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mercoledì 24 aprile 2019

A volte ritornano.

Chissà quante volte avete sentito dire che "i vaccini causano l'autismo".
Chiariamo subito: non è vero.
Non c'è nessun motivo che lo faccia pensare anche perché tutti gli studi (seri) sull'argomento lo hanno escluso, è una delle bufale più classiche e diffuse sui vaccini.
C'è anche un'origine molto particolare di questa leggenda e l'ho raccontata molti anni fa, probabilmente tra i primi in Italia a parlarne. Qui raccontai la storia, qui qualche sviluppo.

Periodicamente però c'è chi tenta di farla tornare di moda e in questi giorni ho ricevuto alcune segnalazioni su un video che "riabiliterebbe" il ciarlatano che ha dato origine a questa stupida e pericolosa leggenda. Nonostante la vicenda è ormai storia ed è ricordata solo come esempio e monito di come anche la scienza possa essere vittima di interessi e truffe, ogni tanto qualcuno prova a rimettere in gioco la figura sporca e proverbialmente furba di Andrew Wakefield, l'ex medico inglese che diede origine alla bufala del nesso vaccini autismo. Con un colpo di spugna cancella tutte le sue malefatte e lo trasforma in eroe contro il sistema. Possibile che serva ogni volta ripetere i fatti? Eh sì, non siamo bravi a ricordare le cose quando non ci convengono.
Per questo ho pensato che fosse il caso di raccontare di nuovo come andarono le cose.

Partiamo dal contesto. Di cosa stiamo parlando?

Morbillo, vaccini e Andrew Wakefield.

Dal 1988 in Inghilterra fu introdotto il vaccino trivalente (morbillo, parotite, rosolia MPR, in inglese la sigla è MMR) al posto del vaccino singolo per ogni malattia. Questo sia per diminuire il rischio della somministrazione (fare un vaccino è molto meno rischioso che farne tre) ma anche per assicurare maggiore protezione ai bambini (con una sola puntura sarebbero stati protetti da tre malattie e non da una sola). Questa si rivelò una buona scelta perché le coperture vaccinali crebbero in maniera evidente. La malattia era sotto controllo e non si erano più registrate epidemie preoccupanti.

Nello stesso anno un gastroenterologo inglese, Andrew Wakefield, pubblicò uno studio nel quale sosteneva di aver trovato anticorpi antimorbillo (del ceppo presente nei vaccini) in bambini che soffrivano di disturbi dello sviluppo mentale (autismo, per esempio) e colite (un disturbo intestinale). Disse Wakefield nello studio che questi bambini avevano tutti un disturbo intestinale, che erano vaccinati e che quindi si poteva ipotizzare che fosse il vaccino colpevole di quei problemi intestinali. Nello studio (come nella maggioranza degli studi seri) si conclude che non vi è nessuna certezza di un collegamento tra disturbi intestinali, autismo e vaccini ma che il dato era quello.
Lo studio non era importantissimo (solo 12 bambini studiati, nessun gruppo di controllo, dati vaghi) ma forniva un dato interessante.
Il problema sorse dopo una conferenza stampa di presentazione dello studio nella quale Wakefield disse che in effetti c'era un collegamento tra vaccinazione trivalente (MPR) e autismo e che, a suo parere, era molto più sicuro fare vaccinazioni singole (cioè per le singole malattie), cosa che a quel punto in Inghilterra era ormai in disuso.

La cosa scatenò molte polemiche, i giornali si buttarono a capofitto sullo "scoop", Wakefield era invitato a trasmissioni e talk show e si diffuse la paura del vaccino, con conseguente caduta delle coperture e, dopo molti anni, ritorno di casi di morbillo (che tornò ad essere endemico in Inghilterra) con alcuni decessi. Fu un caso nazionale e molti esperti cercarono di riparare ai problemi causati dalle parole (sicuramente avventate di quel, fino ad allora anonimo, ricercatore).
A quel punto però il danno era fatto e si diffuse in tutto il mondo.

Ma un giornalista, Brian Deer, noto per le sue campagne contro Big Pharma (tra le altre cose scoprì gli effetti collaterali nascosti di un noto e venduto antibiotico) riuscì prima a intervistare i genitori dei bambini studiati dal medico inglese e da lì trovò anche dei documenti sconvolgenti.

Riuscì a scoprire un vaso di incredibili falsificazioni, comportamenti scorretti, trattamenti non etici sui bambini e tutto finanziato da uno studio legale che si occupava di ottenere risarcimenti per presunti danni da vaccino che dallo studio poteva ottenere ottima benzina per le sue cause. Inoltre si scoprì che Wakefield aveva brevettato un vaccino singolo (proprio quello che consigliava al posto di quello trivalente in uso in quel momento).
Wakefield aveva sottoposto i bambini da lui studiati a procedure non indicate e invasive (biopsie intestinali, punture lombari e colonscopie), non aveva rispettato le regole del comitato etico del suo ospedale e aveva danneggiato l'immagine dei medici.
Per riassumere, il ricercatore inglese aveva pubblicato uno studio basato su dati falsi e raccolti in maniera scorretta, pericolosa e irrispettosa dei bambini e lo fece, senza dichiararlo, finanziato da uno studio legale che cercava dati per sostenere le sue cause e che usò soldi destinati ad altri scopi. L'eco causato dallo studio determinò una paura generale nei confronti dei vaccini con calo delle vaccinazioni e diversi casi di malattia.

Per questi motivi e dopo un lungo procedimento, Wakefield fu radiato dall'ordine dei medici, accusato di essere "disonesto e irresponsabile". Il presidente della commissione dell'ordine dei medici britannico (il GMC, General, Medical, Council) disse che Wakefield aveva dimostrato "cinico disprezzo" nei confronti dei bambini usati per lo studio.
Assieme a lui furono radiati il suo primario (co-autore dello studio) e un altro medico.
Gli altri autori dello studio, davanti allo scandalo, ritirarono la loro firma da quella ricerca dicendosi inconsapevoli della frode.
Dopo un ricorso, qualche anno dopo, il primario di Wakefield (ormai in pensione) Walker-Smith, fu riabilitato perché non era al corrente della truffa e fu anch'esso vittima del medico frodatore e non un suo complice come inizialmente (ed erroneamente) pensato.

Lo studio pagato dagli avvocati.

Lo studio legale dell'avvocato Richard Barr ebbe un ruolo decisivo nella corruzione di Wakefield il quale non solo prese un bel po' di denaro dagli avvocati che cercavano "una pezza" sulla quale basare le loro richieste di indennizzo per i propri assistiti (che secondo loro erano danneggiati da vaccino) ma non tenne conto del fatto che le spese per eseguire lo studio erano già pagate (in parte) dal servizio sanitario nazionale inglese, quindi Wakefield fu accusato anche di sperpero di denaro pubblico, prese soldi dagli avvocati e dallo stato. A maggior ragione perché l'avvocato Barr, per pagare Wakefield, usò fondi del Legal Aid Board che ufficialmente (sono fondi statali) dovevano essere usati per sostenere famiglie che non potevano permettersi un avvocato nelle loro cause. In pratica i soldi furono deviati a Wakefield senza ragione e il medico, per giustificarne l'uso, li utilizzò per le spese che servivano per la ricerca sui bambini autistici. Lo scopo di questo studio, sovvenzionato dall'avvocato, non era nemmeno così nascosto: "L'obiettivo è trovare prove che potranno essere accettabili in un processo sul collegamento tra il vaccino morbillo/parotite/rosolia o quello morbillo/rosolia e certe condizioni" (nota 6 references delle indagini di Deer).

Wakefield sottopone allo studio legale di Barr l'organizzazione della ricerca su autismo e disturbi intestinali.

Barr, in varie rate e con varie giustificazioni (soggiorno dei bambini in ospedale, acquisto materiali, spese varie) passò delle somme di denaro a Wakefield che furono versati come provato dal GMC.
Questa non è una supposizione ma sono dati provati e persino ammessi dall'ex medico inglese (dalla trascrizione del processo del GMC, a pagina 6 e seguenti). Wakefield inoltre, chiese una parcella stratosferica (circa 150 sterline l'ora, più o meno 170 euro) per un totale di 750.000 dollari. Ovviamente Wakefield, mentendo, negò di aver ricevuto denaro e le altre accuse.

L'aspetto etico

Aver sottoposto bambini a esami dolorosi, invasivi, con anestesia, potenzialmente rischiosi per i quali non c'era indicazione, effettuati senza competenza, aver nascosto i propri conflitti di interesse, aver nascosto il pagamento da parte dello studio legale, aver proceduto all'esame di alcuni bambini senza permesso del comitato etico, sono gli aspetti che hanno indotto il GMC a considerare non etico il comportamento di Andrew Wakefield. Bisogna ricordare che i comitati etici esistono proprio per evitare che si compiano atti violenti, non indicati, non consentiti o non morali nei confronti delle persone (questa è una garanzia a protezione del paziente, anche gli esperimenti medici devono essere etici, permessi e utili) e ovviamente bambini, malati o persone con problemi di salute sono maggiormente tutelati per ovvi motivi. Wakefield agì senza nessuna pietà e per il suo interesse, nei confronti dei bambini usati nel suo studio, l'uso per esempio di esami inutili e non indicati fu la regola.

Infine un fatto raccapricciante: Wakefield pagò 5 sterline ciascuno dei bambini di un gruppo invitato alla festa di compleanno del figlio, in cambio di un prelievo del loro sangue (pag. 54 verbale GMC) dal quale ottenere dei dati.

I dati falsi e manipolati

Uno dei comportamenti che più indigna chi conosce questa storia è quello relativo ai dati falsi usati da Wakefield per darsi ragione. L'aspetto etico con quello morale e quello amministrativo, ha sicuramente un peso fondamentale nella sua radiazione (il GMC ha radiato Wakefield per motivi deontologici e etici, non entra nel merito della veridicità dei suoi studi) ma fa rabbia vedere come un medico, che dovrebbe porre la correttezza tra i valori più importanti per la sua professione abbia usato dati falsi e la manipolazione di quelli veri pur di ottenere i dati che voleva. Succede, può succedere ma fa rabbia notare come spesso anche un furbo manipolatore possa avere la sua influenza sulla società e, soprattutto, sulla salute del prossimo.
Dopo il clamore suscitato dal caso Brian Deer e altri giornalisti si mettono al lavoro e scoprono alcune cose terribili ma interessanti che disegnarono il progetto diabolico dello scienziato inglese.

Wakefield, per esempio, raccolse le biopsie (prelievo di tessuto da diverse parti dell'intestino) di questi bambini per mostrare come vi fosse un legame tra autismo e colite (un.disturbo intestinale). Ricordiamo che lo studio parlava delle caratteristiche di 12 bambini proprio con autismo e problemi intestinali cosa che invece non emerge dagli originali degli esami istologici. Alcuni di quei bambini mostravano reperti di lieve infiammazione intestinale, un reperto comune (cioè non era segno di una particolare malattia, può essere anche un problema passeggero comune in molti bambini specie se non hanno una dieta equilibrata) altri non avevano addirittura nessun problema intestinale, né dal punto di vista dei sintomi né dagli esami effettuati.

