Sabato 1 settembre... che fare? Andare o non andare?
Ma dai su, che l'indomani ho la giornata della ciacola con alcune girls e non posso mancare (anche perchè si tiene a casa della dea, quindi...)
Cosa decidono di fare la Morrigan e il naturalista? Ma spingersi oltre gli angusti limiti della capitale, andare al di là di ogni dove, giungere là dove nessuno è mai giunto sinora, in pratica: a L'Aquila! ^___^
E perchè? Com'è?
Un amico del naturalista, appassionato entomologo, e da poco produttore di miele [scrive anche sul sito "Lo spicchio d'aglio"], ci aveva parlato di una manifestazione riguardante le api e il miele, che si sarebbe tenuta al Castello de L'Aquila il 1 e il 2 settembre. Bene! Andiamo a trovarlo, così prendiamo due piccioni con una fava: visitiamo un pò la città e ci giriamo gli stand.
Detto fatto: in un'oretta e un quarto siamo arrivati nella cittadina abruzzese e viaaaa, alla ricerca dell'evento che si teneva nei giardini antistanti il Castello.
Bè, gli stand non erano tantissimi, ma ciò che proponevano era veramente buonoooo: mieli di tutti i tipi, propoli, pappe reali, pollini, idromele, l'attrezzatura del perfetto apicoltore. Se il naturalista non mi avesse trattenuto, avrei "svaligiato" gli stand comprando non so quanti barattoli di miele e prodotti derivati; tuttavia, mi sono messa ugualmente di buzzo buono e qualcosina sono riuscita a spuntarla (ad es. una salsina al miele e peperoncino niente male e l'idromele, ma qui è stato il naturalista che ha optato per l'acquisto). Effettuati i saluti di prammatica con l'entomologo, e assaggiati i suoi mieli (quello di acacia è spettacolare), abbiamo fatto un giro per gli stand e poi, via che se magna. Allora: andiamo in un ristorante o trattoria tipica per gustare le prelibatezze della regione? Come no, andiamo! E cosa andiamo a scegliere? mi vergogno un pochino: la catena di ristoranti "L'insalata ricca", che a Roma ce n'è una caterva e uno di questi, anzi più d'uno , è pure vicino al posto in cui lavoro. Ma come? :-[
E vabbè ... l'entomologo aveva una sua tempistica, turni da rispettare, colleghi con cui alternarsi allo stand, mica si poteva andare in una trattoria dove chissà quanto tempo saremmo rimasti. Vabbuò... ecco i piatti tipici de L'Aquila: ^__^
- Pappardelle salsiccia, funghi e zafferano
- Orecchiette pomodoro e gamberetti
- Fettuccine ai funghi porcini
Gioco: Indovina chi s'è magnato cosa! ^___^ Si abbinino i tre piatti ai tre commensali.
Alla fin fine, il pranzo è stato piacevole soprattutto per la compagnia.
Trangugiato quanto si doveva trangugiare, l'entomologo va allo stand e la dea e il naturalista in giro per la città; non abbiamo visto moltissimo perchè cominciava già a far tardi, tutti i negozi erano chiusi, i posti "classici" da vedere erano lontani da dove eravamo noi, quindi siamo tornati sui nostri passi e, dopo aver salutato l'allevatore d'api, ci siamo diretti verso la macchina dando prima un'occhiata al Castello de L'Aquila che è davvero imponente, ecco alcuni scorci
La gnappa che impalla l'ingresso songhe ie! ^___^
Notevole vero? E questo è niente! Siamo entrati, pagando il biglietto d'ingresso, e siam stati fortunati ad aggregarci ad una visita guidata che stava iniziando proprio in quel momento e che ci avrebbe portati nei meandri più nascosti del Castello, quelli che solitamente sono off limits al pubblico che lo viene a visitare per le sue collezioni di arte antica, numismatica e oreficeria (c'è un museo nelle sale del Castello). La guida era una ragazza molto simpatica e preparata e ci ha veramente portato in luoghi che neanche sapevo un castello, anzi una fortezza - come ha specificato la guida - potesse possedere. La differenza fra castello e fortezza, infatti, sta soprattutto nell'uso che se ne fa e nella tipologia di costruzione. Il castello solitamente è abitato dal signore del luogo e dalla sua corte, ha mura non molto spesse e ponti levatoi, la fortezza, invece, è un vero e proprio centro militare con mura possenti (quelle della fortezza de L'Aquila misuravano alla base 12 metri di spessore per arrivare a 5 metri in cima, e il sistema di ponti era diverso) e sistemi di difesa molto sofisticati che in seguito cercherò di descrivere.
Il mammozzone fu costruito nel 1500 dagli spagnoli - per maggiori informazioni si legga qui e qui - e l'architetto e chi l'aiutò penso fosse dotato dei cosiddetti controcojones!, mi si permetta l'iberismo! :-D
I moderni sistemi di antifurto qui ci fanno una figura barbina. La fortezza era stata pensata per resistere agli assedi e per non far entrare nessuno che non fosse stato invitato! Fuori gli scrocconi!!! ^___^ Ciò che ha lasciato tutti noi del gruppo a bocca aperta sono stati i sistemi di "ammazza l'intruso" escogitati dagli spagnoli. Si partiva dal ponte, che non era levatoio ma aveva un sistema di bascule. Era suddiviso in quattro tratte per cui se imboccavi il primo tratto questo veniva sfilato da sotto i tuoi piedi e finivi nel fossato sottostante, profondo 14 metri, provocandoti notevoli ammaccature. Particolarità: il fossato non aveva acqua ma era proprio come lo si vede adesso nelle foto. Andiamo avanti... riuscivi a passare il primo tratto, andavi avanti per il secondo e il terzo che erano fissi, ma al quarto il sistema di bascule faceva in modo che quel pezzo, manovrato dall'interno ovviamente, si alzasse e ti catapultasse dentro la fortezza dove ti attendeva non il duro piancito ma una botola nella quale venivi buttato giù. Riuscivi a superare anche questo ostacolo riuscendo a saltare sul piancito e sfangando la botola? Il comitato di accoglienza ti porgeva il benvenuto facendoti cadere addosso una porta-ghigliottina dall'altezza di nove metri. Riuscivi anche qua a passare? (che c..o!!) Ti impallinava il comitato.
