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19/10/11
Coda di rospo in crosta di mandorle
Confesso che il miglior piatto di pesce fatto in questi giorni è stato una semplice ma succulenta lampuga al forno preparata sabato per una coppia di amici. A ripensarci distanza di giorni mi viene ancora l'acquolina in bocca a conferma del fatto che il buon pesce ha bisogno davvero di poco (ehm, forse non dovrei dirmelo da sola, ma era veramente buonissimo!!). Putroppo però non ho fatto foto e quindi il post è rinviato... alla prossima lampuga!
Qualche giorno prima invece ho scoperto che la Coop adesso tiene i filetti di coda di rospo surgelati e non ho potuto fare a meno di comprarli perché dal mio pescivendolo la coda di rospo (anche nota come rana pescatrice) la trovo molto di rado. E anche se io mangerei sempre pesce azzurro ogni tanto anche un bel pesce dalle carni magre e dal sapore delicato ci sta, anche se surgelato e non proprio a km 0. Preparato così, è davvero sfizioso, tutto sommato light e adatto anche a chi non ama troppo il pesce.
Coda di rospo in crosta di mandorle
Ingredienti:
4 filetti (o tranci) di coda di rospo senza pelle
1 spicchio d'aglio schiacciato
4 cucchiai di pangrattato
4 cucchiai di mandorle tritate
la scorza di un limone non trattato grattugiata
1 peperoncino secco tritato
qualche foglia di basilico spezzettata
olio evo
sale
In una padella antiaderente fate tostare leggermente il pangrattato. Versate in una ciotola e unite gli altri ingredienti (aglio, scorza di limone, peperoncino, mandorle tritate, basilico spezzettato e un pizzico di sale). Aggiungete un paio di cucchiai d'olio per "impastare" i vari ingredienti e rotolateci i filetti di pesce per fare la panatura. Mettere su una teglia ricoperta di carta da forno e cuocete in forno già caldo a 200° per circa 10 minuti.
15/09/11
Elogio della semplicità, ovvero tutti possono cucinare!!
A me piacciono le cose semplici: le preparazioni che non richiedono ore, quelle che tutti quelli che hanno un minimo di dimestichezza con i fornelli riescono a realizzare, quelle che si mettono in tavola senza dover andare a cercare gli ingredienti in mezza città ma, semplicemente, aprendo il frigorifero di una comunissima cucina. Sembrerà banale ma tornando a scrivere su questo blog dopo tanto tempo ho bisogno di chiarire anzitutto a me stessa come intendo riempire questo spazio che magari potrà offrire ancora qualche spunto utile a chi tornerà a leggerlo. Una delle ragioni che mi aveva portato ad abbandonare il blog, oltre a questioni logistiche di mancanza di tempo, era stata proprio la corsa dei foodblogger all'ingrediente più strano, più difficile da trovare e, possibilmente, più costoso e alla ricetta di più complessa e lunga realizzazione. Ovviamente, una volta ogni tanto, anch'io non disdegno l'acquisto sciccoso e neppure il mettermi ai fornelli per tutta la giornata, ma si tratta comunque di eccezioni. Beninteso, massima stima per i/le superchef, che quando descrivono una ricetta la devono suddividere in 7-8 fasi! Li ammiro molto, sul serio, e talvolta mi prendo il tempo per imitare le loro prodezze, tra preparazioni infinite e metodi di cottura improponibili perché sono curiosa e imparare cose nuove mi alletta sempre assai, ma la mia cucina di tutti i giorni è fatta di piatti piuttosto veloci e gli spunti che cerco sul web devono essere di facile realizzazione e riadattabili.
Per esempio questo tortino è una semplice rielaborazione di una ricetta del cavoletto, che ho fatto e rifatto un miliardo di volte. Devo dire che la variante con salmone è altrettanto gustosa. Ho usato del salmone affumicato omettendo il parmigiano previsto da Sigrid, ma secondo me viene benissimo anche con un paio di filetti di salmone fresco, aumentando di poco la quantità di sale.
Tortino di patate, salmone e mozzarella
4 patate medie
2 mozzarelle
200 g di salmone affumicato
aneto (io non lo avevo e l'ho sostituito col basilico)
olio evo, sale, pepe, pangrattato.
Affettate le patate sottilissime e mettetele a strati in una terrina unta d'olio, alternandole alla mozzarella sfilacciata e al salmone fatto a pezzetti. Condite ogni strato con sale, pepe e abbondante basilico. Terminate con uno strato di patate, olio, sale e pangrattato. Cuocete in forno a 180° per circa 25-30 minuti.
04/09/10
Un passo indietro
In realtà, visto che l'ultima ricetta pubblicata su questo blog risale a oltre un anno fa di passi indietro dovrei farne parecchi, però non aggiornando il blog in tutto questo tempo non ho nemmeno più fotografato i piatti, quindi il mio archivio di ricette di questo periodo è soprattutto mentale, con qualche appunto sparso qua e là. Quindi veniamo semplicemente a un paio di portate di una cenetta fatta quest'estate prima delle vacanze. Protagonista, ancora una volta il pesce azzurro: buono economico, saporito e fresco, quando non direttamente pescato da noi (al momento ho in freezer diversi sgombri pescati qualche giorno fa).
Proprio con degli sgombretti freschissimi, se amate il crudo di pesce, potete preparare questa semplicissima tartare, che non è nemmeno una vera ricetta. Dovete solo pulire e sfilettare un paio di sgombri e tritare la carne a coltello. Affettate poi abbastanza sottilmente una cipolla di Tropea e mettetela a bagno nell'aceto di mele per circa un'ora (serve a rendere la cipolla più digeribile). Poi tritate anche le fettine di cipolla, lasciando solo qualche anello per la decorazione e mescolatele allo sgombro. Condite con fleur de sel, pepe nero e olio buono e voilà. Pensavo di aggiungere anche una goccia di aceto balsamico, ma dopo aver assaggiato mi sembrava perfetto così.
La seconda ricetta è una quasi variazione sul tema di questa ricetta del cavoletto (che l'anno scorso ho fatto e rifatto un sacco di volte e che consiglio vivamente di provare). Io ne ho fatto una torta salata, cambiando un po' il procedimento.
Ingredienti:
1 rotolo di pasta sfoglia
4 patate
2 cipolle
una decina di acciughe fresche
una mozzarella
olio, sale, pepe
basilico fresco
Fate bollire le patate e le cipolle e poi tagliatele a fette. Stendete la pasta sfoglia su una teglia, poi disponete le patate e le cipolle. Condite con olio, sale, pepe e basilico. Aggiungete le acciughe fresche, pulite e aperte a libro e completate con la mozzarella un po' sbriciolata con le mani, come fosse una pizza. Aggiungere ancora un filo d'olio, un pizzico di sale e qualche foglia di basilico. Infornate a 180° per una ventina di minuti.
22/06/09
Tempo d'estate (e di melone!)
Più che una ricetta questa è la (ri)proposta di un abbinamento. Di quanto io apprezzi il melone col pesce (in particolare col tonno, i gamberi o il polpo) ne ho già parlato ampiamente in passato, in particolare qui, qui e qui.
Altrettanto azzeccato (sempre limitandoci al pesce, per la carne rimando a un successivo post) è l'abbinamento col salmone affumicato. Ho aggunto un avocado (sarà banale e poco ecologico ma io lo adoro!) e del songino. Ci sarebbe stata bene anche la rucola, ma non ne avevo. In alternativa si può sostituire l'insalata con del coriandolo fresco. Per condire in tutti i casi: olio ligure, limone sale e pepe macinato al momento. Un piatto velocissimo da preparare per un pranzo fresco, profumato e pieno di vitamine.
22/04/09
Sugarello mantecato
Diciamo che da un po' di tempo avevo voglia di fare il baccalà mantecato, soprattutto dopo aver visto il loro. Sono settimane che mi trattengo dal comprare il baccalà, perché il mio fidanzato (a cui il merluzzo piace!!!!) davanti al baccalà comincia a fare facce strane. E nulla serve spiegargli che a) è lo stesso pesce, giuro e b) la ricetta che ho in mente è superdelicata. Niente.
Comunque, lunedì abbiamo fatto un giro a Slow Fish. Era l'ultimo giorno della fiera e ci sono andata soprattutto per sentire la presentazione di questo libro.
