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mercoledì 22 febbraio 2017

Ispirazioni

Appena tornata a casa da una giornata faticosa nella mia nuova vita lavorativa. Nuovo ambulatorio, nuovi pazienti, nuovi colleghi, nuova lingua. Nuovi standard, nuove mansioni. Nuove medicine. E’ come aver ricominciato da zero, da quando 15 anni fa ero appena laureata. Però con la padronanza di linguaggio di un decenne. 
Sull’autobus del ritorno leggo una proposta della mia amica Delia DezaYeppa: raccontare delle donne che ci hanno ispirato. E per me, sul momento, più che all’ispirazione, è venuto da pensare “ma CHI (cavolo) me l’ha fatto fare?”. Poi, pensandoci meglio...sì, chi mi ha ispirato a scegliere questa vita?

La prima che mi viene in mente è Maria Montessori. Chi non la conosce? Una delle prime donne medico in Italia, come potrei non pensare a lei?
Eppure, scava scava, mi viene in mente un libro che lessi tantissimi anni fa. Avrò avuto 8-10 anni, il libro era un volume vero, mica una roba da bambini. Il titolo non lo ricordo. Chissà da dove veniva, forse dalla biblioteca, forse da mia sorella. Fu una folgorazione, lo divorai. Parlava di una ragazza di buona famiglia, destinata ad una vita di agi come moglie e madre nella ricca borghesia inglese. Ma lei no. Studiosa, testarda, generosa, curiosa, rifiuta il fidanzato e decide di diventare infermiera, un mestiere che al tempo era agli ultimi gradini della scala sociale. Lei rivoluziona tutto, porta il metodo scientifico nella professione. Non paga di ciò se ne parte con alcune colleghe per la guerra di Crimea, a condividere pulci e diarrea con i soldati. Una che ha tenuto testa a generali, medici, politici, professori universitari. Una donna dall’apparenza fragile in un mondo maschilista, con una forza e una volontà da leone.

Io quando lessi quel libro pensavo fosse un bel racconto. Molti anni dopo scoprii che quella donna, che rivoluzionò un mondo e che trasformò l'infermieristica in una vera e propria scienza del “prendersi cura”, era esistita veramente. Si chiamava Florence Nightingale.

Quel libro ha seminato nella mia infanzia il desiderio di aiutare i malati. Ci sono voluti molti anni per scoprire che quel seme era germogliato nel silenzio del mio subcosncio e che aveva portato alla decisione di diventare medico.

Ecco qua la storia di Florence Nightingale: https://en.wikipedia.org/wiki/Florence_Nightingale

E grazie, Delia.

lunedì 9 settembre 2013

Si comincia e si ricomincia - Una scuola tradizionale e una scuola libertaria

Da ormai una settimana Fagiolina ha ricominciato a frequentare la scuola dell'infanzia. Ultimo anno. Che impressione... mi sembra ieri che titubante entrava nell'atrio di quella che 35 anni fa fu anche la mia scuola materna. Ormai lo sguardo è fiero e il passo è sicuro, al primo giorno di scuola la pausa estiva era già alle spalle, semi-dimenticata. Alla fine dello scorso anno però aveva dato parecchi segni di cedimento, tante piccole scuse per far sempre più tardi alla mattina, tanti sospiri a colazione, tanta voglia di restare a casa. La Fagiolina però è una dura, prova a tirarsi indietro, ma non recalcitra troppo, accetta il suo destino, stringe i denti e ricomincia ad andare avanti senza una lacrima. Fagiolina sta bene a casa con noi e i suoi fratellini, non ha sofferto la noia dell'estate o la malinconia degli amichetti. Alla nostra richiesta: "sei contenta di tornare a scuola o preferivi restare a casa?" Ha risposto "preferisco stare a casa, perchè a scuola non ci sono i boschi." E che si può rispondere a questo? Solo un "Hai ragione amore mio. Non posso darti torto". Però poi devi anche dirle che a scuola si imparano tante cose, che si può giocare con la sua amica E., che rivedrà la sua maestra preferita A. Fagiolina fa un sospiro e va avanti. Non si guarda indietro e ricomincia un nuovo anno.
Ah, sì.
Quest'anno la lista delle cose da portare prevedeva anche l'astuccio con le matite e i colori e il temperino e la gomma. Insomma, l'astuccio da grandi. Oggi siamo andati a comprarlo. Però non abbiamo fatto tante cerimonie, non abbiamo enfatizzato troppo. Fagiolina a casa aveva chiesto di avere l'astuccio della Barbie, al supermercato invece ha scelto quello di Minnie. Astucci no-brand non esistono. Tocca scegliere tra gattine senza bocca e tutta quella gamma di zoccole fashion declinate in fatine o mostre o travestiti siliconati che va tanto di moda tra le cinquenni (!). La nostra Fagiolina, che non ha la tv a casa e quindi non è completamente irretita da pubblicità o dallo spirito di emulazione, è stata brava e saggia: niente capricci, niente richieste assurde, niente civetterie modaiole. Minnie, col suo fascino vintage, mi è sembrata la cosa più innocua che c'era, e lei ha scelto proprio quella. Bene.

