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sabato 10 gennaio 2009

Del potere curativo dei turnedos alla rossini


A volte le cose vanno in direzioni dolorose. La paura vince sul coraggio, l'immobilità sul moto, l'acqua del fiume della vita incontra un ostacolo che l'arresta. Si crea uno stagno e qualcuno ci cade. Quelle acque ferme sono fredde, scure e non generano. Cadiamo in questi stagni che creiamo noi, ci facciamo catturare dalla paura, dal timore di cambiare, dai luoghi più asfittici della nostra anima, ci facciamo imprigionare. Rifiutiamo di vivere ciò che arriva ed è prezioso pur di non correre rischi o di modificare qualcosa.
Personalmente ho combattuto strenuamente questi momenti, i miei momenti così, vedendoli come abissi, come mostri che mi tarpavano le ali, come momenti di infinita vigliaccheria che, quindi, da un certo momento in poi, ho cercato di superare. Io non scappo quasi mai. Preferisco affrontare tutto quello che la vita mi da e cerco di viverlo fino a reale esaurimento, fino a quando sento che tutte le possibilità sono state esplorate e davvero non c'è più niente da dire o fare. In passato cercavo, disperatamente e strenuamente, di convincere chi avevo intorno e cadeva nello stagno, ad uscirne. Ci ho messo l'anima in tante occasioni, mi ci sono scaricata le batterie di riserva fino a restare senza forze. Poi, sono invecchiata. Così, ora, se qualcuno che mi è caro cade in un suo stagno, anche se questo mi fa male, mi addolora, lo lascio lì. Non combatto battaglie, non cerco di trainare chi non lo vuole, magari aspetto, per un po', sulla riva. Questi stagni non sono eterni, il fiume preme e la vita continua. La bellezza del vivere crea dei salvagente, lo fa da sé, senza che io mi affanni.
Certo per un po' chi è nello stagno lo perdi. E' là nell'acqua ferma, non vuole scorrere e quindi non può camminare con te, e questo addolora. Ma se sei nel fiume c'è sempre qualcosa che scorre con te, che ti felicita, ti accoglie. Come una cena con amici, qualcuno più caro di altri, che magari cucina, cucina bene e sa cosa tu puoi o non puoi mangiare, e adatta le ricette e ti fa i tournedos alla rossini e l'antipasto e la zuppetta di farro e il millefoglie alla frutta destrutturato... e così anche la tristezza va e la vita scorre.


sabato 5 luglio 2008

Vacanze 3: il 4 luglio


Siamo al gran giorno, la super-mega-festa-nazionale the Independence Day, ovvero il 4 luglio. Le feste nazionali, sopratutto se cadono d'estate, hanno un tratto fondamentale in comune in tutto il mondo occidentale: si mangia e lo si fa all'aperto. Essendo negli stati uniti dove ogni cosa va fatta in grande, si mangia tantissimo. In particolare si procede al sacro-barbeque-del-4-luglio. E' quasi un rito religioso, tutti ma proprio tutti, anche i più strampalati tra i cittadini americani si armano di cibo vario, forchettoni, gadget tipo termometro per verificare se la carne è cotta, carne varia, pentole e pentole portate da tutti gli invitati con cibo di ogni genere.

Di solito in famiglia c'è sempre uno zio o un cugino che è sicuro di essere il migliore nel condurre a buon fine una sessione di BBQ (barbeque), tutti lo temono perchè di solito brucia tutto, anche gli hot dog e il pollo (e ce ne vuole!). Iniziano allora manovre varie per distrarre il congiunto in questione affinché il vero/a cuoco da BBQ della famiglia possa prendere il controllo e salvare la situazione, importante però è che lo zio/cugino non se ne abbia a male, in fondo è festa.
Il BBQ comincia prestino, alle 15 di solito, meglio saltare il pranzo, tanto per non finire in coma diabetico a fine serata. In molti casi scorrono fiumi di birra, ma nel nostro 4 di luglio fa un gran caldo e il gruppo familiare che ci ha adottato non beve, non bevono più alcool, semplicemente. Certo tutti i liquidi devono avere le bollicine, l'acqua liscia te la vai a prendere quasi di nascosto insieme a pochi altri e ti vergogni anche un po'. Però il cibo è ottimo, la compagnia piacevolissima e coloratissima sia negli abiti che nelle etnie di provenienza. Quando poi comincia a calare la sera si parte con le danze da sprigsteen ai greatest hits motown c'è sempre qualcuno che sa la canzone a memoria e si finisce in una specie di karaoke dissonante. Qualunque italiano nato da Roma in giù si sentirebbe a casa.
La serata ha una sua chiusura ufficiale come in tutte le feste estive: i fuochi d'artificio. Da noi li fanno a tarda notte ma qui si comincia e si finisce prima. Sparano sull'acqua da una barca, magnifici.

HAPPY 4th OF JULY!