Comunque, ancor prima di entrare nel padiglione Nouvel (meraviglioso a mio avviso, ma forse un po' troppo grande per Slow Fish) siamo stati accolti dai noti cartelli didattici sui pesci di cui andrebbe evitato o comunque fortomente limitato il consumo . Ed eccolo lì il mio baccalà che fa bella mostra di sé sul secondo cartello, essendo tra i pesci più sfruttati del globo insieme al povero tonno rosso. Tra i pesci consigliati dai cartelli successivi, perché (ancora) poco sfruttati in cucina (oltre alla mia adorata palamita!) c'è il sugarello. Questo pesce, che a Genova si chiama suello, pur avendolo visto mille volte dal pescivendolo a far compagnia ad acciughe e sgombri, non lo avevo mai provato. Così ieri, insieme a una mezza chilata di acciughe, ne ho presi uno, tanto per assaggiarlo. La carne assomiglia un po' a quella dello sgombro, è più delicata di sapore ma un po' meno soda, nel senso che rischia di sciogliersi un po' in cottura.
Per la pulitura vi rimando alle istruzioni che ha dato fiordisale tempo fa: davvero preziose, peccato non averle lette prima!
Io comunque, visto quel che ci volevo fare, non mi sono preoccupata troppo di eventuali spappolamenti. Ho tolto testa e interiora e ho diviso in due filetti (lasciando la lisca centrale). Ho cotto i filetti per una decina di minuti coperti di latte. Poi ho pulito il pesce eliminando tutte le spine, e l'ho mantecato nel frullatore con olio, come per fare la maionese. Alla fine ho aggiustato di sale e aggiunto un po' di pepe nero e una grattugiata di scorza di limone non trattato. Ho usato la crema per riempire alcuni bigné, fatti tempo fa e congelati. Ma è perfetta spalmata su semplici crostini di pane.
ps: questo pesce è stata davvero una bella scoperta, sia per il costo limitato (4 euro al chilo), sia per il sapore molto delicato. Assolutamente da ricomprare alla prima occasione.
17/03/09
Fast Fish
Ci sarebbe quasi da vergognarsi a postare una ricetta così, se non fosse che ha avuto un successo inaspettato. Il fatto che dopo tre anni di pesce di tutti i tipi e in tutte le salse la mia dolce metà abbia deciso che il suo pesce preferito è il nasello (sic!), dovrebbe farmi infuriare, però l'amore è amore e, visto che alla fine in questi tre anni la suddetta dolce metà nel piatto non ha mai lasciato nulla, ho deciso che ogni tanto posso accontentarlo: se nasello dev'essere, nasello sia!
Fatto sta che a me il nasello non suscita particolari emozioni, tantomeno ispirazioni culinarie. Diciamo che lo tiro fuori dal freezer, mi guardo intorno e lo preparo con quel che ho. Quest'inverno l'ho preparato diverse volte con l'arancia (filetti appena infarinati e cotti nel succo d'arancia fino a farli leggermente caramellare), grazie a una ricetta rubata alla prova del cuoco. Ma l'altro giorno ero rimasta anche senza arance. Per fortuna le spezie non mancano mai.
Il buono di questa ricetta è che non c'è nemmeno bisogno di scongelare il pesce: dal freezer al piatto in meno di 15 minuti :-)
4 filetti di nasello surgelati
1 cucchiaio di semi di cumino
1 cucchiaino di semi di coriandolo pestati
1 cucchiaino di pepe bianco pestato
1 spicchio d'aglio tritato
la scorza grattuggiata di un limone non trattato (io avevo un lime)
sale
olio evo (2 cucchiai)
Scaldare l'olio con l'aglio, le spezie e la scorza di limone. Farci rosolare rapidamente i filetti, sfumare con vino bianco e poi coprire la padella giusto il tempo che i filetti diventino bianchi. Salare all'ultimo e servire.
16/07/08
Avete mai provato con le pesche?
Anzitutto, vorrei ringraziare chi è passato di qui in queste settimane, chi mi ha lasciato un commento o mi ha scritto un'e-mail per sapere come stavo. Ho avuto un po' di impegni di famiglia che mi hanno forzatamente tenuta lontana dal mio e dai vostri blog. Metti poi che tra lavoro vecchio e lavoro da cercare al pc sto già abbastanza ed ecco che l'assenza è giustificata!
Però il blog alla lunga mi manca, per cui eccomi :-)
Non cucino granché ultimamente ma, proprio dalla poca voglia di perdersi ai fornelli, nascono a volte delle idee simpatiche.
L'anno scorso, che ero parecchio più ispirata in cucina, avevo sperimentato diversi abbinamenti di pesce crudo con la frutta. Le pesche però mi mancavano. Qualcuno (e questo qualcuno è una grande cuoca professionista!) l'abbinamento l'aveva sperimentato con successo, e mi ero ripromessa di provare anch'io.
La palamita (che immagino non vogliate nemmeno più sentirla nominare!) potete tranquillamente sostituirla col tonno. Il risultato è un'insalata fresca e perfetta per questo caldo luglio.
Ingredienti
1 filetto di tonno o palamita
2 pesche
1 cetriolo
qualche foglia di rucola
aceto balsamico
succo di limone
fleur de sel
pepe nero macinato al momento
Tagliate a pezzetti piccoli la palamita e mettetela a marinare 10 minuti con un cucchiaino di aceto balsamico,poco olio evo ligure e qualche grano di fleur de sel. Tagliate a pezzetti anche le pesche e il cetriolo e conditeli con poco succo di limone, sale e pepe nero. Unite il pesce all'insalata e completate con qualche foglia di rucola.
27/06/08
Hummus di pesce bianco
Fa caldo. E per me in generale è una grande notizia. Finalmente è arrivato il momento tanto atteso dei primi bagni, della prima abbronzatura, delle prime serate in pozzetto a godere il fresco della sera.
Per il mio blog però questo caldo complica ulteriormente le cose. Sì perché la mia cucina dalle tre del pomeriggio fino al tramonto diventa impraticabile. Servirebbero berretto, occhiali da sole e crema a protezione 20 solo per riuscire a lavare i pomodori. Certo, mettere delle tende (tendoni?) sarebbe una scelta sensata, ma per troppi anni ho sognato una cucina baciata dal sole, e 'mo per un po' me la tengo così!
Tanto diciamolo, con questo clima non è che venga voglia di mangiare le lasagne al forno. Quindi, finché il lavoro (o il non lavoro, sigh) me lo permette, ho trovato la soluzione: cucino al mattino piatti freschi che se ne stanno sereni a riposare in frigo fino all'ora di cena.
Ed ecco qua cosa ho fatto di un paio di merlani comprati ieri mattina.
Volevo provare una ricetta di rillettes con i fagioli trovata sul libro Fish & Fish. Solo che non volevo usare la panna. E volevo il cumino. E magari un po' di succo di limone. Alla fine ho fatto una specie di hummus, molto buono spalmato sul pane o per accompagnare una bella insalata mista. Fate voi.
Al posto dei merlani potete usare nasellini, merluzzo o altro pesce bianco.
Ingredienti:
2 merlani
1 scatola di fagioli bianchi (o 100g di fagioli bianchi secchi, ammollati e fatti cuocere con una foglia d'alloro)
abbondante cumino appena tostato e poi pestato nel mortaio
la scorza e il succo di un limone
sale, olio evo, pepe bianco
un po' di basilico fresco per completare
Pulite i merlani e fateli cuocere a vapore per una decina di minuti. Poi togliete la pelle e le lische e fate raffreddare. Sciacquate bene i fagioli. Conditeli con olio, sale, pepe e il cumino macinato. Unite la scorza grattugiata del limone e i filetti di pesce spezzettati. Passate al mixer fino ad ottenere una crema non troppo omogenea. Aggiungete il succo di limone, aggiustate di sale e pepe e mettete in frigo a riposare per alcune ore. Servite con un po' di basilico spezzettato (se avete il coriandolo è anche meglio).
14/05/08
Polpette di alici (più due meme in uno)
Quanto mi piace il pesce già si sa. E lo faccio spessissimo, anche se non sempre ho tempo di inventare qualcosa di nuovo rispetto alle circa 60 ricette già postate. Magari faccio solo piccole variazioni o magari non faccio foto. Stamattina però, ho visto delle alici bellissime sul banco del mio pescivendolo e le ho prese con in mente esattamente questa ricetta. Non che l'abbia vista da qualche parte, ma avevo in testa questo mix di sapori siciliani (avevo anche fatto una pasta simile qualche giorno fa), e il risultato mi ha parecchio soddisfatto. Sono semplicissime da fare, e sono ottime anche come aperitivo.
