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22 settembre 2009

"Non mi interesso di queste cose"


Podcast di Repubblica, ieri, Miriam Mafai:

"Per un lungo periodo sono stati molto popolari in Italia i Bersaglieri", e si affretta ad aggiungere "non so il perchè, non mi interesso certo di queste cose", nello stesso tono disgustato che userebbe se si stesse parlando di pedofilia.

Non sa il perchè, la signora Mafai. Non si interessa certo di queste cose, povera stella, immaginate che vergogna se sapesse qualcosa dei Bersaglieri.

Vediamo se riusciamo a darle un piccolo aiuto. Magari visivo, così non si deve sforzare troppo:






Ci arriva, o preferisce chiedere l'aiuto del pubblico?

05 agosto 2009

A letto con la maiala


Reduce da uno scampato pericolo (era forse influenza, ma non particolarmente suina, porca o altro), vorrei dire due parole sulla psicosi da pandemia che sta investendo soprattutto giornalisti televisivi e della carta stampata.

La compagnia per cui lavoro è stata marginalmente coinvolta nel lavoro fatto dal governo inglese in preparazione all'epidemia e tuttora svolge un compito piccolo ma relativamente importante nel programma di gestione della crisi, e mi è capitato di parlare con più di un professionista del settore, quindi mi sembra il caso di dare anch'io il mio piccolo contributo alla confusione generale.

Intanto, per chi sembra ancora non aver capito quale è stata la causa della psicosi che ha investito di recente l'Europa, sarà il caso di spiegare un attimo come funzionano i giornali. I giornali, contrariamente all'opinione corrente, anche quando non sono allineati con una certa parte politica, non hanno come scopo riferire i fatti e le notizie, e neanche offrire commenti interessanti e intelligenti sulle suddette notizie. I giornali hanno come scopo primario vendere copie, e vendere contratti pubblicitari in ragione delle copie vendute.

Alla luce di questo semplice fatto, immaginate due giornali. Il primo titola:

Un milione di immigrati sono arrivati in questo Paese, lavorano, pagano le tasse, mantengono con le loro tasse i disoccupati autoctoni, e si sono integrati così bene che molti di loro hanno la ragazza (o il ragazzo) del posto

e il secondo:

UN MILIONE DI IMMIGRATI HA RUBATO TUTTI I POSTI DI LAVORO
E IN QUESTO MOMENTO SI STANNO TROMBANDO TUA FIGLIA!
TUTTI!


e ditemi, secondo voi, quale dei due ha più probabilità di dichiarare fallimento prima della fine del mese.

Ciò detto, un giornale che ripeta il noioso discorso che leggerete più sotto non ha possibilità di reggere la concorrenza di uno che titola

INFLUENZA SUINA!
MORIREMO TUTTI!

ANCHE IL FIGLIO DI MADONNA!


e quindi si adegua.

Quindi, chiarito che il fatto che i giornali stiano lavorando attivamente per spargere il panico non è ragione sufficiente per abbandonarsi al panico, cerchiamo di capire perchè anche persone che hanno, a differenza dei giornalisti, più senso morale e razionalità di una femmina di ratto di fogna in sindrome premestruale sembrano preoccupate dall'epidemia.

L'influenza suina è in effetti potenzialmente pericolosa, ma questa potenzialità non si è ancora realizzata. È potenzialmente pericolosa per diversi motivi, che cercheremo di spiegare con parole di non più di due sillabe, ci fosse un giornalista in ascolto.

In primo luogo, questa influenza sembra estremamente virulenta. Questo di per sè non è un problema troppo grave, se non fosse che ogni influenza ha un tasso di mortalità che varia fra lo 0.4 e lo 0.8 per mille. Un'influenza virulenta è un'influenza che contagia molta più gente del normale, il che significa che sebbene la percentuale resti bassa, il numero assoluto di morti potrebbe anche raddoppiare. Fra 30 e 40.000 persone muoiono ogni anno di influenza negli USA, a fronte di qualcosa come 100 milioni di ammalati. Raddoppiare il numero degli ammalati significherebbe, evidentemente, raddoppiare il numero di morti.

