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11 maggio 2007

Augias mi aiuti, sono diventato qualunquista


Caro dott. Augias, sono un quarantenne che vive all'estero da qualche anno, un attore minore della "fuga dei cervelli" che da qualche anno sembra aver investito l'Italia. Sono molti anni che voto a sinistra, sono stato in passato attivo in gruppi antirazzisti, pacifisti, per i diritti umani, ma da qualche tempo soffro di un grave problema: sono diventato qualunquista e facilone.

È cominciato tutto un po' in sordina, probabilmente in concomitanza con l'insorgere della crisi di mezza età: vedevo un paio di ragazzini che facevano casino in autobus e pensavo, però le nuove generazioni, ca**o, non hanno rispetto e sono dei gran casinisti. Poi vedevo una ragazzina in minigonna che faceva la scema con un coetaneo: tutte zoccole le ragazze, oggi. Un ciclista che saliva sul marciapiede? Ettecredo, tutti anarco-verd-insurrezionalisti, basta vedere i casini che fanno con Critical Mass, figurati se 'sti delinquenti rispettano il codice della strada (dice, ma sono un ciclista anch'io? Vero, ma io sono un ciclista educato)

Da quando è iniziato in me questo cambiamento vivo molto più in pace con me stesso: una volta, visto un ragazzino che faceva casino, passavo mezz'ora a discutere fra me e me delle rassomiglianze con i cuccioli di ogni specie di mammiferi, del loro bisogno di trovare i propri limiti e quelli imposti dalla società, delle istanze di ribellione come tentativo di liberarsi del predominio della vecchia generazione - il maschio alfa non cede mai il potere e i diritti riproduttivi di sua spontanea volontà, dopotutto; una ragazzina in minigonna che s'atteggiava a donna fatale dava la stura a tutto un palloso ragionamento sulle pressioni della società per affermare la propria identità attraverso una sfida sessuale, che fa molta più presa su un cervello già preda di una tempesta ormonale. E un ciclista sul marciapiede? Quante seghe mentali sull'incompatibilità di un tessuto urbano moderno, creato e pensato a misura di automobile, con un stile di vita eco-consapevole. Che palle, dott. Augias, che due incredibili palle. Oggi, invece, sono libero: ragazzini? Chiasso? La cinghia, signora mia, la cinghia! Ragazzine? Minigonna e calze a rete? Fanno bene in Arabia Saudita che le lapidano!

Per non parlare degli immigrati, poi: se una vecchina sale sull'autobus e 30 persone non le cedono il posto, quanto è più facile, rilassante, democratico persino, identificare quello un po' diverso, quello che già stanno guardando tutti un po' storto, e prendersela con lui. Che ca**o, vieni qui, sei ospite, e manco cedi il posto alla nonnina? Bastardo, la deportazione ci vuole per quelli come te. E gli zingarelli? Non gli basta che gli diamo quei bei campi nomadi, ogni tanto gli accendiamo pure una roulotte per tenerli al caldo, questi se ne vanno in giro a sfilare portafogli. Ma si può?

Ancora, un tempo mi sarei fatto un miliardo di pippe mentali sull'aspettativa che modifica il risultato dell'osservazione, sul fatto che se i giornali come il Suo mi martellano ogni giorno specificando l'etnia e/o l'origine del criminale, ma solo se questo è straniero, che non ricordo titoloni del genere "branco di veronesi violentano reginetta di bellezza e il suo cane", se la televisione continua a ripetere che c'è un'emergenza immigrazione, in una delle nazioni europee con la minor percentuale di immigrati, clandestini o legali che siano, sarà solo naturale che in mezzo a 50 maleducati in metropolitana io noti quello con la carnagione più scura o con l'accento straniero. Mi ripeto, dott. Augias, che palle, che due incredibili palle, prima di questa mia rinascita culturale.

Oggi vivo in un mondo più semplice, colorato a tinte vive, senza più sfumature, un mondo in cui gli immigrati sono delinquenti, gli adolescenti non hanno rispetto, le donne fanno carriera perchè aprono le gambe, con i manifestanti ci vorrebbe l'esercito, i negri hanno il ritmo nel sangue e l'uso del cervello è un optional, faticoso da usare e tutto sommato sopravvalutato.