Domani grande giorno anche per Nanetto.
Comincia per lui, e per noi, una nuova avventura. Non ne ho parlato sul blog fino ad ora, ma qua son cose grosse. Nel nostro paesello parte un esperimento che non ha pari in Italia: una scuola dell'infanzia libertaria e montessoriana, che si chiamerà Serendipità. Nanetto sarà uno dei 15 fortunati bambini a frequentarla. La gestazione di questo progetto, che ci ha coinvolto molto sul piano pratico e moltissimo sul piano emotivo è stata lunga e piena di imprevisti. Fin da febbraio stiamo facendo riunioni con gli altri genitori e soprattutto con Emily e Veronica, le educatrici, le ideatrici e anime del progetto. Le peripezie che ci hanno portato fin qui sono state tante: la scuola inizialmente doveva prendere vita in 3 yurte, ospitate nel campo di un agriturismo/azienda agricola. Poi il finanziatore del progetto, a 3 mesi dall'inizio della scuola, si è improvvisamente tirato indietro e ha lasciato tutti con un palmo di naso. Giorni febbrili a cercare una nuova location, giorni di dubbi ("ce lo mandiamo, chi ci mandiamo, solo Nanetto, anche Fagiolina, ma sì, ma no, ci piace ma è troppo incasinato, ma l'altra scuola non ci piace, ma Nanetto ci si troverebbe bene, ma Fagiolina ha bisogno di regole..."), giorni di lotte e discussioni con la nonna, contrarissima a questa scuola dall'aria frikkettona, notti di incubi, notti di pensieri entusiastici. Alla fine la perseveranza e l'entusiasmo di Emily e Veronica (che in questo casino ha pure avuto un bimbo!), ci hanno traghettato verso una casetta in campagna che 2 mesi fa sembrava un magazzino e che invece adesso è un bellissimo asilo. Lo spirito è stato quello della collaborazione, del riciclo, del riuso. Tutto autogestito e autofinanziato, non è stato chiesta una lira alle banche. Durante l'estate c'è chi ha piantato una tenda nel giardino della casetta e si è speso anima e corpo (soprattutto braccia) per ristrutturare la casa, il giardino, il campo. Noi abbiamo fatto veramente poco, purtroppo, ma le nostre risorse (fisiche e di tempo) ultimamente sono tutte impegnate per la mera sopravvivenza; però abbiamo cercato di dare sostegno morale.
I bambini staranno moltissimo all'aperto, ci saranno gli animali, forse un anche un pony, ci sarà l'orto, ci sarà da correre nel campo e da sporcarsi col fango, ci sarà da preparare il pranzo tutti insieme, ci sarà da apparecchiare, ci sarà da fare musica e da ascoltare storie. Ci sarà da decidere che giochi fare, ci sarà da scegliere se e cosa imparare. Ci saranno tempi lenti, silenzi, riposo. Non ci saranno premi, non ci saranno punizioni, non ci saranno obiettivi da rincorrere, non ci sarà la fretta. Staranno tutti insieme, 15 bambini dai 3 ai 6 anni, e ognuno potrà dire la sua.
Si respira una bella atmosfera con le altre famiglie in questa nuova scuola: noi ci sentiamo molto coinvolti, mille volte di più che nella scuola di Fagiolina. Nanetto sembra contento di andare: lo abbiamo portato spesso agli incontri o solo per fare un saluto, in modo da farlo familiarizzare con l'ambiente e le persone. Ieri lo abbiamo visto completamente affabulato da Emily, che gli leggeva un libro: steso su un materasso, dito da ciucciare, la ascoltava in adorazione. Mi sembra che le premesse per un buon anno ci siano tutte. In bocca al lupo Nanetto!

