mercoledì 21 aprile 2010

black hot chilli cous cous


S'esce poco quando si ha una famiglia numerosa.

S'esce poco ma a volte qualche nonno si muove a compassione e si va.

Quella sera era una calda sera d'estate e finimmo in un ristorante dalla breve vita, a Trapani.

Per l'esattezza il ristorante era all'interno di una villa nobiliare intorno alla quale era cresciuta la città e anche la sottoscritta.

Un giardino da favola un'enorme ficus e io da piccola che immaginavo le meraviglie nascoste dal giardino e dalla casa.

Da grande quel giardino ha avuto una breve vita pubblica e come non approfittarne?

Il ristorante si chiamava "I giardini di kajjam".

Non ricordo molto di quella sera, raramente si ha il tempo per un pò di romanticismo e si torna ventenni in un attimo appena ne è data l'occasione, ma tra le numerose amuses bouche ricordo un cucchiaio di cous cous al nero di seppia.

La cosa che ricordo perfettamente è il sapore marino e la particolare consistenza un pò scivolosa.

Il ricordo è rimasto lì a sonnecchiare insieme alla faccia lievemente disgustata di mia mamma (integralista talebana trapanese).

Avevo ragione, è buonissimo anche senza fumi del romanticismo.


COUS COUS NERO PER LA SEPPIA

- seppie
- una cipolla piccola
- uno spicchio di aglio
- olio evo
- poco vino bianco fermo
- un paio di peperoncini secchi
- prezzemolo tritato
- cous cous precotto

pulite le seppie avendo cura di preservare la sacca contenente l'inchiostro, come? leggendo il mio vecchio post.
Unico accorgimento da tenere è quello di allungare il sugo nero con acqua quanto basta per gonfiare il cous cous.
In questo caso ho usato un cous cous integrale di kamut, precotto.
lo trovo da Castroni ed è buonizzimo.

domenica 11 aprile 2010

la discussione

no, niente foto, niente ricette.

Sorry.

E' da giorni che medito questo post e molti di voi lo sanno.

Poche righe per spiegare.

99 colombe mi ha dato lo spunto fondamentale insieme ad un'altra serie di circostanze ed avvenimenti.

Il potenziale pubblicitario della rete in questo momento è altissimo e io credo che le aziende se ne siano accorte.

Non mi riferisco alle motivazioni che hanno spinto alla creazione di 99 colombe che credo rimanga un caso unico ed isolato con tutt'altri intenti rispetto a quelli che sto per esporre, nè mi riferisco al mondo dei professionisti che viaggia su altri livelli.

Mi riferisco più che esplicitamente al fatto che ormai la pubblicità scorre sul filo della rete, anzi sul filo dei blog.

Ce ne siamo accorti tutti, chi di noi non è cascato nella trappola Silikomart allettati dagli stampini per poi accorgersi che una campagna a tappeto come quella non porta vantaggi ad altri se non alla stessa ditta?

E guai a dire che si tratta di una collaborazione, anche a voi sarà arrivata la mail circolare con il monito, mi raccomando non parlate nel post di collaborazione!!!

Da Silikomart in poi ci son stati moltissimi altri eventi come i contest sponsorizzati, Caffarel ha spedito uova a destra e a manca e con un costo aziendale irrisorio s'è garantita non si sa quanti clienti tanto il messaggio era chiaro, un giochino for dummies e anche divertente, chi non si sarebbe sentito allettato?

E soprattutto quante persone hanno visto l'ovetto decorato?

Centinaia di migliaia, ne sono più che sicura.

E non solo l'hanno visto, hanno visto che era un'idea carina, i blogger l'hanno dimostrato visivamente pubblicando le foto et voilà centinaia di clienti pronti a far lo stesso e a comprare l'uovo e le quattro farfalline e fiori di zucchero, tanto è facile...

Insomma stiamo diventando interessanti pur rimanendo il fatto che molti di noi considerano il blog una valvola di sfogo, insomma catalogabile alla voce Hobby.

Il problema è proprio quello.

Siamo appetibili e soprattutto siamo gratis, vuoi mettere?

Non mi venite a dire che questo vale solo per i blog più in vista perchè non è così.

Cosa vuol dire "essere in vista"?

