Post preventivo
Premessa necessaria: nel corso del post, ed eventualmente nei commenti, non intendo lasciarmi coinvolgere in pippe sulla morte di Ian Tomlinson o Mark Duggan, o sulla presunta natura etnica dei disordini di Londra. Ian Tomlinson, perché trovo che sia stato un grimaldello politico per rendere impossibile alla polizia l'esercizio delle proprie funzioni. Mark Duggan, perché non essere riuscito a sparare per primo non ti rende innocente. Gli "scontri etnici" perché, Jesus effing Christ on a pogo stick, se non siete in grado di riconoscere il colore della pelle della gente ripresa nelle centinaia di video su YouTube e sulla BBC, non siete in grado di discutere di nulla di più complesso che i Teletubbies. E anche lì, col sostegno e il supporto di un adulto.
A quanto pare, dopo tre notti di saccheggi e incendi, stasera la polizia londinese dovrebbe essere presente in forze e, auspicabilmente, cambiare tattica, passando dal contenimento alla dispersione attiva dei gruppi di vandali e delle gang.
E qui casca l'asino, quindi ci tengo a fare un post a freddo, prima che succeda il casino.
Qui casca l'asino, dico, perché i razziatori e membri di gang che hanno imperversato per le ultime tre notti hanno commesso un errore di valutazione relativamente comune (ad esempio lo commisero i contrabbandieri pugliesi di sigarette nei confronti della Guardia di Finanza verso la fine degli anni '90): hanno confuso controllo con debolezza.
I tizi incappucciati che sono andati in giro a dar fuoco a case con gente dentro sono, all'atto pratico, animali: non hanno la fase, fondamentale per gli esseri umani, della riflessione fra impulso e azione. Se vogliono sprangarti, ti sprangano. Non sono in grado di considerare conseguenze e alternative, perché non sono mai stati abituati/educati a farlo. Se non ti sprangano, può essere solo perché hanno paura di te: il timore di conseguenze immediate ed automatiche é l'unica cosa che possa fermarli, perché la reazione di altri animali come loro ha lentamente instillato l'appropriato riflesso pavloviano in quelli che, per mancanza di termini adeguati, chiameremo i loro cervelli. Sono, per usare l'appropriata definizione di una tizia di Ealing che si é vista bruciare il negozio intorno ieri pomeriggio, ratti ferali.
Ora, questi ratti ferali hanno visto per tre sere la polizia arretrare davanti a loro, o contenerli piuttosto che sfondarli di manganellate. Questo é dovuto in parte ad una scelta dottrinale della polizia inglese, che tende a contenere passivamente i disordini piuttosto che attaccarne le cause - in altre parole, forma una linea, se ha numeri sufficienti, e lascia che i manifestanti, i razziatori o chiunque abbiano davanti si stanchino a dar manganellate e mattonate agli scudi. E' il motivo fondamentale per cui, quando da queste parti le manifestazioni sfociano in violenza, il numero di poliziotti che finiscono in ospedale é generalmente di gran lunga più alto di quello dei manifestanti. D'altra parte, quando i numeri non lo permettono, la polizia preferisce, ancora, indirizzare per quanto possibile i violenti in certe direzioni dove o hanno meno occasioni per fare danno, o almeno possono far danno a cose piuttosto che a persone. Fra un condominio ed un supermercato, i poliziotti spingono i ratti verso il supermercato e lasciano che venga saccheggiato e dato alle fiamme. Questo generalmente succede anche quando i poliziotti, pur non avendo i numeri per la resistenza passiva, potrebbero ancora (come nelle notti passate) disperdere i ratti o almeno interferire con le loro attività caricandoli. La carica, o in generale l'uso dei manganelli, é considerata un'autentica extrema ratio, da adottare ad esempio quando vi siano vite umane in pericolo. Questo, oltre che alla dottrina operativa standard, é dovuto al fatto che (come accadde con Ian Tomlinson) qualunque manifestante che dovesse morire di infarto due ore dopo aver ricevuto una manganellata sarà motivo sufficiente perché il poliziotto che ha dato la manganellata finisca sotto processo per omicidio.(*)
Avendo i ratti visto i poliziotti arretrare, hanno concluso che avevano paura: la loro visione del mondo non ha spazio per una interpretazione alternativa. Da tre giorni BBM, Twitter, Facebook, sono pieni di traffico che descrive come "stiamo facendo vedere alla polizia che facciamo quello che vogliamo", come dicevano le due ragazzine che, bevendo vino razziato dall'off-licence di un immigrato pakistano, spiegavano al cronista della BBC anche che loro razziavano perché "é tutta colpa dei ricchi, quelli che hanno i negozi e le macchine". I ratti sono veramente convinti di essere più forti, più aggressivi, più capaci di far danno ai propri avversari dei poliziotti. Confondono controllo con debolezza.
