Visualizzazione post con etichetta compagni che sbagliano. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta compagni che sbagliano. Mostra tutti i post

09 agosto 2011

Post preventivo

Premessa necessaria: nel corso del post, ed eventualmente nei commenti, non intendo lasciarmi coinvolgere in pippe sulla morte di Ian Tomlinson o Mark Duggan, o sulla presunta natura etnica dei disordini di Londra. Ian Tomlinson, perché trovo che sia stato un grimaldello politico per rendere impossibile alla polizia l'esercizio delle proprie funzioni. Mark Duggan, perché non essere riuscito a sparare per primo non ti rende innocente. Gli "scontri etnici" perché, Jesus effing Christ on a pogo stick, se non siete in grado di riconoscere il colore della pelle della gente ripresa nelle centinaia di video su YouTube e sulla BBC, non siete in grado di discutere di nulla di più complesso che i Teletubbies. E anche lì, col sostegno e il supporto di un adulto.


A quanto pare, dopo tre notti di saccheggi e incendi, stasera la polizia londinese dovrebbe essere presente in forze e, auspicabilmente, cambiare tattica, passando dal contenimento alla dispersione attiva dei gruppi di vandali e delle gang.

E qui casca l'asino, quindi ci tengo a fare un post a freddo, prima che succeda il casino.

Qui casca l'asino, dico, perché i razziatori e membri di gang che hanno imperversato per le ultime tre notti hanno commesso un errore di valutazione relativamente comune (ad esempio lo commisero i contrabbandieri pugliesi di sigarette nei confronti della Guardia di Finanza verso la fine degli anni '90): hanno confuso controllo con debolezza.

I tizi incappucciati che sono andati in giro a dar fuoco a case con gente dentro sono, all'atto pratico, animali: non hanno la fase, fondamentale per gli esseri umani, della riflessione fra impulso e azione. Se vogliono sprangarti, ti sprangano. Non sono in grado di considerare conseguenze e alternative, perché non sono mai stati abituati/educati a farlo. Se non ti sprangano, può essere solo perché hanno paura di te: il timore di conseguenze immediate ed automatiche é l'unica cosa che possa fermarli, perché la reazione di altri animali come loro ha lentamente instillato l'appropriato riflesso pavloviano in quelli che, per mancanza di termini adeguati, chiameremo i loro cervelli. Sono, per usare l'appropriata definizione di una tizia di Ealing che si é vista bruciare il negozio intorno ieri pomeriggio, ratti ferali.

Ora, questi ratti ferali hanno visto per tre sere la polizia arretrare davanti a loro, o contenerli piuttosto che sfondarli di manganellate. Questo é dovuto in parte ad una scelta dottrinale della polizia inglese, che tende a contenere passivamente i disordini piuttosto che attaccarne le cause - in altre parole, forma una linea, se ha numeri sufficienti, e lascia che i manifestanti, i razziatori o chiunque abbiano davanti si stanchino a dar manganellate e mattonate agli scudi. E' il motivo fondamentale per cui, quando da queste parti  le manifestazioni sfociano in violenza, il numero di poliziotti che finiscono in ospedale é generalmente di gran lunga più alto di quello dei manifestanti. D'altra parte, quando i numeri non lo permettono, la polizia preferisce, ancora, indirizzare per quanto possibile i violenti in certe direzioni dove o hanno meno occasioni per fare danno, o almeno possono far danno a cose piuttosto che a persone. Fra un condominio ed un supermercato, i poliziotti spingono i ratti verso il supermercato e lasciano che venga saccheggiato e dato alle fiamme. Questo generalmente succede anche quando i poliziotti, pur non avendo i numeri per la resistenza passiva, potrebbero ancora (come nelle notti passate) disperdere i ratti o almeno interferire con le loro attività caricandoli. La carica, o in generale l'uso dei manganelli, é considerata un'autentica extrema ratio, da adottare ad esempio quando vi siano vite umane in pericolo. Questo, oltre che alla dottrina operativa standard, é dovuto al fatto che (come accadde con Ian Tomlinson) qualunque manifestante che dovesse morire di infarto due ore dopo aver ricevuto una manganellata sarà motivo sufficiente perché il poliziotto che ha dato la manganellata finisca sotto processo per omicidio.(*)