Bambino 5 dello studio: nessun riferimento a sintomi intestinali (pag. 30 del verbale GMC) 
Lo studio di Wakefield parlava di "colite aspecifica" (già dal titolo) in tutti i soggetti, cosa falsa e si evince proprio dagli esami che egli stesso fece.
In questa tabella un riassunto di tutti i dati (colonna verticale i singoli bambini studiati, orizzontale le varie sedi delle biopsie intestinali, le lettere sono i vari segni che dovrebbero mostrare l'infiammazione dell'intestino i numeri da 0 a 3 il grado di infiammazione: 3 è il grado più grave, 0 quello meno grave). Le biopsie, controllate dal dottor Dhillon, mostravano come nessun bambino avesse un problema intestinale più che "minimo" (gradi 0 o 1, pochi 2), cosa che poi Wakefield manipolò trasformando quelle biopsie in "patologiche".
C'erano addirittura bambini con un intestino assolutamente normale (come il bambino sette o l'uno).
Persino le diagnosi di disturbo dello spettro autistico non riguardavano tutti i (pochi) bambini studiati e questo è scritto già nello studio. Tutto questo fu trasformato poi in "il vaccino trivalente causa l'autismo" e poi in "i vaccini causano l'autismo". Questo può far capire come uno studio ha trasformato ingiustificatamente (e pericolosamente) le sue conclusioni.

Bambino 8. Non aveva autismo ma encefalite

Biopsia intestinale del bambino 1: normale. Wakefield diceva che TUTTI i bambini studiati avessero anomalie intestinali
I fatti incredibili che emergono dalle (fitte) 143 pagine del verbale del processo GMC sono tanti, a tratti preoccupanti e descrivono un Wakefield determinato, senza scrupoli e convinto di raggranellare quanti più dati possibili che potessero essere utili alla sua causa e non certo alla scienza o al progresso. Infine, nelle interviste che fece il giornalista Brian Deer ai genitori dei bambini coinvolti nello studio, apparve diverse volte evidente che alcuni di essi manifestarono i primi sintomi neurologici prima di ricevere la vaccinazione (come il bambino 11), che invece nello studio erano descritte come diagnosi di autismo ricevute dopo la vaccinazione trivalente. Dai dati risulta che solo due su dodici bambini, avessero avuto con certezza diagnosi di autismo prima della vaccinazione. Sembrano manipolati ad uso e consumo dell'ex medico inglese altri dati relativi a quei bambini, emergono per esempio differenze tra le diagnosi originali (da parte dei loro medici curanti o di altri medici che li avevano visitati) di questi bambini e quelle finali che Wakefield usava per il suo studio. In pratica tra quanto scritto nello studio e quanto emerso dai documenti originali c'era una differenza abissale e decisiva, tanto che nessuno dei 12 bambini coinvolti nello studio soddisfaceva tutti i requisiti necessari per essere incluso nella ricerca (cosa che invece Wakefield dichiarava nello studio) e già il titolo stesso dello studio ("Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and pervasive developmental disorder in children" cioè "Iperplasia nodulare ileale linfoide, colite non specifica e disordine pervasivo dello sviluppo nei bambini") fu totalmente smentito. In quei bambini non c'era iperplasia ileale linfoide, non c'era (sempre) colite non specifica e non c'erano (sempre) disordini pervasivi dello sviluppo, un vero e proprio falso scientifico. Il resto, cioè il collegamento con la vaccinazione, è un dato, potendolo dire, ancora più inesistente.

Paragone tra dati pubblicati su Lancet e dati originali registrati dai ricercatori. L'ultima colonna considera tutti i parametri che dovevano avere i bambini e confronta ciò che è riportato nello studio con ciò che è scritto nei registri: non corrisponde nulla.

Inoltre i risultati della ricerca di virus del morbillo nelle biopsie dei bambini (ricordiamo che Wakefield disse di aver trovato particelle del virus e quindi collegava i problemi intestinali alla vaccinazione) erano tutti negativi (come testimoniato da Nicholas Chadwickun collaboratore dell'ex medico) ma furono trasformati in positivi.
Soldi.

I soldi che Wakefield guadagnò tramite lo studio legale che lo finanziava non furono gli unici che l'ex medico inglese si proponeva di accaparrarsi. Non solo Wakefield aveva brevettato (brevetto numero 9711663.6, del 6 giugno 1997), casualmente, proprio un vaccino singolo per il morbillo con una sua società, lo stesso vaccino che ormai in Inghilterra non c'era più e che lui, "ovviamente disinteressatamente", consigliava al posto di quello trivalente che si usava all'epoca.

Il brevetto del vaccino singolo creato da Wakefield
Wakefield inoltre aveva in progetto di produrre un test in grado di diagnosticare la fantomatica "enterocolite autistica" (quella che, secondo lui, avevano i bambini autistici che arruolò per lo studio ma che in realtà non avevano niente). Si è calcolato un potenziale guadagno di 43 milioni di dollari, guadagni mai avvenuti perché fu posto fine al tentativo di speculazione.

Com'è finita.

Per tutto questo l'uomo giudicato disonesto e punito, fu radiato dall'ordine dei medici britannico perdendo quindi la possibilità di fare il medico (in Europa). Il suo studio fu ritirato da Lancet, la prestigiosa rivista che lo aveva pubblicato e ora Wakefield vive come un vecchio attore in pensione con fans che lo adorano tra feste e serate nella piscina della sua ricca villa, scrive libri, gira film e partecipa a conferenze in tutto il mondo. Wakefield infatti non si perse d'animo nemmeno dopo la radiazione, cavalcò l'onda dell'antivaccinismo, iniziò a girare come una star, frequentando salotti vip e buona società e diventando ricco e famoso, guadagnando proprio sfruttando quella vicenda e descrivendosi come "vittima di complotto", ripiego che lo ha fatto diventare molto più ricco e famoso di quando era un normale medico, l'immagine della sua villa con piscina e cascate in Texas è un ritratto di come l'essere stato esempio di frode scientifica, nel suo caso, è forse stata la sua fortuna economica.

L'ipotesi truffaldina di Wakefield fu comunque studiata numerosissime volte e non è mai emerso alcun dato serio che possa collegare i vaccini all'autismo. I tentativi di riabilitare Andrew Wakefield, quindi, sono banali tentativi di recuperare una figura ormai simbolo negativo nel mondo scientifico. Wakefield è stato condannato dall'ordine dei medici, escluso dalla comunità scientifica e ora è niente di più che un uomo di spettacolo che gira il mondo per raccogliere soldi e mantenere la sua più che agiata vita. Molti antivax lo vedono ancora sinceramente come un guru, è stato lui a lanciare in epoca moderna la paura dei vaccini, altri lo vedono solo come gancio per le loro trovate di disinformazione. La verità è molto più ovvia.

Wakefield ha provato a giocare sporco per i suoi interessi economici. Gli è andata male. Ma alle persone, come diceva un vecchio saggio, non è facile far capire una truffa e ci cascano volentieri più volte. Così lui continua a fare il guru e arricchirsi e altri devono inseguire il suo fantasma per evitare altri danni e per sottolineare che si possono trovare tutte le scuse del mondo, Wakefield resta l'autore di una delle frodi scientifiche più sporche, note e pericolose mai avvenute.

La cosa più interessante a livello "sociale" è che anche i gruppi antivaccinisti avevano abbandonato Wakefield nelle loro discussioni, troppo pesante, irrecuperabile, troppo negativa come figura, meglio altre facce più pulite. La mancanza però di altri appigli, l'inutile ricerca di qualcosa che potesse dimostrare che "il vaccino sarebbe il male", ha indotto molti antivaccinisti a cercare qualche scusa per riabilitarlo, per averlo di nuovo tra "i giusti", mediaticamente funzionava perché il personaggio è noto (per la sua frode) in tutto il mondo e gode di appoggi in molti ambiti.
Inizialmente, per "recuperare" l'immagine di Wakefield, tutto si basava sulla riabilitazione del suo primario, il dott. Walker Smith, radiato con lui ma poi riammesso all'ordine dei medici perché provato innocente. Ovviamente la sua riabilitazione non ha nulla a che vedere con quella di Wakefield ma qualcuno provava a collegarla. Ora si tenta la carta del complotto: Wakefield vittima di poteri forti ma è difficile immaginare una vittima di complotto dei poteri forti (come lui si descrive) che però conduce la vita di una star tra champagne e modelle e davanti alle menzogne, all'abuso sui bambini e al guadagno truffaldino probabilmente anche il tentativo di condurre tutto a un complotto è il solo modo per cercare di nascondere queste malefatte.

Fatti di questo genere sono noti e comuni in molti esperimenti scientifici, alcuni dei quali hanno originato grandissimi guadagni disonesti da parte delle case farmaceutiche (basti ricordare il caso Vioxx), l'uso di dati falsi e manipolati nella ricerca scientifica non è un inedito. Qui però nasce uno strano fenomeno. Mentre tutti, compresi gli ambienti alternativi condannano la ferocia dei ricercatori che manipolano i dati a vantaggio delle aziende farmaceutiche, in questo caso sono proprio gli "alternativi", i "complottisti" che "perdonano" se non giustificano la stessa cosa fatta da Wakefield. Ce n'è per uno studio psicologico e sociologico direi.
La sostanza però resta una, qualsiasi scusa si trovi Wakefield ha imbrogliato consapevolmente.

Basta non dimenticarlo quando per l'ennesima volta qualcuno proverà a riabilitare la sua figura, ricordiamo "disonesta e irresponsabile", a detta dell'ordine dei medici britannico.

Alla prossima.

sabato 26 novembre 2016

Vaxxed: Il misterioso complotto sui vaccini creato per farci un film. (seconda parte)

Nella prima parte dell'articolo ho descritto una vicenda che ha suscitato molta polemica negli Stati Uniti, da noi non se ne è parlato tanto fino a pochi giorni fa.
Abbiamo conosciuto i punti principali della vicenda ed i protagonisti della storia, ora possiamo scendere nei particolari ed analizzare questo presunto scandalo che è diventato addirittura un documentario il cui regista è Andrew Wakefield.

È lui il medico che falsificò uno studio dicendo che il vaccino trivalente (morbillo-parotite-rosolia) fosse causa di autismo e che, per aver usato dati falsi, manipolazioni e per problemi etici, fu radiato dall'ordine dei medici britannico. Lo stesso argomento che a Wakefield costò la carriera è ripreso in questa vicenda: il vaccino trivalente sarebbe causa di autismo. Da tutto questo è stato tratto un documentario dal titolo "Vaxxed". In pratica c'è un filo conduttore unico, l'ex medico Wakefield che continua a riproporre la sua teoria.

Ma se questa è stata smentita, se il suo studio è stato sbugiardato e ritirato, se Wakefield ha perso la licenza per esercitare cosa è cambiato per tornare sull'argomento? Approfondiamo la storia e vedremo che non è proprio semplice. Prima un breve riassunto (per leggere più particolari meglio leggere la prima parte del post).

