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27 aprile 2021

Frittata di Asparagi e Patate al forno

Questo mese l'appuntamento culinario del Club del 27 è interamente dedicato al libro The Roasting Tin di Rukmini Iyer, dedicato interamente a tutto quello che si può mettere in teglia e poi via in forno, per una cottura deliziosamente uniforme e senza stress :-)) Un libro ricco di idee e suggerimenti per chi ama il pesce, la carne, le verdure e le uova, con ricette specifiche per ogni argomento, facili, veloci e semplici nella loro preparazione. Ma, soprattutto, consigli di cottura e tabelle da conservare e consultare per tutte le categorie di alimenti per ottenere il miglior risultato.
La raccolta finale di tutte le nostre meraviglie al forno qui ;-)

La mia scelta è ricaduta su una frittata con patate e patate dolci (le batata, che in realtà non appartengono alla famiglia delle Solanaceae come le vere patate ma alle Convolvulaceae), che amo molto e fortunatamente iniziano a vedersi anche nei grandi supermercati, alla quale si aggiungono gli asparagi, ora prettamente di stagione e dei quali facciamo grandi scorpacciate finchè ce ne sono :-))

Non per niente questa ricetta viene presentata così nel libro dl suo autore: 
Le vere frittate spagnole richiedono una cottura lunga e lenta per le cipolle e le patate, il che significa che sono ideali per una versione al forno. La combinazione di patate dolci e normali per questo piatto è molto piacevole, da completare divinamente con asparagi, quando di stagione.


frittata di asparagi e patate al forno

Ingredienti:
400 g di patate, affettate sottilissime 
200 g di patate dolci, affettate sottilissime
1 cipolla, affettata sottile
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale marino 
pepe nero macinato fresco
15 g di dragoncello fresco, tritato finemente
5 uova
50 g di crème fraîche
230 g di asparagi verdi
30 g di Parmigiano grattugiato


frittata asparagi patate


Preriscaldare il forno a 170°C con modalità ventilata.
Mettere le patate, le patate dolci e la cipolla in una piccola teglia profonda e condirle bene con l'olio, un cucchiaino di sale, una buona macinata di pepe e il dragoncello. Coprire perfettamente con un foglio di alluminio, poi trasferire nel forno e cuocere per 30 minuti.
Nel frattempo sbattere le uova con la crème fraîche e condire con sale e pepe. Una volta cotte le verdure, versare sopra il composto di uova. Distribuire gli asparagi e farli immergere un po' nelle uova e nelle patate. Spolverare di Parmigiano e rimettere la teglia nel forno scoperta per altri 25-30 minuti, fino a quando le uova si saranno ben rapprese. 
Si può servire la frittata sia calda che fredda.

Mia considerazione: meglio prepararla in anticipo e servirla tiepida, avrà così modo di compattarsi e si riuscirà a tagliarla meglio. Il giorno dopo è buonissima anche riscaldata in porzioni al microonde.


Oven-baked Asparagus & Parmesan Frittata

oven baked asparagus&parmesan frittata



Proper Spanish frittatas require a long, slow cooking for the onions and potatoes – which means they’re ideally suited to an oven version. I like a combination of sweet and regular potatoes for this dish, which is finished with asparagus, when in season (from the book The Roasting Tin by Rukmini Iyer).

You need:
400 g potatoes, very thinly sliced
200 g sweet potatoes, very thinly sliced 
1 onion, very thinly sliced
2 tablespoons olive oil
Sea salt and freshly ground black pepper 
15 g fresh tarragon, finely chopped
5 eggs
50 g crème fraîche
230 g asparagus, trimmed
30 g Parmesan cheese

Preheat your oven to 170°C fan/190°C/gas 5. Tip the potatoes, sweet potatoes and onion into a small deep roasting tin, and mix well with the olive oil, a teaspoon of sea salt, a good grind of black pepper and the tarragon. Cover tightly with foil, then transfer to the oven and roast for 30 minutes.
Meanwhile, whisk the eggs with the crème fraîche. Season well with sea salt and freshly ground black pepper. Once the potatoes and onions have had 30 minutes, pour the egg mixture all over. Scatter over the asparagus and squash it down a bit into the egg and potato. 
Sprinkle with the Parmesan, then return the tray to the oven uncovered for a further 25–30 minutes, until the eggs are just set. Serve hot or cold.


frittata di asparagi e patate al forno09


27 gennaio 2021

Chilli Beef Soup with Corn Frittas & Guacamole


scroll down for English version

... ovvero Zuppa di Manzo piccante con Crostini di Polenta e Guacamole.
Sono state giornate molto fredde quelle appena trascorse, pare quasi di sentirlo di più quest'anno. Ora abbiamo recuperato qualche grado ma c'è un vento forte che penetra in ogni piccolo angolo non si copra per bene; a vantaggio, però, di giornate limpide e serene, che regalano albe e tramonti di fuoco, con colori quasi abbaglianti e che riscaldano i cuori e gli animi, anche ai più insensibili. La natura sa veramente regalarci momenti indimenticabili ed abitando via dalla pazza folla sono grata di poterne godere ogni giorno, quasi come una self ricarica dell'anima.
Sentimenti a parte, dicevo che ha fatto e fa ancora freddo, freddissimo, per cui cosa meglio la sera di una zuppa confortante, riscaldante, corroborante? Ci ha pensato il Club del 27 che non poteva scegliere argomento più azzeccato per questo mese di transito tra l'anno vecchio e il nuovo, qui troverete la raccolta finale. Tutte le ricette in lista sono fatte dal libro All Time Best Soups, e fra le varie possibilità ho scelto questa zuppa di manzo piccante (quanto piccante va a proprio gusto :-)), presentata nell'introduzione come una zuppa perfetta ovviamente per chi ama i sapori forti e decisi, perfetta per le Notti dei Falò (nei paesi anglosassoni chiamate Bonfire Night, caratterizzate da falò e fuochi d'artificio) o qualsivoglia festa invernale, o semplicemente per una sfiziosa coccola rinvigorente in una particolare serata fredda della settimana.

