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17 novembre 2009

The BloggerAid Cook Book


Un'idea regalo per Natale
pensando, aiutando e facendo che sia Natale per tutti i bambini del mondo!

The BloggerAid Cookbook


Autori: foodbloggers internazionali di oltre 60 nazioni

Ricette dei blogger di tutto il mondo per fare la differenza
Da BloggerAid-CFF, Rhonda Renee, Mark Haak, Peter Georgakopoulos, Deeba Rajpal

Il cibo non si limita a nutrire il corpo, ma celebra anche ciò che rende il mondo così diverso e nello stesso tempo, riesce ad unire.Il BloggerAid Cook Book è una raccolta di ricette internazionali che dimostra come si possa lavorare insieme e unirsi per una grande causa. Gli autori di questo libro sono food bloggers provenienti da tutto il mondo che hanno cercato di fare la differenza unendosi per la raccolta di fondi per il Programma Alimentare Mondiale attraverso una loro passione comune per tutto ciò che parla di cibo. E ci sono riusciti attraverso queste ricette che condividono le loro tradizioni e la loro insaziabile curiosità per nuovi sapori e nuovi abbinamenti. Molte di queste ricette sono un omaggio alla cucina casereccia delle nostre nonne, e mentre si celebra l'esotismo e la ricchezza di un mondo avvicinati dai loro spera di fare la differenza. E anche con ricette pompose come Ravioli di pomodori e formaggio con salsa di melanzane, Tonno speziato con arachidi, Paella di Serrano con funghi e ostriche, Bon bons di mascarpone al lampone e Crostata tripla all'arancia e al frutto della passione, i bloggers uniti ce la mettono tutta per dire la loro e cercare di alleviare nel loro piccolo il problema della fame nel mondo.

Abbiamo così scelto di donare i proventi del libro di cucina al "World Food Programme" (WFP) delle Nazioni Unite motivati dal meraviglioso lavoro di questa organizzazione. Il PAM ha toccato le vite dei nostri membri, molti dei quali provengono da paesi dove la povertà è spesso un modo di vita. Più specificamente, il 100% dei proventi di questo libro di cucina vanno a vantaggio del programma PAM School Meals, che aiuta una media di 22 milioni di bambini affamati ogni anno. I pasti scolastici sono importanti a molti livelli. Nei paesi in cui la scolarizzazione è bassa, la promessa di almeno un pasto nutriente ogni giorno aumenta il numero di iscrizioni e stimola la frequenza regolare.
Questo libro è un modo virtuale per tutti noi, ovunque ci possono essere sia ricchi che poveri, di aggiungere un posto allo stesso tavolo e condividere ciò che abbiamo.

E sono felice ed onorata di poter dire che ne faccio parte anche io!

In vendita solo online qui.



A gift idea for Christmas,
thinking, helping and giving a Christmas smile to children all over the world!

Recipes from bloggers around the world making a difference
By BloggerAid-CFF, Rhonda Renee, Mark Haak, Peter Georgakopoulos, Deeba Rajpal

Food does not simply nourish the body; food also celebrates what makes the world diverse, as well as, what unites us. The BloggerAid Cook Book is a collection of international recipes illustrating that we can work together and unite for a greater cause. The authors of this cookbook are food bloggers from around the world who have endeavored to make a difference by raising funds for the "World Food Programme" and encompassing their passion for "all things foodie" at the same time. Through these recipes they share their traditions and insatiable curiosity about new flavours. They pay tribute to the home cooking of our grandmothers, while celebrating the exoticism and richness of a world brought closer together by their hopes to make a difference. With recipes such as Tomato-Cheese Ravioli with Eggplant Sauce, Spicy Serundeng Tuna and Peanuts, Serrano Ham Paella with Oyster Mushrooms, Raspberry Mascarpone Bites and Triple Layer Orange-Passion Fruit Tart we are doing our part to say that bloggers can change the face of famine.

We chose the United Nations' World Food Programme (WFP) to receive the funds generated by the cookbook because of the wonderful work this organization does. The WFP has touched the lives of our members, many of whom are from countries where poverty is often a way of life. More specifically, 100% of BloggerAid's proceeds from the cookbook will benefit the WFP's School Meals Programme, which benefits an average of 22 million hungry children each year. School meals are important on many levels. In countries where school attendance is low, the promise of at least one nutritious meal each day boosts enrollment and promotes regular attendance.
This book is a virtual way for all of us, wherever we may be and however rich or poor we may be, to pull up a chair at the same table and share what we have. (from CreateSpace)

I am happy and honored to say that I am part of it!

On sale here.

7 aprile 2009

Mint Julep - U.S.A.

Everything comes to an end and Joan's "Culinary Tour Around the World" is back home to U.S.A.!
We have been travelling with Joan for 3 months, visiting far and distant countries all over the world. We first stopped in Norway (but I missed it!) then Poland, Germany, France, Portugal, Romania, Ethiopia, Russia, India, Romania, Mongolia, Philippines and Peru.
A long journey that gives us lot of fun and the opportunity to improve our knowledge about foreign kitchens and habits, and also to know other bloggers and get friends with some! I suppose we will all miss this weekly appointment with Joan and her nice family chefs, but I am sure something new and quite exciting will be just round the corner, won't be, Joan?
Have a long rest, you surely deserve it now, enjoy your family and Easter time!
I will offer you a cool Julep and let's toast together: welcome back home, Joan!