Si tratta di un errore di valutazione, come ho detto, comune, commesso dalla banda Baader-Meinhof davanti alle forze speciali tedesche, dai contrabbandieri pugliesi di sigarette davanti alla Guardia di Finanza, dalle milizie serbo-bosniache davanti alla NATO... i miei tre lettori non faranno fatica a notare che chi ha commesso quest'errore ha anche un'altra caratteristica in comune: hanno tutti smesso di esistere.
Ora, quello che é successo é che oggi, temporaneamente, un sacco di gente si é rotta i coglioni. Anche i tradizionali alleati di chiunque scenda in strada a dar fuoco a cassonetti - gente come Diane Abbott, per dire, o il Guardian, o parti della BBC - sta dicendo che, insomma, va bene la rivolta, ma dar fuoco ai negozi con la gente che ci abita sopra e' un po' un'esagerazione - e soprattutto, i ratti hanno commesso il madornale errore di aggredire diversi giornalisti, menargli e fregarsi telecamere e macchine fotografiche. Dar fuoco al negozio all'angolo dopo essersi fregati due casse di whisky può ancora passare per lotta di classe, ma se mi fregate la Nikon D5 siete praticamente amici personali di Bush e Netanyahu.
La gente, dicevamo, si é un po' rotta i coglioni di andare a cena fuori ed essere derubata da "manifestanti", e la polizia ha ricevuto abbastanza rinforzi da poter garantire una presenza robusta, come si dice qui, in tutte le zone calde, e l'autorizzazione del governo a usare proiettili di gomma e altri tipi di baton rounds. Le cose, in altre parole, stasera saranno un po' diverse, e i ratti non lo capiranno, perché non hanno gli strumenti per interpretare una situazione che va al di là della dicotomia "ti sfondo di botte/ho paura di te".
E' possibile, anzi probabile, che tutto si risolva pacificamente: che ci siano un paio di cariche della polizia, che il diritto umano di qualche ratto a sfondare una vetrina o dar fuoco ad un'auto venga violato, che ne venga fuori qualche testa insanguinata, ma che tutto sommato le cose finiscano lì.
E' anche possibile che i ratti non capiscano abbastanza rapidamente che il gioco é cambiato. E' possibile che qualcuno, stasera, creda veramente di poter affrontare la Met in campo aperto con le risorse di una gang di Hackney o Tottenham e vincere. E' possibile, in altre parole, che stasera ci scappi il morto. Molto improbabile (per fortuna) ma possibile.
Nel caso questo dovesse succedere, mi levo il pensiero ora della disamina delle reazioni
1) "Era un angelo, un'anima innocente che ogni domenica dopo la messa pisciava arcobaleni di ostie che indicavano la strada di casa ai cuccioli di sanbernardo" (la mamma) ((c) Bucknasty)
No, signora, non era un angelo. Era un delinquente che ha dato fuoco a case in cui viveva della gente, fra l'altro le case sopra ai negozi, dove in questo Paese abitano in generale i più poveri e i più deboli, o gli studenti più squattrinati. Era uno che ha creduto che la polizia fosse una gang rivale (sì signora, era in una gang, o se non c'era probabilmente l'avevano buttato fuori per indegnità morale) ed ha di conseguenza vinto un premio Darwin. Era uno che ha fatto il possibile per distruggere la comunità in cui viveva, spargendo il terrore e distruggendo piccole attività che davano lavoro a gente del posto. Era una merda. Lo so che non si parla male dei morti, cara signora, quindi per non offenderla questa roba la scrivo mentre é ancora vivo.
2) "Era innocente, era lì per caso, eravamo andati a vedere, i razziatori erano altri" (gli amici)
Non era innocente. Era in mezzo ad una folla che sfondava saracinesche e dava fuoco a palazzine. Anche a voler essere buoni e pensare che ci si fosse infilato per caso, era comunque troppo stupido per vivere: se pure fosse sopravvissuto, probabilmente domani avrebbe cercato di attraversare a piedi, e bendato, la M25, spalmandosi contro l'auto di Mrs. Inminoranza e costandomi una fortuna di carrozziere. Quindi a pensarci m'é andata pure bene.
Ma la cosa importante é che questo non é vero: non era innocente e non era lì per caso. O stava razziando e caricando la polizia e dando fuoco a case e negozi, oppure si era mescolato con chi lo faceva e stava fungendo effettivamente da scudo umano: faceva, oggettivamente, da complice.
Per qualche strano motivo da un po' di tempo é invalsa l'idea che dal momento che io sono un cittadino e non ho commesso alcun reato, é mio diritto inalienabile stare letteralmente dove cacchio mi pare. Alle manifestazioni, per esempio, é sempre più normale sentire gente scandalizzata che dice che la polizia ha caricato quelli che stavano dando fuoco all'ambasciata israeliana e hanno dato una manganellata anche a me che non stavo facendo niente, solo perché stavo in mezzo a quegli altri! Anche i media, in generale, trattano questo tipo di lamentela come se fosse giustificata, ed anzi chiedono ai poliziotti di giustificare il fatto che non si siano premurati di controllare se in mezzo alla folla che cercava di dar fuoco all'ambasciata per caso ci fosse qualcuno che era lì per caso.