Considerazioni: zuppa molto buona, un pochino diversa dal solito e può essere considerata egregiamente come piatto unico. Il grado di piccantezza va a piacere. Avrei omesso il concentrato di pomodoro e forse utilizzato un pochino meno passata. Una via di mezzo tra il classico Chili di carne e il Gulasch. I crostini di polenta si possono tranquillamente friggere anche in olio di semi (in alternativa al burro), più facilmente gestibile del burro che in fretta si deteriora, a meno che non venga utilizzato quello chiarificato. In alternativa al Manchego si può utilizzare una ricotta salata da grattugiare (anche affumicata) o un caprino/ovino stagionato a pasta dura (anche se i nostro tradizionali Parmigiano o Grana Padano male non ci stanno :-)). I fagioli rossi, se introvabili, possono essere sostituiti dai nostrani borlotti.


chilli beef soup


Per la zuppa:
2 cucchiai di olio di mais 
2 cipolle rosse, tritate 
400 g di carne macinata 
1 patata dolce, sbucciata e tagliata a cubetti 
mezza zucca violina, sbucciata, privata dei semi e tagliata a cubetti 
1 peperone rosso, privato dei semi e tagliato a dadini 
2 spicchi d'aglio, tritati 
1o 2 peperoncini rossi, tritati finemente 
1o 2 cucchiaini di cumino macinato 
qualche rametto di origano fresco, solo foglie, o 2 pizzichi di essiccato 
2 cucchiai di concentrato di pomodoro 
900 ml di passata di pomodoro 
800 ml di brodo di manzo 
2 lattine fagioli rossi, scolati 
1 cucchiaino scarso di zucchero 
peperoncino a piacere (facoltativo) 
sale e pepe

 
Per i crostini di polenta:
175 g di farina precotta di di mais fine
1 litro di acqua 
100 g di Parmigiano grattugiato 
1 peperoncino rosso, tritato finemente 
un mazzetto di prezzemolo fresco, tritato 
75 g di burro 
sale 

Per servire:
formaggio Manchego grattugiato 


chilli beef soup
 

Crostini di polenta

In una casseruola portare l'acqua a ebollizione e aggiungere un po' di sale. Versare la polenta a pioggia, mescolando con una frusta per evitare la formazione di grumi. La polenta è cotta quando inizia a staccarsi dai lati della padella, circa 5 minuti di cottura. Spegnere il fuoco ed unire il parmigiano e il peperoncino, a seguire anche il prezzemolo. Distribuire la polenta su una teglia leggermente inumidita o su carta forno a uno spessore di circa 2 cm e lasciar raffreddare per almeno 45 minuti. Quando ben fredda e rappresa, tagliarla in piccoli triangoli. Sciogliere il burro in una padella antiaderente e friggere la polenta in modo uniforme su entrambi i lati fino a farla diventare croccante e dorata. Questi crostini si possono preparare in anticipo e riscaldarli in forno quando necessario. 


Zuppa

Versare l'olio in una casseruola grande, aggiungere le cipolle e cuocere per pochi minuti, fino a quando si saranno ammorbidite. Unire la carne di manzo e rosolarla per qualche minuto, mescolando sempre. Aggiungere tutte le verdure, l'aglio, il peperoncino e il cumino. Mescolare sul fuoco ancora per qualche minuto, quindi unire l'origano, la passata e il concentrato di pomodoro, ed infine il brodo. Coprire  e cuocere a fuoco basso per circa 30 minuti. Verso la fine, togliere il coperchio e lasciare che la zuppa si riduca un po' perché dovrebbe essere piuttosto densa e sostanziosa. Aggiungere i fagioli e lo zucchero, sobbollire ancora qualche minuto e condire a piacere: se piace più forte, unire ancora peperoncino.
Servire la zuppa con i crostini di polenta e una buona spolverata di Manchego. Una cucchiaiata di guaiamole a lato arricchisce davvero la zuppa e la rende un pasto completo.


Chill Beef Soup with Corn Fritters and Guacamole


chilli beef soup


This is a great spicy little number, good for Bonfire Night or winter parties, or just a fun supper dish to liven up a week night! Serves 6–8. Recipe from All Time Best Soups.
 
For the soup:
2 tablespoons corn oil

2 red onions, chopped

400 g minced/ground beef

1 sweet potato, peeled and diced

1⁄2 butternut squash, peeled, deseeded and diced

1 red pepper, deseeded and diced

2 garlic cloves, chopped

1–2 red chillies, finely chopped

1–2 teaspoons ground cumin
a few sprigs of fresh oregano, leaves only, or 2 pinches of dried 
2 tablespoons tomato purée/paste

900 ml passata (Italian sieved tomatoes)

800 ml beef stock

2 x 400 cans red kidney beans, drained
1⁄2–1 teaspoon sugar
dried chilli/hot pepper flakes, to taste (optional)

sea salt and ground black pepper 

For the corn fritters
175 g polenta flour/fine cornmeal 
100 g grated Parmesan cheese

1 red chilli, finely chopped

a bunch of fresh parsley, chopped 
75 g tablespoons butter sea 
salt 

To serve:
grated Manchego cheese 
 
To make the corn frittas, put the polenta flour in a jug/pitcher so that you can pour it easily. Bring 1 litre/4 cups water to a simmer in a saucepan and add a little salt. Pour the polenta into the simmering water in a steady stream, stirring all the time. This will erupt and bubble, so stand back and be careful not to let it get too hot. Keep stirring until it is very smooth. The polenta is cooked when it falls away from the sides of the pan – this should take about 3–5 minutes. Stir in the Parmesan and chilli, then remove from the heat, season and stir in the parsley. Spread the polenta out on a prepared baking sheet to about 2 cm thick and leave to cool for at least 45 minutes. When cold and set, cut the polenta into small triangles. Heat the butter in a non-stick frying pan and fry the polenta evenly on both sides until crisp and brown. These can be set aside and reheated in the oven when needed. 
 
To make the the soup, heat the oil in a large saucepan, add the onions and cook for a few minutes, until softened. Add the beef and cook for a further few minutes until browned, stirring all the time to break up the meat. Add all the vegetables to the pan, along with the garlic, chilli and cumin. Stir over the heat for a few more minutes, until all the ingredients begin to look a little cooked, then add the oregano, tomato purée/paste, passata and stock. Cover the pan and simmer gently for about 30 minutes. Towards the end of the cooking time, remove the pan lid and allow the soup to reduce a little as it is intended to be quite thick and hearty! Add the kidney beans and sugar and season to taste. If more heat is needed, add a few dried chilli/hot pepper flakes, to taste. 
Serve the soup topped with the polenta croûtons and a good sprinkling of grated Manchego. A dollop of guacamole on top really enriches the soup and makes it a meal in itself. 

