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16 gennaio 2009
Un paio di conti
Da leggere l'ultimo articolo di Mastroviti dal titolo Parole in libertà.
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20 marzo 2007
Darfur
Un servizio della BBC sul Darfur riporta alcune testimonianze di schiavi; si, avete letto bene, schiavi. SCHIAVI.
Ve lo ripeto? Schiavi.
hat tip: danzasull'acqua
Ve lo ripeto? Schiavi.
hat tip: danzasull'acqua
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22 dicembre 2006
Onu
Sul blog di mastroviti una buona sintesi del mandato di Kofi Annan all'Onu.
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04 dicembre 2006
Una vergogna per tutti
Sul blog di Alessandro Santini leggo una notizia oscena e indecente:
"Il governo Olandese insignisce di un riconoscimento i membri di DUTCHBAT, il battaglione olandese che nel Luglio 1995 - portando le insegne ed il casco blu dell'ONU - permise senza colpo ferire agli irregolari serbi di entrare nell'enclave protetta di Srebrenica, rastrellare tra i rifugiati bosniaci tutti i maschi dai ragazzini in su, circa 8.000, e massacrarli." continua su tarpaulin.
"Il governo Olandese insignisce di un riconoscimento i membri di DUTCHBAT, il battaglione olandese che nel Luglio 1995 - portando le insegne ed il casco blu dell'ONU - permise senza colpo ferire agli irregolari serbi di entrare nell'enclave protetta di Srebrenica, rastrellare tra i rifugiati bosniaci tutti i maschi dai ragazzini in su, circa 8.000, e massacrarli." continua su tarpaulin.
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10 ottobre 2006
Darfur
Ancora una richiesta dell'Onu al governo sudanese:
The United Nations Office of the High Commissioner for Human Rights (OHCHR) is urging the Government of Sudan to order an independent investigation into recent militia attacks that may have left hundreds of civilians dead in South Darfur.
continua qui e c'è anche il rapporto in formato .doc
(ovviamente si continua a crepare nel Darfur e nel più totale oblio)
Hat tip: savetherabbit
The United Nations Office of the High Commissioner for Human Rights (OHCHR) is urging the Government of Sudan to order an independent investigation into recent militia attacks that may have left hundreds of civilians dead in South Darfur.
continua qui e c'è anche il rapporto in formato .doc
(ovviamente si continua a crepare nel Darfur e nel più totale oblio)
Hat tip: savetherabbit
05 ottobre 2006
Consiglio di Sicurezza dell'Onu
L'Italia dal 1 gennaio del 2007 diventa per due anni membro del consiglio di sicurezza dell'Onu. Dal blog italiano per il Darfur.
03 ottobre 2006
Il nuovo segretario dell'onu
A quanto pare il nuovo segretario dell'Onu sarà un coreano, Ban Ki Mon, della Corea del Sud. Ha ottenuto quattordici voti su quindici. A farne un ritratto è Gianni Vernetti, sottosegretario agli esteri, che ne parla sul suo blog.
30 settembre 2006
Successore di Annan, nuovo test sui candidati
dal Corriere canadese
NEW YORK - Con gli Stati Uniti che premono per accelerare una decisione, il Consiglio di Sicurezza si è riunito ieri alle 16.30 ( le 22.30 in Italia) per un nuovo voto test sui candidati alla successione del segretario generale dell'Onu Kofi Annan, il cui mandato scade a fine dicembre. Si sono fatti avanti finora sei uomini, tutti espressi da Paesi asiatici, e una donna, la presidente lettone Vaira Vike-Freiberga. Finora il primatista delle preferenze espresse in due precedenti votazioni di prova è stato il ministro degli Esteri sudcoreano Ban Ki Moon. «Siamo arrivati al punto in cui dovremmo prendere una decisione», ha detto l'ambasciatore americano John Bolton. Si vota con le stesse procedure delle altre due volte, a scrutinio segreto e esprimendo, ciascun Paese, incoraggiamenti o scoraggiamenti nei confronti dei vari candidati. I Quindici potranno anche decidere di pronunciarsi "senza opinione". In questa fase il voto dei cinque membri che avranno modo di utilizzare il loro diritto di veto nella fase conclusiva della raccomandazione su un candidato all'Assemblea Generale per la ratifica, saranno indiferenziati. Si voterà di nuovo lunedì prossimo. Sono in gara anche l'ex ministro delle Finanze afghano Ashraf Ghani e il sottosegretario generale per l'Informazione Shashi Taroor.
