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08 maggio 2009

Cose di cui essere orgogliosi


Noi italiani siamo sempre bravi a flagellarci: all'estero è meglio, all'estero fanno così, e i francesi di qua, e i tedeschi di là... una lagna continua, e non siamo mai, dico mai, capaci di vedere il buono che c'è da noi.

Ci lamentiamo delle barriere architettoniche, del disagio, della mancanza di assistenza agli anziani, dell'emarginazione dei diversamente abili, ma io vorrei chiedere a queste prefiche a senso unico, in quale altra nazione del mondo si prende uno con le sinapsi diversamente connesse e gli si fa fare il vice-segretario di partito? In quale altro Paese del mondo l'intera struttura cittadina di un partito (peraltro bollato, paradossalmente, come intollerante) avrebbe preso un attivista con un QI leggermente più basso della temperatura ambiente e l'avrebbe amorevolmente aiutato a superare i limiti impostigli dalla natura matrigna, fino a far pubblicare i suoi indistinti gorgoglii su giornali nazionali?

Questa è integrazione, altrochè.

24 marzo 2009

Borghezio é fascista


I'm shocked, shocked!

10 novembre 2008

Dimmi con chi vai...


Questi sono gli amici della Lega Nord

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These are the friends of the Northern League

14 agosto 2007

Io gli stranieri li deporterei tutti


M. é il responsabile principale del fatto che io e Mrs. Inminoranza abitiamo a East Finchley. Quando siamo venuti a farci un giro da queste parti, stanchi dei prezzi esorbitanti (e ingiustificati) di Highgate, ci siamo fermati in un deli shop dal nome italiano sulla via principale, ed M. ci ha salutati in italiano, preparato un caffé espresso impeccabile, mostrato le rarissime merci in vendita, dalle mozzarelle di bufala alla pastina all'uovo per il brodo del sabato, dai sottoli Saclà ai panettoni Bauli (ok, era luglio, ma non sottilizziamo). Quello che ci ha veramente colpiti era il fatto che un quartiere di Londra avesse conservato abbastanza identità da villaggio di campagna da avere una collezione di posti del genere, dove i clienti entravano chiamando il proprietario per nome, attaccavano discorso con i nuovi arrivati, dove il bobby di pattuglia si affacciava per salutare. Questa é tuttora la cosa che mi piace di più di East Finchley - l'atmosfera vagamente da paese in un sobborgo della metropoli più tentacolare d'Europa.

Naturalmente il negozio di M. era una tappa obbligata ogni mattina, di strada verso la stazione della metropolitana (o in bicicletta verso la City); e con la frequentazione ho scoperto una tipologia di italiano all'estero che ho creduto per lungo tempo, fino ad una discussione sul blog di Restodelmondo, essere un caso unico: quella del leghista all'estero.

Io non lo sapevo, ma la Lega Nord, movimento anti-immigrati per eccellenza, ha una sezione londinese. Una sezione di italiani immigrati a Londra. Giuro. L'ha fondata M.

Da bravo leghista, M. ha le sue simpatie ed antipatie. Tipo, apprezza la maggior parte degli abitanti di Rovigo. Odia tutti gli altri. Odia gli inglesi, colpevoli di non essere padani prima di tutto, e poi di non essere abbastanza razzisti: Londra era una città meravigliosa e vivibile quando la polizia massacrava di botte gli immigrati, negli anni '60 e '70, ma da allora é andato tutto in malora per colpa del multiculturalismo e dei socialisti nella polizia.

Come buona parte della stampa di destra e di estrema destra inglese (fedelmente riportata da Repubblica e dall'Unità) M. odia Tony Blair, socialistadimerda che ha estromesso quel sant'uomo di John Major, che invece M. adora per aver causato il crollo del mercato immobiliare e l'ondata degli sfratti: e sì, perché M ha venduto casa per 100.000 sterline qualche mese prima del crollo, poi al crollo il nuovo proprietario, come decine di migliaia di inglesi incoraggiati fino al giorno prima dal governo, s'é trovato un mutuo che non era più garantito dal valore della casa, la banca gli ha imposto di rientrare, lui non ce l'ha fatta e s'é trovato in mezzo a una strada, e M. ha ricomprato la casa dalla banca a ventimila sterline in meno di quel che l'aveva venduta. Gli vengono ancora i lucciconi di commozione quando ci ripensa, credo più per il pensiero dell'altro tizio messo in mezzo a una strada che per le ventimila sterline in sé.

Poi odia Blair perché ha reso Londra una città cosmopolita: una volta qui "ristorante di lusso" voleva dire che per antipasto invece dei baked beans on toast ti davano il cocktail di scampi; adesso i pub fanno la serata thailandese e Asda, il supermarket dei poveri, vende olio d'oliva greco e pasta da coltivazioni biologiche di grano duro prodotta sulla Murgia barese o nel napoletano; il bravo leghista sente cosmopolita e pensa lobby mondialiste con tutto quel che ne consegue - e soprattutto, da quando i londinesi hanno cominciato ad apprezzare Chablis e Barbera d'Asti, vendere Tavernello a prezzi da orefice é diventato virtualmente impossibile.

M., dicevamo, odia gli immigrati. Uno penserebbe, e certo, é cittadino europeo, lui non si considera un vero immigrato, ce l'ha con quelli che vengono dal Pakistan o dall'Uganda. Magari! Il mistero del leghista all'estero é che lui non odia solo pakistani e ucraini e albanesi, odia pure gli europei. Vuole l'uscita dell'UK dall'Unione, odia Blair perché é europeista e con l'apertura delle frontiere ha riempito Londra di gentaglia, francesi, tedeschi, spagnoli e persino terroni! M. da bravo leghista si considera appartenente alla razza superiore per antonomasia, e quindi é consapevole di avere pieno diritto a vivere dove vuole: lui non é un immigrato, é padano - sono certo che se veramente il governo inglese mettesse in pratica i provvedimenti che a lui piacerebbero tanto, M. sarebbe assolutamente esterrefatto di dover essere risbattuto a Rovigo.

Il 7 luglio 2005, dopo svariate peripezie, sono riuscito a rifugiarmi nel suo deli shop per un caffé, e mi son dovuto sorbire un'estenuante tirata a due fra M. e un anzianissimo lettore del Daily Telegraph, probabilmente, come dice Palmiro, un colonnello in pensione con baffi a manubrio - un dolce duetto in cui ognuno rincarava la dose dell'altro a proposito di come la colpa delle bombe fosse (ovviamente) di Tony Blair che avrebbe dovuto essere in galera - ma mica per via dell'Iraq, che insomma, se ne potrebbe pure discutere: no, era colpa sua perché trent'anni fa i negri se ne stavano al posto loro, la polizia non faceva tanti complimenti, se solo vedevano uno di quelli qui sulla High Road intanto lo portavano in stazione di polizia e usciva domani mattina con qualche osso rotto, così imparava a stare al suo posto. Poi sono arrivati i laburisti e hanno rovinato tutto, e allora le bombe se le meritano, così magari imparano di nuovo a fare un po' di pulizia per le strade.

A volte ho il sospetto che M. torni a casa, la sera, e si bastoni da solo davanti allo specchio. Un po' mi preoccupa - se si manda in ospedale, io poi la pastina all'uovo da dove la compro?