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06 marzo 2009

Noi e loro


Mi è capitato proprio ieri di leggere in traduzione inglese le parole di uno dei padri dell'islamismo moderno, Hassan al-Banna, fra le altre cose fondatore (assieme a Sayid Qutb) del movimento dei Fratelli Musulmani e padre spirituale del vasto movimento che ramificandosi ha portato ad Hamas, ad Hezbollah e, tramite Sayid Maududi, a Jamaat Islamiya, Lashkar-e-Taiba e poi ai Talebani. Qui al-Banna parla del "peccato originale" degli occidentali nei confronti dell'Ummah:

Hanno importato le loro donne seminude, assieme ai loro liquori, ai loro cinema e teatri, alle loro sale da ballo, [...] giornali, romanzi, sport, tutti i loro vizi. Questo non era abbastanza per loro, ed hanno costruito scuole e istituzioni scientifiche e culturali, insinuando il dubbio e l'eresia nel cuore del popolo.
M'ha aperto gli occhi, al-Banna: ma come si fa ad essere così spietati e crudeli? Musica e balli, libri e giornali, teatri, sport, addirittura scuole e università! I nostri crimini non hanno limiti, veramente.

22 maggio 2008

Segnalazioni a caso


Un'altra di quelle giornate in cui non si ha quasi letteralmente il tempo di far nulla. Segnalo un paio di cosette che mi sono capitate sotto gli occhi durante la pausa pranzo:

Un articolo di Ali Eteraz su Comment is Free, la recensione di un libro che dimostrerebbe come l'interpretazione islamista del Corano sia, oltre a tutto il resto, dottrinariamente errata, e che gli stessi compagni e successori di Maometto (pace e brioscia su di lui) avessero un concetto molto più laico dello Stato di quanto la moderna dialettica islamista cerca di far intendere - a volte, sostiene l'autrice, anche facendo ricordo a traduzioni o interpretazioni volutamente errate del Corano. Purtroppo il libro è scritto da una donna musulmana, per giunta residente negli USA; i miei tre lettori sono invitati ad elencare tutti i modi in cui i vari gruppi islamisti e i loro compagni di strada antagonisti la bolleranno di tradimento, eresia, asservimento alla cospirazione massonico-rettiliana degli Illuminati sionisti e probabilmente pedofilia.

Intanto Harry's Place parla di Press TV, l'emittente satellitare impiantata e finanziata in Gran Bretagna dal governo iraniano, e dei neonazisti che ci lavorano, da Lady Renouf a Nicholas Kollerstrom (che, incidentalmente, incontriamo anche qui: piccolo il mondo).

Più vicino a casa (vostra), Rosalux dà spazio a Rachel Barnacle per una risposta che potrebbe anche essere la mia: anch'io, votando per la SA, ho in certa misura contribuito al successo di Berlusconi: lo so, me ne vergogno il giusto, e forse l'ho fatto solo perchè non mi devo sorbire cinque anni di leggi razziali e Commissari Straordinari Per Persone Con La Pelle Di Un Colore Che Non Ci Piace Troppo Ma Non Siamo Razzisti, Lo Facciamo Per L'Ordine Pubblico; con tutto questo, la risposta di Rachel è in parte anche mia.

(e no, non mi sento come i comunisti tedeschi nel '33: la nostra fortuna è che questi qui, a differenza dei Goebbels e degli Eichmann e dei Rosenberg, sono degli incompetenti e non riuscirebbero a organizzare una sbronza in una fabbrica di birra, figuriamoci un campo di sterminio)

Buona lettura

13 ottobre 2006

Comunità


Da Harry's Place:

What the pro-Islamist 'left' and the right-wing Islamophobes, such as the late Orianna Fallaci for example, share is their eagerness to paint Muslim immigrant communities as part of some sort of unified campaign against the West. For the psuedo-leftist cretins and their Islamist allies this of course is a 'good thing', the defence of Islamic garb, for example, is part of a resistance to the (non-existent) war on Islam - and their right-wing mirror-image differs only in regarding this as an offensive action rather than a defensive one and in considering it a 'bad thing'.
Quello che la 'sinistra' pro-islamista e la destra islamofoba, come ad esempio la defunta Oriana Fallaci, condividono è lo zelo posto nell'identificare le comunità musulmane come parte di qualche genere di campagna organizzata contro l'occidente. Per i cretini pseudosinistri ed i loro alleati islamisti questa è ovviamente una cosa positiva, e così la difesa del velo integrale islamico, ad esempio, è parte di una resistenza globale alla (inesistente) guerra all'Islam - e l'unica differenza con i loro corrispondenti speculari a destra dello schieramento politico è che questi ultimi considerano tutto ciò un'azione offensiva piuttosto che difensiva ed ovviamente un fatto negativo.