NEW YORK - Con gli Stati Uniti che premono per accelerare una decisione, il Consiglio di Sicurezza si è riunito ieri alle 16.30 ( le 22.30 in Italia) per un nuovo voto test sui candidati alla successione del segretario generale dell'Onu Kofi Annan, il cui mandato scade a fine dicembre. Si sono fatti avanti finora sei uomini, tutti espressi da Paesi asiatici, e una donna, la presidente lettone Vaira Vike-Freiberga. Finora il primatista delle preferenze espresse in due precedenti votazioni di prova è stato il ministro degli Esteri sudcoreano Ban Ki Moon. «Siamo arrivati al punto in cui dovremmo prendere una decisione», ha detto l'ambasciatore americano John Bolton. Si vota con le stesse procedure delle altre due volte, a scrutinio segreto e esprimendo, ciascun Paese, incoraggiamenti o scoraggiamenti nei confronti dei vari candidati. I Quindici potranno anche decidere di pronunciarsi "senza opinione". In questa fase il voto dei cinque membri che avranno modo di utilizzare il loro diritto di veto nella fase conclusiva della raccomandazione su un candidato all'Assemblea Generale per la ratifica, saranno indiferenziati. Si voterà di nuovo lunedì prossimo. Sono in gara anche l'ex ministro delle Finanze afghano Ashraf Ghani e il sottosegretario generale per l'Informazione Shashi Taroor.
28 settembre 2006
Darfur/5
Dal Corriere:
Se è l'Africa che chiama di Franco Venturini:
"C'è l'Iraq, c'è l'Afghanistan, ci sono il Libano e i palestinesi, c'è l'Iran, può forse esserci anche il Darfur? La novità è che una risposta positiva, malgrado lo sfinimento per superlavoro della comunità internazionale, sta guadagnando terreno. Da Condi Rice a Kofi Annan e ai governi europei, tutti avvertono che il tempo stringe e che bisogna «fare qualcosa» per fermare i massacri nelle regioni occidentali del Sudan. E così i riflettori occidentali tornano timidamente ad accendersi sull'Africa, sulle sue tragedie silenziose, sui suoi genocidi trascurati, sui suoi orrori rimossi." Continua sul sito del Corriere
Se è l'Africa che chiama di Franco Venturini:
"C'è l'Iraq, c'è l'Afghanistan, ci sono il Libano e i palestinesi, c'è l'Iran, può forse esserci anche il Darfur? La novità è che una risposta positiva, malgrado lo sfinimento per superlavoro della comunità internazionale, sta guadagnando terreno. Da Condi Rice a Kofi Annan e ai governi europei, tutti avvertono che il tempo stringe e che bisogna «fare qualcosa» per fermare i massacri nelle regioni occidentali del Sudan. E così i riflettori occidentali tornano timidamente ad accendersi sull'Africa, sulle sue tragedie silenziose, sui suoi genocidi trascurati, sui suoi orrori rimossi." Continua sul sito del Corriere
27 settembre 2006
Unfil
Un articolo del New York Times mostra tutte le debolezze, i problemi e le ambiguità della missione dell'Onu. (del resto, finché Kofi Annan ne resta il segretario...).
25 settembre 2006
darfur/3
Dal Corriere della Sera un altro resoconto dal Darfur. Vi ripropongo l'articolo In Darfur prosegue il massacro di Massimo A. Alberizzi perchè penso che certe notizie sia meglio farle circolare il più possibile.
"L’ultimo attacco è stato lanciato venerdì. Aerei dell’esercito sudanese hanno bombardato villaggi nel nord Darfur, poi sono arrivati i janjaweed, i miliziani arabi a cavallo o a dorso di cammello per completare, come al solito, il lavoro: ammazzare gli uomini sopravvissuti, violentare le donne, insultarle e schermirle umiliandole (“ora hai in grembo un figlio arabo”), rapire i bambini per trasformarli in schiavi, portar via le mandrie e saccheggiare il saccheggiabile."
SCORRERIE QUOTIDIANE - Ma forse, nel momento in cui leggete, quella di venerdì è diventata la penultima incursione. Infatti le scorrerie dei miliziani arabi contro le popolazioni civili di origine africana che abitano le regioni occidentali del Sudan si ripetono ormai quotidianamente. “Non c’è più tempo! Il governo di Khartoum deve accettare un contingente di pace dei caschi blu per fermare il genocidio”, ha ammonito il segretario di Stato americano, Condoleeza Rice, venerdì, a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, durante un incontro tra 25 paesi e l’Unione Europea.