Ma non era finita qui. Se si guardano bene le foto, soprattutto quella centrale - oppure le foto di questo sito - si noteranno delle finestre che sembrano guardare verso le mura della fortezza.. tzk, tzk! quelle erano bocche di fuoco con i cannoni puntati in modo tale da avere una gittata che non arrivasse fino ai bastioni angolari speculari ma che, invece, colpivano in pieno qualsiasi nemico fosse riuscito a introdursi nel fossato senza farsi male. Inoltre, la struttura era costruita in modo tale che non esistevano punti ciechi nei quali nascondersi. Anche i piloni del ponte non sono rettangolari ma romboidali (si vedano sempre le foto di questo sito): potevi essere visto da qualsiasi parte della fortezza. Inoltre, guardando la foto centrale scattata da me, in basso, nel punto più scuro a livello fossato, c'è una porticina che si apriva solo dall'interno. Serviva per chi, dalla fortezza, doveva uscire per dare il colpo di grazia o per altre emergenze, sicuramente non era utile per chi doveva entrare perchè: era sempre sotto il fuoco di fila dei cannoni e degli archibugieri; anche se fosse riuscito ad entrare, il comitato aveva pronta per lui un'altra porta ghigliottina che cadeva da un'altezza di quattro metri! Sfanghi anche la porta ghigliottina? Gli archibugieri delle casematte ti impallinano.
Ma non è finita qui. Gli spagnoli avevano previsto anche un'eventuale incursione sotterranea e avevano creato un corridoio che correva tutt'intorno alla fortezza, ma al di sotto del livello del fossato, dotato di "ventanas" ossia finestrelle/cunicoli fatti in modo tale che potevano trasmettere il suono da sottoterra alle casematte poste a livello fossato. Bene, se qualcuno avesse voluto entrare nella fortezza scavando un tunnel (scavando su pietra e non su terra) avrebbe sicuramente fatto molto rumore, rumore che si sarebbe riverberato nelle ventanas e che avrebbe messo in allerta i soldati di ronda. E se anche fosse riuscito ad entrare, il corridoio era abbastanza angusto e ci si poteva passare solo uno per volta ed è dotato di feritoie per cui il soldato che stava nel bastione nord, ad esempio, riusciva a vedere che cosa succedeva nel bastione a est e ovest, quello che stava a ovest riusciva a vedere il bastione di nord e sud e così via. Addirittura bastavano solo tre archibugieri per tenere sotto controllo tutto il corridoio. Mah?
Per un simile mammozzone si è appurato che la fortezza non abbia mai ospitato più di un'ottantina di soldati per tenere tutto sotto controllo.
Tutto 'sto bailamme per niente, però, perchè fortunatamente la fortezza non subì assalto alcuno nei secoli a venire, se non durante la seconda guerra mondiale, ma ormai gli spagnoli non c'erano più ^___^
La visita ha lasciato sia me che il naturalista basiti: vedere "dal vivo" come erano state progettate e costruite e cosa gli architetti avevano escogitato per tenere alla larga gli intrusi, fa davvero impressione.
Il tempo, però, era tiranno. La casa e la gatta ci aspettavano... L'Aquila, arrivederci e anche se non sono riuscita a vedere la fontana delle 99 cannelle ho però fotografato la fontana delle tettone che spruzzano! ^___^
5 commenti:
Qualche discendente di questi architetti che devo giusto installare l'antifurto a casa? ;-))) Complimenti per il blog e un salutto ala gatta.
Le fettuccine ai funghi porcini non le avrei fatte scappare per nulla al mondo...FANTASTICHE!
@Armando - Denghiù!
@Mattop - Er porcino è er porcino e la fettuccina è la morte sua! ^__^
Morrigan, ma che sorpresa mi fai!! Noi abbiamo la casa vicino all'Aquila , ma alcune cose che hai scritto del Castello neanche le conoscevo. L'hai visto il mammut? Fantastica quando chiami la Fontana luminosa la fontana delle tettone :-) Ogni volta che tornerò all'Aquila mi verrai in mente :-) Certo che anche quelle pappardelle sono spettacolari! Salutoni, Alex
E' verooo!!! Il mammut! come me lo sono scordato. Abbiamo finito la visita proprio nella sala dell'archips..archido.. archi... aspetta che lo chiedo al naturalista..... maledizione, neanche lui se lo ricorda... san google aiutami tu....mah? Dice Elephas meridionalis Nesti, eppure all'entrata c'era scritto qualcosa come archi...prrrr... bah!
L'importante è averlo visto e il naturalista è andato in sollucchero, of course.
Per la fontana... è la prima associazione d'idee che mi è venuta! ^___^
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