Qua Emily parla della scuola Serendipità:
http://www.anconatoday.it/cronaca/progetto-serendipita-intervista-emily-mignanelli-ancona-2013.html
http://snacksofmarketing.wordpress.com/tag/scuola-libertaria/

Per saperne di più sulle scuole libertarie:
http://www.educazionelibertaria.org/
http://scuolalibertaria.blogspot.com/
http://it.wikipedia.org/wiki/Summerhill_School

giovedì 6 dicembre 2012

Due giorni speciali

Siamo appena tornati da una splendida gita infrasettimanale in un posto molto speciale, talmente speciale che anche solo definirlo non è facile: agriturismo, fattoria biologica, ecomuseo, azienda multifunzionale, agrinido. Abbiamo la testa e il cuore piena di idee, sogni, immagini, esperienze.

Ma partiamo dall'inizio.
Vista la prima nevicata che ha imbiancato i monti a noi più vicini, i Sibillini (sull'Appennino Centrale) abbiamo deciso di fare una fuga veloce in montagna per portare i bimbi a toccare la neve. Questa volta, invece di andare alla nostra casetta montanara, abbiamo però deciso di concederci una notte in agriturismo. Troppo sbattimento caricare l'auto di lenzuola, coperte, cibo, vestiti e tutto il necessario per soli due giorni.
Siamo stati qui.
Le nostre prime visite a questo luogo magico risalgono a quando Fagiolina aveva pochi mesi, ancora non c'erano le camere per dormire, era tutto in divenire. Già allora solo pranzarci era  stata un'esperienza unica: cibo biologico strettamente legato al territorio e alla stagionalità, legumi e cereali "antichi" riscoperti e coltivati a km 0, le stoviglie del commercio equo e solidale, cotture lunghe in pentole d'altri tempi. Recentemente l'azienda ha inaugurato un agrinido interno alla struttura, il primo agrinido nella nostra Regione, e noi abbiamo chiesto se i nostri piccoli potevano partecipare, per un giorno, alle attività insieme ai bambini iscritti. Ci sembrava una splendida occasione per vivere una giornata diversa dal solito.
E così è stata.

(disegno di G. Zavalloni)

Difficile raccontare tutto in poche righe.
Fagiolina e Nanetto, belli imbacuccati, hanno trascorso la mattinata nel grande orto della struttura, insieme alle educatrici, ai cinque bimbi del nido e a noi.
Hanno osservato tutti insieme un uccellino morto, forse per il freddo, forse per un gatto cacciatore. L'hanno toccato, hanno osservato gli occhietti senza vita, l'hanno soppesato per sentirne la leggerezza, hanno visto le piume volare via, le penne speciali delle ali, le unghiette appuntite. Hanno constatato che "non vola più" o che "non si muove". Hanno avuto il loro primo contatto con la morte.
Poi hanno dato mangiare alle quattro capre dell'azienda. Si sono sporcati col fango e hanno toccato il fieno profumato. Un pochino incuriositi, un pochino spaventati, le hanno viste avvicinarsi e allontanarsi e correre e spingersi. I nostri Fagiolini sono abituati alle nostre caprette e a dargli da mangiare, perciò sono stati belli spavaldi; Fagiolina faceva quasi la fighetta...
Poi, tra la scoperta di un bruco di cavolaia che camminava su una foglia e l'osservazione di insettini e lumache in mezzo alle foglie marce, i bimbi hanno raccolto legnetti, hanno spezzato con mani e piedi i bastoncini più lunghi, hanno fatto palline di carta. Insieme all'educatrice hanno costruito una piccola pira e hanno acceso il fuoco. Sì! Bambini di 2-3 anni hanno fatto il fuoco! Hanno osservato che il fuoco  "scalda", che "le foglie bruciando diventano nere", che "il fumo si muove col vento", e anche che "il fumo brucia negli occhi". Fagiolina, che alla soglia dei suoi 4 anni era la bimba più grande, ha pure fatto la sua marachella prendendo un fiammifero e accendendolo: non l'aveva mai fatto, si è appena appena scottata un dito (ha subito spento il fiammifero e si è data un bacino sul dito: non è rimasto neanche un minimo segno). Ha imparato che il fuoco scotta e che i fiammiferi non sono un gioco. Nanetto, col suo fare concentrato e riflessivo, ha osservato e toccato e annusato tutto quello che desiderava.