Juleps are all made with mint. Fresh mint is pressed in the glass, a lot of ice is added, topped up with spirits, sugar syrup and sometimes fruit juice and garnished with mint leaves. The pleasant cool taste of this refreshing drink is very popular in hot days.

Juleps are long drinks from the Deep South.
They originated from the pretty white houses of Virginia built in the colonial style. People used to sit on the large verandas behind huge columns and sip the cool long drinks smelling of mint on the long hot summer days. The mint, preferably curly mint, is a crucial ingredient. It can be bought fresh from markets or good shops at any time. But it is easy to grow yourself in the garden or in tubs on the balcony. Mint grows best in relatively damp soil, where its head is in the shade and roots are in the cool earth.


2 small sprigs curly mint
2 taspoons sugar or sugar syrup
crushed ice
2 dashes Angostura
champagne

to garnish:
1 sprig of mint
cocktail cherries

Place the mint sprigs in a large tumbler and sprinkle with sugar. Press the juice out of the mint with the help of a spoon and discard the mint. Fill the glass up to a third full with crushed ice, add Angostura and top up with champagne. Garnish the Julep with curly mint and cocktail cherries and serve with a straw as an aperitif or after dinner drink.


Julep alla Menta


Tutto ha un inizio e una fine e anche il "Tour Culinario Intorno al Mondo "di Joan ha concluso il suo giro e Joan è finalmente di ritorno negli U.S.A.!
Abbiamo viaggiato con lei per 3 mesi visitando terre lontane in tutto il mondo. Siamo partiti dalla Norvegia (che purtroppo ho perso!) per passare poi dalla Polonia, Germania, Francia, Portogallo, Romania, Etiopia, Russia, India, Romania, Mongolia, Filippine e Peru.
Un lungo viaggio che ci ha divertito e ci ha dato l'opportunità di appofondire e conoscere meglio le cucine e i costumi di queste terre. Credo proprio che avremo nostalgia di questo appuntamento settimanale con Joan e la sua famiglia, tutti cuochi provetti, ma sono sicura che presto arriverà qualche altra simpatica sorpresa, me la sento dietro l'angolo, vero Joan?
Per ora dedicati a uno strameritato riposo, goditi i tuoi cari e passa con loro una serena Pasqua!
Ti ho portato un drink e brindiamo insieme: bentornata a casa, Joan!

I Julep sono fatti con la menta fresca, che viene schiacciata nel bicchiere, poi si aggiunge molto ghiaccio tritato, si colma con il vino/liquore, un po' di sciroppo di zucchero e alle volte anche succo di frutta, e si guarnisce con le foglie fresche della menta. Il suo piacevole e rinfrescante sapore è perfetto nelle lunghe e assolate giornate estive.

I Julep sono dei long drinks del Profondo Sud degli U.S.A.
Nascono nelle belle case bianche della Virginia in perfetto stile coloniale. Era consuetudine sedere nelle grandi verande delimitate da alti colonnati e sorseggiare questi drinks profumati alla menta nelle lunghe, assolate e calde giornate estive. La menta, in particolare quella riccia, è l'elemento fondamentale. La si può trovare facilmente nei mercati e nei negozi ortofrutticoli in ogni periodo dell'anno, ma è anche facilmente coltivabile, si in giardino che in vaso sul balcone. Ama un terreno abbastanza umido, e preferisce stare all'ombra, con le radici al fresco della terra.
2 ciuffi di menta
2 cucchiaini di zucchero o sciroppo di zucchero
ghiaccio tritato
2 pizzichi di Angostura
champagne

per guarnire:
1 ciuffetto di menta
ciliegine da cocktail

Mettere la menta in un tumbler, cospargerla di zucchero e col cucchiaio schiacciarla bene in modo che rilasci profumo e succo, poi eliminarla. Riempire il bicchiere per 3/4 di ghiaccio, aggiungere l'Angostura e colmare con lo champagne. Guarnire con ciliegine e menta, servire anche con cannuccia come aperitivo o drink dopocena.


Questa ricetta partecipa all'Abbecedario Culinario Mondiale per la tappa in Usa ospitata da Simona.

31 marzo 2009

Stufato di Quinoa - Perù - Quinoa Stew


Final rush for Joan's "Culinary Tour Around the World"! This week last trip visiting Peru, then we'll back in Usa around 6th April. If I think to Peru I soon recall Machu Picchu, an important Inca site at about 8,000 ft above sea level. My father and I planned a long trip around there long time ago, I was only 24, but suddenly we had to cancel it (2 months travelling up and down South America) because I got ill, and replace with a shorter trip, only a month driving from New York City, through Washington, Savannah, Orlando down to Miami and Keys, then relaxing a whole week at the shining sun of Bahamas!
But thanks to YouTube we can all admire Machu Picchu in all its magnificence sitting comfortable in our chairs!
Well, I met for the first time quinoa in this recipe. I bought it some time ago at my favorite flour and grains store, but never had time to try it. As Peru is the major producer in the world, I could not really justify any excuse anymore.