In secondo luogo, la virulenza dell'influenza e la rapidità con cui sembra espandersi presenta due problemi strettamente economici. Il primo è relativo al sovraccarico delle strutture sanitarie: se tutti si ammalano allo stesso tempo, la piccola percentuale di casi che diventano critici arriverà tutta insieme e c'è il rischio che le strutture ospedaliere non siano sufficienti: questo non è un disastro in sè, ma rischia di far aumentare il tasso di mortalità, ad esempio, dallo 0.4 per mille a ben oltre lo 0.8 per mille: quei numeri sono basati sul fatto che in generale, se l'influenza diventa polmonite, vai in ospedale, t'attaccano ad un respiratore, ti infilano una flebo di antibiotici e in generale te la cavi; con gli ospedali pieni di altri casi di polmonite, non è detto.

In terzo luogo, l'altro problema economico: che succede ad un'economia, già in recessione, quando, per dire, metà dei lavoratori si ammalano tutti insieme? Praticamente nessuna azienda può funzionare con metà del personale o meno, e una pandemia di influenza delle proporzioni e della virulenza temute potrebbe ridurre a zero la produzione inglese (o europea) per un mese.

Per finire, il problema delle mutazioni. Sappiamo, per via delle due epidemie di spagnola e di asiatica, che il virus dell'influenza, facile alle mutazioni, ha la possibilità di mutare in qualcosa di estremamente più letale. Sappiamo che questo virus ha già subito due macroscopiche mutazioni: è diventato capace di passare dai suini agli umani e in seguito è diventato capace di passare da umani a umani; sappiamo che le probabilità di una mutazione aumentano all'aumentare dei contagiati: più sono le mutazioni, maggiori sono le probabilità che il virus acquisisca caratteristiche che ne modificano la letalità.

In parole povere: sì, gli scienziati sono preoccupati, esattamente come sono preoccupati quando arriva la notizia che un asteroide sta per sfiorare la Terra (i.e. passare a 450.000 chilometri). Non sono preoccupati che cambi strada, sono preoccupati perchè il prossimo potrebbe passare molto più vicino, o magari perchè questo qui l'hanno visto quando se fosse stato in rotta di collisione sarebbe stato troppo tardi per fare qualcosa.

E adesso, la parola al pubblico per le domande.

Q. Mio cuggino dice che bisogna prendere le spremute di vaccino tamiflu due volte al giorno prima dei pasti

A. Il tamiflu non è un vaccino. Il tamiflu è praticamente un antibiotico per virus che aiuta a curare l'influenza. Il vaccino, se tutto va bene, arriverà a ottobre-novembre. Come per gli antibiotici, utilizzare il tamiflu senza necessità non è inutile come molti credono, ma pericoloso per sè e per gli altri, prima di tutto perchè nessuna medicina è priva di effetti collaterali, e poi perchè usare a tromba antivirali e antibiotici contribuisce a creare ceppi di batteri (e virus) geneticamente adattati a resistere a quelle medicine. E i virus mutano molto più rapidamente e facilmente dei batteri.

Q. I governi hanno autorizzato le case farmaceutiche ad adottare protocolli di urgenza per la produzione del vaccino che non verrà testato a sufficienza

A. Sono trent'anni che si produce un vaccino per l'influenza all'anno. La procedura è relativamente semplice e nota. I test ci saranno, la maggior parte del "protocollo di urgenza" riguarda più che altro procedure burocratiche. Certo la possibilità che qualcosa vada macroscopicamente storto c'è sempre, come si dice, la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo; ma le possibilità sono remote.

Q. I vaccini non servono a niente e fanno venire l'autismo e causano danni cerebrali permanenti! Non mi vaccinerò mai!

A. Non si noterebbe la differenza.

Q. Questa influenza è un'invenzione di Big Pharma per fare soldi col Tamiflu che viene prodotto dal sudore di Dick Cheney che viene pagato un fantastiliardo di squilliardi di dollari per molecola.

A. Big Pharma fa molti più soldi col Viagra e col Cialis che con vaccini e antivirali di cui è stata già costretta a rinunciare ai brevetti in favore di piccoli produttori indiani e sudafricani.

