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pranzo giapponese parte 3: il riso e la regola dei 5 colori

 Rispetto al menù giapponese di cui avevo cominciato a parlare qui  e che avevo continuato a descrivere  qui , sospendo un attimo la pubblicazione delle ricette dei vari piattini e mi concentro un momento sul riso, che di solito in Giappone viene servito semplice, a supporto del pranzo come per noi il pane, ma che in questo caso si veste riccamente, modificando un pochino il proprio ruolo. Ho parlato spesso dell'importanza del numero 5 nella cucina giapponese tradizionale, dunque in questo caso non sorprenderà che, per accogliere ospiti molto importanti, il mio riso si mostri con 5 colori, in specifico il goshoku , 五色, l'insieme dei colori base che devono essere tutti presenti per garantire l'armonia visiva di un pasto e/o, come in questo caso, di un singolo piatto: blu (compreso il verde), rosso, giallo (compreso l'arancione), bianco e nero. Si parte dal riso bianco, che una volta cotto si chiama gohan, ご飯, e ci si adagiano sopra gli altri ingredienti lascandone un pez

tutto è relativo: pranzo giapponese di primavera, estate e insieme autunno - parte 1

Qualche settimana fa mi hanno fatto visita amici che si recheranno per la prima volta in Giappone tra un paio di mesi e volevano un assaggio di ciò cui vanno incontro. Immaginando che avranno al loro arrivo sufficiente esperienza diretta di street food, ramen e sushi, come non accoglierli a tavola con un Nihon no jikasei no chūshoku (日本の自家製の昼食), un pranzo casalingo giapponese, più difficile da sperimentare direttamente in Giappone se non si hanno amici locali che ti invitano da loro? Ho organizzato dunque un classico ichijū sansai (一汁三菜), pasto nipponico tradizionale, il cui nome letteralmente significa “una zuppa e tre contorni” ma che si compone sempre di cinque elementi fissi: una ciotola di riso, una zuppa, una proteina, una (o più) verdure e uno tsukemono (漬物, verdurina conservata). Trattandosi però di un'occasione speciale ho agito all'occidentale: oltre ad apparecchiare anche con dettagli non giapponesi, invece di aumentare i piatti presenti nello  ichijū sansai  l

regali di Natale gastronomici: spread di gingerbread e confettura di vin brûlé

Da anni in famiglia abbiamo concordato che per Natale ci si regali reciprocamente solo (o quasi) prodotti realizzati da noi e, a parte qualche piccola deviazione tra uncinetto e bricolage, i miei per i vari rivoli della mia famiglia sono quasi unicamente gastronomici.  Qui nel blog ho pubblicato raramente le ricette dei miei "doni alimentari": negli anni vari biscottini della tradizione svizzera (come  Spitzbuben ,  Gipfeli e Brunsli ), una versione di  Bayleys casalingo  e anche un salume stagionato in casa detto "filozino", di cui avevo riportato la ricetta  qui . Poiché non posso certo considerarmi un punto di riferimento per chi cerca idee PRIMA di Natale ecco che pubblico oggi, serenamente fuori tempo massimo, un paio di ricette golose, perfette entrambe per completare sfizi sia dolci che salati e talmente natalizie che dovrò ricordarmi di citarle il prossimo dicembre, dato che nessuno, credo, si avventurerà a prenderne ispirazione fuori dal periodo delle fest

omaggi napoletani: totani ripieni di scarola

Abbandono per un momento i miei temi ucraini ed orientali per infilarmi nel ginepraio di un pranzo di compleanno dedicato ad un'ospite napoletana. Per il quale ho saccheggiato (ovviamente...)  le ricette che lei stessa mi aveva insegnato, da cui ho colto spunti per ripresentargliele in un omaggio di tutto cuore ed un poco personalizzato. Il piatto per cui si è più meravigliata è quello di totani ripieni di scarola, in verità un incrocio tra la sua ricetta della pizza di scarole  della Vigilia e quella, sempre sua, dei  calamari 'mbuttunati , che lei cuoce in rosso mentre ho scoperto non essere prassi comune napoletana, bensì più cilentana. Dovrò tornare in loco per verificare questi dettagli! Che poi io qui nel mio "omaggio incrociato" abbia poi usato totani e non calamari, datterini al posto dei pomodorini del piennolo (oggettivamente irreperibili qui, ia'. ..) e pure mandorle invece dei pinoli non sono che minuzie, in fondo... TOTANI... 'MBUTTUNATI DI SCAROL

