§ Il mercatino delle pulci della domenica a Boxhagener Platz (sotto un acquisto).
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§ East Side Gallery: l'ultimo tratto di muro con i graffiti storici che ha resistito alla speculazione edilizia e all'impeto di libertà del 1989. Un must.
§ La street art in generale. Berlino è il regno insieme a Londra e New York.
§ Il museo della DDR. La documentazione dettagliata dell'incubo in cui vivevano i tedeschi dell'Est.
§ La sala da tè russa (per la precisione tagika). Ci si tolgono le scarpe e seduti su cuscini e tappeti si assapora un tè favoloso e i tipici bliny.
§ Il museo del cinema a Potsdamer Platz, con una mostra temporanea sulla fantascienza: da Metropolis a Interstellar. Allestimento notevole.
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alien + alien |
§ Holocaust Mahnmal. Un labirinto simbolico per commemorare tutte le vittime del genocidio nazista, ma la parte straziante è nei sotterranei con un allestimento visivo, storico e cronologico della Shoah che mi ha riempito di lacrime.
§ I ristoranti. Scegliendo bene, ogni sera si cambia tipo di cucina con un eccellente rapporto qualità prezzo.
§ Ovviamente la birra e in particolare quella del Joseph Roth Pub.
§ Magic moment al Monkey Bar in Budapester Str. 40, situato al decimo piano con una terrazza affacciata sullo zoo (colonna sonora di David Bowie e Beautiful South).
§ Il concerto degli Air alla porta di Brandeburgo.
[DOWN]
§ Tutti i fattacci esplosi proprio durante la nostra permanenza in Germania. La paranoia da aeroporto e da mezzi di trasporto affollati.
Con quello che sta succedendo sono i luoghi dove vorremmo passare meno tempo, ma la mia posizione, sia razionale che istintiva, è racchiusa in questo tweet:
§ Le migliaia di cantieri, che comunque sono anche il segno di una città in continuo divenire.
§ Alexanderplatz. Sicuramente è un simbolo storico di Berlino; si riconoscono ancora i muscoli del socialismo reale, anche se l'architettura originale è stata completamente stravolta dopo l'unificazione.
Un potpourri sconclusionato e poco attraente, all'insegna del consumismo turistico.