Poi i bimbi del nido sono andati a mangiare, noi abbiamo fatto una passeggiata e abbiamo proseguito la nostra giornata. Nel pomeriggio la responsabile della struttura ci ha fatto visitare le aree del nido, illustrandoci le funzioni dei materiali, degli allestimenti, degli spazi, dei mobili. Stanze piene di materiali naturali, di foglie, di sassi, di pigne, di colori, di legnetti. Specchi per osservarsi e osservare. Una stanza dell'accoglienza con grandissime finestre per guardare dal vero le stagioni che si succedono, con uno spazio per coltivare i semini raccolti, e in un angolo gli stivaletti di gomma pronti per uscire.
Abbiamo parlato molto molto a lungo con Federica, l'anima di questo progetto, educatrice ambientale, mamma e molto molto di più. Abbiamo parlato di approcci didattici, di come va la scuola italiana, delle nostre impressioni di genitori (che provano ad essere) attenti, delle nostre delusioni e delle speranze che riponiamo nei nostri figli. Abbiamo parlato di Pedagogia della lumaca, di scuola creativa, di approccio lento, di diritti dei bambini, del diritto di sperimentare il rischio. Il principale ispiratore di Federica ci è sembrato Gianfranco Zavalloni, il grande educatore e maestro purtroppo recentemente scomparso. Ma abbiamo anche osservato materiali steineriani, scritti di Loris Malaguzzi, disegni libri e illustrazioni di Bruno Munari, mobili montessoriani. Abbiamo sbirciato la ricca biblioteca del centro di documentazione ambientale (C.R.E.D.I.A. WWF), in cui oltre a titoli di educazione ambientale, c'erano un mucchio di libri di psicologia dello sviluppo, favole, giochi all'aperto, ... non so neanche io quanta roba c'era, mi è sembrato il paradiso, avrei voluto leggere tutto, c'erano testi che desidero da anni! La nostra lunga chiacchierata è stata interrotta da una nevicata straordinaria, con i fiocchi che venivano giù a valanghe, e che ci ha costretti a saltare in auto il più presto possibile per non rimanere bloccati lassù.

Questa esperienza ce la ricorderemo per un po', e anche i nostri figli.
Speriamo che qualcosa si muova anche da noi, non (o non solo) a livello di asilo nido, dove secondo me ci sono comunque ottime esperienze in corso (il nido montessoriano-psicomotorio che hanno frequentato/frequentano i nostri bimbi ci piace moltissimo, l'ho già scritto), ma a livello di scuola dell'infanzia e scuola elementare, dove secondo me c'è invece ancora tanto-tanto-tanto da fare!

domenica 28 ottobre 2012

Tanti progetti

Sto latitando dal blog. Il fatto è che nella nuova casa non abbiamo ancora una connessione decente ad internet, e per adesso ci tocca arrangiarci coi telefonini.
Voglio però aggiornare questo diario sugli avvenimenti delle ultime settimane e sui progetti del momento (a futura memoria...).

-Viviamo ormai da un mese nella nuova casa. Non posso dire che abbiamo fatto un vero e proprio trasloco, ma giorno dopo giorno stiamo svuotando la mansardina delle cose che ci servono volta per volta. Risultato: la vecchia casetta diventa sempre più sola e triste, la nuova rimane sempre una via di mezzo tra un cantiere e un campeggio. Mi dispiace non aver detto "ufficialmente" addio alla casetta che ha visto i nostri primi anni di matrimonio, dove abbiamo concepito i nostri tre figli, dove, tutto sommato, siamo stati bene. Vorrei fare una specie di cerimonia, per dirle grazie di essere stata accogliente con tutti noi.

-Nanetto ha compiuto due anni. La festicciola-merenda che ho organizzato in quattro e quattr'otto con i familiari più stretti è andata molto bene, sono soddisfatta. Nel rinfresco non compariva nemmeno una bevanda gassata, nè patatine-noccioline-schifezze, ma tutte cose preparate da me (comprese alcuni stuzzichini vegani per mio cognato) e che sono state apprezzate da tutti. Nanetto si è divertito a spegnere la candelina un sacco di volte, ma non so se ha capito che era il suo compleanno... però è stato contento!

-Sono stata intervistata da una giornalista del nostro TG Regionale sul tema di maternità e lavoro. Oddio, secondo me sembravo una balena spiaggiata e rigida come un tronco, però ho ricevuto un sacco di complimenti! metto qui il link al servizio: http://www.rai.tv/dl/tgr/regioni/PublishingBlock-e0503c86-9be1-4117-8dde-e20cd23f45ca.html?idVideo=ContentItem-cf25f696-0d0c-44b1-91c1-0e1e9cb8bf14&idArchivio=Buongiorno
Poi uno stralcio dell'intervista è andato in onda anche sul TG regionale delle 14: insomma, mi arrivano in ambulatorio i pazienti che mi dicono di avermi vista in tv e io mi imbarazzo una cifra. GF dice che questo sarà l'inizio della mia carriera politica. Ahahahahah!! Questa ha fatto proprio ride!

