vanna Brosio – lavorare come fotomodella, interpretare fotoromanzi e caroselli pubblicitari era la cosa più bella che potessi desiderare, in quel particolare momento. Certo, le cose veramente importanti della vita sono altre, ma io, allora, non chiedevo che di godermi il mio senso di indipendenza, la mia libertà e il mio modesto ma importantissimo successo >>.
Nel 1963, in vacanza a Forte dei Marmi, esordisce come cantante nientedimeno che alla <<Bussola>>…dopo la chiusura, però, e alla presenza di pochi amici.
Fra questi ce n’è però uno che ascolta il repertorio di quella timida ragazza che interpreta con inattesa musicalità impegnative canzoni di Julie London ed Ella Fitzgerald: si tratta di Bruno Martino il quale, alla fine dell’estemporaneo <<show>>, si congratula con lei e la incoraggia a seguitare su quella strada. Martino fa anzi di più : si interessa per farle ottenere dei provini in diverse case discografiche fino a che la sua protetta non firma un regolare contratto con la << Voce del Padrone >>. L’anno successivo, siamo nel 1964, Vanna incide il suo primo disco dal titolo Come mio padre, un delicato motivo romantico-sentimentale che le frutta immediatamente cinquantamila copie vendute.

Il successo del singolo fa si che la suddetta casa discografica le faccia incidere pochi mesi dopo un nuovo disco dal titolo Non rispondo di me. Ottime le vendite anche in questo caso.

<< L’inizio poteva ben dirsi incoraggiante – ricorda la Brosio – ma a quel punto sbagliai tutto e non seppi amministrarmi con criterio. Invece di distrarmi in altre attività, come fare la valletta di Mike Bongiorno in La fiera dei sogni e partecipare ad alcuni filmati e special televisivi, avrei dovuto seguire il suggerimento di Fred Bongusto di darmi il nome d’arte di Francesca e partecipare a qualche festival o ad Un disco per l’estate, cose alle quali tenevo molto>>.

Nel ’66 entra a far parte del Clan Celentano e partecipa a numerosi spettacoli con Adriano e Don Backy. << mi divertivo moltissimo – ricorda Vanna – perché nei confronti di Adriano ho sempre provato lo stesso entusiastico divertimento dei suoi ammiratori . L’anno successivo, 1967, passa ad una nuova etichetta ed incide la splendida Con la faccia all’ingiù colonna sonora del film Cupido 7 a cui fa seguito la ritmata Non sei bello ma sei simpatico

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Sono di quel periodo Il primo giorno di primavera, Le mele verdi e la sua partecipazione a tutte le edizioni di Settevoci al fianco di Pippo Baudo, oltre che a numerose trasmissioni radio e televisive.
Nel ’71 presenta la trasmissione radiofonica, Novità, della quale interpreta anche la sigla. Fa poi in televisione Come quando fuori piove con Raffaele Pisu e Domenica insieme con Bruno Lauzi. Nel frattempo cambia ancora casa discografica e passa alla <<Barclay>> con la quale incide Te lo dirò in confidenza.


Nel 1972 a strapparla da una certa monotonia, ci pensa la televisione che le offre finalmente un’occasione maiuscola, quella di condurre, insieme all’attore Nino Fuscagni, la trasmissione Adesso musica della quale canta la sigla dal titolo Oggi, domani, sempre. E’ il successo. In breve è assediata da ammiratori noti e sconosciuti, riceve lettere, telefonate, fiori a profusione: in una parola è la popolarità. La rubrica musicale, dato l’ottimo indice di gradimento, andrà avanti fino al 1976.



Escono sul mercato in quegli anni vari 45 giri : Viva noiUna vita difficile (composta da Jannacci) e La montagna , brano di Cristiano Malgioglio. 







Nel 1977 in coppia con Augusto Martelli è la volta del programma musicale  Bella senz’anima del quale Vanna incide la sigla dal titolo Colpa di un disco, lato B strumentale.
L'anno successivo incide L'aquilone, lato B strumentale.
Nel 1980 con lo pseudonimo di G.Bri pubblica Non rompere, lato B strumentale.
Infine nel 1982 esce Frutta fuori stagione.