Ci sono blog che trattano di cucina e che per me non sono affatto interessanti ma che hanno un seguito altissimo, ci sono blog che hanno 4 commenti in croce e sono strafighissimi e seguitissimi, ci sono blog apparentemente non visitati che se metti un contatore hanno migliaia di ingressi al giorno.

Come la metti metti, il problema è che rimaniamo gratis, quasi a costo zero quasi ci facesse schifo usare la parola vendita, il classico "si vabbè, ma che mi dai?"

Si gratis, non mi vorrete dire che spedire un pò di stampi di silicone e qualche altro gadget abbia per l'azienda un costo gravoso?

E quanto gravoso? Quanto un passaggio pubblicitario televisivo?

Insomma io credo che da qui a pochissimi mesi saremmo considerati la gallina dalle uova d'oro, che va spennata ben bene a suon di gadget.

A questo si aggiunga il fatto che spesso e volentieri si è contattati anche da grosse azienze o meglio aziende a distribuzione nazionale tipo la S. Pellegrino- Acqua Panna che ti chiede la foto da mettere temporaneamente (sia chiaro!) all'interno di un sito di promozione turistica legato all'acqua appunto e che ti scrive che ti darà i crediti e che questo contribuirà alla tua visibilità.

E che me ne faccio, di grazia?

No, non ci siamo capiti. A me della visibilità non me ne frega niente a te, cara azienda, del cliente te ne deve fregare.

No, grazie.

Non ci sto.

Più ci penso e più non ci sto.

Sia chiaro, i gadget, i contest piacciono anche a me non son mica diversa, ma penso che se a me non interessa la pubblicità retribuita adeguatamente (ognuno scelga che significato dare alla parola "adeguatamente") magari qualcun altro può avere il suo tornaconto o può essere interessato a vendere i propri spazi.

Perchè no?

Se è l'azienda a contattare il blogger deve anche dare un prezzo, perchè chiamalo contest chiamalo come ti pare sempre pubblicità è.

Ripeto, io nella vita faccio altro e per me il blog è unicamente un hobby come ne ho tanti, mi diverte e nel mio spazio ho scelto di essere libera di decidere, libera di segnalare anche, insomma è casa mia e faccio come mi pare.

E questo credo valga per la maggior parte di noi.

Ma riflettendoci e andando avanti mi son resa conto di non essere così tanto libera come credevo e che la mia libertà in un certo senso è limitata proprio da questo sentirsi preda.

Una sensazione che ho da un pò.

Ora, signori miei, penso che sia arrivato il momento di chiarire e di rendersi conto che pubblicitariamente parlando siamo diventati polli da spennare a bassissimo costo, quasi gratis direi e mi sembra il caso di porvi rimedio, riflettere e quanto meno accendere una discussione in modo da capire anche qual'è l'atteggiamento generale rispetto all'andazzo.

Il che, per quanto mi riguarda, non vuol dire istituire il sindacato dei blogger, nè tantomeno gruppi facebook, non voglio diventare fan di nessuno (cosa che detesto cordialmente).

Vorrei (voglio) solo che riflettiamo tutti insieme, vorrei (voglio) idee sulla gestione della cosa, punti di vista, critiche insomma movimento, rumore di ferraglia cerebrale senza sobillare nessuno.

Siccome vedo e prevedo che la questione interessa a molti e vedo e prevedo che alzerà un pochino di polvere vi invito sin da ora a rimanere entro le righe della correttezza nei commenti.

martedì 6 aprile 2010

l'albero della vita


Non so da che parte cominciare.
Non è facile.
Non so cosa scrivere perchè le emozioni son tante e tutte contrastanti.
C'è il terrore che il ricordo del terremoto ti lascia addosso per tutta la vita e la voglia di vivere e ricominciare che sta lì da qualche parte, nel profondo delle persone ferite da questa esperienza, e che stenta a venir fuori.

C'è un blog, le 99 colombe, nato da uno scambio di mail.
Compare la lettera di Mara e l'intelligenza, il coraggio, la discrezione e la vocazione alla solidarietà di Rosa Maria e Lydia cui si sono affiancate Alex e Nina.

C'è la riflessione su quest'iniziativa.
Iniziata con un tam tam forsennato, proseguita con una velocità ed efficacia che nemmeno nelle più rosee prospettive ci saremmo immaginate, a dimostrazione che la rete ha un potenziale inimmaginabile tanto da farmi pensare e credere che il futuro scorra sul filo.