ANNAN E LA RICE - Sabato le ha fatto eco il segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan che, in un editoriale pubblicato da un giornale francese, ha lanciato un appello al Sudan perché sia ragionevole: “Condanno l’escalation che sta prendendo il conflitto in Darfur – ha scritto il capo dell’Onu –. E’ una vergogna per tutta l’Africa”, ha aggiunto. Mentre la Rice ha ribadito la posizione americana: “Se Khartoum continuerà a impedire l’accesso in Darfur, occorrerà pensare a un’azione unilaterale”.
Il Consiglio di Sicurezza a fine agosto ha deciso l’invio nella martoriata regione sudanese di una forza di pace di 17 mila uomini e 3000 poliziotti, per sostituire l’attuale missione dell’Unione Africana, che conta 7200 soldati male armati e male organizzati. Grazie alla Cina e alla Russia, che minacciavano di porre il veto, però è stato aggiunto un codicillo: la missione si farà solo se sarà accettata dal governo di Khartoum. Un’assurdità visto che quel governo è considerato il mandante (e talvolta con i bombardamenti aerei, anche l’esecutore materiale) del massacri e delle grossolane violazioni dei diritti umani in quell’area.
PACE VIOLATA - Ad Abuja in maggio è stato siglato un trattato di pace, accettato da una sola delle fazioni darfuriane. Un trattato che è morto subito, perché violato dal governo e dai ribelli. L’unico risultato è che Minni Minnawi, capo della fazione firmataria, si è sistemato con un bel posto di vice presidente del Paese, assistente del Presidente Omar Al Bashir per le questioni del Darfur. Ora vive a Khartoum con una scorta, un’auto di lusso e una bella residenza. I suoi uomini, pochi per la verità perché il suo gruppo si è assottigliato, partecipano alle razzie assieme agli arabi.
“E’ in corso una grande offensiva del governo – racconta Jahafar Monrò, portavoce della fazione del Sudan Liberation Army, guidata da Abdul Wahid Al Nur -. I soldati e le milizie filogovernative stanno distruggendo le campagne per impedire i raccolti. Tagliano gli alberi da frutta e ammazzano il bestiame. Chi non è stato ucciso dalla violenza rischia ora di morire di fame. L’esperienza del Ruanda dovrebbe insegnare qualcosa; se la comunità internazionale non si muove saremo sterminati. Dopo non pianga e non ci venga a dire “Abbiamo sbagliato a non intervenire, Chiediamo scusa”.
"L’ultimo attacco è stato lanciato venerdì. Aerei dell’esercito sudanese hanno bombardato villaggi nel nord Darfur, poi sono arrivati i janjaweed, i miliziani arabi a cavallo o a dorso di cammello per completare, come al solito, il lavoro: ammazzare gli uomini sopravvissuti, violentare le donne, insultarle e schermirle umiliandole (“ora hai in grembo un figlio arabo”), rapire i bambini per trasformarli in schiavi, portar via le mandrie e saccheggiare il saccheggiabile."
SCORRERIE QUOTIDIANE - Ma forse, nel momento in cui leggete, quella di venerdì è diventata la penultima incursione. Infatti le scorrerie dei miliziani arabi contro le popolazioni civili di origine africana che abitano le regioni occidentali del Sudan si ripetono ormai quotidianamente. “Non c’è più tempo! Il governo di Khartoum deve accettare un contingente di pace dei caschi blu per fermare il genocidio”, ha ammonito il segretario di Stato americano, Condoleeza Rice, venerdì, a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, durante un incontro tra 25 paesi e l’Unione Europea.
ANNAN E LA RICE - Sabato le ha fatto eco il segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan che, in un editoriale pubblicato da un giornale francese, ha lanciato un appello al Sudan perché sia ragionevole: “Condanno l’escalation che sta prendendo il conflitto in Darfur – ha scritto il capo dell’Onu –. E’ una vergogna per tutta l’Africa”, ha aggiunto. Mentre la Rice ha ribadito la posizione americana: “Se Khartoum continuerà a impedire l’accesso in Darfur, occorrerà pensare a un’azione unilaterale”.