Polpette di alici:
400g di alici freschissime
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaio di capperi dissalati
1 cucchiaio di uvetta
1 cucchiaio di pinoli
1 cucchiaio di colatura di alici
la scorza di un limone grattugiato
1 cucchiaio di pecorino siciliano (non stagionato)
una fetta di pane senza crosta sminuzzata
1 albume
1 peperoncino secco
prezzemolo tritato
sale
pan grattato e semi di sesamo qb
Tritate le alici abbastanza grossolanamente insieme a tutti gli ingredienti tranne il pan grattato e il sesamo. Formate delle palline con una cucchiaiata di composto e rotolatele nel mix di panatura. Mettete in frigo le polpette per un'oretta a rassodare, poi rosolatele da tutti i lati in poco olio. Servite calde, con una bella insalata mista, e una salsa di yogurt, aglio ed erbe aromatiche fresche.
E visto che il pesce rappresenta sicuramente uno dei miei "piaceri", approfitto per rispondere all'invito di Campo di fragole, che mi ha invitato a questo meme dei 6 piaceri (a cui poi si è aggiunto pure il meme-contrario). Ecco qui, senza riflettere troppo:
Mi piace...
1 Fare colazione con i dolcetti preparati da me. I meglio riusciti sono cake e muffins, ma ogni tanto mi cimento con croissants, cornetti e brioches. Certo non saranno perfetti ma... vuoi mettere la soddisfazione :-)
2. Leggere. Anche se di giorno ho raramente tempo, e la sera spesso crollo col libro sul naso. Da ragazzina leggevo tantissimo, soprattutto grossi tomi classici e saggi impegnati, ormai leggo quasi solo noir, e gialli.
3. Allestire pranzetti spartani quando siamo in navigazione. Pane e formaggio, burro e acciughe, olive, pesce affumicato e stuzzichini vari, birra ghiacciata e via. Si inserisce il pilota automatico e il profumo del mare rende il più semplice degli spuntini un pranzo da re. Provare per credere :-)
4. Svegliarmi ogni mattina con la gatta che salta sul letto perché è ora di colazione, poi rigirarmi ancora cinque minuti sotto le lenzuola mentre il mio compagno adorato nutre la (mia) gatta e prepara il caffè. Infine scendere le scale e, come prima cosa, guardare dalla finestra il tempo che fa.
5.Impallarmi sulle cose , soprattutto quelle di tipo tecnico: ci passo ore o giorni, mi arrabbio moltissimo ma non mollo finché non riesco a trovare la soluzione. (Che so, ora la battaglia è installare la connect card della vodafone sulla mia mepis)
6. Pulire il pesce :-) E cucinarlo e mangiarlo, ovvio. Però pulire il pesce mi rilassa. Certo, non sono chissà quanto brava, ma da quando ho comprato un coltello decente è tutto più facile e sfilettare il pesce è diventato un gran piacere. E l'odore del pesce fresco non sarà quello dei croissants appena sfornati, però per me è il profumo del mare, e a me piace da impazzire.
Non mi piace...
1. Avere a che fare con persone ipocrite e/o ruffiane. Però ho un buon intuito, e riesco ad individuarle rapidamente e a tenerle lontane
2. Dover fare cose che non ho voglia di fare.
3. Questo strano senso d'ansia, rispetto agli eventi della vita, che mi si è appiccicato addosso negli ultimi mesi. Spero che il vento caldo di quest'estate che si avvicina mi aiuti a scrollarla via.
4. Invecchiare. E mi fa paura, anche. Per adesso, mi taglio con le forbicine 2 dei 4/5 capelli bianchi che ho, e continuo a vestirmi da ragazzetta con le kickers e i calzini corti. Ma temo che tra un po' dovrò smetterla, e prendere una serie di decisioni prima che sia tardi.
5. Non riuscire a fare le cose esattamente come mi aspetto. Ecco, in effetti, sono abbastanza fortunata perché le cose in cui decido di impegnarmi mi riescono abbastanza bene. Però mentre sono molto indulgente con me stessa rispetto a quello che non voglio fare, divento un giudice severissimo rispetto a quello che non riesco a fare.
6. Essere costretta a sorridere quando non ne ho nessuna voglia. Non ne sono neanche granché capace e poi, diciamolo, a me va benissimo gestirmi in santa pace i miei cattivi umori. Per fortuna mi capita raramente di dover fingere, ma è durissima.
08/05/08
Bocconcini per un aperitivo... speciale (asparagi, brie e salmone)
La lunga lista di arretrati da sfornare, tra ricette di bloggers, spunti da libri e riviste e idee che mi sono venute in questo lungo periodo di astinenza, senbra allungarsi ogni giorno di più. Eppure produco, eccome, e la temperatura di questa bella-casa-assolata cresce inesorabilmente, non solo per merito della bella stagione (ohh yeaahh! era anche l'ora!). E proprio perché temo che tra un po' il forno non riuscirò proprio ad accenderlo, faccio il possibile (e l'impossibile!), ora.
Questi cosi qui, che non posso chiamarli muffins salati perché non ho seguito il procedimento corretto per fare i muffins (solidi e liquidi separati), né tortine perché non hanno una base, né mini-soufflé perché non sono neanche dei soufflé, beh comunque secondo me sono buonissimi!
E ho pensato che – magari usando gli stampini da minimuffins (io ho usato il formato medio perché quello avevo) - sarebbero perfetti per un aperitivo... diciamo post nozze! Sere, che ne dici?
Sono facilissimi e veloci da fare. Si possono preparare il giorno prima e poi intiepidire appena, o addirittura congelare.
Ingredienti (per 9 non-muffins medi)
per la base:
150g farina 00
100g latte
8g lievito per torte salate
60g ricotta
60g olio
2 uova
30g parmigiano grattugiato
un pizzico di sale e pepe
e poi:
asparagi sbollentati e tagliati a pezzetti
brie
salmone affumicato (io uso il selvaggio della coop, che trovo buonissimo)
Sciogliere il lievito nel latte tiepido, aggiungere la farina, le uova l'olio e sbattere per bene. Poi unire la ricotta e il parmigiano un pizzico di sale e un po' di pepe. Dovrete ottenere un composto piuttosto liquido e senza grumi.
Unite ora il salmone, gli asparagi e il brie a pezzetti. Tenete da parte le punte degli asparagi da aggiungere dalla fine, direttamente sopra il composto che avrete versato negli stampini. Cuocete in forno a 180° per 15-20 minuti, fino a che non sono dorati.
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pizze focacce e torte salate
14/03/08
Conto alla rovescia
Inutile sforzarsi. In questo periodo ho davvero zero voglia di cucinare. Troppo scossa, ancora, dalle vicende familiari di questi ultimi mesi, e troppo presa ormai dal trasloco che verrà.
Elettrizzata e ansiosa, euforica e preoccupata, impaziente e contenta: ecco in sintesi il mio stato d'animo un po' schizzato di queste ultime settimane!
Anche con la casa i problemi non sono mancati e non mancano, in particolare quelli di comunicazione con i quasi (evvai!) ex proprietari. Purtroppo il mio compagno fa il penalista e io la redattrice web, e qui sarebbe servito un team di psichiatri! Ma alla fine, nonostante tutto, ormai ci siamo! Da domani si comincia a inscatolare, e il 30 marzo saremo nella nuova casetta, a guardare dalla finestra le navi che lasciano il porto. E scusate se è poco :-)
E questa nuova casa, per me, significa molto di più che quattro mura nuove (anzi vecchiotte, che pare che la casa abbia circa 800 anni!) e una bella vista.
Sarà che questa casa arriva insieme alla primavera, o che arriva in un momento particolare della mia vita. Sarà l'età e la paura di invecchiare, non so. So solo che questo è un periodo di pensieri frenetici, idee un po' avventate, e voglia di svoltare su un mucchio di cose. Nei prossimi giorni, tra scatoloni da chiudere e mobili da montare, spero di avere la mente abbastanza libera per fare un po' di ordine :-) E magari poi scoprirò che è semplicemente il fatto di aver smesso di fumare a rendermi un tantino inquieta :-P
In tutto questo, come dicevo, cucino poco e pure un po' svogliatamente. A meno che non si tratti di pesce, che quello - quando lo compro - anche se è il pesce più povero che c'è, lo tratto sempre con la dovuta attenzione.
