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22 settembre 2009

"Non mi interesso di queste cose"


Podcast di Repubblica, ieri, Miriam Mafai:

"Per un lungo periodo sono stati molto popolari in Italia i Bersaglieri", e si affretta ad aggiungere "non so il perchè, non mi interesso certo di queste cose", nello stesso tono disgustato che userebbe se si stesse parlando di pedofilia.

Non sa il perchè, la signora Mafai. Non si interessa certo di queste cose, povera stella, immaginate che vergogna se sapesse qualcosa dei Bersaglieri.

Vediamo se riusciamo a darle un piccolo aiuto. Magari visivo, così non si deve sforzare troppo:






Ci arriva, o preferisce chiedere l'aiuto del pubblico?

30 aprile 2009

Adesso sono preoccupato


Simon Jenkins è un signore che campassi cent'anni non capirò come ha fatto a diventare uno degli editorialisti di punta del Guardian. Un buon cinque anni fa ha scritto un articolo assolutamente bruciante che denunciava la falsa "lotta al terrorismo" e la strumentale diffusione della paura, da parte dei governi europei, per un attentato terroristico che non poteva accadere in Europa perchè noi europei siamo multiculturali, colti, intelligenti e simpatici, mica come gli americani che tutto sommato se lo sono meritato. Quest'articolo, poichè l'universo non manca di un macabro senso dell'umorismo, era la storia di copertina del numero dello Spectator che uscì nelle edicole il giorno dell'attentato di Madrid.

Ricordo anche, tempo dopo, la sua partecipazione ad un dibattito televisivo (Newsnight, mi pare) in cui giustificava il proprio articolo dicendo che lui in effetti si riferiva in massima parte all'UK, e che sebbene avesse forse sbagliato a generalizzare il discorso al resto dell'Europa, di certo nulla poteva accadere in un Paese come l'UK ed era assolutamente ovvio che i ripetuti allarmi servivano solo ad alimentare l'islamofobia che era parte del programma segreto del governo laburista o qualcosa del genere. Era la tarda primavera del 2005. Meno di un paio di mesi dopo, arrivarono gli attentati del 7 luglio.

Ricordo un altro paio di interessanti editoriali del buon Jenkins, archiviati sotto la voce "la scienza non è cultura" - uno in cui proponeva di abolire l'insegnamento della matematica nelle scuole ed un altro in cui difendeva la scomparsa delle scienze dalle scuole secondarie come materie obbligatorie, rimpiazzate (sperimentalmente solo in circa un terzo delle scuole, per ora) da una materia chiamata qualcosa come "cultura scientifica" che parla dei mali dei cibi geneticamente modificati, del riscaldamento globale, dell'importanza di una dieta bilanciata e roba così.

Sulla matematica, dice Jenkins, è autoevidente che non serve a nulla: le professioni diffuse oggi (scriveva circa un anno fa) non fanno uso della matematica e sono quelle che vanno in un'economia forte e in crescita, marketing, personal shopping, new media, consulenza d'immagine e di management e così via.

Ora, io non so se Jenkins sia veramente così stupido da non rendersi conto che quello che stava dicendo in effetti era che, dal momento che i ricchi si iscrivono tutti al circolo del tennis, il modo per diventare ricchi è iscriversi al circolo del tennis - perchè quello che è in effetti successo nella Gran Bretagna degli ultimi 10 anni è che un sacco di gente ha deciso di laurearsi all'equivalente locale del DAMS, perchè con tanti soldi che giravano chiunque poteva trovare qualcuno disposto a pagarlo per fare quasi qualsiasi cosa, dallo scrivere poesie ermetiche da usare nei brindisi ai company parties all'analizzare il feng shui nelle sale riunioni. Questo, caro Simon, non significa che un'economia per crescere ha bisogno di esperti di feng shui, significa che un'economia che cresce si può permettere di pagare da mangiare persino a uno che nella vita sa solo spostare le sedie da qui a là seguendo il tracciato della spina dorsale di un drago immaginario. Con quell'articolo Jenkins ha inventato da zero una nuova fallacia logica: a fare un post hoc ergo propter hoc son capaci tutti, si è detto, vediamo chi è capace di fare un pre hoc ergo propter hoc. Come del resto l'economia si è premurata di spiegargli neanche qualche giorno dopo che il suo articolo era stato pubblicato.

Allo stesso modo Jenkins sostiene che la scienza è inutile, che non dovrebbe essere insegnata a scuola in favore di materie più importanti e soprattutto meno noiose. L'insegnamento obbligatorio delle scienze, dice, è frutto delle pressioni della "lobby scientifica", questa oscura e pericolosa organizzazione di professori universitari e scienziati che, resisi conto che le loro materie non servono a nulla, fanno opera di lobby per creare giovani che, costretti a studiare le scienze, si ritroveranno poi costretti a iscriversi a Fisica o a Chimica impedendo così la chiusura di quei vetusti e, diciamocelo, obsoleti dipartimenti.