Il Consiglio di Sicurezza a fine agosto ha deciso l’invio nella martoriata regione sudanese di una forza di pace di 17 mila uomini e 3000 poliziotti, per sostituire l’attuale missione dell’Unione Africana, che conta 7200 soldati male armati e male organizzati. Grazie alla Cina e alla Russia, che minacciavano di porre il veto, però è stato aggiunto un codicillo: la missione si farà solo se sarà accettata dal governo di Khartoum. Un’assurdità visto che quel governo è considerato il mandante (e talvolta con i bombardamenti aerei, anche l’esecutore materiale) del massacri e delle grossolane violazioni dei diritti umani in quell’area.
PACE VIOLATA - Ad Abuja in maggio è stato siglato un trattato di pace, accettato da una sola delle fazioni darfuriane. Un trattato che è morto subito, perché violato dal governo e dai ribelli. L’unico risultato è che Minni Minnawi, capo della fazione firmataria, si è sistemato con un bel posto di vice presidente del Paese, assistente del Presidente Omar Al Bashir per le questioni del Darfur. Ora vive a Khartoum con una scorta, un’auto di lusso e una bella residenza. I suoi uomini, pochi per la verità perché il suo gruppo si è assottigliato, partecipano alle razzie assieme agli arabi.
“E’ in corso una grande offensiva del governo – racconta Jahafar Monrò, portavoce della fazione del Sudan Liberation Army, guidata da Abdul Wahid Al Nur -. I soldati e le milizie filogovernative stanno distruggendo le campagne per impedire i raccolti. Tagliano gli alberi da frutta e ammazzano il bestiame. Chi non è stato ucciso dalla violenza rischia ora di morire di fame. L’esperienza del Ruanda dovrebbe insegnare qualcosa; se la comunità internazionale non si muove saremo sterminati. Dopo non pianga e non ci venga a dire “Abbiamo sbagliato a non intervenire, Chiediamo scusa”.
LA GUERRA SEGRETA - Al di là della violenza e dei massacri, in Darfur si combatte una guerra segreta tra Stati Uniti, Cina e Russia. Il Sudan dava ospitalità a Osama Bin Laden ed era stato messo dagli Stati Uniti nella lista dei “Paesi canaglia”. Così le compagnie petrolifere americane che esploravano il sud del Paese, dove è stato trovato oro nero in gran quantità, sono state costrette ad andarsene, immediatamente rimpiazzate da cinesi e malesi: imprenditori, operai, impiegati, ma anche capimafia e capi bastone cinesi hanno letteralmente invaso il Sudan. E concessioni minerarie di vario genere (comprese quelle petrolifere) sono state assegnate a uomini chi Pechino. Assieme a Russia e Ucraina, poi, la Cina ha fornito a Khartoum ogni genere di armi trasportate con urgenza all’aeroporto della capitale dove per innumerevoli notti sono stati segnalati in arrivo enormi cargo Antonov. I pezzi più grossi, elicotteri e (si dice, ma non c’è conferma) carri armati sono arrivati invece a Port Sudan, scalo sul mar Rosso.
I CINESI - La capitale sudanese è ormai piena di negozi gestiti da cinesi, di palazzi in costruzione o appena terminati eretti dai cinesi e di motociclette importate dalla Cina. I cinesi sono dappertutto e hanno anche il permesso di violare le rigide regole islamiche: ci sono perfino i bordelli cinesi e naturalmente i ristoranti, gli unici dove, nonostante l'alcool sia severamente bandito, si possa bere apertamente davanti a tutti vino, birra e il tradizionale stomachevole liquore alla rosa. Solo in quei locali si ha la certezza che non arriverà nessuna guardia islamica che, per tutelare la moralità religiosa, potrebbe farci condannare a 100 frustate sulla pubblica piazza.
I CINESI - La capitale sudanese è ormai piena di negozi gestiti da cinesi, di palazzi in costruzione o appena terminati eretti dai cinesi e di motociclette importate dalla Cina. I cinesi sono dappertutto e hanno anche il permesso di violare le rigide regole islamiche: ci sono perfino i bordelli cinesi e naturalmente i ristoranti, gli unici dove, nonostante l'alcool sia severamente bandito, si possa bere apertamente davanti a tutti vino, birra e il tradizionale stomachevole liquore alla rosa. Solo in quei locali si ha la certezza che non arriverà nessuna guardia islamica che, per tutelare la moralità religiosa, potrebbe farci condannare a 100 frustate sulla pubblica piazza.