Le acciughe, per esempio, a me piacciono soprattutto marinate – quasi crude – perché voglio sentire appieno il profumo del mare. Però, tanto per cambiare un po', metà delle acciughe comprate qualche giorno fa, le ho preparate così:
Rotolini di acciughe con bufala e capperi
300g di acciughe
olio evo
pangrattato
la scorza grattugiata di 1 limone
1 cucchiaio di pecorino grattugiato
peperoncino
basilico
1 mozzarella di bufala
una manciata di capperi dissalati
sale
Per prima cosa pulite le acciughe e apritele a libro. Sciacquatele e asciugatele su carta assorbente. Tostate il pangrattato in una padella antiaderente. In una ciotola, mescolate il pangrattato con l'olio, il formaggio, la scorza di limone, il peperoncino tritato e un pizzico di sale. Passate le acciughe in questa panatura, e mettete sopra ogni acciuga un pezzetto di mozzarella con un paio di capperi e una foglia di basilico. Arrotolate le acciughe su se stesse e fermate con uno stecchino. Cuocete le acciughe in forno già caldo (200° ventilato) per circa 10 minuti. Togliete gli stecchini e servite. Perfette da mangiare con le dita :-)
07/03/08
Qualcosa di giallo
Premetto che io non festeggio l'8 marzo. Non faccio le cene con le amiche quel giorno, e se qualcuno si azzarda a regalarmi la mimosa – magari qualcuno che mi conosce poco – si becca un insulto. Che, se proprio mi vien voglia, la mimosa me la vado a prendere a casa dei miei in campagna, ma certo non l'8 marzo.
Detto questo, Fiordisale ci ha chiesto di postare per l'8 marzo qualcosa di giallo, non per festeggiare no, ma magari per riflettere simbolicamente tutte (e tutti) insieme su quanto sia ancora prevalentemente maschile e maschilista il mondo in cui viviamo, su quali soprusi devono ancora subire le donne sul lavoro, in famiglia, nella società in generale, e su quanto certe brutture e vessazioni, che ci sembrano appartenere a culture primitive e lontane, continuino a permeare invece la nostra quotidianità.
Certo, una o mille ricette in giallo non servono a cambiare le cose, e io ho accettato all'inizio l'invito di Fiore sopratutto come un gioco innocuo e "colorato" proposto da un'amica. Poi cucinando, e vedendo le prime ricette pubblicate sui blog (ma anche questo interessante post di Liuk che riprende la campagna di sensibilizzazione lanciata da Donna Moderna per dire NO alla violenza sulle donne) , mi sono detta che forse queste ricette sono un'occasione per discutere e fare il punto, in famiglia, col nostro compagno o con i nostri amici... E magari servono proprio per ricordare che non è certo con una festa che si fa qualcosa per cambiare il ruolo della donna nella nostra società.
Curry di pesce allo yogurt
Ingredienti:
2 porri
2 patate
400g di pesce sfilettato (io avevo merluzzo e salmone)
1 cucchiaino ciascuno di: semi di senape, semi di cumino, curcuma, foglie di curry
2 cucchiaini di garam masala
1 peperoncino rosso secco (meglio sarebbe verde fresco)
1 pezzetto di zenzero fresco tritato
sale
olio di girasole bio
1 vasetto di yogurt greco
Per prima cosa sbollentate le patate, poi pelatele e tagliatele a pezzetti. Mettete nel wok due cucchiai d'olio, unite i semi di senape e cumino. Appena la senape comincia a saltare, unite la curcuma, il peperoncino, le foglie di curry e lo zenzero. Mescolate per un minuto, poi aggiungere i porri. Fare saltare qualche minuto, aggiungete le patate a pezzetti, il garam masala e il sale. Fate insaporire bene e unite infine i pezzetti di pesce. Fate cuocere pochi minuti, aggiungete lo yogurt, mescolate e servite con riso basmati.
Detto questo, Fiordisale ci ha chiesto di postare per l'8 marzo qualcosa di giallo, non per festeggiare no, ma magari per riflettere simbolicamente tutte (e tutti) insieme su quanto sia ancora prevalentemente maschile e maschilista il mondo in cui viviamo, su quali soprusi devono ancora subire le donne sul lavoro, in famiglia, nella società in generale, e su quanto certe brutture e vessazioni, che ci sembrano appartenere a culture primitive e lontane, continuino a permeare invece la nostra quotidianità.
Certo, una o mille ricette in giallo non servono a cambiare le cose, e io ho accettato all'inizio l'invito di Fiore sopratutto come un gioco innocuo e "colorato" proposto da un'amica. Poi cucinando, e vedendo le prime ricette pubblicate sui blog (ma anche questo interessante post di Liuk che riprende la campagna di sensibilizzazione lanciata da Donna Moderna per dire NO alla violenza sulle donne) , mi sono detta che forse queste ricette sono un'occasione per discutere e fare il punto, in famiglia, col nostro compagno o con i nostri amici... E magari servono proprio per ricordare che non è certo con una festa che si fa qualcosa per cambiare il ruolo della donna nella nostra società.
Curry di pesce allo yogurt
Ingredienti:
2 porri
2 patate
400g di pesce sfilettato (io avevo merluzzo e salmone)
1 cucchiaino ciascuno di: semi di senape, semi di cumino, curcuma, foglie di curry
2 cucchiaini di garam masala
1 peperoncino rosso secco (meglio sarebbe verde fresco)
1 pezzetto di zenzero fresco tritato
sale
olio di girasole bio
1 vasetto di yogurt greco
Per prima cosa sbollentate le patate, poi pelatele e tagliatele a pezzetti. Mettete nel wok due cucchiai d'olio, unite i semi di senape e cumino. Appena la senape comincia a saltare, unite la curcuma, il peperoncino, le foglie di curry e lo zenzero. Mescolate per un minuto, poi aggiungere i porri. Fare saltare qualche minuto, aggiungete le patate a pezzetti, il garam masala e il sale. Fate insaporire bene e unite infine i pezzetti di pesce. Fate cuocere pochi minuti, aggiungete lo yogurt, mescolate e servite con riso basmati.
14/01/08
Pesce profumato alla cannella con hummus all'arancia
Prima di tutto volevo ringraziare tutti quelli che hanno lasciato un commento al post precedente, non tanto per gli incoraggiamenti e i complimenti (anzi sì, grazie di cuore per le belle parole!), ma sopratutto per avere condiviso con me dubbi, domande, aspirazioni che, evidentemente, non sono l'unica ad avere. E' proprio questo l'aspetto più bello di avere un blog :-)
Oggi, comunque, niente chiacchiere. Volevo semplicemente presentarvi una ricetta facile e veloce che ho sperimentato prendendo spunto da Alex. Non avevo mai provato la cannella sul pesce ma, dopo aver visto il suo piatto, non ho resistito e ho dato una fine degna al merluzzo congelato che avevo in freezer da un po'. Rispetto ad Alex ho variato leggermente le spezie utilizzate (solo cumino, coriandolo, cannella e pepe nero) e ho pensato di utilizzare un metodo di cottura che avevo già sperimentato qui e che mi ha insegnato Lory: la cottura nella stagnola, assolutamente senza grassi e che consente di non bruciare le spezie, e di non disperdere i succhi del pesce. Infine, ho accompagnato i filetti con un hummus di ceci al succo di arancia. L'abbinamento secondo me è ottimo ma ,se proprio non ve la sentite di provare il pesce con la cannella, provate almeno l'hummus all'arancia, perché è buonissimo!
Ingredienti per il pesce: 2 filetti di merluzzo, pepe nero, coriandolo, cumino e cannella, scorza e succo d'arancia, sale, olio evo (da aggiungere a crudo).
Ingredienti per l'hummus: una scatola di ceci cotti, cumino, sale pepe, olio e succo d'arancia.
Preparate l'hummus frullando i ceci cotti con l'olio a filo. Condite con sale, pepe e cumino macinato e unite alla fine il succo d'arancia. Vi ritroverete una cremina delicata e leggermente speziata.
Per il pesce, pestate nel mortaio il cumino, il corriandolo e il pepe e uniteli alla cannella in polvere. (le proporzioni per me erano 1 cucchiaino di cumino, 1 di coriandolo, 1 di cannela e ½ di pepe).Grattugiate la scorza di mezza arancia e unitela alle spezie. Pulite i filetti, asciugateli e impanateli con il mix di spezie, senza aggiungere né olio né sale. Chiudete i filetti nella stagnola e cuocete in padella antiaderente ben calda per 4 minuti per lato (dipende dallo spessore del filetto e dal grado di cottura). Togliete i filetti dalla stagnola, conditeli con una salsina di olio, succo d'arancia e sale (io ho usato il sale nero delle Hawai) e serviteli accompagnati dall'hummus.
