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sabato 24 maggio 2008

MMAX e la sua richiesta di adesione a Kilombo

Insomma, qualcuno mi ha chiesto di dare il mio parere sulla nuova querelle di Kilombo, la cui redazione tiene in sospeso da più di dieci giorni la richiesta di ammissione all'aggregatore del blog "sinistra per Israele", tenuto dal mio amico MMAX.

Ora, è una domanda da mille punti, questa del mio parere. Per riassumere, quando io e donna Ipazia ce ne andammo da Kilombo, Miguel Martinez - con la correttezza e la gentilezza che gli sono proprie e con argomenti tutto sommato non privi di logica - si dichiarò contento.

Non c'era - spiegò - spazio per due sinistre così diverse: gli orizzonti della sinistra moderata e quelli della sinistra antisistema erano così distanti da renderne impossibile la convivenza all'interno dello stesso spazio.

Al tempo i "moderati"(per quel che significa il termine: pidiessini e margheritini vari insomma) ritennero che non fosse interessante discutere se l'antisionismo di certa sinistra fosse antisemitismo e se l'antisemitismo fosse da bandire in kilombo come forma di razzismo, ne' ritennero di doversi preoccupare del fatto che la nostra dipartita veniva dichiaratamente salutata da una parte di kilombo come "svolta politica". Così, dopo qualche sgradevole insulto al nostro indirizzo se ne impipparono.

Oggi in effetti molti di loro non ci sono più, in Kilombo - evidentemente il Martinez era stato davvero profeta - ed è interessante vedere cosa è diventato l'aggregatore, attraverso la lente di questo microevento - cartina al tornasole che è "la domanda di ammissione di Mmax".

Perchè la domanda è bloccata?

A leggere qua e là nei commenti pare che i maggiori dubbi sulla natura "di sinistra" del Massimo il abbia un tizio il quale afferma - tra le altre - le seguenti cose:

1) Gli albanesi sono un anello di congiunzione tra le zecche e le pulci ma (come ci spiega una sua amica - una che sostiene sui Protocolli la stessa tesi di Hitler ed Evola) lo fa per scherzare.

2) Israele dovrebbe arrivare fino a Damasco.

Qua ci sarebbe già da essere sufficientemente confusi. Mi chiedo infatti se quando Martinez parlava delle due sinistre inconciliabili dicendo:

"C'è gente che sostiene quattro stati per due popoli in Terra Santa (Israele con il 90% del territorio, poi i bantustan palestinesi di Gaza, Hebron e Ramallah, divisi tra di loro). E c'è invece gente che sostiene un unico stato democratico per tutti, tra il Giordano e il mare."
Intendesse questo con "unico stato democratico per tutti": Israele fino a Damasco.

Oppure, come fa notare Cloro, è che queste posizioni manifestamente fasciste (quelle del redattore e - immagino - le sue) sono da accogliere con sollievo e humor, in virtù del fatto che non sarebbero "politicamente corrette" e non sarebbero quindi corrotte dall'odiato "buonismo" di tanta sinistra.

In pratica, la sola clausola di Kilombo - quella contro il razzismo - andrebbe riletta secondo la volontà dei redattori nel seguente modo: se dici che i negri puzzano, gli ebrei sono avidi e gli zingari rubano, non sei "buonista" e quindi nel profondo del tuo cuore sei senz'altro più antirazzista di quelli che sostengono (ipocritamente) che palestinesi ed ebrei dovrebbero mettersi d'accordo.

Occorre - suggerisce Cloro al suo amico redattore fascista antibuonista - fare un profondo ragionamento sul sionismo (beninteso, se buonista. Se fascista a quanto pare va benone) ed è dunque per questo che MMAX sarebbe bloccato. E anche - va detto - mettere in black list i blogger che hanno litigato con lei. Pare infatti sia terribilmente "buonista" negli ultimi tempi anche far rispettare la carta costitutiva di una associazione, ed è invece buona norma inventarsi regole random a seconda degli amici che si vogliono favorire.

Nel frattempo i blogger di Kilombo ignorano per lo più la faccenda, felici come bocce di avere una "vetrina" per i loro post, e stucazzo che la carta sia carta straccia, finchè dura fa verdura, poi si andrà a far pattume altrove.