-Ho ricominciato a fare qualche turno di notte in guardia medica. Fagiolino non ne vuole sapere di prendere il biberon, neanche se è pieno del mio latte. Ergo... tocca arrangiarsi, come sempre. Santi nonni che si tengono Fagiolina e Nanetto quando devo lavorare!

-Abbiamo iniziato con lo svezzamento di Fagiolino, che, ahimè, ha già oltrepassato la boa dei 6 mesi (mizzica... mi sembra ieri che me lo snuffavo per la prima volta!!). Quattro sole parole come commento: se magna de tutto! W l'autosvezzamento!

Progetti:

-In questi giorni mi sto documentando e sto leggendo molto di didattica montessoriana. Ho anche deviato tutto il budget precedentemente destinato ad un nuovo giaccone sull'acquisto di alcuni libri. Nelle prossime settimane vorrei iniziare a costruire alcuni materiali e, SOPRATTUTTO, voglio organizzare meglio la cameretta dei bimbi. Basta cestone dei giocattoli: i bambini lo schifano, i giocattoli non li interessano, l'unica sua funzione è quella di diventare una barchetta dopo essere stato svuotato (e dopo che il contenuto è stato sparpagliato in ogni dove). Fagiolina passa ore a giocare con due-tre pezze di stoffa o con spaghi e elastici, ignorando bellamente pupazzi cantanti o bambole lagnanti. Nanetto sembra vagamente interessato alle macchinine, ma sostanzialmente segue la sorella come un'ombra. MENO E' MEGLIO: questo dovrà essere il mio mantra. Organizzerò degli scaffali bassi, accessibili, con alcuni materiali montessoriani, sensory tubs, materiali per la manipolazione e per le arti grafiche, materiali da costruzione, stoffe, travestimenti. Uno specchio basso per osservarsi. Un appendiabiti ad altezza bimbi e delle sacche per riporre autonomamente i vestiti del giorno e i pigiami della notte. Una piantina da accudire. "Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa".

-Lavoretti, lavoretti, lavoretti. Ho scoperto il blog La pappa dolce e sono impazzita. Vorrei fare tutto, vorrei copiare tutto. Sto accarezzando l'idea dell'homeschooling. Ma questo è un'idea che sta prendendo forma solo ora dentro di me. Per adesso proporrò delle attività ai bimbi. Vediamo come va.

-BilFam: abbiamo iniziato un percorso per diventare una famiglia bilingue. Ci siamo iscritti ad un interessantissimo progetto dell'Università La Sapienza di Roma per imparare a comunicare in inglese, noi e i nostri bimbi. Ci vorrà un bell'impegno, ma ci proveremo. Chissà che non sia il primo passo verso l'obiettivo di trasferirci all'estero?

Passo e chiudo. Anzi, se ce la faccio pubblico il menù della prossima settimana. Forse.


domenica 2 settembre 2012

Asilo "vecchio", bimbo nuovo!




No, no, non sto facendo l'annuncio di una nuova cicogna, non vi allarmate!

Nanetto sta per cominciare l'inserimento al nido: da martedì prossimo si parte, io e lui, per questa grande avventura! Il nido è quello che frequentò anche Fagiolina. Quando iniziò lei eravamo pieni di dubbi e riserve: avendo la possibilità di tenerla con noi a casa non eravamo affatto certi dell'utilità di "parcheggiarla" all'asilo. Lei però ci aveva chiaramente fatto capire che voleva stare con i suoi coetanei, mostrava un grande desiderio di socializzazione, e ciò ci convinse ad iscriverla. Mai scelta fu più azzeccata. Sicuramente la chiave di volta è stata proprio mandarla in quel nido, perchè ho sentito testimonianze da brivido di altre mamme su altri asili. Noi siamo stati fortunati, dire che ci siamo trovati bene è dire poco.
Con Nanetto avremmo fatto carte false per poterlo mandare proprio lì. Grazie alla nascita del piccolo Fagiolino, e al fatto che i nostri redditi sono quel che sono, abbiamo guadagnato quei punti nelle graduatorie comunali che ci hanno permesso di realizzare il nostro desiderio. Ed eccoci infatti pronti per cominciare!