La storia: CDC whistleblower.

Antefatto : uno studio, pubblicato nel 2004 e che studia un gruppo di bambini statunitensi, conferma ciò che si era visto in altri studi, ovvero che non vi è alcuna connessione tra vaccino antimorbillo ed autismo. È la conclusione che oggi possiamo definire comunemente accettata dalla comunità scientifica.

Un bioingegnere, Brian Hooker, coinvolto nell'argomento perché direttamente interessato da cause di risarcimento da presunto danno da vaccino (ha un figlio autistico e crede che il problema derivi proprio dal vaccino trivalente) chiede alle autorità di avere i dati dello studio (li ottiene) per poterli rianalizzare e dalla sua "revisione" esce fuori un'altra conclusione: nel gruppo di bambini studiati per la ricerca, in alcuni di essi (neri, maschi, vaccinati entro i 36 mesi) il rischio di autismo associato alla vaccinazione è altissimo, c'è insomma una forte correlazione (attenzione: non un rapporto causa-effetto ma una correlazione, un semplice legame) tra vaccinazioni ed autismo, i bambini autistici sono molto più frequenti in quelli vaccinati. Questo rischio aumentato sarebbe già emerso nello studio originale ma gli autori, alla fine avrebbero deciso di non considerare le differenze di razza nelle conclusioni finali.

La cosa sarebbe stata confermata da William Thompson, co-autore di quello studio e scienziato statunitense del CDC (Center for Disease Control, ente sanitario statunitense) che si dice "pentito" per non aver rilevato quella scottante verità ai tempi della ricerca originale, l'uomo aggiunge che gli autori decisero di distruggere tutti i documenti dello studio che però lui conservò perché non gli sembrava giusto distruggere una tale mole di dati.
Questi dati (a fondo pagina trovate il link per scaricarli tutti) sono passati da Thompson a Wakefield ed Hooker e quest'ultimo pubblica queste sue conclusioni in un nuovo studio che è uscito dopo qualche mese. Il fatto che Thompson sia una persona "interna" alle istituzioni (è uno stimato studioso del CDC) crea ancora più mistero attorno alla storia. È lui ad essere chiamato "whistleblower" ("testimone", "informatore").

Le autorità e l'autore principale dello studio (il prof. DeStefano) smorzano le polemiche: non c'è nessuna novità e nessun segreto, Hooker ha semplicemente "ricalcolato" i dati inserendone altri in modo che alla fine si giungesse alla conclusione che desiderava. Hooker è d'altronde un antivaccinista convinto e da anni ha scelto ufficialmente la missione di "perseguire" il CDC per svelare quella che secondo lui è la verità, ovvero che il vaccino trivalente abbia causato l'autismo del figlio. A coordinare tutto sempre lui, Andrew Wakefield, l'ex medico capofila dei movimenti antivaccino del mondo che ha infine tratto il film Vaxxed dalla vicenda.
Saremmo quindi davanti ad una scoperta epocale condita da un complotto o si tratta della solita esagerazione di chi ha interesse (economico) a rendere esistente un collegamento smentito da più parti?
Approfondiamo. Partiamo dalla "rianalisi" che Hooker ha fatto dello studio originale.

L'analisi di Brian Hooker

Brian Hooker nella sua "rianalisi" (pubblicata su una rivista scientifica) parte male. Per riferirsi alle ipotesi che legano le vaccinazioni all'autismo si appoggia ad altri studi che però sono di livello bassissimo e senza impatto, per esempio cita diversi lavori di Mark Geier, ex medico (radiato per le sue pericolose pratiche ciarlatanesche, curava l'autismo con la castrazione chimica), considerato un guru dai movimenti antivaccino, poggiare le proprie ipotesi su altre ampiamente smentite non è il massimo dell'equilibrio, Hooker cita anche i lavori di Andrew Wakefield, la cui affidabilità è, diciamo, discutibile. Insomma, l'autore dello studio non sembra così "neutrale" e privo di pregiudizi da risultare attendibile. Si scopre anche che Hooker, come detto, è già un personaggio coinvolto in ambienti antivaccinisti, essendo padre di un bambino autistico con in corso una causa legale per ottenere risarcimento e basandosi proprio sull'ipotesi che sia stato un vaccino a causare il problema del ragazzo, fa parte di un gruppo antivaccini molto attivo, non si può parlare quindi di mancanza di interessi personali nell'ottenere quei dati. D'altronde lo stesso Hooker ha dichiarato ufficialmente (anche nel film Vaxxed) di aver perseguitato per anni gli scienziati delle istituzioni americane che studiano i vaccini e che il suo scopo era quello di demolire il CDC, il suo fine quindi è proprio quello: distruggere l'istituzione.

A quanto pare anche lo studio dei dati da parte di Hooker non sarebbe perfetto. C'è un detto tra gli statistici: "shit in, shit out", tradotto (in maniera elegante): "se inserisci spazzatura esce spazzatura", perché a quanto pare chi ha studiato quei dati non si è curato di farlo in maniera impersonale e fredda ma li ha "strizzati", ottenendo i risultati che voleva.
L'argomento è prettamente statistico e rischierebbe di annoiare (è anche complicato), ma le critiche alla parte statistica della ricerca non sono poche, provo a riportarle.
Hooker ad esempio ha usato il "chi quadro" (uno dei tanti metodi di analisi statistica, il test di Pearson) per controllare il nesso tra vaccinazione MPR ed autismo nelle varie età mentre, nei dati originali di DeStefano, era stata usata la regressione logistica condizionale (un altro metodo statistico), questa seleziona meglio i dati, quella usata da Hooker tende ad amplificare i risultati con più possibilità di errore poiché ha analizzato uno studio "caso controllo" (lo studio originale, che analizzava i fattori di rischio di individui paragonati a casi di controllo) come se fossero dati di "coorte" (che analizzano il rischio relativo ad una condizione, in individui con fattori di rischio diversi).
Questa anomalia statistica l'ho ricavata dai vari articoli di critica, non sono competente nel campo e quindi non saprei fino a che punto si possano ritenere motivi affidabili per "demolire" il lavoro di Hooker, per i curiosi, esistono in rete molti articoli che smontano pezzo per pezzo l'analisi statistica in questione.

Ma c'è dell'altro e molto più evidente. Per esempio il fatto stesso che l'aumento di incidenza di autismo sia stato notato solo in un sottogruppo (se cerchi a tutti i costi un risultato, selezionando progressivamente dei gruppi da studiare o riducendone i criteri di selezione è più semplice ottenerlo) fa pensare ad un risultato spurio (cioè non corretto, condizionato da altri fattori).

Hooker, inoltre, ha dovuto modificare (arbitrariamente) alcuni dati per ottenere quelli che cercava (i bambini di colore erano pochi e quindi ha abbassato il limite d'età della vaccinazione, considerando quello a 31 mesi, per inserirlo nello studio statistico, vedi tabella sotto). Insomma, ha cercato quei risultati, non li ha ottenuti in maniera equilibrata.

Hooker, avendo pochi bambini (cinque) nel gruppo da studiare, diminuisce i mesi di analisi dei dati, da 36 a 31

Che il rischio di autismo aumenti con l'età poi, può non sorprendere. Le diagnosi di autismo si fanno quando il bambino ha raggiunto almeno i 3 anni (perché è il quel momento che si possono notare anomalie del linguaggio, dello sviluppo, dell'interazione con l'ambiente, non prima), che rispetto ai più piccoli siano i bambini più grandi a ricevere più diagnosi di autismo non è un dato nuovo, lo sappiamo, ma Hooker associa anche questo dato con la vaccinazione, non nota rischio per la vaccinazione prima dei 18 mesi, un lieve rischio a 24 ma un rischio aumentato del 340% a 36 mesi, il dato è visto da Hooker come "interessante" quando potrebbe essere assolutamente normale senza studiarlo attentamente.
L'autore non tiene conto neanche del fatto che i bambini con diagnosi di autismo hanno più possibilità di essere vaccinati precocemente, spesso infatti (negli Stati Uniti, ma anche da noi) sono inseriti in attività di sostegno, in sistemi prescolastici o scolastici, in strutture che richiedono la vaccinazione obbligatoria (così spiega la correlazione il CDC in un suo comunicato relativo a questa vicenda) e non tiene conto nemmeno di altri fattori che in passato hanno mostrato di condizionare pesantemente la diagnosi di autismo, primo tra tutti lo stato economico e sociale delle famiglie e d'altronde non vi sarebbe alcun motivo biologico plausibile per spiegare una differenza tra bambini neri e bianchi nell'incidenza di autismo (infatti anche per questo non si differenzia l'etnia in questo tipo di studi), si tratta con molta probabilità di un dato, ammessa la sua correttezza, dipendente da altri fattori, quello che si dice "spurio"...e sono troppi questi fattori ignorati, volontariamente o meno non lo sappiamo.
Lo sottolinea anche Paul Offit, professore di pediatria e scrittore, che sostiene come quei dati mostrino semplicemente la realtà che però gli antivaccino hanno manipolato a loro vantaggio. Secondo Offit le comunità nere, avendo un minore livello socio-culturale tendono ad essere meno vaccinate. Quelli tra loro che hanno avuto una diagnosi di autismo sono però seguiti dagli enti preposti che quindi li inviano a vaccinazione perché "conosciuti" ai servizi sociali.
Per questo Offit dice che non sono stati i vaccini a provocare l'autismo di quei bambini ma è stato l'autismo che li ha fatti vaccinare (cosa che spesso non fanno se non seguiti dalle istituzioni) e per questo nel sottogruppo di bambini neri, gli autistici sono fortemente correlati alle vaccinazioni. Questo dato sembra essere confermato proprio dai registri vaccinali relativi all'anno studiato dalla ricerca di cui si parla, il 1993.
I bambini di colore hanno una percentuale minore del 10% di vaccinazione antimorbillo rispetto a tutti gli altri. Se quelli studiati nella ricerca mostrano una più alta percentuale di vaccinazioni, sembra plausibile che questo sia avvenuto perché si trattava di bambini con diagnosi di autismo. Con tutta probabilità, quindi, proprio chi tra loro ha ricevuto una diagnosi di autismo è stato avviato ai controlli e le procedure sanitarie (tra le quali la vaccinazione) che non seguivano in precedenza ed è per questo che ad aumento di vaccinazioni corrisponde aumento di autismo.