La mia opinione? Già, me l'avevano chiesta. La mia opinione è che questo sviluppo di Kilombo rappresenti in piccolo lo stato psicofisiopatologico del nostro paese, e il mio consiglio ad MMAX è il seguente:

Si metta una molletta al naso, si cali le brache e sventoli l' uccello precedentemente intinto in inchiostro di china: si faccia le treccine ai peli delle ascelle ed appenda ad ogni estremità una piccola caccola, poi se ne vada in giro inondando i presenti di litri di bava. Si infili in testa una cresta di gallo e inizi a scoreggiare.

Mi pare probabile che così riuscirà a farsi ammettere in Kilombo, l' "aggregatore delle sinistre". Se ci tiene, val la pena di tentare.

lunedì 28 maggio 2007

kilombo e la zona grigia

In kilombo, ai tempi della mia andata via e oggi, va di moda l'accusa di far polemica a causa di una antipatia personale nei confronti di Dacia Valent. La Valent è una persona che ha compiuto delle scelte esistenziali e politiche troppo complesse e contraddittorie perché io possa anche solo azzardarmi a capirle. E' una persona sospesa tra ambiguità e imprudenza, che - anzi - fa dell'ambiguità e dell'imprudenza, proprio di queste due energie combinate, il suo motore esistenziale.

Le sue posizioni sono dunque qualcosa di spettacolare, di peculiare, che si muove in campi a me raramente contigui, più spesso decisamente e apertamente avversi.

Non sono ambigua, in proposito: prima di tutti è a me avverso l'islam politico, e per ben due motivi: come ebrea e come laica.

Insisto, da laica - e mi pare senza alcun successo - col sostenere che l'islam politico così come si manifesta oggi non sia il solo, non sia l'unico. Lo nego, assolutamente: è "mondo islamico" anche quello della piazza di Smirne, è mondo islamico quello delle migliaia di persone che vivono al nostro fianco pacificamente, pregando in moschea e magari - come è successo ad amici miei - si alleano a scuola con gli ebrei, contro la opprimente cappa clericale, oggi come non mai aggressiva.

Non c'è un origine DOC della laicità, non c'è un destino fondamentalista di chi fa riferimento al Corano, questo è un equivoco grave. La laicità è un tool universale, ovunque sia nata si può applicare.
Le piazze di Smirne sono mie personali amiche, e dall'altra parte insieme ci sono - nemici solo per finta, ma promotori dello stesso universo teocratico (e maschilista, e sessuofobo) - Admadinejad e Ratzinger.

Ma questo mondo islamico - di gente comune e pacifica - rischia di essere consegnato - a causa anche di chi vede nel Corano la radice del male, e di chi vede nella laicità non uno strumento universale ma un valore occidentale DOC - all'islam politico.

Islam politico che ha - lui sì - dichiaratamente una vocazione teocratica, e il cui antioccidentalismo nulla ha a che vedere con la lotta di classe e la riscossa dei poveri, se non strumentalmente e occasionalmente, e che fa presa sulle anime candide di quei socialisti, appunto, imbecilli - o semplicemente troppo rozzi e ignoranti da cascare per l'ennesima volta nella etnicizzazione del conflitto di classe e nell'uso strumentale degli ebrei come capri espiatori.

Quello invece che - quando andai via da kilombo e oggi con le polemiche scoppiate per la difesa del negazionismo mi lascia davvero fortemente turbata e perpessa, non sono le varie e innumerevoli manifestazioni di saldatura tra il socialismo degli imbecilli, che identifica nell'ebreo il nemico di classe, e l'idea - speculare, falsa ma efficace - di un Islam capace di riscattare i poveri del mondo.

Non sono gli avversari politici, che mi preoccupano e mi spaventano oggi, quello che invece è nuovo e preoccupante è la percezione netta e inquietante della zona grigia.

Fino a qualche tempo fa, un post antisemita sui savi anziani di sion, un post negazionista, avrebbero quanto meno suscitato discussione aperta.

Questo era quello che mi sarei aspettata, ai tempi della mia andata via da kilombo, questo è quello che mi avrebbe fatto rimanere: una appassionata discussione, una manifestazione di sensibilità, di vivacità, di interesse. Non la cacciata dei reietti, che tutto sommato per come sono fatta io (purchè si cancelli dalla carta di kilombo la pregiudiziale antirazzista) è pure sociologicamente interessante vedere chi si accoccola sotto il cappello "sinistra": se posto insieme a nazisti, leghisti, abitanti di altair su it.politica.internazionale non ho poi tutti questi problemi a farlo altrove.