Stewed Quinoa
Recipe from Cookaround







100 g quinoa
2 tablespoon extravirgin olive oil
1 large onion, sliced
1 clove of garlic
1 stick of celery, sliced
1 carrot, sliced
1 pepper, cut in 2,5cm. pieces
2 zucchini, sliced
3 fresh tomatoes, peeled and chopped
200 ml vegetal stock
2 teaspoons of minced cumin
half teaspoon of dried chili
1 teaspoon of minced coriander
a pinch of Cayenna pepper
1 teaspoon of dried oregano
salt

Wash quinoa, pour into a pan, cover with water, take to boil then low fire, cover with a lid and let it simmer 15 minutes, it will be ready when it looks like in the pic. Set aside.
I cook all vegetables in a wok. Fry onions in oil at medium fire for 5 minutes, while stirring.
Add celery and carrot, mix well and cook other 5 minutes, always stirring. Add then pepper, zucchini, tomatoes, stock and all spices.
Cover with a lid and let it simmer 107/5 minutes until vegetables are tender.
Pour quinoa inside, mix well, add salt and enjoy!

Quinoa (Chenopodium quinoa) was considered by the Incas a sacred plant and has been cultivated for over 5,000 years on the highlands of Andes between 3,800 and 4,200 mt. It belongs to the family of Chenopodioideae, the same as spinach and beet. It is wrongly considered a cereal, but it is not really, except for particular species. There are over two hundred varieties.
It is a tough plant that does not require special treatment. It produces round seeds similar to the mile. They contain more protein than any other grain, and are high quality protein because complete. It also provides starch, sugars, oils, fiber, minerals and vitamins. Its leaves are very nutritious and are eaten cooked or raw in salads.
It is the staple food of the Andean populations and does not contain gluten. It is a food easy to digest, simple to prepare and can be safely used to replace all the grain in any recipe. It may also be processed into flour and pasta.
Once collected it is controlled and deprived of any impurities. Then washed in water to remove saponin, a slightly bitter substance contained in the plant. Then dried through sunny "secadores" and packed in boxes for sale.


This recipe, bookmarked from Cookaround website, participate to
Bookmarked Recipes # 48 hosted by Ivy from Kopiaste to Greek Hospitality





Eccoci in direttiva di arrivo con il "Tour Culinario Intorno al Mondo" di Joan! Questa settimana ultima visita in Perù, poi si farà ritorno a casa negli Usa intorno al 6 Aprile.
Se penso al Perù, penso subito al Machu Picchu, un imponente sito Inca a quasi 2.500 mt. sopra il livello del mare. E se penso al Machu Picchu penso con molta nostalgia al bellissimo viaggio che avevamo programmato tanto tempo fa io e il mio caro babbo, un tour di due mesi girando in lungo e in largo tutto il Sud America. Ma che, purtroppo, alla vigilia della partenza abbiamo dovutod isdire in toto per un malessere personale. Ci siamo rifatti il mese dopo con un viaggetto più breve e meno intenso di cultura, ma altrettanto piacevole: un mese per attraversare tutta la costa orientale degli States, da New York a Washington, Savannah, Orlando, giù fino a Miami e le Keys, per terminare con una settimana piena di dolce relax al caldo sole delle Bahamas!
Ma grazie a YouTube, possiamo ammirarci il Machu Picchu in tutta comodità standocene spaparanzati sulla nostra sedia!
Ecco, l'occasione di questa visita in Perù mi ha fatto usare per la prima volta la quinoa. L'avevo comprata tempo fa al mio molino preferito, ma non avevo ancora avuto modo di provarla. E dato che il Perù ne è il maggior produttore a livello mondiale, non potevo più addurre altre scuse per non provarla!


Stufato di Quinoa
Ricetta di Cookaround





Ingredienti:

75 g di quinoa
240 ml d’acqua
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 grossa cipolla affettata finemente
1 spicchio d’aglio
1 gambo di sedano affettato
1 carota affettata
1 peperone tagliato in pezzi da 2,5cm
2 zucchine affettate
3 pomodori freschi pelati e a pezzi
240ml di brodo vegetale
2 cucchiaini di cumino macinato
½ cucchiaino di peperoncino in polvere
1 cucchiaino di coriandolo macinato
un pizzico di pepe di Cayenna
1 cucchiaino di origano secco
sale


Lavare bene la quinoa, quindi metterla in una pentola media insieme all’acqua, portare ad ebollizione, quindi ridurre il fuoco, coprire la casseruola e lasciare sobbollire per 15 minuti, saràpronta come appare nelle foto, poi mettere da parte.
Ho cotto tutte le verdure nel wok. Soffriggere le cipolle e l’aglio a fuoco medio per 5 minuti mescolando costantemente.
Aggiungere il sedano e le carote, mescolare bene e cuocere altri 5 minuti, mescolando frequentemente.
Aggiungere poi il peperone, le zucchine, i pomodori, il brodo e tutte le spezie. Mescolare bene, coprire e lasciare sobbollire per 10/15 minuti fino a quando la verdura risulta tenera.
Infine, incorporare la quinoa alla verdura, aggiustare di sale e servite immediatamente.


