Ho letto questa cosa ieri, seguendo un link di un link da non so quale profilo twitter.
Ovviamente non sono riuscita più a recuperare la blogger che l'ha postato ma ho ritrovato il testo googlando.
Sono i giorni appropriati per pubblicarlo, magari tutti lo conoscete già ma io l'ho letto solo ieri.
Mi ha fatto sorridere.
Come tutte le cose belle, un po' tristi, e molto vere.
La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere,
cosa fare e in che modo comportarmi l'ho imparata all'asilo.
La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori,
bensì nei castelli di sabbia del giardino dellinfanzia.
Queste sono le cose che ho appreso:
Dividere tutto con gli altri.
Giocare correttamente.
Non fare male alla gente.
Rimettere le cose al posto.
Sistemare il disordine.
Non prendere ciò che non è mio.
Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.
Lavarmi le mani prima di mangiare.
I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.
Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa,
pensare un po' e disegnare, dipingere, cantare,
ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno.
Fare un riposino ogni pomeriggio.
Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano
e stare vicino agli altri.
Essere consapevole del meraviglioso.
Ricordare il seme nel vaso: le radici scendono,
la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché,
ma tutti noi siamo così.
I pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e
persino il seme nel suo recipiente:
tutti muoiono e noi pure.
Non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato,
la più importante di tutte: guardare.
Tutto quello che mi serve sapere sta lì, da qualche parte: le regole Auree, l'amore, l'igiene alimentare, l'ecologia, la politica e il vivere assennatamente.
Basta scegliere uno qualsiasi tra questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati e applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, o al mondo in generale, e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile.
Pensate a come il mondo sarebbe migliore se noi tutti,
l'intera umanità, prendessimo latte e biscotti ogni pomeriggio alle tre e ci mettessimo poi sotto le coperte per un pisolino, o se tutti i governi si attenessero al principio basilare di rimettere ogni cosa dove l' hanno trovata e di ripulire il proprio disordine.
Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che quando si esce nel mondoè meglio tenersi per mano e rimanere uniti.
di Robert Fulghum
Visualizzazione post con etichetta asilo nido. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta asilo nido. Mostra tutti i post
11 settembre 2013
6 settembre 2013
Come i cani.
Quando avrò finito di fare come i cani, che dormono all'ombra di una macchina e poi inspiegabilmente si alzano, attraversano la piazza torrida e crollano di nuovo, ma all'ombra dell'aiuola.
Quando avrò finito, e l'ultimo ultimissimo momento a brancolare sotto il sole sarà andato anche quello.
Quando sarà alle spalle e subito dopo autunno e il giorno dopo la notte di Natale.
Forse allora, dico forse, avvertirò - remota, flebile- l'urgenza di chiamare il nido e avvisare che lunedì non ci siamo.
Etichette:
asilo nido,
come la vedo io,
cose belle,
mare,
vacanze
5 marzo 2013
Un po' così.
"La bambina è tranquilla, credo proprio non avremo problemi a terminare prima l'inserimento."
"Ah bene."
"Solo un fatto strano, ecco. Magari è solo perchè era stanca ma se hai sentito le urla di prima ti assicuro che la stavo semplicemente cambiando, le ha preso così: all'improvviso."
"Sì lo so, a volte è un tantinello teatrale."
"Ma dal nulla, da 0 a 1000."
"Sì, hum, strano. Siamo tutti così tranquilli in famiglia, per nulla isterici, poco propensi all'ansia e alla reazione un filino drammatica."
"Ma fino a qualche secondo prima era tranquilla."
Tesoro, non so come dirtelo più delicatamente: c'ha un carattere così, un po' dimmerda.
"Ah bene."
"Solo un fatto strano, ecco. Magari è solo perchè era stanca ma se hai sentito le urla di prima ti assicuro che la stavo semplicemente cambiando, le ha preso così: all'improvviso."
"Sì lo so, a volte è un tantinello teatrale."
"Ma dal nulla, da 0 a 1000."
"Sì, hum, strano. Siamo tutti così tranquilli in famiglia, per nulla isterici, poco propensi all'ansia e alla reazione un filino drammatica."
"Ma fino a qualche secondo prima era tranquilla."
Tesoro, non so come dirtelo più delicatamente: c'ha un carattere così, un po' dimmerda.
27 novembre 2012
Questa parte della mia vita si chiama.
'Questa parte della mia vita si chiama 'Sarai contenta adesso.'
E' quella in cui scoprite che Nonna Pensaci tu dovrà fare un piccolo intervento ma la riabilitazione sarà lunga, quindi non potrà scendere ad aiutarti con la bambina in primavera.
E' quella in cui Susibita si convince che questa sia la punizione divina perpetrata a suo castigo per essersi lamentata della cucina padellata, del sugo al tonno e del giudizio non richiesto sulle coppie gay.
Eventualmente anche per essersi autocompiaciuta di dire: "Solo quando il mondo sarà diventato abbastanza onesto da non impartire lezioni di religione ai ragazzi prima del quindicesimo anno di età ci si potrà aspettare qualche cosa da esso". Così, solo perchè faceva figo citare Schopenhauer.
Questa parte della mia vita si chiama 'non c'è più rispetto per gli anziani'.
"Zia, io voglio tanti bambini, direi 10."
