Ieri sera a teatro...
Serata mozzafiato e da brivido anche dopo 30 anni dall'esordio del film!
PROFONDO ROSSO il musical
Suspance, emozioni, colpi di scena, tutti gli elementi del thriller mescolati alla musica di un altro specialista del brivido: Claudio Simonetti.
La riduzione teatrale è di Marco Daverio che ha riadattato la sceneggiatura trasportandola in una dimensione drammatica e surreale, con momenti fantastici arricchiti da scene spettacolari, costumi, effetti luce e balletti coreografati da Stefano Bontempi. Il tutto ispirato al teatro francese del Grand Guignol. La regia è di Marco Calindri.
Protagonista Michel Altieri, 29 anni, star del musical scoperto dal maestro Pavarotti, vincitore di numerosi premi internazionali tra cui il Massimini e il Theatre Award. Definito dalla critica talento multiforme tra prosa e musical già protagonista di Rent, Il ritratto di Dorian Gray e Promessi Sposi.
Al suo fianco Silvia Specchio, performer di musical come Giovanna d'Arco, La Febbre del sabato sera e Cantando sotto la pioggia. Ballerina e cantante di grande esperienza interpreterà il ruolo di Gianna che nel film originale era di Daria Nicolodi.
Entusiasmo da parte di Dario Argento che ha concesso i diritti per l’adattamento teatrale riservandosi una supervisione artistica. Un tributo ad un grande maestro italiano ricordato anche nel recente festival di Cannes e che vedrà l’uscita della sua nuova opera: il film “La terza madre” che chiude la trilogia iniziata con “Suspiria” ed “Inferno”.
“Ho sempre desiderato riportare all’attenzione del teatro il genere del Grand Guignol ” così ha spiegato Argento all’autore della riduzione teatrale.
“Profondo Rosso” si presta in modo particolare a questa operazione. Il film infatti contiene molti riferimenti al Grand Guignol: delitti raccapriccianti, la medium, il movente psicologico, il flash back, la decapitazione, il pupazzo che ride...
Il Teatro del Grand Guignol, ricavato da una chiesa sconsacrata e inizialmente adibito a spettacoli con marionette, fu fondato a fine ‘800 da Oscar Metenier e divenne in breve una delle attrazioni più viste nella Parigi degli anni ‘20. Nelle guide turistiche era indicata come la terza tappa in ordine di importanza dopo il Louvre e la Torre Eiffel. Gli spettacoli teatrali messi in scena al Grand Guignol possono considerarsi i precursori del cinema thriller e horror, con vicende misteriose, ricche di momenti cruenti e di suspance, spesso ispirate a fatti di cronaca nera realmente accaduti. In scena venivano usati trucchi straordinari per rappresentare davanti agli spettatori inorriditi i delitti più efferati: accoltellamenti, decapitazioni, ustioni, volti sfigurati col vetriolo... Le storie raccontavano di assassini psicopatici, maniaci sessuali, torbidi affari. Il successo fu enorme e durò sino agli anni ‘60 quando il Teatro del Grand Guignol chiuse i battenti a causa della concorrenza con le sale cinematografiche. Proprio al cinema dell'orrore si imputa la responsabilità per la chiusura del teatro. Eppure tra le sue opere rappresentate ci furono riduzioni teatrali di grandi film horror e thrilling.
L'idea di trasformare "Profondo Rosso" in un moderno classico del Grand Guignol vuole ripercorrere questa strada . Già nel 1925 Andrè de Lorde aveva adattato il film "Il gabinetto del dottor Caligari" diretto nel 1919 da Robert Wiene, un capolavoro dell'espressionismo tedesco. L'allestimento fu un grande successo e divenne un classico del Grand Guignol tornando in cartellone stagione dopo stagione fino al 1950. Gli spettatori erano così spaventati che i malori e gli svenimenti erano frequentissimi, obbligando il direttore del teatro a ricorrere alla presenza fissa di un medico tra il pubblico (probabile precursore del nostro medico di sala).
Un altro elemento fondamentale del film di Dario Argento è la musica che tanto ha contribuito al successo della pellicola. Composta in parte da Gaslini e in parte dai Goblin di cui faceva parte il maestro Claudio Simonetti. Un momento esemplare di perfetta simbiosi tra immagine e colonna sonora. E’ impossibile ancora oggi separare il film Profondo Rosso dal celebre motivo che lo accompagna. Per questo la trasposizione teatrale non poteva prescindere dalla musica. Da qui l’idea di farne un musical usando sia i motivi più celebri della colonna sonora originale sia musica composta per l’occasione sempre da Claudio Simonetti.
Il cinema horror e di suspance ha decretato la fine del Grand Guignol; un thriller cinematografico trasposto in scena potrebbe ora ridargli vita.
Il cerchio si chiude.
“Profondo Rosso il musical” si presenta come uno dei lavori più curiosi ed interessanti di questa nuova stagione teatrale, ha debuttato il 7 ottobre al Teatro Coccia di Novara e toccherà i principali teatri italiani.
Due ore e mezzo di spettacolo con un breve intervallo che ci hanno saputo far rivivere il fascino misterioso e diabolico del film di Dario Argento.
Musica molto coinvolgente, arrangiamenti estrosi e divertenti, come il Minuetto e il Tip Tap, che ammorbidiscono un pò la scena, tutta nera "argentante" e grondante di spiriti delle tenebre.
Unica nota dolente: la canzone romantica di Silvia, nel secondo tempo, che secondo me un pò stonava nel quadro così drammatico e surreale, sembrava uscita da un film di Walt Disney, mi è venuta subito in mente Belle e la Sirenetta.
A me è piaciuto, ma la critica sull'Arena non è stata molto entusiasta:
Impresa ardua tradurre in musical un giallo-horror
"Profondo rosso" non ha la potenza del film
di Simone Azzoni
Difficile inquadrare questo Profondo rosso. C’era attesa per lo spettacolo, c’era "l’autorizzazione a procedere" arrivata nientedimeno che dal maestro che firmò la regia nel '75. Non vorremmo che il nodo fosse proprio il placet di Dario Argento ad una operazione che, assieme alla recentissima biografia, ai fiumi di interviste e al film La terza madre nelle sale in questi giorni, contribuisce di fatto al rilancio mediatico del regista. Data per scontata l’ovvia difficoltà del confronto con il modello, essa diventa fatica se il genere scelto per tradurre un giallo-horror è il musical. Detto questo, sarebbe utile fare delle scelte: cosa sottolineare del film? le atmosfere? il mistero mistico-psichico? i turbamenti dell’inconscio? lo splatter sanguinolento? La drammaturgia del film è sicuramente pretesto e le modifiche del regista Marco Calindri vanno probabilmente nella direzione della loro rappresantibilità. Niente decapitazione finale del colpevole, niente omicidio del professore e soprattutto niente morte del povero Carlo, amico del detective e figlio dell’assassina. Il film è noto alla platea: cosa poteva aggiungere allora il musical? Gli stacchi dei balletti (con bautte simili a quelle del carnevale veneziano) o i monologhi di Michel Altieri e Silvia Specchio se presi come serie riflessioni sul tema della maschera e dell’assassinio sviliscono attori e autori. Il rosso del titolo si stempera poi in soluzioni scenografiche che puntano sullo specchio o sul rapporto proscenio-sfondo senza però isolare nei due luoghi uno specifico preciso (conscio ed inconscio). Ci resta l’omaggio ad Argento e la voglia di rivedere un film dove anche ciò che è datato trova sostegno nella coerenza.