 

25 gennaio 2021

Tortino di cavolfiore


Gli ultimi cavolfiori dell'orto: piccolini perché con questo freddo, nonostante ogni tanto riscaldati dal debole sole invernale, non riescono a crescere come dovrebbero. Ma sufficienti per preparare questo delizioso ed invitante tortino. E la promessa solenne di Macs (figlio n. 3) di un orto più vasto, più razionale e diversificato per l'anno prossimo!
La ricetta è di Yotam Ottolenghi, mia grande simpatia, che sa sempre come utilizzare al meglio verdure e ortaggi, creando connubi fantasiosi tra di loro, esaltandone i sapori con la giusta spezia e/o condimento.
Facile da fare, potrebbe essere anche spunto per il riciclo di un cavolfiore avanzato. E la mia amica Sabrina lo fa spesso anche con le verze... provare per credere :-))

tortino di cavolfiore


Ingredienti:
450 g di cavolfiore diviso in cimette 
170 g di cipolla rossa

75 ml di olio extravergine di oliva 
mezzo cucchiaino di rosmarino tritato 
5 uova 
150 ml di latte

15 g di basilico tritato

120 g di farina setacciata

un cucchiaino e mezzo di lievito per torte salate

un terzo di cucchiaino di curcuma

150 g di Parmigiano grattugiato (o altro formaggio stagionato) 
1 cucchiaio di semi di sesamo

1 cucchiaino di semi di nigella

sale/pepe

burro e pangrattato per una teglia da 24 cm di diametro 


tortino di cavolfiore

 
Cuocere le cimette di cavolfiore a vapore oppure in pentola, coperte con acqua e un cucchiaino di sale, finchè morbide ma ancora croccanti.
Tagliare dalla cipolla una fetta alta mezzo cm e da questa ottenere gli anelli per il decoro.
Tritare il resto della cipolla, versarla in padella con l’olio e il rosmarino e cuocere a fiamma bassa per circa 10 minuti.
Lasciare intiepidire poi versare la cipolla e il suo condimento in una ciotola, unire le uova e il basilico e mescolare bene; aggiungeree anche la farina e il lievito, la curcuma e il Parmigiano, regolare di sale e pepe. Amalgamare bene fino ad ottenere un composto liscio e senza grumi; unire poi il cavolfoore e mescolare delicatamente per incorporarlo bene. 
Foderare la teglia con carta forno e ungere con burro fuso, spolverare con il mix di semi e pangrattato in modo che si attacchi ai bordi e al fondo. Versare il composto e decorare con le fette di cipolla tenute da parte.
Cuocere a 180 °C per circa 45 minuti, sarà cotto quando in infilando uno stecchino questo ne uscirà pulito.

Lasciare intiepidire prima di sformare e servire. 
 
Se si usano stampi antiaderenti si può imburrare e spolverare col mix di pangrattato senza bisogno di usare la carta forno. prima di estrarre il tortino, ripassare i bordi con la lama di un coltello liscio, meglio sarebbe usare questa lama stacca dolci della Tescoma (utile poi per tutti gli altri dolci) in modo da non rovinare il rivestimento antiaderente.
Simpatico anche cotto nello stampo a ciambella, ci sarà più crosticina croccante ;-)


tortino di cavolfiore
 

8 dicembre 2020

Le pizzette del fornaio, quelle di una volta :-)


Stanno impazzendo sul web, grazie alle prove di Paoletta che alla fine è riuscita a condividere la ricetta perfetta. Sono le caratteristiche pizzette che si compravano dal fornaio e si portavano a scuola per merenda, ungendosi poi le mani e intorno alla bocca già dal primo morso: una goduria d'altri tempi :-))


pizzette del fornaio


Ingredienti:
500 g di farina 0
(12% circa di proteine)
300 g di acqua 
10 g di lievito fresco 
(o 4 g di lievito secco)
30 g di olio extravergine di oliva
10 g di sale
passata o polpa di pomodoro
origano
sale 
olio extravergine di oliva
 
Sciogliere il lievito nell'acqua nella ciotola della planetaria.
Unire la farina tutta insieme ed impastare con la frusta a K a bassa velocità, lasciando che la farina si idrati bene. Alzare a velocità media e continuare ad impastare in modo che l'impasto inizi a legare.

 Aggiungere anche il sale, poco alla volta e alla fine l'olio a filo, facendo attenzione a non slegare l'impasto. Se la frusta a K inizia a faticare, cambiare e mettere il gancio a spirale.

Quando ben impastato, lasciare puntare l'impasto coperto per un'ora a temperatura ambiente.

Dividere poi l'impasto in 8 palline circa 100 g cadauna. Coprire con un telo e far riposare 20 minuti.



facendo pizzette01


Stendere ogni pallina con i polpastrelli e attendere 10 minuti. Nel frattempo accendere il forno a 250° in modalità ventilato o funzione pizza.

Stendere nuovamente le pizzette fino a dare la dimensione finale, circa 16/18 cm di diametro.

Trasferire nelle teglie unte abbondantemente di olio e attendere ancora 10 minuti.

Condire con abbondante passata di pomodoro, anche sul cornicione, ma facendo attenzione che non cada sulla teglia: le pizzette devono essere ben ricoperte di salsa, senza spazi vuoti. Condire con molto olio e sale ed infornare nella parte bassa del forno (o anche a terra) per 10/11 minuti, ruotando la teglia dopo i primi 8 minuti circa o quando le pizzette iniziano a colorirsi da un lato.

Trasferire la teglia nella parte alta o centrale del forno e terminare la cottura, circa 2/3 minuti ancora.

A me piace cospargerle di Parmigiano grattugiato appena tirate fuori dal forno ;-)
 
Consigli di Paoletta: la caratteristica di queste pizzette è che devono colorirsi bene sotto e i bordi essere un po' bruciacchiati. Per questo l'olio nella teglia non deve essere un velo, ma abbondante, pur senza esagerare; anche il pomodoro abbondante, altrimenti si asciuga troppo; e la base deve risultare ben colorita con le caratteristiche fossette.