Avendo i ratti visto i poliziotti arretrare, hanno concluso che avevano paura: la loro visione del mondo non ha spazio per una interpretazione alternativa. Da tre giorni BBM, Twitter, Facebook, sono pieni di traffico che descrive come "stiamo facendo vedere alla polizia che facciamo quello che vogliamo", come dicevano le due ragazzine che, bevendo vino razziato dall'off-licence di un immigrato pakistano, spiegavano al cronista della BBC anche che loro razziavano perché "é tutta colpa dei ricchi, quelli che hanno i negozi e le macchine". I ratti sono veramente convinti di essere più forti, più aggressivi, più capaci di far danno ai propri avversari dei poliziotti. Confondono controllo con debolezza.

Si tratta di un errore di valutazione, come ho detto, comune, commesso dalla banda Baader-Meinhof davanti alle forze speciali tedesche, dai contrabbandieri pugliesi di sigarette davanti alla Guardia di Finanza, dalle milizie serbo-bosniache davanti alla NATO... i miei tre lettori non faranno fatica a notare che chi ha commesso quest'errore ha anche un'altra caratteristica in comune: hanno tutti smesso di esistere.

Ora, quello che é successo é che oggi, temporaneamente, un sacco di gente si é rotta i coglioni. Anche i tradizionali alleati di chiunque scenda in strada a dar fuoco a cassonetti - gente come Diane Abbott, per dire, o il Guardian, o parti della BBC - sta dicendo che, insomma, va bene la rivolta, ma dar fuoco ai negozi con la gente che ci abita sopra e' un po' un'esagerazione - e soprattutto, i ratti hanno commesso il madornale errore di aggredire diversi giornalisti, menargli e fregarsi telecamere e macchine fotografiche. Dar fuoco al negozio all'angolo dopo essersi fregati due casse di whisky può ancora passare per lotta di classe, ma se mi fregate la Nikon D5 siete praticamente amici personali di Bush e Netanyahu.

La gente, dicevamo, si é un po' rotta i coglioni di andare a cena fuori ed essere derubata da "manifestanti", e la polizia ha ricevuto abbastanza rinforzi da poter garantire una presenza robusta, come si dice qui, in tutte le zone calde, e l'autorizzazione del governo a usare proiettili di gomma e altri tipi di baton rounds. Le cose, in altre parole, stasera saranno un po' diverse, e i ratti non lo capiranno, perché non hanno gli strumenti per interpretare una situazione che va al di là della dicotomia "ti sfondo di botte/ho paura di te".

E' possibile, anzi probabile, che tutto si risolva pacificamente: che ci siano un paio di cariche della polizia, che il diritto umano di qualche ratto a sfondare una vetrina o dar fuoco ad un'auto venga violato, che ne venga fuori qualche testa insanguinata, ma che tutto sommato le cose finiscano lì.

E' anche possibile che i ratti non capiscano abbastanza rapidamente che il gioco é cambiato. E' possibile che qualcuno, stasera, creda veramente di poter affrontare la Met in campo aperto con le risorse di una gang di Hackney o Tottenham e vincere. E' possibile, in altre parole, che stasera ci scappi il morto. Molto improbabile (per fortuna) ma possibile.

Nel caso questo dovesse succedere, mi levo il pensiero ora della disamina delle reazioni

1) "Era un angelo, un'anima innocente che ogni domenica dopo la messa pisciava arcobaleni di ostie che indicavano la strada di casa ai cuccioli di sanbernardo" (la mamma) ((c) Bucknasty)

No, signora, non era un angelo. Era un delinquente che ha dato fuoco a case in cui viveva della gente, fra l'altro le case sopra ai negozi, dove in questo Paese abitano in generale i più poveri e i più deboli, o gli studenti più squattrinati. Era uno che ha creduto che la polizia fosse una gang rivale (sì signora, era in una gang, o se non c'era probabilmente l'avevano buttato fuori per indegnità morale) ed ha di conseguenza vinto un premio Darwin. Era uno che ha fatto il possibile per distruggere la comunità in cui viveva, spargendo il terrore e distruggendo piccole attività che davano lavoro a gente del posto. Era una merda. Lo so che non si parla male dei morti, cara signora, quindi per non offenderla questa roba la scrivo mentre é ancora vivo.