Chiacchiere tra amiche e polpette di tacchino vagamente thai

Offro un aperitivo in casa ad un'amica gluten free che ama "i profumi asiatici" ma non la salsa di soia. Mi piace preparare stuzzichini diversi, da servire con un cocktail leggermente alcolico e un'apparecchiatura rilassata, sul tavolino davanti al divano. Tra le varie cosine a disposizione mi ha detto di aver apprezzato tutto ma che ho guadagnato mille punti come cuoca con le polpettine di ispirazione thai. Come non ringraziarla regalandole la ricetta? Per la verità avevo previsto di intingerle in un'altra salsa che ho servito a parte, ma la maionese al cocco e lime che avevo preparato per i gamberi alla menta è stato il suo dip preferito e lo ha usato per tutta la serata e con tutti gli snack... dunque sono queste due le ricette che pubblico oggi, in modo che lei possa le replicare quando vuole! POLPETTE DI TACCHINO VAGAMENTE TAILANDESI ingredienti per circa 25 pezzi: 300 g di polpa di tacchino tritata 1 uovo 1 cipolla 1 spicchio di aglio 1 pezzo di zenzero gran

pranzo giapponese: ravioli di coniglio e asparagi brasati

Nei giorni scorsi ho cucinato una cena giapponese a domicilio per ospiti molto curiosi, che in omaggio ai padroni di casa hanno portato una grandiosa cesta di frutta e verdura. Del menu parlerò nei prossimi post, qui volevo raccontare che cosa è successo al meraviglioso mazzo di asparagi che mi è arrivato in dono, insieme ad altre delizie vegetali, come parte della suddivisione di quella cesta. Dalla serata ho ereditato anche un coniglio nostrano, da cui ho messo da parte un po' di polpa prima di cucinare il resto a' stimpirata , come faccio spesso quando ho voglia di Sicilia. E' proprio con questo pezzetto di coniglio e con gli asparagi del cesto che ho preparato il pranzo di oggi, ovviamente primaverile perchè siamo a maggio, anche se dal cielo non si direbbe, e ovviamente giapponese come da mood del periodo: 兎の 餃子 , usagi no gyoza , ravioli di coniglio, (ricetta washoku , ovvero ibrida, perchè coniglio e farro non sono molto usati in Giappone) アスパラガス の 煮物, asuparagasu n

la pungenza gentile dello tsvikli, ricetta ucraina di barbabietole e rafano

Speravo di arrivare prima di Pasqua ma il Giappone mi ha rapito e non ce l'ho fatta. Pazienza, la ricetta è ottima anche per qualsiasi altro pranzo, ma soprattutto... la Pasqua ucraina si celebra domenica prossima! Come si diceva nello scorso post  in cui parlavo dello hrudka , il "formaggio di uova", lo  tsvikli  è una salsa/insalata di accompagnamento ucraina particolarmente festiva che si usa a fianco di molti piatti, compreso il curioso antipasto di cui dicevo.  Come molte ricette del Rus di Kiyv , anche questa salsa è presente nella tradizione gastronomica di altri "Paesi dell'Est": si chiama Ćwikła in Polonia, hron (ovvero "rafano") in Russia, chrain presso gli Ebrei Askenaziti.  In Ucraina oltre che tsvikli  ( цвіклі)  è detto anche  buriachok  (бурячок) che significa semplicemente "barbabietola", ed entrambi i termini definiscono questa mistura che di base mescola barbabietola lessata e rafano fresco grattugiati (in Ucraina) o

lo hrudka, il "formaggio di uova" della Pasqua ucraina

Mi piace, una volta tanto, muovermi in anticipo: comincio a parlare della Pasqua ucraina prima, perchè entro il 16 aprile, quando cade della Pasqua ortodossa, ho modo di pubblicare un po' di ricette tradizionali, magari utili se qualcuno fosse interessato quest'anno a celebrare la propria Pasqua con qualche piatto di  tradizione ucraina, per sentirsi più vicino al quel popolo martoriato. Inizio dallo hrudka , pronuncia "hurutca", detto anche "Formaggio di Pasqua": è un piatto della Pasqua Ortodossa che si dice sia nato proprio in Ucraina, anche se è molto diffuso per la stessa occasione in  Slovacchia e si trova anche in alcune zone di Polonia, Russia e Ungheria. I nomi nelle altre lingue sono  cirak, sirok, sirecz  e in comune hanno curiosamente tutti il suono simile a syr , che in ucraino significa formaggio. Questo originale prodotto, che alcuni preferiscono dolce ma in Ucraina è prevalentemente salato, si mette nel "Cesto di Pasqua" insieme ad

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!