Non potrebbe essere più vero, e la prassi politica quotidiana, da entrambe le parti, tende verso azioni e opinioni che possano sempre più rafforzare questo isolamento di una supposta "comunità musulmana" rendendola assolutamente monolitica e impenetrabile.

Ognuno di noi può essere identificato, a seconda del contesto, in una miriade di modi: io posso essere un italiano, un meridionale, un ateo, uno specialista informatico, un ciclista, un eterosessuale, e nessuna di queste definizioni cancella le altre. Nessuno si preoccupa del mio punto di vista di ateo su Linux, nè della mia opinione di specialista informatico sui matrimoni omosessuali - la sola idea sembra ridicola. Eppure c'è chi, strumentalmente, ritiene, anzi, vuole, che gli appartenenti a certe comunità debbano essere solo appartenenti a certe comunità. L'identità di musulmano, per George Galloway come per Nick Griffin, dovrebbe cancellare tutte le altre.

L'idea, naturalmente, non solo è sballata, ma non ha alcuna speranza di successo. Nonostante tutti gli sforzi (ed alcuni successi) di chi cerca di costruirsi un futuro politico sulla nascita di comunità monolitiche, separate ed in contrasto, nonostante l'idea che si è cercato di far passare che la comunità musulmana avrebbe in qualche modo diritto a leggi separate, servizi sociali separati e soprattutto una rappresentanza politica separata, non democraticamente eletta, anzi estranea all'intero processo democratico, basta andare in una qualsiasi delle scuole di qui per rendersi conto che questa gente sta combattendo una battaglia di retroguardia - ed una battaglia persa in partenza.

Certo, esistono scuole separate, in cui non è possibile iscriversi se non si è musulmani (o cattolici, o ebrei), esistono comunità chiuse, esistono moschee in cui si predica il rifiuto dell'integrazione, esistono storie tragiche come questa. Esistono però migliaia di scuole, la stragrande maggioranza, in tutta la Gran Bretagna, in cui ragazzine musulmane giocano a pallone con i loro coetanei di ambo i sessi, mangiano assieme, partecipano alle stesse feste, festeggiano il Natale con la stessa curiosità con cui i loro coetanei di altre religioni partecipano alle celebrazioni per la fine del Ramadan; in cui ragazzi musulmani imparano (rapidamente, di solito) che le idee dell'imam ultraconservatore su ebrei ed altri infedeli tendono a perdere forza, messe di fronte alla realtà dei fatti di una Shirley in minigonna o di un Solomon miglior terzino di tutta la scuola.

Quei ragazzi e quelle ragazze, che sono la stragrande maggioranza, fra 15 anni probabilmente non berranno alcolici, porteranno lo hijab (difficilmente il niqab), andranno in moschea regolarmente, ma sospetto che non accetteranno di buon grado la definizione totalizzante di musulmani che cancella tutte le altre e che oggi si cerca di imporre ai loro genitori: vorranno una rappresentanza politica che sia democraticamente eletta e che tenga conto di tutte le parti della loro identità e non solo di quella religiosa - così come oggi ben pochi cristiani preferirebbero essere rappresentati da un consiglio di preti piuttosto che da un governo democraticamente eletto.

Una minoranza di fondamentalisti resterà, sicuro, e probabilmente il loro essere ridotti ad atavismo superato dalla storia non farà che renderli ancora più rabbiosi, e dovremo fronteggiare il terrorismo che alligna all'interno di certi circoli integralisti; ma si tratterà di un pericolo circoscritto, una minaccia per la sicurezza personale, allo stesso livello di rapinatori armati, pedofili, gang di spacciatori: un pericolo per gli individui ma non per la società. Allo stesso modo, chi cercherà di descrivere il collega musulmano come una minaccia per tutti, come una forza che vuole sovvertire l'ordine democratico della nostra società, solo perchè al pub beve aranciata o al venerdì allunga la pausa pranzo per le preghiere, non potrà che esporsi al ridicolo.

Gente come Abu Izzadeen e Nick Griffin non se ne rende conto, ma non sta cambiando la società - non più di quanto i soldati tedeschi intorno al bunker della Cancelleria stessero sconfiggendo l'Armata Rossa.