Avevo un amico fotografo le cui opere mostravano un effetto impensabile: accanto alla persona ritratta compariva il volto reale, quello che manifesta i veri desideri, così che accanto al marito appariva l’immagine di quello che desiderava uccidere la moglie, e accanto alla signora si vedeva la smorfia di disgusto della donna costretta a trascorrere i suoi giorni con un parassita buono solo a commentare infinite partite di pallone, e nei bambini brillavano gli sguardi famelici tipici della crudeltà, e gli anziani translucidi erano tormentati dalle azioni nefande del passato, e, ancora, nella cara zia Eduviges notavamo un volto disponibile a tutte le forme della depravazione.
Questo succedeva con tutte le fotocamere. Il passaggio dall’analogico al digitale non modificò la situazione, la qual cosa ci spinse a pensare che il problema stesse nel fotografo.
Il ritratto che mi fece un anno fa rivelava l’immagine di un assassino. Il mio amico adesso riposa in pace. Io so che in qualche modo gli ho reso giustizia.
Cristian Mitelman (Argentina), Arte de la fotografía
(Tradotto da Breves no tan breves)
Questo succedeva con tutte le fotocamere. Il passaggio dall’analogico al digitale non modificò la situazione, la qual cosa ci spinse a pensare che il problema stesse nel fotografo.
Il ritratto che mi fece un anno fa rivelava l’immagine di un assassino. Il mio amico adesso riposa in pace. Io so che in qualche modo gli ho reso giustizia.
Cristian Mitelman (Argentina), Arte de la fotografía
(Tradotto da Breves no tan breves)