Seguono altri anni di successi, dischi, film e partecipazioni a “Discoring“, “Domenica in”, molti programmi fino al 1984, che la vede al fianco di Aldo Biscardi nella conduzione del Processo del lunedì del quale canta anche la sigla dal titolo “Ho la testa nel pallone” che costituisce il nuovo singolo. Nel 1985 presenta “Domenica Gol” su Rai Tre ed esce un altro 45 giri “Dai campione”anche questo come il precedente scelto come sigla del programma.


Sono per la Brosio anni nei quali, dando prova di grande versatilità, abbraccia con successo la carriera di giornalista sportiva firmando ben 120 articoli per il settimanale “Sorrisi e Canzoni” e realizzando interviste alle piu’ importanti star del calcio internazionale per vari programmi Rai tra i quali: 90’ mondiali – Tuttocampionati 91/92 TG 2 – Derby T.G.S. 93 – Processo ai mondiali 94 - Sport sera T.G.S.  Rai 2 1996 .

Da lì dopo una carriera trentennale la decisione, dovuta anche a motivi familiari, di dedicare maggior tempo alla vita privata , riducendo per sua scelta i ritmi lavorativi.
Oggi Vanna vive serenamente nei pressi di Torino e non è escluso che nel suo futuro ci sia un programma Rai.


Nel 1998 la Giallo Records pubblica, in un cd antologico, 4 canzoni del periodo Variety, tra cui un inedito del 1969 scritto da Claudio Daiano, La nostra storia finisce qui

Muore nel giugno del 2010 a Torino dopo una lunga malattia. Il suo funerale viene celebrato il 21 giugno nella chiesa di Piossasco, piccolo centro del Torinese dove si era ritirata a vita privata nella casa dell'anziana madre a partire dalla metà degli anni Novanta.


domenica 24 luglio 2016

Lu Colombo


Lu e' nata nel 1952. Vive tra Milano, Firenze e qualche volta il resto del mondo ma in verita' "tra" e' il luogo dove trascorre la maggior parte del suo tempo. Si diletta con la musica e le parole da sempre fino a che il piacere diventa mestiere con le dovute conseguenze per se' e per tutti.

Da adolescente, negli anni ‘60, inizia a cantare e a suonare la chitarra, registra come corista con il gruppo Stormy Six e fa parte del trio Plastic Doves. Negl anni ’70 è attiva in teatro dove scrive e cura colonne sonore, lavora in uno studio di registrazione e montaggio cinema dove registra anche jingles pubblicitari. In quegli anni lavora anche part time in una rivista musicale come grafica. Nel 1981 Lu Colombo, appassionata di musica ballabile, lancia nel mercato della musica dance il brano Maracaibo ballata d’amore e d’avventura. 








Nell’82 firma con l’etichetta Emi Italia e pubblica il singolo Dance All Nite, con il quale nel 1983 partecipa al Festivalbar e vince il Disco estate di Rimini.








Il brano verrà poi incluso insieme a Maracaibo nella colonna sonora del film Vacanze di Natale. Nel 1984 Lu partecipa di nuovo al Festivalbar con Aurora, mentre nell’edizione 1985 presenta Rimini Ouagadougou dopo aver vinto il Festival di Saint Vincent. Poi Lu esce lentamente dalla scena dance rimanendo fuori dalla musica per tutti gli anni 90. Nel 2001 produce un cd dal titolo Maracaibo 20th Anniversary per Self Distribuzione . Nel 2011 una versione reggae di Maracaibo per il trentesimo anniversario e una versione in spagnolo.