Di nuovo, non so se Jenkins sia veramente così stupido (la sua costante affermazione di fallacie logiche sembra favorire questa ipotesi), ma di certo fa un certo spavento che questo signore sia considerato un intellettuale di punta e non si renda conto di quanta parte dell'infrastruttura che gli permette tutto sommato di non sapere un cazzo e vantarsene sia basato sulle tanto disprezzate hard sciences. Forse Jenkins crede che Internet funzioni grazie al lavoro di un gruppo di web designer e che la trasmissione delle informazioni sia solo frutto del brillante e innovativo design dei siti, che la posta elettronica viaggi grazie alle qualità intrinseche dei font con cui è scritta; forse crede che i circuiti del suo telefono cellulare nascano come effetto collaterale del design esterno firmato dallo studio del famoso Jut van Putzel, o forse non ha idea che il suo telefono cellulare abbia dei circuiti interni, forse pensa che la voce viaggi grazie al feng shui; o forse, peggio ancora, crede che possa andare avanti all'infinito un mondo in cui altri - cinesi, thailandesi, albanegri in generale - fanno le cose e lui (o la società a cui appartiene) le rivende incamerando il 98% dei profitti solo per aver deciso di che colore farne l'involucro o il logo. Come l'economia si sta premurando di spiegargli in questi giorni.

Dice, sì, ma che c'entra il titolo? Perchè sei preoccupato?

Perchè fino a ieri, pensavo che l'allarme sull'influenza suina fosse un mix di sincere preoccupazioni degli scienziati per una possibile mutazione che la renderebbe davvero pericolosa (è un fatto che una così prima o poi arriverà, e per evitare rogne bisogna tener d'occhio ogni nuova schifezza e cominciare subito a lavorare ad un vaccino: better safe than sorry) e titoloni urlati dai tabloid perchè la paura rende. Ero insomma relativamente tranquillo.

Poi oggi il Guardian ha pubblicato un editoriale di Simon Jenkins che dice che l'influenza suina non esiste, è una bufala, è un complotto degli scienziati (La Scienza È Male), e nessuno potrà mai morire di un'epidemia di influenza.

Siamo fottuti.

Hati tip: Harry's Place

15 luglio 2008

Effetto tamponamento a catena


È l'effetto che rende impossibile non continuare a seguire il blog di Gabriella Carlucci. È uno spettacolo orribile, un massacro, una roba da darti il voltastomaco, ma non si riesce a smettere di guardare.

Ipazia ci aggiorna sulle ultime mirabolanti avventure d
ella soubrette prestata alla ridicolizzazione della politica.

17 aprile 2008

Don't panic


In mezzo al disastro elettorale, una notizia rassicurante: Gabriella Carlucci è stata rieletta. I lulz sono sicuri per altri cinque anni.

(e si comincia presto: se scrollate un tantino in basso, la signora ci sta ricicciando con Maiani. Pare che sullo stemma di famiglia del casato Carlucci ci sia il motto "You can't have too much of a good thing")

07 marzo 2008

Toglietela di lì


Non so quanti dei miei tre lettori hanno letto il Vernacoliere (il cui sito stamattina sembra essere irraggiungibile), ma leggendo le mirabolanti avventure dell'On. Grabriella Carlucci nel mondo della fisica teorica non riesco a non farmi venire in mente le strisce di quell'omino che pestava una merda in ogni striscia, saltandoci sopra, piroettando, cambiando strada apposta per trovarla, raccogliendone grandi quantità in un barile e saltandoci dentro...

Ecco, con la sua ultima uscita, che le ha fruttato quasi 400 commenti tutti negativi, la Carlucci dopo averla pestata, rimestata, ripestata, aver gridato al mondo che è Nutella, è riuscita a trovare un tombino aperto che portava dritto alle fogne di Calcutta e a saltarci dentro con una piroetta da Nureyev.

Superato un certo limite non è più neanche divertente, ci si sente in imbarazzo per lei. Per cui, segnalo ai miei tre lettori questa petizione per far tornare in TV Gabriella Carlucci. E perlamordiddio, NON a presentare il Mondo di Quark o Leonardo.

26 febbraio 2008

AAA OFFRESI


Causa vergogna e conseguente decisione di non utilizzarlo mai più, vendo passaporto italiano, ottime condizioni, quasi nuovo, appena insozzato da incredibili manifestazioni di ignoranza e incompetenza a livello internazionale dei miei (scusate se rido) rappresentanti ma perfettamente utilizzabile da chiunque creda ancora ai benefici della teocrazia, al milione di posti di lavoro di Berlusconi, alle armi di distruzione di massa irachene o al creazionismo scientifico.

Due to utter shame and consequent decision not to use it ever again, I am selling my Italian passport, excellent condition, almost new, slightly soiled by incredible demonstrations of ignorance and incompetence
displayed on the international scene by my (excuse me while I laugh) representatives, but perfectly usable by anyone still believing in the benefits of theocracy, in Berlusconi's million new jobs, in the Iraqi weapons of mass destruction or in creation science.