Nel 1993 i bambini di colore hanno avuto il 10% di vaccinazioni in meno rispetto agli altri.
Indubbiamente i bambini di colore o bianchi, ispanici, arabi o asiatici, sono ovviamente individui molto simili biologicamente e che l'analisi dei dati abbia dato questo risultato è quindi strano, soprattutto se consideriamo anche i numeri: il gruppo dei bambini di colore è troppo piccolo per farne una statistica attendibile.
Da sottolineare che, al contrario di quello che sostengono gli antivaccino (parlano di frode, imbroglio, danno deliberato), non vi è nessun dato censurato o nascosto, i dati sono quelli dello studio (che infatti il CDC ha fornito su richiesta ad Hooker), pubblici, a disposizione di tutti coloro che ne facciano richiesta, è la "lettura" degli stessi che è diversa.
Ho letto anche che dal calcolo (non posso rivedere i numeri visto che lo studio è stato ritirato) risulterebbe che il rischio aumenta di 2,4 volte e non di 3,4, ma il dato a questo punto sarebbe relativamente importante, prima bisognerebbe capire se è corretto o meno il risultato generale.
Per onestà e correttezza, infatti, non si può dire però che i dati siano sicuramente sbagliati o per forza manipolati in malafede, ma si può dire che così non dicono niente di nuovo, sono una rielaborazione di numeri conosciuti, il cui risultato è spiegabile in molti modi e proprio per questo si pongono diversi interrogativi sulla loro correttezza (interpretativa), troppi fattori che possono condizionarli e quindi nessuna conclusione sicura o probabile. Per questo motivo la storia, così com'è, non rappresenterebbe qualcosa di rivoluzionario o di particolarmente serio ma al limite un dato da valutare. Ma allora perché questo polverone ed addirittura un film che ha scatenato polemiche?
Perché gli autori del film, Wakefield in testa, descrivono tutto questo come una "truffa" accertata e dimostrata. È vero o gli autori sono in malafede?

La malafede si può sospettare solo conoscendo il contesto in cui è nata questa storia e sapendo chi è Wakefield, l'ex medico che ha orchestrato tutto.
Thompson, colui che avrebbe rivelato una grande frode del CDC non ha subito ripercussioni sul posto di lavoro, visto che è ancora un dipendente dell'ente (se avesse "rubato" dei dati nascosti probabilmente ora starebbe manifestando come disoccupato) ed ha ricevuto pure un premio produttività, ha dichiarato di avere buoni rapporti con i colleghi ed ha ribadito che per lui i vaccini restano efficaci e sicuri. L'atmosfera di spionaggio e segreti è quindi esagerata e costruita appositamente.

Questo studio quindi, molto probabilmente, non dimostra che nei bambini afro americani vaccinati prima dei 36 mesi vi sia un aumento di incidenza di sindrome dello spettro autistico rispetto agli altri bambini (perché questo non emerge in moltissimi altri studi).
Il clamore suscitato sembra quindi artificiale: ammesso e non concesso (e per trarre una conclusione da uno studio simile con conclusioni che smentiscono decine di altri studi di concessioni ne servono tante) che il dato emerso fosse attendibile, potrebbe essere un punto di partenza per ulteriori ricerche, per trovare un fattore che condiziona quel particolare sottogruppo ma non gli altri, ma tutto è stato usato per l'ennesimo scontro antivaccinisti/scienziati con un caos che alla fine non serve a nessuno, neanche a capire se da questa storia ci sia da salvare qualcosa. Nella migliore delle ipotesi insomma, questo sarebbe un dato che va in contrasto con decine di altri e che deve essere al massimo approfondito per confermarlo.
Ci sarebbe da aggiungere un altro dato provocatorio.
Se, come dicono anche in Italia i gruppi antivaccino, questa "rilettura" fosse corretta, se fosse vero che i vaccini aumentano il rischio di autismo nei bambini di colore, significa che abbiamo finalmente la dimostrazione che negli altri bambini questo rischio non esiste? Se prendiamo per vere le conclusioni del "nuovo" studio che ha causato la vicenda si potrebbe dire (usando i metodi antivaccinisti) di sì.
In parole povere: chi dice che alcuni bambini italiani non di colore abbiano un autismo causato dai vaccini starebbe mentendo. Curioso, vero?

Ma non è finita.
Tiriamo un po' il fiato e ricominciamo.

Le reazioni

Immancabilmente questa storia ha creato molta polemica.
Il CDC ha risposto in maniera netta.
I dati "non sono stati differenziati secondo la razza dei bambini in tutto il campione studiato" (solo una parte del campione era dotato di certificato di nascita dal quale si potevano estrarre informazioni supplementari). Per il CDC "i dati restano sempre a disposizione di chiunque li volesse studiare e sono benvenute le ulteriori analisi con possibilità di pubblicazione. Altri studi, anche i più rigorosi e recenti, hanno confermato che non vi è alcun nesso tra vaccinazione ed autismo".

A questo punto la rivista scientifica che aveva pubblicato lo studio, viste le polemiche e la possibilità che quelle conclusioni non fossero corrette, lo ha ritirato (perché l'autore non ha citato i suoi conflitti di interesse e perché i risultati sarebbero scorretti e frutto di una manipolazione statistica) l'informatore "segreto", ormai non più segreto, si è detto disposto a collaborare per rianalizzare i dati e rilascia un comunicato, inizialmente pubblicato nel sito del suo avvocato (pagina ora non raggiungibile, ma una copia si trova in vari siti, tra i quali questo), nel quale più o meno dice di essere dispiaciuto che gli autori dello studio (tra i quali vi era anche lui, ricordo) non abbiano messo in evidenza questi risultati e che non ha nulla contro i vaccini che hanno salvato milioni di vite umane incoraggiando i genitori a vaccinare i propri figli. Aggiunge poi:

"Ho discusso diverse volte dei miei lavori, non sapevo però di essere registrato e che la mia voce finisse su internet, non avevo dato nessun consenso"

...e sui dati dello studio:
"Mi sono preoccupato per la decisione di omettere risultati rilevanti in un particolare studio per un particolare sottogruppo di un particolare vaccino [...] uno scienziato ragionevole può avere interpretazioni diverse dei dati [...] farò di tutto per assistere qualsiasi ricercatore che abbia lo scopo di capire se i vaccini siano o meno correlati all'autismo. I miei colleghi al CDC sono stati decisamente professionali, non ho ricevuto pressioni, rappresaglie né sono stato allontanato dalla struttura, come qualcuno ha lasciato capire"
Insomma, Thompson ufficialmente non appare come lo spregiudicato antivaccinista che spara a zero ed urla allo scandalo, ha un atteggiamento molto più "diplomatico" ed accettabile e fa quasi un passo indietro, bisognerà capire se è stato messo in trappola da persone senza scrupoli, stia esprimendo un suo corretto dissenso scientifico o semplicemente si sia reso conto di averla fatta grossa. L'ipotesi dell'improvviso impazzimento la evito, anche se sicuramente il suo comportamento fa sorgere molte perplessità e sta imbarazzando più di una persona, tanto che qualcuno cerca spiegazioni nel carattere timido, ansioso ed ingenuo del ricercatore americano. D'altronde Thompson, anche nel suo comunicato, ribadisce che "i vaccini hanno salvato innumerevoli vite e mai suggerirei ad un genitore di evitare la vaccinazione". 

Ma perché allora se avesse avuto davvero dei dubbi su uno studio da lui stesso firmato non li ha esposti senza clamori e ufficialmente? Perché non li ha espressi nelle sedi adeguate e prima (sono passati 10 anni dallo studio di DeStefano firmato anche da lui)? Thompson ha fatto affermazioni molto gravi!
Perché le avrebbe rivelate con leggerezza ad un interlocutore del tutto inattendibile? In fondo in questo modo, ammessa la correttezza della sua ipotesi, l'ha svilita, ridicolizzata, l'ha resa inattendibile. Chi avesse la prova seria dell'esistenza della vita extraterrestre la rivelerebbe al direttore di un quotidiano scientifico noto e stimato per la sua attendibilità o la sussurrerebbe in segreto al rappresentante di un club ufologico considerato inaffidabile?

Il primo autore dello studio del 2004 (quello "originale" rianalizzato da Hooker), Frank DeStefano, ha dichiarato che il suo co-autore, Thompson, non ha mai avuto ripensamenti o dubbi su quei risultati, nemmeno pochi mesi fa, quando i due si erano incontrati.
In ogni caso DeStefano conferma i risultati dello studio, conferma che non evidenziano nessun collegamento tra vaccinazione ed autismo e sostiene che secondo lui il dato estrapolato da Hooker è probabilmente dovuto a fattori esterni (soprattutto l'aumento di vaccinati nei bambini autistici per il loro inserimento nel sistema educativo).
Il fatto che non sia emerso quel rischio nel sottogruppo dei bambini di colore, secondo DeStefano è dovuto all'esclusione della distinzione per etnia (race, "razza" in inglese) dei bambini studiati e questo perché mancavano, per molti di essi, i certificati di nascita. Questo ha un riscontro. Nelle bozze dello studio c'è un appunto a penna ("I would include race as a covariate, not as an exposure variable.") che dice chiaramente di non prendere in considerazione l'etnia dei bambini (vedi figura sotto) e quindi nessun complotto o censura, era un dato già deciso all'inizio.

Bozze dello studio di DeStefano: l'autore sottolineava già di non prendere in considerazione l'etnia dei bambini studiati.

Thompson (lo scienziato "traditore"), nel frattempo, ha ammorbidito la sua posizione, sembra abbia personalmente rianalizzato i dati giungendo alla conclusione che lo studio originale di cui era co-autore avesse concluso correttamente (e questa sua posizione ha irritato fortemente gli antivaccino che prima lo avevano avuto come "chiave" di tutta la vicenda ma ora parlano di manipolazione), cosa che dovrebbe annunciare a breve.

C'è da dire che il sospetto che si tratti di un'operazione "pilotata" e progettata è molto forte: già il giorno dell'uscita del video nel quale Wakefield annunciava lo "scoop" che ha dato inizio alla vicenda, si è scatenata sui social network (Facebook, Twitter) un'ondata organizzata di accuse, proteste e pressioni, anche ben orchestrata, con Andrew Wakefield in prima fila che parla di "rivoluzione" che dice "è solo l'inizio" e che incita i suoi "seguaci" a diffondere dovunque le proteste, molti "giornalisti indipendenti" hanno rilanciato la notizia in maniera martellante nei loro siti e nelle settimane passate è avvenuta una vera e propria campagna con forti pressioni della lobby antivaccinista nei confronti delle autorità, della stampa e di personalità di vario tipo (senza grandi risultati) con attacchi precisi e mirati a personalità influenti. Persino un politico americano (già noto per le sue simpatie "complottiste") ha fatto un'interrogazione al parlamento statunitense.

La mia prima impressione è stata quella di una reazione esagerata per qualcosa di assolutamente poco importante e la sequenza ravvicinata "scoop-scandalo-film-polemiche" è abbastanza tipico delle promozioni cinematografiche hollywoodiiane: creare un caso e legarlo all'uscita di un film è un vecchio mezzo pubblicitario delle produzioni di Hollywood. Se "puliamo" la storia di tutto il corollario "spionistico" e "complottistico", siamo davanti ad una rilettura di dati medici fatti da un bioingegnere (Hooker non è medico, né statistico o epidemiologo) con metodi discutibili e che evidenziano, ammesso e non concesso sia tutto vero, un risultato singolo, poco significativo e spiegabile in altri modi che non siano quelli cercati dalla lobby antivaccinista ma, se anche si ammettesse la correttezza dei dati saremmo molto lontani dal poter dare un giudizio definitivo, sono troppi i dati che smentiscono questa conclusione.
La cosa più probabile è comunque che si tratti di una conclusione errata: usando i numeri in maniera sbagliata si è ottenuto un risultato discutibile e poco importante, non invalida ciò che già sappiamo. L'interesse evocato è molto probabilmente costruito ed interessato.
Insomma, nella "peggiore" delle ipotesi, si tratterebbe di un dato da rivedere ed approfondire che nulla aggiunge o toglie a quello che sappiamo finora.
La "montatura" mi sembra abbastanza evidente.