Lu svolge anche una intensa attivita' come decoratrice murale e pittrice. Ha partecipato a importanti lavori di restauro in tutto il mondo.
Dopo una lunga pausa di riflessione e ricerca musicale nel 2004 Lu fa il suo ritorno con Maurizio Geri in un album swing: L’uovo di Colombo, Trimurti records, nel quale produce una nuova versione di Rimini-Ouagadougou, dove si conferma come autrice, cantante e produttore. In questo disco si respirano varie influenze musicali, dagli anni 30, al latino,dal pop anni 70 alla canzone d'autore. Questo album nello stesso anno la porta anche al Festival di Musica di Mantova. 
Nel 2008 interpreta 19 giorni e 600 notti (cover di 19 días y 500 noches di Joaquin Sabina nell’album dei Pan Brumisti Quelle piccole cose) presentato al Premio Tenco.



Nel 2009 Lu collabora con il gruppo musicale bresciano dei “The The” per la realizzazione del disco Lupai, composto da brani cover ballabili anni ’70, Il disco esce in edicola e gli introiti sono destinati a finanziare iniziative umanitarie in Guatemala e in Ghana.





Nel 2012 Lu pubblica il disco Molto piu’ di un buon motivo Artup records, interamente dedicato a Joaquin Sabina in cui interpreta ben 12 canzoni, tutte tradotte in italiano da Sergio Sacchi del Club Tenco, tra queste ripropone 19 giorni e 600 notti. Nel 2013 Lu partecipa al Premio Tenco con il suo gruppo -Marco Poggiolesi-Michele Staino-Ferdinando Romano-Andrea Brogi.
Nel 2014 Lu con il gruppo,si reca in Spagna per un concerto al Tinta Roja di Barcellona nel programma di Cose di Amilcare e a Madrid dove incontra Joaquin Sabina. Il suo nuovo lavoro nasce dalla passione per le canzoni di Joaquin Sabina, cantautore spagnolo celeberrimo, quasi sconosciuto in Italia. Il mondo di Sabina e' vicino al mondo interiore di Lu che usa la voce in modo nuovo per enfatizzarne i contenuti. Sergio S. Sacchi si impegna nella produzione artistica coinvolgendo numerosi musicisti. Lu forma un trio e parte per girare un video in Camargue alla festa dei gitani.

Bonus:





domenica 10 luglio 2016

Gli Apostoli. gruppo beat anni '60

Gruppo romano, che è stato tra i primi complessi italiani – anzi il secondo in assoluto dopo l’Equipe 84 – a suonare al Piper Club.
Il gruppo è stato costituito nel 1965 sulle ceneri dei Four Ribots e dei Go Karts, complessi di musica melodica e da ballo dell’epoca – come Cha Cha Cha, Hully Gully, Twist ecc – nell’intento di rispondere alla nuova tendenza del BEAT.
A settembre dello stesso anno, dopo un’intera estate trascorsa a suonare all’Hotel Baja Lloyds di Vietri sul Mare,  sono stati ingaggiati dal Piper Club (discoteca e locale per ballare musica suonata dal vivo) dove si sono esibiti più volte.
Nel 1966 hanno continuato a suonare al Piper di Roma, a quello di Viareggio e in tutta l’Italia in esibizioni e feste. Successivamente, unitamente all’attività di complesso Beat, sono stati il gruppo di sostegno di Edoardo Vianello e Wilma Goich per circa due anni.
Tra le curiosità che accompagnano la loro storia c’è anche un'apparizione nel film “musicarello” (Quando dico che ti amo, 1967), con Tony Renis e Lola Falana.

La preistoria de Gli Apostoli: 1962 i Four Ribots

La preistoria de Gli Apostoli: 1964 i Go Karts
Formazione

Angelo Alessandra (tastiere)
Francesco Berichelli (chitarra)
Angelo Piperno (voce)
Ettore Paparazzo (basso)
Roberto Conrado (batteria)


Due dischi ufficiali e uno mai pubblicato:


Robinson / Chi mai lo sa? (Sunstar sp 216 – 1965)
“Chi mai lo sa?” è una cover di Where Have All The Flowers Gone di Pete Seeger, con testo di Daniele Pace.
“Robinson” è una cover del brano You Know He Did (1965) degli Hollies, retro del successo Yes I Will.
“Chi mai lo sa” è stato ripubblicato anche nella raccolta di Red Ronnie “Quei Favolosi Anni 60″, insieme a brani de I Nomadi, Michele, I New Dada, Equipe 84 ecc.