La quinoa (chenopodium quinoa), già venerata dagli Inca come pianta sacra, viene coltivata da oltre 5.000 anni sugli altipiani petrosi delle Ande tra i 3.800 e 4.200 m. Appartiene alla famiglia delle chenopodiacee, la stessa di spinaci e barbabietola. Viene considerata erroneamente un cereale, ma non lo è realmente, se non per una specie particolare. In natura ne esistono oltre 200 varietà.
È una pianta resistente che non richiede particolari trattamenti. Produce una spiga di semi rotondi simili a quelli del miglio. I suoi semi contengono più proteine di qualunque altro grano e sono proteine di qualità molto alta perché complete. Fornisce inoltre amido, zuccheri, oli, fibre, minerali e vitamine. Le sue foglie sono molto nutrienti e vengono mangiate cotte o crude in insalata.
È l’alimento base delle popolazioni andine e non contiene glutine. È un alimento facile da digerire, semplice da preparare e può essere usato tranquillamente come sostituto di tutte le granaglie in ogni ricetta. Se ne produce anche farina e pasta.
Una volta raccolta viene controllata e privata di eventuali impurità. Viene poi lavata in acqua per eliminare la saponina, sostanza lievemente amara contenuta nella pianta. Viene infine essiccata tramite “secadores” solari e confezionata in scatole per la vendita.



La mia ricetta per BloggerAid

Arrivo tutta di corsa e di un fiato, ma ce l'ho fatta anch'io!
Sono molto felice di partecipare a questa incredibile inziativa di BloggerAid che ha qualcosa di unico e magico allo stesso tempo. E' stato dato tempo fino ad oggi per membri e non di questo Social Network di partecipare, con una propria ricetta inedita, alla stesura di un libro di ricette da tutto il mondo che verrà poi messo in vendita in autunno su Amazon. L'intero ricavato sarà devoluto al World Food Programme, agenzia umanitaria di spicco delle Nazioni Unite, che lo impiegherà in uno dei suoi molteplici progetti di assitenza chiamato School Meals.

La mia ricetta è un piatto di pesce tipico della mia regione, fatto seguendo la tradizionale preparazione della mitica Nonna Lilli. Brutto a vedersi, ma buono a mangiarsi!



Hello everybody! I finally got it!
I am very happy and honored to participate to this amazing event of BloggerAid, something unique and magical at the same time. We were asked, members and not, to realize a new recipe, for a an international CookBook that will be on sale on Amazon next Autumn. All financial entries will be donated to World Food Programme, a leading humanitarian agency of United Nations, to take on one of his largest assistance projects called School Meals.

My recipe is about a typical fish dish of my region, prepared following skilled instructions of our dearest grandma Lilli. Not goodlooking, but delicious good eating!

24 marzo 2009

Frittelle dolci di riso - Filippine

"Culinary Tour Around the World" by Joan has come to Philippines, a multitude of islands in South East Asia.
Philippine cuisine is a fusion of different cuisines: Chinese, Japanese, Malaysian, American and Spanish. And it is amazing to read how ancient beliefs and legends are still respected by local people. For example, they do not eat a certain part of an animal if there is a disease concerning: do not eat liver if you are suffering liver complaint, or brain if you suffer strong headaches. In addition, they avoid food, generally vegetables, that "behaves" like the disease they suffer: so avoid climbing plants if suffering from skin diseases that spread all over the skin. As for children should not eat the fruits of many palms if they suffer convulsions (lamen) because palm trees leaves tremble in the wind. Bats and turtles are also banned for the danger of falling upside down.
There are still many taboos about food pregnancy: it's forbidden to eat a certain type of animal because the child may behave the same way, octopus as wwell is forbidden, it could hold the baby mother's tommy. Great attention is paid to breast-feeding and food that can help this, like sweet potatoes and univalve seafood .
It 'also interesting to discover that some foods are rejected onlyfor "assonance language": bean, said kadièsche recalls the sound of Adiòs (goodbye) and therefore could mean loss of strenght, while a particular pumpkin called kalubay could drive to tiredness (malubay).

Today we had a tremendous weather, constantly changing, sparkling sunny to heavy clouds, always with such a nasty freezing wind, which also raised the little snow fell in the early hours of the morning. We have not skied much, many chairlifts were closed for safety. However, we refreshed and comforted once at home with this lovely recipe who delighted our afternoon tea.


Sweet Fried Rice Pancakes


150gr. boiled rice
50gr.plain flour
4 tablespoons coconut flour
2 eggs
1 teaspoon cinnamon
1 pinch of vanilla
1 pinch of salt
2 teaspoons baking powder
seed oil
icing sugar


Beat eggs in a bowl, add rice,coconut, cinnamon,vanilla and 2 tablespoons of icing sugar. Mix well then add sieved flour and baking powder and amalgamate perfectly.
Fry the mixture pouring a tablespoon at a time. Let dry on kitchen paper.
Spread icing sugar on top and serve warm.



Eccoci che col "Tour Culinario Intorno al Mondo" di Joan siamo arrivati nelle Filippine, moltitudine di isole a nord ovest dell'Australia.
La cucina filippina è un insieme armonico delle varie varie cucine cinesi, giapponesi, malesi, americane e spagnole da cui è stata influenzata. Ed è incredibile scoprire come sopravvivano ancora tra la popolazione locale antiche credenze che vengono tuttora rispettate. Per esempio, non si mangia una determinata parte di un animale se si presenta una patologia pertinente: non si mangia il fegato se si è affetti da epatopatia, oppure il cervello se si soffre di emicrania. Inoltre, si evitano i cibi, solitamente vegetali, che "si comportano" come la malattia di cui si soffre: per cui si eviteranno le piante rampicanti se si soffre di patologie cutanee che si diffondono sulla pelle. Riguardo i bambini, non dovranno mangiare i frutti di molte palme se soffrono di convulsioni (lamen) perchè le fronde delle palme oscillano e tremano al vento. Per il pericolo di cadere a testa in giù o sottosopra sono pure proibiti i pipistrelli e le tartarughe. Ci sono ancora molti tabù alimentari riguardo la gravidanza: mangiando un certo tipo di animale il bambino potrebbe assumerne i comportamenti, oppure mangiando il polpo, questo potrebbe trattenere il bambino nell'addome della madre. Grande attenzione è posta per l'allattamento e i cibi che possono favorirlo, tra cui le patate dolci e i frutti di mare univalvi.
E' interessante anche scoprire che alcuni cibi sono rifiutati per "assonanza linguistica": il fagiolo, detto kadièsche ricorda il suono di adiòs (arrivederci) e quindi potrebbe significare l'abbandono delle forze, mentre una zucca particolare detta kalubay potrebbe indurre stanchezza (malubay).

