Visualizzazione post con etichetta Cristian Mitelman. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cristian Mitelman. Mostra tutti i post

Arte della fotografia — Cristian Mitelman

.



Avevo un amico fotografo le cui opere mostravano un effetto impensabile: accanto alla persona ritratta compariva il volto reale, quello che manifesta i veri desideri, così che accanto al marito appariva l’immagine di quello che desiderava uccidere la moglie, e accanto alla signora si vedeva la smorfia di disgusto della donna costretta a trascorrere i suoi giorni con un parassita buono solo a commentare infinite partite di pallone, e nei bambini brillavano gli sguardi famelici tipici della crudeltà, e gli anziani translucidi erano tormentati dalle azioni nefande del passato, e, ancora, nella cara zia Eduviges notavamo un volto disponibile a tutte le forme della depravazione.
Questo succedeva con tutte le fotocamere. Il passaggio dall’analogico al digitale non modificò la situazione, la qual cosa ci spinse a pensare che il problema stesse nel fotografo.
Il ritratto che mi fece un anno fa rivelava l’immagine di un assassino. Il mio amico adesso riposa in pace. Io so che in qualche modo gli ho reso giustizia.


Cristian Mitelman (Argentina), Arte de la fotografía

(Tradotto da Breves no tan breves)

Inutilità dei ponti — Cristian Mitelman

.
Photobucket

(Foto: Aurelio Asiain)



Alla fine costruirono il ponte che avrebbe unito i due villaggi.
Una mattina, al centro della strada di pietra, apparve il cadavere di un uomo. Nessuno lo conosceva, ma quelli del villaggio A scaricarono la responsabilità del crimine su quelli del villaggio B e — come è logico — quelli del villaggio B fecero lo stesso con i loro vicini.
Già una settimana dopo nessuno più attraversava il ponte.
Le donne dicevano ai loro bambini:
— Non provare ad andare là vicino nemmeno per idea; ché quelli dall'altra parte sono gente cattiva.


Cristian Mitelman (Argentina), Inutilidad de los puentes

(Tradotto da Químicamente impuro)

Sapienza di Laio — Cristian Mitelman

.


(Immagine dal film di Pier Paolo Pasolini Edipo re, 1967)


A differenza delle versioni più tradizionali del mito, Laio era un uomo che conosceva il proprio destino. Sapeva che uccidere Edipo era impossibile e che, per uno di quegli stratagemmi della divinità, il figlio sarebbe tornato per farla finita con la sua stessa carne.
Nel corso degli anni rimase vedovo e si risposò con una ragazza alla quale impose il nome della ex moglie.
Fece credere a Tiresia che la prima Giocasta fosse ancora viva, in modo che il cieco non sapesse di trovarsi di fronte a un'altra donna. (Per questo motivo - ovviamente - Laio ordinò alla ragazza che stesse sempre alla larga da quel contafavole cieco, il cui unico dono era anticipare storie amare.)
Allora comunicò al vecchio il timore di venir assassinato, e che un figlio perduto nella notte si sposasse con sua moglie.
A un crocicchio Laio perse la vita; Edipo si diresse alla città, al governo e al cosiddetto letto della madre, mentre Tiresa coniò un falso segreto che fu tramandato assai più tardi, nel pieno della peste.
Per Laio era chiaro che il proprio assassino - nel bel mezzo di una rivelazione tanto crudele quanto falsa - si sarebbe strappato gli occhi e avrebbe marciato verso un esilio rovinoso. Ma doveva vendicarsi, perché era l'unico modo per poter ristabilire l'ordine dell'universo.


Cristian Mitelman (Argentina), Sabiduría de Layo

(Tradotto da Breves no tan breves)

Il senzasenso — Cristian Mitelman

.

Photobucket

(Foto: Veerle)

Niente di più assurdo di un telefono che squilla accanto a un cadavere. Chi è che vuol mettersi in contatto con l’assente? Perché lo chiamano quando ogni messaggio è solo un rimasuglio della vita? Perché qualcuno si impegna a continuare l’attesa, e, dietro il silenzio, ripete la chiamata una e un’altra volta?

Perché chiami adesso che è inutile? Perché adesso, che mi è impossibile allungare il braccio per dirti che va bene, che è meglio così, che in questi casi non ci sono colpe, che il piombo nella tempia è un ardore che dura appena un millesimo di secondo?

Ma tu chiami, continui a chiamare. E questo è il vero tormento.


Cristian Mitelman (Argentina), El sinsentido

(Tradotto da Químicamente impuro)