(e fosse la prima volta)
Dacia mi chiama in causa, anche con ragione, a proposito del piccolo casino scoppiato su Kilombo. Per la precisione mi ci chiama con queste parole:
Un lavoro che suppongo facciano in base anche alle segnalazioni di augusti membri della nostra terremotata gauche sardine, esperti in diritti differenziati a secondo delle idee politiche e/o religiose delle persone. Spero che un giorno l'Eugenio me la spiegherà la diferenza tra la sua visione del godimento dei diritti inalienabili garantito ai pochi e quella di un altrettanto augusto membro del KKK, che sostiene esattamente la stessa cosa per motivi razziali, religiosi o di orientamento sessuale.
Il diritto alla libertà di espressione, per me, è inalienabile, mentre per Dacia, mi par di ricordare, non lo è (lo scandalo per due schiaffi ad un nazista fa un po' a pugni con il giubilo, per esempio, per l'assassinio di uno stronzo che purtroppo per lui non era abbastanza antisemita, o per il rogo delle ambasciate danesi in risposta a un paio di vignette). Quello che Dacia sembra fingere di non capire è che l'inalienabilità del diritto alla libertà di espressione non comporta il diritto ad esercitare questa libertà in ogni contesto (il classico gridare "al fuoco" in un teatro affollato). Faurisson ha il diritto a dire il cazzo che gli pare; come ho detto, non voglio impedirgli di parlare nel teatro più grosso che riesce a riempire, in piazza, dove vuole. Un ciarlatano (dimostrato tale, ricordiamolo, dai suoi pari come da un tribunale a cui si era rivolto) NON ha però il diritto a far lezione ex-cathedra. In alternativa, mi aspetto che Dacia difenda il diritto di qualche professore - probabilmente vicino alle posizioni del suo caro Faurisson - ad adottare The Bell Curve come testo a Sociologia o Biologia, ed a fare lezioni, con tutta l'autorità che questo comporta, sulla predisposizione genetica dei neri ad essere meno intelligenti dei bianchi.
Identicamente, Dacia può solidarizzare, per quel che mi riguarda, con tutti i nazisti di questo mondo, così come Cloro può propagandare finchè vuole i Protocolli dei Savi di Sion. Non credo, in tutta onestà, che post del genere siano però pubblicabili su Kilombo; così come quand'ero in Italia avrei smesso di comprare il manifesto se ci avessi mai trovato su un articolo in difesa dell'apartheid. Non che qualsiasi stronzo di questo mondo non abbia il diritto di difendere l'apartheid; ma se il manifesto avesse mai approvato un articolo simile, si sarebbe allontanato irreparabilmente dalla mia personale opinione di cosa sia un giornale di sinistra, e quindi in coscienza non me la sarei più sentita di supportarlo. Per quello che mi riguarda, un aggregatore O è di sinistra O pubblica post di solidarietà con dei nazisti. Credo che Dacia sia troppo intelligente per non rendersi conto che fra il dire questo e il voler negare diritti alla maniera del KKK ce ne corre; suppongo che fosse semplicemente troppo incazzata per non abbandonarsi a iperboli.
E a proposito di iperboli: non piace neanche a me l'idea di votare per una donna in quanto donna, e credo anch'io che essere donna non sia la stessa cosa che occuparsi di politica della differenza; chi scrive "ma c'erano donne nel consiglio che decise l'occupazione del palazzo d'inverno? C'erano donne tra i dodici apostoli, o tra i grandi maestri yoga, o tra i grandi riformatori religiosi, o tra qualsiasi cazzo di cosa grande che abbia una qualche attinenza con la politica? Ci sono donne tra i filosofi? Lo Yin, l'energia grezza allo stato brado, non è forse riferita al femminile? E prendiamone atto, per dinci" è un cretino che non sta parlando di politiche della differenza, ma sta cercando un modo becero per offendere due persone colpevoli a) di non riconoscere la sua assoluta superiorità intellettuale e morale e b) di non possedere il cazzo. Roba al livello di un Calderoli, altro che "karletto".
A seguire, salta fuori, spero per un errore di battitura in uno dei commenti al blog di Dacia, che la mia è stata l'unica mail di protesta giunta alla redazione di Kilombo (come ha saputo che era mia? Semplice, l'ho scritto qui). Non so esattamente come prendere questa cosa, se pure è vera. Da un lato è impossibile non sentirsi come quel personaggio di Terry Pratchett che si para davanti al drago urlando "El pueblo unido, jamas serà vencido!" e guardando indietro scopre che tutti gli altri hanno fatto tre passi indietro e fanno finta di niente; dall'altra sono genuinamente sorpreso, perchè mi aspettavo che, ripeto, la solidarietà ad un nazista avrebbe incontrato un po' più di opposizione. Ma probabilmente è che, come ho detto in passato, io sono tutto sommato un vecchiosauro, rimasto a quando la discriminante per dirsi di sinistra era l'antifascismo, e non mi adatto alla sua sostituzione con l'antisemitismo. Così come una volta, "piombo al fascio" era uno slogan con cui non si osava discutere, neanche chi magari non credeva che la via alla democrazia passasse per la P38, oggi i discorsi antisemiti vanno accettati, pena l'essere bollati come filosionisti - e non lo dico necessariamente come critica: io, nella prima di queste due posizioni, almeno un po' mi ci riconosco, e quindi non sono del tutto sicuro di poter giudicare la seconda.
E comunque diciamolo, che questo tanto vituperato A. Hitler era un acquarellista di pregio, e si è sempre coerentemente opposto all'imperialismo angloamericano.
P.S. A quanto pare, poi, la censura che sta suscitando tante polemiche non è neanche al post contro cui ho protestato io: la solidarietà ai nazisti, a sinistra, a quanto pare non si mette manco in discussione. Ad essere censurato, e strenuamente difeso da una buona fetta di kilombisti storici, è un altro post in cui Dacia scrive
Così come ritengo sacrosanto sparare alle gambe di un qualsiasi boiardo di stato che sostenesse che la nostra classe lavoratrice può sopportare altre umiliazioni e spoliazioni di diritti
tanto per chiarire che ammazzare un esponente socialdemocratico del sindacato è più che lecito, mica come tirare due schiaffi ad un vecchio maiale nazista.