Un piccolo intervallo nella sequenza delle "ricette normali" di questa estività un po' pigra, blandamente punteggiata da un paio di apparizioni marcopoliane ma sostanzialmente domestica. Un andamento lento che nemmeno il rientro al ritmo attivo del lavoro riesce ad accelerare. Forse devo cercare delle assonanze differenti che risveglino motivazioni efficaci. Ritrovarmi, meglio. Mi serve il Giappone, ovviamente. Una piccola ma potente scarica, come quelle emozioni che senti dentro quando ritrovi d'improvviso un profumo primordiale, un sapore dell'infanzia, un'atmosfera déjà vu. Chissà come mai questo potere di rassicurazione per me lo hanno le pietanze giapponesi. Razionalmente non me lo spiego, è' come se al mio cuore "sapessero di casa". Una bontà lieve, archetipica, avvolgente, tiepida di coccole. Consolatoria. Una carezza. La ricetta che segue è semplicissima e molto veloce (la fase di pressatura iniziale può essere sostituita da una ene
Amo storia e geografia del cibo, tra le altre cose. Così viaggio attraverso il mondo e dentro me stessa. Assaggiare mi fa sapere con cuore e palato, ancora prima di capire con la testa.