Darfur/1
Sul corriere della sera Franco Venturin nel suo articolo dal titolo Se l'Africa chiama ricorda alcuni piccoli particolari, ignoti a quanto pare al grande pubblico e alla stragrande maggioranza dei giornalisti e inviati nostrani:
"In Darfur le incursioni dei miliziani arabi contro le popolazioni civili di origine africana hanno fatto 300.000 morti in poco più di tre anni. Due milioni di rifugiati vivono a ridosso dei confine con il Ciad, ma la furia dei janjaweed li insegue anche nei campi profughi dove uccisioni, stupri e rapimenti sono all'ordine del giorno. Per chi sopravvive alle pallottole, c'è in agguato la morte per denutrizione: come in altre regioni africane le carestie sono ormai un appuntamento fisso, e quel che non distrugge la siccità viene bombardato o incendiato dalle milizie filogovernative. Già, perché il governo di Karthoum e il suo presidente Omar al-Bashir promettono aiuti e interventi pacificatori, ma nei fatti appoggiano la pulizia etnica attuata dalle bande arabe."
Pulizia etnica. Arabi contro neri. Così, tanto per ricordare che la storia passa invano. O qualcuno ignora ancora che i più grandi commercianti di schiavi erano proprio arabi?
"In Darfur le incursioni dei miliziani arabi contro le popolazioni civili di origine africana hanno fatto 300.000 morti in poco più di tre anni. Due milioni di rifugiati vivono a ridosso dei confine con il Ciad, ma la furia dei janjaweed li insegue anche nei campi profughi dove uccisioni, stupri e rapimenti sono all'ordine del giorno. Per chi sopravvive alle pallottole, c'è in agguato la morte per denutrizione: come in altre regioni africane le carestie sono ormai un appuntamento fisso, e quel che non distrugge la siccità viene bombardato o incendiato dalle milizie filogovernative. Già, perché il governo di Karthoum e il suo presidente Omar al-Bashir promettono aiuti e interventi pacificatori, ma nei fatti appoggiano la pulizia etnica attuata dalle bande arabe."
Pulizia etnica. Arabi contro neri. Così, tanto per ricordare che la storia passa invano. O qualcuno ignora ancora che i più grandi commercianti di schiavi erano proprio arabi?
Darfur/2
Gli ultimi sviluppi li racconta Giampaolo Pioli, in un articolo intitolato Darfur, fermate la strage
La conclusione è quanto mai sconsolante: "Se Annan fallisce, il Sudan diventerà presto anche la vergogna dell'Onu.
Ma c'è mai stata un volta in cui Annan non ha fallito? Direi che la sua è la peggior gestione dell'Onu che si sia mai vista. Il suo mandato scade il 31 dicembre, e qui una domanda:
chi vorreste voi come segretario dell'Onu?
La conclusione è quanto mai sconsolante: "Se Annan fallisce, il Sudan diventerà presto anche la vergogna dell'Onu.
Ma c'è mai stata un volta in cui Annan non ha fallito? Direi che la sua è la peggior gestione dell'Onu che si sia mai vista. Il suo mandato scade il 31 dicembre, e qui una domanda:
chi vorreste voi come segretario dell'Onu?
09 agosto 2006
La sinistra e l'Onu
Su it.politica.sinistra in un articolo intitolato proprio così "La sinistra e l'Onu" l'estensore scrive:
"Gli Usa non possono più far parte dell'ONU: è questa l'unica amara realtà.
Ma i nostri governanti tacciono come pure gli altri. ma siamo diventati tutti nazisti?
e i DS cosa fanno? sono diventati DC? Tutto è lecito per il potere?
Possiamo accettare queste cose? Bisogna che la base alzi la voce e richiami all'ordine chi ci governa.
Sono stai votati co i nostri voti e non con quelli di Isarele o degli Usa.
Vogliamo giustizia e democrazia"
Dunque, per il nostro articolista gli USA non possono far parte dell'Onu e chi non si batte contro la loro esclusione è un nazista.
Ora, in poche righe sono mescolate una serie di "idiozie politiche" che riesce difficile financo capire da quale cominciare.
In primo luogo l'Onu - è ovvio, ma è bene ricordarlo - non è l'unione mondiale degli stati democratici ma riflette l'assetto politico del mondo uscito dalla II Guerra Mondiale. Come tale assetto sia ancora imprescindibile per comprendere quello che accade ancora oggi è provato anche dal fatto che nessuno cerca seriamente di mettere in discussione la sua struttura.
E - purtroppo - non è scritto da nessuna parte che le dittature non possono far parte dell'Onu.
