Ve lo devo proprio dire? Non sono per niente gran belle giornate per me, queste. C'entra un po' il clima delle feste, ma c'entrano soprattutto certe cose mie, che non sto qui ad elencarvi per eludere almeno in questa sede il tedio generale.
Sono smodatamente stanco di mediocrità, minchia! Stanco di cose grevi, asfissianti. La si sente pure nell'aria questa stanchezza. Si arriva ad un punto in cui, pur rendendosi conto che non ha senso, che tanto i problemi ci sono e vanno affrontati, tuttavia viene da sbottare: «...Ma basta, per la strafava del sacro cipponico impero! Vaffanculo allo spread, al bund, al mib, a Studio Aperto e al cazzincul, che la puttana boia se li porti tutti!!!...».
Però ormai l'ho imparato, anche nei periodi più asfittici e mediocri, capitano lampi di luce che irradiano di purezza la nostra anima, lasciandoci lì nello stupore a non pensare a nulla, se non a quell'attimo di fulgore estatico.
Tornando a casa lemme lemme sulla mia inutilitaria targata 313GT (Gattopoli, la provincia di Gillipixiland), mi sono reso conto di essere ancora capace di stupirmi per una canzone. E poi, una volta acceso il computer, ho riprovato la gioia di ricevere un saluto, con tanto di suoi delicati buffetti, dalla cara amica Scodinzola, che non sentivo da un sacco di tempo.
Mi hai dato una gioia oggi, Scodi, sappilo. Per un attimo mi è parso di essere dentro un quadro di Salvador Dalì e c'era un signore con la pipa che fumava seduto vicino. Chissà come mai...