2) "Era innocente, era lì per caso, eravamo andati a vedere, i razziatori erano altri" (gli amici)

Non era innocente. Era in mezzo ad una folla che sfondava saracinesche e dava fuoco a palazzine. Anche a voler essere buoni e pensare che ci si fosse infilato per caso, era comunque troppo stupido per vivere: se pure fosse sopravvissuto, probabilmente domani avrebbe cercato di attraversare a piedi, e bendato, la M25, spalmandosi contro l'auto di Mrs. Inminoranza e costandomi una fortuna di carrozziere. Quindi a pensarci m'é andata pure bene.

Ma la cosa importante é che questo non é vero: non era innocente e non era lì per caso. O stava razziando e caricando la polizia e dando fuoco a case e negozi, oppure si era mescolato con chi lo faceva e stava fungendo effettivamente da scudo umano: faceva, oggettivamente, da complice.

Per qualche strano motivo da un po' di tempo é invalsa l'idea che dal momento che io sono un cittadino e non ho commesso alcun reato, é mio diritto inalienabile stare letteralmente dove cacchio mi pare. Alle manifestazioni, per esempio, é sempre più normale sentire gente scandalizzata che dice che la polizia ha caricato quelli che stavano dando fuoco all'ambasciata israeliana e hanno dato una manganellata anche a me che non stavo facendo niente, solo perché stavo in mezzo a quegli altri! Anche i media, in generale, trattano questo tipo di lamentela come se fosse giustificata, ed anzi chiedono ai poliziotti di giustificare il fatto che non si siano premurati di controllare se in mezzo alla folla che cercava di dar fuoco all'ambasciata per caso ci fosse qualcuno che era lì per caso.

Allo stesso modo, nelle sere passate era normale vedere gruppi di razziatori e vandali operare in mezzo ad una folla che li guardava incuriositi, parlava con zia Emma al telefonino, indicava i poliziotti e si chiedeva perché non intervenivano, e così via, e a nulla sono valsi gli appelli della Met perché la gente smettesse di fare da scudo ai razziatori. Queste persone sono convinte che sia un loro diritto inalienabile stare dove cazzo gli pare, anche a costo di impedire alla polizia di proteggere i diritti altrui (ad esempio, a non vedersi bruciare casa e/o negozio); sono oggettivamente complici e o non se ne rendono conto (e rientriamo nel caso di sopra: M25 a piedi, occhi bendati, carrozziere, grazie Met per averli eliminati) o sono in malafede e sono effettivamente dalla parte dei razziatori. Quindi, ancora, non sono innocenti - a quei livelli di stupidità é lecito parlare di colpevolezza.

3) "Era un ragazzo di 17 anni, é morto tragicamente sotto i proiettili di gomma, gli occhi dei bambini di Gaza ci guardano da Hackney: cosa diremo alla sua mamma?" (il Guardian)

Cara Madeleine (se non lo scrive Madeleine Bunting sentitevi liberi di leggere ad alta voce sostituendo il nome con quello giusto, ed eventualmente il genere), mi permetto di darle un suggerimento su cosa dire alla mamma:

"Gentile signora, suo figlio é cresciuto per 17 anni senza che lei facesse il minimo sforzo per allontanarlo dalle gang, per insegnargli l'importanza dell'appartenere ad una comunità locale, l'orgoglio di essere parte di un tessuto sociale che sostiene e fa crescere. Lo so che lei se ne é fottuta per 17 anni, l'ha lasciato preda delle gang, ha permesso che diventasse un animale selvatico incapace di qualunque interazione sociale che non fosse predatoria; si é rifiutata di parlare con la gang task force della scuola dove lo ha parcheggiato, ogni volta che la contattavano per informarla di un episodio di bullismo lei dava la risposta che é diventata il motto di una certa Gran Bretagna, "it's got nowt to do wiv me"; e sa come lo so? Lo so perché avantieri sera suo figlio é tornato a casa con un paio di Nike AirMax che costano quanto un mese di sussidio, e ieri mattina l'ha passata in casa, a parlare al telefono con i suoi "homies" di come la polizia gli scappava davanti, e ieri sera é tornato a casa con una Xbox360 + Kinect, una cassa di videogiochi ed un televisore LED da 42 pollici, e lei non gli ha chiesto niente, non ha fatto la minima obiezione, ha lasciato che uscisse anche stanotte, ha continuato a fottersene come negli ultimi 17 anni pur sapendo benissimo quello che stava succedendo. Signora, it's your fucking fault. Se c'é qualcosa di cui dispiacersi, é che il proiettile successivo non abbia preso lei."

