Da un paio di settimane ho dato il via ad una operazione di decluttering estremo in casa. Complice il prossimo trasloco, ho deciso di liberarmi di una montagna di oggetti che giacciono da mesi, se non anni, nei meandri di casa e di rivenderli, riciclarli, regalarli e, solo se non c'è alternativa, buttarli. L'idea è quella di fare un po' di ordine, togliere di mezzo quello che tanto non porteremmo mai con noi in Danimarca e lasciare solo quello a cui siamo estremamente affezionati. Per quanto tutti quelli che vengono a casa nostra si stupiscano di quanto sia "vuota" e spartana (ci chiedono se ci siamo appena trasferiti quando, in realtà, stiamo qui da oltre 3 anni), le cose da eliminare non mancano di certo.
Ieri nel mio paesello c'è stato un mercatino svuota-soffitte in piazza e ho colto l'occasione di fare il mio banchetto di libri e oggetti usati.
Appena arrivata, alle 8,30, parcheggio temporaneamente davanti al ristorante della piazza per poter scaricare velocemente il banchetto e la mercanzia: tempo neanche 10 minuti e la padrona del ristorante (che sarebbe rimasto chiuso fino all'ora di pranzo) mi invita a spostare subito l'auto, che lì non può stare e dà fastidio.
La giornata poi è scorsa via abbastanza piacevolmente, con qualche vendita e qualche chiacchierata, complice il primo sole primaverile.
Ho scoperto che la mia vicina di banchetto di destra è anche una vicina di casa, mentre i miei vicini di sinistra erano due uomini marocchini con un tavolo enorme pieno di oggetti di ogni tipo.
L'organizzatrice del mercatino mi racconta che quest'anno ha dovuto faticare parecchio per ottenere i permessi per il mercatino: nonostante la giunta di sinistra, sembra sia indecoroso fare un'esposizione di cianfrusaglie e paccottiglia usata. Alcuni negozianti della piazza si sono lamentati e opposti, e non si sa se ci saranno altri eventi del genere. Inoltre, in questo periodo c'è un'importante mostra di quadri in città che attira molti turisti: che cosa potrebbero pensare di tutte queste cianfrusaglie che deturpano la bellezza della nostra gloriosa città??
All'ora di pranzo, mi volto un attimo verso sinistra e scorgo che si apprestano a mangiare uno stupendo cus cus da un'ENORME tajine. Una roba mai vista. Sorrido e auguro buon appetito, ma loro mi invitano, cucchiaio alla mano, ad unirmi a loro. Non ci metto molto ad accettare: troppo gentili loro e troppo invitante l'aspetto del cus cus, che io adoro! Condividiamo il pasto chiacchierando, e mi fanno notare come sia bello mangiare dallo stesso piatto, perchè i confini in quel momento non ci sono più.
Notano tra i libri usati sul mio banchetto Shah-in-shah di Kapuscinsky, (ho quasi tutti i suoi libri) che in copertina mostra una immagine di Khomeyni e da lì in un attimo cominciamo a parlare di religioni, di guerre, di sciiti e sunniti, di orrori e di pace.
Mi raccontano brani del Corano, sorridiamo all'irrazionalità di alcuni dogmi ("ma se Gesù è il figlio di Dio, chi sono i suoi nonni?"). Io ascolto, confesso che per noi europei è molto difficile comprendere le spaccature interne all'Islam, dichiaro che a mio parere staremmo tutti meglio se non ci fossero religioni. Il tempo passa, offro loro un caffè, scherzano dicendo che è una cosa molto strana che un medico si metta a fare mercatini. Una persona "modesta", mi definiscono.
Ad un certo punto sento una nenia sommessa: uno dei due prega dopo aver steso il tappetino a terra. Si sente appena la sua voce, si avverte che è un momento di intimità.
Nel pomeriggio si materializza un vassoio d'argento con un delizioso tè alla menta che i due signori offrono orgogliosi a metà piazza.
Alle 18, arriva accanto a noi un gruppetto di persone. Piazzano proprio accanto al tavolo dei due marocchini una sorta di ambone, microfoni, altoparlanti. Infine sistemano un grande manifesto "missione in piazza" e l'immagine di Gesù. Iniziano canti a squarciagola nel microfono, bambini e adulti armati di chitarre che girano in cerchio, si allargano, invadono il corso. Raccontano al microfono di vite tristi e vuote che miracolosamente hanno acquistato un senso dopo aver conosciuto Gesù, cercano di coinvolgere la piazza.
Sono invadenti, sono rumorosi. Non si riesce più a parlare con gli avventori del banchetto, anzi, le persone che passano corrono via veloci e non si fermano al mercatino: c'è troppo rumore, la passeggiata domenicale si fa per stare un po' in pace.
Dopo un'ora e mezza di preghiere e canti (parecchio lagnosi, tra l'altro...se questo deve essere un mezzo per fare proselitismo sarà il caso di trovare qualcosa di più accattivante!), la maggior parte di noi comincia a smontare banchetti. Non ne possiamo più, ci è venuto il mal di testa. E la gente non si ferma neanche più a comprare, gira alla larga.
Me ne sono andata con un grande senso di fastidio, e anche di vergogna.
Avevo sperimentato la condivisione e il dialogo con questi due signori gentilissimi, avevo osservato il loro modo discreto di pregare e di vivere le loro tradizioni e convinzioni, e poi arrivano questi ferventi neocatecumenali, che devono sbandierare a tutti la loro fede, invadere gli spazi e rumoreggiare sguaiatamente di conversioni e peccato, sbatterci in faccia i loro bambini-soldato della fede. Questo secondo me è stato indecoroso, questo è stato volgare.
I due marocchini non hanno detto una parola fuori posto, neanche uno sguardo di fastidio nei loro confronti. Piuttosto una sorta di rassegnazione.
Ci siamo salutati stringendoci la mano, ma piuttosto sommessamente, le voci sopraffate dai canti microfonati.
Il ristorante, che a quell'ora apre per la cena, ha la vetrina coperta dal grande manifesto di Gesù. La padrona non fa neanche un accenno di protesta. Tutto va bene: quei canti sguaiati sono in italiano, quella piccola folla è dei nostri, tutti rispettabili e irreprensibili cittadini del paesello, famiglie per bene. Non venditori ambulanti, non spacciatori di cianfrusaglie che tanto rovinano il decoro della città. Non -non sia mai- stranieri islamici!
Ecco, io a tutti quelli che continuano a blaterare di islamici che ci sbattono in faccia la loro religione e la loro cultura, che si devono adeguare, che sono chiusi, che non vogliono integrarsi...gli avrei fatto passare una giornata come quella di ieri.
Ecco, io a tutti quelli che continuano a blaterare di islamici che ci sbattono in faccia la loro religione e la loro cultura, che si devono adeguare, che sono chiusi, che non vogliono integrarsi...gli avrei fatto passare una giornata come quella di ieri.
P.S. Mi chiedo infine se anche i "missionari in piazza" abbiano dovuto pagare la tassa per l'occupazione di suolo pubblico che invece è stata richiesta a tutti noi espositori.