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Visualizzazione dei post con l'etichetta salutiamoci

harira, la zuppa marocchina che riconcilia con il mondo

Ogni tanto in questo periodo, un po' più spesso del solito, l'essere ed io usciamo a cena. Cerchiamo a nostro modo di osservare in modo serio la cautela da tutti raccomandata ma anche di sostenere la buona volontà dei ristoratori che stanno cercando di non soccombere rimanendo aperti. A me danno l'impressione che si tratti non solo di coraggio imprenditoriale ma soprattutto di solide certezze in merito alle proprie abitudini in tema di sicurezza alimentare e di scrupoloso rispetto di tutte le recenti indicazioni aggiuntive. Sono diversi, dunque, i locali dove ceniamo con grande serenità. L'altra sera era  hina-matsuri , festa durante la quale in Giappone si prega per la salute, la bellezza e la crescita gioiosa delle bambine ed il ristorante Shiro l'ha celebrato proponendo uno speciale chirashi dai delicati colori primaverili. Da lunedì a giovedì prossimi, invece, il ristorante Finger's Garden propone un percorso gastronomico alla scoperta di tonnetto, p...

curry di ceci e zucca: la semplice complessità dell'animo umano

Oggi si va di curry (*), a cercare spontaneamente lo speziato, novembrino conforto che possono darti ceci e zucca declinati genericamente all'orientale. Tra indiano e thai se proprio vogliamo trovare delle assonanze più geografiche.  E oggi si va di vegetariano. Non so bene perchè ma ultimamente mi prende spesso, un po' così, una sorta di semplicità dell'istinto. Riflettevo ieri insieme ad un'amica giapponese di quanto ci si faccia condizionare l'umore dal tempo meteorologico, a suo dire molto più in Italia che in Giappone. Io in verità mi sento abbastanza immune dalla meteoropatia (sarò un po' giapponese inside?), però sono piuttosto sensibile agli stati d'animo di chi mi sta attorno, anche se si tratta solo di incontri professionali o superficiali. Sintonia più con gli esseri umani che con la natura? Questo sarebbe da parte mia davvero molto poco giapponese! Tornando al punto: ad ispirarsi maggiormente al clima nel mio caso è il lato "cucinifero...

la mancata definizione di una zuppa di biete un po' giapponese

Non si tratta di una zuppa chiara, di quelle con il brodo trasparente come si usa in Giappone. Ma non è nemmeno una tipica zuppa occidentale, nonostante il procedimento lo possa far pensare, perchè non contempla pane ne' altro "addensante" e perchè gli ingredienti sono in parte nipponici. Inoltre un Giapponese non la cucinerebbe mai così, quindi non è neppure yoshoku. Ma a me questo piatto dai sapori ibridi è piaciuto tanto, soprattutto oggi in cui avevo bisogno di una pietanza unica, calda, saporita e possibilmente leggera. I grassi e l'indice glicemico totali sono bassissimi, a voler ben guardare, quindi si può pure considerare una ricetta "light", di cui non trovo alla fine una definizione perfettamente calzante: "fusion" mi piace davvero poco, ora che è diventato un aggettivo per contaminazioni commerciali senza grande qualità. Ma la minestra era buonissima e io avevo famissima e me ne sono scofanata l'intera pentola tutta da sola, al...

un tuffo nello Hunan cinese per una ricetta di noodle dalla memoria occidentale

Rimanendo in tema di noodle asiatici, questa volta al posto degli spaghetti di riso  racconto di una pasta decisamente cinese, i "silk noodles" tagliatelle di amido di patate dolci del lago Tianding (o Donting, o Tungting). Il bacino si trova nella provincia dello Hunan, che da esso prende  nome:  hu (lago) nan (sud), "a sud del lago". Si tratta di una provincia dalla cucina grandiosa, una delle otto grandi tradizioni culinarie che caratterizzano la gastronomia cinese. Qui da noi è ancora poco conosciuta: i  primi ristoranti cinesi apparsi in Italia una cinquantina di anni fa proponevano quasi solo cucina cantonese, spesso adattata in modo acritico ai gusti occidentali. Solo di recente hanno cominciato a prendere piede anche da noi locali  più attenti alla cucina regionale autentica. Una delle più diffuse attualmente è quella diretta e speziata del Sichuan, a cui la gastronomia dello Hunan in parte somiglia per l'uso di peperoncino, in parte si discosta ...

la qualità dei contenuti: zuppa di taro yoshoku

Sono momentaneamente orfana di macchina fotografica, uno dei tanti piccoli guai con cui è iniziato questo nuovo anno. In attesa che il destino si decida prima o poi a sorridermi (spero!), continuo a cucinare. Anche se, dato il periodo, si tratta per la maggior parte di piatti molto semplici e di scarso interesse per il blog, per cui alla fine, se decido di pubblicare lo stesso, basta uno scatto veloce con il cellulare. Anche la zuppa di oggi appartiene alla categoria "piatti del caso", creato da quello che c'era senza un grande pensiero dietro, quindi senza una valenza tale da finire in rete con convinzione. Almeno per come concepisco io la pubblicazione di una ricetta. Poi vedo su facebook far faville un passato di zucca o un riciclo di panettone a strati con panna montata, per non parlare di altri social dove non serve nemmeno una ricetta perchè basta una foto, e mi viene il dubbio di essere io quella sfasata e non tutto questo pubblico osannante. Se mi fermo a pe...

quella volta che tenni un corso di cucina giapponese...

