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15 ottobre 2006

da Euston Manifesto Italia

Quanto pesa un genocidio?

di Eugenio Mastroviti e Carmen Dal Monte

E’ impressionante come a volte certi morti pesino molto più di altri.

È stato notato in alcuni blog come 400.000 morti nel Darfur pesino molto meno di 1200 morti in Libano, almeno in Europa.
Allo stesso modo, per 10 anni diverse migliaia di sciiti uccisi in Afghanistan dai Talebani hanno avuto un peso pressoché inesistente di fronte a diverse decine di palestinesi uccisi dagli israeliani.
Tutti questi morti dal peso specifico sorprendentemente basso hanno una caratteristica in comune: vengono (o venivano) uccisi da regimi simpatizzanti del fondamentalismo di stampo wahabita, supportati e foraggiati dall’Arabia Saudita.

Allo stesso modo l’Arabia Saudita finanzia i Fratelli Musulmani e fornisce loro supporto intellettuale e ideologico attraverso l’università Al-Azhar che è la massima autorità teologica riconosciuta dal mondo sunnita.
Per essere più chiari i wahabiti hanno occupato le cariche accademiche che prima erano patrimonio dei vari filoni della teologia sunnita, monopolizzandone di fatto l’indirizzo teologico-politico.
In Europa i Fratelli Musulmani sono ufficiosamente rappresentati da organizzazioni come l’UCOII in Italia e l’MCB in Gran Bretagna. Non è certo un caso quindi che queste organizzazioni facciano il possibile per indirizzare (e alimentare) la protesta e le manifestazioni dei musulmani che vivono in Europa in una direzione che sia conveniente all’organizzazione “madre” dei Fratelli Musulmani.
Non è sorprendente quindi che queste organizzazioni cerchino di pilotare l’indignazione della comunità musulmana in Europa lontano dalle colpe di regimi con cui condividono finanziatori e padrini ideologici.
Il genocidio del Darfur è uno degli esempi più lampanti di questa pratica, aiutata anche dalla compiacenza dei mezzi di informazione occidentali che sembrano non ritenere il Darfur un’emergenza mondiale.

14 settembre 2006

Euston Manifesto

Provo a rispondere a chi mi ha chiesto, in pubblico e in privato, le ragioni dell'adesione all'Euston Manifesto e la partecipazione alla sezione italiana dello stesso. Le riserve sono molto simili; si trova l'EM superficiale e generico, privo di contenuti e proposte legate all'analisi economica, con affermazioni talmente vaghe da poter essere sottoscritte praticamente da chiunque e allo stesso tempo forieri di chissà quali disastri pratici.
Ora, l'EM è appunto, un manifesto. Una dichiarazione di intenti che deve essere integrata necessariamente da una serie di contributi ed elaborazioni che possono (ma non necessariamente devono) portare a distinguo essenziali per quel che riguarda le possibili azioni politiche che da esso possono scaturire.
Per quel che mi riguarda ho ritenuto che le dichiarazioni di principio - di fondo, se preferite - dell'EM fossero un discrimine per potersi collocare a sinistra. Il mio personale percorso di riflessione politica deve molto all'opera di personaggi della contemporaneità quali Baumann e Sen, senza ovviamente dimenticare i "classici" da Montesquieu a Marx passando per Mill.
In questo personale e necessariamente individualistico viaggio ho maturato la convinzione che il terreno comune della sinistra, un terreno comune labile e incerto, passa attraverso i diritti dell'individuo. A mio modo di vedere chiunque sottoponga i diritti dell'individuo (al lavoro, alla salute, all'integrità fisica, alla libertà di movimento, di opinione, e chi vuole continui la lista) a altre considerazioni non può collocarsi a sinistra.
Ha certamente un'opinione rispettabilissima (a seconda dei casi) ma non può pensare di appartenere - adesso, nel XXI secolo, - ad una corrente di opinione che si richiama al progresso sociale.
L'EM ha assolto al dovere e alla necessità di tracciare dei confini e di delimitare uno spazio.
Chi nega - in virtù del consenso a una religione, del rispetto della sovranità nazionale, della tolleranza per le culture "altre", dell'affermazione di una ideologia - la possibilità anche solo teorica di portare aiuto al proprio simile nella sua esistenza concreta e terrena non si colloca a sinistra. Non so dove sta, ma io certamente sono da un'altra parte.
Dalla parte dell'EM.

28 giugno 2006

E' nato Euston Manifesto Italia

Lo trovate all'indirizzo www.eustonmanifesto.it ovviamente l'invito è ad aderire al volo.

14 giugno 2006

Euston manifesto

Consiglio vivamente la lettura di questo post di Eugenio Mastroviti.

29 maggio 2006

Il manifesto di Euston

Dal blog di Eugenio Mastroviti la traduzione in italiano del "Manifesto di Euston".

28 aprile 2006

Discussioni a sinistra

A quanto pare anche in Italia sono arrivate le discussioni sul manifesto di Euston. (grazie Mastroviti)
Qualunque sia il motivo ben vengano le discussioni a sinistra, perchè sono ormai anni, almeno dagli anni settanta, (quando, per esempio, alcuni “marxisti” della domenica si entusiasmarono per Carl Schmitt) che la sinistra italiana è assolutamente carente sul piano della riflessione e dei contenuti.
Appiattita da un lato su un pensiero cattomarxista – non senza spruzzi di veteropositivismo – , per esempio estremo alcune riflessioni delle BR sul “cuore dello stato” e dall'altro su una becera ideologia non tanto anticapitalista quanto antiamericana (e parzialmente antisovietica).
Incapace, comunque, di una riflessione globale, marxiana in uno degli autentici significati del termine: una riflessione capace di assumere e di prendere in analisi tutti gli aspetti dell'umana esistenza. Non solo l'aspetto economico quindi, che è una delle critiche fatte al manifesto di Euston, ma anche l'aspetto sociale, affettivo, esistenziale dell'individuo. Se Marx pensava una “liberazione dell'uomo” gli aspetti più eclatanti e rumorosi della nostra sinistra (?) sembrano essere quelli che negano tale liberazione a chi non è nato sotto il cielo occidentale. E oppongono a un filone di pensiero che si nutre di Martin Luther King come della scuola di Francoforte la frequentazione e l'appoggio al sedicente Campo Antimperialista che vede una massiccia presenza di neofascisti e neonazisti – non senza punte esoterico/magiche. Sarebbe davvero divertente se non fosse ridicolo e agghiacciante.
Ben venga quindi un dibattito a sinistra, sulle ragioni, sulle fonti, sui compiti della sinistra, ma – per cortesia – lasciamone fuori i luddisti inconsapevoli e i recenti convertiti all'opposizione telematica fulminati sulla via di Damasco dopo una giovinezza politicamente totalitaria ed esistenzialmente anaffettiva.

con un po' di ritardo

ho firmato il manifesto di euston anch'io.

E qui c'è la traduzione in italiano