Q. I batteri e i virus non esistono, le medicine sono tutte una finzione e anzi sono la causa delle malattie. Per stare bene bisogna digiunare e non vaccinarsi e soprattutto non prendere mai medicine

A. Non potrei essere più d'accordo. Ti consiglio di non utilizzare mai medicine e soprattutto di tenerne lontana anche la tua famiglia, di curarvi con l'acqua biologica contenuta nella frutta e di digiunare invece di vaccinarvi. Mi raccomando: tieni lontani i tuoi figli da medici e insegnanti che ne rovinerebbero la purezza biologica. In caso di febbre e difficoltà respiratorie, consiglio la meditazione e l'intonazione di ripetuti Om, e del mantra "L'evoluzione non è un pranzo di gala".

14 maggio 2009

Hanno riso di Einstein


I miei tre lettori mi perdoneranno se la prendo un po' alla lontana, ma mi è capitato di recente di notare come un sacco di gente confonda, per ignoranza o malafede, fra condizioni necessarie e condizioni sufficienti. I fuffivendoli che abbondano in rete come nel mondo reale, ad esempio, quando vedono che un coro di risate risponde all'offerta di contatto con gli alieni, cura del cancro mediante cartilagine di squalo, pipì di gatto o clisteri di infuso di peperoncino o di comunicazione telepatica con le zucchine, ribattono subito "Ah, sì, ridete, ridete! Hanno riso anche di Einstein e Newton, lo sapete?". Ma, faceva notare Carl Sagan, hanno riso anche di Bozo il Clown.

Questo non vale solo fra i venditori di fuffa, per dire. Molta gente è convinta che siccome le grandi verità fanno incazzare la gente, far incazzare qualcuno è condizione sufficiente per aver detto una grande verità. Non lo è: è una condizione (semmai) necessaria. Dire che la mamma di Gianfranco Fini va con i marinai per pochi soldi, e dà spesso il resto, magari lo farà incazzare, ma non è per questo una verità - e anche se lo fosse, non sarebbe particolarmente profonda o importante.

Per dire, il mio collega C. è vivo grazie alla sua passione per l'alpinismo e nonostante gli sforzi che la BBC ha fatto per ammazzarlo, sforzi derivanti proprio da questa confusione fra condizioni necessarie e sufficienti.

C. ha qualche anno più di me, è un nerd inguaribile, adora il dottor Who e Star Trek, ha una tazza da caffè a forma di Dalek e sullo sfondo del desktop un collage delle assistenti del dottor Who, vota Tory, adora Margaret Thatcher e legge il Sun. Per oltre vent'anni ha fatto il soldato, arruolandosi a 17 anni e congedandosi verso la fine degli anni '90, ed è uno di quei tipi che sono stati più o meno dovunque le forze armate inglesi abbiano avuto basi o teatri operativi, dalla Germania al Kosovo, dalla Bosnia all'Iraq.

Nel 1982 è stato alle Falkland, e non in vacanza. Quando gli argentini invasero le isole, lui era a fare alpinismo, in un'epoca in cui non esistevano i telefoni cellulari, con il risultato che l'unità a cui apparteneva partì senza di lui. C. partì in aereo per Ascension e da lì raggiunse il convoglio in elicottero con altri ritardatari, ma venne aggregato ad una differente unità. Il risultato fu che non era a bordo della Sir Galahad quando fu colpita e incendiata dalle bombe argentine (il suo sostituto fu uno dei 48 morti di quel bombardamento), ma si ritrovò ad attaccare Goose Green con i Parà - una delle due battaglie di quella guerra abbastanza disperate da far meritare ad uno dei partecipanti la Victoria Cross (alla memoria).

Dice, e che c'entra la BBC?

Eh, c'entra. Perchè i giornalisti della BBC erano dei coraggiosi cronisti alla ricerca della verità ad ogni costo, anche quando quella verità non aveva, alla fine dei conti, alcuna importanza per il pubblico: dava fastidio a qualcuno, quindi doveva essere importante.