Ecco Madeleine, provi così. Non sarà gentile, ma ancora, non sto parlando male dei morti: la mamma é viva, e per ora, pure il pargolo.

E visto che siamo in modalità mago del Tuscolano, azzardo anche qualche altra previsione: tutti quelli, come Diane Abbott, che oggi chiedono a gran voce il coprifuoco in tutto il Paese e poteri straordinari alla polizia, semplicemente perché diverse delle case date alle fiamme sono nel suo distretto elettorale, domani, a cose fatte, torneranno a lamentare gli eccessi di violenza poliziesca e a chiedere che ai reparti antisommossa vengano tolti scudi e manganelli che sono troppo provocatori; la feccia Tory che ci governa, o almeno che taglia servizi pubblici e assegna contratti di outsourcing ai suoi vecchi compagni di scuola mentre occupa parassiticamente Downing Street e Westminster, si scorderà dell'accaduto entro una settimana o due e non cambierà una virgola della propria intenzione di tagliare 2000 poliziotti dall'organico della Met, o di mettere sul lastrico, con i tagli simultanei alle forze armate e ai sussidi di disoccupazione, circa 14000 persone la cui unica qualifica professionale consiste nell'essere molto bravi a sparare in testa alla gente; almeno un imbecille (probabilmente sul Daily Mail) proporrà di censurare Twitter o Facebook o Internet o vaccapi' cosa perché senza i social network queste cose non succederebbero. Infatti i disordini di Brixton dell'85 furono proprio il trampolino di lancio di Twitter.


(*) In realtà anche la tecnica di contenimento é messa pesantemente in discussione: dopo le manifestazioni studentesche di quest'inverno diversi parlamentari hanno obiettato che contenere dei manifestanti violenti e impedire anche per ore che si muovano a loro piacimento é una violazione dei loro diritti umani, soprattutto laddove é impossibile dimostrare incontrovertibilmente che ognuno dei contenuti ha partecipato ad azioni criminose.

14 maggio 2008

I rossobruni non esistono


Devo dire che i compagni che si affannano a proclamare che i rossobruni non esistono sarebbero di gran lunga più credibili, se solo riuscissero a trattenersi dall'applaudire con i lucciconi agli occhi ogni volta che Hezbollah va in piazza a fare il saluto fascista e a gridare, più o meno,
¡Viva la Muerte!

16 aprile 2008

La storia dell'Europa dal punto di vista del mio pancreas


Ho parlato più di una volta di un podcast che ascolto assiduamente e quotidianamente - quando lavoravo nella City, era la colonna sonora del mio ritorno a casa in bicicletta. Mi riferisco ovviamente a Democracy Now, radio show/podcast/vodcast della sinistra radicale americana, presentato dalla indomita Amy Goodman. Premetto che sono d'accordo con le posizioni della Goodman in qualcosa come il 20% dei casi, se pure; ma quella di Democracy Now è una delle rarissime voci realmente indipendenti nel panorama dell'informazione di lingua inglese - attenzione, indipendenti, non imparziali.

Ogni tanto, però, come nel caso delle denunce di torture a Guantanamo, Democracy Now ha delle uscite che mi lasciano letteralmente a bocca aperta. Caso in questione, il podcast di venerdì scorso.

Il tema della trasmissione era il V-day - che non è il vaffanculo day grilliano, ma l'anniversario (il decimo) della prima rappresentazione dei Vagina Monologues, opera teatrale diventata rapidamente una bandiera del femminismo radicale americano. In occasione del V-Day, attiviste e intellettuali femministe si riuniscono da tutta l'America per discutere, pianificare, denunciare, riappropriarsi, stigmatizzare e fare tutte quelle cose che le femministe fanno quando si riuniscono e di cui noi maschietti abbiamo un'idea piuttosto vaga.

