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mercoledì 6 novembre 2019

Il Male: una mostra a Roma e la volta che mi pubblicarono un racconto

E' stata da poco inaugurata la mostra “Gli anni de IL MALE 1978-1982” che ripercorre i cinque anni di vita del più importante fenomeno della satira italiana del dopoguerra. Fino al 6 gennaio 2020 al WeGil di Roma. Non posso mancare. In quegli anni universitari era un appuntamento fisso, soprattutto per i fumetti e le vignette geniali di Pazienza, ma anche le beffe clamorose, come il finto arresto di Ugo Tognazzi capo delle BR con tanto di foto ammanettato. Piazzammo una copia del giornale in un tavolino del bar e ridemmo tutto un pomeriggio vedendo le facce stralunate degli anziani che leggevano e commentavano la notizia in prima pagina.

Con mio stupore il Male nel 1979 pubblicò un mio racconto demenziale. Rileggerlo a distanza di trent'anni mi ha fatto ridere tantissimo, oltre a farmi tornare in mente quanto ero fulminato (poveri i miei genitori). D'altra parte l'età e l'epoca predisponevano parecchio. L'ho recuperato qualche anno fa grazie a Mr.Hyde di Cassetti Confusi che conserva ancora quasi tutti i numeri.

Se qualcuno mai volesse leggerlo, clic sull'immagine per ingrandire


lunedì 12 novembre 2018

Blues dei 90 anni

Antonio, detto Totò per la discreta somiglianza con il principe De Curtis, abita all'inizio della mia strada. Classe 1928 (coetaneo di Piero Angela ed Ennio Morricone) ha da poco compiuto novant'anni e come regalo di compleanno i parenti gli hanno preso un computer nuovo. Farei la firma per mantenere la lucidità e la curiosità della sua mente, oltre che lo spirito. E' vedovo da diversi anni e quando passo davanti casa sua, mi fermo sempre volentieri a chiacchierare e a scambiare opinioni. Mi appassionano i suoi racconti, come blues che sanno di radici, tribolazione e riscatto, però sempre con un immancabile sfondo d'ironia. Come tanti della sua generazione, Antonio viene dalla miseria, quella nera. Da ragazzino ha vissuto il fascismo, la guerra e le bombe, patendo la fame con tutta la sua famiglia. In questa parte della Romagna il fronte rimase fermo per cinque lunghi mesi con tedeschi e alleati separati solo dall'argine di un fiume. Alla fine si vedevano soltanto macerie, ma aveva 17 anni e una vita davanti.
Il suo percorso è l'esempio di come l'animo umano possa, con la forza di volontà e l'intelligenza, affrancarsi dalla miseria e dalla mancanza di cultura. In poche parole elevarsi dalle brutture. Antonio dopo la guerra si fa una cultura da autodidatta, sposa una maestra, poi con il suo lavoro la mantiene all'università per darle la possibilità di fare il concorso e insegnare alla scuola secondaria. Ben presto inizia a viaggiare all'estero, spesso nei paesi dell'Est dove ci sono milioni di chilometri di strade da asfaltare e lui un po' alla volta diventa responsabile delle squadre di romagnoli inviate dalla ditta locale per svolgere questo lavoro.

LA GRATICOLA
Sabato mattina me ne ha raccontata un'altra.
Siamo alla fine degli anni '50 in Jugoslavia, in una zona molto arretrata vicino ai confini con Grecia e Bulgaria. I locali parlano un dialetto slavo incomprensibile; vicino al cantiere il nulla e per mangiare c'è solamente una bettola in un villaggio. Quando vanno per pranzare, col cameriere non c'è modo di capirsi, Totò allora con la sua mimica irresistibile inizia a fare i versi di vari animali e tutto il locale a ridere. Lo prendono in simpatia e viene accompagnato in cucina dove la cuoca, un donnone di due quintali, sta mescolando una zuppa di gulash nauseabonda in un grande paiolo. Non ci siamo! Allora gli aprono il frigorifero da dove spunta ogni ben di dio: pomodori giganti, ma soprattutto pezzi di carne da acquolina in bocca. Antonio sigla una sorta di contratto e poi torna soddisfatto al cantiere, dove chiama un operaio e gli fa costruire una graticola gigante. Tutti i giorni alle undici qualcuno avrebbe staccato dal lavoro per preparare il fuoco per cuocere alla brace la carne e le verdure fornite dal locale. Due o tre anni dopo, passando sempre per lavoro da quelle parti, Antonio si ferma a salutare i proprietari del locale e scopre che avevano ancora la sua graticola e la usavano per cucinare. Gli dico ridendo che se si fosse fermato ancora un po' l'avrebbero fatto prima capo cuoco e poi sindaco del villaggio.