Quando pensiamo alle aziende pensiamo a fredde entità che decidono della vita delle persone, tu si, tu no...guardiamo il telegiornale e gli operai salgono sulle gru...chi le paga le bollette? e chi veste i figli? chi gli da da mangiare?
L'azienda è cattiva in un certo senso.

Poi arriva il giorno che ti accorgi che l'azienda la fanno le persone, che dietro a quel nome ci sono nomi, mani, conti da pagare e voglia di fare.
Il mio tributo va anche a chi, con la propria intuizione, è riuscito a toccare le giuste corde di ognuno di noi alimentando la voglia di far qualcosa davvero.

Ma oggi c'è poco spazio per riflessioni più pratiche o più prosaiche, c'è spazio per i ricordi, per giocare ancora con quei bambini, quelle mamme e quei papà che oggi non possono ricordare ma che vengono ricordati.
Che quel volo di colombe dolci e gentili giunga anche a loro.



Nelle coppette:

- gelatina di arance
- milk shake alle fragole
- coulis di fragole
- mousse di cioccolato bianco con polvere di caffè
- zabaione e polvere d'arancia


Toast di colomba glassato al cioccolato bianco.

lunedì 29 marzo 2010

gioco da piccole



Son giorni strani, giorni nervosi ed intensi dove tutto gira talmente veloce da sembrare fermo.

Giorni di riflessione ed incazzature.

Giorni come tanti, uguali l'uno all'altro ormai da troppo tempo.

Giorni da snocciolarsi a memoria.

Meglio sfogarsi.



Quando dalla busta magica di Silvia è uscito questo strano pettine con altrettanto enigmatico biglietto ho pensato ad uno strumento musicale antico per le bambine.

E invece...la stessa Silvia mi corregge il tiro e trattasi di un pettine da garganelli, apperò.


E così urge tutorial, guardato frettolosamente su utube con bimba annessa che fa al caso mio, che giusto giusto ci ho due uova di anatra fresche fresche, un pò di semola di grano duro e anche una bambina da far giocare che le altre due sono a scuola e la quarta mi guarda placida e tranquilla dalla culletta e se ne stracatafotte sia di me che della sorella.








Sarà meglio intervenire che giusto giusto è quasi ora di pranzo...


Silvia, al telefono, mi racconta dell'impasto dei garganelli:
- Sottile, mi raccomando e fa l'impasto con la farina 00!!
- Ahia, già si parte con il piede sbagliato, Silvia, ho già impastato la semola.
Vabbè fa niente che noi siamo temerari e sperimentatori

e poi me li condisce telefonicamente alla zingara...sarebbe?
- peperoni, cipolla e pancetta con un pò di pomodoro, ma peccato non è stagione.

Pensando ad una zingara di stagione è bastato sostituire i peperoni con i carciofi, evitare il pomodoro che con i carciofi non mi va giù e mangiarne due piatti.

Mentre li mangiavo però pensavo al perchè sia fondamentale l'impasto sottile, i garganelli son come i tortelli piacentini con le code bisogna trovare il punto esatto di cottura.
Lì è la difficoltà.
Perchè lo spessore della pasta arrotolata potrebbe ostacolare la cottura mentre dove la pasta è meno spessa, all'estremità, si potrebbe scuocere.
Mi son capita da sola ma va bene così.


giovedì 25 marzo 2010

repetita juvant




Le iniziative di 99 colombe si moltiplicano come i cerchi concentrici del famoso sasso nello stagno.

Volete questi BUONIZZIMI biscottini qui targati, ça va sans dir, 99 colombe?
L'appuntamento è allora allo stand che troverete

sabato 27 marzo al mercatino della chiesa valdese, piazza Cavour angolo via Marianna Dionigi.

Io purtroppo non ci sarò ma Roberto Potito e Lydia Capasso e tanti altri ancora si.
Li troverete lì insieme ai prodotti Nurzia e ad altre prelibatezze.

Vero che i biscottini andrano a ruba????
Vero che ci sarete???
Io, intanto continuo a impacchettare.

martedì 23 marzo 2010

che fesseria


Si ma chic, eh, sennò non vale.

Una non ricetta che più non si può ma che è altrettanto buona e versatile.

Insomma chicchettosa ma for dummies.

E da vera snob ha anche un nome francese, 'azz...


Coulis di fragole


- 200 gr fragole fresche

- succo di 1/2 limone

- poca acqua

- 2 cucchiai di zucchero a velo


frullare tutti gli ingredienti, passarli allo chinois.