L'asilo è a doppio indirizzo: montessoriano-psicomotorio. Significa che, oltre alla didattica montessoriana, grande importanza viene data alla pratica della psicomotricità, che viene svolta quasi quotidianamente. Ma di questo ne ho già parlato: vedete qua cosa scrissi in proposito.
Le maestre che avrà Nanetto sono un po' cambiate, ma l'atteggiamento di attenzione e accoglienza che il giorno della riunione hanno dimostrato nei confronti di bambini e genitori, quello no, non è cambiato. Questo è un buon segno: in un panorama scolastico italiano in cui tanto, troppo, dipende dalla fortuna (fortuna di capitare in una buona classe, fortuna di incontrare buoni insegnanti, fortuna di avere dei buoni dirigenti), il fatto che un asilo abbia un'impostazione comune, condivisa e omogenea non è poco.
Anche stavolta, alla fine dell'incontro, la maestra che Nanetto avrà come riferimento per tutto l'anno si è fermata a parlare con noi per conoscere meglio noi e Nanetto. Ci ha fatto una lunga intervista-chiacchierata, per quasi un'ora! Che bello! Che differenza con la scuola materna!
Nanetto intanto esplorava gli spazi della scuola, giocava dentro e nel grande giardino (facendo anche la doccia sotto gli irrigatori), litigava con Fagiolina e altri bambini, saltavae correva.
Lui è meno spavaldo e indipendente di come era la sorella a suo tempo, e le sue difficoltà nel linguaggio lo frustrano molto, rendendolo a volte un po' aggressivo. Per il resto è però buono, non nel senso di tranquillo e ubbidiente, ma proprio buono d'animo, sensibile, affettuoso. Speriamo che gli altri bimbi, magari più "scafati", non ne facciano polpette.
Mentre non avevamo alcun dubbio sulla capacità di inserirsi di Fagiolina, per Nanetto temiamo giorni di pianti strazianti all'ingresso, cosa che la sorella non ha mai fatto. Il nostro orsetto tenerello è un gran babbone (nel senso che è molto attaccato al padre), per cui mi occuperò io di accompagnarlo i primi giorni; tra l'altro, è già abituato a vedermi uscire per andare a lavorare. Speriamo così di rendere il distacco meno traumatico. Abbiamo fatto presente questi dubbi alla maestra, la quale ci ha assicurato che rispetteranno i suoi tempi e le sue necessità.
Insomma, anche se non siamo novellini, un po' d'ansia c'è sempre. Però, grazie all'esperienza già fatta, ci fidiamo della professionalità delle educatrici.
Nanetto, uscendo, ha tirato spontaneamente un bacino alla sua nuova maestra: mi sembra un ottimo primo passo!

venerdì 29 luglio 2011

Esperienze al nido - 2: La psicomotricità

Io, figlia di una maestra elementare, sento parlare di psicomotricità fin da quando ero bambina. Non avevo mai capito di cosa si trattasse con esattezza: immaginavo che i bambini a scuola facessero una specie di sport, chessò, una ginnastica pensata, o un pensare ginnasticoso. Anche perchè mi risultava difficile figurarmi mia madre che correva per la palestra o faceva gli addominali. E chi la conosce sa perchè.



Quando all'inizio dell'anno scolastico le educatrici di Fagiolina ci presentarono gli ambienti e le attività quotidiane del nido, posero grande enfasi sulla "Stanza magica": una grande sala piena di tappetoni, cuscini, stoffe, cordicelle, palle di ogni dimensione, dove i bambini sono liberi di scatenarsi e sfruttare liberamente tutto lo spazio e i materiali a loro disposizione. Nella Stanza magica si può correre, ballare, strillare, fare le capriole per terra e stare scalzi: bisogna rispettare le uniche regole di non farsi male e di non farne agli altri. Successivamente, i bambini sono invitati a rilassarsi e riposare; quindi si dedicano al disegno. Fagiolina, da bimba selvatica quale è, ha mostrato subito una particolare predilezione per la Stanza magica, e sia dalle sue parole che da quelle delle maestre abbiamo constatato che era uno dei suoi momenti preferiti al nido. Io ho sempre pensato: "Però, furbille 'ste maestre! Li fanno scatenare per bene, così poi i bimbi, almeno per un po', se ne stanno tranquillini!".
E invece no.
Non si tratta di una furbata. Si tratta proprio della famosa psicomotricità.
Ho avuto l'illuminazione grazie, ancora una volta, al libro dei lavori di Fagiolina. La Stanza magica mi si è rivelata quindi come uno strumento educativo molto potente. In fondo, bastava che leggessi con maggiore attenzione il progetto educativo* che il nido ci aveva fornito ad inizio anno: c'era scritto tutto!