Oggi, però, i post di solidarietà ai nazisti, rappresentano quasi un problema segreto, una specie di vergognetta da ripulire ma senza far troppo rumore.

A nessuno interessa parlare del fatto - importante - che il negazionismo che non è - come dice il Mastroviti con il quale sono pure quasi del tutto d'accordo - semplicemente e solamente fuffa da ciarlatani, ma che è uno straordinario strumento politico utile a saldare un antico e leggendario odio con modernissimi - e anche potenti - interessi politici.

Dunque - e l'abbiamo visto - in kilombo lo scandalo manifesto per le squallide manifestazioni di disprezzo nei confronti delle donne sono qualcosa di cui si può parlare e si parla, in kilombo le manifestazioni di manifesto amore per la violenza della Valent (fondate su paradosso, ambiguità imprudenza e humor come d'abitudine) vengono esecrate e censurate e fanno discorso.

Sullo stesso Kilombo invece le teorie del complotto - in forma di negazionismo o di verosimiglianza dei protocolli dei savi anziani di sion, non fanno discorso, sono - anzi - tabù. Qualcosa da gestire - e qui paradossalmente potrebbe avere ragione addirittura quel pirla di karletto marx - in via burocratica e silenziosa, senza fare rumore, giusto per mantenere la decenza.

E' come se la rete della sinistra, anche quella moderata, fosse ancora disposta a mantenere con se' le donne, gli omosessuali, i neri, gli immigrati, ma se lasciasse sfuggire - magari con indifferenza, facendo finta di niente - noi ebrei dalle sue maglie.

mercoledì 23 maggio 2007

compagni, una bussola, presto

Venghino, signori, venghino, ultime notizie dei protocolli dei savi anziani di sion: la questione si impone alla sinistra tutta: i protocolli sono o non sono una sintesi della lotta di classe, veri o falsi che siano?

Il 21 novembre 1999, il The Washington Times[27] riferì:

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«Le ricerche di un importante storico russo, Mikhail Lepekhine, negli archivi da poco aperti al pubblico, hanno portato alla scoperta che il falso è stato opera di Mathieu Golovinski, rampollo di una famiglia aristocratica ma ribelle, che si dedicò ad una vita di spionaggio e propaganda. Dopo aver lavorato per il servizio segreto zarista, cambiò sponda e si unì ai Bolscevichi. La scoperta di Lepekhine, pubblicata nella rivista francese L'Express sembrerebbe chiarire l'ultimo mistero che ancora circondava i Protocolli


Beh, ecco, compagni, ora anche qualcuno che vende accessori concentrazionari bussa alla porta di kilombo.
Gli date asilo?
Dopotutto, perchè no? Qual è il discrimine? - in fondo, come alcuni aggregati di kilombo ci fanno notare - antisemitismo e lotta di classe sono concetti dolcemente contigui...

Per inciso, che i Protocolli siano un "falso verosimile" è uno dei memi che vanno per la maggiore, un luogo comune che ho sentito elaborare e ripetere di continuo, praticato letteramente a destra e a manca, quindi - perchè no - su kilombo?

A partire da un tal A. Hitler, che percarità, ne ha combinate tante, eh, birichino, ma che diceva:

"Fino a che punto l'intera esistenza di questo popolo sia fondata sulla menzogna continua è incomparabilmente mostrato dai Protocolli dei Savi di Sion, così infinitamente odiati dagli ebrei. Sono basati su un falso, come grida e lamenta il Frankfurter Zeitung ogni settimana: la miglior prova che essi siano autentici. [...] la cosa importante è che con terrificante certezza essi rivelano la natura e l'attività del popolo ebraico ed espone i loro contesti interni come anche i loro scopi finali.»

martedì 13 marzo 2007

l'antisemitismo è un tavor

E così, signore e signori, se semo visti.
Prima di tutto rassicuro Dacia: la sua prevedibile mancata presa di posizione riguardo alle paranoiche boiate razziste del sito che la ospita e con cui è in reciproco link sarebbe stato motivo sufficiente per andare via, ma quello che si è detto sui commenti ai miei post - e ancor più direi quello che non si è detto - sono un campanello d'allarme ancora più forte.