Oggi, comunque, niente chiacchiere. Volevo semplicemente presentarvi una ricetta facile e veloce che ho sperimentato prendendo spunto da Alex. Non avevo mai provato la cannella sul pesce ma, dopo aver visto il suo piatto, non ho resistito e ho dato una fine degna al merluzzo congelato che avevo in freezer da un po'. Rispetto ad Alex ho variato leggermente le spezie utilizzate (solo cumino, coriandolo, cannella e pepe nero) e ho pensato di utilizzare un metodo di cottura che avevo già sperimentato qui e che mi ha insegnato Lory: la cottura nella stagnola, assolutamente senza grassi e che consente di non bruciare le spezie, e di non disperdere i succhi del pesce. Infine, ho accompagnato i filetti con un hummus di ceci al succo di arancia. L'abbinamento secondo me è ottimo ma ,se proprio non ve la sentite di provare il pesce con la cannella, provate almeno l'hummus all'arancia, perché è buonissimo!
Ingredienti per il pesce: 2 filetti di merluzzo, pepe nero, coriandolo, cumino e cannella, scorza e succo d'arancia, sale, olio evo (da aggiungere a crudo).
Ingredienti per l'hummus: una scatola di ceci cotti, cumino, sale pepe, olio e succo d'arancia.
Preparate l'hummus frullando i ceci cotti con l'olio a filo. Condite con sale, pepe e cumino macinato e unite alla fine il succo d'arancia. Vi ritroverete una cremina delicata e leggermente speziata.
Per il pesce, pestate nel mortaio il cumino, il corriandolo e il pepe e uniteli alla cannella in polvere. (le proporzioni per me erano 1 cucchiaino di cumino, 1 di coriandolo, 1 di cannela e ½ di pepe).Grattugiate la scorza di mezza arancia e unitela alle spezie. Pulite i filetti, asciugateli e impanateli con il mix di spezie, senza aggiungere né olio né sale. Chiudete i filetti nella stagnola e cuocete in padella antiaderente ben calda per 4 minuti per lato (dipende dallo spessore del filetto e dal grado di cottura). Togliete i filetti dalla stagnola, conditeli con una salsina di olio, succo d'arancia e sale (io ho usato il sale nero delle Hawai) e serviteli accompagnati dall'hummus.
11/01/08
Food blog o non food blog?
Quando a novembre ho stoppato questo blog, oltre a questioni lavorative e familiari, c'era pure un'altra ragione. Avevo deciso di fermarmi per riflettere un po'. "K – mi dicevo - perché diavolo hai messo su un blog di cucina? Che mica sai cucinare sul serio tu: non hai nessuna base, non hai mai fatto un corso di cucina in vita tua, non hai particolari conoscenze della cucina della tua regione, e nemmeno vai nei ristoranti chic!". E ancora: "Ma davvero ti interessa così tanto la cucina? E' davvero la tua principale passione? Pensi di avere qualche cosa di intelligente da dire?". Ehm, in effetti, le risposte che ho dato a queste domande - messe così - avrebbero avuto la sensata conseguenza di lasciar perdere.
E quando vedo questo blog, oppure questo o anche questo (tutti blog che amo molto, e che mi sembra abbiano davvero qualcosa di interessante da dire sulla cucina) la situazione non fa che peggiorare.
Dopo circa un mese di riflessioni (non è che abbia fatto solo quello eh!) è successo che semplicemente il blog mi mancava. Ho scritto un primo post che non c'entrava niente con la cucina, e che parlava di mio padre. Poi ho avuto voglia di scrivere un post sulla mia futura casa, poi qualcosa sul mare ecc... Insomma, mi accorgo che sempre più questo blog racconta di cose che con la cucina c'entrano poco. E allora che fare? Sinceramente, non l'ho ancora capito.
So solo che da ragazzina non sono mai riuscita a tenere regolarmente nessun tipo di diario (cioè ne ho avuti decine, ma sono solo frammenti), mentre questo blog, con la scusa della cucina, va avanti da quasi un anno con una certa regolarità. E forse, oltre alle chiacchiere con gli amici e all'opportunità di scoprire nuovi blog e nuove persone interessanti, c'è proprio questo: la voglia di tener traccia di emozioni e passioni, di cose e persone, per non rischiare che si perdano o volino via.
E così, anche se spesso la ricetta diventa accessoria, anche se non è perfettamente realizzata o particolarmente originale, è qualcosa che rimane. Per me anzitutto, e per chi (pochi o tanti che siano) ha voglia di leggere o condividere un po' di vita quotidiana, dentro e fuori dalla cucina.
Ah, ieri ho trovato una palamita di 2 Kg! Ero felicissima perché in questo periodo sono rare. Come avrò già sicuramente detto, adoro la palamita per varie ragioni. Anzitutto perché la si trova pescata nel mar ligure, per cui si è certi che sia freschissima anche per consumarla cruda. Poi perché è un pesce pelagico, che nuota in acque pulite (al contrario del branzino, per esempio, che è un predatore costiero e che , dopo averlo visto più volte pescare nel porticciolo dove teniamo la barca,foce di un fiume inquinatissimo, lo compro poco e solo di allevamento). Infine perché non essendo – almeno al momento - richiesta come il tonno, ha un prezzo molto più contenuto a parità di bontà.
Comunque, terminata l'operazione di sfilettatura e in parte congelata (il resto l'ho scottato leggermente sulla piastra), ho ripulito ben bene la carne attaccata alla lisca, visto che, come insegna max, noi genovesi non buttiamo via niente, e questa polpa recuperata è diventata la base (con l'aggiunta di un pezzo di filetto) per una fantastica tartare o, meglio, per una
Mousse di palamita e avocado
Ingredienti x 2
200g di polpa di palamita
mezzo avocado
2 cucchiai di formaggio cremoso tipo philadalphia
olio evo ligure, limone, sale e pepe, pistacchi tritati
Schiacciate con una forchetta la polpa di palamita e conditela solo con un filo di olio buono e qualche granello di fleur de sel. Schiacciate sempre con la forchetta la polpa di avocado e conditela con il succo di mezzo limone, sale, pepe e due cucchiai di formaggio cremoso. Tritate grossolanamente i pistacchi (quelli di bronte, se possibile, io avevo invece un avanzo natalizio di pistacchi tostati). Componete la tartare in un cerchio da mousse mettendo prima la crema di avocado, poi la polpa di palamita e infine i pistacchi. Tenete in frigo fino al momento di servire.
E quando vedo questo blog, oppure questo o anche questo (tutti blog che amo molto, e che mi sembra abbiano davvero qualcosa di interessante da dire sulla cucina) la situazione non fa che peggiorare.
Dopo circa un mese di riflessioni (non è che abbia fatto solo quello eh!) è successo che semplicemente il blog mi mancava. Ho scritto un primo post che non c'entrava niente con la cucina, e che parlava di mio padre. Poi ho avuto voglia di scrivere un post sulla mia futura casa, poi qualcosa sul mare ecc... Insomma, mi accorgo che sempre più questo blog racconta di cose che con la cucina c'entrano poco. E allora che fare? Sinceramente, non l'ho ancora capito.
So solo che da ragazzina non sono mai riuscita a tenere regolarmente nessun tipo di diario (cioè ne ho avuti decine, ma sono solo frammenti), mentre questo blog, con la scusa della cucina, va avanti da quasi un anno con una certa regolarità. E forse, oltre alle chiacchiere con gli amici e all'opportunità di scoprire nuovi blog e nuove persone interessanti, c'è proprio questo: la voglia di tener traccia di emozioni e passioni, di cose e persone, per non rischiare che si perdano o volino via.
E così, anche se spesso la ricetta diventa accessoria, anche se non è perfettamente realizzata o particolarmente originale, è qualcosa che rimane. Per me anzitutto, e per chi (pochi o tanti che siano) ha voglia di leggere o condividere un po' di vita quotidiana, dentro e fuori dalla cucina.