Qualcuno parla di enorme ingenuità di Thompson che, probabilmente in buona fede, si sarebbe visto "rubare" dei pensieri poi usati in altri contesti e per interessi ben precisi, cosa verosimile, considerando che probabilmente il dott. Thompson con questa uscita ha bruciato decenni di onorata ed apprezzata carriera ed alla luce del suo probabile ed annunciato"passo indietro". Per completare il quadro sono state pubblicate delle mail che Thompson ha inviato ad una responsabile del CDC nelle quali si dichiarava preoccupato dei documenti relativi allo studio sui vaccini e delle conseguenze legali di una richiesta ufficiale di pubblicazione della documentazione relativa al suo studio sul vaccino trivalente (negli Stati Uniti esistono leggi che possono obbligare un'istituzione pubblica a pubblicare dati riservati per rispondere ad una richiesta di trasparenza).
Dagli antivaccino queste mail sono state interpretate come "paura" di dire la verità (quindi "prova" dell'inganno sui vaccini) da altri (ed a me sembra la spiegazione più plausibile) semplicemente la preoccupazione dello scienziato che avrebbe dovuto consegnare tutti i suoi documenti, appunti e note compresi, preoccupandosi delle conseguenze legali del diffondere dati e numeri dello studio che sarebbero riservati e sensibili.

Alla fine della vicenda, escludendo gossip e film scandalistici, dal punto di vista scientifico cosa è cambiato?
Niente, gli antivaccino continuano con la loro opera di terrorismo (molte ipotesi, tante congetture, nessun dato), le autorità sanitarie annaspano con la loro pachidermica maniera di informare ed i bambini continuano ad essere vaccinati mentre qualcuno casca con tutti i piedi nella disinformazione degli antivaccino. Chissà se questa storia avrà un seguito.

Il film: Vaxxed.

Per concludere arriviamo al film Vaxxed. Realizzato proprio da Andrew Wakefield il film parte da questa vicenda dello "scandalo" del CDC per poi concludere (senza altri elementi) con la tesi di partenza: "il vaccino trivalente è causa di autismo". In un attimo la truffa di Wakefield rinasce dalle sue ceneri ad opera di...Andrew Wakefield. Un tentativo di rifarsi un'immagine già distrutta dalla radiazione, dalla frode commessa e dalle violenze sui bambini di cui fu autore l'ex medico inglese.
L'operazione sembra ben architettata. Un presunto scandalo, un film che lo sfrutta per ripescare una vecchia tesi e tutto diretto da chi quella tesi l'aveva costruita con la menzogna. Argomenti perfetti: storie drammatiche, famiglie in crisi, bambini e ragazzi in condizioni pietose sbattuti in video e la solita storia: "mio figlio stava bene ma dopo il vaccino è stato male". Anche le immagini e le musiche guidano chi guarda nel tunnel: bambino allegro e vivace e poi bambino in cattive condizioni, scene che disturbano, che mostrano la sofferenza ad uso e consumo di Wakefield, che non fanno piacere perché strumentali. già l'inizio fa pensare ad un'operazione di propaganda, con la voce (doppiata) di Thompson (il "whistleblower") che dice "sono stato coinvolto in una frode che riguarda milioni di contribuenti" cosa assolutamente falsa, non c'è nessuna frode, come abbiamo visto.
Ho notato che i genitori di bambini autistici intervistati nel film sono tutti attivisti già noti e che tutti hanno tratto la loro conclusione, non hanno avuto una diagnosi di danno da vaccino ma hanno "capito" personalmente che il problema del figlio fosse dovuto al vaccino. Anche gli scienziati che parlano nel film sono noti per le loro posizioni non scientifiche e spesso estremiste, a partire dal premio Nobel Luc Montagnier, ormai da qualche anno dedito alla scienza spazzatura.

Spontaneamente mi è venuto da pensare che, se invece di perdere tempo e soldi dietro queste sciocchezze e queste persone lo facessero aiutando la ricerca sul campo, probabilmente aiuterebbero di più i loro bambini.

Ma il "documentario" non è a difesa dei bambini o delle famiglie, appare chiaro che si tratta di una vendetta di Wakefield, tutto è sfruttato a suo vantaggio. Il problema per lui è che alla fine il film non ha avuto il successo sperato, circola negli ambienti antivaccinisti (che non hanno certo bisogno del film per convincersi delle loro idee), in piccoli cinema e non ha avuto nemmeno un successo di pubblico, Nonostante si cercasse di farlo passare come "documentario" che rispecchia fatti reali, il carattere di lucro, lo scopo commerciale dell'operazione è abbastanza chiaro. Il film è stato inizialmente condiviso su internet ma il controllo severissimo della casa di produzione ne ha impedito la diffusione gratuita.
Un fenomeno curioso: alcune persone che cercavano il film in rete, trovandolo, notavano come il video scomparisse dopo pochi giorni, cancellato. Alcuni hanno gridato allo scandalo, alla censura, al fatto che si impedisse la diffusione di "argomenti scomodi" ma la realtà era ben diversa, era la stessa casa produttrice ad impedire la visione gratuita cancellando ogni condivisione pubblica, per non favorire la visione "pirata". Più che impedire la diffusione si è trattato semplicemente di un normale "impedire il business", anche qui, dunque, nessun mistero ma tanta voglia di guadagno.

Il business.

Che si trattasse di un'operazione commerciale non è neanche un mistero. Legittima ma subdola perché venduta come "documentario". Eppure un documentario che descrivesse un dramma ed un grande complotto medico sulla pelle dei bambini non arriverebbe a vendere cappellini e braccialetti o il sapone del film con tanto di merchandising ufficiale, almeno per delicatezza.
Proprio l'aspetto legato al lucro ha scandalizzato molte persone. Anche negli Stati Uniti alcuni rappresentanti di associazioni di bambini autistici hanno protestato vivacemente per l'uscita di questo film.
Una di esse, l'irlandese Fiona O' Leary, rappresentante di un'associazione di autistici (Autistic Right Together), ha criticato a più riprese il film definendolo menzognero e come un danno per le persone con autismo.
Fiona è una mamma in gamba, ha sempre lottato (e per questo è stata oggetto delle solite minacce) per difendere i bambini autistici (lei ne ha uno) dai ciarlatani, si è battuta contro le false cure per l'autismo (candeggina, terapie chelanti, diete, omeopatia ed altro), ha sottolineato i problemi che hanno gli autistici a scuola, al lavoro, in società.
Per questo motivo ha lanciato una petizione per fermare la programmazione del film ed impedirne la diffusione, quando le è stato chiesto il motivo per cui si impegnasse tanto contro questo film, Fiona ha risposto: "mette in pericolo migliaia di bambini perché migliaia di loro muoiono per malattie prevenibili con le vaccinazioni. I vaccini non causano l'autismo ma salvano delle vite!".
La risposta dei produttori del film non si è fatta attendere ed ha fatto molto scalpore. La compagnia di distribuzione del film ha inviato una lettera piuttosto minacciosa alla donna nella quale parla chiaramente di vie legali con un tono poco cordiale. Ecco la traduzione:
Miss O' Leary,
sono il responsabile di Cinema Libre Studio, distributore del film suddetto.
Ho saputo che lei ha iniziato una campagna diffamatoria contro il film ed i suoi realizzatori.
Inoltre sta tentando di evitare che il film venga distribuito e questo rappresenta un chiaro sforzo per danneggiare i nostri affari.
I suoi commenti riguardo al film sono diffamatori e rispetto ai registi sono chiaramente calunniosi.
È fatta richiesta affinché lei cessi immediatamente e desista dall'interferire con la distribuzione del film e anche di rilasciare qualsiasi dichiarazione su qualsiasi persona in riferimento al film, Cinema Libre Studio e/o Autism Media Channel, i suoi agenti, rappresentanti e/o impiegati inclusi il dott. Andrew Wakefield, Del Bigtree e Polly Tommey.
Nell'eventualità che lei non soddisfi questa richiesta procederemo in una causa contro di lei. Richiederemo il risarcimento dei danni per tutte le perdite che risultassero direttamente legate alla sua azione.
[...,]
Insomma, una minaccia vera e propria.


La lettera dei produttori di Vaxxed a Fiona O' Leary

Fiona non si è persa d'animo, ha raccontato questa vicenda ed ha ottenuto molta risonanza, soprattutto nei social network.

Sicuramente il film e la vicenda saranno sfruttati ancora per ribadire le vecchie tesi di Wakefield e quindi sapere cosa è successo e com'è andata può servire a chi vuole conoscere e capire. Per questo ho riassunto la vicenda.
Se ci fossero novità ne discuteremo, per ora sappiamo solo che una storia per niente chiara e che non ha cambiato nulla in ciò che conosciamo nell'ambito vaccinale è diventata "scandalo" con evidenti motivazioni pubblicitarie e ideologiche.

Conclusioni.

Di tutta questa vicenda, la cosa che più mi ha colpito ed intristito è l'aver assistito al tentativo goffo e mal riuscito di riabilitare Andrew Wakefield. Aver visto l'ex medico inglese entrare nel nostro senato della Repubblica, fare foto con i fans, apparire quasi come un idolo o un beniamino del pubblico fa riflettere. Stiamo parlando di una persona condannata per frode scientifica e maltrattamento di bambini, sicuramente un cattivo esempio di scienza, medicina e moralità, questo sembra non importare a tante persone che ergono ad idolo un semplice furbetto. Tutto ciò è impressionante, il male che attira e che suscita ammirazione, è qui ben rappresentato.
Wakefield, grazie a questo film ha conosciuto una nuova primavera, non ha probabilmente ottenuto quello che desiderava (una sua riabilitazione, dopo quello di cui si è macchiato, è molto improbabile) ma ha rafforzato la sua immagine di "guru" tra gli antivaccino.

Per il resto non ho trovato nessun complotto né notizia eclatante nella rilettura (anche abbastanza banale) dei dati da parte di Hooker, tutto ha l'aspetto di una manovra ben architettata e con un finale (il film) già pensato a priori. Questa vicenda non cambia nulla nelle conoscenze mediche attuali ed ovviamente deve essere preso per quello che è: propaganda di un ex medico radiato per frode scientifica. Lo studio che sarebbe prova di un nesso vaccini-autismo si sgonfia ad una prima analisi e credo che tutto si possa riassumere con le parole di Paul Offit: non sono stati i vaccini a provocare l'autismo di quei bambini ma è stato l'autismo che li ha fatti vaccinare.