3 dicembre 2019

Pudding di cipolle, mele, bacon e Panpepato con crema al Grana


E' stato un blogtour in terra di Siena affascinante quello organizzato il 20 e 21 novembre da Sabrina e CNA Siena (sezione CNA Siena Food&Tourism) che ho potuto godere, ahimè, solo virtualmente, seguendo i racconti IG e FB dei fortunati (e parecchio invidiati) amici blogger partecipanti.
Tra le varie attività proposte molto interessante (e golosa) la visita al Forno di Ravacciano, un'istituzione nella produzione del pane senese e non solo, perchè la loro grande passione per i prodotti da forno li porta a deliziare i propri clienti anche con i tipici dolci senesi: Cavallucci, Ricciarelli, Panforte e Panpepato. Prodotti che generosamente ci hanno omaggiato per poter partecipare alle singole Giornate in programma in questo mese nel Calendario del Cibo Italiano (le prossime saranno l'11 dicembre dedicata ai Ricciarelli e il 20 dedicata al Panforte) con entusiasmanti e invitanti Flash Mob da far impazzire le nostre papille gustative :-))
Oggi si festeggia la Giornata Nazionale del Panpepato, da sempre considerato un dolce tipico delle festività natalizie ma che ora, vista la grande richiesta da parte di turisti e visitatori della città di Siena, si può trovare in vendita tutto l'anno.
Ma cosa è il Panpepato? Riporto fedelmente la descrizione e storia di Sabrina, ambasciatrice d'eccellenza di questo prodotto tipico della sua terra (e leggete con il tipico accento toscano, mi raccomando :-)):

Il Panpepato è un'arte antica che solo abili artigiani portano avanti. Era considerato un dolce pregiato per la presenza del pepe, spezia rara e costosa, e la sua importanza era tale che veniva accettato come merce di scambio anche al posto delle monete. Questi pani venivano considerati come ricostituenti tanto che la leggenda narra che nella famosa battaglia di Montaperti, i Guelfi Fiorentini si sarebbero nutriti in modo normale, mentre i Ghibellini senesi si sarebbero portati molti Panpepati, fortemente energetici, annientando così i nemici, se pur numericamente superiori.
Il Panpepato ha una storia antica molto interessante. All'inizio era il melatello, cioè farina impastata con l'acqua dolciastra proveniente dal lavaggio dei contenitori del miele; poi pian piano si aggiunse il miele vero e proprio e nacque il pane melato. A questo impasto si cominciò ad aggiungere frutta di stagione (uva, fichi, susine) spezzettata e cotta leggermente per lasciare morbido l'impasto. La frutta restava umida, il pane era piacevolmente morbido, ma si  formavano dopo alcuni giorni delle muffe che rendevano acidulo il pane dandogli un sapore fortis. Così il melatello si trasforma in panes fortis.
Nel XIII secolo si iniziano ad importare dall'oriente spezie, bacche, frutti e radici con sapori e profumi particolari a cui venivano attribuiti poteri particolari e si vendevano nelle Spezierie oppure si reperivano nei conventi dove venivano portate dai pellegrini.
Pian piano le spezie entrarono anche nelle cucine per allungare la conservabilità dei cibi e per mascherare alcuni sapori non proprio gradevoli, in particolare pepe, cannella e chiodi di garofano. All'Archivio di Stato è conservata una pergamena datata 7 febbraio 1205, che cita panes melatos et pepatos, dolci portati come tributo al Monastero di Montecellesi nei pressi di Fontebecci (appena fuori Siena). La leggenda attribuisce proprio a questo monastero la paternità del Panpepato. Si narra che Niccolò de' Salimbeni (citato da Dante nella Divina Commedia), animatore della Brigata Spendereccia, molto sensibile ai piaceri della tavola, in atto di pentimento per la sua vita dissoluta avrebbe donato tutte le sue preziosissime spezie al Convento di Montecellesi. Un giorno una novizia, riordinando il cellario, scoprì che alcuni sacchetti di spezie, mandorle, canditi e farina si erano lacerati ed il loro contenuto sparso sul ripiano. Così, per non gettare quel ben di Dio, pensò di gettare tutto in una pentola con il miele, sperando di poterne tirare fuori qualcosa di buono da donare ai poveri. E così fu. Velocemente il dolce fu richiesto anche fuori Siena e ci sono molti documenti che testimoniano come intorno alla metà del 1300 fosse tra i dolci più apprezzati, spesso presente nei menu delle corti. Se la produzione iniziò nei conventi, quasi di sicuro fu proseguita dagli speziali; infatti nel 1599, i 12 speziali allora presenti a Siena proposero al Granduca Ferdinando de' Medici, Governatore di Siena, di insegnare la loro arte a chi lo desiderasse per evitare preparazioni scadenti. Esiste poi un documento risalente ai primi del '700 che indica i 17 ingredienti (17 come il numero delle contrade dal 1675) del panis fortis: miele, farina di grano, noci, nocciole di monte, mandorle, popone (cioè melone) candito, cedro candito, arance candite, scorza di limone candita, corteccia di cannella, coriandolo, pepe aromatico, chiodi di garofano, noce moscata, acqua e fuoco.

Personalmente ho pensato a un tortino salato, che ho volutamente chiamato Pudding, perchè come il famoso pudding natalizio inglese contiene frutta e spezie, date dal Panpepato, anche se in versione non dolce. Il matrimonio con bacon e cipolle è pienamente riuscito; la crema al Grana lo ingentilisce e la decorazione con il ribes rosso, fatta per la foto, si è poi rivelata ancora una volta un contrasto decisamemente favorevole alla preparazione, quindi abbondatene pure se volete provarlo, non ve ne pentirete :-))



pudding con panpepato



Ingredienti:
1 cipolla rossa di Cannara, circa 200 g
1 mela Golden, circa 200 g
150 g di bacon a fette fini
la scorza di mezza arancia non trattata grattugiata
90/100 g di Panpepato
3/4 fette senza crosta di pane ai 3 farri Equilibrio Esselunga
(o altro simile)
1 uovo sbattuto
olio extravergine di oliva
burro
pan grattato
semi di sesamo bianco e nero

Per la crema al Grana:
150 g di Grana grattugiato
230 ml di panna fresca
pepe macinato fresco


facendo pudding con panpepato


Mettere una noce di burro e un paio di cucchiai di olio in una padella larga e soffriggere la cipolla tritata finemente e la mela (sbucciata e grattugiata) finchè risultano tenere, circa 10/15 minuti.
Tritare finemente il bacon a coltello ed unirlo al composto in padella; cuocere mescolando spesso per circa 5 minuti.
Aggiungere la scorza dell'arancia, togliere dal fuoco e lasciare raffreddare; il composto deve risultare molto morbido e umido, non secco.
Nel frattempo tritare in un robot il Panpepato con il pane ed unirlo poi al composto in padella raffreddato; infine aggiungere anche l'uovo sbattuto.
In una ciotolina mescolare un paio di cucchiai pepadi pane grattugiato con i semi di sesamo bianco e nero (oppure di nigella damascena, che profumano di cipolla); imburrare gli stampi e cospargere internamente questo mix.
Dividere l'impasto del pudding negli stampi e cuocere in forno caldo a 190/200° per circa 20/25 minuti, coprendo con un foglio di alluminio a metà cottura se si scuriscono troppo.
Lasciare riposare i pudding 5 minuti fuori dal forno prima di rigirarli sui piatti da portata, accompagnandoli con la crema al Grana.

