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lunedì 11 ottobre 2010

Dei sogni e della realtà

Capita di sognare, a volte, con un'intensità estrema. Sono sogni in cui il reale è il sogno, a volte sono bellissimi e svegliarsi è terribile, altre volte sono orribili e svegliarsi è salvifico. A volte ci si sveglia e non si sa più tanto bene dove si sia. Di recente, nel gran silenzio che mi è preso, è successo proprio questo. Ho sognato, ho sognato con gran forza, ho visto la mia realtà, in quel sogno, sgretolarsi, mi è stato detto che la mia vita era solo un sogno schizoide, il rifugio di una povera malata di mente e sapevo, nel sogno, che quel che mi si diceva era vero. Ho visto ogni cosa raggiunta, ogni traguardo realizzato, svanire.  Ogni singola cosa vista, provata o vissuta, in qualunque forma, era solo una menzogna.

Ci ho messo un po' a svegliarmi, ho faticato ad emergere dal dolore che quel sogno mi stava dando. Ho cominciato a toccare gli oggetti sparsi per la stanza, a sentire il calore della coperta, a guardare il mio letto vuoto, i miei libri di roba tecnica, il computer, gioco-lavoro-pezzo-di-vita. Ho toccato e guardato mentre il cuore riprendeva a battere ad un ritmo normale, ho guardato, toccato,  annusato gli odori della casa, lo scarico che a volte puzza, il profumo dell'incenso in corridoio; ho ascoltato il tram che passa sotto la finestra, l'ubriaco della notte che inveisce al mondo in una lingua ignota,  ho respirato a fondo ogni cosa. E allora, la mia vita, così spesso solitaria, così spesso malinconica, mi è sembrata bellissima.

Ps. grazie gilly parlare con te mi fa bene :-)