Comunque.

Democracy Now è praticamente un talk-show, e in questo caso le ospiti erano le organizzatrici dell'ultimo V-Day, che si terrà, simbolicamente, a New Orleans, città devastata dall'uragano Katrina prima, e dagli squali delle grandi compagnie immobiliari dopo - con l'appoggio entusiasta, va detto, del governo della Louisiana, città martoriata dalla piaga della criminalità, città con numeri record di famiglie sfasciate, città di minoranze etnico-culturali sotto assedio. Ci vorrebbe probabilmente un podcast a parte solo per elencare i problemi che affliggono New Orleans - e che, dato il numero di single mothers, colpiscono in maniera particolarmente grave le donne, per cui un evento come il V-day, con le sue possibilità mediatiche, è sicuramente il benvenuto. Quali saranno i temi dell'evento? Sicuramente le ingiustizie sociali, la mancanza di effettivi ammortizzatori sociali, la mancata ricostruzione di decine di migliaia di unità abitative popolari distrutte da Katrina, e rimpiazzate da edilizia residenziale di lusso, la gentrification che sta lasciando migliaia di famiglie senza tetto, relegate in campi profughi o alloggi di fortuna in Texas, Mississippi e Louisiana. La parte di denuncia c'è, e le organizzatrici ne parlano diffusamente durante il talk-show, mettendo in evidenza i vari problemi creati da Katrina e soprattutto sfruttati dagli interessi delle corporazioni che stanno sventrando New Orleans. Ma il V-Day è anche un occasione per fare qualcosa, per mettere in atto delle strategie di lotta, e la comunità creativo-femminista americana è in prima linea.

Sentiamo cosa dice una delle organizzatrici:

"[...] Abbiamo organizzato un brunch per le donne di Mississippi e Alabama, attiviste di base [...] e loro erano esterrefatte, dicevano che nessuno aveva mai offerto loro un brunch, e io ho pensato, un brunch? Queste donne non hanno mai fatto un brunch?"
"[...] mi chiedevo, come portiamo qui la gente da tutti gli USA, come trasmettiamo il messaggio che vogliamo prenderci cura delle donne di New Orleans? Daremo loro massaggi gratuiti, esami medici gratuiti, corsi gratuiti di yoga e meditazione, tutto gratuito per le donne"

Ecco di cosa hanno bisogno le donne di New Orleans, ragazze-madri disoccupate, impossibilitate a mettere un tetto sulla testa dei figli, a trovare un lavoro, indifese davanti alla predazione dei grandi interessi economici: hanno bisogno di corsi di yoga e meditazione. Stupidi noi a non averci pensato prima.

Ma soprattutto, un elemento fondamentale del V-Day sarà una rappresentazione dei Vagina Monologues: perchè c'è una cosa di cui le donne di New Orleans hanno bisogno ancora di più che di un corso di yoga e meditazione, ed è riscrivere la storia della loro comunità dal punto di vista della vagina. In un evento il cui obiettivo dichiarato è aiutare le donne degli Stati del Golfo, il punto focale è aiutarle a raccontare gli eventi dal punto di vista della vagina.

Ora, prima che il solito lettore attento me lo faccia notare, non discuto che al V-Day si farà anche del lavoro importante, non discuto che si denuncerà, che sarà un momento importante per attivisti e attiviste per contarsi, ritrovarsi, per invertire il flusso della diaspora che ha disperso il proletariato urbano di New Orleans in tre o quattro Stati; ma a mio modestissimo parere, il fatto che ad essere messi in evidenza in apertura di trasmissione siano l'offerta di corsi di yoga e meditazione, il fatto che le donne - proletarie, attiviste, donne dei quartieri popolari - non abbiano mai fatto un brunch, l'idea che la priorità sia raccontare la storia di New Orleans attraverso la vagina, secondo me dice molto sul motivo per cui gli intellettuali, e in particolare gli intellettuali progressisti, abbiano in qualche modo perso il senso della realtà, e spiega bene, sospetto, il disprezzo appena mascherato nei confronti di coloro che dicono di voler difendere - disprezzo che poi diventa reciproco e dà alla Lega il 10% dei voti o porta in vantaggio McCain nonostante lo sfascio assoluto dei repubblicani (o, qui, Cameron nonostante lo sfascio dei Tories).