Scaldare il frullato di frutta, portando ad ebollizione leggera e comunque fino a consistenza sciropposa.


Inserire nel bicchiere fighetto, mettere il cucchiaino fighetto e fare foto fighetta.
Ovviamente mentre elegantemente si versa la salsa nel bicchiere, si strilla come una vaiassa di un basso napoletano per tentare di tenere lontane le tre che navigano troppo vicine alle mie acque territoriali tentando manovre di accerchiamento.
Ovviamente.

Tres chic, tres tres chic.

sabato 20 marzo 2010

papà


Mi fa sorridere, intenerire ma anche incazzare.
Gli spedisco virtualmente un biscottino che ci consoli della lontananza.
Siccome poi questo è un blog di cucina allora vi dico che è da un pò che cercavo il biscotto perfetto sottile, croccante, buonerrimo e che tenesse la scritta.
Me l'hanno data i cali(n)canti.
Qui l'originale anche se la riscrivo per comodità mia e aggiungo le mie considerazioni personali.
Ingredienti
280 gr di farina 00 (nell'originale 200 di 00 e 80 di integrale di kamut)
150 gr di burro
150 gr di zucchero
un uovo + un tuorlo
vaniglia
Mescolare la farina allo zucchero.
Aggiungere il burro freddo a pezzetti e amalgamare con le dita velocemente, in modo da ottenere un briciolame cui aggiungere le uova.
Impastare il più velocemente possibile per ottenere un panetto di pasta da avvolgere strettamente nella pellicola e mettere in frigorifero almeno una mezz'ora.
Stendere la pasta sottilmente e stamparvi la scritta.
Sistemare i biscotti nella placca e rimettere in frigorifero per un'altra mezz'ora.
Cuocere a 170° C stando attenti a non bruciarli come sempre succede a me con la prima teglia.
Argomento vaniglia.
Io non sono contraria all'uso della vanillina, non è veleno e sono sinceramente un pò stanca di questa forma di intransigenza rigida quasi talebana.
Pare che non vada bene nemmeno la stecca comprata al super, se non proviene da quella drogheria specifica, se non ha quelle caratteristiche lì e compagnia briscola sei un sfigato ignorante e peste ti colga.
Mi sono stufata.
Usate la vaniglia che volete e sotto qualsivoglia forma.
Io, personalmente, ho comprato tempo fa una selezione di stecche di diversa provenienza da Madavanilla.
L'ho fatto per pura e semplice curiosità.
In effetti sono molto profumate, morbide al tatto e con tanti semini.
Le ho messe in un barattolone da un kg e sommerse di zucchero.
Quando devo avere qualcosa di dolce che profumi di vaniglia uso lo zucchero, non la stecca.

domenica 14 marzo 2010

99 colombe- work in progress


Non è che il 6 aprile sia poi così lontano.
Val la pena pensarci per tempo, per cercare qualcosa di simbolico, che stupisca, che inviti a riflettere, che ci aiuti a capire e a sperare.
Mi succede quando devo pensare ad un progetto difficile, stimolante e pieno di prospettive.
L'intento di www.99colombe.blogspot.com è quello di creare un'onda lunga volta a far conoscere un'azienda e un'eccellenza come quella delle Sorelle Nurzia che, da quel 6 aprile di un anno fa, naviga in acque difficili.
Il post per il 6 aprile è già costruito nella mia testa, non difficile da realizzare ma lungo, quello si.
Lungo come l'onda che vogliamo creare, lungo come il successo di questa iniziativa, lungo come la lungimiranza e l'intraprendenza di chi ce la sta mettendo tutta per non affondare, anzi.
Per questo motivo ho deciso di pubblicare pezzo per pezzo il mio post e riservare al 6 aprile il risultato finale.
Per adesso ci facciamo un toast.
TOAST VOLANTE COME UNA COLOMBA
Si ritagliano due colombe da una colomba e si buttano così come sono dentro al tostapane, poi ci vuole il companatico, in questo caso crema con una grattatina di fava tonka e le meningi lavorano che è una meraviglia.
Per Alex, la fava Toka non la damo ar gatto ma solo perchè costa. :)