Possiamo dunque concludere che non c'è nessuna novità nella falsa diatriba dei vaccini come causa di autismo, non c'è nessuna prova né nuovo dato. In particolare la vicenda CDC whistleblower è fondamentalmente una montatura creata per realizzare un caso con il doppio scopo di guadagnare tramite un film e di risollevare l'immagine ormai compromessa di Andrew Wakefield.

C'è solo un elemento che, in tutta la storia, non sono riuscito ad inquadrare e capire.

Una figura, quella di William Thompson (il "whistleblower", l'informatore).
Messi da parte i sospetti di "pazzia", ingenuità o il plagio, non capisco il suo ruolo. Si dice pentito di non aver "rivelato" quei dati ai tempi dello studio (ma anche se l'avesse fatto non si tratta di dati straordinari o incredibili e lui non può non saperlo), ha creato un caos indescrivibile per poi continuare il suo lavoro al CDC, smorzare i toni ed evitare ulteriori scandali, insomma non riesco a capirne il vero ruolo.
Se davvero fosse convinto di quanto detto, perché lo ha detto in segreto ed ora che tutto è pubblico non ne parla più? Semplice ingenuità? Vendetta verso qualcuno? Una bravata della quale non immaginava le conseguenze? Non si sa, di certo, per dare un'opinione precisa si dovrebbe giudicare l'attendibilità di William Thompson, probabilmente dipende tutto da questo, un piccolo mistero che devo chiarire e prometto di approfondire.

Ma dopo tutte queste brutte storie ed intricate vicende, il lieto fine: il film è stato praticamente un fiasco.

Quando si parlerà del film e della vicenda, quindi, non bisognerà mai dimenticare chi è Andrew Wakefield, definito dall'ordine dei medici inglesi (General Medical Council) come "disonesto ed irresponsabile". Una persona che ha mentito ripetutamente.

Forse questo chiarisce più di ogni altra cosa ciò di cui parliamo. Dimenticare di chi parliamo perché un film racconterebbe una storia di spionaggio significherebbe, ancora una volta, confondere realtà e fantasia e Wakefield, purtroppo, è reale ed è stato capace di danni irreparabili.
Non facciamolo accadere nuovamente.

Alla prossima.

NOTA:
Mi scuso per la lunghezza del post, per la sua complessità ed a volte difficoltà di chiarezza, i fatti sono tanti, complicati ed intricati, non ho saputo ricostruirli meglio.
Ci ho provato. La prima parte del post è qui.

Allegato: tutti i documenti che William Thompson ha passato agli autori del film (attenzione, file .zip molto voluminoso, più  di 182 MB): scaricabile qui.

venerdì 4 novembre 2016

Vaxxed: Il misterioso complotto sui vaccini creato per farci un film. (prima parte)

Nei mesi scorsi negli Stati Uniti, è avvenuta una vicenda che ha creato tantissime polemiche, dai giornali, agli ambienti medici, fino a quelli sanitari e governativi nazionali.
Da noi praticamente silenzio. Fino a quando qualche giornale ne ha parlato a proposito di un film. Già, un film.
Che c'entra un film con i vaccini? Questo è il problema.
Quello che è successo è molto complicato, difficile da capire, ingarbugliato e coinvolge tante persone ma il polverone che si è alzato è probabilmente molto più esagerato dei fatti oggettivi.
Non è facile quindi spiegarlo e soprattutto spiegarlo bene, per capirlo ho dovuto seguire varie fonti e perdere un bel po' di tempo e spero di essere riuscito a sbrogliare (almeno un po') la matassa.
Avevo a questo punto due scelte: usare quello che ho capito per mia cultura personale o raccontarlo con il rischio di scrivere un lunghissimo resoconto ma visto che quello che sto raccontando credo sia importante e che prima o poi qualcuno chiederà lumi, ho deciso di riportarlo, avvertendo che la storia è particolarmente lunga e complicata (però molto avvincente), chi vuole quindi, si prenda un po' di tempo e di relax e provi a seguirla. Io ho cercato di schematizzarla e renderla comprensibile (alcuni passi sono ancora oscuri anche a me) e per questo l'ho anche divisa in due parti.

Iniziamo da una notizia

La notizia: CDC whistleblower.

L'anno scorso è stato pubblicato uno studio che mostrava che alcuni bambini (maschi, neri, afroamericani, vaccinati prima dei 36 mesi di età) avrebbero un rischio di autismo associato al vaccino trivalente (MPR) maggiore di 3,4 volte rispetto agli altri gruppi di bambini.
Se facessi un'affermazione come questa, che reazione susciterei?
Allarme? Curiosità?
Un dato interessante da approfondire?
Fino ad oggi tutti gli studi sul tema hanno mostrato un'altra conclusione, quella che tra vaccini ed autismo non vi sia nessun legame, che le vaccinazioni non causino autismo è, infatti, un dato abbastanza saldo e ben dimostrato.
Sarebbe proprio questa l'eccezionalità della notizia, questo studio andrebbe infatti contro le attuali conoscenze (anche se il "nesso" sarebbe limitato ad una parte di bambini e non a tutti).
L'ipotesi che i vaccini causino l'autismo avrebbe quindi un fondo di verità?

È successo negli Stati Uniti e non avete idea di cosa abbia causato questa notizia.
Perché oltre alla notizia "nuda e cruda", c'è tutto un contorno di storie che sembrano un racconto di spie ed infiltrati.
Non solo: lo "scoop", degno di un romanzo giallo, sarebbe che questo dato, a disposizione del CDC (Center for Disease Control, importante ente sanitario statunitense), sarebbe stato nascosto dallo stesso ente americano e lo rivela proprio un collaboratore dell'ente, in maniera anonima. Un complotto, insomma.

Il nome di questo informatore è stato poi "rivelato" in un video (con spezzoni di sue dichiarazioni registrate solo in audio) e questo crea un polverone proprio negli ambienti antivaccino, perché il nome doveva restare coperto dal segreto. A fare questo nome, "bruciando" il testimone prezioso, è Andrew Wakefield, ex medico noto esponente del movimento antivaccini: fu lui infatti che, per primo, ipotizzò un nesso tra vaccini (in particolare il trivalente, MPR, morbillo, parotite, rosolia) ed autismo, tramite uno studio che poi si rivelò falso, realizzato dietro pagamento di un avvocato che si occupava di cause di presunti danneggiati da vaccini. Per la frode di cui si macchiò, Wakefield fu radiato con disonore dall'ordine dei medici ed ora si dedica completamente all'attivismo antivaccini.

Per alcuni fronti dell'antivaccinismo, per questo motivo, il componente del CDC (quello che avrebbe "confessato" questo complotto, chiamato per questo whistleblower, ovvero "informatore", "spia") subisce un affronto, un tradimento (così lo definisce un giornalista antivaccino) proprio da Andrew Wakefield poiché questi nel suo video lo cita, ne fa il nome senza consenso, così l'identità dell'informatore ormai è nota e questo scatena la rabbia di chi aveva ottenuto quelle "confessioni" verso Wakefield che ha "bruciato" il segreto.

Ma cerchiamo di capire meglio cosa è successo. La storia come detto è intricata e spero di non essermi perso niente, sono usciti decine di articoli sull'argomento e non è facile districarsi. Tutto inizia da una ricerca fatta da studiosi dello stesso CDC di cui ho parlato.

Lo studio.

Nel 2004 esce uno studio (primo autore Frank DeStefano, tra gli altri Willian Thompson, medici del CDC) che mostra come i bambini vaccinati (nella città di Atlanta) con la trivalente (morbillo, parotite, rosolia, MPR, in inglese MMR), non mostrino nessun aumento del rischio di autismo rispetto ai non vaccinati.

L'ennesima prova (anche molto citata) che tra le due cose non vi sia alcun collegamento, la conferma di ciò che sappiamo.

Qualche anno dopo un bioingegnere, Brian Hooker, chiese i dati del lavoro di DeStefano (riservati ma ottenuti tramite un "FOIA", una sorta di richiesta ufficiale permessa negli USA di dati di pubblica utilità) decidendo di rianalizzarli, di studiarli personalmente.

Così fa (in pratica dai dati ricalcola una sua statistica) e dalla sua analisi la conclusione è diversa da quella degli autori originali, più o meno che in una parte dei bambini studiati nella ricerca originale, ovvero nei bambini neri afro-americani che hanno ricevuto la vaccinazione trivalente prima dei 36 mesi di età e maschi, il rischio che la vaccinazione sia correlata all'autismo sia molto aumentato (vi sono più autistici in questo gruppo rispetto a tutti gli altri), attenzione: correlata, quindi non c'è un rapporto causa effetto ma una corrispondenza, in quel gruppo ci sarebbero più casi di autismo che negli altri, di 3,4 volte rispetto a tutte le altre classi di bambini (bianchi, neri femmine, neri-ispanici, vaccinati in altre età).

Gli altri gruppi di bambini non mostrano nessuna correlazione tra il loro autismo e la vaccinazione. Tutto pubblicato su rivista scientifica (rivista a dire il vero poco nota).

Detta così potrebbe essere anche una notizia interessante. Uno studioso serio potrebbe chiedersi come mai, se i calcoli risultassero esatti, quel piccolo gruppo di bambini abbia un aumentato rischio di autismo associato alla vaccinazione (dato che nello studio originale non era emerso) e proprio in quel tipo di vaccinazione ad un'età precisa, un dato che non rispecchia tutti quelli conosciuti finora e studiati da centinaia di scienziati in tutto il mondo e che contrasta pure con alcune considerazioni logiche. Insomma, se la rielaborazione di uno studio fornisce risultati differenti da quelli dello studio originale (e degli altri studi sull'argomento), forse sarebbe giusto prima accertarsi di non aver commesso errori o se esistono altri fattori che hanno condizionato i risultati e poi commentare quei risultati con altri scienziati.

Si potrebbe cercare di capire studiando altri fattori, se qualcosa insomma possa far aumentare quel rischio indipendentemente dalle vaccinazioni, se i risultati abbiano subìto qualche influenza. Ma questo non succede, anzi, si crea un polverone immediato. Sembra quasi non si aspettasse altro.

I gruppi antivaccino statunitensi, capitanati da Andrew Wakefield, hanno tratto le loro conclusioni urlandole ai quattro venti: questa sarebbe la dimostrazione che i vaccini causano l'autismo la prova definitiva e che le autorità nascondono questo dato, niente altro da dire. Da questo Wakefield ha fatto paragoni apocalittici, parlando di ecatombe, atteggiamenti criminali e paragonando il CDC addirittura ai nazisti.
Curioso: decine di studi smentiscono il nesso vaccini-autismo, la rilettura di uno di questi studi lo confermerebbe e questa sarebbe la prova definitiva. Non notate un lieve "sbilanciamento" di giudizi?

Ma continuiamo a districare la matassa, scopriremo così gli altri protagonisti ed attenzione, la storia si complica.


L'informatore.