"Amore, hai 16 anni, è ovvio che non sai di cosa parli."
"Invece sì. A me non fa paura avere tanti bambini, lo fanno tutti."
"Va bene. Ne riparliamo dopo il parto, cara."
"Lo fanno tutte sì, è naturale. Poi davvero si vedono in giro di quelle cose... perchè non dovrei farcela io? In fondo ci riescono persone...hem..voglio dire ce l'hanno fatta anche...sì insomma...dai zia, lo sai. Ce l'ha fatta persino tu."
"..."
"eddai zia, non t'offendere."
"Piccola serpe."
"Ma ve la ricordate la zia 3 anni fa?"
"Tu taci che 3 anni fa eri uno scricciolo, che vuoi ricordarti tu."
"Mi ricordo invece! Nonna ti diceva sempre "Susi guarda la vicina di casa, guarda che bella bimba, non ti viene voglia?" e tu:"Mi lasci pensare...no, direi proprio di no." E infatti poi hai adottato Googhi."
"Ma com'è intelligente questo bambino cuore della sua zia che ricorda ogni cosa..."
"Poi a un certo punto sei arrivata a casa, ricordo che eravamo in giardino e tu hai detto ci sarebbe un piccolo problema."
"...guarda tu che memoria..."
"...ma per me non era un problema perchè arrivava mio cugino e finalmente non ero più il più piccolo. Allora noi ti abbiamo chiesto ma non preferivi i cani?"
"Devi andare avanti ancora per molto?"
"E tu mi sono sbagliata, e allora?"
"Detta così zia, devi ammettere..."
"Io ne voglio 10. Meglio pari, sì."
Questa parte della mia vita si chiama ' culo'.
E' quella in cui Susibita trova posto a Nina, da marzo in poi, nell'asilo del paese oltre il bosco, quello che è così vicino da non scombinarle troppo gli orari e che costa (poco) meno del solito salasso.
E' quello in cui si convince dell'immeritata botta di culo e sghignazza tra i denti, così.
Medagliha-medagliha-medagliha.
Questa parte della mia vita si chiama 'cazzo ridi'.
E' quella in cui Susibita fa il conto di quanto spende in 4 mesi di nido.
E' quella in cui scoprite che Nonna Pensaci tu dovrà fare un piccolo intervento ma la riabilitazione sarà lunga, quindi non potrà scendere ad aiutarti con la bambina in primavera.
E' quella in cui Susibita si convince che questa sia la punizione divina perpetrata a suo castigo per essersi lamentata della cucina padellata, del sugo al tonno e del giudizio non richiesto sulle coppie gay.
Eventualmente anche per essersi autocompiaciuta di dire: "Solo quando il mondo sarà diventato abbastanza onesto da non impartire lezioni di religione ai ragazzi prima del quindicesimo anno di età ci si potrà aspettare qualche cosa da esso". Così, solo perchè faceva figo citare Schopenhauer.
Questa parte della mia vita si chiama 'non c'è più rispetto per gli anziani'.
"Zia, io voglio tanti bambini, direi 10."
"Amore, hai 16 anni, è ovvio che non sai di cosa parli."
"Invece sì. A me non fa paura avere tanti bambini, lo fanno tutti."
"Va bene. Ne riparliamo dopo il parto, cara."
"Lo fanno tutte sì, è naturale. Poi davvero si vedono in giro di quelle cose... perchè non dovrei farcela io? In fondo ci riescono persone...hem..voglio dire ce l'hanno fatta anche...sì insomma...dai zia, lo sai. Ce l'ha fatta persino tu."
"..."
"eddai zia, non t'offendere."
"Piccola serpe."
"Ma ve la ricordate la zia 3 anni fa?"
"Tu taci che 3 anni fa eri uno scricciolo, che vuoi ricordarti tu."
"Mi ricordo invece! Nonna ti diceva sempre "Susi guarda la vicina di casa, guarda che bella bimba, non ti viene voglia?" e tu:"Mi lasci pensare...no, direi proprio di no." E infatti poi hai adottato Googhi."
"Ma com'è intelligente questo bambino cuore della sua zia che ricorda ogni cosa..."
"Poi a un certo punto sei arrivata a casa, ricordo che eravamo in giardino e tu hai detto ci sarebbe un piccolo problema."
"...guarda tu che memoria..."
"...ma per me non era un problema perchè arrivava mio cugino e finalmente non ero più il più piccolo. Allora noi ti abbiamo chiesto ma non preferivi i cani?"
"Devi andare avanti ancora per molto?"
"E tu mi sono sbagliata, e allora?"
"Detta così zia, devi ammettere..."
"Io ne voglio 10. Meglio pari, sì."
Questa parte della mia vita si chiama ' culo'.
E' quella in cui Susibita trova posto a Nina, da marzo in poi, nell'asilo del paese oltre il bosco, quello che è così vicino da non scombinarle troppo gli orari e che costa (poco) meno del solito salasso.
E' quello in cui si convince dell'immeritata botta di culo e sghignazza tra i denti, così.
Medagliha-medagliha-medagliha.
Questa parte della mia vita si chiama 'cazzo ridi'.
E' quella in cui Susibita fa il conto di quanto spende in 4 mesi di nido.
Iscriviti a:
Post (Atom)