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martedì 17 novembre 2009

quello che so sul cous cous



Ecco i portabandiera della mia città.

I piatti della festa, della golosità che se dici che fai il cous cous difficilmente qualcuno rinuncerà all'invito.

Cous cous che negli anni si è diffuso ovunque da nord a sud e da est ad ovest.

Cous cous versatile, fresco d'estate e caldo di inverno.
Cous speziato, cous cous saporito, base per la fantasia.
Cous cous precotto per lo più o lungo da preparare a partire dal mattino presto.
Ore e ore di dedizione: l'incocciata, la cucinata, la spicciata, u' broru, l'abbivirata, l'arrisetto.
Perchè le fasi del cous cous sono da seguire ad una ad una e non ti puoi assolutamente perdere i passaggi altrimenti rischi di far casino.

Il cous cous si fa a partire dalla semola, come dire che il vino si fa anche con l'uva.
Inconcepibile usare il precotto, assolutamente inconcepibile.

La semola poi, la semola altro tasto dolente.
Miscela di semole di grano duro mescolate, dalla grana grossa mescolata alla grana fine e poi la mano.
Il cous cous è mano dipendente, c'è la mano che l'incoccia grosso e la mano del finuliddu, dell'incocciata fine.

Il cous cous è come la carbonnade ma anche come la lasagna, o peggio ancora (se si parla di campanile) la pastiera: cambia di balcone in balcone.
Chi ci mette la cannella e chi le foglie di alloro, chi lo appesta d'aglio e chi preferisce la cipolla.
Quelli che lo detestano lo chiamano "mangiare da galline" e poi ne mangiano 3 piatti come polli in batteria.

Sicuramente la vicina di casa avrà un modo diverso di condirlo, una mano diversa.
E anche io ho contribuito negli anni.
Prima dalle pagine del forum di Coquinaria (di cui non trovo più il link), poi da quelle di Prezzemolo e Finocchio dove ho provato un improbabile passo passo della preparazione (e in questo caso la mano felice è quella di mio padre), ha fatto poi parte del mio incontro con Claudia e le foto di una giornata indimenticabile passando per i caly(n)canti e per l'occhio del fotografo che lo ha trasformato in un giardinetto (poco) zen.
In quell'occasione Marie mi chiese se c'era un altro modo tradizionale di condire il cous cous oltre che con il pesce.

Si c'è ed è un modo del tutto invernale.
Si fa con i broccoli fritti e i legumi, ceci e fave prevalentemente.

Con il tempo l'uso di ceci e fave è sparito dalla tavola della mia famiglia e ne ho soltanto un ricordo sbiadito legato alla nonna Enza.

Se posso preparo il cous cou in maniera tradizionale, tuttavia se proprio la voglia mi prende, e questo è un periodo di voglie improvvise, allora ricorro al precotto.
Ne ho provati tanti, compreso il siciliano Poiatti ma li trovo troppo scivolosi, preferisco la marca Nuova Terra che trovo alla SMA sotto casa.
Uso semplicemente l'accorgimento di gonfiare il cous cous precotto o con il brodo di pesce o con l'acqua di cottura del broccolo anzichè la sola acqua semplice, trattandolo come il cous cous non precotto.

BRODO DI PESCE PER COUS COUS

- pesci misti di piccolo taglio da brodo il che vuol dire: gallinella, scorfano, coccio, cappone, tracina, cernia, gamberi. calamari tutto quello che più vi piace

- pomodori rossi preferibilmente freschi o pomodori pelati

- salsa di pomodoro

- cipolla tritata

- un limone

- aglio

- prezzemolo

- una manciata di mandorle pestate

- olio extravergine di oliva preferibilmente valli trapanesi cultivar nocellara, tanto per rimanere all'ombra del campanile

- sale e peperoncino


Fare un fondo con olio, cipolla, peperoncino e aglio tritati e una volta appassiti aggiungere i pomodori pelati e quindi i pesci.
I pesci dovranno cuocere fino a disintegrarsi nel brodo che verrà filtrato e i pesci disfatti gettati.
Allungare con acqua, aggiungere mezzo limone tagliato e un pochino di salsa di pomodoro regolare di sale e far sobbollire per almeno un'ora fino a quando i pesci si disferanno nel brodo.
Il brodo andrà filtrato per eliminare le lische mio nonno passava al passaverdure fine il tutto per ricavarne la crema da sciogliere nel brodo in modo che nemmeno un pò del sapore si disperdesse.
Una volta filtrato aggiungere al brodo bollente un pesto di prezzemolo olio (pochissimo) e aglio e le mandorle tritate.
Bagnare il cous cous con il brodo e far gonfiare.