venerdì 12 marzo 2010

99 colombe per le Sorelle Nurzia

Disegno di Nina-Francesca logo del blog www.99colombe.blogspot.com
Ci sono.
Eccomi con il mio post a sostegno dell'entusiasmante iniziativa di Lydia Capasso di Tzatziki a colazione e Artemisia Comina di AAA Accademia Affamati Affannati.
Chi di noi può davvero dire di non aver mai vissuto un'esperienza come quella del terremoto?
Io c'ero, c'ero da bambina nella mia Trapani quando correvamo in strada e per noi bambini era una festa notturna un pò inusuale con le coperte dentro la 127 gialla, c'ero da adulta quando nel 1997 il terremoto umbro mi colse al pian terreno della divisione di Pediatria dell'ospedale Monteluce, erano le 11.30 un vento innaturale si alzò, un rumore sordo e le librerie antiche della sala medici che ci venivano incontro.
E c'ero quella notte del 6 aprile di quasi un'anno fa quando Roma tremò di rimbalzo e le mie 3 bambine dormivano nei loro lettini, mentre Irene dormiva dentro di me.
Ma adesso 99 colombe simboliche si alzano in volo ad aiutare, sostenere e cercare di far qualcosa per far rinascere una delle aziende storiche dell'Aquila, le Sorelle Nurzia.
99 come le cannelle della fontana, ma anche 999 o 9999 che i simboli son sempre e solo simboli.
Bene, adesso dopo l'intro sentimentale vi spiego come fare.
1. se chi passa da qui ha un blog e ancora non l'ha fatto, può andare sul blog di 99 colombe, ovvero www.99colombe.blogspot.com e iscriversi aggiungendosi ai sostenitori nella barra laterale e aggiungendo al proprio blog sia il logo delle Sorelle Nurzia sia il link al loro sito che a breve aprirà all'e-commerce.
2. leggere sia la bellissima lettera scritta da Mara che si sta occupando del rilancio dell'azienda Sorelle Nurzia sia il post sul come fare.
3. ve lo spiego anche io qui, è semplice.
Pensare a un modo per mettere la nurzità sulla tavola pasquale.
Fate come volete, usate un prodotto delle sorelle Nurzia, una colomba piuttosto che un torrone piuttosto che un biscotto, oppure accompagnatelo semplicemente: una crema, una coulis, come volete voi.
Il 6 aprile, giorno del primo anniversario del terremoto aquilano, tutti i sostenitori pubblicheranno il loro post a blog unificati.
Sul post di Lydia trovate anche il listino prezzi, io nella mia plutaggine non sono stata in grado di fare altrettanto.

giovedì 4 marzo 2010

produzione propria



Si, ho la passione dei fiori ma anche delle piante, delle verdure, della frutta.
Aver a che fare con terra, forbici, concimi, potature, bulbi e semi mi rilassa e mi gratifica, sempre.
Potessi non mi limiterei al terrazzo ma mi piacerebbe avere 1 mq di terra da curare.
Ma chi si contenta gode e io mi godo il mio piccolo agrumeto sul terrazzo di cui raccolgo i pochi frutti annuali contenta come se fossi un coltivatore iscritto alla coldiretti.
Quest'anno il mio melangolo o meglio citrus aurantium o arancia sevillana o arancia amara (ma talmente amara da essere immangiabile) mi ha regalato ben sei frutti.
Il melangolo ha un uso limitato dal suo essere praticamente immangiabile così com'è.
Se ne può fare marmellata o usare la buccia che è particolarmente spessa e profumata.
In questo caso ho utilizzato la buccia per un'infusione in olio extravergine di oliva semplicemente scaldando l'olio a 65° C insieme alle bucce del melangolo in modo da far rendere al meglio gli oli essenziali e lasciate a macerare per 24 ore.
L'olio l'ho poi filtrato.
La mercante di spezie in arte Lory sostiene che sia perfetto sul pesce, io non faccio fatica a crederci anche se tale e tanto è il profumo che ne sto meditando un uso dolce.

giovedì 25 febbraio 2010

Lardiàto


Non so perchè ma nel periodo di carnevale ho fritto (e mangiato) tutto il friggibile tanto da potere ancora imbastire almeno tre post.
Ma del fritto m'è venuta nausea non fosse altro che tutto l'untino è andato nei posti topici ad aggiungersi al lardo precedente e adesso tocca rimediare.
Lo so, non ve ne frega niente, ma a me andava lo sfogo.