Allo stesso modo, nelle sere passate era normale vedere gruppi di razziatori e vandali operare in mezzo ad una folla che li guardava incuriositi, parlava con zia Emma al telefonino, indicava i poliziotti e si chiedeva perché non intervenivano, e così via, e a nulla sono valsi gli appelli della Met perché la gente smettesse di fare da scudo ai razziatori. Queste persone sono convinte che sia un loro diritto inalienabile stare dove cazzo gli pare, anche a costo di impedire alla polizia di proteggere i diritti altrui (ad esempio, a non vedersi bruciare casa e/o negozio); sono oggettivamente complici e o non se ne rendono conto (e rientriamo nel caso di sopra: M25 a piedi, occhi bendati, carrozziere, grazie Met per averli eliminati) o sono in malafede e sono effettivamente dalla parte dei razziatori. Quindi, ancora, non sono innocenti - a quei livelli di stupidità é lecito parlare di colpevolezza.
3) "Era un ragazzo di 17 anni, é morto tragicamente sotto i proiettili di gomma, gli occhi dei bambini di Gaza ci guardano da Hackney: cosa diremo alla sua mamma?" (il Guardian)
Cara Madeleine (se non lo scrive Madeleine Bunting sentitevi liberi di leggere ad alta voce sostituendo il nome con quello giusto, ed eventualmente il genere), mi permetto di darle un suggerimento su cosa dire alla mamma:
"Gentile signora, suo figlio é cresciuto per 17 anni senza che lei facesse il minimo sforzo per allontanarlo dalle gang, per insegnargli l'importanza dell'appartenere ad una comunità locale, l'orgoglio di essere parte di un tessuto sociale che sostiene e fa crescere. Lo so che lei se ne é fottuta per 17 anni, l'ha lasciato preda delle gang, ha permesso che diventasse un animale selvatico incapace di qualunque interazione sociale che non fosse predatoria; si é rifiutata di parlare con la gang task force della scuola dove lo ha parcheggiato, ogni volta che la contattavano per informarla di un episodio di bullismo lei dava la risposta che é diventata il motto di una certa Gran Bretagna, "it's got nowt to do wiv me"; e sa come lo so? Lo so perché avantieri sera suo figlio é tornato a casa con un paio di Nike AirMax che costano quanto un mese di sussidio, e ieri mattina l'ha passata in casa, a parlare al telefono con i suoi "homies" di come la polizia gli scappava davanti, e ieri sera é tornato a casa con una Xbox360 + Kinect, una cassa di videogiochi ed un televisore LED da 42 pollici, e lei non gli ha chiesto niente, non ha fatto la minima obiezione, ha lasciato che uscisse anche stanotte, ha continuato a fottersene come negli ultimi 17 anni pur sapendo benissimo quello che stava succedendo. Signora, it's your fucking fault. Se c'é qualcosa di cui dispiacersi, é che il proiettile successivo non abbia preso lei."
Ecco Madeleine, provi così. Non sarà gentile, ma ancora, non sto parlando male dei morti: la mamma é viva, e per ora, pure il pargolo.
E visto che siamo in modalità mago del Tuscolano, azzardo anche qualche altra previsione: tutti quelli, come Diane Abbott, che oggi chiedono a gran voce il coprifuoco in tutto il Paese e poteri straordinari alla polizia, semplicemente perché diverse delle case date alle fiamme sono nel suo distretto elettorale, domani, a cose fatte, torneranno a lamentare gli eccessi di violenza poliziesca e a chiedere che ai reparti antisommossa vengano tolti scudi e manganelli che sono troppo provocatori; la feccia Tory che ci governa, o almeno che taglia servizi pubblici e assegna contratti di outsourcing ai suoi vecchi compagni di scuola mentre occupa parassiticamente Downing Street e Westminster, si scorderà dell'accaduto entro una settimana o due e non cambierà una virgola della propria intenzione di tagliare 2000 poliziotti dall'organico della Met, o di mettere sul lastrico, con i tagli simultanei alle forze armate e ai sussidi di disoccupazione, circa 14000 persone la cui unica qualifica professionale consiste nell'essere molto bravi a sparare in testa alla gente; almeno un imbecille (probabilmente sul Daily Mail) proporrà di censurare Twitter o Facebook o Internet o vaccapi' cosa perché senza i social network queste cose non succederebbero. Infatti i disordini di Brixton dell'85 furono proprio il trampolino di lancio di Twitter.
(*) In realtà anche la tecnica di contenimento é messa pesantemente in discussione: dopo le manifestazioni studentesche di quest'inverno diversi parlamentari hanno obiettato che contenere dei manifestanti violenti e impedire anche per ore che si muovano a loro piacimento é una violazione dei loro diritti umani, soprattutto laddove é impossibile dimostrare incontrovertibilmente che ognuno dei contenuti ha partecipato ad azioni criminose.