Oggi è stata una giornata con un tempo tremendo, in continua evoluzione, dal sole più acceso alle nuvole più cariche, il tutto condito da un ventaccio gelido e continuo, che sollevava anche quel dito di polvere di neve caduto nelle prime ore del mattino. Non abbiamo sciato molto, molte seggiovie erano chiuse per sicurezza.
Ci siamo però rifocillati e confortati con questa deliziosa ricetta filippina che ha allietato il nostro tè pomeridiano.

Frittelle dolci di riso


150gr. di riso bollito
50gr. di farina
4 cucchiai di farina di cocco
2 uova
1 cucchiaino di cannella
1 pizzico di vanillina
1 pizzico di sale
1 bustina di lievito per dolci
olio di semi per friggere
zucchero a velo

Sbattere bene le uova in una ciotola, aggiungere il riso, il cocco, la cannella, la vanillina e un paio di cucchiai di zucchero a velo. Amalgamare bene, aggiungere la farina setacciata ed il lievito e impastare bene.
Friggere il composto a cucchiaiate in abbondante olio bollente, fino a completa doratura. Scolare su carta assorbente. Spolverizzare di zucchero a velo e servire calde.

17 marzo 2009

Huushuur e Suutei Chai - Mongolia

This week Joan's Culinary Tour Around the World has reached Mongolia, a tough and distant land, almost an island in the middle of China and Russia. Land of great brave warriors, that the conqueror Genghis Khan managed to unite under a single empire, then going to the conquest of most Central Asia, Russia, China, Persia, Middle East and Eastern Europe, giving life, even though for a short period, to the largest empire in all history.


Meat and milk are the staple food for Mongolians. Food is divided into two main categories: grey food, meat consumed in winter (mostly mutton and sheep: fat, tasty and cheaper), and white food, dairy products consumed in summer. White food (tsagaan ide) have a great importance in ceremonial visits, since white is the colour of good luck and a symbol of renewal. Milk is never drunk pure because considered unhealthy, and is just used in dairy production (cheese, butter, yoghurt).
White food come from animals with hot muzzle (sheep and horses) and cold muzzle (goats, yaks and camels). Fruits and vegetables are quite rare, even for the nasty weather conditions in the country. Fish is very abundant, but is not considered suitable for warrior people and is not consumed.
Mongolians drink salty tea and Airagh (alcoholic beverage, sour and fizzy, much proteic, obtained from mare's milk, which appears to have medicinal qualities: it gives force and tone, is antidepressant, destroys pathogens in the intestines and helps metabolism). It is consumed by the wrestlers before the race of Naadam. They drink a typical vodka called arkhi, a distillate of 10/12 degrees, colorless and tasteless. In Mongolia animals are respected and sometimes venerated. In fact, the gutul, typical boots with the traditional tip pointing up, are worn to avoid "hurting "the earth, and trample the small animals that live on it. Mongolians are used to eat animals that die of natural causes. But if they have to kill an animal, for example a sheep, they follow an ancient technique that avoids unnecessary suffering: they practice a thin incision in the side and compresse the artery of the heart, in a few moments the animal dies, without pain and without loss of blood. Then they say a prayer to the spirit of the animal.
They use every part of the animal: drying meat, making sausages with the intestines and fabricating large wineskins or shoes with leather.
It seems that time has stopped in Mongolia because this people's habits, even after eight centuries, are still the same.
Between 11st-13th July, anniversary dates of Mongolian Revolution, Naadam Festival is celebrated all around the country, all inhabitants of the country gather together and participate to archery competitions, wrestling and horse racing. Another important feast is White Month, which marks the beginning of the Lunar New Year: three days of unbridled celebrations for everybody!

Huushuur - Stuffed Fried Ravioli

300g. minced beef
a pinch of salt
1/2
chopped onion (I put a shallot)
1 clove of garlic
a bit of water

Mix all ingredients and let rest half an hour.

250g. flour
half teaspoon salt

water


Mix flour, salt and some water and work well to smooth dough. Roll it out (you can use a making pasta machine) and cut circles of about 8/10cm diameter. Pour some meat mixture in each, close and seal well pressing at the sides of the filling to bring out all the air. Heat oil and fry 3 or 4 ravioli at a time a couple of minutes on each side.


Buuz - Steamed Ravioli

Follow the same preparation as Huushuur, then close as a bundle , leaving a small opening on top. Cook steamed for about 20 minutes. They are eaten with hands.


