Delitti d'onore
A quanto pare il padre e presunto assassino di Hina Saleem è stato arrestato o si è costituito a poca distanza dal paese dove abitava e dove la figlia è stata assassinata.
Non so quali siano le statistiche dei delitti d'onore in Italia; qui si viaggia intorno alle decine di donne uccise ogni anno - e a queste vittime bisogna aggiungere quelle sfigurate con l'acido e i parenti uccisi per delitto d'onore trasversale, soprattutto padri e fratelli colpevoli, di solito, di non aver costretto la ragazza ad accettare il matrimonio combinato offertole.
Senza neanche andare a leggere newsgroups e blog, sono certo che innumerevoli imbecilli staranno già compilando una lista di passi del Corano e degli Hadith usati dagli assassini come giustificazione; sono supremamente ignorante in fatto di religione, e pertanto non proverò neanche a confutare quei passi uno per uno, o a citare in risposta analoghi passi della bibbia che questo o quel demente ha usato (ed usa tuttora, nel caso delle milizie americane) per l'occasionale coon hunt (q.v.) o uccisione di giornalista ebreo. Non mi interessa una discussione teologica, anche perché sono certo che i miei interlocutori sarebbero ignoranti almeno quanto me e so che, vista dall'esterno, una discussione fra perfetti ignoranti su questioni così delicate oscilla immancabilmente fra l'esilarante e il patetico.
Voglio limitarmi invece a ragionare un attimo sui numeri: in questo Paese vivono qualcosa come due milioni di musulmani; se il delitto d'onore fosse veramente imposto dalla religione per cose come la non-accettazione di un matrimonio combinato, o una relazione con un "infedele", bisognerebbe allargare i tombini delle strade per far defluire il sangue.
Vale poi appena la pena di notare che il delitto d'onore non è certo un'invenzione dell'Islam (dove anzi è quasi certamente un concetto importato, come l'infibulazione): il codice penale italiano l'ha rimosso come attenuante generica in tempi estremamente recenti, e film come La ragazza con la pistola (ambientato, guarda caso, in UK) fanno ancora parte della nostra cultura; e nessuno si sognava di accusare il cristianesimo, la sua ossessione sulla repressione sessuale, la sessuofobia del magistero cattolico, di essere la causa prima scatenante dei delitti d'onore siciliani e meridionali in genere.
La religione è una scusa, non la causa, dei delitti d'onore. La vera causa è, come sempre, il potere. È una cultura maschilista e repressiva che ha tenuto per secoli sotto il proprio ferreo controllo il corpo e la vita stessa delle donne. Ogni famiglia ha rappresentato per generazioni su generazioni un piccolo impero in cui la parola del padre-patriarca era legge, in cui le figlie e le donne erano proprietà, in cui i matrimoni si contrattavano con le stesse tecniche, e lo stesso acume finanziario, della compravendita del bestiame - in generale, anche con la stessa considerazione per i desideri del bestiame. I padri dettavano legge; i fratelli facevano rispettare la legge; le donne subivano la legge.
Il contatto con una società diversa - una società in cui, più che altro per fortuna, alcune forme estreme di repressione sono state abbandonate - mette idee in testa alle donne, mina alla base il potere del patriarca, e il potere reagisce come ha sempre reagito quando è stato minacciato da un cambiamento che non capiva: con la violenza omicida. Succedeva nelle famiglie meridionali che emigravano al Nord, o in Germania o in Inghilterra; succede nelle famiglie pachistane (ma anche africane - e cristiane) che emigrano in Europa; succede (mi dicono) nelle famiglie che si spostano da Paesi più repressivi a Paesi più modernizzati del Nordafrica o della penisola araba. Cambiano al limite le giustificazioni per la violenza omicida, cambia il libro sacro da cui viene tratto il versetto che impone l'uccisione della figlia; non cambia la tragica futilità di un assassinio come quello di Brescia.