Sapesse che pace che c'è dentro alla mia testa, in questi giorni.

12 luglio 2005

Ma che e' successo a Repubblica?

In questi giorni ho poca pazienza con le cose che trovo stupide o ipocrite. Se mia moglie fosse qui, probabilmente parlerebbe di sindrome da stress post-traumatico o qualcos'altro di ugualmente enorme (e' fatta cosi', si preoccupa).

In questo periodo sto rapidamente perdendo la pazienza con Repubblica. Non capisco quale sia il loro problema, ma il giornale sembra determinato a dare la peggiore descrizione possibile della stampa inglese, della reazione dei londinesi, e in generale di come la situazione e' stata gestita.

Comincia il 7/7 dando i numeri al lotto per i morti e i feriti: qualcuno gli spieghi, per favore, che "casualty" non significa "morto". E' un termine originariamente militare che indica tutti quelli resi inabili al combattimento, la somma di morti, feriti e dispersi. Il ministero dell'interno dava la cifra di 150 casualties, e i media italiani, puntuali, riportavano 150 morti. E almeno una delle 3 I ce la siamo giocata...

Poi si rende conto della fesseria fatta, e pubblica questo articolo: i media inglesi sono schizofrenici, perche' non hanno dato cifre piu' o meno inventate su morti e feriti. Repubblica finge prima di tutto di ignorare che, per impedire lo sciacallaggio dei tabloid, una legge impone agli organi di informazione di dare notizie solo sui morti confermati dalla polizia - ossia sui cadaveri recuperati e di cui un medico legale abbia certificato la morte; e a parte questo, sembra scordarsi che i media italiani non hanno fatto di molto meglio, continuando a fornire numeri gonfiati e/o inventati. Non sono l'unico ad essersi scazzato per questa uscita, peggiore dell'errore iniziale.

Allo stesso tempo, Repubblica pubblica un articolo di cui ho parlato in Strategia della tensione, che sembra dipingere Londra come una citta' occupata dal BNP e dal KKK: una citta' in cui le "autorita' musulmane" devono inviare un comunicato per invitare i fedeli a chiudersi in casa, che senno' li linciano. Mi spiace, Repubblica, questa e' un'altra stronzata, e mica da ridere.

E siccome non c'e' due senza tre, ecco l'articolo sul coro di polemiche contro le autorita' e il dispositivo di sicurezza. Sicurezza inefficiente e distratta, dice Repubblica, attribuendo l'accusa alla stampa inglese. Tanto inefficiente e tanto distratta da aver sventato almeno un attentato chimico in passato, da aver trovato settimane fa il materiale per una bomba ANFO della stessa potenza di quella di Oklahoma City; ma chi lancia queste accuse ha buon gioco: perche' gli arresti eseguiti in passato erano solo "brutalita' della polizia" e "persecuzione delle minoranze" - anche quando uno degli arrestati aveva appena ucciso un poliziotto; quegli arresti, anche quando si sono trovate prove della preparazione di un attentato, erano dovuti semplicemente al fatto che bisognava fare un po' di scena e far credere che ci fosse una minaccia. Poi, quando arriva il botto, la sicurezza era inefficiente e distratta: l'unico tipo di sicurezza che puo' esistere, per Repubblica, perche' se l'intelligence e' infallibile, allora vuol dire che non c'era una vera minaccia; e se non e' infallibile, e ha successo solo 99 volte su 100, allora e' "inefficiente". E anche qui, il merito per aver messo in evidenza questo fatto non e' mio.