Ah, ieri ho trovato una palamita di 2 Kg! Ero felicissima perché in questo periodo sono rare. Come avrò già sicuramente detto, adoro la palamita per varie ragioni. Anzitutto perché la si trova pescata nel mar ligure, per cui si è certi che sia freschissima anche per consumarla cruda. Poi perché è un pesce pelagico, che nuota in acque pulite (al contrario del branzino, per esempio, che è un predatore costiero e che , dopo averlo visto più volte pescare nel porticciolo dove teniamo la barca,foce di un fiume inquinatissimo, lo compro poco e solo di allevamento). Infine perché non essendo – almeno al momento - richiesta come il tonno, ha un prezzo molto più contenuto a parità di bontà.
Comunque, terminata l'operazione di sfilettatura e in parte congelata (il resto l'ho scottato leggermente sulla piastra), ho ripulito ben bene la carne attaccata alla lisca, visto che, come insegna max, noi genovesi non buttiamo via niente, e questa polpa recuperata è diventata la base (con l'aggiunta di un pezzo di filetto) per una fantastica tartare o, meglio, per una
Mousse di palamita e avocado
Ingredienti x 2
200g di polpa di palamita
mezzo avocado
2 cucchiai di formaggio cremoso tipo philadalphia
olio evo ligure, limone, sale e pepe, pistacchi tritati
Schiacciate con una forchetta la polpa di palamita e conditela solo con un filo di olio buono e qualche granello di fleur de sel. Schiacciate sempre con la forchetta la polpa di avocado e conditela con il succo di mezzo limone, sale, pepe e due cucchiai di formaggio cremoso. Tritate grossolanamente i pistacchi (quelli di bronte, se possibile, io avevo invece un avanzo natalizio di pistacchi tostati). Componete la tartare in un cerchio da mousse mettendo prima la crema di avocado, poi la polpa di palamita e infine i pistacchi. Tenete in frigo fino al momento di servire.
04/01/08
L'anno che verrà
Eccomi qui. Le vacanze sono agli sgoccioli, e il primo problema da lunedì sarà riuscire a svegliarsi ad un'ora decente. Sì perché l'attività principale di queste vacanze – lo ammetto – è stata recuperare il sonno degli ultimi quattro mesi :-)
Erano anni che non dormivo così tanto, visto che di solito le nostre ferie sono più attive (viaggi e, sopratutto, barca). Ma quest'anno, con le spese che ci attendono per la casa e una buona dose di stanchezza accumulata, abbiamo deciso di rimanere a Genova.
Qualche gita fuori porta, una paio di uscite in barca, libri, coccole, film e cucina :-) E poi qualche spedizione nella nostra futura casa, a guardare e riguardare, misurare e immaginare. In realtà, non abbiamo neppure potuto cominciare i lavori, visto che le chiavi ufficiali ce le daranno solo tra un po', ma abbiamo già fatto conoscenza con un'anziana vicina, simpatica e chiacchierona, che ci ha raccontato vita, morte e miracoli di tutto il palazzo. E già mi viene da ridere se penso al rischio di incontrarla durante il trasloco... che cinque piani di scale comunque non sono pochi :-P
Inevitabili poi, sono state in questo periodo le incursioni all'ikea facendosi largo tra la folla, visto che l'Ikea sembra essere il posto più amato dai genovesi nelle giornate di pioggia. E proprio l'assidua frequentazione dell'Ikea mi ha fatto venir voglia di preparare il gravlax, cioè il salmone marinato all'aneto, facile, pratico da conservare e utilizzare al posto del salmone affumicato.
Ingredienti
900 g di salmone con la pelle
2 cucchiai di sale grosso (io ho usato il sale grigio di Guérande)
2 cucchiai di zucchero di canna
1 cucchiaio di pepe nero in grani
aneto fresco tritato
Ricavate dal salmone due filetti, lasciando la pelle ed eliminando la lisca e tutte le spine con l'aiuto di una pinzetta. Asciugate i filetti. Pestate nel mortaio il sale con lo zucchero e il pepe. Disponete il primo filetto con la pelle sotto in una pirofila bassa cosparsa con un po' di sale grosso e ricoprite con il mix di sale/pepe/zucchero massaggiando la polpa. Aggiungere abbondante aneto tritato (io non ne avevo moltissimo ma ce ne vorrebbero circa tre cucchiai). Ricoprite con il secondo filetto, questa vota con la pelle sopra. Coprite con pellicola e mettere in frigo con un peso sopra. Estraete da frigo ogni 12 ore, rigirando il salmone ed eliminando l'acqua prodotta. Ci vorranno almeno un paio di giorni. Comunque il salmone è pronto quanto ha dato tutta l'acqua è ha assunto un bel colore rosso. A questo punto prendete un filetto, ripulite eventualmente dal sale rimasto (ma non dovrebbe rimanerne granché) e affettate sottile come fosse salmone affumicato. Riponete in frigo il resto. Dura parecchio,ma a me, tra cenette e pranzi di famiglia è durato cinque giorni. Lo potete servire con burro e pane di segale, con la salsa gravlax (che ho comprato all'Ikea), oppure con una salsa alla senape fatta in casa (io ne faccio una con yogurt greco, senape e aceto di mele). Se invece lo portate a qualcuno che non ama il crudo (come i miei genitori), basta farlo marinare ulteriormente con olio e limone per un paio d'ore. In qualunque modo lo prepariate, sarà comunque buonissimo!
Per il resto, la neve di ieri appena intravista ha lasciato già spazio alla pioggia. Peccato, che in queste vacanze pigre e sonnacchiose la neve ci sarebbe stata a pennello. Pazienza, speriamo almeno in un raggio di sole prima della fine del week end. Che da lunedì arriva il ciclone, tra superlavoro (tanto per cambiare), impegni familiari meno allegri dei pranzi natalizi, i lavori nella nuova casa e poi il trasloco. Sarà un anno denso, quello che è appena arrivato, pieno di impegni a cui far fronte con un pizzico di preoccupazione ma anche con la giusta dose di serenità, perché l'anno appena cominciato è pure pieno di progetti e aspettative, cose da immaginare e piccoli e grandi sogni da realizzare e, sì, in fondo, sono impaziente che cominci davvero!
Buon anno a tutti!
Erano anni che non dormivo così tanto, visto che di solito le nostre ferie sono più attive (viaggi e, sopratutto, barca). Ma quest'anno, con le spese che ci attendono per la casa e una buona dose di stanchezza accumulata, abbiamo deciso di rimanere a Genova.
Qualche gita fuori porta, una paio di uscite in barca, libri, coccole, film e cucina :-) E poi qualche spedizione nella nostra futura casa, a guardare e riguardare, misurare e immaginare. In realtà, non abbiamo neppure potuto cominciare i lavori, visto che le chiavi ufficiali ce le daranno solo tra un po', ma abbiamo già fatto conoscenza con un'anziana vicina, simpatica e chiacchierona, che ci ha raccontato vita, morte e miracoli di tutto il palazzo. E già mi viene da ridere se penso al rischio di incontrarla durante il trasloco... che cinque piani di scale comunque non sono pochi :-P
Inevitabili poi, sono state in questo periodo le incursioni all'ikea facendosi largo tra la folla, visto che l'Ikea sembra essere il posto più amato dai genovesi nelle giornate di pioggia. E proprio l'assidua frequentazione dell'Ikea mi ha fatto venir voglia di preparare il gravlax, cioè il salmone marinato all'aneto, facile, pratico da conservare e utilizzare al posto del salmone affumicato.
Ingredienti
900 g di salmone con la pelle
2 cucchiai di sale grosso (io ho usato il sale grigio di Guérande)
2 cucchiai di zucchero di canna
1 cucchiaio di pepe nero in grani
aneto fresco tritato
Ricavate dal salmone due filetti, lasciando la pelle ed eliminando la lisca e tutte le spine con l'aiuto di una pinzetta. Asciugate i filetti. Pestate nel mortaio il sale con lo zucchero e il pepe. Disponete il primo filetto con la pelle sotto in una pirofila bassa cosparsa con un po' di sale grosso e ricoprite con il mix di sale/pepe/zucchero massaggiando la polpa. Aggiungere abbondante aneto tritato (io non ne avevo moltissimo ma ce ne vorrebbero circa tre cucchiai). Ricoprite con il secondo filetto, questa vota con la pelle sopra. Coprite con pellicola e mettere in frigo con un peso sopra. Estraete da frigo ogni 12 ore, rigirando il salmone ed eliminando l'acqua prodotta. Ci vorranno almeno un paio di giorni. Comunque il salmone è pronto quanto ha dato tutta l'acqua è ha assunto un bel colore rosso. A questo punto prendete un filetto, ripulite eventualmente dal sale rimasto (ma non dovrebbe rimanerne granché) e affettate sottile come fosse salmone affumicato. Riponete in frigo il resto. Dura parecchio,ma a me, tra cenette e pranzi di famiglia è durato cinque giorni. Lo potete servire con burro e pane di segale, con la salsa gravlax (che ho comprato all'Ikea), oppure con una salsa alla senape fatta in casa (io ne faccio una con yogurt greco, senape e aceto di mele). Se invece lo portate a qualcuno che non ama il crudo (come i miei genitori), basta farlo marinare ulteriormente con olio e limone per un paio d'ore. In qualunque modo lo prepariate, sarà comunque buonissimo!