Durante un briefing riservato, la BBC ricevette delle informazioni che dovevano servire, nelle intenzioni del Ministero della Difesa, ad aiutare i giornalisti a preparare storie e resoconti a guerra finita. Disgraziatamente, i funzionari del MoD si fidarono di un gentlemen's agreement con i giornalisti e non pensarono fosse necessario far loro firmare l'Official Secrets Act - anche per evitare accuse di aver censurato i giornalisti con la minaccia di azioni giudiziarie; durante questo briefing i giornalisti vennero informati che gli aerei argentini stavano causando seri problemi alla flotta, arrivando a bassissima quota da terra, coperti dalle asperità del terreno che disperdevano le onde radar, e sbucando sul mare ad una distanza dalla flotta così ridotta che non c'era letteralmente il tempo di aprire il fuoco contro di loro prima dello sgancio delle bombe - ma che per fortuna, a causa dello sgancio a bassissima quota, la spoletta delle bombe non faceva in tempo ad armarsi, col risultato che tredici bombe da mezza tonnellata avevano colpito le navi inglesi per poi rimbalzare in mare senza esplodere.

Il BBC World Service diffuse la notizia quel giorno stesso, e gli argentini montarono immediatamente sistemi di ritardo sulle bombe, che da un lato prolungavano il tempo di caduta, e dall'altro "frenavano" le bombe permettendo agli aerei di uscire dall'area interessata dall'esplosione, e quindi rendendo possibile un tempo di innesco minore. Dopo questi cambiamenti, gli inglesi persero HMS Ardent, HMS Antelope, HMS Coventry, RFA Sir Tristram e RFA Sir Galahad. HMS Argonaut e HMS Brilliant vennero gravemente danneggiate.

Identicamente, un giornalista embedded comunicò a Londra che i Parà si stavano preparando ad attaccare Goose Green, e di preparare spazio nei prossimi notiziari per un reportage speciale. E il BBC World Service lo fece - annunciando al mondo con qualche ora di anticipo che i Parà stavano per attaccare e permettendo alle truppe argentine di preparare un'accoglienza particolarmente calorosa per C. e i Parà.

(nota per i complottisti: H. Jones, comandante del 2 Para, promise che avrebbe fatto il possibile per far incriminare i giornalisti coinvolti per alto tradimento; fu ucciso poche ore dopo nell'attacco a Goose Green, e in seguito insignito della Victoria Cross alla memoria).

In entrambi i casi, la difesa della BBC fu la stessa: era la verità, i giornalisti non avevano un obbligo legale al silenzio, e pertanto dovevano riportare i fatti così com'erano - qualunque deviazione da questo principio sarebbe stato una forma di censura o per lo meno di autocensura. Il fatto che abbia causato tanti problemi dimostra che si trattava di una verità importante che non potevano fare a meno di divulgare.

In tempi più recenti, dopo che lo scorso anno il principe Harry ha prestato servizio in Afghanistan, alti lamenti si sono levati, soprattutto da parte della stampa progressista, contro l'esecrabile autocensura che aveva fatto sprofondare i giornali inglesi ad un livello di degradazione morale mai visto neanche con la Pravda dei tempi staliniani: mantenere segreta la notizia, solo perchè divulgarla avrebbe causato sicuramente un'enorme ondata di attacchi contro tutte le basi e posizioni della Household Cavalry era un episodio gravissimo, una censura peggiore di qualsiasi cosa mai vista in Unione Sovietica o sotto il maccartismo, un imperdonabile episodio di servilismo. Era una notizia, era vera, andava pubblicata subito, proprio perchè la si voleva tenere segreta - indipendentemente dai motivi o dalle conseguenze.