Crema al Grana: riunire in una casseruola il Grana e la panna e sciogliere a fuoco bassissimo finchè ben amalgamato (meglio se a bagnomaria per evitare che la crema stracci), mantenendola al caldo fino al momento dell'utilizzo.
Per un sapore più deciso, si può sostituire il Grana con Pecorino, Taleggio, Gorgonzola o altro formaggio saporito a piacere.

Con questa dose vengono fuori 5 pudding con stampi monouso in alluminio da 9 cm di diametro, oppure 7 da 7 cm di diametro.


Tutte le ricette del Panpepato Team:



26 aprile 2019

Quiche con zucca e bacon caramellato al cardamomo


Riemergo dopo il lungo torpore invernale e ci voleva l'appuntamento (mensile, per chi lo segue regolarmente) col Club del 27, nato per riproporre i Tema del Mese delle passate sfide dell'MTChallenge.
Questa volta tutto dedicato alle Torte Salate, con le quali si è pubblicato e ripubblicato il quarto libro dedicato alle sfide.
Non sono stata molto attenta alle disposizioni date e, capendo totani per ravani, ho eseguito una ricetta a mia scelta (di Cristiana, a pag. 102 del libro), invece di seguirne una tra quelle scelte e proposte per questo appuntamento.
Sono comunque caduta bene, il malotempo di questi giorni fa ancora apprezzare la zucca invernale e queste piccole tartellette sono state la nostra merenda/cena di oggi.
Unica differenza dalla ricetta originale: ho cotto la zucca e il bacon in una padella antiaderente invece che in forno, mentre si cuocevano i gusci in bianco, ottimizzando i tempi di preparazione.


quiche zucca bacon caramellato


Pâte à foncer:
200 g di farina 1
50 g di farina integrale Madonita
125 g di burro freddo a cubetti
1 cucchiaino di sale fino
1 cucchiaino di zucchero
1 uovo medio
40 ml di acqua ghiacciata

Con questa dose si ottengono 375 g di pasta sufficienti a rivestire uno stampo dai 24 ai 28 cm di diametro, oppure 5 stampi da 8,5 cm e 2 da 11,5 cm (diametro interno).

Setacciare le farine con il sale e lo zucchero, fare la fontana e nel mezzo mettere il burro. Iniziare a lavorare con la punta delle dita incorporando via via la farina; l'impasto cambierà consistenza formando grosse briciole. Unire anche l'uovo leggermente sbattuto e con il tarocco far assorbire tutta la farina, tagliando e sovrapponendo l'impasto per non scaldarlo ulteriormente con le mani. Non lavorare troppo, quel tanto che basta ad avere un impasto omogeneo. Formare una palla piatta, avvolgere nella pellicola e trasferire in frigorifero per almeno mezza giornata.

Ripieno:
250 g di polpa di zucca senza buccia
100 g di Gorgonzola a pasta semidura a cubetti
50 g di gherigli di noci
200 ml di panna fresca
2 uova
olio extravergine di oliva
sale e pepe

Bacon caramellato:
4 fette di bacon
1 cucchiaio di zucchero di canna
mezzo cucchiaino di semi di cardamomo pestati a mortaio


quiche zucca bacon caramellato


Stendere la pasta, rivestire gli stampi e bucherellare il fondo con i rebbi di una forchetta; riporli in freezer per mezz'ora, coperti con carta forno, o in abbattitore. Rivestire l'interno di ogni tartelletta con carta forno e biglie in ceramica e cuocere poi in bianco a 180/190° statico per 10/15 minuti, a seconda della grandezza; eliminare poi biglie e carta e cuocere ancora 5 minuti.
Nel frattempo preparare il ripieno: tagliare la zucca a fette spesse, salare e pepare e cuocere in una padella antiaderente con un filo di olio, a fiamma vivace e con coperchio finchè leggermente tenere. Trasferire in un piatto e lasciare raffreddare, poi tagliare a cubetti.
Nella stessa padella disporre le fette di bacon, spolverizzarle con lo zucchero e il cardamomo tritato e cuocere a fiamma vivace finchè lucide e croccanti. Trasferire su un foglio di carta da cucina e lasciare asciugare.
In una ciotola sbattere le uova con la panna, salare e pepare: l'appareil è pronto.
Disporre sul fondo di ogni tartelletta i cubetti di zucca intervallandoli col Gorgonzola. Versare sopra l'appareil e decorare con le noci tritate grossolanamente. Infornare e cuocere a 180° per circa 15/20 minuti, finchè la superficie sarà bella gonfia e dorata.
Sfornare e lasciare intiepidire, poi decorare col bacon caramellato e servire.



27 dicembre 2018

Involtini di cavolfiore e formaggio - Cauliflower cheese rolls


Un'idea sfiziosa, facile, quasi veloce, facilmente riscaldabile, per far piacere il cavolfiore anche a chi in genere lo detesta :-))
E ci si potrebbe sbizzarrire usando ogni volta uno diverso: bianco, verde, arancio o viola. L'involucro croccante di pasta fillo renderà questi involtini ancora più goduriosi e la nota speziata e semosa li renderanno irresistibili.
E in questo articolo dell'MTChallenge altri suggerimenti dolci e salati per finire golosamente questo ormai vecchio anno e iniziare alla grande il nuovo! Auguri golosi a tutti!


cauliflower cheese rolls


Ingredienti:
(per 10 involtini piccoli o 5 grandi)

un quarto di cavolfiore
100 ml di latte
1 cucchiaio di farina
80 g più 1 cucchiaio di burro
25 g di formaggio Cheddar, grattugiato
25 g di Parmigiano, grattugiato
10 fogli di pasta fillo
1 cucchiaio di Za'atar *
mezzo cucchiaino di semi di sesamo


* lo Za'atar è una mistura di spezie, originaria del Medio Oriente, tradizionalmente composta da timo, sesamo e sale, ma la cui composizione può anche prevedere origano, cumino, semi di finocchio, santoreggia, maggiorana, sommacco, issopo. Come per molte miscele orientali di spezie, ogni famiglia ha la sua ricetta.

