Le mie ossa ormai scricchiolano per tutta l'acqua che ho preso sulle mie due ruote fino ad oggi. Stamattina, però, guardando fuori ho visto che c'era un sole magnifico a Roma. Il cielo finalmente parla di primavera e le ore di luce cominciano ad essere in un numero ragionevole. Quindi ora faccio una mia personale celebrazione, con colori e canti, con minuti rubati per star seduta al sole. Benvenuta primavera, ti porgo il più ovvio degli omaggi musicali, che comunque resta una delle cose più belle mai fatte in tuo nome, tu vedi un po' di ricambiare evitando di piovere subito....
giovedì 24 marzo 2011
sabato 19 marzo 2011
Impermanenza
Io in giappone sogno di andarci da sempre, là c'erano luoghi che volevo vedere, sentire, annusare. Ora non ci sono più. C'erano persone che ora non ci sono più, c'erano alberi e fiori, ora c'è solo la speranza che questa gente straordinaria possa tornare a sorridere.
Sono arrivato fino a qui
senza morire –
e finisce l’autunno
senza morire –
e finisce l’autunno
Basho
domenica 13 marzo 2011
Bianco e nero
Leggevo le divagazioni del mio amico gillipixel, come spesso accade con la mia mezza chimera, ero anche io lì che me la tiravo sul divagamento inutile. Lui scriveva di bianco e nero ed io anche elucubravo sul medesimo tema. Per chi conosce questo blog da tempo c'è stata un'epoca in cui ho giocato con un amico fotografo a costruire post con le sue immagini (cfr etichetta "foto di sandro") e le mie parole, le foto erano tutte rigorosamente in bianco e nero. Spesso rielaboro immagini, scatti miei o roba dalla rete, eliminando il colore, se non è bianco e nero, è bianco e blu, così solo per essere in tinta con il blog. Ma da dove viene questa passione a basso contenuto cromatico? In fondo a me i colori piacciono, nella vita sono spesso vestita in modo molto colorato, anche se vesto di nero, aggiungo una nota di colore, e allora da dove viene questa passionaccia acromatica?
L'ispirazione illuminante arriva da un passo di un libro che sto leggendo, Dalla città nervosa di Enrique Vila-Matas, un libro fatto di frammenti, in uno di essi si parla di cinema e letteratura, di immagini raccontate e immagini proiettate, cito "Se in un libro si dice che in una stanza c'è una sedia, quella sedia sarà vista dai diversi lettori in modi diversissimi. Un principe, ad esempio, immaginerà una sedia stile Luigi XIV, mentre un mendicante penserà che si tratti una sedia vecchia e sgangherata. Invece se in un film compare una sedia, questa non potrà essere altro che quella che vedono tutti quanti". Mentre leggevo mi si è formata nella testa un'immagine, una stanza vuota con una sedia, certo una sedia ben precisa, ma senza colore, una sedia in bianco e nero. Ecco se proietto questa sedia, ho pensato, non c'è solo quella sedia, c'è la sua forma e poi ci sono tutte le sedie di quella forma colorate come vuole chi guarda. Se prendo una foto in bianco e nero vedo delle forme precise, certo non ne posso inventare altre, ma posso colorarle come voglio. Il vincolo visivo è solo parziale, l'immagine, anche se vincolata nella forma è libera nel colore, insomma il bianco e nero, l'immagine acromatica, è un po' come un brano letterario, lascia libera buona parte dell'immaginazione. Ecco perché levo il colore da tante foto, così voi che le vedete ci mettete quello che vi pare pure se vi costa fatica....
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