Adesso vi lascio, sono impegnato a scrivere un trattato volto a reinterpretare la storia d'Europa dal punto di vista del mio pancreas.

10 marzo 2008

Se non è rotto, aggiustalo


I miei tre lettori ricorderanno che in almeno un paio di occasioni questo blog ha parlato di quello che con una certa dose di humour tipicamente inglese viene chiamato il sistema di istruzione britannico.

Mi è stato fatto notare da più d'uno che avevo dipinto una situazione un po' troppo tragica, ed ignorato completamente lo strano sistema a salti che caratterizza l'istruzione britannica. La scuola superiore inglese è effettivamente al disastro - ma passati gli esami di Stato, che qui si sostengono a 16 anni, comincia la cosiddetta sixth form, due anni (facoltativi) di preparazione all'università, e in questi due anni si studia roba che, a detta di Mrs. Inminoranza, da noi si studia sì e no nei primi due anni di università. Allo stesso modo, i tre anni di università necessari per ottenere il Bachelor sono una mezza barzelletta, ma il Master è una storia diversa - sempre a sentire Mrs. Inminoranza, che all'università era una secchia, non le è mai toccato di studiare intensamente come ha dovuto fare per il Master che ha preso qui.

L'idea che alla sixth form si debba studiare è, ovviamente, classista, nozionista e repressiva, e pertanto si sta lavorando sodo a risolvere il problema. Come diceva un esponente del governo in un'intervista di venerdì scorso a Today, su Radio 4, la situazione attuale è che abbiamo gli studenti bravi che vanno alla sixth form, che è troppo difficile per un grande numero di studenti, e gli altri invece fanno vocational courses, in pratica corsi di specializzazione professionale. Questa situazione, che crea un sistema in cui gli studenti intelligenti vanno all'università e invece gli altri no è ovviamente inaccettabile e causa, come si dice nell'intervista, divisioni fra gli studenti, per cui la sixth form e gli esami associati, gli A-levels, verranno eliminati entro il 2012, come anche i corsi professionali. Li sostituirà un diploma comune raggiunto attraverso un corso comune, che offrirà qualcosa della sixth form (un po' di inglese, un po' di matematica, un po' di altre discipline) e qualche corso pratico, e si concluderà con un esame meno divisive, più realistico e commisurato alle capacità e alle necessità della maggioranza degli studenti.

La ristretta cerchia di coloro che possono permettersi di mandare i figli a scuole private, che continuano ad offrire corsi approfonditi ed esami interni competitivi (illegali, spesso, e quindi formalmente utilizzati solo per "autovalutazione" dello studente), e che garantiscono alla fine l'accesso alle poche superstiti università (private) in grado di offrire un'istruzione degna di questo nome, ringraziano sentitamente. La loro posizione di privilegio ereditario è confermata e rafforzata - in nome, naturalmente, dell'eguaglianza.

Altre notizie, non necessariamente correlate ma non necessariamente disgiunte: Socialist Unity, organo della Socialist Unity Network, rete di attivisti della sinistra radicale inglese, pubblica un articolo di uno dei fondatori, Andy Newman, che difende l'insegnamento del creazionismo nelle scuole in nome del multiculturalismo e del principio anti-repressivo secondo cui lo stato non dovrebbe imporre una verità a scapito di un'altra nelle scuole (2+2? Potrebbe fare 4, ma anche no. Se solo questa scusa fosse venuta in mente a me allo scritto di Analisi II...)