Suutei Chai - Salty Mongolian Tea




1 liter black tea (Mongolians use Chinese tea refuses),
500ml. milk (usually yak's, but cow or goat will be good as well).
salt

Before the water reaches a boil add a few pinches of salt. Pour the milk and bring to the boil over a low heat. Add to the end, a little butter.

Questa settimana il Tour Culinario Intorno al Mondo di Joan è arrivato in Mongolia, terra aspra e lontana, quasi un'isola in mezzo a Cina e Russia. Terra di popoli guerrieri, che il grande conquistatore Gengis Khan riuscì a riunire sotto un unico Impero, andando poi alla conquista di gran parte dell'Asia Centrale, Russia, Cina, Persia, Medio Oriente ed Europa Orientale, dando vita, anche se per un periodo breve, al più grande impero di tutta la storia.
La carne e il latte sono la base dell’alimentazione dei Mongoli. Non a caso gli alimenti vengono divisi in due grandi categorie: alimenti grigi, cioè le carni, consumate preferibilmente durante l’inverno (si predilige carne di montone e pecora: grassa, saporita ed economica) e alimenti bianchi, derivati dal latte e consumati preferibilmente in estate. Gli alimenti bianchi (tsagaan ide) hanno una grande importanza anche nei cerimoniali di visita, essendo il bianco un colore di buon augurio e simbolo di rinnovamento. Il latte, però, non viene mai bevuto puro perché considerato malsano, ma è appunto usato nella produzione casearia (formaggi, burro, yoghurt). Gli alimenti bianchi provengono da animali a muso caldo (montoni e cavalli) e a muso freddo (capre, yak e cammelli).
Frutta e verdura, abbastanza rare, non fanno parte della dieta mongola, anche per le proibitive condizioni climatiche del Paese.
Il pesce è molto abbondante, ma non viene considerato adatto ad un popolo guerriero e quindi non viene consumato.
I Mongoli bevono tè s
alato e airag (bevanda alcolica, acidula e frizzantina, molto proteica, derivata da latte di cavalla, che pare abbia qualità medicinali: dà vigore, è antidepressiva, distrugge i germi patogeni nell’intestino e aiuta il metabolismo). Viene consumato dagli stessi lottatori prima della gara del Naadam. Bevono anche una vodka particolare, chiamata arkhi, un distillato di 10-12 gradi, insapore.
In Mongolia gli animali sono rispettati e a volte venerati. Infatti i gutul, gli stivali tradizionali con la punta rivolta verso l’alto, sono indossati per evitare di “ferire” la terra e calpestare i piccoli animali che la vivono. E’ tradizione nutrirsi di animali che muoiono per cause naturali. In alternativa, ad esempio per le pecore, si usa un’antica tecnica che evita inutili sofferenze: si pratica una sottile incisione sul costato e si comprime l’arteria del cuore, in pochi istanti l’animale muore, senza dolore e senza la minima perdita di sangue. Quindi si recita una preghiera rivolta allo spirito dell’animale. Degli animali i Mongoli utilizzano ogni parte, seccando la carne, facendo salsicce con le interiora e fabbricando grandi otri o calzature con le pelli.
In Mongolia sembra che il tempo si sia fermato perché le abitudini di questo popolo, anche dopo otto secoli, sono rimaste identiche.


Tra l'11 e il 13 luglio, giorni in cui risale l'anniversario della rivoluzione mongola, si festeggia il Festival Naadam, durante il quale si riuniscono tutti gli abitanti del paese cimentandosi in gare di tiro con l'arco, lotta e corsa dei cavalli. Altra importante festività è il Mese Bianco, che segna l'inizio del nuovo anno lunare: la popolazione si lascia andare a tre giorni di sfrenati festeggiamenti.


Huushuur - Ravioli fritti ripieni



300g. di carne mista di manzo tritata
sale
1/2 cipolla tritata (io ho messo uno scalogno)
1 spicchio di aglio
un pochino di acqua
Mescolare bene gli ingredienti e lasciare riposare mezzoretta.


250g. di farina
mezzo cucchiaino di sale
acqua q.b.
Impastare farina, sale e acqua fino ad ottenere un impasto sodo e lìscio. Tirare una sfoglia e con un coppapasta ricavare dei dischi di 8/10cm.di diametro. Mettere in ognuno un paio di cucciaini di composto, chiudere sigillando bene e premendo ai lati del ripieno in modo da far uscire tutta l'aria. Scaldare l'olio e friggere 3 o 4 ravioli per volta un paio di minuti da ogni lato.



Buuz - Ravioli al vapore

Seguono la stessa preparazione degli Huushuur, solo che vengono chiusi a fagottino, lasciando una piccola apertura in cima e vengono cotti al vapore per circa 20 minuti. Si mangiano con le mani.

Suutei Chai - Té salato alla mongola

1 litro di té nero (i nomadi ongoli generalmente usano scarti del té cinese),
500ml. di latte (meglio se di yak, ma andrà bene anche quello di mucca o di capra)
sale
Procedere come per un normale té, prima che l'acqua giunga a ebollizione aggiungere alcuni pizzichi di sale. Versare il latte e riportare a ebollizione a fuoco lento. Aggiungere alla fine una noce di burro fuso.


Queste ricette partecipano all'Abbecedario Culinario Mondiale
per la tappa in Mongolia ospitata da Alejandro. 

10 marzo 2009

Kela ka Rayta, Nimki, Royal Bengal Tiger Tea- India


Joan's "Culinary Tour Around the World" has arrived in India!

