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giovedì 17 settembre 2009

Il "listolante" cinese 2 - reprise

Agli albori di questo blog, nel lontano dicembre 2006 se non ricordo male (ahò nun me so' annata a rivede' i vecchi post, vado a memoria, finchè me funziona) parlai (ho ritrovato il post! ^__^) del ristorante cinese scoperto qui a Centocelle grazie alle dritte di un amico del naturalista che del quartiere è l'esperto, essendoci nato e vissuto.
Vi parlai di un semplice ristorante, non troppo grande con una decina di tavoli in tutto, gestito da una signora con due figli adolescenti che le danno una mano e che fra di loro parlano in romanesco ma quando si rivolgono alla madre, oltre all'intercalare tipico romano "A ma' ", per richiamare l'attenzione della genitrice, cominciano a parlare in cinese con lei e l'effetto è straniante - all'inizio poi ti abitui.
Dicevo, descrissi questa semplice e umile trattoria come un luogo di quasi delizia, con pietanze oneste e preparate al momento e prezzi più che equi, ma soprattutto come l'unico ristorante i cui piatti non mi si ripropongono fino al pranzo del giorno seguente. Orbene, dopo tre anni qualcosa è successo nella mente dei gestori: hanno rimbiancato le pareti, e fin qui ci possiam stare, hanno cominciato a cambiare i cuscini sulle sedie, e pure qui ci possiam stare, hanno messo una nuova greca sul muro in sostituzione di quella in metallo con le scritte (più che scritte, vere e proprie incisioni) degli avventori che si sono susseguiti negli anni, e pure qui ci possiam stare, hanno sostituito le tovaglie di stoffa con tovaglie di plastica vezzose ma sempre di plastica, e vabbè pure qui ci possiam stare, hanno messo dei frigoriferi con le ante trasparenti, a vista (come se dovessero "vendere" qualcosa di fresco), ancora vuoti e non funzionanti e, stiamoci pure qua, ma..................
HANNO MESSO PURE IL TELEVISORE AL PLASMA DA 20 POLLICI, minimooooooo
Nuuuuooooooo, perchè pure il televisore?
Era una bella trattoria, semplice; ci andavi, chiaccheravi con la signora - che ora non vedo più sostituita dai figli: che l'abbiano rinchiusa in cucina a cucinare? O____O - ti godevi la cena e ti alzavi soddisfatto. Nessun rumore, solo tu e il gorgoglio dello stomaco e della bocca che "azzanna" le pietanze.
Perchè 'sta mania della televisione nei luoghi di ritrovo e di incontro, perchè?
Mi è caduto un mito!
Una prece.
你好。Nǐ hǎo
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mercoledì 20 dicembre 2006

Il "listolante" cinese

Nella migliore tradizione nazional-popolare-casareccia (e pecoreccia) intitolo questo post con la caratteristica tipica della lingua cinese "quella di non avere una erre rotante (come le lame di Goldrake).
Discetterò sul simpatico ristorante cinese che io e mio marito frequentiamo da quando ci siamo trasferiti a Centocelle.
Da fuori quasi non si vede: due lampade rosse che la forza degli elementi han fatto diventare rosate, una vetrina un pò rotta, un'insegna che recita "trattoria-cucina cinese a portar via" (se non ricordo male).
Entrando il locale è piccolino. Ci saranno sì e no nove tavoli di cui due perennemente occupati dai figli della proprietaria. Sulle pareti due stampe cinesi carine che condividono lo spazio con i graffiti degli avventori passati.
Di primo acchitto è tutto molto spartano, quasi triste. Anche la luce non è che la faccia da padrona (c'è una sorta di semi oscurità che dà un tocco di decadente al luogo) epperò ... 1) il bagno è pulito, e questo per me è già un buon segno. 2) la proprietaria cucina al momento ed è lei la "cameriera/cuoca" che si prende in carico tutto, dagli ordini al portare a tavola le pietanze. 3) si spende bene e la cucina non è male, c'è abbastanza scelta. E' il primo ristorante cinese che frequento che non mi fa star male subito dopo aver mangiato, anzi. I figli della proprietaria, inoltre, sono uno spasso. Due adolescenti che aiutano la madre e che fra di loro parlano con un'intercalare romanesco della miglior scuola, mentre quando si rivolgono alla madre il cinese la fa da padrone. Sin qui nulla di strano, ma è il passaggio repentino dal romanesco al cinese che mi fa effetto.
Giudizio finale: buono, buono, buono.
Chi può, e soprattutto chi riesce a riconoscerlo se ci capita davanti, ci vada: ne vale la pena.
你好。Nǐ hǎo
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