07 marzo 2008

Guest post


Riceviamo e volentieri pubblichiamo un comunicato del MOIGEB (Movimento Italiano GEnitori Bloggati)

Abbiamo ricevuto segnalazione che un blog dalle tendenze politiche già sospette per conto suo ha compiuto la transizione da corruttore dei nostri figli attraverso la diffusione di opinioni politicamente sovversive a blog pornografico corruttore dei nostri figli attraverso la diffusione delle foto di tope. Ci rivolgiamo pertanto ai lettori di questo blog perchè appoggino la nostra richiesta all'On. Gabriella Carlucci, che tanto si sta distinguendo in questi giorni per il suo disperato tentativo di proteggere i cervellini dei nostri figli da cosacce come la fisica, la matematica e in generale tutta quella roba che fa scattare le sinapsi, di far oscurare tale blog per manifesta pornografia e violazione della privacy di una signora onorata e rispettabile che non intendeva certo che la foto della sua topa venisse propagata ai quattro venti.
Non posso, in coscienza, che associarmi all'appello.

10 ottobre 2007

Aridatece er puzzone


Sto vivendo in questi giorni la sensazione che i troll del Mondo Disco chiamano aaagragaaah - la sensazione che si prova quando ti rendi conto che i due-tre sassolini che stanno rotolando verso di te sono l'anteprima di una frana, ed è già troppo tardi per levarti di mezzo. Il termine sarebbe il suono che si emetterà fra pochi secondi, mentre si viene travolti. La frana in questione è una vittoria elettorale Tory, diventata preoccupantemente possibile, alle sempre più improbabili elezioni anticipate di fine anno o alle politiche del 2009.

A sentire i media, Gordon Brown è pari pari a Winston Churchill, ma più bello. Non è un mistero che la BBC sia un feudo Old Labour e nutra un amore sconfinato per il buon Gordon; i telegiornali sono stati per mesi un susseguirsi di commenti su quanto Brown sia incredibilmente bravo a gestire l'economia, la vita pubblica, le crisi. Abbiamo un'epidemia di afta tuttora in corso, ogni due settimane o giù di lì salta fuori un nuovo focolaio - esattamente la stessa situazione di qualche anno fa, quando, con Tony Blair, la BBC faceva edizioni straordinarie per annunciare che il mondo stava finendo e l'agricoltura britannica non si sarebbe mai ripresa dal terribile colpo infertole da Blair stesso con la sua cattiva gestione dell'epidemia. Adesso la notizia che un nuovo focolaio è saltato fuori viene data come ottava notizia, dopo i pettegolezzi sul principe William e Kate Middleton, e solo per dire che il primo ministro ha il perfetto controllo della situazione. L'epidemia è scoppiata per via dell'incuria di un laboratorio privato che collaborava col DEFRA, in una di quelle Public-Private Partnerships che sono state il cavallo di battaglia di Brown quand'era Cancelliere (imposte spesso con la forza e contro il volere degli interessati, com'è stato il caso per il trasporto pubblico londinese) - ma la BBC ne ha parlato un paio di volte, en passant, e una delle due per ventilare la possibilità, abbastanza campata in aria, che non fosse veramente colpa del laboratorio ma si fosse trattato di un episodio di sabotaggio ad opera di qualche dipendente insoddisfatto (e probabilmente blairiano).

Da una settimana le poste sono in sciopero, con le immaginabili conseguenze, per protesta contro l'ondata di licenziamenti e chiusure degli uffici postali periferici - e la BBC, che l'anno scorso ha usato toni da 11 settembre per lo sciopero di 24 ore degli uffici di collocamento, ne parla come se stesse succedendo in Francia o in Italia, con un misto di ironia e indifferenza - e soprattutto, facendo attenzione a non menzionare il governo neanche una volta non solo nel servizio in questione, ma pure in quello precedente e in quello successivo, che non si sa mai.

All'epoca dei falliti attentati di luglio, metà dei servizi della BBC avevano per argomento la freddezza e la competenza di Gordon Brown invece che gli attentati in sè: pareva quasi che SuperGordon fosse andato personalmente ad aprire le valvole delle bombole di propano per assicurarsi che non esplodessero, e i giornalisti facevano a gara ad assicurarci che comunque andava tutto bene, era tutto sotto controllo, non c'era da preoccuparsi e comunque i falliti attentati non erano da mettere in relazione con la politica interna o internazionale del governo. Chi era qui nel luglio 2005 ricorderà, forse, dei toni sottilmente diversi nei reportage della BBC.

Insomma, a sentire la BBC, o a leggere il Guardian, le cose vanno benissimo, siamo usciti da 10 anni d'inferno per entrare in un'età dell'oro col Grande Timoniere Mao Tze-Brown alla guida della nazione.