La foto secondo me rende giustizia ad uno di quei famosi pesci poveri e spesso bistrattati che fan parte della categoria del pesce azzurro un pò tonno e un pò no tanto da farmi giocare con le foto e trasformarmi in una specie di Davide Dutto de noantri. :)
Ho scattato soltanto foto pre-preparazione perchè da cotto non è che sia esteticamente gradevole, anzi diciamolo è un pò bruttino.

In ogni caso, lo sgombro è uno dei pesci che preferisco in assoluto.
Mi piace in ogni modo, sulla graticola con il salmoriglio, in padella lardiàto, semplicemente bollito.
Ora io non so bene cosa voglia significare Lardiàto fa parte di quelle parole siciliane di cui sconosco l'origine un pò come la saìme che io avevo trasformato erroneamente in saìme.
Ad ogni buon conto, riflettendoci, è lo stesso concetto della cacciatora.
Un'erba aromatica, aglio, aceto, peperoncino e il pomodoro in uso controverso.
E allora che lardiàto sia nella versione di mia mamma, of course.
Vi scrivo il procedimento perchè di dosare l'origano o l'aglio o il pomodoro, proprio non se ne parla.
Fate andare il solito spicchio di aglio in olio evo e a seguire aggiungete gli sgombri lavati e puliti incoperchiate e lasciate stufare 5 minuti.
Aggiungete un pochino di pomodoro pelato, quanto ve ne piace c'è chi adora il sughino e fare scarpetta e c'è chi lo usa solo per colorare appena.
Altri 5 minuti per stufare ulteriormente.
Scoperchiare e sfumare con un goccio di aceto di vino bianco alzando la fiamma per far evaporare velocemente.
Aggiungere un altro spicchio di aglio tritato o spremuto con lo spremiaglio e una spolverata di origano.
Spegnere subito il fuoco.

venerdì 19 febbraio 2010

i cali(n)canti e antù


Eccolo qui il riassunto della serata di ieri.
Si vabbè ridimensioniamoci: serata da Cenerentola che il tempo a disposizione è stato quel che è stato ed è volato.
La cronaca dettagliata della sera, dell'evento e di tutto è stata già descritta dai calicanti e quindi io mi ritiro in buon ordine.
A me rimangono flash di incontri, di mani che si stringono, -Allora sei tu!-, -Ma ti piace la cioccolata?-, -Hai gli stivali della foto!-
La faq più frequente è stata: come si scrive le franc buveur?
I calicanti arrivano e si beccano il loro quarto d'ora di complimenti, mani che sistemano sfoglie da esposizione d'arte moderna che nemmeno Rothko ci avrebbe mai pensato, gabbiette per le galline che le accolgono insieme a mollette da bucato, che questi calicanti son strani forte!
E d'altra parte qual'è l'aggettivo più usato per descriverli?
Geniali.
E ci avete ragione, ci avete.
Ma aggiungerei anche simpatici, intelligenti, spiritosi e tremendamente umani insomma normali se visti da vicino.
E questa è la risposta che ho dato ad Elena quando mi ha chiesto le impressioni sul nostro primo incontro.
La mia risposta, anche piuttosto stupita, è stata: Normali.
Talmente tanto normali che tutti e tre avevano una bella agitazione addosso come si addice ai comuni terrestri.
Certo, vedersi appiccicata ad un muro in compagnia di così tante belle persone fa il suo porco effetto ma tant'è e poi avevo la foto di Alex accanto a farmi coraggio, mica roba da poco e quella esplosivamente sensuale di Elena a far da apripista.
Detto questo devo assolutamente ringraziare due delle tante (belle) persone che ho avuto la fortuna di conoscere o ritrovare ieri.
Il primo dei miei grazie va al mio navigatore satellitare umano in lingua italo-tosco-francese.
Senza di lei non avrei mai raggiunto e oltrepassato la linea Maginot del gazometro.
Merci.
Il secondo va all'architetto di cui strafichissima foto nel post dei calicanti.
Per aver creato con il semplice ausilio di un elastico la più bella delle installazioni di tutta la mostra.
Ti meriteresti un monumento di cioccolato a firma Gay-Odèn e non Gay-òdin :)
Di mio, posso solo aggiungere che è una vita che sogno di fare un calendario e farlo insieme ad Irene mi ha consentito di far la parte della strafiga e pure rotonda, solo con loro avrei potuto riuscirci.