I would like to thank her for this great idea, we are travelling along so many countries we might never visit and have so lovely experiences reading each other blogs and learning so many things about foreign cultures and kitchens. Never forgetting her great effort to keep us all concentrated and united in aid of world famine through BloggerAid's big community.India is a very wide country and food vary from region to region.
Therefore Indian kitchen is very rich and it's an amazing result of so many different regional kitchens, each peculiar and delicious.
In the North, with a temperate climate, breeding rams is very popular and lamb is cooked slowly in oven. Going to the South, passing through Delhi and Punjab, we find richer food: they eat chicken too, and ghee is mostly used. Bread is preferred to rice. On East coast, around Bengal Bay, fish is largely used, for sea and numerous rivers all around. Hot and humid climate helps palm tree grow easily and coconut is so often used in recipes.
On West coast, in Gujarat, most people are vegetarian and they largely eat vegetables and cereals as well as in Tamil Nada, at the very South.
In Goa and Malabar humid and tropical climate allows to grow coconut, banana, date palm trees, and fish and crustanceans are numerous.
In South India the foodstar is rice and steamed food is the most favourite. Quite all dishes are traditionally very hot, much more than in Northern regions.
India counts several and different races and religions, very influent about food, with rules to be respected. Muslims and Jews don't eat pork, while for Hindus and Sikhs beef is forbidden. Quite most Hindus are strictly vegetarians, but many include fish and crustanceans in their diet because they are considered "harvest of the sea".
When you cook Indian recipes don't be afraid about how much spices or chili to put inside, be generous as you like, keep the recipe lighter if you like, or add some more ingredients if you need. As Indians say. it's your personal touch "Hath ki bat" that makes the difference!


I have a very nice book about Indian recipes, I've been reading it for a week but yet was so undecided what to cook. Eventually, I did something simple and suitable for my family, they are not so keen on spices. But I would not forget tea, as India is one of the major producer in the world and Darjeeling is considered the world's finest tea, and almost all of it is exported.






Kela ka Rayta


Basically, Rayatas are refreshing yoghurt drinks which accompany the main meal. Kela ka Rayata is also eaten as an accompanying dish, primarily in the vegetarian cuisine.
More recently, excellent refreshing drinks have originated from these yoghurts by adding ice cold mineral water.






You need:

10g. butter
1 tablespoon grated fresh coconut
200ml. yoghurt
half very ripe banana
half teaspoon fresh mint
3 tablespoon mineral water

Heat butter, roast coarsely grated flesh of coconut briefly and leave to cool. Put yoghurt, coconut flesh, banana and mint in the mixer and mix well. Pour the mixture into a long drink glass and fill up with ice cold mineral water. Mix well and serve immediately.
Kela ka Rayta is mainly served after or even during the meal.
For those who do not want to go to the trouble of opening a fresh coconut, coconut flakes or grated coconut may be substituted.

Recipe by Laura Conti


Nimki


A sort of crispy cracker, a sort of chip. Ideal for coktails, aperitifs, happy hours.

Terribly contagious...you won't be able to stop eating...one gets the other in your mouth!






You need:

125g. plain flour
15g. butter or ghee
60g. water
a large pinch of chili powder
a pinch of sugar
half teaspoon of onion seeds
(couldn't find them, put poppy seeds)
half teaspoon of salt
seed oil to fry


In a bowl mix flour, salt and butter with fingers making crumbles.
Add chili, sugar, onion seeds and water and knead. Roll out pastry at about 0,3cm. thickness (I used pastamachine of my kneader), prick on it with the tips of a fork, cut in stripes 2,5cm. large. Then cut diagonally to have lozenges. Fry them in hot oil for few minutes, strain well on kitchen paper.
Can be prepared 2/3 days in advance, just keep them in tin airtight boxes.



Royal Bengal Tiger Tea
Cognac Indian Tea



This tea is one of the reliefs of the Empire. It was created by British colonial officers in Darjeeling. The guard in the minute narrow gauge train, which has been running the route from the plateau of North Bengal into the lower heights of Himalayas since 1881, remebered the Sahibs who eked out the tea served in the salon coupé with cognac to taste. The higher the train built in Scotland climbed, the more cognac flowed into the tea. The fact that the outer rail of the train was laid higher than the inner one so that in the event of a derailment it would fall towards the mountain on a bend, did not seem to be of much comfort. The percentage of cognac in the tea increased at the same rate as the train climbed until they reached Darjeeling, the summer residence of the British Colonial Headquearters of Bengal.





You need:

1 teaspoon lemon juice
1 teaspoon sugar syrup
3 tablespoons cognac
ice cubes
strong black tea
a slice of lemon to garnish


Stir lemon juice, sugar syrup and cognac in a mixing glass. Pour the mixture into a large tumbler filled half full with ice and top up with ice cold tea. garnish with a slice of lemon and serve with a straw in the afternoon or evening.