Eppure.

Brown ha promesso che avrebbe posto termine alla pratica dello spin, della "gestione" delle notizie e degli annunci (quando hai in tasca la BBC, dicono i maligni, dello spin non sai che fartene), e Brown è un uomo d'onore, quindi bisogna pensare che quando ha fatto la sua visita a sorpresa in Iraq ed ha annunciato ai giornalisti la riduzione di 1000 uomini del contingente britannico, senza prima discutere la questione con i vertici militari o con la Camera dei Comuni, e in perfetta concomitanza con il congresso nazionale Tory, sicuramente avrà avuto i suoi motivi.

Eppure.

Brown ha promesso una nuova era di allontanamento dagli USA e multilateralismo diplomatico, e Brown è un uomo d'onore, quindi bisogna pensare che sia stata semplicemente la sfiga a portare la Gran Bretagna ad una guerra diplomatica con la Russia, con espulsioni incrociate di diplomatici - estremi a cui non si è mai arrivati, col guerrafondaio Blair, neanche quando l'Iran ha sequestrato dei militari inglesi o quando un paio di scandali spionistici, uno a Mosca e uno a Londra, hanno minacciato di avvelenare le relazioni.

Eppure.

Brown ha promesso una visione originale ed organica per il futuro della Gran Bretagna, e Brown è un uomo d'onore, quindi il fatto che Alistair Darling, il suo successore nel ruolo di cancelliere, abbia presentato un bilancio (una legge finanziaria, diremmo in Italia) pieno di misure copiate dai programmi Tory e Lib-Dem, suscitando fragorose risate ai Comuni, è probabilmente dovuto alla cattiveria degli altri due partiti, che hanno presentato i propri programmi prevedendo questo cambio di rotta Labour.

Eppure.

Brown ha promesso di tornare alla politica dei valori laburisti, al socialismo europeo, e Brown è uomo d'onore, quindi ci deve essere qualcosa di socialista nel licenziamento di 50.000 dipendenti pubblici in un anno, specie in settori già allo sfascio per mancanza di fondi e personale come la sanità, o nel raddoppio della soglia per la tassa di successione, in barba al fatto che la vecchia soglia andasse a colpire solo il 5% più ricco del Paese.

Eppure.

Brown ha promesso di dire basta all'opportunismo politico blairiano, e Brown è un uomo d'onore, quindi dev'essere vero quel che dicono i suoi portavoce, che non è nient'altro che una coincidenza che volesse indire elezioni anticipate proprio quando i Tories erano 10 punti sotto nei sondaggi e che, guarda caso, si sia convinto che aveva cose più importanti da fare che indire le elezioni proprio quando i Tories hanno rimontato lo svantaggio e addirittura, forse, si dice, superato i laburisti dopo il discorso di Cameron al congresso.

Alle ultime amministrative non ho votato per i laburisti, per colpa di Blair. Se le cose vanno avanti così, non credo proprio che Brown mi convincerà a tornare sui miei passi.

(il titolo viene dall'unica vignetta di Forattini che m'abbia mai fatto sorridere)

08 luglio 2007

Fronte popolare di liberazione di Giudea

Leggo su Bellaciao:

Dopo aver duramente criticato Bertinotti e Giordano per l’espulsione dal PRC di Franco Turigliatto, Ferrando espelle decine di militanti dal “suo” PCL.

La colpa di Turigliatto è stata quella di aver votato contro la politica estera del governo di cui il PRC fa parte, creando grave imbarazzo al governo stesso; la colpa dei dissidenti del PCL è stata quella di aver scritto o semplicemente condiviso un articolo pubblicato sulla rivista “Contropiano”, peraltro la medesima rivista che aveva ospitato, nel numero precedente, un articolo dello stesso Ferrando.
Che dire?

Parolai!

25 maggio 2007

Vittime


Un'altra vittima del grottesco assalto alla libertà di espressione condotto da sionisti e membri della pseudosinistra filoisraeliana. Si potrebbe proporre a Claudio Moffa di invitarlo a tenere un corso seminariale per il Master Mattei, o magari ospitarlo sul blog di Cloroalclero.