E’ meglio che mi muova / Le cose che tu cercherai (Roman rm 001 – 1966)

“E’ meglio che mi muova” è una cover del brano She’s About A Mover (1965) del gruppo tex-mex-beat di Doug Sahmdi Sir Douglas Quintet.

“Le cose che tu cercherai” è un pezzo originale de Gli Apostoli, per il quale un componente del gruppo (Francesco Berichelli) ha tratto ispirazione e ha dedicato all’amore per Renza, sua futura moglie.
“E’ meglio che mi muova” e “Le cose che tu cercherai” sono stati ripubblicati anche nella raccolta “Raccolta Magic Bit Pop – vol. 13″, insieme a brani de Gli Uragani, The Renegades, The Motowns, I Bisonti ecc.



Il lupo e l’agnello / Sento l’estate (RCA 1965, inedito) 
“Il lupo e l’agnello” è un pezzo, la cui musica – originale de Gli Apostoli – è espressione tipica del ritmo e del suono Beat dell’epoca, mentre il testo è chiaramente ispirato alla favola di Esopo, considerato però  un pezzo molto “cattivo”.
“Sento l’estate” è una versione precedente ed alternativan del testo di “Chi mai lo sa?”, scritta da Ettore Paparazzo (il bassista del gruppo). Questa versione non venne mai pubblicata, rimase inedito, allo stato di lacca, per motivi che alcuni dicono ignoti, ma che solo loro sanno il perché. Ascoltatelo e capirete…


sabato 9 luglio 2016

Cocky Mazzetti

Cocki Mazzetti, pseudonimo di Elsa Mazzetti; talvolta indicata anche come Cochi Mazzetti (Milano, 28 febbraio 1937).

Cocky Mazzetti è il nome d’arte della milanese Elsa Mazzetti. Cocky Mazzetti aveva iniziato a cantare nel 1954 nell'"Orchestra Zerosei", composta da Sergio Cassani al pianoforte, Walter Finelli al sax alto e al clarino, Vittorio Baroncini alla tromba, Mario Palmieri al sax tenore e al violino e Giorgio Banchetti alla batteria; con l'orchestra compie anche varie tournée all'estero e nel 1960 aveva ottenuto il suo primo contratto discografico con la Primary, etichetta distribuita prima dalla Bluebell ed aver assunto il nome d'arte Cocki; in seguito dalla RiFi record di Milano di Giovanbattista Ansoldi. L’anno dopo esordirà al Festival di Sanremo del 1961, interpretando il brano “Qualcuno mi ama“, in coppia con Emilio Pericoli, nella facciata B del disco A.A.A.Adorabile cercasi (Primary CRA 91817), canzone partecipante alla stessa manifestazione, non finalista, cantata da Bruno Martino (La voce del Padrone) e Jula De Palma (Circus), ma è nel corso dell'estate che si farà conoscere dal grande pubblico grazie al notevole successo del brano Pepito. Al primo posto si classificò “Al di là”, cantata da Luciano Tajoli (Car juke box) e Betty Curtis (CGD); al secondo posto 24000 baci, cantata da Adriano Celentano (Jolly J 20127) e da Little Tony (Durium LdA 6974).

Nel 1962 è nuovamente al Festival di Sanremo con Tobia e Occhi senza lacrime, partecipa al Festival di Napoli ed è presente al VI Festival di Zurigo con il brano Fuochi d'artificio. Inoltre, è la prima cantante ad incidere il brano La partita di pallone che però arriverà ai primi posti delle hit-parade qualche mese più tardi nella versione di Rita Pavone.