Tritare finemente il cavolfiore in un robot fino a farlo diventare delle dimensioni di chicchi di riso. Coprire con pellicola morbida e passare al microonde per 5 minuti, o finché diventa tenero, dando una mescolata a metà cottura (in alternativa, saltarlo velocemente in padella antiaderente con un filo di olio). In una casseruola versare il latte ed unire la farina e un cucchiaio di burro; amalgamare con una frusta e portare lentamente a ebollizione, mescolando sempre, fino a quando si trasforma in una crema liscia e spessa.
Unire il cavolfiore cotto, i formaggi ed amalgamare; lasciare poi raffreddare. Una volta freddo, trasferire il composto in una tasca da pasticceria o in una busta per alimenti.
Scaldare il forno a 200° statico o 180° ventilato e rivestire una teglia con carta da forno. Aprire la pasta fillo e ritagliare tre strisce larghe circa, tagliando tutti i fogli contemporaneamente.
Prendere 3 strisce alla volta, mantenendo le restanti coperte. Sciogliere il burro rimasto ed usarlo per pennellare leggermente le strisce di pasta. Piegare le strisce a metà per il lato lungo e pennellare nuovamente con il burro fuso. Farcire con un cucchiaio di cavolfiore, piegare le estremità corte verso l'interno del rotolo e arrotolare senza stringere troppo a formare un sigaro. Pennellare ancora col burro la parte finale di pasta fillo per sigillare l'involtino.
Proseguire formando tutti gli involtini, disporli sulla teglia ben distanziati, pennellare con il burro e cospargere sopra un po' di za'atar e semi di sesamo. Cuocere per 15/18 minuti fino a quando diventano dorati e croccanti. Servire caldi.

Buoni, buonissimi... anche se ho dimenticato di mettere i semi di sesamo :-))


Cauliflower Cheese Rolls

You need:

1⁄4 cauliflower
100 ml milk
1 tbsp plain flour
80 g plus 1 tbsp butter
25 g Cheddar, grated
25 g Parmesan (or vegetarian alternative), grated
10 sheets filo pastry
1 tsp za’atar
1⁄2 tsp sesame seeds

Chop or blitz the cauliflower into rice-sized pieces. Cover loosely and microwave for 5 mins, or until tender, stirring halfway. Pour the milk into a saucepan with the plain flour and 1tbsp butter. Whisk together and slowly bring to the boil, mixing all the time, until smooth and thick. Mix in the cooked cauliflower, Cheddar and Parmesan, then season. Leave to cool in the pan. Once cold, transfer to a piping bag or food bag and chill.
Heat oven to 200C/180° fan/gas 6. Line a baking sheet with baking parchment. Unfold the pastry sheets and slice into three pieces widthways, cutting through all the sheets at once. Take out three strips and keep the rest covered.
Melt the remaining butter, then use to lightly brush the pastry strips. Fold the strips in half lengthways, then brush again with the melted butter. Pipe or spread 1 tbsp of the cauliflower mixture onto the buttered pastry strips. Fold the short ends in, then loosely roll to form a cigar. Brush the end with a little butter to help seal in place. Place on the baking sheet, spacing them a little apart, then repeat with the remaining pastry strips. Brush the tops with butter, then sprinkle with the za’atar and sesame seeds. Bake for 15-18 mins until golden and crisp. Serve warm.

6 novembre 2018

Spinaci alla ricotta e noce moscata


Siamo quasi in dirittura d'arrivo con la raccolta di Menu Lib(e)ro, la novella antologia culinaria nata da un'idea di Marta, coadiuvata nella progettazione da Aiu', nel senso che si sono conclusi, con questo appuntamento, tutte le portate salate del nostro grande menù virtuale. Ci attenderanno poi abbinamenti più dolci e golosi, per concludere con Liquori e digestivi questa grande abbuffata gastronomica.
Capo brigata di questa ultima cordata salata questa volta un Lui, che ci accoglie con un classico della nostra cucina, tratto addirittura dal famoso Il Cucchiaio d'argento, le Carote glassate.

Il 6 ottobre di 20 anni fa usciva in tutte le librerie inglesi How to Eat, di Nigella Lawson, un libro e un modo di raccontare la cucina (britannica, ma non solo).
"Cooking is not just about joining the dots, following one recipe slavishly and then moving on to the next. In cooking, as in writing, you must please yourself to please others" scrive Nigella. E rincara la dose Nigel Slater, dichiarando: “If I could only keep one cookbook, this would be it. How To Eat suits the way I cook. It is as if Nigella is sitting on a stool next to me in the kitchen as I’m cooking ... With every page you know she loves this stuff, and she wants you to love it too. It’s a very, very special book for me. My own copy is falling apart.”

Strano (ma vero!), ho molti libri di Nigella ma questo mi manca: sarà mia premura procurarmelo al più presto, sicura che diventerà ben presto una reliquia gourmand :-)
Rendo onore a questa grande donna con una ricetta easy (come quasi la totalità delle sue) tratta da uno dei suoi ultimi libri, a me caro per la particolare dedica avuta in dono, ottenuta grazie alla tenace amorevole caparbietà di un'amica che riuscì ad accapparrarsi il posto in prima fila alla presentazione da Selfridges.

Come racconta la stessa Nigella, non è da sorprendersi se, ad occhi chiusi, parrà di mangiare i classici tortelloni ricotta spinaci :-)
Per lei sono il perfetto accompagnamento per una bistecca alla griglia o il pollo arrosto anche se, ammette, è difficile resistere ad intingere il cucchiaio in questa morbida quasi crema e gioirne di  continue cucchiaiate, semplicemente e golosamente come un piatto unico.



spinaci ricotta noce moscata


Per 2/3 persone:

300 g di spinacini
2 cucchiai di vino bianco secco
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
1 spicchio di aglio pelato
3 cucchiai di Parmigiano grattugiato
2 cucchiai di ricotta
2 uova sbattute
una noce di burro
sale e pepe
noce moscata

una piccola pirofila con capacità 700 ml

Accendere il forno a 200° e imburrare la pirofila.
In un wok o una padella larga soffriggere delicatamente lo spicchio di aglio leggermente schiacciato nell'olio; abbassare il fuoco e unire gli spinacini, mescolandoli finchè riducono di volume.
Alzare la fiamma e sfumare col vino, facendo evaporare la nota alcolica.
Togliere dal fuoco ed unire il Parmigiano e la ricotta, salare e pepare e dare una bella grattugiata di noce moscata. Eliminare l'aglio ed unire per ultimo le uova sbattute.
Versare nlla pirofila e cuocere per circa 10 minuti o finchè ben rassodato.
Lasciar riposare 5 minuti prima di servire.


Senza titolo


Questa ricetta partecipa alla nuova raccolta Menu Lib(e)ro organizzata da Aiù.
Info su come partecipare qui, pagina FB con tutte le ricette pubblicate qui.