Aggiungo anzi che la sua mancata presa di posizione era tanto più prevedibile proprio alla luce di quei commenti, e della stupefacente assenza di voci discordanti. Un piccolo coro circondato da un assordante silenzio.
Dacia sa che prendere posizione contro chi sostiene che gli USA sono manovrati dagli ebrei, le avrebbe fatto perdere, più che acquistare credito politico presso il suo pubblico.

Ha ragione Mastroviti, non è il premio IADL che non va per Kilombo: sono io.

E il problema non è affatto Dacia, ne' lo è il premio della IADL.

Il problema è che si persa la capacità di leggere questa forma di semplificazione estrema e allucinatoria della realtà che è l'antisemitismo, semplicemente perché esso è tornato ad assolvere la sua storica funzione culturale. L'antisemitismo persiste, ritorna, e non cessa di esistere perché è maledettamente utile. E' un orsetto caldo, è un ciuccio, è la favola bella di Hansel e Gretel, dove il male è unico, circoscrivibile, isolabile. Basterà spingere la strega nel forno e gli uccellini torneranno a fare cip cip.

No?

Beh, signore e signori, ho una brutta notizia per voi: se Israele non esistesse...la Cina e l'India non smetterebbero di aver bisogno di petrolio, noi non smetteremmo di avere bisogno di caldaie piene in inverno, il capitalismo non smetterebbe di aver bisogno di crescere e crescere, i paesi detentori di petrolio non smetterebbero di combattere per la leadership di quel mondo frazionato con il righello dal colonialismo, ne' smetterebbero di avere una rendita di posizione che li tiene lontani dallo sviluppo ma non per molto, L'Europa non sarebbe più forte, e - no - l'Africa non avrebbe meno fame.

La verità che nessuno di quelli che usano l'antisemitismo per dormire bene e per scrivere blog vuole accettare è che se Israele, se gli ebrei non esistessero, non cambierebbe una strabeneamata cippa. Il problema "Israele", che è al centro dei vostri cuoricini, è un conflittucolo locale, che riguarda 4 stronzi 4. Una patetica minchiata.

Il tavor è scaduto signore e signori, sorry.

Gli ebrei non contavano un un cazzo nel '33 nonostante venissero considerati onnipotenti e - rullo di tamburi - non contano un cazzo neppure oggi.

Per me è una sconfitta, andar via da Kilombo, perché non mi diverte discutere con le persone a me affini, odio gli ambienti monocolori, e non ho paura di sporcarmi le mani con i babau.

Ma a fronte all'imbecillità di argomenti come "le lobby esistono", "l'antisemitismo è l'altra faccia del filosemitismo", "fai così perchè Dacia ti è antipatica", "non vorrei sembrare complottista ma voi volete distruggere Kilombo", e all'assenza di voci contrarie...beh, signori, a fronte di idiozie simili getto la spugna e vi lascio a leggere le considerazioni di Blondet su come noi usiamo i cartoni animati per rapire le coscienze dei vostri putti.

Tornerò - se capiterà - a discutere con il babau Dacia, perché pur essendo - ora che sono fuori dalla politica kilombiana lo posso dire papale papale - una donna ferocemente antisemita (per buona tradizione di famiglia, presumo: l'antisemitismo mette d'accordo Somali e Furlani, ed ecco che abbiamo trovato un'altra bella funzione) e politicamente ai miei antipodi, non è - ahi me lassa - ne' scema ne antipatica.

E nonostante ogni evidenza, la speranza nei cervelli che funzionano io ancora ce l'ho.

lunedì 12 marzo 2007

simmetrie inesistenti

Dacia Valent, rispondendo al mio post riguardo al referendum su Kilombo, mi chiede - credo proiettando uno scontro di civiltà che non mi appartiene e non mi interessa - di esprimermi su due siti filoisraeliani, "Informazione Corretta" ed "Ebraismo e dintorni".

In verità la simmetria che immagina Dacia non esiste, e per una grandinata di motivi.

E' Dacia che rappresenta la IADL, è la IADL a offrire il premio a Kilombo e a rendere una associazione - che rappresenta voci non univoche - "membro onorario".
Io non offro un cazzo a nessuno, ne' rendo nessuno membro onorario di alcunché.