giovedì 16 maggio 2013

Supergiovani: vino e cipollotti

Avrò avuto 14-15 anni, l'età in cui si cercano goffamente le prime trasgressioni. Quel sabato pomeriggio, dopo la scuola, il man si presentò puntuale con la roba: un sacchetto di cipollotti da pinzimonio (purot in dialetto romagnolo). Malgrado un certo scetticismo, io avevo pensato a procurare il bottiglione di vino dalla cantina di mio nonno e così, con i nostri due prodotti, ci avviammo a piedi verso una casa in costruzione in periferia. Entrammo nel capanno degli attrezzi dei muratori e lontano da occhi indiscreti, consumammo (non senza soffrire) le due sostanze che dovevano avere effetti stupefacenti: così almeno aveva sentito raccontare mio cugino da un suo professore alternativo dell'istituto d'arte che frequentava. A suo dire non esisteva in natura un'accoppiata in grado di procurare uno sballo più sano e divertente.
Alla fine di stupefacente c'era solo il nostro fiato, di una potenza tale da stendere un toro a dieci metri di distanza. Fu così che terminata l'assunzione e non sapendo cosa fare, ci presentammo a casa dell'altro cugino di un paio d'anni più grande, un po' brilli e molto puzzolenti. Quando gli illustrammo la nostra esperienza psichedelica, prima iniziò a ghignare e poi a ridere fino alle lacrime, dandoci giustamente dei coglioni. Fra le tante leggende metropolitane sugli sballi a basso costo (tipo la buccia di banana essiccata) nella vostra carriera di supegiovani scommetto che questa non l'avevate mai sentita.

sabato 16 giugno 2012

Doppio ricordo di Andrea Pazienza

Un omaggio di Tanino Liberatore a Paz e alla sua arte, più tre racconti biografici (1- 2 - 3) dal blog di Daniele Brolli.
Scan dall'inserto de "Il Grifo" PAZIENZA - LA PITTURA, giugno 1991


mercoledì 16 febbraio 2011

Il momento di scegliere

PILLOLA NERA
- E' il momento di scegliere - dice Morpheus, mostrando a Neo le tre capsule - Pillola blu, fine della storia. Pillola rossa, scopri quant'è profonda la tana del bianconiglio. 
- E pillola nera?...
Morpheus tossicchia. Si rigira sulla poltrona di finta pelle.
- ...italiano...
- Eh?
- Diventi italiano.
Neo guarda Trinity, perplesso. La ragazza si rivolge a Morpheus.
- Dobbiamo dirgli tutto.
Morpheus sospira con aria depressa. Si sfila gli occhialini a specchio.
- Neo, ti sei sempre chiesto cos'è Matrix - allarga le braccia -Questa è Matrix. Ciò che tu chiami ''realtà''. Ma non è l'unica. - Indica la pillola nera - Ne esiste anche un'altra, una sub-realtà nata da un errore del Sistema. un sub-universo con regole proprie, che derivano dalle principali routine di Matrix, ma riscritte a cazzo. Questa sub-realtà di Matrix si chiama Papix. E se scegli la pillola nera, ti ritroverai laggiù. In Italia.

di Alessandra Daniele - Continua su Carmilla

domenica 20 dicembre 2009

La testa del premier


Dal sito Carmilla online segnalo La facciata, di Alessandra Daniele: breve racconto (di fantasia?) di ciò che è successo dopo l'aggressione ad un noto primo ministro.