Quando Bob Quick si è fatto fotografare mentre entrava a Downing Street e portava sotto il braccio dei documenti riservati aperti alla pagina sbagliata, lui si è dovuto dimettere, ma nessuno ha pensato neanche per un istante di chiedere ai giornalisti di ritardare di qualche ora la pubblicazione di quelle foto: sapevano che sarebbe stato inutile, anzi il solo tentativo avrebbe suscitato grida di "censura". Le foto andavano pubblicate subito, anzi mettendo in evidenza che quelli lì erano proprio i piani per una vasta operazione antiterrorismo, anche se la notizia in sè non avrebbe avuto alcuna conseguenza se non quella di far fallire la medesima operazione: per il fatto stesso di essere stata pubblicata la notizia annullava tutto il proprio contenuto informativo, facendo riferimento ad un'operazione che essendo stata portata all'attenzione del pubblico veniva cancellata. La notizia avrebbe dovuto essere, semmai, "Giornalisti fanno fallire vasta operazione antiterrorismo. Cazzo se siamo bravi, eh".

Sia chiaro che non sto, qui, invocando alcuna forma di censura o di autocensura: mi limito a chiedermi se abbia un senso pubblicare delle non-notizie, nel senso di fatti veri il cui contenuto informativo è nullo per il pubblico, col solo risultato di danneggiare, spesso pesantemente, il pubblico interesse. La risposta che dà la stampa, qui, è sì per default, ma nessuno, finora, è stato in grado di spiegarmene il motivo. Magari uno dei miei tre lettori ci riesce.

16 febbraio 2009

Fuffa News


Solo l'Independent, altrimenti noto come il Daily Mail di chi fa raccolta differenziata, poteva pubblicare un articolo (mettendolo pure fra gli Editor's Picks) che rivela come Charles Darwin fosse in segreto buddista ed abbia ricavato la teoria dell'origine della specie a partire dalle conoscenze segrete dei monaci tibetani.

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Only the Independent, a.k.a. the Daily Mail for those who recycle, could print a story (and select it among the Editor's Picks) about Charles Darwin being a closet Buddhist and deriving the theory of the origin of species from the secret teachings of Tibetan monks.

For fuck's sake.

14 aprile 2008

Informazione scorretta


A volte, discutendo su forum e newsgroup, mi capita di trovarmi davanti a notizie riportate in maniera incredibilmente scorretta, e non per malafede, ma per un onesto difetto di comunicazione e comprensione da parte di chi, abituato alla stampa italiana, si trova a leggere giornali stranieri.

Per esmepio, qualche tempo fa un signore che scrive su it.politica.internazionale, uno strano soggetto che manda centinaia di messaggi al giorno volti a dimostrare che qualunque sistema politico, inclusa la Germania nazista, è preferibile alle democrazie occidentali (si professa comunista, e parrebbe provare gran nostalgia per il patto Ribbentrop-Molotov), riportava un articolo che sembrava dimostrare una delle sue piccole fissazioni, ossia che tutti i mali del mondo siano originati da UK e USA, e che senza queste due nazioni oggi avremmo pace nel mondo. In particolare, l'articolo in questione, preso mi pare dalla BBC o dal Guardian, diceva che alcuni inglesi erano stati arrestati mentre pianificavano di rapire e decapitare un soldato inglese di religione musulmana, riprendendo l'esecuzione e mandandola su Youtube, come fanno gli insorti iracheni. Questo articolo dimostrava, a suo modo di vedere, quanto sono cattivi e razzisti gli inglesi, quanto sia capillare la persecuzione contro i due milioni di musulmani che vivono in questo Paese, eccetera. Il poverino era stato tratto in inganno dal fatto che gli arrestati venivano semplicemente descritti come cittadini inglesi residenti, se non ricordo male, in quel di Birmingham.

Il fatto è che quei signori arrestati non erano degli skinhead di Combat 18: erano dei fondamentalisti islamici, nati in Pakistan e naturalizzati britannici in tempi recenti; ma per il giornale erano, come è giusto che sia, cittadini inglesi, e il nostro Goebbels dei poveri aveva dato per scontato che se il giornale li chiamava "inglesi" dovevano essere anglosassoni, biondi e di religione anglicana - non per colpa sua, non per ignoranza, ma perchè è stato condizionato a pensare in questa maniera da una stampa che comincio sinceramente a considerare la peggiore in Europa.

