Post trasversale
In attesa che la senile memoria di Mmax gli permetta di ricordarsi dove ha messo il template originale di Splinder, così da poter ripristinare i commenti (hai guardato nel cassetto della cucina?), rispondo qui al suo post su Calipari, Mario Lozano ed il Cermis.
Ho discusso di entrambi gli episodi su Usenet, a più riprese, ed ho il sospetto che molti abbiano un'impressione piuttosto falsata di entrambi gli eventi - falsata soprattutto da una serie di preconcetti che abbiamo sugli americani, che non sono, contrariamente all'immaginazione popolare, necessariamente grandi, grossi e fresconi, nè cowboy ubriachi con un paio di Colt sempre alla cintura.
Sul Cermis, non mi stancherò mai di ripeterlo, quei due piloti non erano ubriachi, e non erano imbecilli. Riporto, in un impeto di vanità, un mio messaggio su Usenet risalente a diversi anni fa:
Non credo che ci sia qualcuno che creda che quel pilota così, per divertimento, abbia visto una funivia ed abbia detto "Che bello, adesso la tiro giù!". Se non altro perchè ci vuole anche una certa dose di culo per tranciare un cavo d'acciaio senza ammazzarsi, e questo, almeno, lui lo sapeva -a meno che il brevetto di pilota non gliel'abbiano regalato per il compleanno.Questo per quanto riguarda il Cermis. La questione Lozano/Sgrena/Calipari, poi, a mio immodesto parere è stata trattata fin dal primo giorno dalla stampa italiana nella peggior maniera possibile; se fossi complottista, direi che il manifesto e gli altri giornali (allora) d'opposizione italiani erano finanziati direttamente da Richard Perle con valigioni di denaro consegnati personalmente in stile Telekom Serbia. L'idea che dietro all'uccisione di Calipari ci sia qualche tipo di complotto volto ad uccidere Giuliana Sgrena non è solo risibile (gli americani sono delle schiappe in tante cose, ma ad ammazzare la gente sono molto bravi: se avessero voluto ammazzare Giuliana Sgrena, con una mitragliatrice, un cannone da 25 millimetri e 3-4 M-16, Giuliana Sgrena sarebbe morta, e come diceva il poeta, cazzi non ce ne sono), e' anche controproducente, perchè contribuisce a mascherare una delle colpe più gravi dell'esercito USA in Iraq, una delle cause principali della perdita di controllo della situazione, e una delle fonti dell'ostilità della popolazione locale nei confronti degli occidentali.
Onestamente, credo anch'io che quel pilota andasse assolto, ma per motivi un po' diversi da quelli che ho visto esposti qua in giro.
Innanzitutto, non credo neanche per un istante alla storia degli strumenti guasti. I piloti dei Prowler non sono gli ultimi dei pirla, e anche una planaria sa che un volo a bassa quota, con gli strumenti guasti, non si inizia neanche. Se veramente avesse avuto guasti così catastrofici, sarebbe tornato alla base. Poi, sempre perchè i piloti dei Prowler non sono gli ultimi dei pirla, non credo neanche alla storia delle scommesse, che era un semplice (e maldestro) tentativo di far passare per una bravata ciò che bravata non era.
Quel pilota sapeva *esattamente* ciò che stava facendo, e non l'avrebbe fatto se non avesse ricevuto ordini in questo senso. Contravvenire ad un trattato internazionale come stava facendo lui è una faccenda grave, e nessun pilota si gioca la carriera per una cassa di birra... o se è tipo da farlo, è probabilmente tanto cretino che non sa distinguere il muso di un aereo dalla coda. E quindi, ancora, non finisce a pilotare un aereo del genere. Dal momento che questa pratica è comune, e non solo da parte dei piloti americani, o ammettiamo che un gran numero di piloti siano degli imbecilli completi, oppure...
Quel pilota non andava processato perchè al suo posto doveva essere processato chi gli ha ordinato (consapevole dell'insipienza del governo italiano) di contravvenire ad accordi internazionali precisi sulle quote consentite.
Il fatto è che se saltava fuori una cosa del genere saltavano fuori un sacco di magagne... i voli di addestramento a bassa quota sono necessari, lo sanno tutti, e infatti negli USA c'è il poligono di Nellis per questo tipo di esercitazione... in zona desertica, bada bene. Siccome questi voli sono anche pericolosi in territori densamente popolati come quelli dell'Europa Occidentale, i governi impongono delle restrizioni, che renderebbero impossibile l'addestramento (che deve essere continuativo) dei piloti che a rotazione vengono inviati qui. E quindi, le restrizioni vengono ignorate, e il governo italiano fa finta di non saperlo per la felicità di tutti. Ti pare che una cosa del genere si poteva ammettere in pubblico? Penso di no. Quindi, il pilota ha fatto, onorevolmente, devo ammettere, da capro espiatorio, ha cercato, in maniera maldestra, di coprire le tracce di quello che era successo -e chissà poi se è stato lui- e si è preso una condanna infamante che, secondo me, non meritava.
I miei tre lettori mi perdonino se continuo a citarmi (da altri messaggi su Usenet), ma:
Il punto e' un altro: in Iraq, i soldati americani sparano OGNI GIORNO a civili disarmati, a soldati di altri Paesi, a funzionari civili; perche' confidano nell'impunita' che viene loro garantita da un'opinione pubblica ultranazionalista e da un governo che non ritiene che i non-americani abbiano dei diritti.e
Nascondere questo fatto sotto una montagna di illazioni a proposito della volonta' americani di punire chi ha, tutto sommato, appena versato una barca di soldi a una banda di delinquenti, mi sa tanto di giustificazione.
L'ho detto, e' come il Cermis: l'ipotesi che che la funivia l'hanno tirata giu' apposta perche' c'era dentro il capo della Spectre, mi sembra ragionevole che venga da qualcuno che vuole scusare, non accusare, gli USA.
[...]io trovo che si dovrebbe mettere l'accento proprio sul fatto che questo di Giuliana Sgrena e' stato l'ultimo episodio di una serie lunghissima, e dovremmo cominciare a chiederci quanti *iracheni* sono stati ammazzati come Calipari, nell'indifferenza generale; dovremmo chiederci quanto questo comportamento dei soldati americani contribuisce ad esasperare la popolazione, e ad accrescere il consenso verso i terroristi; e infine, se e' il caso di restare fedeli alleati di gente che considera perfettamente accettabile falciarci con le mitragliatrici.Ipotizzare, come leggo sui giornali, un assassinio politico nei capi d'imputazione al soldatino americano è roba da barzellette, ci sarebbe da ridere se non stessimo parlando di una tragedia umana, quella di Nicola Calipari, e soprattutto di un colpo di spugna passato su migliaia di identiche tragedie umane, ignorate per dar voce alla paranoia complottista di imbecilli che esigono una realtà di cui sono attori talmente importanti che tutti gli eventi del mondo ruotano attorno a loro.
L'hanno fatto ad un diplomatico italiano (che fra l'altro lavorava in quel momento per gli americani); l'hanno fatto ad un veicolo da ricognizione dei Carabinieri; l'hanno fatto ad un funzionario del SISMI; succedera' di nuovo, perche' noi non siamo americani, e quindi non abbiamo diritti.