Ora, la mancanza di simmetria della bizzarra richiesta di Dacia non si limita alla differenza di ruolo tra chi è attore di una iniziativa politica e chi la subisce: un altro fattore rende la sua domanda ancora più strana e incomprensibile. Perché chiedermi di pronunciarmi su siti - che non hanno accompagnato trionfalmente il mio debutto, che non mi linkano, che non linko, che non contengono miei post, e i cui post io non pubblico?

Non ha senso.

Dacia invece: linka ed è linkata da al Jazira, da quel sito ha presentato la sua associazione al mondo, le sue iniziative sono pubblicate lì e lei pubblica articoli di quel sito.
Ora, per me sostenere che gli ebrei dominano gli USA è una roba gravissima, andare a ravanare tra le parentele di un direttore di giornale e formulare un giudizio in base a quello è una roba gravissima: per Dacia?

Si farebbe linkare e lo linkerebbe, un sito di pedofili?

domenica 11 marzo 2007

IADL, Kilombo, e il gratis della vita

Leggo, nei commenti al post di Ipazia e altrove riguardo al referendum su Kilombo promosso da Hari Seldon, la giusta richiesta di prove riguardo al presunto antisemitismo della IADL.
Conosco il blog di Dacia Valent, portavoce di quella associazione, e in più di un caso ho avuto la sensazione che, pur essendo una donna intelligente (ma lo era certamente anche Celine, ubi maior) un autentico fascino per il socialismo degli imbecilli - di gran moda - l'eccentrica signora lo provi davvero. Ma si tratta di sensazioni: le persone - come lei - che fanno politica anche e soprattutto attraverso un uso estremamente spregiudicato della provocazione e dello scandalo mediatico, hanno il coltello perennemente dalla parte del manico: possono dire qualsiasi sconcezza restando immacolate: se le prendi alla lettera, non sei che un ridicolo bourgeois. Provocavano, usavano paradossi: stavano scherzando, insomma!
Francesco Costa inoltre argomenta che una associazione non si valuta in base ai singoli membri ma alle iniziative che promuove. Non è esattamente vero, ma come dicevo sopra...sospendiamo il giudizio e fingiamo di essere uomini di mondo, di non essere dei bourgeois, insomma: ci sono degli ottimi motivi per accettare un premio da una associazione musulmana antirazzista. Non tanto perché non si debba mai dire di no al gratis della vita - che a volte invece si deve eccome - quanto piuttosto perché una associazione che curi i diritti della comunità musulmana in Italia, che denunci i soprusi che subisce, non è soltanto utile ma necessaria e - sicuramente - difendere gli immigrati è di sinistra, dunque del tutto compatibile con la natura e la ragione sociale di Kilombo.
Ma quali sono le inziative della IADL?
Come lo stesso Francesco Costa fa notare, nonostante l'abilità mediatica della sua portavoce della associazione si sa poco e nulla. Non sembra avere un sito intestato, e la maggior parte delle occorrenze su google portano al sito Al Jazira, dove per la prima volta è apparso il comunicato ufficiale di nascita dell'associazione.
La homepage del sito Al Jazeera è interessante: nella colonna di destra, quella delle "letture consigliate", c'è pressoché un unico tema a cui si ronza attorno: gli ebrei e l'olocausto.
So che in Kilombo c'è chi non considera Blondet - il quale ritiene che gli ebrei tra le altre cose siano colpevoli di corrompere la sana gioventù americana con i cartoni animati di Butthead e Beavis - antisemita. Non è ovviamente a loro che mi rivolgo, non considerandoli interlocutori possibili e men che meno di sinistra, ma a tutti quelli che hanno chiesto - autenticamente - ragione dell'accusa di antisemitismo alla IADL.
L'articolo "Esiste la lobby ebraica?" sul sito Al Jazira, dove si sostiene che la più potente nazione del mondo sia manovrata occultamente dagli interessi ebraici, e che gli ebrei De Benedetti e Mieli - sì, il Mieli che per primo ha promosso "pasque di sangue" - tengano le file dell'informazione italiana per conto della lobby, non è per caso razzista?
(non che sia importante, ma faccio notare che peraltro ne' Mieli ne' De Benedetti sono iscritti alle comunità ebraiche ne' hanno mai manifestato interesse verso l'ebraismo: solo che per un antisemita un cognome è un marchio, esattamente come per un razzista il colore della pelle.

