Su facebook ci sono finita diverso tempo fa, molto prima di diventare farlocca sul web (nella vita già lo ero da un pezzo). Mi ci invitò mio fratello, c'era pure l'ex che ogni tanto lo usava e ci finii pure io. Aprii il mio account con il mio nome e cognome da carta d'indentità, niente eteronimi, pseudonimi o alias. Così ho ritrovato anch'io (come MMax) gente di cui avevo perso ogni traccia dall'adolescenza o da prima, il passato remoto rifiltrato dal web mi è ritornato addosso. Il che va molto bene dato che trattasi di passato non sempre gradevole, così sfumato dalla rete, spersonalizzato fa abbastanza piacere rivederlo, in realtà preferisco di gran lunga il presente alla mia adolescenza.
Sono un utente noiosissimo di facebook, al pari di rose (condivido totalmente il titolo), aggiorno poco e sopratutto dico poco. Infatti non è che proprio voglia comunicare a tutti e con la mia faccia in primo piano, tutto quello che mi passa per la testa. Dire quello che mi pare o quasi, lo posso fare qui, il mio essere farlocca mi regala la libertà. L'orrore della sovraesposizione, dell'essere sempre visibile-rintracciabile-conoscibile, mi è apparso in tutta la sua enormità proprio essendo lì. Tanto per peggiorare, ho anche un lavoro nel quale mi si richiede una faccia "pubblica", una sorta di ruolo sociale, quindi un minimo di "faccia da salvare" ce l'ho. Certo non sono una che si fa tanti problemi neanche sul lavoro (spesso mi considerano la marziana di turno), ma alcune cose proprio non le voglio comunicare nel mio contesto pubblico (sopratutto quando dico le mie amate cazzate).
Morale: la vera libertà te la dà l'anonimato.
Sono un utente noiosissimo di facebook, al pari di rose (condivido totalmente il titolo), aggiorno poco e sopratutto dico poco. Infatti non è che proprio voglia comunicare a tutti e con la mia faccia in primo piano, tutto quello che mi passa per la testa. Dire quello che mi pare o quasi, lo posso fare qui, il mio essere farlocca mi regala la libertà. L'orrore della sovraesposizione, dell'essere sempre visibile-rintracciabile-conoscibile, mi è apparso in tutta la sua enormità proprio essendo lì. Tanto per peggiorare, ho anche un lavoro nel quale mi si richiede una faccia "pubblica", una sorta di ruolo sociale, quindi un minimo di "faccia da salvare" ce l'ho. Certo non sono una che si fa tanti problemi neanche sul lavoro (spesso mi considerano la marziana di turno), ma alcune cose proprio non le voglio comunicare nel mio contesto pubblico (sopratutto quando dico le mie amate cazzate).
Morale: la vera libertà te la dà l'anonimato.