mercoledì 5 agosto 2009

Come sopravvivere alla fine del mondo

Tutto un giorno a casa da solo, mentre la famiglia è al mare o al lavoro. Siamo da pochi giorni tornati dall'Islanda e dopo quasi due settimane di silenzio e spazi incontaminati, il bentornato l'abbiamo ricevuto dalla solita coda in tangenziale a Bologna. Il frigo è vuoto e così appena alzato decido di fare un po' di spesa per poi cominciare a sistemare con calma le foto e i video del viaggio. Dopo colazione accendo il cellulare e arriva un sms da una catena di negozi di elettronica: solo per oggi, se compri un televisore da 250" (basterà una parete?) ti regalano un mini condizionatore portatile. Accidenti alla volta che gli ho dato il numero! Vado al supermercato e la tipa delle promozioni con la faccia da volpe tonta mi dice che se compro una scansia intera di biscotti c'è in omaggio un mulino da giardino, così dopo potrò macinarmelo io il grano. All'uscita, solito slalom per evitare i maniaci dei carrelli ed eventuali venditori. Torno a casa e svuoto la buchetta della posta. Tra le varie cose inutili, mi vogliono appioppare una carta di credito al titanio che funziona anche in condizioni meteo estreme! Se però decido di non utilizzarla si raccomandano di distruggerla o nel caso non ci riuscissi di seppellirla, altrimenti si attiva autonomamente entro 48 ore e, incazzata nera, partecipa a tutte le aste su e-bay. Mi ha scritto anche Sky, che per la terza volta mi regala l'HD se gli procuro sangue fresco (intanto però ha aumentato i prezzi due volte in un anno). Mi siedo e finalmente accendo il PC, ma suona il telefono: è la solita compagnia telefonica che mi supplica di accettare un contratto vantaggiosissimo per internet e telefonia. In effetti è molto economico, però ogni volta che fai una telefonata inferiore ai quindici minuti scatta una tariffa bastarda che costa quasi come tutto il contratto. Per risparmiare praticamente devi passare la vita al telefono.
Decido di pranzare e accendo la TV per le ultime notizie: 30 km di coda al passante di Mestre, costato un miliardo di euro e inaugurato sei mesi fa in pompa magna da Berlusconi. "Permetterà di superare un imbuto quotidiano eliminando decenni di code", ci avevano raccontato. L'Italia è il Paese delle certezze!
Comincio finalmente a guardare le foto, ma arriva un altro sms, questa volta dal mio operatore; con soli tre euro puoi attivare una promozione che permette di mandare fino a mille sms gratis al giorno, anche con insulti e minacce di morte, però ad una sola persona a tua scelta. Il tutto senza essere perseguibile: si chiama FREE STALKING. Torno alle mie foto, ma contemporaneamente suona il campanello ed arriva un altro sms. Vado ad aprire la porta, pronto a urlare: - Non compro un cazzoooo! Ma la mia aggressività si affloscia all'istante, perchè mi ritrovo di fronte due donnine sui 60 anni visibilmente provate e accaldate. Mi mostrano un triste opuscolo in bianco e nero e mi chiedono con tono neutro come penso di sopravvivere alla fine del mondo. Ripensandoci in effetti oggi qualche segnale in questo senso mi pare di averlo captato. Dico che ci devo riflettere, chiedo loro di ripassare un po' in anticipo sul momento fatidico per la mia risposta definitiva e intanto sto seriamente pensando di ritornare in Islanda ad aspettare la fine del mondo. Trecentomila abitanti per una superficie pari ad un terzo dell'Italia = meno rompicoglioni.

martedì 24 marzo 2009

L'erba delle streghe (datura stramonium)

In passato nella cerchia di amicizie e conoscenze, che principalmente avevano come punto di ritrovo due bar del centro, ce n'erano parecchi di personaggi strambi. Uno di essi era il chiromante, così soprannominato per le sue manie esoteriche. Non era un frequentatore assiduo, però tutti lo conoscevano, come è normale che sia in provincia. Era un buonissimo ragazzo, però ottusamente fissato con il mondo dell'occulto e tra le sue curiosità vi era quella piuttosto pericolosa di testare su se stesso e su eventuali volontari gli effetti di sostanze contigue a quel mondo come la datura stramonium. Conosciuta come erba delle streghe, questa pianta è nota per essere utilizzata nei rituali degli sciamani di molte tribù indiane, nonché in passato da druidi e da streghe. Sta di fatto che aveva imparato a riconoscerla e dopo averne raccolte le foglie o forse i semi ed estratto il principio attivo (l'atropina, un alcaloide velenoso e allucinogeno) una sera convinse alcuni ragazzi del bar ad andare a casa sua per berne un bicchierino sotto forma di distillato alcolico. Una specie di sesto senso o forse semplicemente la prudenza mi suggerirono di rifiutare. Avendolo frequentato anche da bambino e conoscendolo abbastanza bene, ero piuttosto sospettoso nei confronti di quella bottiglietta dall'aria innocua e, visto quel che accadde, feci molto bene.
Non so dire se le dosi fossero calcolate o se fu solo fortuna, ma per poco qualcuno non ci lasciò le penne! Per una settimana nel bar e in paese non si parlò d'altro. Tre furono i casi più eclatanti, roba da non credere. Un primo ragazzo fu trovato all'alba dal padre imbianchino in garage seduto sulla cappotta dell'auto in condizioni pietose: era nudo e tremante con il corpo coperto di pennellate di vernice. Il secondo fu ricoverato all'ospedale in preda ad allucinazioni e delirio dopo essere stato rincorso e fermato lungo l'argine del fiume mentre fuggiva da assassini inesistenti; fu sottoposto a lavanda gastrica e se la cavò in pochi giorni. Il terzo, noto fighetto e discotecaro di periferia, una sera si presentò al bar completamente fuori di testa per menare il chiromante. Sosteneva di essere stato ingannato, essendosi fatto convincere a bere un bicchierino di "liquore speciale" prima di andare a ballare. - Quando sono tornato a casa guardavo mia madre e vedevo un mostro con le antenne! - urlava furibondo. E noi incoscienti giù a ghignare: pareva una scena tratta da un fumetto di Pazienza. Dopo questi episodi il chiromante sparì dalla circolazione per diversi mesi: l'aveva fatta fuori dal vaso, lo sapeva benissimo e da allora diventò molto più solitario e sospettoso. Tentare di imitare Castaneda, lettura molto diffusa in quegli anni, aveva portato a conseguenze che per poco non sfociarono in una tragedia. Per fortuna finì tutto lì, ma ci sono tanti episodi e una galleria di personaggi incredibili che hanno popolato la mia vita di provincia e che ogni tanto mi diverte raccontare.