Ho iniziato l'ultimo post parlando della mia latitanza degli ultimi tempi da mondo Blog, dalle chincaglie e da tutto quello che non riesco più a leggere, se non di sfuggita né tantomeno a commentare, accennando di sfuggita a non meglio precisati festival.
Bene, è giunto il momento di precisare. Trattasi di
Dal Mississippi al Po.
Vi dice nulla?
Davvero nulla?
Ma nulla nulla? So che le mie
affeziuonate lettruiciui se lo ricordano bene, ma per le new entries devo spiegazioni.
Dal Mississippi al Po è un festival musicale e letterario nato a Piacenza nel 2005, che grazie alla passione sconfinata con cui i suoi ideatori hanno sempre lavorato, è riuscito a crescere e migliorare sempre di più, offrendo ogni anno un programma di appuntamenti ricchissimo ed estremamente variegato.
Dal Mississippi al Po è tanta, ma proprio tanta, musica dal vivo: non solo i grandi concerti, in grandi location, con i grandi nomi del blues americano, ma anche una miriade di piccole session live, tra la presentazione di un libro ed una chiacchierata fra scrittori, o anche semplicemente imbracciare una chitarra, dopo tutta una giornata di eventi, incontri ed appuntamenti, e tirare tardi fra amici sulla terrazza di un albergo.
Dal Mississippi al Po è letteratuta, sono libri e scrittori -appunto- che vengono raccontati o si vengono a raccontare a Piacenza, e se la chiacchierano tra loro come vecchi amici, come due estranei che si ritrovino per puro caso a condividere uno spazio e si rendano conto di condividere anche una passsione, notando di avere entrambi, chessò, un tatuaggio che raffigura la capra del Tibet.
Dal Mississippi al Po è ed è stato negli anni tanto altro, è stato "Palco Studentesco" per dare un'opportunità di esibirsi live, con tecnici e fonici professionisti, anche a scalcagnate ma motivatissime band di ragazzi, è stato cinema, con la proiezione di documentari e film inediti riguardanti lo sconfinato mondo del blues, che ha le sue radici e trova la sua collocazione geografica in quel Mississippi mai scontato che tanti ospiti ci hanno raccontato in questi anni.
Dal Mississippi al Po quest'anno sarà ad esempio fotografia, con una mostra di foto scattate a Jim Morrison e ai Doors da quel Frank Lisciandro che con lui ha condiviso un buon pezzo di vita, un modo di celebrare il Re Lucertola nel quarantesimo anniversario dalla sua morte, insieme ad una persona che lo ha conosciuto prima del mito e oltre il mito.
Quante cose è
Dal Mississippi al Po, vero? Se dovessi scegliere una sola definizione per il nostro Festival sceglierei
contaminazione, nell'accezione buona del termine, chiaro, ed è per questo che penso non vi stupirà trovare praticamente di tutto nella chincaglia nata per raccontarvi il Festival.
Il guanto di sfida l'ha lanciato Seba (Pezzani), musicista, traduttore letterario, scrittore nonchè mio pusher personale di libri di un certo spessore musical-culturale, che in veste ufficialissima di direttore artistico letterario di
Dal Mississippi al Po mi dice: "A questo punto, dovrai inventarti un bijoux speciale per il festival...".
Azz.... vi pare facile? Io il guanto l'ho raccolto, e quello che è saltato fuori è un bracciale contaminato, in cui ci sono tutti i metalli con cui "lavoro" di solito, c'è del color bronzo e del gunmetal, c'è del rame, dell'ottone e del filo argentato.
Ci sono delle palline in ematite, che a me ricorda tanto il colore dello
scolapasta, meravigliosa definizione che
Francesco Piu ha dato della sua Dobro, la chitarra che -per dirne uno solo su tutti- ha imbracciato anche un certo Stevie Ray Vaughan e ci sono dei vetri colorati gialli, perchè giallo è l'aggettivo che, in Italia, fagocita decine di sotto generi letterari, e anche se qualche volta questo è odioso, è piuttosto chiaro. Ci sono delle pagode blu, beh qualcosa di blu ci voleva dai, e c'è un marrone ramato, che ho scelto di usare dopo aver visto
questa foto.
Tra poche ore si parte con il primo appuntamento della settima edizione, noi ci si risente tra una settimana con qualche novità craft, mercatini, espositori, scatolette...e
qualcosa di Irish in arrivo, nel frattempo, se vi capita, vi aspetto al Festival Blues.