Mi sembra che ci si possa accordare, senza troppa paura di logorare il termine ne' di passare per Sharoniani, nel definire serenamente e fermamente questo articolo come un coacervo di vili, triti e osceni pregiudizi antisemiti.

Pregiudizi di antica memoria, la cui idiozia e falsità è autoevidente, visto che il potere - da sempre ed ovunque - si manifesta attraverso territori sterminati, guerre vinte, lussi , risorse, beni materiali, deferenze e timori altrui: elementi sideralmente lontani da quel minuscolo paese che da 60 non riesce ne' a vincere la guerra, ne' a imporre la pace ad un altro piccolo, debole popolo.

So anch'io che si tratta di uno stereotipo talmente ricorrente da passare quasi ormai inosservato, e infatti quasi nessuno sembra accorgersene e men che meno preoccuparsene: ma si tratta uno stereotipo vecchio, ripetitivo e feroce, la cui matrice risale alle macchinazioni dei servizi segreti dello zar, i protocolli dei savi anziani di Sion, che attraversa le paranoie fasciste e naziste sul complotto giudaico e che lascia una scia di morti innocenti tale da non potere, e non dovere passare inosservato in un ambiente che ha tra i pochi discrimini quello dell'antirazzismo.

Per questo chiedo a Dacia Valent di esprimersi in maniera netta e senza possibilità di equivoci nei confronti del sito che ha lanciato la sua associazione e degli articoli ferocemente razzisti che ospita: so che l'assenza del mio blog goliardico e sconclusionato - inevitabile e definitiva se Dacia non chiarirà i miei dubbi - non avrà impatto alcuno sull'aggregatore, ma sono altresì convinta di non essere affatto l'unica a non volermi mescolare con chi non prende limpidamente le distanze da siti che propagano pregiudizi vecchi, osceni e pericolosi, anche se purtroppo tuttora in buona salute.

sabato 25 novembre 2006

modificare la carta di kilombo?

Ho letto qua e là le polemiche intorno alla elezione di Francesco Costa, che propone di inibire su Kilombo, aggregatore di blog di sinistra, quei post che pubblicano il simbolo della bandiera di Israele con la stella di David trasformata in croce uncinata. Non mi dilungo - ora - sulla nascita e la persistenza, ne' sulla funzione culturale del luogo comune trito, ripetuto e banale prima ancora che osceno, che equipara gli ebrei ai loro precedenti carnefici. Sarebbe lungo e complicato. Faccio solo notare che Cloro al Clero, che si è messa alla testa della battaglia contro la presunta "censura", nell'argomentare che la bandiera di Israele è "politica" e non già religiosa o etnica, cade nella trappola disvelatrice di usare il termine "aschenaziSti". Gli aschenaziti di certo non sono categoria politica, ne' nazionale ma casomai etnica. Come i bantù, i sardi, gli hopi.
Da qualche tempo in qualche zona della sinistra si assiste a un fenomeno di "liberazione" dai lacciuoli del politicamente corretto, simile in tutto e per tutto a quello che avviene per i leghisti. Loro vanno fieri - come gli insurgenti sedicenti di sinistra, nel potersi rilassatamente concedere qualche insulto violento ai negri, o ai terroni. Liberatorio. Il problema è che a sinistra la liberazione è accompagnata anche da una ipocrisia: basta sostituire il termine "ebreo" al termine "sionista", e poi applicare tutte le tradizionali teorie contro gli ebrei, o inneggiare al loro genocidio (i cinque milioni di cittadini Israeliani non sono una "categoria politica", giusto, Cloro?) diventa perfettamente lecito, consentito e appunto liberatorio.
Dunque chi è affetto da quella particolare forma di razzismo, se non può fare a meno di provarlo dovrebbe a rigor di costituzione kilombiana quanto meno tornare a inibirselo. Oppure c'è una alternativa praticabile, all'inibire il razzismo o la violenza contro gli ebrei su kilombo: abolire del tutto la clausola che proibisce l'inneggiare alla violenza o al razzismo. Io personalmente non ho nulla in contrario nel fare del nostro aggregatore un contenitore totalmente non selettivo e senza etichetta, dove possa galleggiare qualsiasi tipo di merda puzzolente in nome della libertà di parola che mi è pur cara. Quello che trovo inaccettabile è espungere l'odio contro gli ebrei dalla categoria di razzismo. Questo sarebbe davvero molto grave.