Comunque, ognuno ha diritto alle proprie opinioni: quello che da' fastidio non e' tanto che Repubblica lanci accuse piu' o meno infondate a destra e a sinistra, e' che si nasconda dietro il paravento di star riportando quello che scrive la stampa inglese. La quale stampa inglese, davanti ad una tragedia, invece, ha la sorprendente (per un italiano) reazione di sospendere per un attimo il desiderio di portare acqua al proprio mulino; e cosi' anche la stampa ferocemente anti-Blair, per qualche giorno, non ha pensato a come presentare i fatti nella luce giusta per mettere il governo in cattiva luce; non ha dedicato 10 pagine ad elencare tutti i motivi per cui era tutta colpa del governo, e una a descrivere i fatti. Impensabile, per l'informazione italiana, per la quale, specialmente da qualche anno a questa parte, la domanda-chiave, il filtro per interpretare qualunque evento e', ma questa cosa, porta acqua al mulino di destra o di sinistra? In che maniera possiamo dare la colpa della tsunami a Prodi? Come dimostriamo che il terremoto in Iran avrebbe fatto meno morti se Berlusconi fosse stato all'opposizione?

Non mi pronuncio sull'iniziativa di riportare, praticamente senza filtro, i commenti dei lettori. Messaggi struggenti si sono mescolati a uscite francamente irritanti, mi ha lasciato senza parole leggere di gente che vive qui da anni e sembra non aver capito un tubo di come la gente si comporta e di come si possano avere manifestazioni diverse della stessa paura, dello stesso dolore. M'e' sembrato che l'unico modo lecito per esprimere dolore sia il corteo funebre con le prefiche che strillano e si strappano i capelli, se non c'e' quello sono dei bastardi insensibili.

I londinesi hanno subito un colpo duro, e hanno reagito come sanno fare: dimostrando che non e' andato a segno, almeno non quanto i terroristi avrebbero voluto. E non so se l'orgia di lacrime da 11 settembre, l'insopportabile, continua, narcisistica esposizione del proprio dolore, sarebbe stata piu' "umana" o solo piu' ostentata.

08 luglio 2005

Strategia della tensione

La strategia della tensione e' una vecchia amica per noi italiani, dal dopoguerra in poi. Ma ci sono molti modi per portare avanti questo tipo di strategia: certo, sparare nelle gambe ad un esponente democristiano di secondo piano subito prima di ogni elezione ha sempre il suo bell'effetto, ma ci sono altre vie.

Questa, ad esempio, e' un'ottima via. Il signore che l'ha inventata, Massoud Shadjareh, ha una lunga esperienza in questo campo: ha bollato come "Islamofobi" dalle autorevoli pagine del Guardian attivisti dei diritti umani e dei diritti delle donne, manifestanti contro la pena di morte, fautori della societa' laica. Tutti razzisti, tutti quasi-naziskin perche' hanno osato contestare la necessita' di una societa' teocratica.

Ieri sono andato parecchio in giro per Londra, non del tutto di mia volonta', e tornando a casa con la bicicletta sono passato, come ogni giorno, per Hackney e per Finsbury Park. Come ogni giorno, c'erano musulmani in giro, misti ad europei, e non ho assistito ad un solo episodio non dico di intolleranza, ma di tensione. Eppero', questo signore lancia un "comunicato di emergenza" che potete leggere qui e qui, annunciando che se siete musulmani siete dei possibili bersagli, chiudetevi in casa, non uscite, se vi vedono vi linciano, siete il nemico - ossia, in altre parole, tutti loro sono il vostro nemico.
Questa, a casa mia, si chiama strategia della tensione. Non so quale sia il suo obiettivo: non essendo portato per teorie cospiratorie, non credo voglia costruirsi un esercito privato per rovesciare lo stile di vita occidentale. Piu' semplicemente, credo che, come i vari Bossi e Borghezio nostrani, abbia interesse a creare un clima di tensione per poter poi cavalcare la tigre dell'intolleranza a rovescio, e ritagliarsi, o mantenere o espandere, la sua meschina fetta di potere.

Oh, intendiamoci - questo e' solo un esempio, e non l'unico caso; ma ci tenevo a farlo notare, soprattutto visto che ha avuto sufficiente rilevanza da arrivare sulle pagine di Repubblica, i cui lettori, adesso, penseranno che a Londra e' aperta la caccia all'immigrato, tanto che i musulmani devono chiudersi in casa e le donne col velo vengono violentate per strada o qualcosa del genere.