Psicomotricità
Il metodo psicomotorio favorisce il processo di identità e crescita del bambino utilizzando:
  1. il gioco, dove tutto può essere sperimentato e dove ognuno può scegliere le soluzioni più adatte alla realizzazione di sé;
  2. il corpo, come sede della comunicazione non verbale, protagonista dello sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale.
La psicomotricità attraverso l’osservazione e le conoscenze delle tappe di sviluppo del bambino e le problematiche ad esse relative entra con tatto nel gioco del bambino, aiutandolo se necessario nell’evoluzione delle sue problematiche.
Le attività di psicomotricità avvengono attraverso l’utilizzo di oggetti e materiali particolari: materie morbide e dalle forme indefinite, quali stoffe e cuscini; palle di diverse dimensioni, consistenze e colori; corde di diverse lunghezze e consistenze; cerchi di diverse dimensioni; tubi o “bastoni” sia rigidi che morbidi;“materiale da costruzione”, ovvero cubi, parallelepipedi e cilindri che permettono di dar forma a paesaggi e scenari fantastici.
La psicomotricista annota le fasi più significative del vissuto  di ogni bambino.
Alla fase di gioco in movimento segue una fase di rielaborazione grafica per condividere le esperienze vissute e stimolare la coscienza rispetto ai messaggi che ognuno veicola con i propri gesti e comportamenti coscienti o inconsci; per questo al termine della seduta il bambino depone le emozioni del suo vissuto con il disegno.

Sfogliando il librone di Fagiolina ecco i commenti delle educatrici ai disegni fatti dopo la "seduta" di psicomotricità:
A settembre:
"Utilizza tutto lo spazio della stanza magica, gioca soprattutto con le stoffe, le piace farsi dondolare sulla palla grande e farsi coccolare. Ha quasi sempre un'espressione sorridente [...] Disegna con impegno e scegliendo accuratamente i colori [...]"

Stavano per arrivare parecchi cambiamenti. Ecco cosa scriveva Roby tre giorni dopo la nascita di Nanetto (io ero ancora in ospedale):
"Insiste per entrare nella stanza magica e la accontento. Inizialmente gioca con le stoffe, poi si rotola sui cuscinoni. Mi cerca per salire sulla palla grande e per farcela dondolare sopra. Ogni tanto è infastidita da una bambina, ma non si difende come ha fatto altre volte, scoppia subito a piangere. Provo a suggerirle di reagire, di rispondere che non vuole all'altra bambina, ma sembra più abbattuta, così per oggi decido di difenderla, ed intervengo quando la vedo in difficoltà [...] durante il riposo si sdraia su un cuscino e si copre con una stoffa celeste. Disegna a lungo."

Fagiolina sulle prime reagì bene alla nascita del fratellino, tanto da stupirci molto. La bomba scoppiò un mese dopo, con crisi di pianto e capricci. Al nido:
"Cerca molto il contatto corporeo, ogni tanto mi abbraccia, le piace quando la avvolgo con una stoffa e la trascino per la stanza, poi la sollevo e la dondolo sempre nella stoffa." 
E durante il periodo più difficile:
"Oggi non è serena come al solito, gioca sempre con le stoffe, ci si copre, vuole essere dondolata sulla palla, ma soprattutto cerca molte coccole e vuole stare in braccio. La accontento."

Il librone non manca di spiegarci anche il significato degli oggetti:
Materiali informi (stoffe, cuscini, acqua) rappresentano il vissuto concreto della prima fase della vita. E' il passaggio dall'appagante sicurezza del contenimento materno (all'interno del quale non c'è però alcuna evoluzione, crescita, riconoscimento di sè) ai rischi e alle responsabilità (ma anche alle grandi soddisfazioni) del vivere e del doversi battere per realizzare i propri desideri.
Palla di gomma morbida, più o meno grande, è il simbolo dell'individualità. Le palle grandi possono rappresentare un corpo grande o parti di esso (pancia, seno)  sul quale abbandonarsi e ricercare sensazioni di intenso piacere e di forte regressione. Per un bambino la palla media è spesso l'immagine di sè stesso, mentre le palle piccole possono rappresentare parti di sè o "pezzi" della sua identità non ancora integrate. Spesso vengono tenute insieme come dei beni preziosi.


E' incredibile come riusciamo ad assistere ai moti più reconditi dell'animo di un bambino (moti di cui il bambino stesso ha scarsa percezione) grazie a dei materiali così semplici. Le educatrici, che semplicemente hanno offerto gli strumenti giusti al momento giusto e sono poi restate ad osservare, ci hanno aperto una finestra sull'anima di Fagiolina!