No, il titolo esatto di questo post dovrebbe essere: quella volta che pensavo di tenere un corso di cucina giapponese ma, invece di insegnare ad altri, imparai io qualcosa di me stessa. A differenza di numerose altre occasioni precedenti in cui mi era capitato di parlare in pubblico della cucina giapponese, questa volta non si trattava trattato di sola teoria: alle informazioni di tipo culturale avevo affiancato una dimostrazione pratica di cucina. Ovviamente casalinga, perchè quello è il mio livello! Ecco come il katei ryori , la cucina domestica, è diventato argomento di discussione e modalità di condivisione ad un incontro tra appassionati e curiosi di Giappone: lì abbiamo sottolineato le differenze tra i piatti di casa e le arti culinarie degli chef professionisti dei ristoranti, lì ho evitato di nominare il sushi se non per raccontare quanta esperienza serva per avvicinarcisi in modo corretto, e sempre lì spero che i partecipanti abbiano fatto proprie alcune basi tecniche, ...

l'umami dell'umani: patate dolci stufate alla giapponese

Ultimi giorni di preparazione, mentale e pratica, prima dell'incontro di cucina giapponese del 26 novembre a Casa Cortella , dove si chiacchiererà del rapporto del cibo giapponese con le stagioni e di tutto quanto fa "cultura della tavola" nel paese del Sol levante. Tra le varie cose impareremo quel paio di basi fondamentali come cuocere il riso bianco e preparare il brodo dashi, senza i quali in Giappone praticamente un pasto non può dirsi tale. Oggi, in attesa di assaggiare alcuni fantastici utilizzi del brodo dashi appena fatto, racconto invece una ricetta classicissima che utilizza il brodo avanzato. La uma-ni è infatti una tipica stufatura casalinga che ha la caratteristica di conferire un intenso sapore umami alle pietanze e di esaltare la naturale dolcezza di ogni ingrediente, sottolineata non solo da zucchero e mirin (vino dolce di riso, usato solo in cucina) ma esaltata per contrasto da, appunto, dashi e salsa di soia. In questo caso l'ingrediente p...

ekiben alla croata per il Summer Box di Dole

Periodo di spostamenti, chi per vacanza chi per necessità. E se i viaggi sono lunghi uno snack fresco e salutare può essere molto utile. Ci ha pensato Dole , che mi chiede di inventarmi una Summer Box di "cibo da viaggio" con la sua meravigliosa frutta. La prima cosa in assoluto che mi viene in mente sono gli ekiben giapponesi, ovvero quei bento (schiscette) con specialità stagionali della zona che vengono venduti in ogni stazione ferroviaria nipponica. da consumare durante il viaggio in treno. Ovviamente hanno lo scopo, oltre che di ristorare i viaggiatori, di diffondere in tutto il Paese la conoscenza delle specialità gastronomiche locali.  Qui, ad esempio, l' ekiben  della stazione di Kobuchizawa, nella prefettura di Yamanashi, che pur non affacciandosi sul mare è la patria dell' awabi , l'abalone, tradizionalmente conservato nella soia (...un po' come nel nostro Piemonte, senza mare, dove molti piatti contemplano le acciughe sotto sale!)....

il riso glutinoso e la sua cottura

Nella ricetta per la  MysTery Cloche  di questo MTC userò riso glutinoso. Il perché ed il per-come della scelta saranno chiari nel post di domani 9 giugno, la data in cui tutti i partecipanti pubblicheranno la propria ricetta, ma il riso glutinoso è un ingrediente poco conosciuto da noi e necessita di una cottura specifica per dare il meglio... così, invece di allungare all'infinito il post per l'MTC con tutta la spiega della preparazione del riso, ho deciso di dedicargli a parte un post ad hoc! Tanto oramai il trend del riso, non so se si nota, ultimamente ha decisamente preso il sopravvento nel blog. Non si tratta di un'anticipazione ma di un semplice articolo tecnico, che avrei potuto/dovuto pubblicare sul blog tempo fa e che tratta semplicemente delle tecniche ottimali per ottenere un riso gustoso e perfettamente "agglutinato", pronto per ogni sua variante di utilizzazione. Di cui qui do pure un esempio di impiego completamente differente da quello che sa...

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!