Questa cosa mi è venuta in mente perchè oggi, per caso, ho notato che ci hanno rifatto per l'ennesima volta. Repubblica (oh, mica la Padania) dà la notizia di quattro insegnanti uccisi in Somalia dalle milizie integraliste. Sulla homepage (non so per quanto ci resterà) vengono descritti come "una britannica, due keniane e un somalo che aveva la cittadinanza del Regno Unito"; nell'articolo, poi, diventano "Un'insegnante britannica, due sue colleghe keniane e un preside somalo". Il Guardian? "Two Britons killed by Somali militants" è il titolo, e il primo paragrafo dice "Two Britons were among four teachers killed when Islamist militants raided a school in central Somalia last night".

Per i giornali italiani, insomma, se non sei bianco, possibilmente biondo e col pedigree, non diventerai mai "italiano" o "inglese". Al limite ti daranno il passaporto, ma qualunque cosa tu faccia, sui giornali sarai sempre uno di quelli là. Poi la gente si stupisce se in Italia la Lega va al governo mentre qui l'appoggio del BNP viene considerato dai candidati un gradino sotto la dissenteria amebica nella scala dei malanni.

P.S. Immagino si capisca che sto facendo il possibile per evitare di parlare di "Per fortuna che Silvio c'è". Da quando hanno fatto sentire la canzone a Today, su Radio4, con traduzione, vivo in un abisso di vergogna e tentativi di rimozione.

01 aprile 2008

Vive la Différence!


Un qualsiasi quotidiano europeo, un giorno qualsiasi dell'ultimo paio d'anni:

Marines sterminano intera famiglia

Nel corso del sesto giorno di combattimenti contro la Milizia Patriottica di Alì Lo Scannakaffir, i Marines hanno sterminato una famiglia composta di padre,madre e due neonati di 19 e 21 anni quando hanno bombardato il loro appartamento, situato nel palazzo in cui circa 150 attivisti della Milizia Patriottica si erano asserragliati aprendo il fuoco sui passanti.

Due Marines uccisi dalla resistenza

In un nuovo attacco della resistenza irachena, questa mattina un'autobomba è esplosa al passaggio di una pattuglia americana, uccidendo due soldati e ferendone tre. La bomba è esplosa mentre i Marines attraversavano un mercato affollato causando la morte di 75 civili. Il comando americano si è rifiutato di presentare le proprie scuse ai parenti delle vittime.



NB1: ero contro la guerra in Iraq, penso tuttora che da quelle parti si stia facendo un errore dietro l'altro e un pozzo di gente dovrebbe essere in catene e sotto processo per crimini di guerra; è solo che pure l'altra parte fa abbastanza cagare

NB2: lo so, il Giornale, il Daily Mail e compagnia bella titolano in maniera speculare. Prego rileggere l'intestazione: parlo di quotidiani, non di carta da cesso

NB3: non è che se si parla di Gaza e/o di pizzerie a Tel Aviv le cose cambiano, eh

09 agosto 2006

Is it real or is it Reuters?


Una disamina (in inglese) delle troppe foto falsificate/alterate nella copertura della guerra in Libano dai fotografi Reuters e in generale dai media occidentali, su Zombietime, un blog conservatore americano.

Una sola precisazione - io non credo a nessuna delle spiegazioni offerte dall'autore sui motivi. Le spiegazioni risentono eccessivamente dei pregiudizi, tipici di certa destra americana, contro la stampa liberal: una versione anglosassone del complotto comunista dei giornalisti che fraintendono Berlusconi. In realtà l'idea che Reuters - un'agenzia che è prima di tutto un aggregatore di dati finanziari e informazioni di borsa - sia in qualche modo ideologicamente vicina a Hezbollah è abbastanza risibile al di fuori dei circoli cospirazionisti più estremi.

Credo che la spiegazione sia molto più semplice - il pubblico occidentale, che poi è quello pagante, vuole sentire notizie che siano in linea con quella che ormai è diventata la sua visione del conflitto mediorientale: Israele cattivo, palestinesi buoni (tipo, in Italia, mi dicono, il "massacro di Jenin" è tuttora un articolo di fede), "resistenza" libanese che si difende alla meglio, cattivo esercito israeliano che fa vittime civili.

