Di recente più di una persona che conosco m'ha fatto due maroni così con The day the Earth stopped. E lo devi vedere, ed è bellissimo, e ti fa ripensare al senso della vita e al nostro posto nell'universo... e alla fine l'ho visto.
Ed è un'ora e mezza del mio tempo che nessuno mi darà indietro, e la cosa mi irrita non poco.
L'originale non era terribile, anzi: giocava molto sulla paranoia maccartista dell'invasione, e il messaggio era tutto sommato condivisibile, qualcosa del tono "se insistete a giocare con giocattoli che fanno il botto prima o poi vi fate male, quindi datevi una calmata o ve li leviamo dalle mani". Appropriato, comprensibile, in certo senso in controtendenza con il filone, appunto, del bug-eyed monster, con un colbacco e una stella rossa mai esplicitamente filmati ma sempre presenti, che voleva invadere la Terra. Questo qui, invece, sembra un sogno bagnato di un simpatizzante del Fronte di Liberazione di Gaia.
SPOILER
La cosa che mi ha dato veramente fastidio del film è che il messaggio di fondo è l'espressione del self-hate più puro che sembra aver infettato un grande numero di aspetti del pensiero progressista occidentale, il riflesso condizionato che ci fa dare ragione a chiunque esprima nei nostri confronti concetti che, se venissero da noi, sarebbero tacciati del più becero razzismo e della più retriva intolleranza.
Insomma, abbiamo questi alieni che vengono sulla Terra e quel che dicono è, più o meno, "Siete aggressivi e il vostro tasso di sviluppo tecnologico è troppo rapido, avete otto ore per dimostrarci che valete qualcosa in base a criteri del tutto arbitrari che non vi stiamo neanche a spiegare, se non ci riuscite il nostro avanzatissimo e superiore senso morale ci impone di sbriciolare il vostro pianeta. E il senso della vostra vita ce lo deve spiegare il primo tizio che incontriamo, mica potete scegliere un rappresentante".
La fondatezza morale di questo comportamento, val la pena di notare, non viene messa in discussione quasi neanche una volta, tranne quando il tizio delle forze speciali protesta e cerca di spiegare all'alieno maschio che il valore della vita per lui sta in suo figlio - e viene messo a tacere dall'alieno che gli risponde "E non dovresti essere con lui allora? Perchè sei qui?". Una persona normale gli avrebbe risposto "Perchè sto cercando di impedire che un paio di alieni newage con l'hobby del genocidio gli facciano esplodere il pianeta sotto il culo, o stai dicendo che l'unico modo che abbiamo per non essere sterminati è passare tutto il tempo a mangiare loto, tenerci per mano e cantare Kumbaya? I robottoni alti 600 metri che inceneriscono chiunque cerchi di comunicare con loro li avete costruiti cantando ommm finchè non si sono materializzati?"; ma siccome per gli sceneggiatori l'alieno ha ragione, il tizio ammutolisce, illuminato da tanta saggezza cosmica intergalattica di livelli vibrazionali superiori, gli spunta una lacrimuccia e si apparta per cercare di telefonare al figlio.
Questi alieni, insomma, viaggiano per il cosmo con questi giganteschi robot da guerra e si occupano di sterminare le specie che mostrano adesso un livello di aggressività sufficiente a renderli un problema per i loro vicini, se per caso dovesse rimanere immutato dopo qualche migliaio di anni di progresso tecnologico, e sono i buoni - anche se vogliono sterminare gli esseri umani, le balene, i delfini, gli scimpanzè, le lepri marzoline e i fringuelli; e questo è credibile perchè il self-hate funziona a strati concentrici, come una cipolla.