(non si riesce nemmeno a tenerle fuori dalle Olimpiadi)
Ma questa incomprensione/ignoranza non è tipica di una parte della sinistra italiana.
(In questo caso, offro ai miei tre lettori come fatto scontato che l'estensore del post si autocollochi a sinistra nel nostro schieramento politico).
No, quello che mi pare tipico di parte della sinistra italiana è che l'antiamericanismo d'accatto è talmente imperante che si chiede l'esclusione dall'Onu degli Stati Uniti in nome della giustizia e della democrazia. Il nostro interlocutore non è nemmeno sfiorato dall'idea che prima degli Stati Uniti ci siano decine di stati che, in nome di una Onu intesa come organizzazione degli stati democratica, (tutta da costruire) dovrebbero essere immediatamente espulsi.
Che molti di questi stati e governi siano appoggiati dagli Stati Uniti è un altro di quei fatti che non ha nessuna influenza su questo tipo di opinioni.
E' davvero con questa "sinistra" superficiale e carlona, incapace di elaborare un pensiero politico degno di questo nome che dobbiamo convivere e lottare? Abbiamo già perso.
Viene voglia di tirar fuori il vecchio Marx, tra struttura e sovrastruttura, per cercare di spiegare - in forma molto elementare - il rapporto tra forme ideologiche e sistemi di produzione, ma sarebbe probabilmente tempo perso. Forse è meglio provare ad agire come se certa "sinistra" non esistesse e muoversi contro una certa "sinistra" come se non ci fosse un capitale globalizzato.
Taccio per carità di patria (la sinistra appunto) sull'uso grottesco della definizione "nazista".
"Gli Usa non possono più far parte dell'ONU: è questa l'unica amara realtà.
Ma i nostri governanti tacciono come pure gli altri. ma siamo diventati tutti nazisti?
e i DS cosa fanno? sono diventati DC? Tutto è lecito per il potere?
Possiamo accettare queste cose? Bisogna che la base alzi la voce e richiami all'ordine chi ci governa.
Sono stai votati co i nostri voti e non con quelli di Isarele o degli Usa.
Vogliamo giustizia e democrazia"
Dunque, per il nostro articolista gli USA non possono far parte dell'Onu e chi non si batte contro la loro esclusione è un nazista.
Ora, in poche righe sono mescolate una serie di "idiozie politiche" che riesce difficile financo capire da quale cominciare.
In primo luogo l'Onu - è ovvio, ma è bene ricordarlo - non è l'unione mondiale degli stati democratici ma riflette l'assetto politico del mondo uscito dalla II Guerra Mondiale. Come tale assetto sia ancora imprescindibile per comprendere quello che accade ancora oggi è provato anche dal fatto che nessuno cerca seriamente di mettere in discussione la sua struttura.
E - purtroppo - non è scritto da nessuna parte che le dittature non possono far parte dell'Onu.
(non si riesce nemmeno a tenerle fuori dalle Olimpiadi)
Ma questa incomprensione/ignoranza non è tipica di una parte della sinistra italiana.
(In questo caso, offro ai miei tre lettori come fatto scontato che l'estensore del post si autocollochi a sinistra nel nostro schieramento politico).
No, quello che mi pare tipico di parte della sinistra italiana è che l'antiamericanismo d'accatto è talmente imperante che si chiede l'esclusione dall'Onu degli Stati Uniti in nome della giustizia e della democrazia. Il nostro interlocutore non è nemmeno sfiorato dall'idea che prima degli Stati Uniti ci siano decine di stati che, in nome di una Onu intesa come organizzazione degli stati democratica, (tutta da costruire) dovrebbero essere immediatamente espulsi.
Che molti di questi stati e governi siano appoggiati dagli Stati Uniti è un altro di quei fatti che non ha nessuna influenza su questo tipo di opinioni.
E' davvero con questa "sinistra" superficiale e carlona, incapace di elaborare un pensiero politico degno di questo nome che dobbiamo convivere e lottare? Abbiamo già perso.
Viene voglia di tirar fuori il vecchio Marx, tra struttura e sovrastruttura, per cercare di spiegare - in forma molto elementare - il rapporto tra forme ideologiche e sistemi di produzione, ma sarebbe probabilmente tempo perso. Forse è meglio provare ad agire come se certa "sinistra" non esistesse e muoversi contro una certa "sinistra" come se non ci fosse un capitale globalizzato.
Taccio per carità di patria (la sinistra appunto) sull'uso grottesco della definizione "nazista".
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