Recipe by Laura Conti





Il "Tour Culinario Intorno al Mondo" di Joan è arrivato in India!
Vorrei tanto ringraziarla per questa grande idea, stiamo percorrendo così tanti paesi che difficilmente potrò mai visitare ed ogni volta è un'esperienza unica, apprendendo così tante cose su culture e cucine straniere anche solo leggendo i blogs dei partecipanti. E non dimentichiamo il suo grande impegno per tenere tutti noi concentrati e uniti a favore della fame nel mondo attraverso BloggerAid e la sua grande comunità.
L'India è un paese molto sconfinato e i cibi variano da uno stato all'altro. La sua cucina, assai ricca e variegata, è il risultato di diverse cucine regionali, ognuna con un proprio carattere ma tuttte ugualmente deliziose. Nel Nord, dove il clima temperato permette l'allevamento di montoni, l'agnello viene cotto nel forno, molto lentamente. Spostandosi verso sud, attraversando Delhi e il Punjab, l'alimentazione diventa molto più ricca: oltre all'agnello si consuma il pollo e per cucinare si usa principalmene il ghee (burro chiarificato). In queste regioni si preferisce il pane al riso. Sulla costa orientale, nella Baia del Bengala, grazie al mare a ai numerosi fiumi abbonda il pesce.
Il clima torrido e umido è favorevole alle palme da cocco e quindi il cocco compare spesso nelle ricette di quelle zone. Sulla costa occidentale, nel Gujarat, dove la popolazione è in maggioranza vegetariana, si fa un gran consumo di cereali e verdure, come pure nel Tamil Nadu, nell'estremo sud. Nel clima umido e tropicale del sud-ovest, a Goa e Malabar, crescono in abbondanza datteri, palme da cocco, banane e vi sono pesci e crostacei in abbondanza. Nell'India del Sud si prediligono il riso e i cibi cotti a vapore. I piatti sono piccantissimi per tradizione, molto più che al Nord.
Essendo un paese di svariate razze e religioni è proprio la religione a influenzare maggiormente l'alimentazione con rigide regole da rispettare. Per esempio, Musulmani ed Ebrei non mangiano carne di maiale, mentre per gli Indù e i Sikh è vietata la carne di manzo. Sebbene molti Indù siano vegetariani, molti includono nella loro dieta pesci e crostacei perchè li considerano "un raccolto del mare".Ho un bel libro di ricette indiane, che ho letto e riletto, ed ero veramente indecisa su cosa cucinare. Infine, ho fatto qualcosa di semplice e consono alla mia famiglia, i miei uomini non sono così appassionati di spezie come me. Non potevo dimenticare il tè, dato che l'India è uno dei principali produttori nel mondo e il Darjeeling è considerato il té più buono al mondo, ed è quasi tutto esportato.


Kela ka Rayta


I Rayatas sono drinks rinfrescanti a base di yogurt che accompagnano il pasto principale. Kela Rayata ka può essere anche un piatto di accompagnamento, soprattutto nella cucina vegetariana.
Recentemente, da questi yogurt freddo hanno avuto origine eccellenti bevande rinfrescanti con l'aggiunta di acqua minerale ghiacciata.

 Ingredienti:

10g. di burro
1 cucchiaio di cocco fresco grattugiato
200ml. yogurt
mezza banana molto matura
mezzo cucchiaino di menta fresca tritata
3 cucchiai di acqua minerale





Riscaldare il burro, arrostire la polpa del cocco grattugiato brevemente e lasciare raffreddare. Mettere lo yogurt, il cocco, la banana e la menta nel mixer e mescolare bene. Versare il composto in un bicchiere da long drink e allungare con acqua minerale fredda. Mescolare bene e servire immediatamente.
Il Kela ka Rayta è servito soprattutto dopo o anche durante il pasto.
Per coloro che non vogliono sprecare una noce di cocco fresco, si può benissimo usare cocco grattugiato o a scaglie già pronto.


Nimki


Cracker croccante o chip fragolosa? Ideale per coktails, aperitivi, happy hours.
Terribilmente contagiosa ... una tira l'altra...come le ciliegie, non si riesce a smettere di mangiarne!




Ingredienti:

125g. di farina
15g. di burro o di ghee
60g. di acqua
un grande pizzico di peperoncino in polvere
un pizzico di zucchero
mezzo cucchiaino di semi di cipolla
(se non si trova, mettere semi di papavero)
mezzo cucchiaino di sale
olio di semi per friggere

In una ciotola mescolare farina, sale e burro con le dita e sbriciolare.
Aggiungere peperoncino, zucchero, semi di cipolla e acqua e impastare. Stendere la pasta a circa 0,3 cm. di spessore (io ho usato la sfogliatrice), bucherellarla con le punte di una forchetta o l'apposito attrezzo, tagliare con la rotella a strisce di 2,5 cm. Poi tagliare in diagonale a rombi. Friggere in olio bollente per pochi minuti, asciugare su carta da cucina.
Possono essere preparate 2/3 giorni in anticipo, conservarle in scatole a chiusura ermetica.



Royal Bengal Tiger Tea
Tè indiano al cognac


Questo tè è uno dei ricordi dell' Impero Inglese. E 'stato infatti creato al tempo del colonialismo britannico nella regione di Darjeeling, residenza estiva per gli ufficiali e le loro famiglieper sopportare meglio il clima caldo e afoso di quella stagione.


Ingredienti:

1 cucchiaino di succo di limone
1 cucchiaino di sciroppo di zucchero
3 cucchiai di cognac
cubetti di ghiaccio
forte tè nero
una fetta di limone per guarnire

Mescolare il succo di limone, lo sciroppo di zucchero e il cognac. Versare il composto in un bicchiere alto (tumbler), riempito con ghiaccio e aggiungere il tè freddo. Guarnire con una fetta di limone e servire con una cannuccia nel pomeriggio o di sera.

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