Ogni volta che, per dire, un giornale tedesco rivanga qualche stereotipo sugli italiani, tipo ai mondiali del 2006, chiunque voglia aspirare al titolo di progressista si spertica a dargli ragione - lo stesso per i progressisti inglesi quando un giornale spagnolo o francese riciccia qualche trito stereotipo, per carità. Però anche i tedeschi, o i francesi, o gli spagnoli, che sono tanto intelligenti quando parlano male di noi (chiunque sia noi) sono merda se è un giornale russo a parlar male dell'Europa occidentale; e anche i russi, diciamocelo, sono cacca davanti a qualunque Paese in via di sviluppo. Per non parlare, per dire, di quanto schifo faccia qualunque società che accetta il modello di sviluppo di tecnologia e industrializzazione, tipo India, quando c'è da giustificare che i suoi abitanti vengano fatti saltare in aria da gente che ritiene che lo stato di pastori nomadi sia il massimo della vita. E così via. Se gli esseri umani morissero tutti per salvare i pappataci e le talpe marsupiali, insomma, sarebbe anche una buona cosa. E naturalmente, quando arrivano gli alieni, anche i pappataci e le talpe marsupiali diventano merda. Il sottotesto che permea tutto il film è immutato e immutabile: "sì, ce lo siamo meritato, siamo cattivi come dimostra il fatto che accogliamo queste pacifiche macchine da guerra alte 600 metri armate di raggi della morte di 14 tipi diversi con due soldatini armati di M-16, hanno fatto bene a incenerirli"
Oh, e un'altra cosa. Gli sceneggiatori basano la decisione degli alieni di sbriciolare il pianeta sul fatto che le caratteristiche che tendiamo a considerare più negative della società occidentale - corsa alle armi, inclinazione alla violenza, nessun rispetto per l'ecosistema (essì, perchè dopo che hai fatto a pezzetti il pianeta l'ecosistema ha orgasmi multipli, invece) - vengono attribuite all'intera specie umana nel suo complesso: praticamente la specie umana si identifica con la civiltà occidentale, e ipso facto è lecito sterminarla; ma d'altro canto si sparano in un piede quando cercano di aggiungere a questo un altro elemento che dovrebbe vieppiù dimostrare il superiore senso morale degli alieni e la loro diversità da noi (dove, ancora, noi dovrebbe comprendere l'intera umanità, ma identificata con l'Occidente), facendo ripetere ogni 5 minuti all'aliena il concetto che "noi non interferiamo mai". Ultimamente questo è diventato un altro ritornello "progressista", l'idea che restare a guardare sia eticamente preferibile, in principio, a cercare di fare qualcosa - per cui la tipa può tranquillamente annunciare che loro ci stanno studiando da 2000 anni e hanno visto tutti i casini che abbiamo fatto, tutti gli errori che abbiamo commesso, fino ad arrivare al punto di non ritorno, quello che rende necessario sterminarci tutti. E il protagonista, reso dagli sceneggiatori un cretino irrecuperabile, neanche le urla in testa "Ma come cazzo è, avvertirci prima degli errori era immorale, e invece sterminarci tutti dopo che li abbiamo fatti è cosa buona e giusta?! Ma il senso morale, per caso ce l'avete al posto del buco del culo?"
Insomma, onestamente, 'sti alieni avranno pure una rappresentante figa, ma sono indiscutibilmente dei criminali genocidi, e l'unico finale anche solo vagamente realistico sarebbe stato il lancio di un programma globale di riarmo e ricerca e sviluppo militare, per essere sicuri che al più presto possibile si possa andar su e sterminarli, prima che siano loro a cancellare dalla galassia non si capisce quante specie intelligenti che non hanno avuto la botta di culo di far incontrare alla loro rappresentante una donna a cui s'erano rotte le acque.
P.S. Ci vogliono sterminare in base ad uno studio durato migliaia di anni e non sanno un cazzo non solo della nostra cultura ("cos'è una chiesa?") ma neanche della nostra biologia? Non sanno come ci riproduciamo? Sono dei delinquenti pericolosi, dei criminali galattici. Oppure gli sceneggiatori sono dei pirla epocali a cui non dovrebbe essere concesso di scrivere neanche la recensione di Henry pioggia di sangue sul manifesto.
P.P.S. Avranno robottoni alti 600 metri che resistono alle esplosioni nucleari, ma ancora non hanno scoperto il segreto del mascara resistente alle lacrime.