Questa la tradizione.

In questo caso io ho aggiunto al brodo filtrato e colato e condito con il pesto anche un misto di molluschi fatti aprire a fuoco vivo e anche il loro liquido di cottura.

COUS COUS CON I BROCCOLI FRITTI

Non è facile trovare il broccolo giusto.
Verde chiaro brillante, cime compatte riunite in un'unica infiorescenza per pianta, non appuntite come per il broccolo cimone, eccolo fotografato sul pianale del seggiolone. :D


Insomma dividete in cimette un broccolo fresco e sano e lessatele brevemente (dovranno rimanere croccanti) in acqua sale e olio.

L'acqua di cottura la userete per gonfiare il cous cous mentre le cimette vanno fritte semplicemente in olio di oliva senza altre aggiunte.

A noi piacciono belle abbrustolite e qualche cucchiaio dell'olio di frittura va a condire il cous cous insieme ai pezzetti che nel frattempo si sono staccati dalle cimette fritte.

Lo so non sarebbe sano ma posso privarvi di una cosa così guduriosa?

sabato 19 settembre 2009

una domenica come tante?




Forse si o forse no.
Una domenica da passare insieme ricordando le nostre scelte di 6 anni fa, gli anelli e tutto il resto.
O meglio, facendo fatica a ricordare perchè in realtà ci siamo scelti molto tempo prima e la fede non è stata altro che un passaggio obbligato quasi scontato.
(se mi sente il prete mi scomunica).
6 anni 4 figli e una grande armonia.
Se non è matrimonio questo.
In realtà queste foto sono state scattate un paio di settimane fa e non sono nemmeno granchè.
Ma se abitate a Roma o giù di lì val la pena fare una visita al Lago di Turano e ai borghi che vi si specchiano.
Niente visite culturali stavolta, solo paesaggi, scorci e una trattoria di quelle senza pretese dove mangiare pasta fatta in casa con il sugo di castrato e pecorino e carne alla brace all'ombra della vigna carica di uva nera.
Da Roma la via più veloce è quella dell'A24 Roma-L'Aquila da lì seguite le indicazioni e in meno di un'ora sarete accolti dalle placide acque verdi.

mercoledì 2 aprile 2008

e la primavera arrivò (in english below)











e con lei i pollini, gli occhi gonfi, il naso colante e anche la tosse.
Ma questa è un'altra storia.

La storia di oggi invece narra del pranzo di Pasqua.
Della scelta di un primo che fosse leggero e che seguisse la tradizionalissima ancorchè pesantissima colazione di Pasqua e precedesse l'ancora più pesante abbacchio e carciofi fritti.

Lo spunto ovviamente lo da il mercato, manco a dirlo, e la presenza delle prime verdure primaverili con i loro profumi e la loro freschezza e con l'ultima ricotta della stagione.

Io da Pasqua in poi smetto con la ricotta, regola di famiglia e regola di stagionalità, anche perchè per me ricotta significa latte di pecora e periodo di agnello...mai d'estate quindi.

Complice un'offerta del mio supermercato ho comprato queste mega conchiglie e dovevo trovare un modo leggero e gustoso per presentarle senza rischiare l'ammappazzamento tipo pasta al forno con il ragù.

Non vi do gli ingredienti vi racconto solo come ho fatto

Nella mia enorme padella son finiti due mazzi di asparagi coltivati tagliati a rondelle preservando la forma delle punte, i piselli, dei cipollotti freschi e alcune zucchine novelle unica concessione ad una quasi primizia insieme a 5 cucchiai di olio.
Sale pepe e basilico e menta alla fine della cottura.
Niente acqua, ho semplicemente stufato le verdure nemmeno tanto a lungo.

Nel frattempo ho pulito un adeguato numero di carciofi e li ho spadellati velocemente tagliati a fettine sottili acidulandoli con il succo di mezzo limone e aromatizzandoli con uno spicchio di aglio.

a parte o cotto al vapore alcune cimette di broccoletti.

I conchiglioni li ho prelessati per cinque minuti scolati e lasciati freddare.

Ho preparato con la ricotta una crema e vi ho amalgamato due tuorli e circa la metà del volume di parmigiano grattugiato, aggiustato di sale e aggiunto un pizzichino di noce moscata.

Nel fondo di una teglia antiaderente ho mezzo in unico strato tutti i carciofi e sopra questi ho poggiato i conchiglioni farciti con la crema di ricotta.
Una volta disposta tutta la pasta ho coperto il tutto con le verdure (asparagi, piselli e zucchine) e vi ho sbriciolato sopra le cimette di broccoli.