Per il resto, la neve di ieri appena intravista ha lasciato già spazio alla pioggia. Peccato, che in queste vacanze pigre e sonnacchiose la neve ci sarebbe stata a pennello. Pazienza, speriamo almeno in un raggio di sole prima della fine del week end. Che da lunedì arriva il ciclone, tra superlavoro (tanto per cambiare), impegni familiari meno allegri dei pranzi natalizi, i lavori nella nuova casa e poi il trasloco. Sarà un anno denso, quello che è appena arrivato, pieno di impegni a cui far fronte con un pizzico di preoccupazione ma anche con la giusta dose di serenità, perché l'anno appena cominciato è pure pieno di progetti e aspettative, cose da immaginare e piccoli e grandi sogni da realizzare e, sì, in fondo, sono impaziente che cominci davvero!
Buon anno a tutti!
12/12/07
Merluzzo al verde
Curiosare fra i blog in questi giorni è - nutrizionalmente parlando - molto pericoloso :-)
In giro non si vedono altro che glasse colorate, dolci cioccolatosi e burrosissimi, conserve, biscottini speziati, prove di pandolci e panettoni.
Pure io non ho resistito e i tartufini bianchi purtroppo mi sa che saranno solo l'inizio di un mese iperzuccherino. Tra le mie prove prenatalizie non potevano mancare i biscotti speziati e glassati, ma li posto un altro giorno, che tutti questi dolci cominciano a darmi un vago senso di nausea :-P
Così ieri sono tornata al mio caro e vecchio pesce, che in questo periodo ho tralasciato, per mancanza di tempo e fantasia. Avevo visto su un librino dedicato al baccalà una ricetta semplice e sfiziosa ma il baccalà non lo avevo. Così ho adeguato il tutto ad un bel filetto di merluzzo. Ecco qui, praticamente è un piatto unico:
Ingredienti:
400g di merluzzo pulito e tagliato a pezzi
400g di patate
un pugno di olive nere (servirebbero le taggiasche, ma io non le avevo)
uno spicchio d'aglio
4 filetti di acciughe salate
un cucchiaio di capperi dissalati
un cucchiaio di pinoli
peperoncino, olio, sale, prezzemolo
Lessate le patate con la buccia, poi sbucciatele e tagliatele a grossi pezzi. Mettete un paio di cucchiai d'olio in un'ampia padella, unite l'aglio e i filetti di acciughe e fate cuocere a fiamma bassa fino a che le acciughe si saranno sciolte. Aggiungere le patate, il peperoncino, le olive, i capperi e i pinoli e fate insaporire alcuni minuti, sempre a fuoco basso. Ora alzate la fiamma e mettete nella padella i pezzi di merluzzo, il prezzemolo e sfumate con poco vino bianco. Rigirate il pesce un paio di volte, fino a che la carne diventa bianca. Se il filetto è molto spesso, fate cuocere coperto per qualche minuto. In dieci minuti al massimo è pronto. Servite con un giro d'olio crudo.
31/10/07
Colorare l'autunno
E scaldarlo di un arancio vivo, perché se i raggi del sole sono sempre più flebili, le giornate più corte e le vacanze più lontane, bisogna pur affrontare questa stagione con un minimo di ottimismo!
E così oggi - sarà anche l'effetto Halloween (ma anche no) - avevo voglia di un po' di colore. E se il colore è l'arancio niente di più facile. Le zucche la fan da padrone sui banchi del mercato, e le prime arance erano lì a guardarmi. E non ho saputo resistere.
Poi, la mia spesa si è arricchita pure di una bella palamita, che ho sfilettato e messo in freezer, ma ne ho tenuto da parte un filetto con cui ho preparato questa
Tartare di palamita all'arancia
Ricetta semplice e veloce. Basta tritare a coltello la polpa di palamita, condirla con olio evo leggero, succo d'arancia, sale e pepe. Lasciar marinare una mezz'ora e servire.
E sempre con l'arancia ho profumato una vellutata di zucca, prendendo spunto da una raffinata ricetta di Elisa. Ho sostituito il riso con una patata, ho rinunciato alla decorazione e ho semplicemente unito il succo d'arancia a fine cottura e fuori dal fuoco, senza farlo ridurre a parte come suggerisce lei. Come dire: in questi giorni di stress lavorativo ho preferito non rinunciare neanche ad un milligrammo di vitamina C, sacrificando l'estetica e probabilmente il gusto. La mia vellutata è buona, ma la prossima volta voglio provare a seguire la sua alla lettera!
Buon week end lungo per chi lo fa. Io purtroppo no, ma domani è festa, e le previsioni dicono sole e vento. E il colore di domani sarà ancora una volta l'azzurro :-)
E così oggi - sarà anche l'effetto Halloween (ma anche no) - avevo voglia di un po' di colore. E se il colore è l'arancio niente di più facile. Le zucche la fan da padrone sui banchi del mercato, e le prime arance erano lì a guardarmi. E non ho saputo resistere.
Poi, la mia spesa si è arricchita pure di una bella palamita, che ho sfilettato e messo in freezer, ma ne ho tenuto da parte un filetto con cui ho preparato questa
Tartare di palamita all'arancia
Ricetta semplice e veloce. Basta tritare a coltello la polpa di palamita, condirla con olio evo leggero, succo d'arancia, sale e pepe. Lasciar marinare una mezz'ora e servire.
E sempre con l'arancia ho profumato una vellutata di zucca, prendendo spunto da una raffinata ricetta di Elisa. Ho sostituito il riso con una patata, ho rinunciato alla decorazione e ho semplicemente unito il succo d'arancia a fine cottura e fuori dal fuoco, senza farlo ridurre a parte come suggerisce lei. Come dire: in questi giorni di stress lavorativo ho preferito non rinunciare neanche ad un milligrammo di vitamina C, sacrificando l'estetica e probabilmente il gusto. La mia vellutata è buona, ma la prossima volta voglio provare a seguire la sua alla lettera!
Buon week end lungo per chi lo fa. Io purtroppo no, ma domani è festa, e le previsioni dicono sole e vento. E il colore di domani sarà ancora una volta l'azzurro :-)
24/10/07
Baccalà con patate e peperoni
Finalmente, grazie a loste, sono riuscita a preparare il baccalà come si deve (grazie :-P). Che sul fatto che va cotto poco (al contrario di quello che suggeriscono molte ricette) c'ero arrivata anch'io, perché il pesce in generale vuole una cottura leggera, sennò diventa stopposo (oppure si squaglia, a seconda del tipo di cottura). Ma non essendo molto pratica di baccalà, l'altra volta era rimasto un po' troppo sapido. Un vero peccato, perché la ricetta di Viviana è davvero sfiziosa. Comunque questa volta, il mio filetto di baccalà (già ammollato) l'ho lasciato un paio d'ore sotto un filo d'acqua corrente. Nel frattempo ho preparato e cucinato le verdure, e ho aggiunto il baccalà solo negli ultimi minuti, dopo averlo leggermente infarinato e fatto dorare in poco olio.
Ecco la mia ricetta.
Ingredienti: 1 cipolla rossa, 3 patate, 1 peperone rosso e 1 giallo, peperoncino, 1 pomodoro, timo, una manciata di pinoli, 1 filetto di baccalà di circa 400g, farina, sale, olio evo.
Affettate sottilmente la cipolla e fatela appassire in una padella ampia con poco olio. Unite il peperoncino, le patate sbucciate e tagliate a fette, e il pomodoro sbollentato, pelato e fatto a tocchetti. Salate e cuocete finché le patate non saranno quasi cotte (io ho aggiunto un pochino di brodo vegetale).