Un articolo con foto di ragazzini israeliani morti non fa audience; uno con foto di bambini libanesi, invece, vende. Il lavoro dei giornalisti, oggi, non è riportare gli eventi, ma più semplicemente dire al pubblico le cose che questo vuole sentirsi dire, inframmezzandole con messaggi pubblicitari o con sottili suggerimenti che, lentamente, ne reindirizzano il gusto - e se il pubblico vuole sentirsi dire che gli israeliani mirano a vedove e orfani, chi sono mai i giornalisti per contraddirlo?

19 luglio 2005

Mi sono viziato

A forza di stare qui mi sono decisamente viziato. Ci sono cose che ho imparato, ormai, a dare per scontate - un po' di tutto, veramente, dai negozi che ti danno i buoni sconto perche' ti sei lamentato di un disservizio, agli Internet provider che ti dicono che l'ADSL ti verra' attivata domani pomeriggio fra le 15 e le 15.30, o preferiresti un altro orario?

Una cosa che all'inizio non mancava di stupirmi, per esempio, e' la professionalita' di giornali e televisioni. Oh, intendiamoci, fanno le loro porcate - e del resto, se "tabloid" e' diventato di fatto una parola sconcia, il merito e' della stampa inglese; eppure quando un giornale spara una bufala, il suo direttore si dimette. Quando una commissione d'inchiesta dice che Kelly si e' suicidato per colpa della BBC, il direttore generale della BBC, pur insistendo che non e' vero, e che la colpa dovrebbe quantomeno essere spartita fra lui e Blair, si dimette. Da che sono qui, due o tre direttori di grossi quotidiani si sono dovuti cercare un altro lavoro, come anche un direttore generale della BBC, un ex-parlamentare conduttore di talk-show di grande successo, e non so piu' quanti giornalisti. Tutti dimessi: perche' se una bufala e' grossa, coinvolge altre persone, le danneggia, o causa scompiglio nell'opinione pubblica, allora non si tratta piu' di un errore in buona fede: qualcuno deve pagare, e paga chi ha dato la notizia senza controllarla con la dovuta cura.

E in Italia? Oh, beh, in Italia c'e' Telepadania. C'e' Calderoli. C'e' Borghezio. C'e' un giornalista che intervista lo scemo del villaggio, il quale gli racconta di essere amico di Schwartzenegger, e che l'altra sera in piazza c'erano i musulmani che festeggiavano le bombe di Londra, brindando e ballando.
E che fa il bravo giornalista di Telepadania? Si chiede per caso con che cacchio brindano dei musulmani osservanti? Ma no, i dubbi sono roba da comunisti. Lui pubblica, lui. Pubblica e fa scandalo; e Telepadania manda pure i filmati.

A questo punto, persino una delle amebe che vivono e prosperano nello spazio vuoto fra le orecchie di Borghezio comincerebbe a sentir puzza di bruciato: perche' insomma, va bene i musulmani che brindano a prosecco, ma come fa Telepadania ad avere i filmati dei festeggiamenti, se la notizia l'ha avuta di seconda mano dallo scemo del villaggio?
Per fortuna, Calderoli non e' un pericoloso intellettuale pieno di dubbi, e si lancia subito in un'appassionata difesa della democrazia e dello stile di vita occidentale, inveendo contro TV e giornali che "coprono" la notizia - e per fortuna che c'e' un'emittente coraggiosa come Telepadania, che altrimenti la denuncia dello scemo del villaggio sarebbe caduta nell'indifferenza generale. C'e' da capirlo, Castelli, ha da difendere la categoria.

Quando poi e' saltato fuori che lo scemo del villaggio s'era inventato tutto, e che Telepadania, non avendo la macchina del tempo, s'e' limitata a montare filmati che aveva in magazzino dall'11 Settembre 2001 (bufala anche quella, visto che i festeggiamenti dei palestinesi erano falsi pure allora, ma non e' il caso di stare a sottilizzare, adesso), per un momento mi sono sorpreso a chiedermi chi sarebbe stato il nuovo direttore di Telepadania.

Si', buonanotte.