Dal 1962 in poi Cocky Mazzetti parteciperà a diverse manifestazioni canore, presentando brani cover e originali, collezionando molteplici successi personali. Chi le impedì il grande successo fu Rita Pavone, che incidendo La Partita di Pallone (RCA PM45 3140) , che già aveva inciso la Mazzetti (Primary CRA NP 91886), la relegò ingiustamente nella posizione di gregaria, ovviamente mi riferisco a quella particolare occasione.

La delusione viene presto riscattata dal Festival di Sanremo 1963 in cui si classifica terza con Giovane giovane cantata in coppia con Pino Donaggio; allo stesso festival presenta anche Perché perché in coppia con Tony Renis.
Sempre nel 1963 incide Dimmelo sottovoce, sigla della trasmissione televisiva "Leggerissimo".
Anche nel 1964 partecipa ad importanti manifestazioni musicali: è nuovamente al Festival di Sanremo con Mezzanotte, in coppia con Los Hermanos Rigual, al Cantagiro e al Festival delle Rose; nel prosieguo del decennio inciderà altri dischi senza tuttavia ottenere significativi riscontri di vendita.

Dopo un periodo di pausa, nei primi anni ottanta diventa una componente del gruppo Gli Oldies con Wilma De Angelis, Claudio Celli, Ernesto Bonino e Nicola Arigliano: con questa formazione incide un nuovo album e partecipa a svariate trasmissioni televisive, soprattutto su Antenna 3 e Canale 5.
Dal 1998 al 2001 partecipa come ospite fissa a trasmissioni di Paolo Limiti su Rai Uno interpretando successi di tutti i tempi facenti parte del suo sterminato repertorio. Si segnala Il tema di Harry Lime dal film Il terzo uomo e Non chiamarmi autunno del repertorio di Flo Sandon's.
Attiva tuttora in serate con orchestre da ballo.

45 giri
1960: Flamenco rock/Quando c'è la luna piena
1961: Qualcuno mi ama/A. A. A. Adorabile cercasi (Primary CRA 91817)
1962: Carnaval do Brazil/Cielito Lindo1962: Che dirà la gente?/Abreme la puerta (Primary CRA 91824)
1962: Flamenco Rock/Pepito
1962: Nuttata 'e luna/Paese 'e cartulina/Chin'e fuoco (Primary CRA 91877)
1962: Pepito/Zero In Cha Cha Cha (Primary CRA 91833)
1962: Tobia/Occhi senza lacrime (Primary CRA 91857)
1962: Tango Italiano+Virgola di luna
1963: Un caffè/ Tu sei differente (Primary CRA 91880)
1963: La partita di pallone/Il tuo compleano (Primary CRA 91886)
1963: Giovane giovane/Le gocce (Primary CRA 91896)
1963: Perché, perché?/Di baci (Primary CRA 91897)
1963: La domenica/Pizza Pye
1963: Dimmelo sottovoce/Qui sotto il cielo di Capri (Primary CRA 91899)
1963: Casanova Baciami/Tu lo sai (Primary, CRA NP 91903)
1963: Ronf ronf / Pagherai (Primary CRA 91920)
1963: Buio/Pagherai (Primary CRA 91921)
1964: Carneval do Brasil/Pizza Pye/La domenica/Cielito Lindo
1964: Mezzanotte/Dicono di me (Primary CRA 91927)
1964: La fine di tutto/Ho perso la bussola (Primary CRA 91933)
1965: Abbracciami forte/Cominciamo ad amarci
1968: Pioggia di settembre/Coltivatore di garofani (Zeus, BE 234)
1971: Gitano/Un Caffè
1993: Till, Nessuno al mondo, Inno all’amore, A pugni stretti.

Album
60 The best years
I grandi successi
Il meglio di Cocky Mazzetti 1998
Incominciò con un caffè (manca una traccia)
Festival di Zurigo 1963 (una sola canzone)

Dal 1983 agli anni 2000 Cocky Mazzetti ha inciso CD per l’etichetta Bang Bang, SAAR record, Dig It, Duck Record etc.
Curiosità: molti dischi riportano il nome Cocki Mazzetti ed altri Cocky Mazzetti.