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domenica 21 agosto 2016

Primi giorni, prime impressioni

Siamo in terra danese. 
La casa è veramente bella, sia per la sua struttura, un po' rustica e imperfetta, con il pavimento in vero cotto e i mattoni grezzi intonacati di bianco, sia per la sua fantastica posizione, a due passi dal mare, con un grande parco proprio dietro lo steccato del giardino. La sensazione è un po' quella delle vacanze, che scendi in spiaggia direttamente in costume e torni su ancora bagnato dopo i tuffi.
La fatica è veramente tanta, però. Un conto è muoversi da soli, un conto coi bambini, che si stancano, strillano, vogliono attenzione e attenzione e -l'ho detto?- attenzione.
Sono rumorosi, urlatori, maneschi: passano ore ad azzuffarsi e parlare a voce altissima. L'altro giorno, all'Ikea (grande il triplo di quella anconetana, ci abbiamo messo 3 ore a girarla), Fagiolino ha ringhiato a due bambine e spinto un bambino che gli rubava un gioco: questi piccoli biondi danesi sono completamente indifesi di fronte a tanta aggressività (che in Italia passa invece del tutto inosservata) e se ne scappano piangendo dai genitori che ci guardano orripilati.
D'altro canto, se in Italia reagiremmo con una sonora sgridata, qua non è ben visto nè il gridare ai bambini, nè -figuriamoci!!- prenderli per un braccio e portarteli via: ti guardano tutti come se fossi un orco. Beh, immaginate 3 figli che urlano e si rincorrono e si rotolano per terra e si spintonano per tutta l'Ikea, stanchissimi loro e stanchissimi noi, e non puoi neanche sgridarli, e però ti guardano tutti male perchè fanno troppo casino. Uno stress che ci ha fatto coniare un nuovo termine: STOMACOSSO (=stomaco così contratto e duro da diventare di consistenza ossea). Non c'è Peridon o Pantoprazolo o Maalox che tenga, contro lo stomacosso. 

Nonostante le letture angoscianti di pagine facebook di italiani expat, che riportano pratiche burocratiche complicatissime e file estenuanti, la nostra esperienza con gli uffici danesi per ora è stata più che positiva: siamo stati accolti e coccolati all' International Citizen Service di Odense, i bambini riforniti di giochi e materiali per colorare, attese brevissime. Sarà perchè avevamo già preparato tutto in anticipo. Sarà perchè Jørgen, il recruiter con cui ho preso i contatti fin dal primo momento, è stato come sempre professionale ed efficiente, tanto da essere presente nel giorno del nostro arrivo. Sarà perchè avevamo tutti i documenti in regola, o forse perchè c'è necessità della mia figura professionale. Insomma, è andata liscia.

Entrare in una casa COMPLETAMENTE vuota è snervante, e per quanto sei preparato e hai preparato i bambini, e hai raccontato loro (e anche a te stesso) che in fondo è come stare in campeggio, e dormire per terra è fantastico, "facciamo finta di guardare il cielo stellato"... dopo cinque giorni sei stanco. Non avere nemmeno le sedie ci ha però dato l'occasione di fare colazione di fronte al mare e cenare sul tavolo del parco giochi: come sempre da una mancanza nasce un'occasione.

Siamo in crisi con l'immondizia: qua non si riciclano molte cose che siamo abituati a riciclare, e non abbiamo ben capito come funziona il ritiro a domicilio. Come nella famosa storiella, può funzionare tutto a meraviglia, ma se non funziona il... foro di uscita, tutto si blocca e si incasina! speriamo di trovare presto il bandolo della matassa.

Io sono stata fin da bambina un'animista convinta: sono certa che le cose abbiano una loro anima e oggi mi sono trovata a commuovermi pensando alla nostra casa italiana. La casa qua, pur vuota e con le sue scomodità, è veramente meravigliosa, e io mi sento di tradire quella italiana, che abbiamo sistemato e organizzato a nostra immagine. Mi sento di farle uno sgarbo e lei se ne dispiacerà. E allora per dispetto elenco le cose scomode (e anche scontate, lo so...) di qua, così mi sento meno in colpa:

-Lavandino della cucina minuscolo, lo scolapasta mi ci entra appena (lo so, non è pensato per le magnate italiane, ma io ero abituata al mio 2 vasche)
-Niente scolapiatti, nè gocciolatoio. Niente. Ma se sporchi un bicchiere e gli dai una sciacquata, poi, dove lo devi mettere?
-OVVIO: la mancanza di bidet. Ma questo ce lo sapevamo, no?
-I fuochi a induzione. Saranno moderni, ma a me fanno cagare: ci mettono ore a scaldarsi, e le modifiche di potenza sono lentissime. Non sarà un caso che gli chef usano il gas, no?
-La porta che si apre solo col codice, niente chiave. Se va via la luce, come si fa??
-Qui i ragni sembrano proliferare alla velocità della luce, ma perchè?

Oggi siamo stati a fare una passeggiata a Marbaek, la zona verde 10 minuti a nord di casa nostra: km e km di boschi sul mare, che ci ricordano il Monte Conero. Si cammina tra gli alberi, in sentieri che un po' si addentrano e un po' sbucano sul mare, tra abeti, pini, faggi, e cespugli di more e rose canine. Il bosco dà sul Vadehavet National Park, che è un parco marino istituito per proteggere la miriade di uccelli che passa di qua durante le migrazioni. Verso l'interno ci sono dei laghi (non so se salmastri o meno) dove oggi abbiamo visto le mucche fare il bagno. Insomma, le bucoliche dietro casa. Ci siamo portati a casa un bottino di more che ora stanno cuocendo in forno in un clafoutis.

Il tempo per ora ci ha graziato, donandoci 3 giorni di sole pieno e gran caldo (mi sono pentita di non aver preso neanche una maglia a maniche corte), e 3 giorni di pioggerellina sottile alternata ad arcobaleni e nuvolette. Non poteva esserci imprinting migliore per i nostri bimbi.