L'"informatore" segreto, quello che avrebbe rivelato il "complotto" del CDC, è William Thompson, scienziato americano autore di molti buoni studi, autore anche di ricerche che mostravano come il Thimerosal (il derivato del mercurio un tempo usato nei vaccini) non fosse tossico e non avesse nesso con la comparsa di autismo. Thompson è uno degli autori dello studio di cui si parla.
Uno scienziato "insospettabile" dunque e che ha sempre realizzato ricerche utili per capire la sicurezza dei vaccini, che ha sempre sottolineato la loro utilità e per questo la sua uscita ha lasciato stupita più di una persona, soprattutto quando si è scoperto che le sue comunicazioni con Brian Hooker (l'autore della "rianalisi" con la nuova conclusione) erano vere.
Thompson parlò davvero con Hooker (registrato però a sua insaputa). A quanto pare dicendosi rammaricato che il CDC sapesse che i dati riguardanti i bambini maschi neri mostrassero quell'aumento di incidenza di autismo ma che, nonostante questo, i dati non apparvero nello studio del 2004.
Thompson racconta che tra gli autori dello studio si era discusso di quei dati dei bambini di colore ma che poi si era deciso di non differenziare i bambini studiati per razza, anche perché non di tutti si aveva un certificato di nascita che ne dichiarasse l'etnia di appartenenza.
Gli autori decisero quindi di distruggere tutti i dati raccolti durante una riunione ma in questo frangente Thompson pensò di conservarli (all'insaputa degli altri), sono proprio i dati che poi lui ha passato a Wakefield per il film.

In realtà è ovvio che il CDC "sapesse" dei dati, è chiaro, sono pubblici, sono parte di una loro ricerca, ma i risultati del primo studio erano diversi da questa "rilettura", quindi non c'è nulla di incredibile in questa affermazione. Forse il "complotto" starebbe nel fatto che il CDC avrebbe nascosto questa conclusione? Neanche questo: la conclusione di Hooker deriva dalla sua rilettura dei dati (ne riparlerò nella seconda parte del post), non si è "scoperto" un nuovo dato ma se ne è ottenuto uno nuovo perché è stato usato un metodo nuovo.
Allora dov'è il "complotto"?

Nel video che ha diffuso la vicenda si ascoltano spezzoni della presunta voce di William Thompson, drammatici, nei quali il medico dice di "vergognarsi" per quello studio, che lui definisce "il punto più basso della mia carriera". Le parole di Thompson, forti, lasciano un po' interdetti. Nessuno studioso parlerebbe così per un dato come quello che sembrerebbe emergere, ammessa la correttezza dell'analisi di Hooker si tratta sempre di un dato singolo, isolato, di un sottogruppo, di una rielaborazione di dati ufficiali, pubblici, nessuna "copertura" o "complotto", perché questo clamore?
In parole povere, lo studio originale che poi è stato "riletto" da Hooker non nasconde nulla, non dice bugie né cambia i dati: ha dato una lettura (anche spiegata nello studio stesso) che è stata invece rivista da un'altra persona, non c'è scandalo né complotto.

Sono centinaia gli studi (anche di ottima fattura) che possono essere discussi, riletti, persino smentiti, questo succede quotidianamente nella ricerca medica, pensiamo alle infinite ricerche sull'utilità di un farmaco ed anche in campo vaccinale. Sembra invece che Thompson (ripeto, anch'egli co-autore dello studio) si senta in colpa per qualcosa che non appare così "eccezionale", anche ammettendo come corretta la rilettura dei dati da parte di Hooker.
Il medico "pentito" (così emerge da alcune fonti "antivaccino") chiederebbe addirittura scusa via SMS a Wakefield per "quello che ha passato" perché lui si sente colpevole, nello stesso tempo qualcuno dubita sull'autenticità di questi messaggi. Ma che c'entra Wakefield in tutto questo? Nel suo caso si tratta di frode scientifica dimostrata e passata in giudicato, di altri dati, di altri studi, di un'altra vicenda.

Il ritorno di Wakefield.

Andrew Wakefield entra in pieno in questa storia. Ricordiamo che fu protagonista di una frode scientifica quando realizzò uno studio che secondo lui dimostrava che il vaccino trivalente (lo stesso di cui stiamo parlando) fosse causa di autismo. Successivamente si scoprì che Wakefield manipolò e falsificò i dati su richiesta di un avvocato che si occupava di cause di risarcimento da danni da vaccini al quale serviva qualche studio che dimostrasse come i vaccini fossero causa di autismo, fu per questo che Wakefield usò dati falsi ed un comportamento disonesto per la preparazione dello studio. Il medico per questo motivo fu radiato dal suo ordine professionale, In questa vicenda è colui che comunica con il ricercatore "pentito" e che sulla storia ha creato un film o meglio un documentario di cui parlerò più avanti.

Wakefield è sicuramente il principale guru della lobby antivaccino mondiale, un'occasione così non poteva non sfruttarla e che lui sia coinvolto in questa storia non deve quindi stupire.

Ad aggiungere mistero a questa strana storia, il fatto che il video nel quale Wakefield la raccontava (e nel quale appaiono gli spezzoni della "confessione" di Thompson), fu pubblicato nel sito della CNN (noto network televisivo statunitense) ma dopo pochi giorni la pagina che lo conteneva sparì nel nulla.
La CNN (dopo le accuse di "censura") ha spiegato quella "sparizione" in maniera molto più semplice: il video non era "ufficialmente" riconosciuto dalla rete televisiva ma, come abitudine, inserito da un utente perché tutta la comunità on line potesse scegliere se diffonderlo o meno (c'è una pagina dedicata a questa iniziativa, si chiama iReport, sono gli spettatori a scegliere i contenuti ed ho visto personalmente il video appena uscito con lo spazio per votarne la permanenza o la cancellazione dal sito). Il pubblico, votando negativamente, ha scelto di cancellarlo dal sito. In seguito alle proteste ed alle accuse di censura, la CNN lo ha rimesso on line con la dicitura "non verificato dalla CNN".
Il CDC, avvertito della polemica, stempera l'atmosfera sostenendo che quello di Thompson è un normale dissenso su una visione diversa dei dati dello studio, gli antivaccino parlano di frode deliberata, di scoperta epocale.
Il finale di questa storia (come accennavo prima) è un film. Andrew Wakefield ha diretto un "documentario" su questa vicenda, pellicola prima accettata e poi cancellata dal programma del Tribeca film festival (una rassegna cinematografica molto nota negli USA).

Il titolo è "Vaxxed" ed ha toni drammatici ed apocalittici, con testimonianze di genitori e le parole dell'ex medico truffaldino messe in risalto. Un classico del film scandalo che di oggettivo ha molto poco. Nel film (ovviamente?) non si accenna per niente ai trascorsi di Wakefield, alla sua radiazione ed alla sua frode scientifica.
Infine la politica. In una conferenza stampa che ha seguito una proiezione, Hooker si è arrabbiato con Thompson (lo scienziato del CDC che avrebbe confessato) chiamandolo "traditore" perché non si è mai dimesso dal suo lavoro "istituzionale" (come può lavorare per chi chiama "disonesto"?) ed anzi si è detto convinto di continuare con il suo impiego al CDC.
Infine, un deputato americano, Bill Posey (già noto per le sue posizioni "complottiste" e che ha ricevuto sostegno economico da antivaccinisti) ha raccontato la storia di cui parliamo durante una seduta del parlamento statunitense.
In Italia di questa vicenda si è parlato pochissimo, fino a pochi giorni fa, quando è stata annunciata la proiezione di Vaxxed in un'aula del Senato della Repubblica, proiezione poi annullata dagli stessi organizzatori ed occasione di proteste e preoccupazioni del mondo medico e scientifico del paese.

Ecco, questa è la storia, ho cercato di descriverne i protagonisti ed i particolari. Vi siete fatti un'idea? Secondo voi, a prima vista, c'è uno scandalo vero? Questo mi interessa perché mi sono avvicinato alla storia senza saperne tanto e, leggendo in giro, non riuscivo a capirne il significato. Solo studiandola e (con difficoltà) conoscendone i particolari, la nebbia un po' si dirada ed ho scoperto delle cose interessanti.
Questi sono i fatti, la vicenda.
Nella prossima parte dell'articolo scenderò invece nei particolari, parlerò dello studio che ha originato tutto ed approfondirò, discutendo anche dei dati che hanno originato la polemica. Almeno per capire qualcosa in più e per comprendere perché, di una storia ordinaria e per nulla "strana", si è creato un polverone. Tanto da farci un film.

Alla prossima.

lunedì 31 marzo 2014

Autismo e vaccini: ancora?

In questo blog ho trattato l'argomento qualche anno fa ed ogni tanto se ne riparla.
Già, perché la storia che vuole che i vaccini causino l'autismo non è per niente nuova e come gli zombi ogni tanto ritorna; nacque nel 1998 quando uno studio di un medico, Andrew Wakefield, concludeva per la necessità di studiare meglio la presenza di anticorpi antimorbillo in bambini con disturbo dello spettro autistico.
Lo studio, che non dimostrava per niente un'associazione tra vaccini ed autismo, fu usato come "grimaldello" dal suo autore che in conferenze stampa annunciava come quelle conclusioni gli facessero sospettare che la vaccinazione trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia), potesse essere responsabile dell'autismo, un disturbo dello sviluppo neurologico molto diffuso (e con tante forme e sfaccettature). L'allarme fu reale, i media inglesi sparsero la voce e ne parlarono approfonditamente, i politici non presero posizione ed anzi si resero responsabili di gaffe imbarazzanti e così la popolazione d'oltremanica fu preda di una vera psicosi. Diminuirono le vaccinazioni e la prima conseguenza fu il ritorno di malattie che sembravano ormai un ricordo. Dopo 14 anni in Inghilterra tornò il morbillo, che causò ricoveri, complicazioni e persino decessi.

Iniziò così la "caccia al colpevole". I gruppi antivaccinisti accusarono i vaccini di "stragi" e malattie, identificando nei derivati di mercurio contenuti nei vaccini, la principale causa di "pericolo". Per "precauzione" questi derivati furono eliminati da quasi tutti i vaccini ma nonostante questo l'incidenza di autismo continuava ad aumentare. Bisognava cercare altri "colpevoli" che però non furono mai trovati. Ma tanti istituti di ricerca iniziarono a studiare il caso: davvero la vaccinazione trivalente causava l'autismo? No.
Nessuno studio (nemmeno quelli con grossi campioni studiati) evidenziò un aumento di casi di autismo in individui vaccinati, nessun dato fa pensare a questa correlazione.
Si provò allora a paragonare vaccinati con non vaccinati ed anche qui: nessun aumento di casi di autismo nella popolazione vaccinata rispetto a quella non vaccinata. I fatti sono chiari: quell'ipotesi non è confermata da nessuna indagine.