25 ottobre 2018

Torta di patate, Champignons e Roquefort


Si sta concludendo il nostro viaggio gastronomico virtuale  per la raccolta di Menu Lib(e)ro, dedicata a ricette prese dai numerosi libri di cucina che invadono le nostre librerie. Per questo dodicesimo appuntamento gusteremo i Secondi piatti vegetariani; ci ospita Rosa Maria, che ci ha riunito alla sua tavola offrendoci un piatto a me sconosciuto, la Fruffela, una ricetta molisana della tradizione contadina, che ben si presta ad accogliere le prime giornate autunnali.

Ho scelto un piatto da un libro di Reine Sammut, chef stellata di Lourmarin (Provenza), che ho conosciuto qualche anno fa. Ho avuto il piacere di essere sua ospite, nella meravigliosa tenuta familiare, dove lavora anche il marito e una delle due figlie. In questo libro (che non potevo non comprare :-), Reine spiega e illustra i suoi corsi di cucina tenuti per anni ai numerosi ospiti. Qui una sua intera biografia, di seguito una breve presentazione:
 
Reine Sammut è una chef dal 1975. Nella sua cucina prepara piatti mediterranei che appassionano, sempre ispirata alla suocera, sua mentore, e ai suoi viaggi. La sua passione, la sua precisione e il suo impegno per la gastronomia francese le hanno fatto guadagnare una stella Michelin nel 1995. Ultimamente condivide un progetto con sua figlia, Nadia (affetta da celiachia), la Cuisine Libre (Cucina Libera). Cucinano con garbo e gusto senza glutine, proponendo deliziosi piatti gastronomici accessibili a tutti. Il suo obiettivo è semplice: chiunque, di qualsiasi età, classe sociale o background, deve essere in grado si condividere la stessa esperienza culinaria allo stesso tavolo.
Auberge la Fenière è il primo ristorante di spicco senza tracce di glutine, grazie alla sicurezza totale in cucina dove si utilizzano farine a base di riso, ceci, castagne e altri cereali o legumi secchi senza glutine. Arrivati alla Fenière a voi la scelta: il ristorante gastronomico con la sua cucina costellata di stelle di Reine Sammut o il più rilassato Bistrot La Cour de Ferme, che lavora a stretto contatto con i produttori locali, dalla "forchetta alla tavola" (aperta da aprile a ottobre).


torta patate champignons roquefort



Ingredienti:
1 Kg di patate
200 g di Roquefort
250 g di Champignons
3 scalogni tritati
2 spicchi di aglio, spremuti
2 cucchiai di prezzemolo tritato
3 cucchiai di mascarpone
1 uovo sbattuto
1 bicchiere di vino bianco secco
3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale/pepe
500 g di pasta sfoglia
25 g di burro per lo stampo


Stendere la pasta sfoglia ad uno spessore fine e foderare uno stampo dai bordi alti precedentemente imburrato, lasciando sporgere la pasta oltre il bordo di 1 o 2 cm. Ritagliare un disco di pasta del diametro dello stampo per fare il coperchio della torta. Conservare il tutto in frigorifero mentre si prepara il ripieno.
Ripieno: sbucciare e lavare le patate, poi tagliarle a rondelle molto fini con una mandolina. Pulire i funghi e tagliarli a lamelle fini.
In una casseruola brasare nell'olio lo scalogno con l'aglio, unire i funghi e salare e pepare. Sfumare col vino e lasciarlo evaporare completamente.
Riprendere lo stampo con la pasta sfoglia e ricoprirlo con le patate arrivando ad uno spessore di 1 cm. Salare e pepare e ricoprire poi coi funghi brasati e, a seguire, il Roquefort a piccoli pezzi. Rifare un altro strato di patate poi ricoprire col disco di pasta precedentemente ritagliato. Passare un pennello inumidito con acqua sul bordo di pasta sporgente dallo stampo e ripiegarlo sul coperchio, premendo con le dita o i rebbi di una forchdetta per sigillarlo (oppure, se avanza pasta sfoglia, fare una treccia e disporla lungo il bordo, sigillandola sempre con acqua o uovo sbattuto). Fare un piccolo buco al centro della torta dove inserire un piccolo caminio di alluminio per far fuoriuscire il vapore in cottura. Pennellare tutta la torta con l'uovo sbattuto. 


facendo il camino



Infornare a 180° per circa un'ora o finchè ben dorata. Appena uscita dal forno, ritagliare delicatamente il coperchio di pasta, distribuire il mascarpone e il prezzemolo tritato, ricoprire di nuovo e rimettere in forno per altri 15 minuti affinchè il mascarpone sciolga e si distribuisca su tutte le patate.

Varianti:si può fare una versione dolce/salata, sostituendo i funghi con pere, saltandole prima in padella (a fette o cubetti) con un poco di burro.
Se la si vuole saporita (ma non più vegetariana), unire al composto qualche fetta di pancetta taglizzata e rosolata.


Senza titolo


Questa ricetta partecipa alla nuova raccolta Menu Lib(e)ro organizzata da Aiù.
Info su come partecipare qui, pagina FB con tutte le ricette pubblicate qui.

20 luglio 2018

Torta all'aglio caramellato


Da un'idea di Marta, la progettazione di Aiu' e la partecipazione di un gruppo collaudato e avvezzo a storici Abbecedari Culinari, è nato un paio di mesi fa un altro progetto, un altro gioco, un'altra scusa per provare nuove ricette e condividerle insieme.
E' partita così una nuova raccolta,  anzi, un ricco menù costruito prendendo in prestito ricette dai libri che invadono le nostre librerie gastronomiche. 
E oggi tocca a me indossare il cappello da Chef e proporvi la ricetta per la categoria Antipasti vegetariani. A voi accompagnarmi in queste due settimane come aiuto cuochi, proponendo la vostra ricetta dal vostro libri preferito.
Poche regole (ma intransigenti) da seguire: solo una ricetta per blog e che non sia mai stata pubblicata. Una volta postata la ricetta, va lasciato il link nei commenti a questo post; termine ultimo per condividere la propria ricetta è giovedì 2 agosto alle 23.59.
Tutte le ricette verranno poi raccolte nel blog ABCincucina allo scadere delle due settimane.
E se non ce la fate a partecipare per gli Antipasti vegetariani nessun problema: il menù è veramente ricco, degno di un banchetto regale e le categorie di portate si susseguono incessanti, (quasi) a rischio di indigestione :-) quindi le occasioni propizie non mancheranno in futuro!
Regolamento, Calendario, Pietanze e Chef sono facilmente consultabili qui; per ogni dubbio o chiarimento basterà chiedere, a disposizione resto :-)