*Ancora una volta mi rendo conto di come siamo stati fortunati a poter mandare Fagiolina in questo nido. Ho scoperto che non è così scontato che un nido, o una scuola materna, abbiano e forniscano un progetto educativo chiaro, ampio e interessante come quello che ci è stato consegnato (e che comunque si poteva anche scaricare da internet dal sito dell'azienda che lo gestisce). 

mercoledì 27 luglio 2011

L'educazione alla libertà

In questi giorni ho parecchio da lavorare, tra guardie notturne e sostituzioni diurne, per cui sono un pochino assente dal blog. Ho iniziato da poco il libro "Educare alla libertà", che riassume alcune pagine de "Il metodo della Pedagogia Scientifica applicato all'educazione infantile delle case dei Bambini", di Maria Montessori.



Che donna!

"Un metodo educativo che abbia per base la libertà deve intervenire per aiutare il bambino a conquistarla e deve avere per mira la sua liberazione da quei legami che ne limitano le manifestazioni spontanee. A mano a mano che il bambino procederà per questa via, le sue manifestazioni spontanee saranno più limpide di verità, rivelatrici della sua natura. Ecco perchè la prima forma di intervento educativo deve avere lo scopo di condurre il bambino sulle vie dell'indipendenza."

Tutto questo lo scriveva 100 anni fa.

Per questa estate mi sono regalata anche: "Il bambino in famiglia" e "L'autoeducazione", sempre della Montessori, e "L'educazione dei figli" di Rudolf Steiner.
Per un costruttivo confronto fra i due pensieri, ecco un post interessante su La casa nella prateria

giovedì 21 luglio 2011

Esperienze al nido - 1

Questi sono, per Fagiolina, gli ultimi giorni di asilo nido: a settembre passerà alla scuola materna. Io e GF cerchiamo di approfittare delle ultime mattinate Fagiolina-free: i dieci giorni di vacanza (ah! ah! ah!) in montagna ci hanno ricordato la fatica di gestire 24 ore su 24 i "terrible twos".

Durante la festa di fine anno al nido (che comunque rimarrà aperto per tutto luglio), le educatrici ci hanno consegnato un bellissimo librone rilegato a mano con materiali riciclati: si intitola "Esperienze al nido" e raccoglie tutti i disegni, i pasticci e i lavoretti "prodotti" da Fagiolina.



Il libro è suddiviso in sezioni, ed ogni sezione è preceduta da brani delle opere della Montessori, di Piaget o di Steiner che aiutano ad interpretare ciò che segue. Ci sono inoltre foto di Fagiolina durante le attività quotidiane, i testi delle canzoncine cantate durante l'anno, un video, i commenti delle educatrici ai disegni o alla giornata appena trascorsa.

Questo libro mi ha commossa. Sfogliarlo è stato come ripassare un anno intero di grandi emozioni. E' stata inoltre un'occasione in più per constatare che Fagiolina ha già una vita sua: impara, sperimenta, cresce (anche) senza di noi.
In questo anno Fagiolina è stata accolta con entusiasmo, seguita con attenzione, accompagnata con rispetto. E' cresciuta tanto, grazie alla compagnia degli altri bimbi e alla guida delle educatrici.
Il libro ci ha aiutato a capire meglio le premesse su cui si basavano alcune attività o le finalità di quelli che ci sembravano semplicemente "giochi". Abbiamo anche  compreso finalmente le parole delle canzoncine che Fagiolina canticchiava a casa!

Io vorrei ringraziare, dalle pagine di questo blog, le educatrici di Fagiolina: Roberta, una guida sempre serena, attenta e sicura, Loredana, allegra e materna, e Maila, dolce e tenera. Siete state splendide, avete fugato tutte le nostre incertezze sull'opportunità di inserire così presto Fagiolina in un contesto "scolastico". Temevamo che venisse imbrigliata, addomesticata, inquadrata; l'avete invece incoraggiata ad esprimersi liberamente, l'avete guidata nella scoperta della socialità, l'avete sostenuta nei suoi momenti di difficoltà. Sempre col sorriso sulle labbra, sempre serene. Grazie.

Questa è la frase che introduce il libro del nido:

"Non si può essere liberi se non si è indipendenti; quindi, ai fini di raggiungere l'indipendenza, le manifestazioni della libertà personale debbono essere guidate dalla primissima infanzia." (M.Montessori)
Una fan come me del metodo Montessori non poteva non andare in brodo di giuggiole!


L'esperienza col nido è stata talmente positiva che siamo molto, molto spaventati dal passaggio ormai prossimo alla scuola materna. Sarà difficile trovare un così bell'ambiente.