Nel frattempo cuocete sulla fiamma i peperoni, poi togliete la pelle e tagliateli a striscioline. Uniteli alle patate insieme ai pinoli e al timo. Cuocete ancora per una decina di minuti, Aggiustate di sale e spegnete il fuoco.
Togliete la pelle e le lische al baccalà, che avrete lasciato un paio d'ore sotto un filo d'acqua corrente. Asciugate il filetto, tagliatelo a pezzetti e infarinateli. Fate cuocere il baccalà in una padella in cui avrete messo un cucchiaio d'olio evo. Dovete farlo dorare appena (qualche minuto per lato, a seconda dello spessore del filetto). Ora riaccendete il fuoco sotto le verdure e unite i pezzetti di baccalà. Cuocete per cinque minuti, impiattate e servite con un filo d'olio e altro timo fresco.
09/10/07
Lasagne di mare al curry
Diciamo subito che queste lasagne sono una sorta di prova generale per un pranzo a cui tengo molto, che dovrò preparare tra un paio di settimane (e chi vuole intendere intenda :-P)
Il pesce ideale che ci vorrei dentro sarebbe l'ombrina, (oppure la ricciola). I gamberi invece, se non ci sono intolleranti ai crostacei secondo me van sempre bene, anche solo sull'ultimo strato, visto che sono certamente più decorativi della polpa di pesce bianco. Ma queste lasagne, essendo una prova, le ho preparate con avanzi di congelatore, tanto la sfoglia quanto il pesce (salmone e gamberoni). Per questo le dosi sono un po' a occhio. Per due calcolate circa 200g di pesce, una decina di gamberoni e 6 rettangoli di pasta.
Ingredienti: sfoglia per lasagne, burro, farina, latte, curry, noce moscata, sale, olio, miele, aglio, prezzemolo, pepe, vino bianco, salmone (o pesce a carne bianca), gamberoni.
Preparate le sfoglia come fate di solito, sbollentatela e mettetela ad asciugare. Preparate la besciamella (anche questa direi che tutti la sanno fare) e aggiungete alla fine un cucchiaino di curry in polvere, un pizzico di noce moscata e il sale. Marinate il pesce e i gamberi con uno spicchio d'aglio e un pizzico di zenzero tritato, un cucchiaio di miele, sale e pepe. Fate poi scottare sia il pesce che i gamberi – ma separatamente – in una padella con un cucchiaio d'olio e una spruzzata di vino bianco. Il pesce non deve essere cotto a puntino, ma appena scottato, in quanto dovrà terminare la cottura in forno. Tagliate orizzontalmente i gamberi, e tritate grossolanamente la polpa del salmone. Conservate il sugo prodotto in cottura.
Ora preparate le lasagne versando sul fondo della teglia un po' di besciamella. Disponete il primo strato di pasta, un po' di besciamella, metà dei gamberi, poco prezzemolo tritato e un metà del sughetto del pesce. Ora fate un secondo strato con pasta, besciamella, salmone, prezzemolo e sughetto. Proseguite fino ad esaurimento degli ingredienti. Terminate con uno strato di pasta, un velo di besciamella e un paio di gamberi che avrete lasciato interi e non scottati. Ancora, poco prezzemolo, un filo d'olio e via in forno per circa 15 minuti.
Ne sono uscite delle lasagne dal sapore delicato ma non stucchevole, grazie alla presenza del curry. Come prova generale, mi ritengo soddisfatta! Spero che piacerà altrettanto ai miei ospiti, ma questo lo saprò solo dopo il 21 ottobre.
Il pesce ideale che ci vorrei dentro sarebbe l'ombrina, (oppure la ricciola). I gamberi invece, se non ci sono intolleranti ai crostacei secondo me van sempre bene, anche solo sull'ultimo strato, visto che sono certamente più decorativi della polpa di pesce bianco. Ma queste lasagne, essendo una prova, le ho preparate con avanzi di congelatore, tanto la sfoglia quanto il pesce (salmone e gamberoni). Per questo le dosi sono un po' a occhio. Per due calcolate circa 200g di pesce, una decina di gamberoni e 6 rettangoli di pasta.
Ingredienti: sfoglia per lasagne, burro, farina, latte, curry, noce moscata, sale, olio, miele, aglio, prezzemolo, pepe, vino bianco, salmone (o pesce a carne bianca), gamberoni.
Preparate le sfoglia come fate di solito, sbollentatela e mettetela ad asciugare. Preparate la besciamella (anche questa direi che tutti la sanno fare) e aggiungete alla fine un cucchiaino di curry in polvere, un pizzico di noce moscata e il sale. Marinate il pesce e i gamberi con uno spicchio d'aglio e un pizzico di zenzero tritato, un cucchiaio di miele, sale e pepe. Fate poi scottare sia il pesce che i gamberi – ma separatamente – in una padella con un cucchiaio d'olio e una spruzzata di vino bianco. Il pesce non deve essere cotto a puntino, ma appena scottato, in quanto dovrà terminare la cottura in forno. Tagliate orizzontalmente i gamberi, e tritate grossolanamente la polpa del salmone. Conservate il sugo prodotto in cottura.
Ora preparate le lasagne versando sul fondo della teglia un po' di besciamella. Disponete il primo strato di pasta, un po' di besciamella, metà dei gamberi, poco prezzemolo tritato e un metà del sughetto del pesce. Ora fate un secondo strato con pasta, besciamella, salmone, prezzemolo e sughetto. Proseguite fino ad esaurimento degli ingredienti. Terminate con uno strato di pasta, un velo di besciamella e un paio di gamberi che avrete lasciato interi e non scottati. Ancora, poco prezzemolo, un filo d'olio e via in forno per circa 15 minuti.
Ne sono uscite delle lasagne dal sapore delicato ma non stucchevole, grazie alla presenza del curry. Come prova generale, mi ritengo soddisfatta! Spero che piacerà altrettanto ai miei ospiti, ma questo lo saprò solo dopo il 21 ottobre.
07/10/07
Linguine con melanzane, pomodori pachino e alici gratinate
Quasi quasi non mi riconosco più. E' passata quasi una settimana dall'ultima ricetta di pesce che ho postato e – cosa ben più grave - dall'ultima volta che l'ho mangiato! Sarà per questo che negli ultimi giorni non ero esattamente di buon umore.
Ma non si poteva andare ancora oltre. Così ieri, prima della tanto auspicata giornata in barca, sono riuscita a trovare delle belle alici fresche. Premesso che a me le alici piacciono soprattutto marinate (poco) con olio e limone, avevo bisogno stavolta di una ricetta, che fosse anche un piatto unico, visto che il tempo per cucinare non era tantissimo.
Così ho fatto felice il fidanzato che vivrebbe di pasta, e ho messo insieme un piatto leggero ma molto gustoso.
Ingredienti: 1 melanzana, 10 pomodori pachino, 1 manciata di capperi, 250g di alici, pangrattato, scorza di limone grattugiata, aglio, olio, peperoncino, prezzemolo e basilico fresco, 200g di linguine.
Per il sugo. Sbucciate la melanzana, tagliatela da dadini e cospargetela di sale grosso. Lasciatela una mezz'ora a scolare, poi sciacquate e strizzate per i dadini. Mettete due cucchiai d'olio in una padella con uno spicchio d'aglio e un peperoncino tritato. Unite la melanzana, salate e cucoete per una decina di minuti. Nel frattempo sbollentate i pomodorini, sbucciateli e tagliateli a metà, privandoli dei semi. Unite i pomodori alle melanzane, aggiungere i capperi dissalati e proseguite la cottura per altri 10 minuti.
Nel frattempo pulite le acciughe e privatele della lisca centrale, senza separare i due filetti. Tostate il pangrattato, poi mescolatelo con la scorza di limone, uno spicchio d'aglio tritato, un po' di peperoncino tritato, prezzemolo, un pizzico di sale e l'olio sufficiente a "bagnare" il pangrattato. Con questa panatura ricoprite le alici da entrambi i lati. Preriscaldate il forno a 180° e cuocete le alici per 4 minuti.
Ora fate cuocere le linguine. Scolatele con un paio di minuti di anticipo e mantecatele nel sugo di melanzane e pomodori, con l'aiuto di un po' di acqua di cottura. Spegnete il fuoco e aggiungete qualche foglia di basilico tritato. Impiattate e disponete i filetti di alici sopra la pasta. Completate con un un filo di olio evo extra buono: io ho usato il Pianogrillo e mi è sembrato perfetto.
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