L'osservatore Romano mette in discussione la morte cerebrale, e con questa i trapianti.
Identificare una persona con le sole attività cerebrali - dicono - va contro la dottrina cattolica.
Io sono "relativamente" relativista: ci sono dei limiti ovviamente, ma se l'escarificazione è fondamentale per un animista, la circoncisione per gli ebrei o rinunciare a donare organi per essere tenuti in vita quando si è in morte cerebrale è fondamentale per un cattolico, non ho problemi.
Credo però che un minimo di coerenza sia la base per la convivenza civile. Se qualcuno, per la sua particolare superstizione, non considera "morte" l'annientamento delle funzioni cerebrali (e pretende che il suo corpo sia tenuto in vita dal Sistema Sanitario Nazionale) allora deve conseguentemente essere considerato fuori dalla possibilità di ottenere un trapianto in caso di bisogno. Chi è disposto a donare, può ricevere.
Semplice, lineare, coerente, e molto etico.
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giovedì 4 settembre 2008
niente reni ai bizzochi
Pubblicato da
Rosa
alle
10:56
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