Yotam Ottolenghi è uno chef israeliano-britannico (di origini italo/tedesche), proprietario di ristoranti e scrittore di cibo (o food writer, che fa più figo?). Nato e cresciuto a Gerusalemme, in gioventù ha trascorso spesso le vacanze estive in Italia. E' stato arruolato per 3 anni nelle Forze di Difesa Israeliane, si laurea nel 1997 in letteratura comparata e poi si trasferisce ad Amsterdam; ma lascia ben presto gli studi letterari e si trasferisce a Londra per studiare cucina francese a Le Cordon Bleu. Dopo aver lavorato come pasticciere in 3 ristoranti londinesi, nel 1999 diventa capo pasticciere di una pasticceria artigianale, Baker & Spice. Ed è qui la svolta decisiva, dopo l'incontro con lo chef arabo-palestinese Sami Tamimi. Scoprono di essere cresciuti vicinissimi nella stessa città, anche se su fronti opposti del conflitto israeliano-palestinese, e diventano ben presto amici, legati anche da una idiosincrasia reciproca verso il cibo tradizionale inglese. Nel 2002 fondano il primo negozio di specialità gastronomiche a Notting Hill, a cui ben presto ne seguono altri, espandendosi in ristoranti (qualcuno le definisce caffetterie con cucina), aprendo l'eclettica brasserie NOPI e il recentissimo ROVI, dove l'attenzione è concentrata sulle fermentazioni e sulle cotture a fuoco vivo (qui un articolo del Gambero Rosso).
Ottolenghi sa realizzare piatti creativi mettendo in primo piano sempre le verdure, combinando sapori ed aromi non ortodossi, abbondando con ingredienti mediorientali come l'acqua di rose, lo za'atar e la melassa di melograno. Nonostante non sia vegetariano, nel 2006 inizia a scrivere una rubrica settimanale per la testata The Guardian intitolata The New Vegetarian, quasi un paradosso.
Vien definito scherzosamente da Tommaso Melilli l'uomo insalata, che vuole creare cose antiche; ad Angela Frenda Yotam confessa che forse ha iniziato a cucinare per sfuggire alla malinconia che si porta dentro.
Ma i suoi piatti son tutt'altro che melanconici, mai difficili da realizzare se non forse un pochino abbondanti nella lista degli ingredienti e nei passaggi da seguire; ma i risultati poi lasciano sempre a bocca aperta, nel vero senso della parola, tanta è la voglia gustosa di assaggiare. Non a caso, alla fatidica domanda di spiegare la sua filosofia di cucina, Yotam rispose: voglio un dramma in bocca!

Dal suo libro Plenty, una torta salata che non deve trarre in antipatia per il nome: c'è l'aglio, anzi, ci sono tantissimi spicchi, ma vengono sbianchiti e caramellati, in modo che perdano la loro pungente intensità, diventando, al contrario, molto appetibili (in stagione si può usare l'aglio fresco, meno forte). Il contrasto coi formaggi caprini fa il resto e lo scrigno di pasta sfoglia (se possibile homemade) è il più godurioso e nello stesso tempo delicato scrigno a cotanta bontà.



caramelized garlic tart



Ingredienti per 8 persone:
375 g di pasta sfoglia

gli spicchi di tre teste d’aglio di grandezza media, separati e sbucciati
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva

1 cucchiaino di aceto balsamico

220 ml di acqua

un cucchiaio scarso di zucchero

1 cucchiaino di rosmarino, tritato grossolanamente

1 cucchiaino di timo, tritato grossolanamente

(più qualche rametto per decorare)

120 g di formaggio di capra fresco e cremoso

120 g di formaggio di capra a pasta dura stagionato

2 uova

100 ml di panna fresca

100 ml di crème fraiche

sale/pepe nero

uno stampo antiaderente per crostate dal fondo amovibile diametro 28 cm,
bordo basso e scanalato


Distendere la sfoglia e ritagliare un disco che ricopra il fondo e il bordo dello stampo e fuoriesca leggermente. Rivestire la tortiera e bucherellare il fondo con i rebbi di una forchetta; sistemare all'interno un foglio di carta da forno a misura, cospargerlo di fagioli secchi (o usare le apposite biglie di ceramica) e lasciar riposare in frigo per almeno 20 minuti.

Nel frattempo riscaldare il forno a 180°. Infornare lo stampo e procedere ad una cottura in bianco per circa 20 minuti. Rimuovere poi i fagioli (o le biglie) e la carta da forno e far cuocere ancora per altri 5/10 minuti o fino a quando la sfoglia è dorata. Mettere da parte e lasciare il forno acceso.
Mentre la base della torta cuoce, caramellare l’aglio: mettere gli spicchi in una piccola casseruola e coprire con abbondante acqua. Portare a bollore, sbianchire per 3 minuti e sciacquare bene. Rimettere gli spicchi in padella e aggiungere l’olio: far soffriggere l’aglio a fiamma alta per due minuti, poi unire l’aceto balsamico e l’acqua e portare a bollore, lasciando infine sobbollire piano per 10 minuti. Aggiungere lo zucchero, il rosmarino, il timo e la punta di un cucchiaino di sale. Far sobbollire ancora per 10 minuti, a fiamma media, o fino a quando la maggior parte del liquido sarà evaporata e gli spicchi d’aglio saranno ricoperti dallo sciroppo di caramello oramai scuro. Tenere da parte.


facendo torta aglio caramellato


Assemblaggio della torta: fare a pezzetti i due tipi di formaggi e sparpagliarli sul fondo del guscio di sfoglia. Sistemare anche gli spicchi d’aglio caramellato e il loro sciroppo sopra il formaggio in modo uniforme. In una ciotola mescolare la panna, la crème fraiche, le uova, mezzo cucchiaino di sale e una macinata di pepe; versare questa crema sopra il ripieno della torta, in modo da riempire gli spazi vuoti, lasciando che in superficie si possano ancora vedere gli spicchi d’aglio e il formaggio.
Abbassare la temperatura del forno a 160°, infornare e cuocere per 30/45 minuti o fino a quando il ripieno si sarà rassodato e la superficie sarà bella dorata. Togliere dal forno e lasciar intiepidire.
 Sformare poi la torta, rifilare i bordi se necessario, cospargerla con rametti di timo e servire tiepida con un’insalata croccante.

E’ buona anche riscaldata.


Senza titolo


Questa ricetta partecipa alla nuova raccolta Menu Lib(e)ro organizzata da Aiù.
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