A completare il tutto una scamorza affumicata grattugiata con la grattugia a fori larghi, ne sono venuti dei trucioli e via in forno per la gratinatura finale.

Direte voi: che c'entra il vassoio della colazione...beh c'entra è la nostra colazione della domenica cui segue la pasta della domenica :D

Un'ultima cosa...se avrete avuto la pazienza di leggere fino in fondo allora vi meritate la segnalazione della frittella palermitana fatta da una palermitana

In english please!

I don't like spring, is my awful moment being allergic so my nose is suffering of pollen, this mad season is an alternative of real cold and real warm and this is the reason why my children and the family all have cold and fever...

What a strange season!
But I adore spring vegetables and fruit, their colors their fragrance and freshness.
This is the reason why I decided to use this unusual shape of pasta and some of this spring vegetables.

On a nonstick pan I put a huge amount of peas, zucchini, asparagus with a big onion chopped into small pieces with olive oli and stuffed till they were tender but consistent.
I cooked artichokes in another pan stuffing with oil and garlic.
A little green cauliflower was steamy cooked.

I pre-cooked pasta for only 5 minutes in salted boiling water and cooled it with fresh water.

Prepared the ricotta cheese cream wisking toghether the ricotta, 2 yolks, the same volume of ricotta in grated parmesan, a pinch of salt and finely chopped ciboulette.

Squezzed some ricotta cream into the shellshaped pasta, ok everything is ready.

Let prepare the dish!

Ok put in one layer the stuffed artichokes into a non stick oven pan then the pasta payer then the vegetables stuffed (did you remember? zucchini asparagi, peas).
Gently crumble with some steamed cauliflower
And finally sprinkle with some smoked cheese roughly grated.

Put in the oven just in time to brown the surface.

giovedì 22 novembre 2007

scappando e correndo




per andare al lavoro, tutta allegra per il nuovo giochino.
vabbè carico un paio di foto così mi sento meglio e vado più tranquilla.
a dopo.
Eccomi a raccontarvi che cosa?
ancora scrivere in questo modo piuttosto che rispondere ad un post mi da una leggera vertigine.
Un pò per paura di non scrivere cose abbastanza interessanti...ma poi "abbastanza interessanti" per chi? :) alla fine i blog sono fini a se stessi (e, diciamolo, a pompare il super ego quasi che ce ne fosse bisogno).
Sarà meglio chiarire subito una cosa comunque.
Io non sono capace di seguire alcuna ricetta in modo fedele.
ci metto sempre di mio, sbagliando (e anche spesso) e ridendo.
la mia cucina nasce come svuotafrigo, assemblaggio, un pò di questo, un pò di quello e questo perchè no?
Saltando dal banco del supermercato, al frigo, alla dispensa o al mercato.
Il risultato che la mia dispensa è piena di cose apparentemente "inutili" o che stanno lì per mesi e mesi prima di trovare la giusta collocazione.
Come questo pacco di ziti lunghi, appunto.
fino a che un giorno...
- 500 gr di ziti lunghi
- 300 gr di ricotta di pecora (per me esiste solo quella)
- 150 gr di parmigiano
- burro per imburrare lo stampo
per il ripieno:
- 1 mozzarella di bufala da 250 gr
- carne di manzo macinata
- parmigiano
- 1 uovo
- sale e pepe qb
- la mollica di un panino bagnata con il latte strizzata e sbriciolata
- piselli cotti in olio e cipolla
Semplicemente ho ammorbidito gli ziti in acqua bollente li ho lasciati parecchio al dente e conditi con la ricotta e il parmigiano.
Piegati poi a rivestire le pareti dello stampo a ciambella imburrato, tando attenti a non lasciare buchi e a tenere da parte la quantità di pasta che occorre per fare il "tappo".
Ho preparato le polpettine, della grandezza di una nocciola, impastando la carne con l'uovo, il formaggio, la mollica del panino e sale e pepe, soffritte in olio di oliva.
nel guscio di pasta ho messo prima metà dei piselli poi le polpettine la mozzarella e alla fine ho ricoperto con i rimanenti piselli.
Tappato il tutto con gli ziti rimasti e in forno 160° ventilato e fino a crosticina.
Ovviamente per poter sformare bene va fatto intiepidire.
Il buco l'ho riempito con il ripieno avanzato scaldato ancora e porato in tavola.
Buono? Si, un piatto unico davvero buono, un pò pranzo della domenica.