Sullo studio di Wakefield iniziarono quindi a comparire alcuni dubbi. I dati riportati dalla ricerca non sembravano corrispondere a quelli reali, comparirono addirittura vere e proprie falsificazioni, anche piuttosto maldestre, molti dei "co-autori" dello studio ritrattarono la loro firma, un giornalista indagò sulla vicenda e si scoprì una delle più grandi frodi scientifiche moderne. Wakefield aveva falsificato lo studio dietro pagamento di un avvocato che si occupava di cause di risarcimento. Curioso come la storia non sia mai maestra. Oggi sta avvenendo la stessa identica cosa, con un po' di ritardo, anche in Italia. Avvocati che si occupano di cause di risarcimento si rivolgono a medici compiacenti che certificano come l'autismo sia causato dalla vaccinazione trivalente (e che "naturalmente" hanno anche la cura che guarisce l'autismo, a detta loro ed a caro prezzo). Qualcuno pensa che la vicenda italiana sia solo una strana coincidenza? Beh, basta controllare i nomi delle persone coinvolte: avvocati, medici ed associazioni sono sempre gli stessi e sono gli stessi che organizzano convegni e riunioni in "tour" per l'Italia, per fare proselitismo, c'è una vera e propria organizzazione che ha precisi interessi economici.
Così la procura di Trani, in seguito alla denuncia di due genitori, ha aperto un'inchiesta per scoprire se esistono collegamenti tra la somministrazione di vaccino trivalente (morbillo, parotite, rosolia) ed insorgenza di autismo.
 
Intendiamoci, non appoggio l'attacco alla magistratura che ho notato da qualche parte parlando della vicenda. Il PM di Trani ha ricevuto una denuncia e quindi ha il dovere di indagare, anzi, ben vengano le indagini! Alla fine di queste mi aspetto un risultato, un chiarimento: scoprirà che, contrariamente a quello che mostrano tutti gli studi sul tema, il vaccino trivalente causa autismo? Che si puniscano i responsabili, duramente. Scoprirà che non è vero e che qualcuno ha fatto una denuncia pur sapendo che non vi fossero motivi per farla? Che si puniscano i responsabili, duramente. Chiedo troppo?
Non credo.
Ad oggi siamo a questo punto, nessuna indagine scientifica mostra un nesso tra vaccini ed autismo, neanche chi lo sostiene è riuscito a dimostrarlo e quindi spargere allarmi nazionali su un tema così delicato è pericoloso ed irresponsabile.

Così un folto gruppo di scienziati ed esponenti del mondo scientifico in Italia hanno sottoscritto un appello alle istituzioni, non solo al ministero della salute ma anche ad autorità competenti perché venga messa fine a questo scempio della ragione e della salute pubblica. L'interesse di pochi (i gruppi antivaccinisti) non può prevalere su quello di tutti. Qui non stiamo parlando di persone che portano dati o elementi seri sull'argomento, parliamo di gruppi lobbistici che avendo un interesse economico personale, creano ad arte allarme e confusione.
Ecco l'appello (in questo momento 31/03/2014 ore 10.00 ha raggiunto 1448 sottoscrizioni):

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Al Ministro della Salute
On. Beatrice LORENZIN
Al Presidente della XII Commissione (Igiene e sanità) del Senato della Repubblica
On. Emilia Grazia DE BIASI
Al Presidente della XII Commissione (Affari sociali) della Camera dei Deputati
On. Pierpaolo VARGIU
Al Presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri
Dott. Amedeo BIANCO

La recente notizia dell'indagine della procura di Trani sul presunto nesso tra vaccinazione trivalente e autismo ha riaperto una discussione che sembrava sepolta.
L'ipotesi che il vaccino trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia) potesse causare l'autismo risale al 1998 quando un medico inglese pubblicò uno studio che sembrava dimostrare l'esistenza di anticorpi antimorbillo nell'intestino di bambini autistici. L'allarme suscitato dallo studio causò un brusco calo delle vaccinazioni nel Regno Unito con conseguente ritorno del morbillo con migliaia di infezioni, molte complicazioni e persino decessi. Le indagini che seguirono scoprirono che l'autore dello studio aveva realizzato un falso scientifico deliberato, manipolando i dati e falsificando le conclusioni; confessò poi di aver agito su pagamento di un avvocato che si occupava di richieste di risarcimento.

Lo studio fu quindi ritirato e il medico radiato dall'ordine professionale. Successive e ripetute indagini hanno dimostrato che non c'è nessuna relazione tra vaccinazione trivalente e autismo. Anzi, la correlazione è ampiamente smentita da studi su campioni importanti di popolazione.

Sappiamo che alcune malattie prevenibili con la vaccinazione (morbillo, poliomielite, rosolia ed altre), e che spesso non hanno una cura efficace, possono causare gravissimi danni a chi ne è colpito e persino la morte (nel morbillo in un caso su 2000 in media) mentre gli effetti collaterali dei vaccini (sempre possibili quando si parla di un farmaco) sono rarissimi e nella grande maggioranza dei casi lievi e passeggeri.
Eppure ripetutamente, per malafede o per ignoranza, il falso allarme delle vaccinazioni che provocano autismo viene rilanciato. In diverse occasioni, associazioni senza alcun peso scientifico, medici che non hanno mai realizzato una pubblicazione scientifica sul tema e avvocati specializzati in cause di risarcimento ripropongono il tema rilanciando le loro affermazioni sui media, e causando un comprensibile allarme in chi si sottopone alla vaccinazione fidandosi delle istituzioni pubbliche e sanitarie.

Questi allarmi ingiustificati minano la fiducia nelle vaccinazioni, che invece hanno salvato noi e i nostri figli. In questo senso, stupisce anche la presa di posizione di un'associazione (Codacons) che avrebbe lo scopo di proteggere il consumatore. Il pericolo è reale, basti pensare alle recenti epidemie in varie parti del mondo, come in Galles (con migliaia di infetti e un decesso da morbillo) e Olanda (anche qui un decesso), dovute proprio al rifiuto della vaccinazione. In Europa i casi di morbillo sono inaccettabilmente alti, 30 Paesi dell'Unione Europea hanno registrato 10.271 casi e 3 decessi.

Perché, contro il parere unanime delle società scientifiche, dell'Istituto superiore di sanità, dell'Agenzia italiana del farmaco e dell'OMS, dare credito a fonti del tutto inattendibili e con l'interesse preciso a spargere informazioni false?
Si chiede quindi a voi, quali rappresentanti delle istituzioni, di prendere gli opportuni provvedimenti per informare correttamente la popolazione, evitare che siano sparse paure ingiustificate e pretestuose quando non palesemente false e far sì che le persone che causano un allarme nella popolazione debbano rispondere nelle opportune sedi delle loro affermazioni. Al tempo stesso, ferma restando la necessità di informare adeguatamente i cittadini sui rischi e i benefici della pratica vaccinale favorendo così un'accettazione cosciente e responsabile della vaccinazione, è opportuno un giusto sostegno ai programmi di vaccinazione, che rappresentano un segno di progresso, civiltà e protezione della salute pubblica, compito che la stessa OMS ha deputato ai ministeri competenti nazionali e quindi anche a quello del nostro paese.

---------- PRIMI FIRMATARI

Vincenzo BALDO, professore di igiene presso il dipartimento di medicina molecolare dell'Università di Padova;
Paolo BONANNI, ordinario di Igiene all'Università di Firenze, coordinatore Core Board Gruppo Vaccini della Società Italiana di Igiene (SItI);
Luca BONFANTI, neurobiologo e professore all'Università di Torino;
Alessandro CAPOLONGO, pediatra di famiglia, referente per le Marche della Rete Vaccini e malattie infettive della Federazione italiana medici pediatri (FIMP);
Paolo CASTIGLIA, ordinario di igiene all'Università degli Studi di Sassari, Consigliere dell'Ordine dei medici delle provincie di Sassari Olbia-Tempio;
Elena CATTANEO, professore ordinario all'Università degli Studi di Milano e senatore a vita;
Marco CATTANEO, direttore di "Le Scienze";
Giorgio CONFORTI, pediatra di famiglia e referente della Rete Vaccini e malattie infettive della Federazione italiana medici pediatri (FIMP);
Gilberto CORBELLINI, professore di storia della medicina alla "Sapienza" Università di Roma;
Michele DE LUCA, direttore del Centro di medicina rigenerativa "Stefano Ferrari", Università di Modena e Reggio Emilia;
Maurizio DE MARTINO, professore ordinario di pediatria dell'Università di Firenze, direttore del reparto di pediatria Internistica dell'ospedale pediatrico "Anna Meyer";
Salvo DI GRAZIA, medico specialista in fisiopatologia della riproduzione umana, divulgatore scientifico;
Sergio DELLA SALA, professore di neuroscienze cognitive umane, University of Edinburgh;
Giuseppe FERRERA, responsabile Servizio Epidemiologia ASP di Ragusa;
Antonio FERRO, responsabile del progetto "Vaccinarsi. org";
Silvio GARATTINI, direttore dell'IRCCS-Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri";
Franco GIOVANETTI, dipartimento di prevenzione della ASL CN2 Alba-Bra;
Jacopo MELDOLESI, professore al dipartimento di neuroscienze dell'Università Vita e Salute San Raffaele di Milano;
Luca PANI, direttore generale dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA);
Giuseppe REMUZZI, direttore del dipartimento di medicina dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e coordinatore delle ricerche all'Istituto Mario Negri di Bergamo;
Giovanni REZZA direttore del dipartimento malattie Infettive, parassitarie e immunomediate dell'Istituto superiore di sanità;
Walter RICCIARDI, direttore del dipartimento di sanità pubblica del Policlinico Gemelli di Roma;
Luigi SUDANO, dirigente medico Ausl Valle d'Aosta, già membro della Commissione Nazionale Vaccini;
Gianluca VAGO, ordinario di anatomia patologica e rettore dell'Università degli Studi di Milano;
Paolo VINEIS, Professore Ordinario di Epidemiologia, Imperial College of Technology, Science and Medicine, Londra;
Carla M. ZOTTI, docente di sanità pubblica presso la Scuola di medicina dell'Università di Torino


Hanno inoltre aderito tra i primi firmatari, le associazioni:


A.N.G.S.A. - Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici - Veneto;
Autismo Treviso Onlus;
CICAP - Comitato Italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze;
SITI - Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica

-------- Maggiori informazioni sul presunto nesso tra vaccini e autismo sono disponibili a questi link:

- http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/MPR_autismo.asp
- http://ecdc.europa.eu/en/publications/Publications/measles-rubella-monitoring-february-2014.pdf
- http://www.cdc.gov/vaccinesafety/Concerns/Autism/antigens.html
- http://www.who.int/vaccine_safety/committee/topics/mmr/mmr_autism/en/

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Bisogna quindi mettere fine a tutto ciò.
Per questo l'appello può essere sottoscritto da tutti coloro, singoli, genitori, scienziati, medici, che si sono stancati della falsa scienza, degli interessi economici che non guardano in faccia nessuno, delle frodi che si infilano nell'ignoranza scientifica del nostro paese. Sono le istituzioni che devono fermare questo scempio, ma noi cittadini possiamo chiederglielo a gran voce.
Chi volesse leggere e firmare l'appello, lo trova qui.

Attenzione, le firme sono raccolte solo sulla pagina de Le Scienze, non qui.

Alla prossima.